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dunbarLuigi Ticci futuro prossimo possibile un - Altervista

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Luigi <strong>Ticci</strong><br />

d<strong>un</strong>bar<br />

<strong>un</strong><br />

<strong>futuro</strong><br />

<strong>prossimo</strong><br />

<strong>possibile</strong>


Indice<br />

I Fawzy 1<br />

II Fondazione 103<br />

III Rosa 117<br />

IV Rivelazione 206<br />

V Epilogo 290


I – Fawzy<br />

Era tornato da poco a casa e, dopo aver bevuto <strong>un</strong><br />

bicchiere d'acqua ed essersi tolto le scarpe, chiamò il<br />

pannello domotico che si materializzò di fronte a lui, voleva<br />

controllare se c'era qualche allarme, soprattutto quello<br />

della pompa dell'irrigatore, che si era bloccata già due volte<br />

negli ultimi giorni. Alzò poi il termostato di <strong>un</strong> grado,<br />

sentiva infatti il pavimento <strong>un</strong> po' più freddo del solito, e<br />

predispose la stanza da bagno per essere usata da lì a<br />

poco. Guardò poi la lista dei promemoria e … giusto,<br />

doveva scrivere al suo amico Gianni: negli ultimi anni<br />

quello era stato l'<strong>un</strong>ico modo di restare in contatto ed<br />

aveva diverse cose da raccontargli, ma per farlo voleva<br />

mettersi comodo. Si sedette quindi alla sua scrivania<br />

attrezzata, ne sfiorò il piano, facendo accendere il grande<br />

schermo che lo occupava quasi interamente, chiamò <strong>un</strong>a<br />

pagina bianca e prese il suo stiletto antigraffio. Aveva<br />

sempre preferito quella modalità <strong>un</strong> po' antiquata, piuttosto<br />

che la dettatura abbreviata che usavano tutti, <strong>un</strong> po' perché<br />

lo aiutava a pensare, <strong>un</strong> po' perché apparteneva a quella<br />

categoria sempre più sparuta di puristi che amavano<br />

aggiustare le frasi, anche più volte, prima di considerarle<br />

definitive, ed usare i comandi vocali in quel caso diventava<br />

davvero macchinoso. C'era dietro anche <strong>un</strong>a questione di<br />

principio, riteneva che quella tecnologia avesse contribuito<br />

al sostanziale imbarbarimento della lingua italiana, insieme<br />

all'uso di parole straniere e, almeno lì al nord, ai costrutti<br />

dialettali trasferiti nei discorsi senza starci troppo a<br />

pensare. Gli analizzatori contestuali correggevano gli errori<br />

1


più marchiani, ma oltre <strong>un</strong> certo limite non riuscivano ad<br />

andare, e quando la frase era particolarmente<br />

sconclusionata peggioravano anche il risultato, generando<br />

affermazioni assurde, che erano riportate agli amici per<br />

ridere, anziché vergognarsene. E passi per quelle private,<br />

erano affari loro, ma come era <strong>possibile</strong> tollerare che<br />

documenti ufficiali e circolari dovessero essere<br />

continuamente oggetto di richieste di chiarimento?<br />

Ogni tanto gli veniva da pensare all'Accademia della<br />

Crusca, ormai abolita, e ai suoi dotti membri: anni e anni di<br />

studi bruciati da <strong>un</strong> software qual<strong>un</strong>que.<br />

C'era poi il loro linguaggio convenzionale, messo a p<strong>un</strong>to<br />

fin dai tempi dell'<strong>un</strong>iversità. Era ormai poco più di <strong>un</strong> vezzo,<br />

<strong>un</strong> sentirsi ancora complici di qualcosa che apparteneva<br />

solo a loro, anche se non c'erano più segreti da<br />

nascondere e sapendo benissimo che quel codice era<br />

conosciuto da tempo. In ogni caso, non essendo quello <strong>un</strong><br />

linguaggio riconosciuto, il sistema di dettatura avrebbe<br />

richiesto <strong>un</strong>a accurata personalizzazione, che aveva<br />

sempre rimandato, e così tutti i fattori in gioco lo portavano<br />

a vedere le parole che si trasformavano in stampatello man<br />

mano che il suo corsivo le completava.<br />

Un suono diverso dal solito lo avvertì di <strong>un</strong> messaggio<br />

particolare in posta. Incuriosito chiamò la finestra degli<br />

arrivi, che passando in primo piano mise in evidenza <strong>un</strong>a<br />

raccomandata inviata dal Ministero degli Interni. Il mittente<br />

bastò a fargli precipitare l'umore sotto i tacchi. Sfiorò<br />

l'elemento e si aprì la finestrella della ricevuta, passò<br />

l'indice destro sul riquadro indicato, confermando in tal<br />

modo l'accettazione: tanto non avrebbe potuto fare<br />

2


diversamente.<br />

Fu così visualizzato <strong>un</strong> testo di poche righe che gli<br />

ann<strong>un</strong>ciavano <strong>un</strong> controllo di sicurezza personale entro 24<br />

ore, con l'indicazione di farsi trovare a casa. «Ancora! Ma<br />

che vogliono ancora da me, ancora da me!» disse a voce<br />

alta, battendo i pugni sul pianale, ma in casa non c'era<br />

ness<strong>un</strong>o che potesse sentirlo. Si alzò, andò al mobile di<br />

cucina e prese <strong>un</strong> altro bicchiere d'acqua dal purificatore.<br />

Girò <strong>un</strong> attimo per la stanza senza sapere neppure lui il<br />

perché e poi si rimise a sedere davanti allo schermo. Stava<br />

per riprendere a scrivere quando sentì lo squillo di <strong>un</strong>a<br />

chiamata in arrivo. Accettò e si aprì la finestra che<br />

mostrava gli occhi a mandorla di Maria Chang.<br />

«Rettore» disse «a che debbo l'onore?»<br />

«Fawzy, ha già ricevuto l'avviso del controllo di<br />

sicurezza?».<br />

«Giusto due minuti fa».<br />

«Non deve preoccuparsi, è solo <strong>un</strong> atto dovuto. Abbiamo<br />

<strong>un</strong> incontro con la Vicepresidente!» disse sillabando<br />

l'ultima parola e con <strong>un</strong> tono di voce che era a dir poco<br />

trionfante.<br />

«Sembra interessata al suo Modulo Sociale. Potrebbe<br />

essere <strong>un</strong>a svolta e mettere fine al boicottaggio del<br />

ministro <strong>un</strong>a volta per tutte. È però importante che lei<br />

mantenga assolutamente la calma e non dia alc<strong>un</strong> pretesto<br />

alla squadra che farà il sopralluogo per redigere <strong>un</strong><br />

rapporto in qualche modo negativo. Non so se possano<br />

aver avuto indicazioni del genere, ma non mi sento<br />

tranquilla, potrebbero pure non limitarsi a fare le ricerche di<br />

routine … mi sono spiegata?»<br />

3


«Credo di non avere dubbi in proposito».<br />

«L'app<strong>un</strong>tamento non è stato ancora fissato, ma avverrà<br />

presto. Lei non l'ha ancora conosciuta, ma saprà che non è<br />

tipo da mandare le cose per le l<strong>un</strong>ghe. Arrivederci e mi<br />

raccomando, mi faccia avere l'esito della visita».<br />

«Arrivederci rettore, la terrò informata».<br />

Dopo ogni colloquio col suo capo, non poteva fare a meno<br />

di chiedersi perché non avesse mai voluto abbandonare<br />

quei modi formali nei suoi confronti, nonostante si<br />

conoscessero ormai dal suo periodo di dottorato, si fosse<br />

esposta ben oltre i limiti del rischio personale, per<br />

difenderlo all'epoca della rivolta studentesca, ed in fondo li<br />

separassero davvero pochi anni di età.<br />

Anche le origini, per quanto molto diverse, li<br />

accom<strong>un</strong>avano. Entrambi alla terza generazione di famiglie<br />

immigrate a cavallo del duemila, avevano affrontato con<br />

successo le pulsioni xenofobe che i partiti di quel periodo<br />

avevano sfruttato per scalare il potere. Entrambi avevano<br />

abbandonato quei valori della terra di origine che genitori e<br />

nonni avevano tentato di trasmettere loro, abbracciando<br />

come e più degli Italiani da generazioni la cultura locale ed<br />

europea. Entrambi credevano che quegli anni oscuri prima<br />

o poi sarebbero finiti e che era necessario prepararsi<br />

nell'ombra alla attesa rinascita.<br />

Scacciò quei pensieri e decisamente rincuorato, riprese a<br />

scrivere la lettera lasciata in sospeso, completando quello<br />

che aveva già in mente di dire ed aggi<strong>un</strong>gendo quell'ultima<br />

notizia del <strong>possibile</strong> incontro, senza però altri dettagli.<br />

Chiuse col solito saluto e la inviò. Il modulo di spedizione<br />

visualizzò la piantina dell'Italia divisa in quattro che<br />

4


indicava Roma come destinazione finale e l'icona animata<br />

della busta che intendeva raggi<strong>un</strong>gerla. Era la modalità<br />

standard per i messaggi trans-frontalieri. Dopo qualche<br />

secondo comparve la mano alzata e la croce rossa che<br />

interrompeva il percorso: era stato preso in carico dal<br />

controllo sicurezza. Un modo per ribadire “sappiamo chi<br />

sei tu, i tuoi amici e quello che fate”. Ma ormai era chiaro<br />

che tutto dipendeva da quella com<strong>un</strong>icazione criptica e non<br />

poté far a meno di sorridere mentre pensava «lavorate<br />

maiali!». Non erano due giorni di ritardo che potevano<br />

cambiare il loro rapporto.<br />

Si stava ancora alzando dalla sedia quando sentì suonare<br />

alla porta. Andò ad aprire e si trovò davanti cinque persone<br />

in quell'odiosa tuta verde marcio, con <strong>un</strong> giovanottone in<br />

prima fila che assomigliava ad <strong>un</strong> armadio a due ante con<br />

gli occhiali scuri.<br />

«Capitano Giammaria Locatelli, Servizi di Sicurezza» disse<br />

avanzando senza chiedere alc<strong>un</strong> permesso e quasi<br />

travolgendolo. Prima di rivolgersi ancora a lui dette ai suoi<br />

<strong>un</strong>a serie di indicazioni per le ricerche “rigorosamente in<br />

dialetto” e questi si distribuirono per casa, mettendosi al<br />

lavoro.<br />

«Tutto qui l'appartamento?» gli chiese subito dopo e senza<br />

attendere risposta aggi<strong>un</strong>se «tanto se c'è qualche porta<br />

segreta la troviamo subito». Erano arrivati.<br />

Ancora qualche indicazione piuttosto spiccia ai suoi, che si<br />

stavano dimostrando efficienti e non particolarmente<br />

vandalici, rispetto ai loro colleghi che in passato avevano<br />

già frequentato quei pochi locali. La prassi era sempre la<br />

stessa: <strong>un</strong>o aveva l'incarico di individuare dispositivi di<br />

5


qual<strong>un</strong>que natura, e per questo utilizzava <strong>un</strong> piccolo<br />

rilevatore dall'apparenza molto sofisticata, gli altri<br />

mettevano a soqquadro <strong>un</strong> po' tutto, ufficialmente alla<br />

ricerca di materiale compromettente, in realtà per fare <strong>un</strong><br />

po' di pressione psicologica e costringere la vittima ad<br />

attività domestiche di riordino. Alla ennesima ispezione,<br />

qualc<strong>un</strong>o finiva per collaborare, pur di non dover più<br />

rimettere a posto, ma c'era anche chi si era attrezzato con<br />

dei robot, che spesso stavano in <strong>un</strong> appartamento vicino<br />

per evitare che fossero sequestrati.<br />

Il capitano si sedette sul divano, era il classico<br />

rappresentante di quel corpo speciale, il settore politico. Ne<br />

aveva già incontrati diversi come lui, fisicamente prestanti,<br />

arroganti e dai modi spicci, per la convinzione che<br />

qual<strong>un</strong>que cosa avessero fatto per portare a buon fine<br />

l'ordine ricevuto non avrebbero dovuto pagarne le<br />

conseguenze. Spesso questi signori non trovavano<br />

solidarietà neppure tra i loro colleghi della polizia<br />

giudiziaria, che quanto meno dovevano rendere conto ad<br />

<strong>un</strong> magistrato del loro operato. Non che la magistratura<br />

facesse dell'imparzialità la propria bandiera, ma <strong>un</strong> minimo<br />

di forma ci teneva a salvaguardarla, loro no. Il loro capo<br />

supremo sfuggiva a molte regole, formalmente doveva<br />

rendere conto al ministro degli Interni, nella realtà<br />

concordava le operazioni più importanti direttamente col<br />

Presidente, per il resto viaggiava sulle ali di <strong>un</strong>'ampia<br />

delega. Una potenza, insomma. Una divisione dei Servizi<br />

di Sicurezza si occupava anche dell'intelligence nazionale,<br />

mentre il controspionaggio faceva capo al Ministero degli<br />

Esteri. Era abbastanza di dominio pubblico <strong>un</strong> certo<br />

6


interscambio di agenti: i più bravi degli affari interni finivano<br />

almeno per essere addestrati per l'estero, mentre quelli<br />

che in qualche modo erano rimasti bruciati o considerati<br />

non all'altezza per l'estero tornavano sul territorio<br />

nazionale. E se ti capitava <strong>un</strong>o abituato ad operare in<br />

contesti molto più deteriorati e che si sentiva frustrato dalla<br />

bocciatura, c'era davvero da piangere.<br />

Fawzy aveva osservato Locatelli togliersi gli occhiali da<br />

sole, calarsi sugli occhi la fascia visiva che teneva sulla<br />

fronte ed aspettare <strong>un</strong> paio di secondi che si integrasse col<br />

sistema. L'altro se ne accorse e commentò: «non mi venga<br />

a dire anche lei di fare l'impianto definitivo che f<strong>un</strong>ziona<br />

meglio: io non ne ho alc<strong>un</strong>a intenzione».<br />

«Per carità» rispose Fawzy «io uso ancora questa vecchia<br />

<strong>un</strong>ità da polso, nonostante le smorfie di riprovazione che<br />

noto quando la uso in pubblico» e dicendo così all<strong>un</strong>gò il<br />

braccio sinistro per mostrare <strong>un</strong> dispositivo dall'aspetto <strong>un</strong><br />

po' datato, <strong>un</strong>o di quelli molto semplici che ti consentono le<br />

chiamate, ti tengono i soldi, i documenti e poco altro.<br />

«Ah ho capito il tipo. Va bene, cominciamo. Wahab Fawzy,<br />

ciapa el camel» disse Locatelli alludendo al modo con cui i<br />

fondatori del Partito Unico del Nord apostrofavano gli<br />

immigrati di origine araba, ormai diversi anni indietro.<br />

Fawzy non poté fare a meno di accennare <strong>un</strong> sorrisetto tra<br />

il compiacente e lo scocciato che però si sforzò di<br />

cancellare immediatamente dalla faccia appena l'altro fece<br />

per rimettere a fuoco lo sguardo su di lui. Ancora qualche<br />

battito di ciglia per posizionarsi sul testo che gli<br />

interessava: «Ordinario di Architettura Sociale<br />

all'Università ... Un professore» strascicò odiosamente,<br />

7


come per rimarcare che non si sarebbe fatto condizionare<br />

in alc<strong>un</strong> modo dai titoli del suo inquisito e Fawzy sapeva<br />

perfettamente che era così.<br />

«Mi vuole spiegare chi sono?» non aveva finito la frase che<br />

si era già pentito di aver aperto bocca, ma il capitano reagì<br />

con <strong>un</strong>a accondiscendenza che non si sarebbe aspettato.<br />

«No, il fatto è che ho ricevuto l'incarico mezz'ora fa e mi<br />

hanno messo <strong>un</strong>a fretta del demonio. Ho fatto appena in<br />

tempo a dare <strong>un</strong>a scorsa alla sua scheda, cosa che di<br />

solito faccio accuratamente prima delle interviste … »<br />

«Dopo l'ultima “intervista” sono dovuto rimanere a letto <strong>un</strong>a<br />

settimana» pensò Fawzy.<br />

« … e poi tendo a verificare sempre quello che hanno scritto<br />

i miei colleghi, soprattutto alc<strong>un</strong>i. Io credo nel Partito, ma<br />

diciamo che mi sforzo di mantenere <strong>un</strong> p<strong>un</strong>to di vista<br />

obiettivo. Per cui adesso leggeremo insieme la sua<br />

scheda, ehm chiaramente non proprio tutta, alc<strong>un</strong>i aspetti li<br />

dovrò saltare, mi capisce, no? Se c'è qualcosa che<br />

secondo lei non corrisponde al vero me lo dirà ed io lo<br />

annoterò. Anche se prenderò tutto con le molle, mi sembra<br />

naturale. Potrà partecipare al completamento del quadro<br />

generale, insomma, d<strong>un</strong>que dove eravamo. Nato a … ah <strong>un</strong><br />

democràsino ...» disse accentuando la “a” in senso<br />

dispregiativo. Quello era <strong>un</strong>o dei tanti modi con cui erano<br />

apostrofati gli abitanti, o anche solo gli originari <strong>un</strong> quel<br />

caso, di quella che era diventata la Repubblica<br />

Democratica d'Italia, dopo il default sul debito e la<br />

successiva disgregazione dello stato <strong>un</strong>itario. I partiti di<br />

marca progressista, tradizionalmente radicati in quelle<br />

regioni del centro-nord, non ne vollero sapere di restare<br />

8


<strong>un</strong>iti a coloro che avevano fatto di tutto perché quella<br />

scissione si compisse, e la propaganda della Repubblica<br />

del Nord, a distanza di tanti anni, etichettava ancora quel<br />

rifiuto come <strong>un</strong>a pugnalata alle spalle e soprattutto come<br />

fratelli da liberare coloro che erano rimasti al di là del Po<br />

nelle zone che avrebbero voluto annettere. Da parte di<br />

questi però non erano state mai manifestate particolari<br />

tendenze irredentiste. Qualche studioso ipotizzava che<br />

probabilmente, se si fosse riusciti a mantenere l'<strong>un</strong>ità<br />

almeno fino ai confini meridionali della Toscana,<br />

l'ordinamento non sarebbe risultato totalitario, come invece<br />

accadde. In quelle condizioni invece gli impulsi<br />

nazionalistici presero il sopravvento e nella spartizione<br />

ogni forza politica prevalente riuscì a sbarazzarsi dei<br />

concorrenti, mettendoli fuori legge.<br />

«… il … piripì piripò da Luisa … piripì piripò ...» stava<br />

continuando Locatelli.<br />

«Senta, abbia pazienza, o legge tutto o solo quello che<br />

vuole verificare» disse <strong>un</strong> po' lamentoso Fawzy.<br />

«Ah si, giusto, non è l'<strong>un</strong>ico a cui da fastidio il mio<br />

intercalare … d<strong>un</strong>que … suo padre è, no era Wahab Abdel,<br />

nato in Italia da madre italiana e padre Egiziano di religione<br />

cristiana ...»<br />

«Ortodossa Copta» p<strong>un</strong>tualizzò Fawzy «anch'io sono stato<br />

battezzato con questo rito, anche se non sono praticante,<br />

del resto non ci sono chiese Copte qui da noi, almeno non<br />

più, che io sappia».<br />

«Già, vorrei vedere, ci siamo liberati del Papa e ci<br />

prendiamo quello Copto? Va bene … il padre di lui Wahab<br />

Fawzy … anche da voi danno il nome del nonno, vedo …<br />

9


entrato in Italia come clandestino alla fine del 900 e poi<br />

regolarizzato. Niente da segnalare, a parte qualche<br />

controllo di polizia prima di ottenere il permesso di<br />

soggiorno definitivo, niente decreti di espulsione …<br />

all'acqua di rose come facevano nella Repubblica<br />

Italiana ... e la cittadinanza dopo 10 anni di permanenza<br />

continuativa. Torniamo a lei: ha condotto gli studi nella<br />

scuola pubblica, con ottimi risultati, si è poi iscritto a<br />

Sociologia a Padova … bel covo di … e si è laureato col<br />

massimo dei voti. Col massimo conclude anche il dottorato<br />

con la professoressa Chang … app<strong>un</strong>to ...»<br />

«App<strong>un</strong>to?» chiese Fawzy.<br />

« … si chiude il cerchio, me lo ricordo il suo rettore, di origini<br />

cinesi, cresciuta nell'Italia centrale, altra ... Ma è <strong>un</strong>a cosa<br />

mia, lasciamo perdere».<br />

Fawzy riuscì a trattenere qual<strong>un</strong>que commento, anche<br />

perché Locatelli proseguì quasi senza interruzione:<br />

«Durante il periodo <strong>un</strong>iversitario conosce Giovanni<br />

Spadoni … eccoci all'acqua … noto sovversivo, che lo<br />

coinvolge nella grande rivolta degli studenti. Si dissocia dal<br />

movimento quando la protesta iniziale si trasforma in<br />

guerriglia … sì ma lei è ancora in stretto contatto con lo<br />

Spadoni, e poi quello slang infantile per costringerci a<br />

leggere tutte quelle vostre stupide lettere. Che ha da dire in<br />

proposito?».<br />

« Tanto stretto non direi, sono dieci anni che non lo vedo e<br />

ci scriviamo più o meno <strong>un</strong>a volta al mese. Resta <strong>un</strong><br />

amico, nonostante tutto. Forse l'<strong>un</strong>ico grande amico che ho<br />

avuto in gioventù».<br />

«... che si è rifugiato dai preti!» lo incalzò Locatelli.<br />

10


« Beh è tornato a casa, anche se nella sua città aveva<br />

vissuto pochissimo negli anni precedenti alla sua fuga.<br />

Eppoi è <strong>un</strong>'intelligenza superiore, è notorio che il suo p<strong>un</strong>to<br />

di vista non è propriamente quello del Nuovo Stato<br />

Pontificio, l'ultima monarchia assoluta del pianeta, no? Ma<br />

quanto meno loro sanno utilizzare ciò che è in grado di<br />

offrire in cambio di <strong>un</strong>a sorta di asilo che è <strong>un</strong>a mezza<br />

prigione. Penso che alla fine dia loro molto più di quanto<br />

riceva. Poi lo dice anche il vostro rapporto, io mi sono<br />

ritirato quando la protesta ha preso <strong>un</strong>a brutta piega, a lui<br />

la cosa è sfuggita di mano. Sono ancora convinto che non<br />

voleva arrivare fino a quel p<strong>un</strong>to».<br />

«Ci è arrivato com<strong>un</strong>que e se lo prendiamo … Lasciamo<br />

perdere. D<strong>un</strong>que lei è il teorico del Modulo Sociale, <strong>un</strong>a<br />

sorta di città edificio che dovrebbe risolvere <strong>un</strong>a serie di<br />

problemi che vanno dalla minimizzazione del suolo<br />

occupato, al risparmio energetico, all'abbattimento delle<br />

medie di trasporto di persone e cose, alla riduzione della<br />

criminalità e quant'altro. Praticamente lei è il padre di ..<br />

come la chiamano? Ah, Orrendate! Riduzione della<br />

criminalità dice? Ma lo sa quanti agenti dobbiamo tenere in<br />

quel posto di merda per mantenere la situazione sotto<br />

controllo?»<br />

«Non sono io il padre di Mècà, il vero padre è il precedente<br />

ministro delle Politiche Sociali, che vide nel mio modello<br />

<strong>un</strong>a opport<strong>un</strong>ità di consolidare la propria posizione di<br />

potere. Però non volle capirlo e ne snaturò quasi tutti i<br />

presupposti ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti».<br />

«Quasi tutti i presupposti? Ma come può pensare che<br />

mettendo 13 mila persone in <strong>un</strong>o spazio così ristretto le<br />

11


cose possano andare in modo diverso?».<br />

«Non mi sembra il momento di fare didattica, venga alle<br />

mie lezioni all'<strong>un</strong>iversità, se le interessa l'argomento. In<br />

ogni caso consideri che nel mio modello l'<strong>un</strong>ità ottimale è<br />

da centomila persone. Sembra <strong>un</strong> paradosso, ma l'edilizia<br />

popolare del secolo scorso ha dimostrato che appena<br />

superato <strong>un</strong> limite piuttosto basso, si creano dei fenomeni<br />

complessi, conflittuali e a volte distruttivi, che per essere<br />

tenuti sotto controllo richiedono moltissime risorse.<br />

Superati livelli molto più elevati è la massa stessa che<br />

risulta più difficile da condizionare, si possono così isolare<br />

ed eventualmente estirpare più facilmente gli elementi di<br />

disturbo. E poi non dimentichiamo chi ci è andato a finire a<br />

Mècà. Un intero quartiere ai più alti livelli di degrado che<br />

doveva essere abbattuto. Cosa poteva cambiare<br />

prendendo queste persone con tutte le loro relazioni già<br />

malate e molto ben consolidate, sradicandole dal loro<br />

ambiente e mettendole in <strong>un</strong> contesto ancora più<br />

condizionante?».<br />

Solo alla fine del discorso Fawzy si rese conto che il<br />

capitano lo stava ascoltando con interesse ed ebbe<br />

bisogno di <strong>un</strong> po' di tempo per raccogliere le idee e<br />

proseguire l'intervista.<br />

«Ho capito» disse mentre finiva di prendere app<strong>un</strong>ti. Stava<br />

proseguendo la lettura mentalmente quando disse:<br />

«divorziato ...» ma senza fini particolari, stava continuando<br />

a rimuginare tra sé.<br />

«Anna non resse alle pressioni che sono sempre state fatte<br />

su di me» questa volta Fawzy non ce la fece a stare zitto e<br />

perse molta della cautela che si era ripromesso di non<br />

12


abbandonare.<br />

«Ci sta accusando di qualcosa? Lei è stato <strong>un</strong> sovversivo,<br />

se non lo è ancora» replicò immediatamente il capitano<br />

che aveva ripreso l'atteggiamento autoritario e<br />

indisponente iniziale. Fawzy preferì non rispondere e<br />

Locatelli continuò a guardarlo ancora negli occhi con<br />

espressione di sfida prima di riportare la messa a fuoco sul<br />

visore, dove proseguì la propria lettura in silenzio.<br />

«Meno di due anni fa ha chiesto l'espatrio in India. Qualche<br />

tendenza metafisica?».<br />

«C'è scritto solo questo sulla sua scheda? Davvero i suoi<br />

colleghi non si sono sprecati dopo avermi “intervistato” per<br />

quasi <strong>un</strong> mese» non ce la faceva proprio a controllare la<br />

rabbia generata da tanti soprusi.<br />

Locatelli non la prese bene e rispose: «C'è scritto più che<br />

abbastanza, ma ho visto chi ha redatto il rapporto e vorrei<br />

anche il suo p<strong>un</strong>to di vista, almeno fino a quando non<br />

perderò definitivamente la pazienza per queste battutine<br />

salaci che noto lei ama molto fare. Allora, mi risponde o<br />

vuole rin<strong>un</strong>ciare a questa opport<strong>un</strong>ità?».<br />

Dopo <strong>un</strong> attimo di pausa per somatizzare meglio come<br />

sarebbe andata a finire, riprese: «No, ha ragione, mi scusi.<br />

D<strong>un</strong>que, l'Università di Calcutta mi aveva invitato per<br />

alc<strong>un</strong>e conferenze nel periodo in cui il governo Indiano<br />

stava valutando la realizzazione di <strong>un</strong> primo Modulo<br />

Sociale da centomila <strong>un</strong>ità, sul quale verificare per <strong>un</strong> anno<br />

la bontà del modello teorico. Era <strong>un</strong> pretesto per<br />

conoscermi meglio, visto che non avevo avuto particolari<br />

contatti con loro durante la trattativa, che procedeva<br />

soprattutto a livello politico. Emerse che erano intenzionati<br />

13


a finanziare due ulteriori moduli da 250 mila per continuare<br />

le verifiche su più larga scala, sempre se la prima<br />

sperimentazione fosse andata bene. Ma come è noto il<br />

nostro governo alla fine fece decadere la cosa, soprattutto<br />

per la questione dei brevetti».<br />

«Ecco i brevetti. Sulla scheda questo tema non è molto<br />

sviluppato. Mi spieghi meglio».<br />

«Ci sono vari brevetti associati al modello. Alc<strong>un</strong>i<br />

riguardano le componenti infrastrutturali, per esempio la<br />

modularizzazione, i sistemi di generazione e<br />

conservazione delle energie, il sistema integrato di<br />

trasporto e ripartizione dei rifiuti ed altro ancora. Sono tutte<br />

componenti tecnologiche che possono essere utilizzate<br />

anche al di fuori dal Modulo Sociale, ma questo non può<br />

prescindere dalla loro esistenza e da certe caratteristiche<br />

che contribuiscono al raggi<strong>un</strong>gimento degli obiettivi<br />

f<strong>un</strong>zionali. Ragion per cui il modello era venduto a scatola<br />

chiusa, cioè tutte queste componenti sarebbero com<strong>un</strong>que<br />

dovute rientrare nella fornitura, contribuendo notevolmente<br />

all'innalzamento del prezzo finale. Il governo Indiano non<br />

era troppo d'accordo con questa posizione e chiedeva<br />

almeno di sostituire le tecnologie originali con quelle<br />

confrontabili in loro possesso. Questa operazione<br />

richiedeva <strong>un</strong> adattamento non trascurabile e la ricertificazione<br />

totale, ma non era il problema maggiore,<br />

perché avrebbero anche accettato di pagare l'attività. Ciò<br />

che alla fine mandò tutto a rotoli fu il dubbio che in queste<br />

condizioni non saremmo più riusciti a mantenere la<br />

proprietà intellettuale complessiva e questo chiaramente<br />

non era accettabile per i nostri governanti».<br />

14


Il capitano ass<strong>un</strong>se <strong>un</strong>a espressione interrogativa e<br />

chiese:«Strano, mi sembra che da <strong>un</strong> impasse del genere<br />

si dovrebbe poter uscire abbastanza facilmente. Non<br />

bastava brevettare tutto di nuovo con le tecnologie<br />

indiane?».<br />

«In teoria sì, in pratica non si può dimenticare che il<br />

modello per ora resta solo teorico e gli aggiustamenti<br />

conseguenti alle verifiche pratiche rischiano di essere così<br />

importanti da far saltare qualche protezione legale, che<br />

soprattutto a livello internazionale può risultare più debole<br />

del necessario. Il dubbio poi diventa quasi <strong>un</strong>a certezza se<br />

si guarda alla situazione in prospettiva. Quello che<br />

abbiamo messo a p<strong>un</strong>to ha <strong>un</strong>a validità accettata dalla<br />

com<strong>un</strong>ità scientifica solo fino a 250 mila persone. Per<br />

andare oltre è necessario fare queste esperienze sul<br />

campo, capire come evolvono alc<strong>un</strong>i fattori di scala, che<br />

presi singolarmente siamo in grado di tenere sotto<br />

controllo, ma che generano <strong>un</strong>a proliferazione di casistiche<br />

ingestibile appena interagiscono tra loro, come del resto<br />

avviene nella realtà. In parole povere sarebbe bastato che<br />

gli Indiani, subito dopo, fossero riusciti a mettere a p<strong>un</strong>to<br />

<strong>un</strong> modulo da 3 o 400 mila persone per diventare gli <strong>un</strong>ici<br />

proprietari delle evoluzioni su più larga scala. Qualc<strong>un</strong>o<br />

sospettava che mirassero proprio a questo per proporsi<br />

come interlocutori agli altri stati asiatici: da quelle parti<br />

come affollamento stanno messi peggio di noi, se è<br />

<strong>possibile</strong>».<br />

«E che altri sviluppi ha avuto la faccenda?»<br />

«Le mie conferenze ebbero davvero ottimi riscontri e<br />

quando la trattativa decadde l'Università di Calcutta mi<br />

15


propose <strong>un</strong> contratto quinquennale per proseguire le<br />

ricerche con <strong>un</strong> team locale ben costruito. Pensai di<br />

accettare, perché mi aspettavo il blocco di attività qui da<br />

noi, che poi si è p<strong>un</strong>tualmente verificato, ma si intromisero<br />

alc<strong>un</strong>i f<strong>un</strong>zionari governativi che invocarono il segreto di<br />

stato e la tutela della proprietà intellettuale nazionale. Alla<br />

fine fui costretto a rin<strong>un</strong>ciare, non bastarono innumerevoli<br />

interrogatori, sedute psicologiche e persino giuramenti da<br />

parte mia che i dati sensibili del modello sarebbero stati<br />

tutelati». Fawzy notò che il capitano aveva di nuovo perso<br />

il suo atteggiamento scostante ed inquisitorio e stava<br />

valutando con molta attenzione quanto aveva spiegato e<br />

continuava ad aggi<strong>un</strong>gere app<strong>un</strong>ti alla sua scheda.<br />

Poco dopo si avvicinò <strong>un</strong>o dei suoi uomini che nel<br />

frattempo aveva lavorato nell'appartamento e gli disse<br />

qualcosa all'orecchio. Lui annuì e si alzò immediatamente:<br />

«Sembra che per oggi abbiamo finito» disse riportando la<br />

fascia visiva sulla fronte e rinforcando gli occhiali da sole.<br />

«Per … oggi?» chiese Fawzy, sperando di aver capito male.<br />

«Non si preoccupi, devo solo riferire al livello superiore e<br />

se avrò bisogno di qualche chiarimento ulteriore la<br />

chiamerò. Arrivederci». Fece <strong>un</strong> segno ai suoi e in <strong>un</strong><br />

attimo fu fuori dell'appartamento, come del resto ci era<br />

entrato. «Arrivederci» disse Fawzy quando era già in<br />

ascensore. E richiuse la porta.<br />

Si girò <strong>un</strong> attimo intorno per vedere in che stato gli<br />

avevano lasciato l'appartamento ed ebbe il solito<br />

scoramento per il lavoro che lo attendeva. Preferì rispettare<br />

la promessa e chiamare subito il rettore, dopo <strong>un</strong> attimo il<br />

volto della Chang era sullo schermo.<br />

16


«Rettore abbiamo appena finito» gli disse.<br />

«Accidenti, allora hanno fretta davvero. È venuto fuori<br />

qualcosa di particolare?»<br />

«Il caposquadra era <strong>un</strong> certo capitano Locatelli, lo ha mai<br />

sentito nominare? Oltre al solito modo di fare tipico di<br />

questi soggetti, ha dimostrato di essere <strong>un</strong>a persona che<br />

sa il fatto suo, direi <strong>un</strong>o piuttosto preparato. Ha detto di<br />

conoscerla, non ho capito se direttamente o come<br />

posizione di indagine. Ha anche accennato alla sua<br />

origine, forse per i possibili orientamenti politici, ma<br />

quando gli ho chiesto a cosa si riferiva ha troncato il<br />

discorso dicendo che era <strong>un</strong>a cosa sua».<br />

Chang ci pensò su <strong>un</strong> po' strizzando gli occhi come faceva<br />

di solito, poi disse: «Credo di aver capito di chi si tratta.<br />

Stia attento, è <strong>un</strong>o con forti appoggi e dalla carriera<br />

assicurata. È com<strong>un</strong>que positivo che abbiano mandato <strong>un</strong>o<br />

come lui e non il solito fanatico. Per il resto non starei<br />

troppo a preoccuparmi e lei dovrebbe fare altrettanto.<br />

Appena avrò delle novità, gliele farò sapere. Arrivederci».<br />

«Arrivederci Chang» e rimase <strong>un</strong> attimo a guardare la<br />

finestar della com<strong>un</strong>icazione che si chiudeva.<br />

Non sapeva perché ma si sentiva ottimista, si accorse di<br />

avere anche <strong>un</strong> po' di fame e decise di prepararsi <strong>un</strong>o<br />

sp<strong>un</strong>tino. Andò all'angolo cottura aprì il frigo e cercò<br />

qualcosa che potesse invogliarlo, lui che spesso si<br />

dimenticava anche di mangiare. Naturalmente il frigo<br />

assomigliava al padrone di casa, magrissimo il secondo,<br />

vuotissimo il primo. «Debbo fare <strong>un</strong> po' di spesa» disse<br />

programmando <strong>un</strong> rifornimento standard per il giorno dopo<br />

direttamente sullo sportello. Poi ordinò <strong>un</strong> calzone fumante<br />

17


alla pizzeria più vicina, in meno di mezz'ora gli sarebbe<br />

arrivato. Niente a che vedere con l'ultimo che aveva<br />

mangiato a Napoli alc<strong>un</strong>i anni prima, <strong>un</strong>o di quelli<br />

tradizionali con ricotta e salame, ma com<strong>un</strong>que accettabile.<br />

Tanto a Napoli non era più <strong>possibile</strong> andarci, dopo il blocco<br />

internazionale stabilito per arginare le attività criminali.<br />

Povera gente ancora <strong>un</strong>a volta la scelleratezza di <strong>un</strong>a<br />

minoranza profittatrice era scontata dall'intera popolazione.<br />

_ _ _<br />

Fawzy stava tenendo lezione quando sentì <strong>un</strong> bip, c'era <strong>un</strong><br />

messaggio urgente per lui. Si scusò con gli allievi,<br />

appoggiò l'indice sullo schermo per il riconoscimento e<br />

lesse: “L'incontro con la vicepresidente Brembo è oggi alle<br />

12. Appena <strong>possibile</strong> venga da me che ci dobbiamo<br />

accordare. Chang”. Cancellò il messaggio e guardò<br />

l'orologio, le 11 e 20, la lezione sarebbe dovuta andare<br />

avanti ancora per più di mezz'ora ed erano a ridosso degli<br />

esami, gli studenti non sarebbero stati contenti di<br />

interromperla. Tornò sul materiale che stava trattando,<br />

concluse l'argomento in esposizione e prima di passare al<br />

successivo disse ai presenti e non che era costretto a<br />

rimandare il completamento dei p<strong>un</strong>ti in agenda. Seguirono<br />

diversi mugugni e qualche proposta. Alla fine si<br />

accordarono per la possibilità di accedere alla lezione<br />

registrata entro il giorno successivo.<br />

Tra sé e sé pensò che, se le cose fossero andate in <strong>un</strong><br />

certo modo, probabilmente si sarebbero dovuti abituare a<br />

quella modalità. Salutò e uscì spedito dall'aula. Erano le 11<br />

e 40 precise quando bussò alla porta del rettore, che disse<br />

18


subito “Avanti” per farlo entrare.<br />

Nel grande studio c'era anche il suo assistente, al quale<br />

stava dando alc<strong>un</strong>e disposizioni, per rimandare<br />

app<strong>un</strong>tamenti ed evitare di essere disturbata fino a nuovo<br />

avviso.<br />

«Sembra lo facciano apposta, sono stata informata alle 11.<br />

Un'ora di preavviso per <strong>un</strong> incontro così importante, è roba<br />

da pazzi, ma quanto meno conosciamo bene l'argomento.<br />

Ho saputo da <strong>un</strong> amico che sarà della partita anche il<br />

ministro Ferri, probabilmente la Brembo deve almeno<br />

salvare le apparenze, visto che è lui l'autorità competente,<br />

ma non so che atteggiamento vorrà tenere. Mi hanno fatto<br />

anche <strong>un</strong> altro nome Bonanni-Bonanno o qualcosa di<br />

simile, mai sentito nominare. Potrebbe essere <strong>un</strong> nuovo<br />

consigliere politico, in effetti è più di <strong>un</strong> mese che non si<br />

vede e non si sente Sodi. Probabilmente gli avranno fatto<br />

pagare quegli episodi di instabilità nel cambio della Lin,<br />

non so cosa ci potesse entrare, ma era circolato il suo<br />

nome come capro espiatorio. Come dicevo non so niente<br />

su questo nuovo personaggio, non ha estrazione<br />

<strong>un</strong>iversitaria o altre esperienze tracciabili qua da noi,<br />

probabilmente ha costruito la sua carriera altrove, staremo<br />

a vedere. Mancano cinque minuti, cominciamo a collegarci,<br />

viene controllata l'iride dell'occhio sinistro».<br />

Quello installato nella stanza era <strong>un</strong> bell'impianto NetConf<br />

di seconda classe, con <strong>un</strong>'ampia area olografica centrale<br />

ed alc<strong>un</strong>e postazioni sui lati della stanza, coperte da<br />

cinque telecamere laser, che garantivano la completa<br />

ripresa dell'ambiente. La Chang impartì qualche comando<br />

vocale ed il suo mezzo busto comparve al centro, <strong>un</strong> po'<br />

19


più grande del normale.<br />

Fawzy si presentò a sua volta ed anche lui si ritrovò lì nel<br />

mezzo pochi istanti dopo. Passò meno di <strong>un</strong> minuto e<br />

comparve anche <strong>un</strong> giovanotto, che sembrava appena<br />

uscito da <strong>un</strong> centro benessere, tanto era tirato e<br />

abbronzato, questi li informò dell'imminente arrivo della<br />

vicepresidente. Ricordò che il collegamento era al terzo<br />

livello di sicurezza, verificò che tutto fosse a posto,<br />

confermò che la ri<strong>un</strong>ione stava per iniziare, li salutò da<br />

persona navigata e si dissolse quasi per incanto. Qualche<br />

attimo ancora e si materializzò la nota fisionomia di<br />

Jolanda Brembo in mezzo alla loro, iniziò i convenevoli e<br />

presentò gli altri partecipanti: il ministro delle Politiche<br />

Sociali Ferri e il non meglio qualificato dottor Bonanno.<br />

Anche questi ultimi due si aggregarono al gruppo centrale.<br />

Fawzy trovava quella tecnologia abbastanza ridicola.<br />

L'immagine di ciasc<strong>un</strong> partecipante era f<strong>un</strong>zione delle<br />

condizioni di ripresa, per cui queste cinque figure al centro<br />

della stanza erano sì insieme, ma l'impressione che se ne<br />

ricavava era che ciasc<strong>un</strong>o stesse pensando ai cavoli suoi,<br />

anche per il fatto che solo casualmente guardavano nella<br />

direzione di <strong>un</strong> interlocutore. Per certi versi gli ricordava le<br />

teste dei quattro presidenti americani di monte Rushmore,<br />

delle quali aveva visto recentemente alc<strong>un</strong>e foto<br />

antecedenti il loro attuale degrado. C'era anche la<br />

possibilità di disporre le immagini in <strong>un</strong>a modalità <strong>un</strong> po'<br />

più conviviale, ma il risultato pratico non era apprezzabile<br />

ed alla fine non lo faceva ness<strong>un</strong>o.<br />

A parte questo, Fawzy ebbe immediatamente l'impressione<br />

di conoscere il nuovo personaggio. Erano ancora in atto i<br />

20


convenevoli e ne approfittò per cercare di ricordare dove lo<br />

avesse già visto, con quell'atteggiamento <strong>un</strong> po' rigido e<br />

formale, quella pelle più che olivastra. Proprio da quel<br />

particolare all'improvviso gli tornò alla memoria <strong>un</strong>a delle<br />

conferenze che aveva tenuto a Calcutta <strong>un</strong> paio d'anni<br />

prima e questo signore sempre alle spalle del Ministro<br />

Indiano per le Politiche Demografiche. Si ricordò che<br />

anche allora si era chiesto chi fosse e che ruolo potesse<br />

ricoprire, perché non ebbe il piacere di sentire la sua voce<br />

e ness<strong>un</strong>o glielo aveva presentato, ma a quell'evento<br />

avevano partecipato solo personaggi di primo piano ed<br />

anche la familiarità che dimostrava nei confronti del<br />

ministro indicava che non poteva essere <strong>un</strong> signor<br />

ness<strong>un</strong>o. Avrebbe voluto avvertire la Chang, ma era<br />

lontano almeno cinque metri dalla sua postazione e con le<br />

procedure di sicurezza in atto qual<strong>un</strong>que messaggio<br />

sarebbe stato visibile a tutti: aspettò che gli venisse in<br />

mente qualcosa.<br />

Nel frattempo la Brembo iniziò la ri<strong>un</strong>ione vera e propria<br />

con la sua ormai proverbiale schiettezza e capacità di<br />

sintesi.<br />

«Vi ricordo innanzi tutto che siete tenuti al segreto riguardo<br />

ai contenuti di quest'incontro. Vi ho convocati perché<br />

intendo valutare la sperimentazione di <strong>un</strong> Modulo Sociale<br />

del professor Wahab come <strong>possibile</strong> soluzione ad <strong>un</strong>a<br />

serie di problemi affrontati a più riprese e mai risolti. La<br />

situazione dello spazio territoriale nel nostro Paese è ormai<br />

drammatica, questa non è <strong>un</strong>a novità. In pochi invece<br />

conosciamo le previsioni di approvvigionamento agricolo e<br />

zootecnico per il <strong>prossimo</strong> decennio, dalle quali si possono<br />

21


intuire scenari al limite della carestia. Il flusso di derrate dal<br />

Sud Italia, tradizionale fornitore per questo settore<br />

merceologico, sta diminuendo costantemente, vuoi per i<br />

problemi di inquinamento del territorio, ormai fuori<br />

controllo, vuoi per le iniziative internazionale volte a<br />

bloccare i traffici della malavita organizzata di fatto al<br />

potere. Nel medio periodo il Governo non ha intenzione di<br />

modificare la propria politica nei confronti dello stato<br />

confinante a sud, anche se nei fatti le differenze tra le<br />

nostre scelte strategiche appaiono sempre meno<br />

apprezzabili. Quindi ness<strong>un</strong> rapporto, soprattutto di tipo<br />

economico.<br />

Il Nuovo Stato Pontificio non può aiutarci, anche perché è<br />

ormai quasi totalmente orientato verso l'Africa, dove<br />

trasferirei il Vaticano al più presto» e qui fece <strong>un</strong> sorrisetto<br />

che cercava il consenso dei presenti: solo Ferri accolse<br />

<strong>un</strong>tuosamente l'invito.<br />

Fawzy guardò Bonanno che rimasse impassibile, più lo<br />

osservava e più emergevano ai suoi occhi le caratteristiche<br />

della sua origine orientale, quasi <strong>un</strong>a moderna ed elegante<br />

versione di <strong>un</strong> guru.<br />

«Ipotizzare <strong>un</strong> aumento della produzione agricola da parte<br />

degli altri paesi mediterranei per attingere da questi è<br />

contrario ad ogni ragionevolezza, per i noti problemi<br />

ambientali». Un rapido sguardo alle figure olografiche che<br />

presumibilmente aveva di fronte anche lei e proseguì la<br />

sua disamina: «la costante svalutazione della Lin nei<br />

confronti dell'Euro da <strong>un</strong>a parte aiuta le nostre<br />

esportazioni, dall'altra ci mette in estrema difficoltà per i<br />

prezzi dei generi di importazione, soprattutto quelli<br />

22


alimentari, che risultano proibitivi anche nella parte Est<br />

della UE, dove sono rimasti <strong>un</strong> po' più bassi. Il ministero<br />

dell'Economia ci fa sapere che la recente instabilità dei<br />

cambi, pur amplificata da alc<strong>un</strong>i errori che i responsabili<br />

dovranno pagare, è da considerare <strong>un</strong> segnale di<br />

peggioramento strutturale, per cui non possiamo sperare di<br />

risolvere il problema nel breve/medio periodo».<br />

Fawzy era incantato dalla magniloquenza della Brembo,<br />

stava parlando come se leggesse. L'aveva osservata con<br />

attenzione per capire se era così, ma il suo sguardo<br />

restava troppo a l<strong>un</strong>go fisso sull'obiettivo per essere<br />

<strong>possibile</strong>. Poche volte aveva sentito <strong>un</strong> discorso a braccio<br />

così organico, compiuto e forbito ed <strong>un</strong>o come lui non<br />

poteva non apprezzarlo.<br />

«Stavo accennando all'inizio quanto la situazione<br />

territoriale sia disastrosa. Non vorrei sembrare pedante<br />

ricordando le due principali cause di ciò. P<strong>un</strong>to primo: le<br />

politiche abitative nell'ultimo secolo hanno privilegiato la<br />

casa di proprietà ed il nostro Paese ha <strong>un</strong>a delle più alte<br />

percentuali in Europa. Questa linea di tendenza e<br />

soprattutto il fatto che la programmazione del territorio è<br />

stata tradizionalmente affidata a Com<strong>un</strong>i troppo<br />

parcellizzati, alla l<strong>un</strong>ga hanno provocato impatti devastanti,<br />

favorendo <strong>un</strong>a edilizia con <strong>un</strong>a densità troppo bassa,<br />

sviluppata a macchia di leopardo e che richiede strutture di<br />

servizi essenziali estremamente costose. L'abolizione delle<br />

vecchie Regioni, Province e Com<strong>un</strong>i, l'assegnazione agli<br />

organismi centrali di tutte le competenze di<br />

programmazione e l'istituzione dei 43 Distretti per<br />

l'amministrazione dei servizi locali hanno rimesso il veicolo<br />

23


in carreggiata, ma il rimorchio che deve trascinare continua<br />

a fare da freno, se mi consentite questa similitudine <strong>un</strong> po'<br />

retrò. P<strong>un</strong>to secondo: l'immigrazione dal Sud Italia, che è<br />

sempre stata importante, ha raggi<strong>un</strong>to volumi da esodo<br />

dopo la frantumazione dello stato <strong>un</strong>itario e solo da otto<br />

anni possiamo dire che siamo usciti dall'emergenza,<br />

riuscendo a controllare efficacemente le nostre frontiere.<br />

Negli ultimi decenni si sono gradualmente riempiti tutti gli<br />

spazi vuoti intorno ai grandi centri urbani, costituendo le tre<br />

grandi megalopoli in area Torinese, Milanese e nel vecchio<br />

quadrilatero Verona-Padova-Treviso-Mestre (anche se per<br />

la verità qualche spazio libero là esiste ancora). In ogni<br />

caso queste tre zone raccolgono ormai quasi il 90% dei 50<br />

milioni abitanti del Nord: in <strong>un</strong> territorio inferiore ad <strong>un</strong><br />

quarto dell'Italia è pressapoco raggruppato lo stesso<br />

numero di persone presenti nell'intera vecchia repubblica<br />

cento anni fa. La Alpi e la Liguria per ovvie motivazioni<br />

orografiche, le zone prospicienti il corso del Po e quelle a<br />

ridosso con i nuovi confini con Austria e Slovenia<br />

rappresentano ormai gli <strong>un</strong>ici lembi di terra non totalmente<br />

coperti da asfalto e cemento».<br />

Qualc<strong>un</strong>o si era avvicinato alla Brembo, che si estraniò per<br />

<strong>un</strong> attimo, ma riprese subito: «Dal p<strong>un</strong>to di vista sociale il<br />

nostro Paese è invecchiato parecchio, nonostante<br />

l'immigrazione abbia in qualche modo rallentato la<br />

tendenza. Oltre il 50% della popolazione ha <strong>un</strong>'età non più<br />

produttiva nei fatti ed il terzo innalzamento dell'età<br />

pensionabile a cons<strong>un</strong>tivo ha portato pochissimi benefici.<br />

Del resto la medicina fa miracoli e questi non muoiono<br />

più». A quest'ultima affermazione a Fawzy venne di<br />

24


pensare: «Bella mia, anche tu non sei di primo pelo, pensi<br />

che ti suiciderai tra qualche anno?».<br />

«Ma l'aspetto più preoccupante è la difficoltà ad inserire e<br />

mantenere nel mondo del lavoro <strong>un</strong>a larga fetta della<br />

popolazione che dovrebbe avere tutti i requisiti per essere<br />

produttiva. Da <strong>un</strong>a parte coloro che dopo pochi anni ne<br />

escono per l'incapacità di mantenerne i ritmi: l'aumento<br />

delle malattie nervose è in fortissimo aumento, ma anche<br />

la sola fragilità psicologica può far perdere il proprio posto,<br />

che spesso non viene più recuperato». Seguì <strong>un</strong>a piccola<br />

pausa per <strong>un</strong> sorso d'acqua.<br />

«Dall'altra esiste <strong>un</strong>a fetta non trascurabile di popolazione<br />

che beneficia di rendite finanziarie che consentono loro di<br />

sopravvivere, se non vivere agiatamente, senza mai<br />

diventare produttivi, se non per piccole attività saltuarie. La<br />

situazione è nota, si tratta di depositi costituiti all'estero<br />

prima del default, che hanno avuto e continuano ad avere<br />

<strong>un</strong>a rivalutazione costante rispetto alla Lin. Questi signorini<br />

e signorine spesso sono anche proprietari di case molto<br />

più grandi delle loro esigenze, per tornare a quanto detto<br />

prima, ed è noto che affittare <strong>un</strong>a camera è pratica<br />

diffusissima tra i lavoratori e gli studenti pendolari. E solo<br />

<strong>un</strong>a risicata minoranza di questi parassiti ha il pudore di<br />

pagare tutte le tasse dovute sui proventi».<br />

Quello del pendolarismo lavorativo era <strong>un</strong> fenomeno<br />

iniziato ben prima della disgregazione dell'Italia, a causa<br />

della crisi economica pluriennale e della abolizione di tutte<br />

le tutele per il personale dipendente: chi aveva avuto la<br />

fort<strong>un</strong>a di trovare <strong>un</strong>'occupazione in quegli anni bui, si era<br />

abituato a cambiare azienda e città anche più volte l'anno e<br />

25


fu subito chiaro a tutti che star dietro a quella dinamicità<br />

esasperata non era assolutamente <strong>possibile</strong>. Ed anche<br />

quando le cose avevano iniziato a normalizzarsi, imperava<br />

<strong>un</strong> atteggiamento fatalista che portava la maggioranza a<br />

considerarsi precaria a prescindere ed a rinviare<br />

qual<strong>un</strong>que iniziativa di stabilizzazione.<br />

La Brembo guardò davanti a sé prima di chiedere:<br />

«domande o commenti su quanto ho detto finora?».<br />

Maria Chang attese <strong>un</strong> secondo e prese la parola: «Se mi<br />

permette vicepresidente, vorrei ricordare quella parte<br />

rilevante di madri che sono di fatto costrette a lasciare il<br />

mondo del lavoro dall'estrema carenza di servizi di<br />

sostegno, che si aggi<strong>un</strong>ge ai disagi logistici già da lei<br />

elencati». Era <strong>un</strong>o dei suoi cavalli di battaglia e non<br />

perdeva occasione di ricordarlo, anche se i risultati erano<br />

sempre poco significativi.<br />

«Certamente rettore» riprese subito la Brembo «questa<br />

che cita è <strong>un</strong>a delle categorie che mi stanno più a cuore,<br />

ma non è la sola. A me adesso premeva evidenziare i<br />

fenomeni macro, per introdurre gli orientamenti del<br />

Governo» e guardò ancora i partecipanti chiedendo:<br />

«Qualche altro commento?» riscontrando che ness<strong>un</strong> altro<br />

si accingeva a parlare.<br />

«Bene. Gli orientamenti del Governo, dicevo, sono due. Al<br />

primo posto l'intenzione di privilegiare le forze produttive e<br />

le famiglie stabili, principalmente assegnando loro alloggi<br />

più adeguati e comodi rispetti ai posti di lavoro. Non<br />

essendo più in grado di innalzare gli stipendi, soprattutto<br />

nel settore pubblico, il Governo ha deciso di sopperire<br />

fornendo in cambio quei servizi necessari che com<strong>un</strong>que<br />

26


dovrebbero essere pagati o scontati diversamente.<br />

Cerchiamo di fornire ai migliori qualcosa in più prima che si<br />

facciano convincere ad espatriare. Impedire la residenza<br />

all'estero può essere fatto solo in casi estremi e strategici,<br />

dobbiamo invece alzare la qualità della vita di coloro che<br />

danno di più alla società o rimarremo solo con gli incapaci.<br />

Chiaramente questa iniziativa non può che essere fatta a<br />

scapito delle forze improduttive, che hanno certamente<br />

meno esigenze e minori diritti da tutelare. Da qui l'idea di<br />

<strong>un</strong>a sperimentazione del Modulo Sociale del professor<br />

Wahab, dove collocare soprattutto gli anziani e quelle<br />

categorie alle quali ho accennato prima. Immediatamente<br />

dopo, e contestualmente a questa impresa già di suo<br />

titanica, vogliamo anche recuperare territorio man mano<br />

che si liberano gruppi di edifici meno richiesti, lontani dai<br />

centri nevralgici e che insistono soprattutto su zone idonee<br />

per l'agricoltura. In poche parole queste case saranno<br />

progressivamente abbattute per far posto a campi da<br />

coltivare. La bonifica sarà tutt'altro che semplice, ma se<br />

non cominciamo rischiamo di arrivare alla fame. Altre<br />

domande?».<br />

Fawzy si era sentito coinvolto dal discorso sul blocco degli<br />

espatri, ma non aveva certo l'intenzione di lamentarsene in<br />

quella occasione, in compenso si accorse che il ministro<br />

Ferri, che fino a quel momento poteva essere scambiato<br />

per <strong>un</strong> essere inanimato, si stava accingendo a prendere la<br />

parola e quindi restò in attesa incuriosito di ciò che<br />

avrebbe potuto dire. In effetti il ministro ci mise <strong>un</strong> po' ad<br />

iniziare, evidenziando <strong>un</strong>a cautela che la diceva l<strong>un</strong>ga sulla<br />

soggezione che aveva nei confronti della padrona di casa.<br />

27


Alla fine esordì dicendo: «Jolanda, tu conosci il mio p<strong>un</strong>to<br />

di vista sull'esperienza di MèCà, che il mio predecessore<br />

pensò di intraprendere qualche anno fa con risultati a dir<br />

poco disastrosi. Errare è umano, perseverare … come<br />

pensi di convincermi a sostenere <strong>un</strong>'altra esperienza del<br />

genere, magari su più larga scala, senza significative<br />

novità nel modello di riferimento?».<br />

«Caro Br<strong>un</strong>o» e dal tono si capì subito che non aveva<br />

gradito quell'immediato tentativo di resistenza, mascherato<br />

dal modo confidenziale utilizzato «sappiamo entrambi che<br />

MèCà col Modulo Sociale c'entra poco o niente. Se potevo<br />

comprendere, pur non condividendolo, l'atteggiamento del<br />

tuo predecessore, che era rimasto davvero scottato<br />

dall'esperienza ed ha pagato con la mancata assegnazione<br />

di <strong>un</strong> nuovo mandato, obiettivamente non ho mai capito<br />

come hai potuto rin<strong>un</strong>ciare al supporto delle menti più<br />

brillanti del Paese in questo campo, anche solo per trovare<br />

qualche correttivo che mitigasse <strong>un</strong> po' la situazione di<br />

MèCà. Hai lasciato la patata bollente al ministro degli<br />

Interni, che chiaramente ha affrontato la cosa come è<br />

abituato a fare, cioè con la repressione. Peccato che il<br />

bastone a l<strong>un</strong>go andare non f<strong>un</strong>zioni più e le carote siano<br />

finite. E così dobbiamo tenere lì <strong>un</strong> sacco di uomini che<br />

sarebbero così utili altrove. Per certi versi ammiro la tua<br />

coerenza, non ti sei mai sentito neppure per <strong>un</strong> attimo in<br />

difetto o com<strong>un</strong>que solidale con <strong>un</strong> tuo collega di governo<br />

e di partito. Ma tant'è. Piuttosto cosa fa pensare a te che<br />

sarai investito di <strong>un</strong> simile onere. Credo che la mia<br />

esposizione abbia chiarito come le finalità di questo<br />

progetto abbiano <strong>un</strong>a rilevanza ed <strong>un</strong> impatto molto più<br />

28


significativi di <strong>un</strong>a semplice sperimentazione, tali da<br />

richiedere il coordinamento diretto della Presidenza, da me<br />

indegnamente rappresentata, col supporto del dottor<br />

Bonanno, che sarà il program manager. Il fatto che tu sia<br />

l'<strong>un</strong>ico ministro presente a questa ri<strong>un</strong>ione è solo casuale:<br />

quelli dell'Agricoltura, delle Infrastrutture e degli Interni, pur<br />

invitati, hanno dovuto rin<strong>un</strong>ciare per precedenti impegni<br />

non differibili. Sarà mia cura informarli al più presto. Altri<br />

come l'Educazione o la Sanità dovranno essere coinvolti<br />

successivamente e poi vedremo meglio in seguito. Tu<br />

seguirai la parte di tua competenza. Certamente tutto il<br />

lavoro per individuare i possibili candidati e la messa a<br />

p<strong>un</strong>to degli istituti legislativi necessari per realizzare i<br />

trasferimenti rientrano nel tuo ambito. Sarà poi apprezzato<br />

ogni ulteriore contributo di intelligenza da parte tua e dei<br />

tuoi collaboratori. Qualcosa da obiettare?».<br />

Ferri, completamente paonazzo, provò a replicare, ma per<br />

due volte dalla sua bocca uscì solo <strong>un</strong> balbettio<br />

assolutamente incomprensibile. Alla fine riuscì solo a dire:<br />

«Ma chi è questo Bonanno che sp<strong>un</strong>ta dal niente e si<br />

prende questo progetto?»<br />

Fawzy e la Chang, che fino a quel momento erano rimasti<br />

appoggiati allo schienale della propria poltrona,<br />

<strong>un</strong>icamente preoccupati di non dare troppo a vedere<br />

quanto stavano gongolando per la ripassata subita da<br />

Ferri, ebbero <strong>un</strong>a sorta di sussulto e si protesero in avanti<br />

quasi che la Brembo dovesse rispondere sottovoce e<br />

temessero che gli sarebbe sfuggito qualcosa.<br />

« Il dottor Daya Bonanno è stato negli ultimi anni <strong>un</strong>o dei<br />

dirigenti più autorevoli del ministero indiano per le Politiche<br />

29


Demografiche ed ha partecipato a tutta la fase di<br />

assessment per l'acquisizione del Modulo Sociale da parte<br />

di quel paese, trattativa che non è andata in porto per<br />

decisione del nostro governo. A seguito di quella<br />

esperienza, credendo fermamente alla bontà della<br />

soluzione proposta, ha sponsorizzato <strong>un</strong>a serie di studi<br />

presso l'Università di Calcutta e si dice in possesso di<br />

alc<strong>un</strong>e ipotesi per il superamento del famoso limite<br />

dimensionale superiore, ipotesi che vorrei fosse verificata<br />

al più presto dal professor Wahab col suo staff» e così<br />

dicendo cercò conferma da Fawzy, che fece <strong>un</strong> cenno di<br />

piena disponibilità, raccolto dalla Brembo con <strong>un</strong> inchino<br />

della testa appena accennato prima di proseguire: «Tra<br />

l'altro il dottor Bonanno ha doppia cittadinanza: Indiana da<br />

parte di madre e Nord Italiana da parte di padre ed anche<br />

se finora non ha aperto bocca, parla perfettamente la<br />

nostra lingua. L'ho conosciuto nell'ambito dei contatti di<br />

due anni fa come prima scelta per la posizione di<br />

coordinatore generale, nel caso la trattativa fosse andata in<br />

porto, e mi sembra davvero il miglior candidato anche per<br />

noi». Concludendo fece <strong>un</strong> cenno con la mano per dargli la<br />

parola.<br />

Bonanno si schiarì appena la gola: «Signora<br />

vicepresidente, signor ministro, rettore, professore, è per<br />

me <strong>un</strong> onore essere stato invitato a partecipare a questa<br />

esperienza che considero epocale e ricchissima di<br />

prospettive. Sono a vostra completa disposizione per<br />

iniziare da subito le nostre attività». Fece <strong>un</strong> inchino molto<br />

orientale e con quello ridette la parola a chi lo aveva<br />

introdotto.<br />

30


«In qualità di program manager, Bonanno avrà il compito di<br />

coordinare le attività di progetto ed i macro piani di<br />

avanzamento lavori, riferendo direttamente a me ogni<br />

questione rilevante. Parlare con lui sarà come parlare con<br />

me. Questo non vuol dire che non mi avrete tra i piedi, anzi<br />

cercherò di essere presente oltre le mie possibilità. Proprio<br />

per questo prego voi, e ribadirò il concetto a tutti coloro che<br />

saranno cooptati in seguito, di limitare le escalation nei<br />

miei confronti alle questioni davvero importanti e confido<br />

nel fatto che farete proprio così. Qualche domanda?».<br />

A questo p<strong>un</strong>to Fawzy si sentì in diritto di intervenire: «Mi<br />

scusi, questo accenno al fatto che non stiamo parlando di<br />

<strong>un</strong>a sperimentazione presuppone che l'intervento non sarà<br />

fatto sulla dimensione da centomila <strong>un</strong>ità, che era stata<br />

considerata in precedenza?».<br />

«Domanda davvero opport<strong>un</strong>a la sua, professore, lo avrei<br />

detto tra <strong>un</strong> attimo. Il governo ritiene che non possiamo<br />

permetterci <strong>un</strong> approccio per gradi, per cui faremo<br />

direttamente il modulo da <strong>un</strong> milione di persone». Ben<br />

consapevole che quella affermazione avrebbe avuto <strong>un</strong><br />

certo impatto, si fermò e fissò le immagini di fronte a lei,<br />

vedendo tre facce con gli occhi sgranati ed <strong>un</strong>'espressione<br />

tra lo stupefatto e l'intimorito: «faremo naturalmente<br />

qualche verifica preliminare, anche alla luce dei nuovi<br />

elementi portati dal dottor Bonanno, ma l'intenzione è<br />

senz'altro questa».<br />

Fawzy non riusciva a proseguire, per cui la Chang prese la<br />

parola: «Conoscendola non ho alc<strong>un</strong> dubbio che avrà<br />

valutato i rischi di tale decisione, lei sa perfettamente come<br />

il livello di indeterminatezza del modello cresce<br />

31


esponenzialmente al di sopra della soglia superiore. Data<br />

la situazione può dirci cosa si aspetta da noi a più breve<br />

scadenza?».<br />

«Come dicevo prima, mi aspetto innanzi tutto <strong>un</strong>a rapida<br />

verifica della nuova impostazione messa a p<strong>un</strong>to a<br />

Calcutta, diciamo due settimane?».<br />

La domanda era diretta espressamente a Fawzy che ci<br />

pensò <strong>un</strong> attimo e rispose: «Così al buio è davvero difficile<br />

fare previsioni. Ci dia il tempo per <strong>un</strong>a prima valutazione<br />

del materiale, poi potremo essere più precisi».<br />

«Va bene, ma si renda conto professore che è mia<br />

intenzione completare il progetto entro la fine del nostro<br />

mandato, cioè poco più di tre anni. Non possiamo sprecare<br />

mesi prima di far partire i lavori infrastrutturali». Si stavano<br />

pian piano delineando dei contorni davvero ambiziosi.<br />

«In seconda battuta certamente l'adeguamento del<br />

modello di riferimento alla dimensione prescelta, e questo<br />

indipendentemente dal fatto che la prima fase dia risultati<br />

positivi o meno. Ancor prima che questa seconda fase sia<br />

terminata, mi aspetto le indicazioni dimensionali e<br />

orografiche necessarie per la scelta del sito dove collocare<br />

l'edificio. È da considerare vincolante il fatto che la<br />

destinazione sarà certamente <strong>un</strong> terreno almeno collinare,<br />

i geologi mi dicono che le zone a ridosso delle Alpi<br />

lombarde potrebbero risultare idonee».<br />

Fawzy riuscì a mascherare lo sconcerto di quella<br />

indicazione e con pacatezza intervenne dicendo: «Questo<br />

è <strong>un</strong> ulteriore elemento da valutare, capisco che se <strong>un</strong>o<br />

degli obiettivi è recuperare territorio agricolo, andare ad<br />

occuparne <strong>un</strong>a fetta importante appare <strong>un</strong> controsenso.<br />

32


D'altra parte collocare <strong>un</strong> bestione alto probabilmente<br />

qualche centinaio di metri su <strong>un</strong> terreno accidentato<br />

potrebbe non essere la soluzione migliore. In ogni caso<br />

vedremo cosa saremo in grado di fare con <strong>un</strong> vincolo di<br />

questo genere».<br />

«Bene» disse la Brembo «per tutto ciò che seguirà lascerei<br />

la competenza al dottor Bonanno che è a vostra<br />

disposizione fin da subito. Altre domande?».<br />

«Una sì ed importante» disse Fawzy «come ci regoliamo<br />

con la segretezza che ci ha raccomandato ad inizio<br />

ri<strong>un</strong>ione? Io avrò bisogno di coinvolgere alc<strong>un</strong>i<br />

collaboratori e sarà molto difficile evitare di parlare del<br />

progetto, se vogliamo fare le verifiche che abbiamo<br />

discusso».<br />

«Raccomandi la massima riservatezza su quanto<br />

com<strong>un</strong>icherà loro. Chiaramente non farà alc<strong>un</strong> accenno<br />

alle scelte politiche, non ne avrà bisogno e sono gli aspetti<br />

più riservati. Ci saranno delle reazioni virulente quando<br />

diverranno di dominio pubblico. Qualcos'altro?»<br />

«Avrei <strong>un</strong>a curiosità io ed è tipica del sociologo» disse<br />

Maria Chang «come pensate di convincere <strong>un</strong> milione di<br />

persone ad abbandonare il loro mondo per trasferirsi in <strong>un</strong><br />

contesto sulla carta così poco invitante?».<br />

«Beh, questo è <strong>un</strong> compito della politica, che chiaramente<br />

dovrà usare gli strumenti che le sono propri. Aspetti e<br />

vedrà. C'è dell'altro?» Ness<strong>un</strong>o fiatò « bene, dichiaro<br />

chiusa la ri<strong>un</strong>ione. Oscar?» evidentemente chiamando il<br />

suo abbronzato assistente «archivia la registrazione nel<br />

solito modo e introduci il primo in attesa. Buon lavoro<br />

signori.» Il suo busto sparì dal gruppo e lo stesso avvenne<br />

33


per quello di Ferri che si guardò bene dall'aprire bocca.<br />

Fawzy e la Chang si guardarono <strong>un</strong> attimo per cercare<br />

<strong>un</strong>'intesa, ma era chiaro chi doveva approcciare Bonanno,<br />

per cui Fawzy prese l'iniziativa: «Mi sono ricordato di lei<br />

poco dopo averla vista, anche se non ci eravamo parlati in<br />

occasione del nostro incontro di due anni fa».<br />

«Io invece non potevo avere dubbi» replicò l'altro e<br />

all'indirizzo della Chang: «Molto lieto rettore».<br />

«Anche per me è <strong>un</strong> vero piacere» replicò la Chang «ma<br />

sono costretta a lasciarvi, non credevo che questa ri<strong>un</strong>ione<br />

sarebbe durata così a l<strong>un</strong>go ed ho chi mi attende.<br />

Arrivederci».<br />

Era <strong>un</strong>a balla, ma avrebbe consentito <strong>un</strong> faccia a faccia più<br />

efficace. Restarono le loro due immagini, che guardavano<br />

in direzioni diverse e Fawzy riprese il discorso: «D<strong>un</strong>que,<br />

come vogliamo procedere? Intende continuare le<br />

interazioni da remoto o preferisce venirci a trovare, siamo<br />

a circa 70 km da dove si trova adesso e possiamo anche<br />

metterle a disposizione <strong>un</strong>a stanza presso il nostro<br />

Istituto».<br />

«Verrò volentieri, ma non subito » rispose Bonanno<br />

«dobbiamo chiudere i convenevoli con i ministri che erano<br />

assenti e se ho capito bene ci vorrà ancora qualche giorno.<br />

Potrei anche fare avanti ed indietro, ma anche oggi sono<br />

stato avvertito con pochissimo preavviso e potrebbero<br />

sorgere problemi visto il piglio della Brembo. Vorrei però<br />

mandarle subito il materiale di cui abbiamo parlato in<br />

ri<strong>un</strong>ione, se mi indica il modo migliore per farlo. Per<br />

eventuali chiarimenti ci possiamo sentire come adesso».<br />

«Dobbiamo per forza seguire le procedure di sicurezza,<br />

34


può farsi aiutare da qualc<strong>un</strong>o del Ministero, il nostro<br />

indirizzo per questo tipo di documenti è 3.577».<br />

«3.577 molto bene. Arrivederci Wahab»<br />

«Arrivederci Bonanno» e chiusero il collegamento quasi<br />

contemporaneamente.<br />

Maria Chang naturalmente era rimasta in stanza in silenzio<br />

e disse subito: «Che ne pensa Fawzy?».<br />

«Bene-bene o male-male, non credo ci saranno vie di<br />

mezzo. La prima impressione su Bonanno è positiva, ma è<br />

ancora presto. Se la Brembo fosse stata qui l'avrei baciata<br />

dopo quella parte a Ferri. Tutto il resto può essere il nostro<br />

sogno o il peggiore degli incubi».<br />

«Concordo in pieno» replicò il rettore. Si salutarono con <strong>un</strong><br />

cenno e Fawzy uscì per andare nella sua stanza.<br />

Appena arrivato chiamò il suo vice che che ci mise <strong>un</strong><br />

attimo ad entrare. Gli parlò con <strong>un</strong>a certa foga,<br />

riprendendo pochissime volte fiato: «Ascolta Giulio, ho<br />

bisogno di aiuto. Ho appena terminato <strong>un</strong>a<br />

videoconferenza col vicepresidente. Cose grosse, ma<br />

adesso non voglio parlartene, ho bisogno di raccogliere le<br />

idee per capire come potremo procedere. Per fare la<br />

ri<strong>un</strong>ione ho chiuso in anticipo la lezione, ma ho dovuto<br />

promettere che entro domani avrebbero potuto scaricare la<br />

parte mancante. Tu sai dov'è il materiale di base, prendi la<br />

lezione dell'anno scorso, fai le integrazioni di programma<br />

che sai e rimettila a disposizione degli iscritti. Non credo ti<br />

potrà prendere più di <strong>un</strong>'ora. Poi devi dire ad <strong>un</strong>o dei tuoi di<br />

sorvegliare lo spazio 3.577, deve arrivare del materiale<br />

riservato, è in ambito terzo livello per cui non possono<br />

f<strong>un</strong>zionare né lo smistamento né gli allarmi. Fai in modo<br />

35


che mi avvertano subito, lo potrò prelevare solo io.<br />

Dovrebbero essere delle modifiche alle formule di base per<br />

superare il limite superiore. Le hanno messe a p<strong>un</strong>to a<br />

Calcutta dopo che abbiamo abbandonato la trattativa.<br />

Potrebbe essere <strong>un</strong>a bufala, come pure no. Abbiamo poco<br />

tempo, quindi allerta lo staff matematico senza dare<br />

spiegazioni. Dovremmo riceverlo già oggi, per cui ness<strong>un</strong>o<br />

esce in anticipo e se iniziamo ad esaminarlo possiamo fare<br />

anche tardi. Tutto chiaro?».<br />

Giulio Schenardi poche volte aveva visto il suo amico e<br />

maestro in quello stato di fibrillazione e con <strong>un</strong> sorrisetto<br />

ironico non poté fare a meno di chiedergli: «ma ti sei<br />

impasticcato?».<br />

Fawzy sul momento non capì, dopo aver realizzato gli<br />

disse: «Levati dai piedi e mi raccomando acqua in bocca».<br />

Poi andò alla sua scrivania e cercò di fare mente locale<br />

mentre smaltiva la solita burocrazia. Dopo <strong>un</strong>'oretta era<br />

ancora lì quando sentì bussare alla porta e vide Giulio<br />

affacciarsi: « È arrivato».<br />

«Chiama gli altri, ci vediamo in sala ri<strong>un</strong>ioni tra 10 minuti».<br />

Nella sala ri<strong>un</strong>ioni trovò Giulio e i due matematici, che tutti<br />

chiamavano sempre solo per nome, Andrea ed<br />

Alessandro, ma qualc<strong>un</strong>o aveva anche coniato <strong>un</strong>a sorta di<br />

etichetta per l'accoppiata, che si evitava di usare in loro<br />

presenza: Flic e Floc. A pensarci bene non poteva essere<br />

più azzeccata, i due erano pressoché inseparabili e<br />

pochissime volte erano andati in conflitto tra loro, anzi<br />

normalmente si sostenevano a vicenda, al p<strong>un</strong>to che si<br />

faceva proprio fatica ad attribuire il merito o la colpa di <strong>un</strong><br />

determinato risultato ad <strong>un</strong>o solo. E poi c'era l'aspetto<br />

36


fisico che probabilmente era stato determinante per<br />

arrivare a battezzarli in quel modo. Andrea infatti non era<br />

molto alto, piuttosto esile di corporatura, era <strong>un</strong>o dei<br />

pochissimi che portava ancora occhiali da miope, non<br />

tollerava infatti le lenti a contatto e non aveva voluto farsi<br />

operare, insomma lo stereotipo del topo di biblioteca.<br />

Alessandro era l'opposto, <strong>un</strong> marcantonio di oltre 1 e 90,<br />

con <strong>un</strong> fisico da lottatore: era im<strong>possibile</strong> immaginarlo<br />

piantato per ore ad <strong>un</strong>a scrivania, perso nei suoi<br />

ragionamenti astratti, fino a quando non ce lo vedevi.<br />

A parte la matematica, condividevano anche <strong>un</strong><br />

attaccamento quasi morboso per Giulio, che li aveva<br />

individuati tramite la solita cerchia sconfinata di amici<br />

durante il loro periodo di dottorato. Erano poco apprezzati<br />

nel loro ambiente, perché assolutamente incapaci di<br />

arruffianarsi il professore ordinario di turno, ed <strong>un</strong>a volta<br />

comprese le loro potenzialità, Giulio era riuscito a farli<br />

trasferire nel loro istituto con <strong>un</strong>a serie di espedienti, giusto<br />

in tempo perché <strong>un</strong> giudizio finale non adeguato ne<br />

compromettesse la carriera <strong>un</strong>iversitaria.<br />

Ma che ci facevano due matematici teorici in <strong>un</strong><br />

dipartimento di sociologia, per quanto <strong>un</strong> po' sui generis<br />

come il loro? Quella iniziativa era nata appena completata<br />

la prima versione del Modulo Sociale, quando stavano<br />

pensando di pubblicare quel lavoro. Giulio però non era<br />

convinto ed aveva fatto resistenza, si era infatti reso conto<br />

che quella prima stesura, partendo dall'idea originaria di<br />

Fawzy e descrivendo l'intero modello nel solito Inglese<br />

<strong>un</strong>iversale, correva il forte rischio di essere attaccata dalla<br />

com<strong>un</strong>ità scientifica sulla congruenza tra le varie<br />

37


componenti. Aveva quindi posto la questione agli altri<br />

membri del gruppo chiedendo di studiare dei criteri di<br />

normalizzazione, che garantissero <strong>un</strong>a <strong>un</strong>iformità<br />

complessiva più tangibile. Non si può dire che l'iniziativa<br />

avesse acceso degli entusiasmi dei suoi colleghi. A parte<br />

Fawzy che aveva compreso benissimo la preoccupazione<br />

di Giulio, gli altri assistenti avevano intravisto in quella<br />

trovata più <strong>un</strong> modo per farsi bello agli occhi del capo, che<br />

<strong>un</strong>a esigenza reale, tra l'altro scaricando sulle loro spalle il<br />

lavoro che avrebbe richiesto. La cosa andò avanti per<br />

qualche settimana senza apprezzabili progressi ed alla fine<br />

Giulio aveva chiesto il permesso di cercare la soluzione<br />

altrove, in ambienti più abituati a quel genere di rigore che<br />

secondo lui mancava.<br />

Da qui l'operazione Flic e Floc che per passione e per<br />

riconoscenza si erano sobbarcati <strong>un</strong> lavoro immenso.<br />

Avevano transcodificato i processi cardine in <strong>un</strong><br />

formalismo matematico rigoroso, contestualmente avevano<br />

anche impostato dei criteri piuttosto complessi per<br />

associarvi quelli che chiamavano gli eventi caratteristici e<br />

per definire come dovevano essere trattati. In ogni caso<br />

erano andati ben oltre ciò che era stato loro richiesto. Il<br />

bello venne quando presentarono i risultati del loro lavoro a<br />

Fawzy ed agli altri assistenti: ness<strong>un</strong>o voleva capire di<br />

cosa stavano parlando. C'era <strong>un</strong> problema di linguaggio,<br />

completamente diverso tra i due mondi, c'era <strong>un</strong>a certa<br />

diffidenza da superare, c'era il fatto che Fawzy non era<br />

abituato a sentirsi scavalcato a sinistra, fatto sta che<br />

successe il finimondo ed andarono avanti a discutere per<br />

diversi giorni, con momenti di tensione più che palpabile,<br />

38


ma poi tutti arrivarono a comprendere la portata di ciò che<br />

erano riusciti a fare. Il primo risultato importante era che<br />

quella transcodifica non solo aveva evidenziato <strong>un</strong>a serie<br />

di incongruenze, ma di fatto aveva realizzato quella<br />

normalizzazione formale invocata da Giulio fino a quel<br />

momento. C'era poi quel sistema di trattamento eventi, che<br />

Flic e Floc avevano battezzato “motore primario”. Questo<br />

era articolato in dieci componenti, loro le avevano alquanto<br />

sminuite chiamandole semplicemente formule, ma a ben<br />

guardare erano molto di più, costituivano la<br />

schematizzazione di <strong>un</strong> simulatore metaforico, <strong>un</strong> modello<br />

che poteva essere automatizzato per ottenere <strong>un</strong>'idea<br />

piuttosto precisa di come il tutto avrebbe potuto f<strong>un</strong>zionare<br />

nella realtà, almeno dal p<strong>un</strong>to di vista matematico. Ci<br />

misero diversi giorni per mettere a p<strong>un</strong>to il prototipo<br />

completo, ma da quel momento tutti quanti si resero conto<br />

che ness<strong>un</strong>a evoluzione del Modulo Sociale avrebbe<br />

potuto essere approntata senza i riscontri che quel sistema<br />

era in grado di fornire. Seguirono settimane di lavoro<br />

febbrile, che videro <strong>un</strong>a notevole crescita qualitativa<br />

dell'impostazione, grazie alle situazioni messe in evidenza<br />

dai vari cicli di elaborazione, <strong>un</strong>a grande semplificazione<br />

per coloro che definivano i vari descrittori. Ormai Fawzy ed<br />

i suoi avevano infatti imparato quel linguaggio, inizialmente<br />

per loro davvero astruso, e modificavano o definivano<br />

nuovi elementi in piena autonomia. Quando il tutto sembrò<br />

a posto, iniziarono a stressare il sistema e fu allora che<br />

emersero i famosi limiti. Quello inferiore di circa centomila<br />

<strong>un</strong>ità non era vincolante, rappresentava però la soglia di<br />

massimo equilibrio e quindi era la dimensione ottimale per<br />

39


tentare <strong>un</strong>a sperimentazione su larga scala, diciamo la<br />

condizione più favorevole prima di approcciare valori più<br />

elevati. E poi quello superiore di 250 mila, al di sopra del<br />

quale il simulatore impazziva nel senso letterale del<br />

termine, fornendo risultati senza significato.<br />

Flic e Floc cercarono qualcosa di sbagliato nei criteri per la<br />

codifica dei processi, poi si concentrarono sulle dieci<br />

formule del motore primario, rendendosi conto che il<br />

problema era lì, ma purtroppo non riuscirono a trovare <strong>un</strong>a<br />

soluzione. Fawzy però non voleva più attendere, le voci<br />

stavano girando e lui voleva procedere con la<br />

pubblicazione, anche perché quella soglia in fondo non<br />

comprometteva la validità dell'impostazione. Ci sarebbe<br />

stato tempo per ritornare sul problema e se fossero stati<br />

fort<strong>un</strong>ati, la realizzazione di <strong>un</strong> primo modulo avrebbe<br />

aiutato a capire come avrebbero potuto ovviare per<br />

superarlo. A quel p<strong>un</strong>to interferì la politica, imponendo il<br />

segreto di Stato su quell'intuizione geniale di Fawzy che<br />

costituiva il collante di tutto. Così il Modulo Sociale fu<br />

pubblicato incompleto, ma ebbe egualmente <strong>un</strong>a risonanza<br />

mondiale.<br />

Fawzy iniziò il preambolo: «Richiamo tutti voi ad <strong>un</strong>a<br />

estrema riservatezza sul materiale che esamineremo.<br />

Anch'io vedo questo materiale per la prima volta e non so<br />

ancora se siamo autorizzati a prenderne visione, quindi<br />

non sto a spiegarvi come ne sono entrato in possesso.<br />

Dovrebbero essere alc<strong>un</strong>e formule modificate a Calcutta<br />

per superare il limite superiore. Un attimo che cerco di<br />

proiettarle». Armeggiò <strong>un</strong> po' e la prima immagine<br />

40


comparve sullo schermo. La riconobbero come la numero<br />

3 e sembrava proprio uguale, poi Alessandro si accorse<br />

che <strong>un</strong>o dei parametri aveva <strong>un</strong>a definizione diversa<br />

dall'originale. «Sembra <strong>un</strong> fattore di ritardo. Perché non la<br />

dà in pasto al generatore grafico?».<br />

Fawzy toccò ancora lo schermo e comparvero <strong>un</strong>a serie di<br />

schemi che portarono Andrea a dire: «Mi sembra che la<br />

modifica provochi solo <strong>un</strong> lieve schiacciamento nel grafico<br />

del fattore beta, in pratica non cambia nulla. Sono<br />

abbastanza deluso. Che altro c'è da vedere?».<br />

Stavolta Fawzy fece tutto in <strong>un</strong> attimo, visualizzò la formula<br />

4 ed i suoi schemi corrispondenti.<br />

«Beh qua le modifiche sembrano più corpose ed è curioso<br />

l'impatto» era sempre Andrea a parlare.<br />

«Per certi versi la situazione mi sembra addirittura<br />

peggiorata rispetto a quella di partenza. Guarda quella<br />

zona di indeterminatezza, bisognerà verificarne le<br />

conseguenze. In ogni caso la 4 influisce sul limite<br />

superiore solo in particolari condizioni». Era adesso<br />

Alessandro a commentare e Fawzy passò alla successiva<br />

senza aspettare che glielo chiedessero. Comparve sullo<br />

schermo la 7, la formula regina, il selezionatore<br />

probabilistico delle casistiche ed era abbastanza diversa<br />

dall'originale. La stanza cadde in <strong>un</strong> silenzio innaturale,<br />

erano tutti concentrati sullo schermo ed in particolare su<br />

quell'insieme di figure dalle quali si percepiva che certe<br />

linee di tendenza si staccavano asintoticamente molto più<br />

tardi rispetto alla versione originale. Andrea chiese il<br />

permesso di utilizzare la postazione e cominciò a fare<br />

qualche misurazione delle varie porzioni. Quando ebbe<br />

41


finito disse: «Non so se sia giusta, ma se lo fosse<br />

porterebbe il limite superiore almeno a 3 milioni e mezzo<br />

senza battere ciglio. Vediamo se c'è qualcos'altro ... No era<br />

l'ultima».<br />

Dopo <strong>un</strong> po', visto che ness<strong>un</strong>o parlava, Fawzy chiese:<br />

«Cosa proponete?».<br />

Alessandro non ebbe tentennamenti: « Io incrocerei le<br />

formule vecchie e nuove sugli eventi pilota. Questa è <strong>un</strong>a<br />

attività da mezza giornata che ci può dare qualche<br />

indicazione su <strong>un</strong>a eventuale perdita di coerenza del<br />

sistema complessivo e sull'esistenza di condizionamenti<br />

indotti dalle nuove formule di cui non abbiamo ancora<br />

intuito la portata. Fatto ciò, resta solo da implementare le<br />

differenze sul simulatore per vedere cosa viene fuori.<br />

L'ultima elaborazione ha richiesto due settimane piene, ma<br />

dopo <strong>un</strong> paio di giorni cominciammo ad avere i primi<br />

risultati. Da allora dovrebbe essere stata incrementata <strong>un</strong><br />

po' la potenza di calcolo, ma non credo ci potranno essere<br />

riduzioni significative di durata. In totale ci vorranno circa<br />

tre giorni per cominciare a vedere qualcosa».<br />

«Va bene per tutti?» Disse Fawzy guardandosi intorno:<br />

«allora d'accordo procediamo così, ma tenetemi<br />

costantemente informato e soprattutto fatemi sapere se<br />

dobbiamo chiedere qualche chiarimento: ci potrebbe<br />

essere la possibilità».<br />

Si alzarono tutti ed uscirono dalla sala ri<strong>un</strong>ioni prendendo<br />

direzioni diverse. Giulio lo seguiva, senza proferire parola.<br />

Quando arrivarono nella sua stanza si fece coraggio:<br />

«Adesso puoi dirmi qualcosa di più?». Fawzy gli raccontò<br />

tutto.<br />

42


_ _ _<br />

Il mattino successivo stava discutendo gli ultimi<br />

aggiustamenti alla tesi di <strong>un</strong> suo laureando, quando<br />

ricevette la chiamata di Alessandro: «Professore, ha<br />

cinque minuti? È emerso qualcosa che sembra<br />

importante».<br />

Guardò lo studente che aveva di fronte, che gli fece capire<br />

di avere praticamente finito: «Qualche minuto e sono tutto<br />

per voi, chiamate anche Giulio».<br />

«Non c'è bisogno è già con noi».<br />

Quando lo studente aprì la porta per uscire, erano già<br />

pronti lì davanti. Una volta accomodatisi, parlò ancora<br />

Alessandro: «D<strong>un</strong>que, ne manca almeno <strong>un</strong>a» e vista<br />

l'espressione interrogativa di Fawzy proseguì: «mi spiego<br />

meglio, o le tre formule nuove sono sbagliate, ma sembra<br />

poco probabile perché tutti i livelli di coerenza riscontrati<br />

sono validi, o ce ne sono altre che sono state modificate.<br />

Probabilmente <strong>un</strong>a o due a giudicare dal buco che provoca<br />

lo scarto del 15-20% degli eventi pilota».<br />

Fawzy sul momento non sapeva che dire, guardò Giulio a<br />

cercare <strong>un</strong> sostegno che non poteva trovare. Alla fine disse<br />

semplicemente: «Lasciatemi <strong>un</strong> po' di tempo, ho bisogno di<br />

riflettere. Mi faccio vivo io. Com<strong>un</strong>que grazie, come al<br />

solito siete stati bravi ed efficienti».<br />

I due si alzarono soddisfatti e si avviarono verso la porta.<br />

Giulio si attardò e quando furono soli chiese: «Che pensi di<br />

fare?»<br />

«C'è qualcosa che non mi torna, devo parlarne col rettore».<br />

Mentre Giulio usciva, chiese udienza alla Chang, che gliela<br />

43


accordò immediatamente, per cui si avviò spedito verso la<br />

sua stanza. Quando entrò, vide che stava parlando, ma<br />

fece in modo di chiudere la com<strong>un</strong>icazione: «Che c'è<br />

Fawzy, l'ho sentita <strong>un</strong> po' su di giri poco fa».<br />

«Il sistema che ci ha dato Bonanno è incompleto, i miei<br />

dicono che probabilmente esiste almeno <strong>un</strong>a quarta<br />

formula modificata, la cui mancanza provoca lo scarto di<br />

quasi il 20% degli eventi pilota».<br />

«Avrebbe pensato che non sono per niente sorpresa?<br />

Adesso facciamo <strong>un</strong>a bella cosa, lei chiama Bonanno, gli<br />

dice che è qui con me e gli chiede se per caso si è<br />

dimenticato di darle qualcosa. Sentiamo come risponde».<br />

Fawzy cercò in rubrica e chiamò. «Pronto» disse mentre la<br />

sua faccia compariva sul piano della scrivania.<br />

«Buon giorno dottore sono Wahab, può dedicarmi due<br />

minuti?»<br />

«Certo, mi dica».<br />

Fawzy pose la questione stando ben attento a non perdere<br />

ness<strong>un</strong>a variazione di espressione, ma Bonanno restò<br />

imperturbabile.<br />

«No, quello che le ho fatto avere è tutto il materiale in mio<br />

possesso».<br />

Fawzy non sapeva più che dire ed abbozzò qualche frase<br />

di circostanza, ma la Chang, che fino a quel momento era<br />

stata in disparte, prese la parola con decisione: «Bonanno<br />

lei non è <strong>un</strong> semplice consulente, vero?».<br />

«Ha importanza? Piuttosto professore il suo team è in<br />

grado di ovviare al problema?».<br />

«Probabilmente sì, ma non so in che tempi».<br />

«Va bene, li metta subito al lavoro e mi tenga informato,<br />

44


arrivederci». E chiuse la com<strong>un</strong>icazione. Fawzy guardò la<br />

Chang con aria interrogativa e lei tranquillamente disse:<br />

«Potrebbe essere dei servizi, come pure <strong>un</strong> free lance di<br />

alto livello specializzato in spionaggio industriale. Ha<br />

qualche idea per ovviare?».<br />

«Ma non dobbiamo avvertire la Brembo?».<br />

«Secondo me la signora sa benissimo con chi ha a che<br />

fare. Le dirò di più, sono anche convinta che Bonanno<br />

riferirà il mio tentativo di smascherarlo ed in occasione del<br />

<strong>prossimo</strong> incontro lei mi farà sapere in qualche modo che<br />

siamo tutti allineati. Se poi non fosse così, vedremo se<br />

sarà il caso di prendere qualche iniziativa».<br />

«Mi chiedeva che penso di fare … Ci potrebbe essere<br />

chi ...» La Chang lo zittì bruscamente con <strong>un</strong> gesto, scrisse<br />

su <strong>un</strong> foglio che potevano ascoltarli, così lui farfugliò<br />

qualcosa tanto per finire la frase, poi scrisse a sua volta<br />

che aveva ancora <strong>un</strong> contatto a Calcutta che poteva<br />

provare a chiamare.<br />

Lei rispose sotto: da fuori città con <strong>un</strong> telefono pubblico.<br />

Si salutarono con <strong>un</strong> cenno di intesa e lui tornò nella sua<br />

stanza a prendere la giacca. Dopo di ché uscì dall'edificio,<br />

salì sul suo triciclo elettrico e si avviò verso la periferia.<br />

Mentre superava le prime frazioni, apprezzò che quella era<br />

la prima vera giornata primaverile, nonostante il calendario<br />

avesse già ratificato il cambio di stagione, e per <strong>un</strong> po' si<br />

dimenticò che non era in gita di piacere. Quasi non si<br />

accorse che era passata quasi <strong>un</strong>'ora quando comparve il<br />

cartello della cittadina dove si era diretto. Non aveva fatto<br />

tanti chilometri, ma ormai non prendere le arterie di<br />

scorrimento voleva dire viaggiare in <strong>un</strong> centro abitato<br />

45


<strong>un</strong>ico, tenendo <strong>un</strong>a velocità media bassissima e solo dai<br />

cartelli di inizio e fine si poteva distinguere <strong>un</strong>a località<br />

dall'altra. Del resto il suo triciclo non era abilitato per le<br />

tratte veloci e com<strong>un</strong>que a lui non dispiaceva andare a<br />

zonzo in quel modo con la bella stagione. Si diresse verso<br />

il centro storico, passò di fianco a palazzo Luzzago, che<br />

notò avevano finito di restaurare, e si mise a cercare <strong>un</strong>a<br />

cabina che alla fine riuscì ad individuare con qualche<br />

difficoltà. Solo quando fu sceso dal triciclo si ricordò che gli<br />

apparecchi pubblici f<strong>un</strong>zionavano solo con le vecchie<br />

schedine, non li usava quasi più ness<strong>un</strong>o e le compagnie<br />

si guardavano bene da fare investimenti per aggiornali. Si<br />

guardò in giro alla ricerca di <strong>un</strong> negozio che avrebbe<br />

potuto avercele, alla fine ne trovò <strong>un</strong>o nelle vicinanze e vi<br />

entrò: «Buongiorno, avete schede telefoniche?».<br />

«Sono mesi che non me ne chiedono <strong>un</strong>a, vediamo <strong>un</strong> po'<br />

dove le ho messe» disse il titolare rovistando nel cassetto<br />

che aveva davanti «Chiama l'amante eh?»<br />

«Prego?» disse Fawzy.<br />

«Ah ormai solo voi me la chiedete, per non far comparire<br />

sui resoconti la voce che potrebbe far insospettire la<br />

moglie».<br />

«No, no, non è il mio caso, solo che il mio vecchio<br />

com<strong>un</strong>icatore mi ha abbandonato, anzi f<strong>un</strong>ziona<br />

l'apparecchio qui fuori?» e mostrò il polso per confermare<br />

che era davvero <strong>un</strong> vecchio catorcio.<br />

«Dite tutti così» disse il negoziante con l'aria di quello che<br />

la sapeva l<strong>un</strong>ga «F<strong>un</strong>ziona, f<strong>un</strong>ziona ... sono 5 Lin, le<br />

potrebbero regalare, con questa inflazione gli costerebbe<br />

di meno, ma tanto solo voi telefonate dalle cabine, ormai»<br />

46


insistette.<br />

Inizialmente Fawzy non voleva proprio stare al gioco e, per<br />

avvalorare il fatto che la sua <strong>un</strong>ità si era guastata, mise sul<br />

banco <strong>un</strong>o di quei bottoni a scalare che avevano emesso al<br />

posto delle banconote, quando fu introdotta la nuova<br />

divisa: lo teneva in tasca con <strong>un</strong> importo minimo per i casi<br />

di emergenza. Il negoziante lo prese e lo avvicinò al<br />

sensore per completare la transazione, sul visore della<br />

cassa comparve il nuovo importo residuo, ed infine glielo<br />

restituì con la solita aria da frescone. Visto che tanto l'altro<br />

non si convinceva, Fawzy riprese il suo bottone col sorriso<br />

di quello che alla fine ammetteva di essere stato beccato.<br />

In effetti era divertito e si chiese se quella avrebbe potuto<br />

essere <strong>un</strong>a situazione da sfruttare per giustificare certi<br />

movimenti. Poi si disse che stava esagerando, uscì dal<br />

negozio e raggi<strong>un</strong>se la cabina, dove entrò inserì la scheda<br />

e compose il numero.<br />

Quando sul video comparve il barbone del suo collega<br />

Harsha lo bruciò parlando in Inglese «Ciao, vedi chi sono,<br />

non fare nomi, puoi parlare?».<br />

Harsha, normalmente <strong>un</strong> tipo gioviale, si rabbuiò e rispose:<br />

«Si sono solo, come stai innanzi tutto? Perché tanta<br />

segretezza?».<br />

«Bene e tu? Ho avuto tre delle formule che avete<br />

modificato: 3-4-7, ti sembra sufficiente come motivo?».<br />

«Le hai avute da <strong>un</strong>o che inizia con la B?».<br />

«Si, come lo hai capito?».<br />

«Non mi è mai piaciuto, ho sospettato qualcosa fin da<br />

quando ha iniziato a fare pressioni perché studiassimo<br />

l'evoluzione del sistema. Non capivo perché ci dovessimo<br />

47


impegnare tanto e con così tanta fretta su qualcosa che<br />

non sarebbe andato avanti. E poi ormai era chiaro che<br />

quelle equazioni rappresentavano solo <strong>un</strong>o degli elementi<br />

e forse neanche il più importante. Quando poi dette<br />

bruscamente le dimissioni per venire in Italia ho avuto il<br />

sospetto che non fosse partito a mani vuote. Piuttosto è<br />

strano che non sia riuscito a prendere tutto, avrà avuto <strong>un</strong><br />

contrattempo. In ogni caso la formula di base modificata<br />

che vi manca è la 10».<br />

«A questo p<strong>un</strong>to ti chiedo cosa vuoi che ne faccia?»<br />

«Io te le avrei già mandate da <strong>un</strong> pezzo, ma le alte sfere<br />

non hanno voluto. Per me la ricerca non può avere<br />

frontiere e poi è chiaro che se le avevate rese pubbliche il<br />

vero valore non può stare lì, ma nelle parti che guarda caso<br />

avete pubblicato solo parzialmente. Credo proprio che il<br />

vostro Governo si sia lasciato <strong>un</strong> po' abbindolare dal nostro<br />

amico. Una volta stabilito che era proprio necessario<br />

superare il famoso limite, a forza di provare ci sareste<br />

arrivati anche voi. A noi fa comodo che proseguiate con<br />

l'evoluzione del Modulo Sociale, sai che ci serve come il<br />

pane. Ti faccio avere ciò che vi manca senza pubblicizzare<br />

la cosa, potrai sempre inventare <strong>un</strong>a scusa per giustificare<br />

come l'hai avuta. Quando tutto sarà andato a posto ci<br />

riconoscerete i meriti e magari otterremo <strong>un</strong>o sconto».<br />

«D'accordo grazie, ma dobbiamo essere prudenti, bisogna<br />

trasferirle insieme a qualcos'altro per evitare che si<br />

capisca».<br />

«Guarda, proprio questa sera depositeremo negli spazi di<br />

interscambio tutti gli articoli prodotti nel mese di Marzo,<br />

sembrerà <strong>un</strong> refuso, non è la prima volta che succede».<br />

48


«Perfetto. Per cautela sto chiamando da <strong>un</strong> posto pubblico.<br />

Stabiliamo <strong>un</strong> segnale convenzionale nel caso mi dovessi<br />

com<strong>un</strong>icare qualcos'altro: mi mandi <strong>un</strong> invito ad <strong>un</strong>a<br />

conferenza di qualche genere: io capirò e mi regolerò di<br />

conseguenza».<br />

«Temo che non siate messi per niente bene, auguri» e<br />

Harsha chiuse la com<strong>un</strong>icazione.<br />

Fawzy ritirò la scheda, che poteva essergli utile in <strong>futuro</strong>, si<br />

avviò verso il suo triciclo per tornare in ufficio.<br />

All'arrivo andò direttamente dal rettore che era occupata<br />

con <strong>un</strong> comitato di qualche tipo. Ma lei interruppe <strong>un</strong> attimo<br />

per uscire dalla stanza, così poté aggiornarla sottovoce.<br />

Alla fine lei lo guardò negli occhi in modo complice e<br />

rientrò dove stava proseguendo <strong>un</strong>a discussione molto<br />

accesa.<br />

Passando davanti alla stanza di Giulio lo chiamò fuori per<br />

aggiornare anche lui, anche se era solo. Quella cautela<br />

della Chang lo aveva colpito e pensò che era il caso di<br />

mantenersi prudenti a tutti i livelli. Gli disse di tenere<br />

d'occhio personalmente lo spazio indicato da Harsha e di<br />

avvertirlo quando il materiale fosse arrivato. Voleva essere<br />

lui a consegnarlo ai ragazzi perché non si facessero più<br />

domande di quante già se ne stavano ponendo. Alla fine<br />

entrò nella sua stanza e ci trovò il capitano Locatelli. Si<br />

sentì mancare la terra sotto i piedi, ma si sforzò di<br />

sembrare il più naturale <strong>possibile</strong>: «Capitano, è molto che<br />

aspetta? Vedo che è da solo, a che debbo questa visita?».<br />

«Come credo abbia intuito il mio rapporto è stato<br />

favorevole».<br />

49


«Si, la ringrazio per questo. Anzi, diciamo che spero di<br />

doverla ringraziare ...» disse facendo seguire <strong>un</strong>a risatina<br />

<strong>un</strong> po' nervosa.<br />

«Oh penso proprio di sì. Il progetto è importante, tanto<br />

importante che ho pensato bene di riscuotere qualche<br />

credito e farmici assegnare: a breve sarà informato che<br />

sono stato nominato io come responsabile della sicurezza.<br />

Sarà mia cura blindare tutti i membri del team, il sistema<br />

informativo e le ditte assegnatarie contro possibili<br />

interferenze fino al completamento dei lavori e poi curerò la<br />

messa a regime del presidio che sarà necessario attivare<br />

in <strong>un</strong>a città così particolare».<br />

«Blindare ha detto?»<br />

«Eh si, non ho altra scelta, non possiamo rischiare fughe di<br />

notizie così strategiche per il nostro <strong>futuro</strong> o tentativi di<br />

sabotaggio. Appena saremo pronti anche i vostri sistemi di<br />

com<strong>un</strong>icazione saranno portati al livello 2, servirà ancora<br />

qualche giorno. Poi dovremo stabilire <strong>un</strong>a serie di protocolli<br />

per gli spostamenti. Lei per esempio, dov'è stato nelle<br />

ultime due ore?».<br />

Fawzy cominciò a sudare freddo, ma ancora si sforzò di<br />

mascherare il suo disagio: «In giro col mio triciclo, sa mi<br />

serve per pensare, non so neppure dove sono arrivato».<br />

«A Manerbio, non è proprio dietro l'angolo». Fawzy stava<br />

per avere <strong>un</strong> collasso, Locatelli se ne accorse e si affrettò a<br />

rassicurarlo: «Oh non si preoccupi, solo <strong>un</strong> piccolo<br />

rilevatore, giusto <strong>un</strong> assaggio. Queste scappatelle da qui in<br />

avanti le dovrà com<strong>un</strong>icare con <strong>un</strong> minimo di anticipo. Lei<br />

come tutti gli altri, non ho intenzione di fare discriminazioni<br />

in ogni caso». Si alzò, salutò ed uscì dalla stanza col solito<br />

50


impeto che ormai aveva imparato a conoscere.<br />

Quella era <strong>un</strong>a cosa che il rettore doveva sapere ed anche<br />

Giulio: Locatelli aveva parlato di qualche giorno, ma non<br />

voleva rischiare che il materiale in arrivo da Calcutta fosse<br />

intercettato, ci sarebbero state troppe spiegazioni da dare<br />

e lui non aveva intenzione di sottostare di nuovo a quei<br />

metodi.<br />

Per fort<strong>un</strong>a, anche grazie alla differenza di fuso orario, a<br />

metà pomeriggio ciò che mancava era già nelle loro mani.<br />

Fawzy le passò al team matematico che si mise subito al<br />

lavoro: la mattina successiva tutto sarebbe stato<br />

disponibile.<br />

Lui se ne andò a casa praticamente spossato da quella<br />

serie di episodi, che si erano concentrati in <strong>un</strong>a sola<br />

giornata ed erano così lontani dalla sua natura. Tanto per<br />

cambiare fece fatica a mangiare, si mise a guardare<br />

distrattamente <strong>un</strong> po' di notiziario. Ad <strong>un</strong> tratto si rese<br />

conto che non aveva ancora finito di rimettere a posto,<br />

dopo l'intervista di Locatelli. Cominciò a girare per la<br />

stanza cercando di decidere da quale oggetto iniziare; ne<br />

prese qualc<strong>un</strong>o in mano, provando a ricordare dove<br />

andava messo, ma se non gli veniva in mente subito lo<br />

abbandonava di nuovo. Poi pian piano prese il ritmo e<br />

dopo <strong>un</strong> paio d'ore tutto quanto era tornato al suo posto. A<br />

quel p<strong>un</strong>to si sentì autorizzato ad andare a dormire, visto<br />

che stava crollando letteralmente dal sonno.<br />

_ _ _<br />

La situazione gli sembrava più rosea, dopo aver dormito<br />

bene come non gli capitava da <strong>un</strong> po' di tempo, poi c'era il<br />

51


sole, ed a sorpresa decise per <strong>un</strong>a breve corsa nel piccolo<br />

parco vicino a casa. Quell'attività sportiva non era<br />

propriamente abituale, anzi accadeva piuttosto di rado che<br />

vi si dedicasse, soprattutto mai dopo che qualcosa era<br />

andata di traverso. E non era necessario fossero cose<br />

importanti, a volte bastava <strong>un</strong>a stupidaggine ed era capace<br />

di deprimersi per giorni e quando entrava in quel t<strong>un</strong>nel<br />

non aveva voglia di niente, figuriamoci di muoversi. Si<br />

chiese se finalmente stava arrivando alla maturità.<br />

Quando tornò fece <strong>un</strong>a rapida doccia, <strong>un</strong>a colazione più<br />

che abbondante per i suoi regimi alimentari, prese<br />

dall'armadio <strong>un</strong> vestito pulito e quando fu pronto inforcò il<br />

suo amato triciclo e si diresse alla volta dell'Istituto.<br />

Arrivò tra i primi, trovò Alessandro ancora da solo che<br />

stava facendo le verifiche sull'elaborazione notturna, era<br />

molto concentrato e si limitò a dirgli di andare da lui<br />

appena pronti. L'altro annuì evitando di perdere<br />

completamente il filo dei suoi ragionamenti e si rituffò<br />

subito nel lavoro.<br />

Nell'attesa controllò la posta ed in mezzo ad <strong>un</strong> bel po' di<br />

roba da cestinare vide l'invito speditogli da Harsha. E<br />

adesso come avrebbe fatto? Si era anche dimenticato di<br />

controllare se il rilevatore fosse ancora attaccato al suo<br />

mezzo di trasporto. Decise intanto di rispondere all'invito<br />

con delle frasi di cortesia dalle quali sperava che il suo<br />

amico indiano avrebbe capito che aveva dei problemi a<br />

richiamarlo subito.<br />

Dopo qualche minuto si affacciò Giulio e lui ne approfittò<br />

per dirgli: «Andiamo a prendere <strong>un</strong> caffè?» lo prese sotto<br />

braccio e mentre si dirigevano verso l'area ristoro gli<br />

52


accontò gli ultimi eventi, facendo finta di parlare del più e<br />

del meno. Alla fine Giulio dimostrò tutta la sua<br />

concretezza: «adesso facciamo il p<strong>un</strong>to coi ragazzi, mi<br />

sembra troppo importante. Poi mi dai le chiavi del triciclo<br />

ed io lo porto ad <strong>un</strong> mio amico meccanico, come se<br />

dovessi fare <strong>un</strong> tagliando. Lui è <strong>un</strong>o sveglio, ha già fatto<br />

lavoretti del genere, se c'è il rilevatore lo trova subito. Per<br />

la chiamata ad Harsha credo che puoi rischiare anche da<br />

<strong>un</strong> posto pubblico qui vicino, l'importante è non usare lo<br />

stesso apparecchio troppe volte e soprattutto che non ti<br />

abbiano messo qualcosa addosso. In sala tecnica c'è<br />

qualcosa che può servire a vedere come stai messo<br />

adesso, ma se questi contatti saranno frequenti e se hai<br />

davvero il sospetto che ti tengano d'occhio, tu hai bisogno<br />

di <strong>un</strong> piccolo rilevatore portatile, che puoi accendere<br />

quando ti serve scoprirne anche <strong>un</strong>o attaccato all'ultimo<br />

momento. In commercio non ci sono più, li hanno vietati<br />

perché ostacolavano i loro metodi, ma ho chi te lo può<br />

costruire. Ah, mi raccomando, quando finiamo la ri<strong>un</strong>ione<br />

coi ragazzi, fai in modo di darmi platealmente le chiavi del<br />

triciclo, è meglio avere dei testimoni convinti che sto<br />

facendo <strong>un</strong>a banale commissione per te, non si sa mai»<br />

ormai avevano raggi<strong>un</strong>to comportamenti da<br />

organizzazione segreta.<br />

Arrivarono alla sua stanza che aveva appena finito di<br />

parlare e trovarono i “ragazzi” davanti alla porta. Entrarono<br />

tutti e Fawzy aspettò che qualc<strong>un</strong>o iniziasse.<br />

Alessandro aveva fatto gran parte delle verifiche e quindi<br />

toccava a lui: «D<strong>un</strong>que, la formula aggi<strong>un</strong>tiva che ci ha<br />

fatto avere in apparenza è molto simile all'originale, ma<br />

53


nella sostanza genera <strong>un</strong>o schema abbastanza diverso e<br />

soprattutto risolve il problema: ness<strong>un</strong> evento pilota viene<br />

più scartato. Quindi il sistema risulta perfettamente<br />

coerente al suo livello. Solo le simulazioni potranno dirci se<br />

sarà necessario modificare i descrittori per adeguarli a<br />

questa nuova impostazione, ma non sarei eccessivamente<br />

preoccupato perché questa messa a p<strong>un</strong>to dovrà<br />

com<strong>un</strong>que essere fatta durante le fasi di progettazione<br />

finale».<br />

«Mi sembra <strong>un</strong>a buona notizia» disse Fawzy «qualche<br />

altra novità?».<br />

«Per il momento solo sensazioni, ma anche Andrea è<br />

d'accordo: la loro 7 è molto più stabile perché chi l'ha<br />

modificata è riuscito ad ingabbiare la proliferazione delle<br />

combinazioni possibili. In pratica è come se fosse stato<br />

ridotto il calcolo ai soli eventi più probabili, pagando <strong>un</strong><br />

piccolo premio alla precisione, ma riducendo<br />

drasticamente la componente esponenziale complessiva.<br />

La differenza è che il nostro limite di 250 mila è abbastanza<br />

preciso, mentre con questa nuova versione il tetto cade in<br />

<strong>un</strong> intorno del 10%, quindi grosso modo tra tre milioni e<br />

trecentomila e tre milioni e settecentomila».<br />

«Cioè? Fammi capire meglio» chiese Fawzy.<br />

« Beh è semplice, vuol dire che stressando il simulatore,<br />

da quando superiamo la soglia inferiore dobbiamo stare in<br />

campana, ma i risultati potrebbero essere validi fino a<br />

quella superiore, anche se è piuttosto difficile rendersi<br />

conto del momento preciso in cui avviene la perdita di<br />

coerenza. Peccato che non ci abbiamo pensato noi prima,<br />

<strong>un</strong>a intuizione semplice e brillante. In ogni caso i margini<br />

54


sono estremamente elevati, anche se assumiamo che per<br />

noi la soglia di riferimento è quella inferiore, almeno<br />

rispetto ai valori che eravamo abituati a discutere. Ma alla<br />

fine di che entità stiamo parlando?».<br />

Fawzy guardò <strong>un</strong> attimo Giulio, ma sapeva benissimo che<br />

ci erano arrivati da soli: «Sapete che dovete assolutamente<br />

tenervelo per voi!» e dette due spazzolate con lo sguardo<br />

per valutare la convinzione con cui annuivano: «vogliono<br />

realizzare <strong>un</strong> Modulo da <strong>un</strong> milione».<br />

«Belin!» scappò detto ad Andrea che tradì così le sue<br />

origini liguri: «saltando le fasi intermedie?».<br />

«Si, saltando le fasi intermedie» ribadì Fawzy con <strong>un</strong>a<br />

certa enfasi «qualcos'altro?» e vedendo solo cenni negativi<br />

«Allora partiamo subito con le simulazioni».<br />

Mentre si stavano alzando dalle sedie Giulio si accorse che<br />

Fawzy si era dimenticato del triciclo e chiese in modo che<br />

sentissero tutti: «Fawzy, ma allora lo vuoi fare quel<br />

tagliando?».<br />

«Ah si grazie, questa è la chiave e vorrei darti anche i<br />

soldi. Mi togli <strong>un</strong>a bella rogna» recitò mentre completava il<br />

trasferimento dell'importo dalla sua <strong>un</strong>ità a quella del suo<br />

assistente. Uscirono e sentì Andrea che prendeva in giro<br />

Giulio chiedendogli se voleva portargli a lavare le camice.<br />

Sembrava che avesse f<strong>un</strong>zionato. Provò a chiamare il<br />

rettore, ma era fuori tutta la mattina. Allora andò sul sito<br />

delle compagnie telefoniche e cercò la mappa dei telefoni<br />

pubblici in zona. Il più vicino era al centro commerciale che<br />

stava a trecento metri. Era almeno <strong>un</strong> mese che doveva<br />

comprarsi <strong>un</strong> paio di scarpe, poteva essere l'occasione per<br />

farlo ed anche <strong>un</strong>a buona copertura. Smaltì <strong>un</strong> po' di<br />

55


amministrazione, parlò con <strong>un</strong> paio di studenti che non<br />

sarebbero mai arrivati alla laurea e vide tornare Giulio, col<br />

quale si diresse subito verso la sala tecnica.<br />

«Non ha trovato niente, quindi o lo hanno già tolto o ti ha<br />

detto <strong>un</strong>a balla e ti avevano semplicemente seguito, e<br />

questo sarebbe peggio. Adesso com<strong>un</strong>que hai <strong>un</strong><br />

disturbatore nel cannotto dello sterzo, può essere utile a<br />

confondere eventuali trasmettitori che dovessero installarti<br />

in <strong>futuro</strong>. Bisogna smontare la forcella per rimuoverlo,<br />

quindi l'operazione quanto meno non può essere fatta in<br />

mezzo di strada. Tanto per gradire ti ha anche cambiato le<br />

pastiglie dei freni e rabboccato l'olio del circuito. Ma viaggi<br />

come <strong>un</strong> aspirante suicida!». Fawzy fece <strong>un</strong> cenno come<br />

per dire “sono cose alle quali non penso, di solito”. Nel<br />

frattempo erano arrivati e Giulio stava mettendo insieme <strong>un</strong><br />

po' di componenti ed alla fine gli passò <strong>un</strong>a specie di<br />

contatore Geiger intorno al corpo. «Sei pulito» lo rassicurò<br />

alla fine.<br />

«C'è <strong>un</strong> telefono pubblico al centro commerciale qui vicino,<br />

vado a comprarmi <strong>un</strong> paio di scarpe e chiamo chi sai. Vieni<br />

con me?»<br />

«Non posso mi dispiace, ho <strong>un</strong> paio di persone che mi<br />

aspettano da mezz'ora».<br />

«Va bene ci vediamo dopo e ancora grazie».<br />

Uscirono e in pochi minuti Fawzy arrivò al centro<br />

commerciale. Prima di tutto volle localizzare il telefono.<br />

Purtroppo non era <strong>un</strong>a cabina, ma <strong>un</strong>o di quelli attaccati al<br />

muro con solo <strong>un</strong> piccolo vano di protezione ed in quel<br />

momento c'era anche <strong>un</strong> sacco di gente intorno. Decise<br />

quindi di andare prima al negozio di scarpe. Alla fine ne<br />

56


scelse <strong>un</strong> paio quasi uguali a quelle che aveva in piedi,<br />

pagò ed uscì dal negozio direzione telefono. E proprio<br />

allora vide Locatelli venire verso di lui e la cosa lo disturbò<br />

parecchio.<br />

«Professore, ma non lavora mai lei?» disse caustico il<br />

capitano.<br />

«Dieci minuti di pausa per <strong>un</strong> paio di scarpe nuove, non<br />

credo di rubare lo stipendio» rispose agitando il sacchetto<br />

per evidenziare l'acquisto.<br />

L'altro fece <strong>un</strong>a smorfia di comprensione e tirò dritto come<br />

se fosse lì davvero per caso, alla sua solita velocità sparì in<br />

<strong>un</strong> attimo. Fawzy entrò in <strong>un</strong>a sorta di stato confusionale:<br />

voleva fare il disinvolto, per vedere se c'era qualc<strong>un</strong>o che<br />

lo controllava, ma si comportava in modo strano e <strong>un</strong> po'<br />

sospetto, per cui le persone che gli stavano intorno<br />

cominciarono ad osservarlo. Questo lo mandava ancora<br />

più in paranoia, finì col non reggere e fuggì<br />

precipitosamente.<br />

Quando arrivò nella sua stanza ansimava in modo<br />

preoccupante ed aveva <strong>un</strong> battito cardiaco quasi a<br />

duecento. Si sdraiò sul divanetto e pian piano riuscì a<br />

calmarsi e ritornare alla normalità fisica, ma il suo morale<br />

era a pezzi e ci mancò poco che si mettesse a piangere.<br />

Dopo circa mezz'ora decise di andare a vedere se Giulio si<br />

era liberato. Bussò alla sua stanza, era in com<strong>un</strong>icazione<br />

con qualc<strong>un</strong>o, gli fece cenno di uscire appena <strong>possibile</strong>.<br />

Dopo <strong>un</strong> minuto Giulio arrivò e si accorse subito delle sue<br />

condizioni. Fawzy gli raccontò l'accaduto e Giulio cercò di<br />

confortarlo. Ma solo la promessa che sarebbe stato lui ad<br />

andare a fare la telefonata sembrò ritirarlo <strong>un</strong> po' su.<br />

57


Fawzy gli dette il numero e la scheda e Giulio si avviò<br />

verso il centro commerciale, mentre lui rientrava nel suo<br />

studio.<br />

Dopo 10 minuti era già tornato, come al solito uscirono nel<br />

corridoio per parlarsi. «Non era niente di preoccupante,<br />

anzi. Harsha voleva farti sapere che hanno scoperto come<br />

mai Bonanno aveva 3 formule su 4. È stato <strong>un</strong> fatto<br />

assolutamente casuale, sono riusciti a ricostruire che<br />

qualc<strong>un</strong>o ha utilizzato <strong>un</strong> programma di lettura davvero a<br />

basso livello per aggirare i moduli di protezione e qualche<br />

fattore ha impedito il completamento dell'estrazione. Quindi<br />

la cosa è meno complicata di quanto si potesse temere».<br />

Fawzy stava cominciando a recuperare la serenità e trovò<br />

la voglia di discutere di alc<strong>un</strong>i aspetti che avrebbero<br />

caratterizzato i giorni successivi. In particolare gli premeva<br />

concordare la posizione da tenere sulla provenienza della<br />

formula mancante nelle ri<strong>un</strong>ioni che avrebbero visto<br />

Bonanno tra i partecipanti. Stabilirono che Giulio avrebbe<br />

convinto i due “ragazzi” ad assumersene il merito, dicendo<br />

loro il meno <strong>possibile</strong>. Nel frattempo era arrivata l'ora di<br />

pranzo e Fawzy fu letteralmente trascinato a mangiare<br />

qualcosa. Dopo il caffè era quasi tornato il solito e quando<br />

Giulio lo dovette lasciare per onorare <strong>un</strong> impegno già<br />

preso, lo fece abbastanza a cuor leggero.<br />

Fawzy invece provò a vedere se il rettore fosse tornato. La<br />

trovò ancora con la borsa al braccio per cui la invitò a fare<br />

due passi. Andarono e quando ebbe terminato il suo<br />

racconto la Chang disse soltanto: «Perché non si prende<br />

<strong>un</strong> paio di giorni di ferie, li aggi<strong>un</strong>ge al fine settimana e se<br />

ne va <strong>un</strong> po' in barca?».<br />

58


«Ma come faccio, abbiamo il fiato della Brembo sul collo,<br />

poi Bonanno da <strong>un</strong>a parte e Locatelli dall'altra vanno<br />

assolutamente presidiati» disse alzando anche <strong>un</strong> po' il<br />

tono di voce. Ma la Chang non si fece impressionare per<br />

niente ed aggi<strong>un</strong>se: «Da quello che mi ha detto siete<br />

addirittura in anticipo rispetto ai tempi assegnati e adesso<br />

dovete attendere almeno i primi risultati delle elaborazioni.<br />

Per quanto mi riguarda, non ho ness<strong>un</strong>a difficoltà a<br />

gestirmi Bonanno per due giorni, Locatelli farà solo il suo<br />

lavoro e meno lo incrociamo tutti quanti, meglio è. Quanto<br />

è allineato Schenardi?».<br />

«Totalmente».<br />

«Se ne vada in ferie, è <strong>un</strong> ordine. Se ci fosse qualcosa di<br />

importante sarebbe sempre raggi<strong>un</strong>gibile».<br />

Fawzy la guardò negli occhi come <strong>un</strong> cane bastonato e<br />

rispose: «Obbedisco».<br />

_ _ _<br />

Al ritorno in ufficio, Fawzy era davvero rigenerato. Un filo di<br />

abbronzatura, pelle ed espressione distese, la sensazione<br />

che avesse preso qualche etto di peso. Incontrò Giulio<br />

fuori dell'Istituto e questi non poté fare a meno di notare il<br />

cambiamento: «Accidenti, non sembra davvero che sei<br />

stato fuori solo pochi giorni, sei anche <strong>un</strong> po' ingrassato?<br />

Sempre che si possa usare questa parola con te».<br />

«Ho tirato su <strong>un</strong>a ricciola da 5 chili. Al mare non c'era quasi<br />

ness<strong>un</strong>o ed a parte qualcosa per la padrona di casa, che<br />

mangia come <strong>un</strong> passerotto, me la sono fatta fuori<br />

praticamente da solo. E qui come vanno le cose?».<br />

«Bianco e nero devo dire. I primi risultati delle simulazioni<br />

59


sono davvero confortanti, a parte qualche caso particolare<br />

che dovrà essere vagliato e di cui parleremo nella ri<strong>un</strong>ione<br />

che è già fissata per le dieci. In parallelo abbiamo anche<br />

lanciato i primi programmi di progettazione dell'edificio: la<br />

struttura esterna risultante è sorprendente e per me<br />

bellissima. Sopra <strong>un</strong>'altura si vedrà a decine di chilometri di<br />

distanza. Potrebbe diventare <strong>un</strong>a delle meraviglie del<br />

mondo moderno».<br />

«E il nero cosa sarebbe?».<br />

«Dobbiamo passare dall'ufficio sicurezza adesso, altrimenti<br />

non potresti neppure avvicinarti. Bisogna dare atto a<br />

Locatelli che è davvero efficiente, praticamente tutte le<br />

procedure di controllo sono già attive ed i suoi uomini<br />

scorrazzano per l'edificio come ne fossero i padroni. Inoltre<br />

è arrivato Bonanno, si è davvero insediato e sarà alla<br />

ri<strong>un</strong>ione». Queste affermazioni da sole annullarono almeno<br />

la metà dei benefici che quella breve vacanza gli aveva<br />

portato. Andarono all'Ufficio Sicurezza dove venne<br />

riconosciuto e gli furono di nuovo archiviate impronte<br />

digitali, l'immagine facciale, dell'iride e della retina, oltre a<br />

prendergli il canonico tampone per il DNA. Aleggiavano i<br />

metodi che ben conosceva. Quante volte era stato<br />

registrato in quel modo negli ultimi anni? Quei dati erano<br />

certamente già tutti disponibili, potevano aggiornarne<br />

qualc<strong>un</strong>o <strong>un</strong> po' datato, al più. Ed invece no, il principio era<br />

sempre lo stesso, mantenere costante quella sensazione<br />

di incombenza, di controllo costante che a lui faceva solo<br />

salire il livello di insofferenza, già a quote himalaiane da<br />

anni. Dovette riempire <strong>un</strong> questionario che sarebbe servito<br />

ad aggiornare il suo profilo di accesso per tutti i livelli fisici<br />

60


e logici. Gli fu consegnato <strong>un</strong> cartoncino che riassumeva le<br />

principali pratiche alle quali avrebbe dovuto sottostare da<br />

quel momento. Notò subito quella che riguardava le<br />

assenze in orario di lavoro: volevano sapere vita, morte e<br />

miracoli, ed avevano la facoltà di fare controlli a campione,<br />

in qual<strong>un</strong>que momento. Mentre stava leggendo,<br />

letteralmente a tradimento, gli spararono <strong>un</strong> micro-badge<br />

sottocutaneo nell'avambraccio sinistro. Provò a protestare,<br />

disse di levarglielo subito, ma non ci fu niente da fare. Uscì<br />

dall'ufficio sicurezza incavolato nero e se la prese con<br />

Giulio: «Come hai potuto non dirmelo!» strepitava nel<br />

corridoio, mentre si dirigevano verso la sua stanza.<br />

Giulio lo fece sfogare <strong>un</strong> po', quando vide che aveva<br />

sbollito <strong>un</strong> minimo, gli disse semplicemente: «Non volevo ti<br />

mettessi nei guai, tanto non ti saresti potuto rifiutare, il<br />

sistema pretende che il passi non sia in alc<strong>un</strong> modo<br />

cedibile e loro hanno tutte le autorizzazioni per farlo.<br />

Adesso ce l'hai come tutti noi, goditi i vantaggi; è<br />

com<strong>un</strong>que solo <strong>un</strong> badge, ho già verificato, non subirai<br />

altre restrizioni al di fuori di qui» e notò che Fawzy si stava<br />

gradualmente calmando.<br />

Avevano perso <strong>un</strong> sacco di tempo ed era già quasi l'ora<br />

della ri<strong>un</strong>ione, per cui all<strong>un</strong>garono il passo. I vantaggi citati<br />

da Giulio erano evidenti, quasi tutte le porte si aprivano<br />

automaticamente, senza bisogno di altre verifiche, e<br />

questo era diventato fondamentale, visto che i varchi da<br />

superare erano aumenti a dismisura. L<strong>un</strong>go il tragitto,<br />

infatti, Fawzy notò che erano state installate diverse nuove<br />

porte controllate da dispositivi di riconoscimento per<br />

entrare in settori che prima erano assolutamente liberi. Per<br />

61


quelle che erano già riservate, molti apparecchi erano stati<br />

sostituiti con altri di tipo più sofisticato e quell'attività era<br />

ancora in corso. Il senso di oppressione aumentava di<br />

minuto in minuto. Almeno Locatelli non c'era.<br />

Arrivarono in sala ri<strong>un</strong>ioni per ultimi, c'era anche il loro<br />

ingegnere capo Cabrini. Bonanno fece <strong>un</strong>a introduzione<br />

non degna di nota e dette subito la parola al team<br />

matematico. Toccava ad Andrea fare la relazione: «Come<br />

credo già abbia saputo, dottore, siamo riusciti a capire che<br />

la formula modificata che mancava era la 10. Dal confronto<br />

con le altre tre abbiamo apportato alc<strong>un</strong>e correzioni che<br />

quanto meno hanno reso il sistema di base<br />

complessivamente coerente».<br />

Fawzy strinse il braccio di Giulio per congratularsi di come<br />

aveva assolto il compito che gli aveva assegnato.<br />

«Abbiamo anche compreso la filosofia che ha ispirato<br />

l'impostazione delle modifiche adottate. Questa porta<br />

vantaggi innegabili sul fronte del famoso limite<br />

dimensionale superiore, ma introduce anche <strong>un</strong> fattore di<br />

indeterminatezza che potrebbe avere conseguenze non<br />

trascurabili nel comportamento del sistema di simulazione,<br />

conseguenze che potranno essere valutate solo sulla base<br />

dei risultati che otterremo al termine delle elaborazioni, che<br />

sono state attivate tre giorni or sono. Siamo adesso poco<br />

oltre il 20% di avanzamento ed i risultati finora ottenuti<br />

sono abbastanza in linea con quanto ci potevamo<br />

attendere, a parte qualche caso particolare. Il più eclatante<br />

è stato individuato in ambito trasporti interni. Una<br />

combinazione di possibili guasti ha generato <strong>un</strong> blocco<br />

della mobilità in condizioni che sulla carta risulterebbero<br />

62


en al di sotto dei livelli di criticità vera ipotizzabili per <strong>un</strong><br />

complesso di queste dimensioni, anche il ritorno alla<br />

normalità è risultato più lento del previsto. Difficile pensare<br />

che a regime si possa raggi<strong>un</strong>gere <strong>un</strong>a situazione del<br />

genere, per cui stiamo cercando di capire se il motore<br />

primario modificato abbia potuto introdurre qualche errore.<br />

C'è stata anche qualche altra situazione che ha superato le<br />

soglie di attenzione, ma niente di allarmante. C'è da dire<br />

che siamo ancora in <strong>un</strong> contesto di generalità e fino a<br />

quando non avremo caricato i descrittori dell'edificio<br />

definitivi non saremo sicuri che le situazioni evidenziate<br />

siano davvero attendibili».<br />

«Allora non starei a preoccuparmi per <strong>un</strong> caso limite» disse<br />

Bonanno «mi sembra che le premesse siano molto<br />

positive, procediamo spediti».<br />

Fawzy ci pensò <strong>un</strong> attimo e decise di intervenire: «Senza<br />

dubbio faremo così, ma le chiedo se concorda<br />

sull'importanza di individuare a monte il maggior numero di<br />

situazioni sfavorevoli ed analizzare le conseguenze<br />

possibili sulla scorta dei modelli teorici».<br />

Bonanno capì che l'uscita di Fawzy poteva rappresentare<br />

<strong>un</strong> tranello, ma anche essere <strong>un</strong>a opport<strong>un</strong>ità per mettere<br />

in chiaro da subito il rapporto di forza tra di loro, per cui<br />

soppesò bene le parole prima di rispondere: «mi sembra<br />

evidente che <strong>un</strong>a progettazione accurata sia essenziale<br />

per la buona riuscita del progetto, <strong>un</strong>a sorta di premio<br />

assicurativo com<strong>un</strong>que da pagare in <strong>un</strong> contesto così<br />

complesso. Pur tuttavia vorrei evitare di portare le<br />

consuetudini della ricerca teorica in <strong>un</strong> ambito molto<br />

concreto come il nostro. Ci terrei a rimarcare che ci<br />

63


dobbiamo considerare già nella fase realizzativa e pertanto<br />

dal mio p<strong>un</strong>to di vista la progettazione va impostata<br />

tenendo presente qual'è l'obiettivo finale, tutto qui».<br />

Fawzy invece non ci dovette pensare più di tanto per<br />

rispondere: «Debbo dire che questa sua affermazione mi<br />

preoccupa <strong>un</strong> po', più che altro perché non mi è proprio<br />

chiaro dove si trova il confine tra la metodologia che<br />

abbiamo utilizzato finora e quella da lei auspicata, che<br />

dovrebbe sgombrare il campo dagli inutili orpelli della<br />

ricerca. La mia consapevolezza è che gli strumenti messi a<br />

p<strong>un</strong>to finora ci mettono in grado di prevedere e studiare <strong>un</strong><br />

certo numero di situazioni critiche, probabilmente anche le<br />

più importanti, ma il numero di quelle che si origineranno a<br />

regime sarà decisamente più elevato e non avranno<br />

bisogno di condizioni al contorno favorevoli per svilupparsi<br />

e metterci in difficoltà».<br />

Bonanno non cambiò l'inflessione della voce ma si capiva<br />

che stava inasprendo il livello dello scontro: «Caro<br />

professore, penso che abbia spinto l'interpretazione delle<br />

mie parole ben oltre il loro reale significato, comprendo ed<br />

ammiro la fiducia nel suo lavoro, vorrei solo farle presente<br />

che la responsabilità di questo progetto è com<strong>un</strong>que mia e<br />

sempre mia è la ferma intenzione portarlo a termine a<br />

dispetto di tutto e di tutti».<br />

Fawzy attese <strong>un</strong> attimo e poi disse: «Forse lei ha sentito<br />

parlare di MèCà solo nella prima ri<strong>un</strong>ione con la Brembo.<br />

La consiglierei di documentarsi in merito, è <strong>un</strong>a storia<br />

edificante ed iniziò esattamente con gli stessi<br />

presupposti». Bonanno lo guardò <strong>un</strong> attimo senza<br />

replicare, poi preferì cambiare argomento.<br />

64


«So che sono partite alc<strong>un</strong>e fasi di impostazione<br />

architettonica, avete le prime indicazioni dimensionali?».<br />

«Si, è uscita la prima bozza della struttura esterna<br />

dell'edificio che si può vedere in questo primo schema.<br />

Molto bello, non trova?» era Cabrini che nel frattempo<br />

aveva preso la parola per descrivere l'immagine<br />

tridimensionale di <strong>un</strong>a struttura che ruotava su se stessa,<br />

mettendosi in mostra da ogni p<strong>un</strong>to di vista <strong>possibile</strong>:<br />

«come si può notare, la base ha la forma di <strong>un</strong><br />

parallelepipedo di circa 2.000 x 750 e 100 metri di altezza.<br />

La suddivisione in piani … » e proseguì riportando misure e<br />

dislocazioni.<br />

In sostanza il complesso era costituito da <strong>un</strong>a base<br />

alquanto massiccia, dove erano stati convogliati soprattutto<br />

i servizi essenziali, stazione ferroviaria ed aeroporto<br />

compresi. Dal suo tetto piatto si innalzavano quattro torri,<br />

che nella parte inferiore erano raccordate tra loro da <strong>un</strong><br />

edificio sospeso rispetto al piano della base, per consentire<br />

il passaggio della pista di rullaggio di <strong>un</strong> aeroporto di terzo<br />

livello. Guardando la struttura da ogn<strong>un</strong>o dei quattro lati,<br />

poteva anche venire in mente la facciata di <strong>un</strong>a cattedrale<br />

gotica del nord Europa, col corpo centrale app<strong>un</strong>tito,<br />

affiancato da due torri laterali molto alte e slanciate, a<br />

dispetto di <strong>un</strong>a dimensione più che ragguardevole.<br />

Ciò che invece non aveva niente di gotico era <strong>un</strong> elemento<br />

trasversale piuttosto largo, che sembrava letteralmente<br />

trafitto dalle quattro torri a <strong>un</strong> terzo della loro altezza e che<br />

si raccordava col vertice dei quattro frontoni di<br />

congi<strong>un</strong>zione.<br />

Le torri erano caratterizzate dal fatto che partivano con <strong>un</strong>a<br />

65


ampia sezione rettangolare, si avvitavano di 180° in senso<br />

opposto l'<strong>un</strong>a a l'altra, per irrigidire la struttura, e<br />

continuavano a rastremarsi gradualmente man mano che<br />

salivano fino a svettare nelle p<strong>un</strong>te coniche a quasi mille<br />

metri di altezza dal basamento. L'ultimo segmento<br />

conteneva il rotore eolico e sei bracci a ciasc<strong>un</strong>o dei quali<br />

era ancorato <strong>un</strong>a sorta di parapendio gigantesco e a tre<br />

piani posto in quota, che avrebbero dovuto produrre gran<br />

parte dell'energia necessaria a far f<strong>un</strong>zionare il complesso.<br />

L'intera struttura di sostegno era di fatto <strong>un</strong> accumulatore e<br />

tutti gli elementi che si protendevano verticalmente od<br />

orizzontalmente, si sostenevano a vicenda attraverso <strong>un</strong><br />

sistema di cavi di acciaio.<br />

«È fondamentale l'orientamento delle facciate» stava<br />

proseguendo Cabrini «per favorire sia la passività<br />

dell'edificio, quindi la totale assenza di impianti di<br />

riscaldamento a combustione, sia la produzione di acqua<br />

calda per irradiazione ed accumulo. Alle estremità del<br />

corpo superiore centrale sono poste le stazioni dei quattro<br />

impianti a f<strong>un</strong>e, che utilizzano i cavi di trazione come<br />

elementi di sostegno».<br />

«Impianti a f<strong>un</strong>e?» chiese Bonanno.<br />

«Sono cabinovie ad agganciamento automatico, alla prova<br />

dei fatti il mezzo a maggiore capacità di trasporto, molto<br />

efficaci in caso di calamità perché consentono sia<br />

l'evacuazione rapida, tutta esterna all'edificio, dove<br />

potrebbero non essere utilizzabili molti ascensori, sia la<br />

contestuale salita del personale di soccorso. Saranno utili<br />

anche nella vita di tutti i giorni, perché le stazioni a valle<br />

saranno posizionate in prossimità dei parcheggi esterni,<br />

66


degli accessi alle aree verdi, agli impianti sportivi ed alla<br />

parte prospiciente la stazione ferroviaria. Pensiamo che a<br />

regime viaggerà a rotazione circa <strong>un</strong> quarto delle cabine<br />

che invece saranno tutte immesse in servizio in caso di<br />

emergenza. Vorrei insistere sul fatto che quando avremo le<br />

caratteristiche morfologiche definitive del sito prescelto, ci<br />

potranno essere alc<strong>un</strong>e variazioni rispetto a quanto adesso<br />

vi sto illustrando, ma l'impostazione essenziale risulterà<br />

coerente con questo modello. Se non ci sono domande per<br />

il momento avrei terminato».<br />

«Davvero affascinante, grazie» disse Bonanno.<br />

A quel p<strong>un</strong>to prese la parola Giulio: «Anche il fattore<br />

sociale può condizionare la progettazione, principalmente<br />

per quanto concerne la dislocazione degli spazi interni, ed<br />

il nostro principale input non può che essere il campione<br />

statistico di coloro che andranno a vivere nella struttura. Il<br />

modello base parte dal presupposto che si faccia<br />

riferimento alle medie nazionali: percentuale di famiglie,<br />

bambini, single maschi e femmine, persone più o meno<br />

anziane, più o meno abili, viene tenuto conto anche del<br />

progressivo invecchiamento della popolazione e dei<br />

coefficienti di mortalità per garantire l'equilibrio».<br />

Chiaramente Giulio stava sfruttando anche le informazioni<br />

che Fawzy gli aveva dato, ma non lo dette proprio ad<br />

intendere e continuò a parlare <strong>un</strong>icamente da studioso:<br />

«<strong>un</strong>o sbilanciamento verso <strong>un</strong>a popolazione più giovane<br />

comporta <strong>un</strong>a crescita delle strutture educative e ricreative;<br />

<strong>un</strong>o verso quella più anziana vice versa impone il<br />

rafforzamento di quelle di assistenza e di cura.<br />

Sbilanciamenti importanti verso determinate attività<br />

67


lavorative possono indurre alterazioni nel<br />

dimensionamento energetico e così via. È <strong>possibile</strong> avere<br />

qualche indicazione di tendenza che ci possa aiutare a<br />

mettere meglio a fuoco la destinazione d'uso?».<br />

«Per il momento non sono in grado di farlo» disse Bonanno<br />

«se le interessa posso fornire <strong>un</strong>a sensazione personale:<br />

secondo me, almeno inizialmente, sarà abbastanza<br />

inferiore alla media il numero delle famiglie tradizionali con<br />

figli minorenni. Ma lo dico solo perché non credo potranno<br />

essere attratti da <strong>un</strong> contesto così diverso da quelli attuali.<br />

Io mi aspetto che i primi abitanti di questo posto siano dei<br />

veri pionieri, gente disposta a mettersi in gioco per<br />

tendenza o per necessità, non genitori impegnati a tutelare<br />

i loro bambini. Ma a dispetto di questo profilo, considero<br />

pressoché certo che le persone anziane contribuiranno in<br />

modo sostanziale all'insediamento: i vantaggi di abitare in<br />

<strong>un</strong>a struttura come quella che mi avete mostrato, sicura,<br />

dotata di servizi di assistenza efficienti ed a portata di<br />

mano, convinceranno molti a lasciare abitazioni dove per la<br />

paura ed il disagio oggi vivono quasi da reclusi. Per il suo<br />

dimensionamento energetico certamente non dobbiamo<br />

ipotizzare <strong>un</strong>a realtà industriale, la città si baserà sul<br />

terziario e coloro che opereranno in contesti diversi<br />

certamente lo faranno all'esterno o in telelavoro».<br />

Fawzy apprezzò la sua astuzia, in fondo aveva dato<br />

l'informazione giusta senza svelare la verità. Bonanno<br />

constatò che Giulio si riteneva soddisfatto: «qualche altro<br />

argomento da trattare?»<br />

«No, per il momento abbiamo esaminato tutto il materiale<br />

prodotto» disse Fawzy.<br />

68


«Cercherei di fare <strong>un</strong> rapido p<strong>un</strong>to della situazione almeno<br />

settimanalmente» proseguì Bonanno «sempre che non ci<br />

sia qualcosa di urgente da discutere, non mi pare <strong>un</strong>a<br />

cattiva idea mantenere questo riferimento del l<strong>un</strong>edì<br />

mattina alle dieci. Successivamente vedremo se ci sarà la<br />

necessità di intensificare le verifiche» ness<strong>un</strong>o obiettò «ah,<br />

<strong>un</strong>'ultima domanda prima di terminare: avete qualche<br />

proposta per dare <strong>un</strong> nome a questa nuova città?».<br />

«D<strong>un</strong>bar» disse Fawzy senza esitare.<br />

«Perchè D<strong>un</strong>bar?» chiese Bonanno.<br />

«Il numero di D<strong>un</strong>bar è 150 ed è piuttosto noto in<br />

sociologia come pres<strong>un</strong>to limite alle capacità umane di<br />

creare e mantenere relazioni stabili nei rapporti sociali. In<br />

poche parole la dimensione dell'antico villaggio. Potrebbe<br />

non sembrare, ma c'è molto di questo numero nella<br />

formulazione del Modulo Sociale».<br />

«Non mi suona tanto bene, ma vada per D<strong>un</strong>bar, almeno<br />

per ora» disse Bonanno e chiuse la ri<strong>un</strong>ione.<br />

_ _ _<br />

Giulio si affacciò alla sua porta: «Puoi venire <strong>un</strong> attimo con<br />

me?». Era passato solo qualche giorno dalla ri<strong>un</strong>ione con<br />

Bonanno e non avevano avuto più occasione di parlare a<br />

quattrocchi. Fawzy sospese la sua sessione di lavoro e si<br />

avviò verso la porta, raggi<strong>un</strong>gendo Giulio, che si diresse<br />

verso l'uscita interna, quasi senza proferire parola, e<br />

questo non era proprio da lui. Una volta raggi<strong>un</strong>to il<br />

giardino dell'istituto, <strong>un</strong>a zona che com<strong>un</strong>que non<br />

richiedeva le nuove procedure di uscita da poco in vigore,<br />

imboccarono <strong>un</strong> vialetto e camminarono verso il grosso<br />

69


albero che torreggiava al centro, mentre Giulio si guardava<br />

intorno per essere sicuro che non erano osservati. Lì si<br />

fermarono e quando Giulio fu sicuro di essere riparato<br />

dalle finestre della facciata, estrasse <strong>un</strong>a piccola scatola<br />

bianca dalla tasca interna della giacca. Era molto<br />

artigianale, aveva <strong>un</strong> piccolo pulsante coperto da <strong>un</strong><br />

coperchio di sicurezza e due indicatori ad ago.<br />

«Molto semplice: il pulsante lo accende e spegne.<br />

Accendilo solo quando è necessario, potrebbe essere in<br />

qualche modo a sua volta rilevato. Non attiva i metal<br />

detector, quindi puoi fare a meno di tirarlo fuori quando ci<br />

devi passare in mezzo, anche se non credo si possa capire<br />

immediatamente di cosa si tratti se lo appoggi insieme ad<br />

altri oggetti nelle solite vaschette di fianco. Piuttosto evita<br />

di fartelo trovare addosso se vai in luoghi dove potresti<br />

essere perquisito, in quei casi sono molto più fiscali.<br />

D<strong>un</strong>que, il primo indicatore ti da l'intensità della sorgente, il<br />

secondo la direzione. Provalo <strong>un</strong> attimo adesso».<br />

Fawzy alzò il coperchio e premette il pulsante. Le due<br />

finestrelle si illuminarono, senza alc<strong>un</strong> rumore ed entrambi<br />

gli aghi rimasero a riposo.<br />

«Qui non sembra esserci niente, puoi cominciare a provare<br />

dalla tua stanza, nella mia ho trovato <strong>un</strong>a sorta di<br />

microfono».<br />

«Hai trovato <strong>un</strong> microfono nella tua stanza?» disse Fawzy<br />

con <strong>un</strong>a certa apprensione. Solo adesso si rendeva conto<br />

che tutte le cautele che avevano tenuto dell'ultimo periodo<br />

avevano <strong>un</strong> senso e che si trovavano sotto controllo.<br />

«Eh già, del resto lo supponevamo, no? Mi piacerebbe<br />

solo sapere se è opera di Locatelli o se c'era già da<br />

70


prima».<br />

«E adesso cosa pensi di fare?» chiese Fawzy sempre più<br />

agitato.<br />

«Assolutamente niente» rispose Giulio «non possiamo<br />

certo far capire a chi ci controlla che abbiamo <strong>un</strong> rilevatore<br />

di cimici. A parte che è illegale possederlo, sarebbe come<br />

fornire loro la prova che abbiamo qualcosa da<br />

nascondere».<br />

Il ragionamento non faceva <strong>un</strong>a piega. Fawzy spense il<br />

dispositivo e se lo mise in tasca: «Quanto ti debbo dare?»<br />

«Niente, sono bastati i soldi dell'altra volta».<br />

«Grazie» e ripercorsero a ritroso il cammino fatto,<br />

rientrando nell'edificio e cercando di mantenere anche lo<br />

stesso atteggiamento tra loro.<br />

Appena nella sua stanza, tirò fuori la scatoletta e l'accese.<br />

Questa volta gli indicatori si erano mossi e quello di sopra<br />

indicava la parete di fronte alla sua scrivania. Man mano<br />

che si avvicinava l'altro cresceva di intensità, fino a quando<br />

entrambi si fermarono in corrispondenza del brutto quadro<br />

attaccato alla parete. La pres<strong>un</strong>ta cimice era certo lì dietro,<br />

in posizione centrale vicino al p<strong>un</strong>to di attacco. Stava per<br />

togliere il quadro dal muro, quando ci ripensò, andò alle<br />

scrivania e prese la piccola torcia che teneva in <strong>un</strong><br />

cassetto. Tornò lì e cercò di sollevarlo il meno <strong>possibile</strong><br />

mentre accostava l'occhio facendo luce di sbieco. Dalla<br />

parte destra non vide niente. Passò sul lato opposto ed<br />

individuò quasi subito <strong>un</strong> bottoncino davvero minuscolo<br />

attaccato all'intelaiatura centrale. Gli venne da sorridere,<br />

era <strong>un</strong>a reazione alla tensione, ma fino ad <strong>un</strong> attimo prima<br />

credeva che quell'evento avrebbe potuto deprimerlo come<br />

71


al solito ed invece si stava sentendo stranamente<br />

sollevato: in fondo aveva acquisito <strong>un</strong> piccolo vantaggio su<br />

chi lo teneva sotto osservazione. Volle fare <strong>un</strong>'altra prova,<br />

uscì nel corridoio come per andare a prendere qualcosa al<br />

distributore automatico. Stando attento alle telecamere che<br />

erano state installate ed a quelli che passavano, ogni tanto<br />

dava <strong>un</strong>'occhiata ed alla fine scoprì che c'era qualcosa solo<br />

ad <strong>un</strong> crocevia di solito abbastanza frequentato. Non<br />

poteva fare ricerche più approfondite, ma intanto sapeva<br />

che la cautela di andare a parlare in corridoio, adottata in<br />

precedenza, aveva avuto successo. Arrivò all'angolo<br />

ristoro, prese <strong>un</strong>a bottiglietta d'acqua e tornò alla sua<br />

stanza.<br />

Provò a lavorare <strong>un</strong> po' dopo aver spento il dispositivo, ma<br />

non riusciva proprio a concentrarsi: l'impulso di andare a<br />

casa a vedere come stavano le cose non poteva più<br />

essere arginato. Prese quindi la sua roba e si avviò verso<br />

la stanza della sicurezza dove fece quella odiosa<br />

procedura di check-out, necessaria per chi andava via in<br />

orario di lavoro. Motivò l'uscita con <strong>un</strong> generico malessere<br />

e nel riquadro “Tempo pres<strong>un</strong>to di assenza” scrisse due<br />

giorni, sarebbe tornato certamente il mattino successivo,<br />

ma preferì prendere <strong>un</strong> minimo di margine, col rischio di <strong>un</strong><br />

sopralluogo a sorpresa preferiva che pensassero di avere<br />

più tempo a disposizione. Corse a casa, rischiando anche<br />

<strong>un</strong>a multa per eccesso di velocità.<br />

Appena arrivato andò al suo box e vi entrò dentro col<br />

mezzo. Non lo faceva spesso, ma non voleva essere visto.<br />

Chiuse il basculante ed accese il suo apparecchio che<br />

segnalava qualcosa. Sul momento la cosa lo sorprese <strong>un</strong><br />

72


po', ma si ricordò del disturbatore che gli avevano installato<br />

nel cannotto dello sterzo ed infatti l'ago segnalava proprio<br />

quel p<strong>un</strong>to. Non c'era altro. Prima di riaprire la porta lo<br />

spense e se lo mise in tasca. Pensò a cosa gli sarebbe<br />

potuto servire per proseguire la ricerca in casa ed alla fine<br />

decise di prendere solo <strong>un</strong>a torcia dalla scatola degli<br />

attrezzi. Uscì, tirò giù il basculante e bloccò la serratura. In<br />

<strong>un</strong> attimo era davanti alla porta dell'appartamento, si fece<br />

riconoscere, sentì lo scatto caratteristico ed entrò nel<br />

piccolo locale, dove si accese la luce. Era decisamente in<br />

<strong>un</strong>o stato di tensione elevata, ma riusciva a conservare<br />

<strong>un</strong>a grande lucidità, come raramente in passato era<br />

avvenuto in condizioni di stress. Prese il dispositivo dalla<br />

tasca della giacca, buttando tutto il resto alla rinfusa sul<br />

divano, lo accese e guardò con attenzione gli indicatori che<br />

si mossero con decisione, p<strong>un</strong>tando la porta finestra. Andò<br />

gradualmente in quella direzione, ma più si avvicinava al<br />

potenziale bersaglio e più l'ago direzionale faceva dei<br />

movimenti incomprensibili. Provò ad arretrare e<br />

riavvicinarsi <strong>un</strong> paio di volte, fino a quando non si rese<br />

conto che doveva p<strong>un</strong>tare verso l'alto: del resto il<br />

quadrante era bidimensionale e non avrebbe potuto fare di<br />

più.<br />

Mise l'apparecchio in tasca ed andò a prendere il piccolo<br />

scaleo che teneva nel ripostiglio, aprendolo a compasso e<br />

collocandolo nella posizione che gli sembrava più comoda<br />

per <strong>un</strong>a ricerca sul cornicione delle tende. Si disse che<br />

avrebbe dovuto fare piano altrimenti, se ci fosse stato<br />

qualc<strong>un</strong>o in ascolto avrebbe potuto capire che stava<br />

cercando il microfono. Prese anche la torcia e salì fino al<br />

73


pianale superiore: stare in quella posizione, senza avere<br />

<strong>un</strong> p<strong>un</strong>to di appoggio, gli dava sempre <strong>un</strong> po' di vertigini e<br />

cercò qualche sporgenza a cui attaccarsi, ma non c'era<br />

niente che gli desse sicurezza, per cui appoggiò la torcia<br />

sul cornicione e la mano appena liberata alla parete. Solo<br />

allora ritirò fuori il rilevatore ed iniziò a cercare, ma fu<br />

costretto a guardare e riguardare più volte perché lo<br />

avevano collocato in <strong>un</strong>a posizione bastardissima. Era più<br />

grande di quello che aveva visto in ufficio e si disse che<br />

probabilmente aveva <strong>un</strong>a trasmittente a più largo raggio.<br />

Scese con eguale cautela, rimise a posto le tende ed aprì<br />

la serranda, che fino a quel momento era rimasta chiusa.<br />

Entrò nella sua camera. Qui fu tutto molto più facile, lo<br />

trovò infatti quasi subito dietro la testata del letto. Gli venne<br />

in mente che sapevano benissimo di quanto si fosse ridotta<br />

la sua attività sessuale nell'ultimo periodo, in barba a tutte<br />

le leggi sulla privacy, che in effetti ormai valevano solo per<br />

pochi eletti.<br />

Passò in bagno, c'era anche lì e per l'esperienza<br />

precedente capì subito che anche questo si trovava in alto.<br />

Gli bastò salire sulla tazza del bidè per scovarlo accanto<br />

alle luci della specchiera sopra il lavandino.<br />

Infine volle provare nel ripostiglio. Gli indicatori segnavano<br />

qualcosa, ma sentivano soltanto quello del soggiorno: il<br />

ripostiglio era pulito ed in caso di emergenza avrebbe<br />

potuto essere utilizzato per com<strong>un</strong>icare. Gli venne anche in<br />

mente che sarebbe stata <strong>un</strong>a buona idea insonorizzarlo <strong>un</strong><br />

po'.<br />

Aveva finito la ricognizione e la frenesia che aveva avuto<br />

addosso fino a quel momento stava rapidamente<br />

74


scemando, stava smaltendo l'adrenalina.<br />

Riuscì a mangiare <strong>un</strong>a scatola di alghe idroponiche seduto<br />

sul divano, mentre guardava il notiziario perpetuo. C'erano<br />

sempre le solite cose, d'altro canto le notizie vere<br />

dovevano essere cercate altrove, su canali molto meno<br />

ufficiali che cambiavano in continuazione la fonte di<br />

trasmissione, appena erano oscurati. Continuava a<br />

chiedersi se potesse esserci qualc<strong>un</strong>o in ascolto, ma molto<br />

probabilmente non era così, troppo costoso. Dovevano<br />

usare quegli analizzatori euristici che filtravano i suoni<br />

riconoscendo quelli ricorrenti e selezionando solo le<br />

porzioni con <strong>un</strong> contenuto potenzialmente interessante.<br />

Piano piano si rese conto che ormai la tensione si stava<br />

trasformando in intorpidimento e quasi senza<br />

accorgersene si addormentò.<br />

Al suo risveglio era già buio, portò il piatto in cucina e si<br />

ricordò che non aveva spento il rilevatore. Lo andò a<br />

prendere premette il pulsante e cercò qualcosa che<br />

facesse pensare ad <strong>un</strong> p<strong>un</strong>to di alimentazione che non<br />

c'era: “debbo chiedere a Giulio come si ricaricano le<br />

batterie” pensò tra sé. Nascose il dispositivo in <strong>un</strong>a scatola<br />

nell'armadio, mise a posto ciò che aveva buttato sul divano<br />

al suo arrivo, si infilò la giacca ed uscì per prendere<br />

qualcosa al negozietto vicino a casa, anche per fare due<br />

passi.<br />

_ _ _<br />

Erano passate le due settimane concesse dalla Brembo ed<br />

era stata fissata la ri<strong>un</strong>ione di avanzamento progetto.<br />

Nel frattempo Ferri si era rivolto di malavoglia a Fawzy per<br />

75


valutare qualche intervento per MèCà. Era più che<br />

evidente l'<strong>un</strong>ico scopo che aveva: presentarsi in ri<strong>un</strong>ione<br />

potendo dire che qualcosa aveva iniziato a fare. Fawzy<br />

pensò bene di assegnare il compito ad <strong>un</strong>o dei suoi<br />

assistenti meno brillanti, affiancato da qualche laureando,<br />

che avrebbe fatto com<strong>un</strong>que <strong>un</strong>a discreta esperienza, ma<br />

le p<strong>un</strong>te di diamante non potevano essere distolte da<br />

D<strong>un</strong>bar.<br />

Gli ologrammi di Ferri, Bonanno, la Chang, Fawzy e dei<br />

ministri che erano stati assenti alla prima ri<strong>un</strong>ione, si<br />

trovavano già raggruppati al centro dello studio di Maria<br />

Chang in attesa della vicepresidente che si stava facendo<br />

attendere. Quando comparve Oscar, ancor più in tiro della<br />

volta precedente, fu chiaro a tutti che Sua Eccellenza stava<br />

per arrivare: «Buon pomeriggio a tutti signori e benvenuti a<br />

questa prima ri<strong>un</strong>ione di avanzamento lavori per la<br />

realizzazione del Modulo Sociale da <strong>un</strong> milione di<br />

persone» disse ancor prima che la sua immagine si fosse<br />

completamente materializzata al centro della stanza.<br />

«Troppo l<strong>un</strong>go, avete trovato <strong>un</strong> nome per il progetto?».<br />

Bonanno rispose: «D<strong>un</strong>bar è il nome provvisorio».<br />

«D<strong>un</strong>bar, dice? Non so che vuol dire, ma è breve e suona<br />

bene, mi piace» e con quello mise <strong>un</strong>a pietra tombale su<br />

qual<strong>un</strong>que altra <strong>possibile</strong> alternativa. «Vorrei iniziare dal<br />

principale adempimento di mia competenza, la scelta del<br />

sito. Sentite le caratteristiche formulate dal team di<br />

progettazione, che il dottor Bonanno mi ha gentilmente<br />

com<strong>un</strong>icate alc<strong>un</strong>i giorni or sono, esaminati i pareri del<br />

Ministro delle Infrastrutture Carmagnati, in base ai<br />

sopralluoghi satellitari da parte del Servizio Geologico<br />

76


Nazionale, il luogo considerato ideale per la collocazione<br />

della nuova città è stato individuato in Valtellina e più<br />

esattamente nella zona indicata nella piantina che adesso<br />

potete vedere».<br />

In mezzo ai loro ologrammi comparve <strong>un</strong>a sorta di cubo<br />

che riportava su ciasc<strong>un</strong>a faccia <strong>un</strong>a mappa con <strong>un</strong>a croce<br />

molto evidente in <strong>un</strong>a zona quasi completamente sgombra,<br />

sul fianco di <strong>un</strong> monte esposto a sud, su <strong>un</strong>a sorta di<br />

altipiano, due-trecento metri sopra il livello della valle.<br />

«Professor Wahab ha qualche commento da fare?».<br />

Fawzy stava cercando di capire le caratteristiche del<br />

terreno, intuiva che non era in piano, ma non comprendeva<br />

quale fosse la pendenza, cercava di inquadrare gli<br />

insediamenti nelle vicinanze, la larghezza della valle in<br />

quel p<strong>un</strong>to...<br />

«Professore è con noi?» lo incalzò la Brembo.<br />

«Certamente sì, mi scusi, stavo cercando di individuare le<br />

caratteristiche più importanti della zona. Mi sembra presto<br />

per fare commenti con piena cognizione di causa, ma<br />

posso apprezzare l'esposizione e gli spazi circostanti».<br />

Parlava lentamente, scandendo le parole per prendere più<br />

tempo <strong>possibile</strong> «ho l'impressione che l'inclinazione del<br />

terreno richiederà <strong>un</strong>a revisione nella progettazione delle<br />

fondamenta e degli elementi a terra» altra piccola pausa<br />

«sono inoltre <strong>un</strong> po' preoccupato dal fatto che l'accesso<br />

alla valle potrebbe condizionare le vie di com<strong>un</strong>icazione<br />

con la pianura, conosco la zona e so che il l<strong>un</strong>go lago è<br />

tutt'altro che agevole da percorrere. Confido però nel fatto<br />

che i progettisti e gli ingegneri sapranno trovare le<br />

soluzioni più adeguate. Ci lasci qualche giorno per<br />

77


approfondire le caratteristiche ambientali».<br />

«Molto bene» commentò la Brembo «a chi tocca<br />

adesso?».<br />

Seguirono quasi due ore di sproloqui politici da parte dei<br />

ministri, con la vicepresidente che non perdeva occasione<br />

di fustigare il relatore di turno appena si avventurava su <strong>un</strong><br />

terreno che non padroneggiava completamente.<br />

Drammatica fu l'esposizione di Ferri, partito già intimorito.<br />

Volle cominciare dalle iniziative che diceva di aver fatto già<br />

partire per mitigare la situazione di Mècà, ma bastarono <strong>un</strong><br />

paio di domande mirate della Brembo per evidenziare che<br />

dietro la sua fumosa esposizione c'era il vuoto pneumatico.<br />

La lavata di testa non si fece attendere, prostrò Ferri e<br />

mise in imbarazzo gli altri presenti, che avrebbero preferito<br />

trovarsi altrove. Passò quindi a trattare gli argomenti in<br />

agenda che lo riguardavano ed ancora <strong>un</strong>a volta sembrò a<br />

tutti che si industriasse per affossare la propria credibilità:<br />

la Brembo non ebbe neppure bisogno di attendere la fine<br />

della sua esposizione per andare su tutte le furie. Definì le<br />

sue strategie per l'individuazione e la catalogazione dei<br />

candidati per D<strong>un</strong>bar dei giochi da bambini dell'asilo e<br />

l'impostazione dell'impianto normativo a sostegno<br />

assolutamente priva di contenuto. Gli epiteti offensivi si<br />

sprecavano: incapace, privo di volontà ed amor proprio<br />

erano i più benevoli e per chiudere affermò<br />

ostentatamente: «Ministro Ferri, penso che lei abbia<br />

bisogno di <strong>un</strong> aiuto per <strong>un</strong>a profonda revisione della sua<br />

impostazione, ritengo quindi di doverle affiancare il dottor<br />

Bonanno che, a differenza di lei, merita la nostra piena<br />

fiducia».<br />

78


Maria e Fawzy si erano messi opport<strong>un</strong>amente vicini<br />

questa volta ed il rettore spense <strong>un</strong> attimo il microfono per<br />

dire sottovoce: «Questo era il messaggio per me»: non<br />

c'era niente da fare, Maria era <strong>un</strong>a fuoriclasse, non a caso<br />

era diventata rettore e lui rimasto professore, per quanto<br />

illustre e stimato. A parte quell'episodio spiacevole, e non<br />

voleva neppure pensare cosa sarebbe successo se fosse<br />

stato lui il bersaglio, Fawzy stava cominciando ad<br />

apprezzare quel mondo per lui nuovo delle stanze dei<br />

bottoni. Non che fosse <strong>un</strong> amante del potere, anzi, ma per<br />

la prima volta nella sua carriera gli si svelava <strong>un</strong>o scenario<br />

che aveva immaginato abbastanza diverso. Da <strong>un</strong>a parte<br />

c'era il crollo di <strong>un</strong> mito, questi ministri che i media ufficiali<br />

magnificavano come persone competentissime e quasi<br />

infallibili, nella realtà dei fatti si stavano dimostrando più<br />

che normali, anzi lui avrebbe detto non all'altezza del<br />

proprio compito. Dall'altra la Brembo rappresentava invece<br />

la quintessenza della capacità e della chiarezza di idee,<br />

colei che con poche parole rendeva possibili progetti che<br />

avevano richiesto anni di studio e di fatica. Ecco, era<br />

proprio questo che gli creava <strong>un</strong>a sorta di euforia,<br />

abbastanza estranea alla sua indole, la sensazione di<br />

poter realizzare qualcosa che sarebbe stato ricordato, di<br />

poter contribuire a prendere delle decisioni importanti, il<br />

tutto dava <strong>un</strong> senso al lavoro di anni. Questo lo portò a<br />

diventare protagonista della parte finale della ri<strong>un</strong>ione,<br />

intervenendo a più riprese con proposte e suggerimenti<br />

che la Brembo accettava quasi senza battere ciglio, con<br />

sua grande sorpresa.<br />

La ri<strong>un</strong>ione finì, le figure al centro dello studio della Chang<br />

79


si dissolsero ed alla fine anche loro due uscirono di scena,<br />

dopo la chiusura del collegamento.<br />

«È andata bene mi sembra» chiosò la Chang «debbo dire<br />

che sono rimasta meravigliata di come ha preso in mano<br />

l'ultima parte della ri<strong>un</strong>ione, non ricordo di aver mai visto in<br />

lei tanta “presence a la table”».<br />

Fawzy rimase <strong>un</strong> minimo sorpreso, era la prima volta che<br />

la sentiva fare <strong>un</strong>a citazione in francese: «È vero, quasi<br />

non mi riconoscevo neppure io. Sarà perché, dopo essere<br />

andato a sbattere contro tanti muri di gomma, trovare<br />

qualc<strong>un</strong>o che vuole fare proprio ciò che hai sempre<br />

sognato mi è sembrato <strong>un</strong> vero miracolo ed anch'io sono<br />

stato preso da <strong>un</strong>o stato di grazia. Tanto vedrà che passa<br />

presto, non si preoccupi» disse ridendo e si salutarono.<br />

_ _ _<br />

Dopo alc<strong>un</strong>e settimane di lavoro estremamente intenso, gli<br />

specialisti avevano terminato la progettazione di massima<br />

dell'edificio definitivo, che adesso mostrava <strong>un</strong>a sorta di<br />

gonna alla base, necessaria a pareggiare <strong>un</strong> terreno più<br />

scosceso di quanto era auspicabile, e adesso stavano<br />

procedendo su quella di dettaglio. Queste caratteristiche,<br />

man mano che venivano consolidate, erano codificate ed<br />

inserite nel sistema di simulazione che, per porzioni, aveva<br />

già girato più volte, consentendo la messa a p<strong>un</strong>to di tutta<br />

<strong>un</strong>a serie di dettagli.<br />

Il Ministero delle Infrastrutture a tempo di record aveva<br />

commissionato i lavori di preparazione del terreno, i primi<br />

bulldozer stavano già scorrazzando sul declivio ed ed<br />

alc<strong>un</strong>e trivelle avevano iniziato a preparare le sedi per i<br />

80


piloni di sostegno. Proseguiva inoltre la selezione delle<br />

imprese che sarebbero intervenute successivamente,<br />

appena completati i piani specifici di progetto.<br />

Parallelamente, avevano iniziato a potenziare la viabilità<br />

stradale e soprattutto ferroviaria esistenti: avevano deciso<br />

per quella variante appena fu chiaro che i collegamenti<br />

diretti ad alta capacità sarebbero arrivati <strong>un</strong> bel po' dopo<br />

l'entrata in esercizio di D<strong>un</strong>bar.<br />

I matematici avevano proseguito con i controlli per<br />

comprendere fino in fondo le conseguenze di aver adottato<br />

il motore modificato a Calcutta ed aver superato di quattro<br />

volte i precedenti limiti dimensionali: i correttivi adottati fino<br />

a quel momento erano tutt'altro che marginali, ma regnava<br />

<strong>un</strong>a grande fiducia e tutto stava procedendo per il meglio.<br />

Sui canali divulgativi sempre più spesso trasmettevano<br />

documentari e comparivano sedicenti esperti a cercare di<br />

spiegare cosa si stava costruendo in Valtellina. Erano<br />

chiaramente iniziative governative, ma erano fatti in modo<br />

da farli sembrare reportage indipendenti, con le<br />

informazioni che trapelavano <strong>un</strong> po' per volta per tenere<br />

alto l'interesse o, per meglio dire, la curiosità della massa.<br />

Furono messe in giro informazioni volutamente imprecise<br />

che dettero adito ad illazioni, successivamente smentite. Il<br />

tutto si stava trasformando in <strong>un</strong>a sorta di reality dei bei<br />

tempi andati.<br />

In questo contesto di fervente attività Fawzy si stava<br />

ammazzando di lavoro, ma appariva sereno e pienamente<br />

integrato nel gigantesco meccanismo che si era messo in<br />

moto. Era naturalmente sua responsabilità coordinare le<br />

attività di pertinenza <strong>un</strong>iversitaria, come la verifica di<br />

81


compatibilità al modello delle varie componenti prodotte<br />

all'esterno. Sembrava aver anche trovato <strong>un</strong>a buona<br />

sintonia con Bonanno, che aveva messo da parte la<br />

ruvidità dei primi giorni. Anche Locatelli aveva allentato di<br />

molto la presa, visto che mancava qual<strong>un</strong>que indizio di<br />

pericolo e, pur mantenendo il suo forte pregiudizio, Fawzy<br />

cominciava quasi a non lo considerarlo più il nemico<br />

giurato che aveva fatto irruzione in casa sua qualche<br />

settimane prima.<br />

Si era anche dimenticato più di <strong>un</strong>a volta di aggiornare il<br />

rettore Chang e questa si era guardata bene dal prendere<br />

qual<strong>un</strong>que iniziativa di richiamo all'ordine, avendo il timore<br />

di compromettere quel flusso magicamente favorevole.<br />

In questo quadro quasi idilliaco di produttività, <strong>un</strong>a mattina<br />

Fawzy controllò come d'abitudine i messaggi in arrivo e<br />

trovò <strong>un</strong> altro invito convenzionale di Harsha, che in quel<br />

periodo aveva praticamente rimosso dai suoi pensieri.<br />

L'evento gli sembrava anomalo e continuava a guardare<br />

quel messaggio come se potesse svanire dallo schermo da<br />

<strong>un</strong> momento all'altro. Dopo qualche secondo di stallo, si<br />

convinse finalmente che non sarebbe successo niente e<br />

cominciò a chiedersi come avrebbe potuto chiamarlo<br />

senza destare sospetti. Praticamente viveva in Istituto, ci<br />

era rimasto a dormire più di <strong>un</strong>a volta, sfruttando <strong>un</strong>a<br />

brandina che aveva scoperto in <strong>un</strong>o sgabuzzino. Uscire in<br />

orario di lavoro avrebbe certamente fatto drizzare le<br />

antenne a Locatelli e non poteva attendere il ritorno a casa<br />

quella sera, per il fuso orario Harsha sarebbe già stato<br />

sotto le coperte. Decise che lo avrebbe chiamato il mattino<br />

successivo prima di andare al lavoro, ma si doveva creare<br />

82


com<strong>un</strong>que <strong>un</strong> diversivo. O forse non ne aveva bisogno? A<br />

questo p<strong>un</strong>to che c'era di male se chiamava <strong>un</strong> collega<br />

indiano. No, non poteva essere così. Non sapeva cosa<br />

aveva da dirgli e poteva essere qualcosa di<br />

compromettente, quindi se la conversazione fosse stata<br />

sorvegliata la faccenda sarebbe venuta fuori, non poteva<br />

dirgli esplicitamente che erano intercettati. Non c'era<br />

neppure Giulio, con il suo spirito pratico, era fuori per <strong>un</strong><br />

sopralluogo e sarebbe tornato dopo <strong>un</strong> paio di giorni. Più ci<br />

pensava meno quella chiamata sembrava fattibile ed il suo<br />

solito nervosismo stava montando rapidamente. Si disse a<br />

più riprese di stare calmo, si convinse che arrivare in ufficio<br />

più tardi era meglio che uscire e rientrare, si ricordò che<br />

avrebbe avuto bisogno del rilevatore, che era ancora<br />

nascosto nell'armadio, e si concentrò su quale poteva<br />

essere l'alibi. Andò a ricercare la pianta dei telefoni pubblici<br />

di zona e cercò di individuarne <strong>un</strong>o vicino a qualcosa o<br />

qualc<strong>un</strong>o che poteva servire allo scopo. Scandagliando le<br />

varie zone si rese conto che <strong>un</strong>o era dalle parti dello studio<br />

del suo medico. Sempre in quella zona abitava la sua<br />

vecchia zia Simona, che non sentiva da <strong>un</strong> sacco di tempo:<br />

se non fosse stato <strong>possibile</strong> chiamare dal posto pubblico,<br />

poteva provare dal suo appartamento. Decise di fare così,<br />

chiamò lo studio e riuscì a prendere <strong>un</strong> app<strong>un</strong>tamento per<br />

l'indomani mattina, dopo <strong>un</strong> po' di insistenza. Poi telefonò<br />

alla zia, per dirle che dopo la visita sarebbe passata a casa<br />

sua: all'anziana signora non parve il vero di sentire il nipote<br />

e provò subito ad attaccagli <strong>un</strong> bottone, ma Fawzy si scusò<br />

e disse che era davvero occupato.<br />

Dopo <strong>un</strong>a giornata appena meno impegnativa del solito,<br />

83


Fawzy si apprestò ad andare a casa e passò dall'ufficio<br />

sicurezza per com<strong>un</strong>icare l'arrivo in ritardo del mattino<br />

successivo. L'addetto eseguì la registrazione e gli augurò<br />

buona serata. Fawzy andò a casa e per prima cosa<br />

controllò che il rilevatore si accendesse regolarmente e<br />

che la scheda telefonica fosse a portata di mano. Mise <strong>un</strong><br />

po' di musica e preparò e consumò la solita cena frugale.<br />

Ricevette la chiamata di <strong>un</strong> assistente che gli voleva riferire<br />

<strong>un</strong>a situazione secondo lui urgente, ma che in realtà<br />

poteva essere tranquillamente riportata il giorno dopo.<br />

Lesse qualche pagina di <strong>un</strong> libro iniziato da settimane, al<br />

quale non riusciva proprio ad appassionarsi, e si ritrovò a<br />

ripensare al mattino successivo ed alle cautele che<br />

avrebbe dovuto mettere in atto. Andò poi a letto, ma il<br />

sonno sembrava proprio non volesse arrivare e stette a<br />

rigirarsi fino a notte fonda.<br />

Il mattino dopo si risvegliò abbastanza presto e volle fare<br />

tutto con calma per evitare qual<strong>un</strong>que accumulo di<br />

tensione. Come rito propiziatorio rifece la sp<strong>un</strong>ta di tutto<br />

ciò che gli serviva e dei semplici passi che doveva<br />

compiere. Mise gli oggetti nelle tasche della giacca ed<br />

andò a prendere il triciclo. Volle com<strong>un</strong>que controllare se ci<br />

fossero delle novità della notte: il rilevatore indicava solo il<br />

disturbatore, bene!<br />

In <strong>un</strong> quarto d'ora arrivò in zona ed individuò il telefono<br />

che, anche questa volta, non era in <strong>un</strong>a cabina e stava in<br />

<strong>un</strong> p<strong>un</strong>to piuttosto frequentato. Visto che era in leggero<br />

anticipo stette <strong>un</strong> po' a vedere come giravano le cose: c'era<br />

<strong>un</strong> discreto viavai, per la presenza di alc<strong>un</strong>i negozietti<br />

etnici, sia di abbigliamento che di generi alimentari, di cui<br />

84


non si ricordava minimamente. Probabilmente si era<br />

formata di recente <strong>un</strong>a com<strong>un</strong>ità di stranieri nelle vicinanze<br />

ed avevano pensato bene di ricrearsi <strong>un</strong> ambiente più<br />

familiare. Si avvicinò <strong>un</strong> attimo all'apparecchio e dette<br />

<strong>un</strong>'occhiata al rilevatore, che non segnalò alc<strong>un</strong>a fonte<br />

nelle vicinanze. Provò a fare la chiamata, squillò libero a<br />

l<strong>un</strong>go, senza sentire il re-indirizzamento ad <strong>un</strong> dispositivo<br />

mobile, come avrebbe dovuto. Il problema ormai mondiale<br />

di saturazione della banda aveva imposto che le chiamate<br />

ai portatili fossero sempre precedute da <strong>un</strong> tentativo su <strong>un</strong><br />

fisso. C'erano giorni che il rimbalzo sugli apparecchi mobili<br />

risultava davvero problematico e se la persona chiamata<br />

non rispondeva avevi sempre il dubbio che il motivo fosse<br />

quello. Riprovò <strong>un</strong>a seconda volta, ma il risultato fu lo<br />

stesso.<br />

Era quasi l'ora dell'app<strong>un</strong>tamento, per cui si mosse alla<br />

volta dello studio, dove entrò quando già era il suo turno,<br />

per cui fu introdotto immediatamente. Al suo dottore<br />

giustificò quella visita con <strong>un</strong> generico stato di stanchezza,<br />

presumibilmente generato dall'intenso periodo lavorativo, e<br />

da <strong>un</strong>a certa difficoltà a prendere sonno. Il medico lo visitò,<br />

collegò il terminale di pelle attiva di Fawzy al suo robot<br />

diagnostico e fece qualche analisi al volo, senza trovare<br />

niente di anomalo. Gli fissò <strong>un</strong>a ricognizione globale, che<br />

non faceva da più di tre anni e che richiedeva <strong>un</strong><br />

laboratorio ben più attrezzato: Fawzy sapeva benissimo da<br />

prima di entrare che sarebbe andata a finire così, ma<br />

nonostante tutto non poté fare a meno di dimostrare<br />

disapp<strong>un</strong>to. Il fatto di farsi iniettare quei nanorobot in vena<br />

ed avere quella sensazione che ti mangiassero dall'interno,<br />

85


mentre verificavano e riparavano le eventuali anomalie<br />

individuate, gli dava <strong>un</strong> fastidio tremendo. C'era poi quella<br />

sorta di dialisi a posteriori per recuperarli che non finiva<br />

mai. Di fatto non sapeva cosa volesse dire, ma a volte<br />

aveva pensato che in certi casi sarebbe stato meglio<br />

ammalarsi. Gli prescrisse infine <strong>un</strong>o stimolatore staminale<br />

ed <strong>un</strong> blando sonnifero, da prendere solo in caso di<br />

necessità.<br />

Fawzy uscì e tornò al telefono pubblico. La situazione di<br />

movimento nei paraggi non era cambiata, così non ci stette<br />

tanto a pensare, si avvicinò, fece <strong>un</strong> rapido controllo:<br />

niente. Inserì la tessera e compose il numero, <strong>un</strong> attimo di<br />

silenzio, poi iniziò a squillare libero ed ancora ness<strong>un</strong>o<br />

rispose, anche questa volta non aveva sentito<br />

quell'impercettibile discontinuità che ti faceva capire di aver<br />

reindirizzato la chiamata. Sempre più strano, cosa gli era<br />

successo? Era evidente che non l'aveva rifiutata, suonava<br />

solo a vuoto. Si allontanò e riprovò dopo qualche minuto,<br />

ma ancora senza successo.<br />

Decise allora di andare da sua zia, che lo accolse a braccia<br />

aperte. Gli aveva fatto trovare, caffè, tè e pasticcini. Era<br />

rimasto digi<strong>un</strong>o per precauzione, considerata la visita, ed<br />

accettò qualcosa, anche se aveva lo stomaco chiuso,<br />

come ogni volta che gli si alzava il livello di stress.<br />

Chiacchierarono amabilmente <strong>un</strong>a ventina di minuti,<br />

almeno in apparenza, poi le chiese se poteva avvertire che<br />

era in ritardo: lei gli disse di chiamare chi<strong>un</strong>que volesse al<br />

mondo e a lui venne da pensare che certe coincidenze<br />

sembravano preordinate. Stava per comporre il numero di<br />

Harsha quando gli venne lo scrupolo di accendere il<br />

86


ilevatore e rimase a bocca aperta vedendo che l'ago<br />

direzionale p<strong>un</strong>tava senza esitazione l'apparecchio. Si<br />

sforzò di non pensarci e chiamò davvero l'ufficio sicurezza<br />

dicendo che aveva approfittato della vicinanza per visitare<br />

sua zia e che quindi avrebbe avuto qualche minuto in più di<br />

ritardo. Se le cose stavano come pensava, erano in grado<br />

di controllare. Qualche convenevole ancora e riuscì a<br />

sganciarsi dalla cara zia, promettendole che sarebbe<br />

tornato appena <strong>possibile</strong>. Di umore piuttosto nero tornò al<br />

solito apparecchio e riprovò a chiamare ancora <strong>un</strong>a volta:<br />

niente da fare di Harsha ness<strong>un</strong>a traccia. Si mise a<br />

guardare <strong>un</strong>o schermo di notizie nelle vicinanze, tanto per<br />

non farsi notare e dopo qualche minuto tornò per riprovare<br />

l'ultima volta. Scheda dentro, numero sul tastierino, squillo<br />

libero e finalmente Harsha rispose: «Meno male, non ci<br />

speravo più» disse in inglese.<br />

«In effetti sono appena rientrato e mi sono accorto che ho<br />

perso o mi hanno rubato la mia <strong>un</strong>ità da tasca» sentendo<br />

quelle parole a Fawzy venne da pensare che lui non era<br />

l'ultimo dinosauro al mondo, allora. «Ascoltami non so in<br />

che condizione sei, quindi non ti faccio perdere tempo.<br />

Volevo avvertirti che due giorni fa ero al ministero e mi è<br />

capitato di ascoltare scampoli di conversazione di due<br />

persone, che poi si sono accorte della mia presenza e si<br />

sono allontanate. Non so chi fossero, ma stavano<br />

certamente parlando del vostro progetto ed ipotizzavano<br />

che presso di voi si sia infiltrato <strong>un</strong> agente dei servizi<br />

segreti cinesi. Ti dirò di più, ho il sospetto che stessero<br />

parlando di Bonanno, non chiedermi perché, ma dalle<br />

parole che hanno usato l'impressione che ho avuto è stata<br />

87


questa. Bonanno o no, devi prendere la notizia per quello<br />

che è, non ho alc<strong>un</strong> riscontro, ma mi sembrava importante<br />

fartelo sapere perché credo sia quanto meno <strong>possibile</strong>.<br />

Non c'è operazione importante che non ci veda in<br />

competizione con la Cina e ci sta che Bonanno fosse già<br />

stato assoldato all'epoca o lo sia stato prima di venire da<br />

voi. Questa è <strong>un</strong>a partita che può alterare gli equilibri<br />

continentali».<br />

Fawzy che lo aveva ascoltato fino a quel momento quasi<br />

pietrificato, restò <strong>un</strong> attimo ancora in silenzio. Alla fine volle<br />

dire: «Ma sei proprio sicuro, a me non sembra così<br />

plausibile, non ci sono mai state interferenze di questo tipo<br />

finora, perché dovrebbero farlo?».<br />

«Si vede che vivi in <strong>un</strong>'altra parte del mondo Fawzy. Il<br />

Modulo Sociale fa sicuramente gola ai Cinesi, ed anche<br />

solo per boicottare il nostro paese farebbero carte false».<br />

«Va bene, se lo dici tu. Grazie. Ci sentiamo<br />

prossimamente» e si salutarono, ma restò piuttosto<br />

perplesso.<br />

Mentre tornava in Istituto si sforzava di pensare ad episodi<br />

che potessero confermare quella ipotesi, ma non riusciva a<br />

ricordare niente di significativo. Si rendeva com<strong>un</strong>que<br />

conto di non essere la persona più indicata a fare quel tipo<br />

di valutazione e si disse che in ogni caso Bonanno aveva<br />

dimostrato fin dall'inizio di sapere il fatto suo, quindi se<br />

fosse stato <strong>un</strong>a spia, certamente era abituato a non<br />

lasciare indizi. Ma lasciando perdere l'ipotesi Bonanno, il<br />

fatto che ci fosse qualc<strong>un</strong>o all'opera per carpire i loro<br />

segreti era in effetti plausibile ed il castello di precauzioni<br />

costruito da Locatelli ne era la prova più evidente. Al<br />

88


termine di quel ragionamento era ormai convinto che<br />

avrebbe dovuto tenerlo sotto il più stretto controllo, per<br />

individuare eventuali segnali della sua potenziale<br />

pericolosità.<br />

Quando entrò in stanza trovò <strong>un</strong> avviso che proprio<br />

Bonanno voleva vederlo. Era <strong>un</strong>'altra coincidenza<br />

sospetta? Ma che stava dicendo, si vedevano quasi ogni<br />

giorno, anche più di <strong>un</strong>a volta. Stava di nuovo entrando in<br />

paranoia. Lo chiamò e lo raggi<strong>un</strong>se. L'argomento era<br />

banale e mentre Bonanno lo esponeva, senza rendersene<br />

conto si trovò a fissarlo con insistenza. Bonanno se ne<br />

accorse e gli chiese: «C'è qualcosa che non va?».<br />

Lui accampò <strong>un</strong>a banale scusa e, <strong>un</strong>a volta terminato,<br />

tornò nella sua stanza con quel pensiero fisso nella testa.<br />

Decise che ne avrebbe parlato con Giulio, appena fosse<br />

tornato, e per rimuovere quell'idea dalla mente sprofondò<br />

nel lavoro, che per fort<strong>un</strong>a non mancava.<br />

_ _ _<br />

Giulio aveva trovato delle difficoltà ed era dovuto rimanere<br />

fuori diversi giorni. Le ditte assegnatarie sembravano fare<br />

a gara nell'interpretare male gli schemi predisposti, così lui<br />

e Cabrini erano stati costretti a fare salti mortali per<br />

ricondurre tutti all'impostazione originale. Tornò di venerdì<br />

e bussò alla sua porta per relazionarlo sull'accaduto.<br />

Per tutta risposta Fawzy lo prese sotto braccio e gli disse:<br />

«Andiamo a prendere <strong>un</strong> caffè?».<br />

Dal tono Giulio capì subito che c'era qualcosa che gli<br />

doveva raccontare. Arrivarono all'area ristoro, per fort<strong>un</strong>a<br />

non c'era ness<strong>un</strong>o in quel momento. Fawzy tirò fuori il<br />

89


ilevatore e lo accese: avevano messo <strong>un</strong> microfono anche<br />

lì. Facendo finta di niente, accostò il suo dispositivo da<br />

polso al sensore del distributore, fece la sua scelta ed<br />

invitò l'amico a fare altrettanto. Ancora non aveva detto<br />

<strong>un</strong>a parola e Giulio continuava a studiare il suo<br />

comportamento per capire se doveva cominciare a<br />

preoccuparsi. Si allontanarono quanto bastava ed in <strong>un</strong><br />

angolo cieco del corridoio adiacente Fawzy gli raccontò<br />

della telefonata di Harsha e della sua perplessità ad<br />

accogliere quella ipotesi. Questa volta anche la solita<br />

sicurezza di Giulio venne meno. Restò pensieroso a<br />

fissarlo ed alla fine seppe solo dire: «Stiamo ancora più<br />

attenti, vediamo se fa <strong>un</strong>a mossa falsa. Com<strong>un</strong>que non<br />

sono così convinto neppure io», ma il suo tono di voce<br />

tradiva <strong>un</strong>a certa difficoltà ad avvalorare ciò che avrebbe<br />

voluto sentirsi dire, anche lui era più propenso a credere<br />

che Harsha aveva colto nel segno. Si separarono senza<br />

aggi<strong>un</strong>gere altro.<br />

In cuor suo sperava poi che Giulio avrebbe almeno tirato<br />

fuori <strong>un</strong>a linea di condotta, come faceva di solito, come<br />

avrebbe dovuto fare anche in quella circostanza. Questa<br />

ulteriore delusione contribuì a peggiorare il suo umore, già<br />

abbastanza incupito, e pensò di cercare <strong>un</strong> <strong>possibile</strong><br />

appiglio nell'<strong>un</strong>ico altro porto sicuro che era disposto a<br />

riconoscere come tale: il p<strong>un</strong>to di vista del rettore. Si<br />

diresse verso la stanza della Chang, chiese all'assistente<br />

se poteva entrare e bussò.<br />

«Buon giorno rettore, mi chiedevo se fosse già impegnata<br />

questo fine settimana, magari domani. Volevo invitarla a<br />

pranzo, c'è <strong>un</strong> locale in collina dove non sono mai stato,<br />

90


perché non mi va di andare da solo, ma sento tutti dirne <strong>un</strong><br />

gran bene. Posso prenotare?».<br />

Lei lo guardò, capì e rispose: «Volentieri, grazie. È <strong>un</strong><br />

sacco di tempo che non ci vediamo fuori da queste quattro<br />

mura. Naturalmente passo io a prenderla, non ho voglia di<br />

salire sul suo maledetto triciclo».<br />

«Figuriamoci, non mi sarei mai permesso, avrei preso <strong>un</strong><br />

mezzo più consono. Com<strong>un</strong>que per me va bene. Facciamo<br />

a mezzogiorno a casa mia? Così siamo di strada» ed<br />

accennò <strong>un</strong> sorriso, che risultò abbastanza forzato.<br />

«A mezzogiorno, benissimo. A domani».<br />

Quando il giorno dopo la Chang arrivò davanti a casa di<br />

Fawzy con la sua piccola auto con tre soli posti affiancati,<br />

lui era già sul vialetto ad aspettarla. Si salutarono e lui si<br />

accomodò sul sedile vicino alla portiera, agganciò la<br />

cintura, tirò fuori la sua scatoletta e l'accese: non<br />

segnalava niente. «Che cos'è?» chiese il rettore.<br />

«Un rivelatore di cimici, qui non ce ne sono, per lo meno.<br />

Me lo ha fatto costruire Schenardi e mi si è aperto <strong>un</strong><br />

mondo di intercettazioni, che potevo supporre, ma non fino<br />

a questo livello. Prenda a destra, poi sempre dritto».<br />

«C'è anche nella mia stanza?»<br />

«Sicuramente sì, anche se non sono mai riuscito a fare il<br />

controllo. Del resto è stata lei a mettermi in guardia la<br />

prima volta. Ce ne sono nella mia stanza, in quella di Giulio<br />

ed anche nei corridoi. Ho trovato microfoni al p<strong>un</strong>to di<br />

ristoro ed all'incrocio centrale nell'edificio principale. Poi a<br />

casa mia e, udite udite, a casa della mia vecchia zia.<br />

Quella è stata davvero <strong>un</strong>a sorpresa, spero sia stato <strong>un</strong><br />

91


caso, perché non riesco proprio a capire chi possa<br />

avercela messa e perché».<br />

«Non credo fosse questo che mi doveva dire».<br />

«No, ma penso sia meglio parlare a destinazione, ho<br />

chiesto <strong>un</strong> tavolo appartato. Facciamoci il viaggio in pace».<br />

Per tutto il resto del tragitto fecero solo conversazione di<br />

circostanza. La giornata era limpida e fresca ed <strong>un</strong>a volta<br />

terminata la prima salita si presentò loro il panorama di<br />

quella porzione di campagna alquanto ondulata, in alc<strong>un</strong>i<br />

p<strong>un</strong>ti anche aspra, che forse per questo si era salvata<br />

quasi miracolosamente dai soliti palazzoni. Maria guidava<br />

con sicurezza, ma abbastanza tranquillamente ed il tragitto<br />

richiese più di mezz'ora per arrivare a destinazione.<br />

Quando scesero dall'auto, Fawzy la affiancò fino<br />

all'ingresso del ristorante, poi entrò per primo per occuparsi<br />

della pratica tavolo col cameriere, da perfetto gentiluomo.<br />

Questi li accompagnò in <strong>un</strong>a saletta laterale, dove almeno<br />

per il momento erano da soli. Il locale era di classe, non<br />

c'era quel sistema dozzinale che avevano ormai quasi tutti,<br />

con le immagini dei piatti disponibili sulle pareti che guardi<br />

fisso per qualche secondo per far partire l'ordinazione, il<br />

menu era di cartoncino e la lista solo indicativa, potevi<br />

quasi costruire quello che volevi mangiare. L'ordinazione fu<br />

quasi <strong>un</strong> rito, poi attesero l'arrivo del vino. Fawzy nel<br />

frattempo aveva acceso il rilevatore: niente nelle vicinanze,<br />

bene.<br />

Arrivò il cameriere con la bottiglia che avevano scelto e<br />

Maria chiese il primo assaggio, per poi dare il suo<br />

benestare. Il cameriere lo versò ad entrambi e si allontanò,<br />

a questo p<strong>un</strong>to probabilmente avevano almeno <strong>un</strong>a decina<br />

92


di minuti senza interferenze e Fawzy iniziò il racconto<br />

dell'ultima telefonata con Harsha. Una volta terminato,<br />

rimase a guardare negli occhi la Chang, che non proferiva<br />

parola. Dopo <strong>un</strong> po' cominciò ad essere a disagio per quel<br />

mutismo che non era da lei e la sollecitò ad <strong>un</strong> qualche<br />

commento.<br />

Maria finalmente si decise a parlare: «Non so se c'è<br />

qualche attinenza con ciò che debbo dirle io, ma potrebbe<br />

anche essere» piccola pausa che sembrava costruita ad<br />

arte «Lascio il mio posto in facoltà».<br />

Fawzy non si aspettava proprio <strong>un</strong>a uscita del genere e<br />

strabuzzò letteralmente gli occhi.<br />

«A fine mese andrò a Torino a fare il rettore di <strong>un</strong> polo<br />

interdisciplinare che è venuto fuori da <strong>un</strong>a ristrutturazione<br />

recente». Piccola pausa per <strong>un</strong> sorso di vino «Una scusa.<br />

Promoveo ut amoveo. Mi volevano fuori dai piedi, ma non<br />

mi chieda il perché, posso solo fare illazioni».<br />

«Non capisco, perché è arrivata a questa conclusione, lei è<br />

certamente <strong>un</strong> ottimo rettore al quale si può pensare in <strong>un</strong><br />

caso come questo» commentò Fawzy.<br />

«Sa meglio di me come f<strong>un</strong>zionano queste nomine.<br />

Quando ho avuto il mio primo incarico da rettore lo volevo<br />

con tutte le mie forze e l'ho potuto ottenere solo perché ho<br />

combattuto e si è verificata <strong>un</strong>a sequenza di condizioni<br />

favorevoli assolutamente irripetibile. Questa volta non mi<br />

ero proprio fatta avanti e come sa non ho gli agganci<br />

politici che servono in queste circostanze. Come può<br />

pensare che non ci sia dietro altro?».<br />

«Effettivamente» dovette ammettere Fawzy, che ass<strong>un</strong>se<br />

<strong>un</strong>a espressione affranta e rimase in silenzio.<br />

93


«In fondo dovrebbe essere contento, non ha ambizioni di<br />

carriera?».<br />

«Vuol dire che dovrei chiedere di prendere il suo posto?»<br />

«Non c'è da chiedere nulla, è già tutto deciso, lei rettore e<br />

Schenardi ordinario al suo posto».<br />

«Non ho la stoffa, non sono adatto ai giochi della politica e<br />

poi io voglio continuare a fare quello che sto facendo<br />

adesso, non occuparmi di scartoffie, stanziamenti, beghe<br />

tra colleghi e quant'altro. Se poi è vero che questa<br />

operazione è stata fatta solo per avere qualc<strong>un</strong>o di più<br />

malleabile, ho ancora meno voglia di assumere la carica,<br />

mi viene <strong>un</strong>a crisi solo a pensare cosa mi può aspettare. E<br />

poi, perché ha detto che la cosa potrebbe essere<br />

attinente?».<br />

«Mah, quando succedono due cose strane quasi<br />

contemporaneamente, tendo sempre a collegarle tra loro.<br />

Fawzy, caro collega, abbattiamo finalmente il muro formale<br />

che ho mantenuto alto finora. Considera che potrebbe non<br />

essere <strong>un</strong>a cosa negativa, potrebbe aiutarti ad avere <strong>un</strong><br />

miglior controllo della situazione. In ogni caso, che<br />

Bonanno sia o non sia <strong>un</strong>a spia non è detto che ti debba<br />

cambiare la vita, saperlo ti aiuterà a tenerlo d'occhio e<br />

quanto meno avrà difficoltà a prenderti di sorpresa, sempre<br />

che gli convenga farlo. Devi partire dal presupposto che in<br />

questo frangente il governo vuole la stessa cosa che vuoi<br />

tu e devi solo evitare di dare alla persona sbagliata<br />

eventuali notizie che possano aiutarvi a stanarlo. Un<br />

eventuale sabotatore non può agire da solo, non in questo<br />

caso, almeno».<br />

Fawzy si sentiva <strong>un</strong> po' sollevato e volle chiederle: «Ma<br />

94


perché questo muro finora?».<br />

«Forse <strong>un</strong> eccesso di cautela. In tutta la mia carriera mi<br />

sono sempre sentita sull'orlo del precipizio e, se fossi<br />

caduta, avevo il timore di trascinare giù con me le persone<br />

che mi stavano intorno, che stimavo, alle quali mi ero<br />

affezionata. Fin dalle primissime posizioni di responsabilità<br />

ho scelto questo atteggiamento di distacco, che poi è<br />

diventato <strong>un</strong>'abitudine. Ma nonostante le apparenze, penso<br />

che con te si sia creato <strong>un</strong> rapporto di solidarietà davvero<br />

<strong>un</strong>ico».<br />

Fawzy la ringraziò, le fece <strong>un</strong> sorriso <strong>un</strong> po' triste e le disse<br />

che per lui le cose erano andate ben oltre la solidarietà.<br />

Cominciarono ad arrivare le portate ed anche i discorsi si<br />

alleggerirono di molto. La cucina era ottima, la bottiglia di<br />

vino finì presto e ne ordinarono <strong>un</strong>a seconda, tutto<br />

contribuì ad allontanare i cattivi pensieri.<br />

Dopo pranzo fu necessaria <strong>un</strong>a l<strong>un</strong>ga passeggiata prima<br />

che il sensore alcoolico consentisse a Maria di mettere in<br />

moto l'auto e ripartire.<br />

Dopo due settimane la notizia divenne di dominio pubblico.<br />

Maria si preparò a traslocare e portò avanti il passaggio di<br />

consegne con Fawzy, nel poco tempo che aveva da<br />

dedicarle. L'ultimo giorno fu organizzato <strong>un</strong> rinfresco al<br />

quale naturalmente parteciparono tutti, lei si dimostrò<br />

abbastanza emozionata, per non dire commossa, in ogni<br />

caso molto di più di quanto ci si potesse aspettare da <strong>un</strong>a<br />

persona che negli ultimi anni non aveva mai tradito alc<strong>un</strong><br />

momento di cedimento. Dovette passare qualche altro<br />

giorno perché Fawzy potesse occupare la grande stanza in<br />

95


fondo al corridoio con l'impianto NetConf.<br />

Tra le prima cose che fece dopo il trasloco, fu verificare la<br />

presenza di qualche dispositivo di intercettazione, che<br />

naturalmente trovò senza rimanere turbarlo più di tanto,<br />

anzi probabilmente sarebbe rimasto meravigliato del<br />

contrario. Ancora <strong>un</strong>a volta si rese conto come stesse<br />

diventando molto più coriaceo che in passato, ma sempre<br />

molto meno di quanto avrebbe voluto essere per affrontare<br />

quella situazione.<br />

_ _ _<br />

Era ormai <strong>un</strong> mese che Maria li aveva lasciati, si erano<br />

sentiti solo qualche volta e trovare <strong>un</strong> suo messaggio che<br />

gli raccomandava di leggere le ultime notizie gli fece<br />

pensare che si trattava di qualcosa di grosso.<br />

Aprì la finestra del giornale che guardava di solito, più che<br />

altro perché preferiva l'impaginazione, per il resto era<br />

uguale a tutti gli altri, e come titolo principale lesse:<br />

Manovra Finanziaria: Una Rivoluzione<br />

L'esecutivo ha ieri sera emanato <strong>un</strong>a serie di<br />

provvedimenti che superano di molto i confini di <strong>un</strong>a<br />

manovra ordinaria. Appare difficile misurarne l'entità<br />

economica, ma lo è ancora di più valutare la portata delle<br />

conseguenze che certamente si manifesteranno negli anni<br />

a venire. È più che evidente la volontà di colpire i ceti<br />

parassitari della nostra società a favore delle classi<br />

lavoratrici sane …<br />

e qui attaccava col solito sproloquio propagandistico che<br />

saltò a piè pari.<br />

96


Si riassumono i provvedimenti emanati:<br />

• centralizzazione di tutti i movimenti in valuta estera,<br />

eliminando la precedente soglia, che ne limitava il<br />

controllo ai soli di importo rilevante<br />

• sgravi fiscali a coloro che per motivi di lavoro<br />

prendono in affitto locali da privati, dimostrandone<br />

l'entità e la motivazione<br />

• inasprimento della tassazione sugli immobili da<br />

abitazione per la parte che eccede le effettive<br />

esigenze e gli eventuali proventi aggi<strong>un</strong>tivi<br />

• attivazione di <strong>un</strong>a gestione immobiliare da parte<br />

dello Stato che favorisca <strong>un</strong>a più equa distribuzione<br />

territoriale ed il recupero di alc<strong>un</strong>e aree agricole<br />

• razionalizzazione dei servizi di assistenza alle<br />

persone anziane.<br />

Seguiva <strong>un</strong>a dettagliata descrizione delle iniziative<br />

governative, delle possibili conseguenze nel breve e nel<br />

l<strong>un</strong>go periodo, ma Fawzy non aveva bisogno che gliele<br />

spiegassero. Era come se vedesse <strong>un</strong>a di quelle pagine<br />

che sempre più frequentemente gli capitavano sotto gli<br />

occhi, dove sullo fondo campeggia la scritta RISERVATO<br />

obliqua in grigio chiaro, come sfondo del testo; solo che<br />

questa volta la scritta di base era DUNBAR, tanto risultava<br />

evidente la volontà di costringere <strong>un</strong> milione di persone ad<br />

abbandonare le proprie abitazioni ed accettare <strong>un</strong><br />

accomodamento alternativo in Valtellina, strangolati dalle<br />

tasse e dall'impossibilità di accedere ancora a quelle<br />

risorse che fino a quel momento avevano loro consentito di<br />

andare avanti. Il tutto era stato com<strong>un</strong>que costruito con<br />

97


maestria: tutta la parte iniziale era incentrata sulla<br />

esaltazione dei provvedimenti adottati, poi man mano che<br />

si addentrava nell'approfondimento dei vari p<strong>un</strong>ti si<br />

percepiva sempre più marcata l'intenzione di tranquillizzare<br />

il lettore, sfumando su quello che avrebbe potuto essere<br />

l'impatto sociale. Si sorvolava molto anche sulle modalità<br />

di attuazione di <strong>un</strong> simile programma, evidentemente le<br />

fonti erano rimaste vaghe su questo che probabilmente era<br />

l'aspetto più delicato. La sensazione che gli rimase al<br />

termine della lettura era che il governo avesse com<strong>un</strong>que<br />

<strong>un</strong> certo timore delle conseguenze, della reazione da parte<br />

della piazza, l'aveva fatta davvero grossa questa volta e fin<br />

dall'inizio si predisponeva sulla difensiva. Proprio per<br />

questo motivo volle controllare anche le altre testate legali<br />

dalle quali emerse la perfetta analogia di impostazione: la<br />

velina era dettagliata e tutti l'avevano riportata solo con<br />

leggerissime modifiche, segno che le istruzioni a corredo<br />

erano state perentorie.<br />

Come previsto, i giorni successivi furono caratterizzati da<br />

continue manifestazioni di protesta, che la polizia colpì con<br />

la consueta durezza, spesso giustificando gli interventi con<br />

episodi di violenza da essa stessa predisposti. Ma non<br />

c'era modo di far scemare la rabbia di quei milioni di<br />

persone che si vedevano come vittime designate. Alla fine i<br />

Servizi eseguirono <strong>un</strong> piccolo attentato al Ministero degli<br />

Interni, senza alc<strong>un</strong>a conseguenza, che servì a giustificare<br />

l'emanazione dello Stato di Emergenza, con tutto ciò che<br />

comportava. La sera stessa il Presidente fece <strong>un</strong> l<strong>un</strong>go<br />

discorso televisivo sfoggiando la consueta abilità oratoria,<br />

lo share superò il 90%. Disegnò per la prima volta quel<br />

98


<strong>futuro</strong> a tinte fosche sulle risorse alimentari che fino a quel<br />

momento era stato tenuto segreto e che da solo avrebbe<br />

potuto far accettare provvedimenti anche più drastici.<br />

Enfatizzò fino alla nausea la criticità del loro contesto<br />

sociale, attaccando con violenza i profittatori che<br />

assorbivano buona parte delle risorse dello Stato,<br />

usufruendo in modo truffaldino dei sostegni previsti per i<br />

più deboli, bla, bla, bla.<br />

Dopo aver spaventato ben bene i propri elettori e scaricato<br />

le colpe sulle vittime sacrificali, si spese in ampie<br />

rassicurazioni sulla volontà del governo di non penalizzare<br />

ness<strong>un</strong>o. Quindi fece l'ann<strong>un</strong>cio ufficiale della costruzione<br />

di D<strong>un</strong>bar e la disegnò come la prima importante iniziativa<br />

per riportare il territorio in equilibrio e per recuperare<br />

successivamente dall'estero nuove risorse economiche<br />

che sarebbero servite a rilanciare il Paese. Sì perché ciò<br />

che stavano per costruire in Valtellina sarebbe stato<br />

seguito in tutto il mondo con estremo interesse ed<br />

attenzione, <strong>un</strong>a opport<strong>un</strong>ità inimmaginabile. Si dichiarò<br />

consapevole delle difficoltà che certamente sarebbero<br />

emerse nei primi mesi di quella fondamentale esperienza,<br />

ma rimarcò anche che la nazione stava fornendo <strong>un</strong>a<br />

grande occasione proprio a coloro che fino a quel<br />

momento avevano dato di meno alla collettività: quella di<br />

andare a far parte di <strong>un</strong>a nuova classe sociale che<br />

presumibilmente in <strong>futuro</strong> si sarebbe affermata tra le più<br />

importanti del paese. D<strong>un</strong>bar infatti sarebbe stata solo il<br />

primo esempio, ed altre città edificio sarebbero state<br />

costruite in seguito, sempre più belle e f<strong>un</strong>zionali, grazie a<br />

quella prima esperienza. Proprio per questo si diceva certo<br />

99


che i nuovi cittadini di D<strong>un</strong>bar sarebbero stati volontari e<br />

non ci sarebbe stato alc<strong>un</strong> trasferimento coatto.<br />

Mentre ascoltava, a Fawzy veniva in mente che gli sarebbe<br />

piaciuto conoscere la ripartizione tra quelli che sarebbero<br />

stati lì per convinzione e chi invece avrebbe aderito solo<br />

per non finire in mezzo di strada.<br />

Il Presidente volle anche spiegare i criteri adottati per la<br />

nuova gestione immobiliare. Coloro che avessero ceduto<br />

allo Stato la proprietà della propria abitazione, avrebbero<br />

maturato <strong>un</strong> credito, basato su <strong>un</strong>a serie di parametri<br />

assolutamente favorevoli. Questo avrebbe potuto essere<br />

utilizzato per ottenere in cambio <strong>un</strong>'altra abitazione tra<br />

quelle disponibili, più consona alle dimensioni del nucleo<br />

familiare, adeguata al reddito ed alle proprie esigenze di<br />

vita, riducendo drasticamente quel pendolarismo<br />

imperante che minava alla base la stabilità sociale ed<br />

affettiva.<br />

In alternativa, questo credito avrebbe consentito<br />

l'assegnazione “definitiva” di <strong>un</strong>a <strong>un</strong>ità abitativa a D<strong>un</strong>bar,<br />

insieme ad <strong>un</strong>a indennità già sufficiente per il proprio<br />

sostentamento. L'indennità sarebbe poi stata mantenuta<br />

fino a quando il proprio reddito da lavoro non avesse<br />

raggi<strong>un</strong>to livelli adeguati, e le opport<strong>un</strong>ità fornite da D<strong>un</strong>bar<br />

avrebbero consentito questo risultato ad <strong>un</strong>a larga parte<br />

dei propri abitanti produttivi, perché la nuova città sarebbe<br />

stata gestita interamente da loro, anche sotto l'aspetto<br />

della Pubblica Amministrazione Locale. Qualora poi<br />

fossero maturate le condizioni, sarebbe stato <strong>possibile</strong><br />

chiedere <strong>un</strong>a nuova assegnazione esterna, perché non<br />

stavano costruendo <strong>un</strong>a prigione, ma il Presidente si disse<br />

100


certo che pochissimi avrebbero fatto quella scelta perché<br />

queste persone, ormai trasformate, avrebbero voluto<br />

affermarsi in loco.<br />

Per tutti coloro che, per volontà propria o per impossibilità<br />

materiale, non avessero aderito all'invito del governo non<br />

sarebbero stati fatti sconti, pur tuttavia si dichiarò garante<br />

del fatto che gli interventi sarebbero stati graduali e che i<br />

disagi sarebbero stati ridotti al minimo. Attraverso <strong>un</strong>a<br />

attenta programmazione di questi trasferimenti sarebbe poi<br />

stato liberato e bonificato il territorio da destinare<br />

all'agricoltura. La chiusura del discorso fu concentrata sulle<br />

persone anziane, la loro solitudine, la difficoltà ad accedere<br />

ai servizi loro dedicati, la fragilità in <strong>un</strong> mondo che ne<br />

aveva sempre meno rispetto, e non la finiva più con gli<br />

elogi strappalacrime di questa categoria che avrebbe<br />

fornito il vero saldo positivo della gestione immobiliare.<br />

D<strong>un</strong>bar divenne <strong>un</strong>a specie di paradiso in terra, il massimo<br />

a cui tendere per chiudere serenamente la propria vita. Alle<br />

sue spalle comparvero anche delle ricostruzioni grafiche,<br />

che mostravano principalmente coppie anziane sempre<br />

sorridenti, in ambienti ampi e luminosi, e slogan del tipo<br />

“Mai più soli” o “Qualc<strong>un</strong>o che pensa a voi” ed altra<br />

melassa del genere. Si disse dispiaciuto del fatto che<br />

certamente non sarebbe stato <strong>possibile</strong> soddisfare tutte le<br />

richieste per questi posti così ambiti, ma i modelli sociali<br />

adottati imponevano il giusto mix di età per gli abitanti della<br />

nuova città. Affermò che com<strong>un</strong>que il governo stava<br />

valutando l'opport<strong>un</strong>ità di dedicare <strong>un</strong>a delle strutture che<br />

sarebbero state costruite in seguito alle sole persone<br />

anziane, <strong>un</strong>a volta verificata la messa a p<strong>un</strong>to dei processi<br />

101


che li riguardava.<br />

Fawzy ebbe quasi la visione di questo ospizio mega<br />

galattico, mentre il Presidente rispondeva con gesti paterni<br />

alla solita ovazione fasulla, secondo gli schemi più che<br />

rodati per le sue esternazioni pubbliche.<br />

Sgombrato il campo dagli accenni populisti, il Presidente<br />

aveva com<strong>un</strong>que riportato fedelmente la lezioncina<br />

impartitagli quasi sicuramente dalla Brembo: D<strong>un</strong>bar<br />

avrebbe dovuto f<strong>un</strong>zionare più o meno in quel modo.<br />

In <strong>un</strong> paio di giorni la sommossa si spense. Il Potere per il<br />

momento aveva vinto e la massa perduto, come sempre<br />

succede, a meno di veri stravolgimenti, che evidentemente<br />

non erano ancora maturi.<br />

102


II – Fondazione<br />

Erano ormai passati più di due anni da quel periodo di<br />

fervore sociale e nel frattempo era proseguita senza tregua<br />

la costruzione della città.<br />

Quando fu chiaro che erano in dirittura d'arrivo Fawzy e<br />

Giulio cominciarono a porsi il problema di trasferirsi in loco<br />

per sorvegliare l'avviamento del complesso ed in <strong>un</strong>a delle<br />

ri<strong>un</strong>ioni di controllo periodico fecero presente la loro<br />

esigenza a Bonanno. Davano per scontato il fatto che era<br />

loro diritto-dovere sorvegliare da vicino tutto ciò che<br />

sarebbe accaduto nei primi mesi di esercizio e quindi non<br />

si erano minimamente posti il problema che avrebbero<br />

dovuto guadagnarsi quella possibilità, per cui rimasero di<br />

stucco trovandosi di fronte ad <strong>un</strong> rifiuto categorico.<br />

Bonanno infatti non ne voleva sapere, chiedeva loro<br />

motivazioni convincenti e confutava sistematicamente ogni<br />

loro giustificazione di ciò che fino a quel momento avevano<br />

considerato come qualcosa di scontato, qualcosa che non<br />

dovesse proprio avere bisogno di <strong>un</strong>'autorizzazione. Fawzy<br />

arrivò a pensare che quella posizione così rigida potesse<br />

essere <strong>un</strong>a conferma dell'ipotesi che Harsha aveva<br />

formulato ormai tanto tempo prima, ma della quale non si<br />

era mai dimenticato: certamente non li voleva tra i piedi per<br />

fare i comodi suoi. Pretese quindi di sentire anche il parere<br />

di Locatelli e naturalmente rimase ancor più sorpreso<br />

quando anche il secondo bocciò quell'idea senza<br />

esitazione, motivando naturalmente il rifiuto con problemi<br />

103


di sicurezza e limitatezza degli organici per garantirla.<br />

Era fuori di sé, chiese <strong>un</strong> colloquio urgente alla Brembo,<br />

che fu anche abbastanza sollecita ad accordarglielo. Lui le<br />

pose la questione e ricevette la seguente risposta:<br />

«Egregio rettore, credevo di essere stata chiara dicendo<br />

che mi aspettavo di essere interpellata solo per questioni<br />

importanti. Questa non mi sembra proprio. Se Bonanno<br />

ritiene di non accogliere la sua richiesta, io non posso che<br />

essere d'accordo con lui. E poi, se devo proprio entrare nel<br />

merito, come possono <strong>un</strong> rettore ed <strong>un</strong>o dei più importanti<br />

professori ordinari abbandonare la propria facoltà per<br />

mesi? Avete <strong>un</strong> sacco di collaboratori, usateli per<br />

raccogliere i dati in loco e per aiutarvi ad analizzarli a casa,<br />

ma portate avanti la missione per la quale siete pagati.<br />

Non credo che ness<strong>un</strong>o vi voglia negare qualche breve<br />

sopralluogo, ma il vostro posto non mi sembra proprio sia a<br />

D<strong>un</strong>bar. Arrivederci».<br />

La questione era chiusa. A Fawzy era sembrata <strong>un</strong>a<br />

gigantesca macchinazione, ma la rabbia sbollì<br />

rapidamente, c'era troppo da fare, anche perché alla fine fu<br />

fissata la data per l'inaugurazione.<br />

_ _ _<br />

I tempi di realizzazione erano stati addirittura più contenuti<br />

del previsto ma il Presidente, che intendeva sfruttare quella<br />

occasione ai soliti fini propagandistici e che naturalmente<br />

avrebbe tagliato di persona il simbolico nastro bianco e<br />

verde, chiese di anticipare la cerimonia al primo giorno<br />

dell'anno che veniva, per enfatizzare col simbolismo della<br />

ricorrenza l'inizio di <strong>un</strong> periodo nuovo e migliore. Ciò<br />

104


imponeva <strong>un</strong> ulteriore anticipo dei tempi di oltre tre mesi.<br />

Iniziò l'ennesimo tour de force per cercare di capire quali<br />

attività dovessero gioco forza essere terminate in anticipo<br />

e quali invece potessero essere differite senza provocare<br />

apprezzabili disagi.<br />

Dopo <strong>un</strong> paio di settimane di verifiche, ripianificazioni,<br />

ridiscussioni con le ditte appaltatrici (che si sentivano<br />

autorizzate a presentare il conto per quel cambio di<br />

programma), contrattazione col gabinetto del Presidente<br />

sul cerimoniale (che da solo poteva vanificare buona parte<br />

dei benefici ottenibili con i risparmi ed i rinvii individuati fino<br />

a quel momento), fu finalmente trovata la cosiddetta<br />

quadra, termine che da solo bastava a scombussolare il<br />

debole stomaco di Fawzy.<br />

Il Presidente avrebbe proprio dovuto rin<strong>un</strong>ciare alle<br />

sovrastrutture scenografiche più onerose, nonostante i suoi<br />

specialisti di immagine lo avessero convinto a considerarle<br />

intoccabili. Il numero dei primi abitanti sarebbe poi dovuto<br />

scendere da 1.000 a 100, anche per evitare che la<br />

maggioranza di loro passasse i giorni più freddi dell'anno a<br />

rischio congelamento e con altri disagi non evitabili in <strong>un</strong>a<br />

struttura dalla complessità inimmaginabile, che non aveva<br />

il tempo materiale per andare a regime. Qualc<strong>un</strong>o aveva<br />

anche proposto di lasciare le cose come erano state<br />

stabilite in precedenza, salvo riportare quasi tutti i nuovi<br />

abitanti alle loro vecchie abitazioni subito dopo<br />

l'inaugurazione, ma <strong>un</strong>'operazione di facciata così<br />

spudorata fu scartata per la difficoltà di mantenerla<br />

segreta: quei maledetti giornalisti dei siti pirata ci<br />

avrebbero zuppato il pane ben benino ed il rischio era<br />

105


vanificare il ritorno di immagine che il regime si aspettava.<br />

Fu quindi sancito l'accordo finale e praticamente tutto il<br />

personale coinvolto ebbe a disposizione solo mezza<br />

giornata per festeggiare il Natale, per il resto fu costretto a<br />

lavorare ininterrottamente fino a dopo la mezzanotte<br />

dell'ultimo dell'anno.<br />

Tra le persone che maggiormente si trovarono sotto<br />

pressione in quel periodo c'erano sicuramente Bonanno e<br />

Locatelli. Il primo era stato nominato prefetto ed il secondo<br />

questore di D<strong>un</strong>bar: le tanto vituperate cariche<br />

amministrative della Repubblica Italiana avevano finito per<br />

essere replicate senza neppure cambiar loro di nome.<br />

Locatelli comandava il presidio di agenti ordinari che, <strong>un</strong>a<br />

volta rinfoltiti gli organici, avrebbero controllato <strong>un</strong> milione<br />

di persone. Per quel primo periodo, ne aveva già a<br />

disposizione <strong>un</strong> numero rilevante ma, nonostante avesse<br />

dovuto lasciare i servizi di sicurezza, aveva chiesto ed<br />

ottenuto di tenere con sé alc<strong>un</strong>i dei suoi fedelissimi, che<br />

per l'inaugurazione avrebbe collocato nei p<strong>un</strong>ti strategici a<br />

coordinare i colleghi dei quali ancora l'ex-capitano non si<br />

fidava completamente.<br />

Per la mattina dell'inaugurazione Fawzy aveva messo la<br />

sveglia alle cinque e mezza ed alzandosi fece fatica a<br />

ricordarsi quando era andato a dormire. Doveva fare<br />

presto, entro mezz'ora sarebbero passati a prenderlo, le<br />

strade di accesso alla zona infatti erano già state chiuse e<br />

f<strong>un</strong>zionavano solo le navette per trasportare in loco sia gli<br />

ospiti eccellenti, che la mandria del pubblico. Lo portarono<br />

alla stazione con <strong>un</strong> pulmino, da lì il viaggio proseguì in<br />

treno solo fino a Colico, perché anche il Presidente doveva<br />

106


arrivare con quel mezzo da Milano città e la linea della<br />

valle sarebbe stata riservata solo a lui. In quella tratta riuscì<br />

ad addormentarsi ed arrivati a destinazione lo dovettero<br />

scuotere <strong>un</strong> po' per vedergli riaprire gli occhi. Salì infine su<br />

<strong>un</strong> pullman che dovette mettersi in coda con gli altri e solo<br />

quando arrivarono ai parcheggi intorno alla città percepì la<br />

reale portata di quella celebrazione: il numero dei presenti<br />

era già elevatissimo, nonostante il sole fosse appena sorto,<br />

e quel fiume di persone che si affrettavano verso i p<strong>un</strong>ti di<br />

accesso lo ubriacava letteralmente.<br />

Negli ultimi giorni il declivio, dove passava la linea<br />

ferroviarie fino all'ingresso in stazione, era stato<br />

trasformato: adesso c'era <strong>un</strong>a strada provvisoria che saliva<br />

con ampi tornanti collocati ai margini esterni della collina,<br />

raccordati tra loro da l<strong>un</strong>ghi tratti diagonali, che salivano<br />

<strong>un</strong>a pendenza appena accennata. Era stato questo il modo<br />

prescelto per ammassare il maggior numero di persone<br />

l<strong>un</strong>go il percorso. Dal p<strong>un</strong>to in cui avrebbe lasciato il treno<br />

alla base della pendenza, il Presidente sarebbe salito su<br />

<strong>un</strong> veicolo speciale scoperto, ma accuratamente riscaldato,<br />

ed avrebbe seguito quel percorso a tornanti fino<br />

all'ingresso principale, quasi a benedire la folla<br />

acclamante. Intorno al serpentone erano state messe in<br />

piedi quattro brutte strutture di metallo, neanche tanto<br />

mascherate, per accogliere le telecamere fisse, i giornalisti<br />

nazionali ed esteri incaricati di commentare queste fasi<br />

della cerimonia ed i cecchini che p<strong>un</strong>tavano i cannocchiali<br />

dei loro fucili di precisione a proiettili stordenti sulla folla<br />

sottostante, pronti a colpire quelli che avessero<br />

manifestato idee malsane. Altre figure non meglio<br />

107


identificate erano di supporto alla regia, com<strong>un</strong>que tutti<br />

sembravano necessari, considerando la complessità<br />

organizzativa dell'evento. Oltre alle telecamere sulle torri<br />

provvisorie, almeno <strong>un</strong>'altra trentina di mobili erano state<br />

collocate sia a terra che in volo per garantire la più ampia<br />

copertura <strong>possibile</strong>. Avevano infine integrato l'intero<br />

sistema di video sorveglianza della città per essere certi di<br />

avere <strong>un</strong> p<strong>un</strong>to di ripresa anche nelle condizioni più<br />

disagiate. Considerando solo il percorso che avrebbe<br />

seguito la delegazione principale, almeno altri<br />

centocinquanta obiettivi erano pronti a riprendere ogni<br />

passo del Presidente in visita.<br />

Ma forse l'elemento di maggior spicco erano tre stormi di<br />

flyled, i microelicotteri in grado di aggregarsi ordinatamente<br />

in volo, costituendo delle superfici che volteggiavano con<br />

grande eleganza a qualche decina di metri sopra il<br />

pubblico e riproducevano le immagini televisive trasmesse.<br />

L'effetto era davvero suggestivo, ma alla fine il pubblico<br />

ammirava più l'evoluzione delle forme che si componevano<br />

nel cielo delle immagini stesse, come al solito retoriche e<br />

ripetitive.<br />

Il pullman di Fawzy poteva accedere al p<strong>un</strong>to sosta più<br />

comodo e vicino ai varchi di accesso. A bordo gli avevano<br />

dato <strong>un</strong> vistoso passi da mettere al collo e con quello in<br />

bella evidenza si diresse verso il banco di accettazione che<br />

si intravedeva vicino al lato Est dell'edificio, poco prima del<br />

restringimento dal quale si poteva poi entrare nell'ampia<br />

spianata di fronte all'ingresso principale della città. Il<br />

servizio d'ordine che filtrava il pubblico era a dir poco<br />

imponente ma, grazie al suo appariscente collare, vedeva<br />

108


solo persone che si scostavano per farlo passare e lo<br />

invitavano ad andare avanti. Una volta al bancone, <strong>un</strong>a<br />

signorina carina ed alquanto infreddolita lo registrò,<br />

riconoscendolo come invitato di prima fascia, e gli<br />

consegnò il sacchetto che gli competeva, suggerendogli di<br />

esaminarne il contenuto solo dopo essersi accomodato<br />

nella zona della cerimonia. Ci voleva ancora almeno <strong>un</strong>'ora<br />

prima di veder arrivare il Presidente e Fawzy poteva solo<br />

cercare il suo posto e rimanere in attesa, ma appena vide<br />

che il palco delle autorità era ancora completamente<br />

all'ombra, preferì fermarsi in <strong>un</strong>a zona soleggiata ancora<br />

abbastanza sgombra. Fino a quel momento la sua<br />

preoccupazione era stata quella di capire cosa fare e dove<br />

andare, adesso finalmente aveva qualche minuto per<br />

guardarsi intorno e non poté fare a meno di alzare gli occhi<br />

verso l'edificio che incombeva su di lui e che vedeva<br />

completato per la prima volta. Era già stato in zona, ma le<br />

tecniche di costruzione modulare che erano state adottate<br />

imponevano che i non addetti ai lavori si tenessero a<br />

debita distanza per motivi di sicurezza. Del resto era <strong>un</strong><br />

continuo via vai di grandi elicotteri che trasportavano<br />

componenti enormi. Loro avevano avuto solo piccoli<br />

incidenti, ma il rischio che venisse giù qualcosa che poteva<br />

pesare svariati quintali era tutt'altro che da trascurare,<br />

questo era il prezzo da pagare per arrivare a quella<br />

efficienza che aveva consentito di completare quell'opera<br />

gigantesca in poco più di due anni e mezzo. Si ricordò che,<br />

l'ultima volta che era stato lì, tutta la base era ingabbiata<br />

dalle impalcature, <strong>un</strong>a delle quattro torri era più o meno a<br />

metà e le altre tre poco più che iniziate, nient'altro. Adesso<br />

109


finalmente poteva ammirare la facciata che accoglieva<br />

l'ingresso principale e, alzando ancora lo sguardo, le due<br />

torri frontali che si proiettavano verso il cielo, <strong>un</strong>ite nella<br />

parte inferiore dalla struttura di raccordo e più sopra da<br />

quella trasversale, molto più appariscente. Le torri<br />

posteriori si intravedevano appena, <strong>un</strong> po' per il p<strong>un</strong>to di<br />

vista solo leggermente sfalsato, ma soprattutto perché<br />

coperte per buona parte della loro altezza da quegli<br />

elementi di congi<strong>un</strong>zione. Guardando ancora più in alto<br />

prendeva il sopravvento <strong>un</strong>a leggera foschia invernale ed i<br />

vertici delle torri si potevano solo intuire, ma il colpo<br />

d'occhio dava <strong>un</strong> sensazione di maestosità e quasi di<br />

minaccia, che non aveva mai sentito così forte neppure<br />

davanti ai grandi grattacieli storici.<br />

Il fatto che le torri si avvitassero su sé stesse in senso<br />

opposto, accentuava la sensazione prospettica di chi<br />

guardava dal basso e sembrava proprio che fossero<br />

inclinate l'<strong>un</strong>a verso l'altra, fin quasi a toccarsi. Riguardò la<br />

facciata con più attenzione, apprezzando gli accorgimenti<br />

adottati per alleggerire quella enorme parete: elementi che<br />

sporgevano o rientravano, sovrastrutture che contribuivano<br />

a rompere la linearità dell'edificio, ma bisognava<br />

ammettere che quelle dimensioni, per quanto mascherate,<br />

restavano <strong>un</strong> po' inquietanti. Dopo <strong>un</strong>a decina di minuti di<br />

quella ricognizione, cominciò ad esaminare il contenuto del<br />

sacchetto che gli avevano consegnato all'ingresso. C'era<br />

<strong>un</strong> pieghevole che dava il benvenuto, spiegava il<br />

programma, forniva i principali riferimenti in caso di<br />

esigenza ed emergenza, dava anche alc<strong>un</strong>i consigli<br />

comportamentali: “come ai bambini delle medie” pensò<br />

110


Fawzy. Poi passò ad esaminare il resto: c'era <strong>un</strong>a bibita a<br />

riscaldamento istantaneo, alc<strong>un</strong>i minuscoli pasticcini,<br />

fazzoletti di carta, salviette umide, <strong>un</strong> paio di barrette<br />

scaldamani ed infine <strong>un</strong> piccolo ed elegante astuccio<br />

bombato che aprì incuriosito. Conteneva <strong>un</strong>a di quelle<br />

spille da attaccare al risvolto della giacca, era <strong>un</strong>a bandiera<br />

nazionale bianca e verde, di quelle che sembrano<br />

svolazzare al vento, con sopra la scritta D<strong>un</strong>bar e la data,<br />

francamente appena leggibili. Il supporto doveva essere<br />

d'oro, la bandiera era probabilmente di lacca o forse di<br />

ceramica, non sapeva dire, ma la fattura era davvero di<br />

pregio. Ridette <strong>un</strong>'occhiata al pieghevole: c'era scritto<br />

espressamente di porla in bella evidenza sul proprio abito<br />

e così cercò di fare, trovando qualche difficoltà a serrare il<br />

bottoncino di fissaggio. Una volta preso il caffè, mangiata<br />

quella razione inconsistente, pulitesi le mani e soffiatosi il<br />

naso, Fawzy non sapeva più cosa fare lì al freddo ad<br />

aspettare, cercando di reprimere l'insofferenza che<br />

immancabilmente gli montava in quelle situazioni. Non<br />

aveva neppure molta voglia di parlare e tendeva a liquidare<br />

con scarsa cortesia coloro che gli si avvicinavano per<br />

porgergli i loro rispettosi omaggi. Man mano che arrivava<br />

qualc<strong>un</strong>o nelle vicinanze e procedeva all'esame del<br />

contenuto del pacchetto, guardava con attenzione ed alla<br />

fine si rese conto che quasi ness<strong>un</strong>o aveva ricevuto come<br />

lui la spilla d'oro. Alc<strong>un</strong>i ne avevano avuta <strong>un</strong>a simile, ma<br />

probabilmente d'argento, la maggioranza esponeva <strong>un</strong><br />

modello leggermente più piccolo e sicuramente di<br />

materiale ordinario. Con questi passatempo era andata via<br />

quasi <strong>un</strong>'ora e ad <strong>un</strong> certo p<strong>un</strong>to il freddo fece effetto,<br />

111


cercò di individuare la toilette sul pieghevole e ci si diresse<br />

deciso. Un addetto della sicurezza volle ricordargli che il<br />

Presidente stava per arrivare e si doveva quindi sbrigare:<br />

non lo mandò a quel paese solo perché aveva <strong>un</strong>a<br />

esigenza più pressante da espletare. Aveva appena<br />

iniziato la f<strong>un</strong>zione che sentì gli altoparlanti ann<strong>un</strong>ciarne<br />

l'arrivo e continuare con gli inviti ad acclamarlo. Se ne<br />

fregò altamente, pensando che ci avrebbe messo almeno<br />

<strong>un</strong>a decina di minuti a raggi<strong>un</strong>gere il palco autorità, dove<br />

avrebbe dovuto stare anche lui, e se la prese comoda. Ma<br />

quando uscì dall'edificio e guardò in basso, vide il veicolo<br />

presidenziale abbastanza vicino a completare il percorso,<br />

per cui all<strong>un</strong>gò il passo verso la struttura, dove tutti gli altri<br />

erano già al proprio posto. Affrontò i pochi gradini di<br />

slancio, ma inciampò e finì a terra dolorante. Lo aiutarono<br />

a rialzarsi e ripulirsi <strong>un</strong> po' dalla polvere, sentì qualc<strong>un</strong>o<br />

che gli stava riattaccando la spilla all'occhiello della giacca,<br />

si era staccata nella caduta e notò subito che si era<br />

scheggiata la p<strong>un</strong>ta inferiore esterna: piccola cosa, ma per<br />

il contrasto con lo sfondo non si poteva non notare. Si<br />

riprese, ringraziò chi lo aveva aiutato e si diresse al suo<br />

posto. Quasi all'improvvisò notò Jolanda Brembo, che per<br />

la prima volta vedeva dal vivo. Le si avvicinò per salutarla<br />

e lei per tutta risposta fece solo <strong>un</strong> segno di sufficienza,<br />

miss simpatia probabilmente disapprovava il suo piccolo<br />

incidente. Si mise finalmente accanto a Bonanno, appena<br />

in tempo per vedere il veicolo presidenziale arrivare ai<br />

piedi del palco seguito dalla scorta. Il Presidente scese ed<br />

andò subito a cercare qualche mano da stringere mentre<br />

raggi<strong>un</strong>geva lo speaker ufficiale, che dette inizio alla<br />

112


manifestazione con la classica introduzione di trenta<br />

secondi e gli dette la parola.<br />

Il discorso che aveva preparato trasudava retorica da tutti i<br />

pori, in fondo non riportò niente di nuovo rispetto al<br />

precedente di qualche mese prima, solo che questa volta<br />

tutti i concetti erano espressi in positivo e sfiorò vette di<br />

trionfalismo citando i primi importanti risultati già raggi<strong>un</strong>ti.<br />

Come previsto dal protocollo ci fu anche il suo<br />

ringraziamento personale ad alc<strong>un</strong>i che furono citati come<br />

principali artefici di quel successo: tra questi Bonanno e<br />

naturalmente Fawzy, che si prestò al suo abbraccio: <strong>un</strong>a<br />

volta tanto sentiva di meritare quel riconoscimento.<br />

Anche quel giro terminò ed il protagonista assoluto si<br />

offerse all'ovazione della folla, continuando a salutare e<br />

ringraziare con ampi gesti delle braccia per <strong>un</strong> tempo che<br />

non sembrava avere mai fine. Finalmente si fece<br />

accompagnare dal maestro di cerimonia verso l'ingresso<br />

principale ed il nastro bianco e verde di prammatica.<br />

Arrivarono le forbici sopra <strong>un</strong> cuscino, anch'esso biancoverde,<br />

lui le prese e tagliò il nastro, entrando subito dopo<br />

nell'edificio con <strong>un</strong> incedere che a Fawzy sembrò<br />

eccessivamente pomposo. Tutti gli invitati lo seguirono a<br />

rispettosa distanza. Nell'ampio ingresso proseguì la<br />

cerimonia che prevedeva prima di tutto che gli fossero<br />

consegnate le chiavi simboliche della città, compito<br />

assegnato al sottosegretario alle Infrastrutture: davvero<br />

<strong>un</strong>a bella donna, mai distintasi per meriti politici, ma che i<br />

maligni sostenevano essere la sua amante. Subito dopo<br />

iniziò la consegna delle chiavi, questa volta reali, ai primi<br />

cento abitanti, che naturalmente erano stati<br />

113


opport<strong>un</strong>amente vagliati tra i più fervidi sostenitori del<br />

partito <strong>un</strong>ico. In questo caso la cosa andò abbastanza per<br />

le spicce, dopo i primi dieci infatti il Presidente si era già<br />

stufato ed appena fu sicuro che le riprese sarebbero state<br />

sufficienti a testimoniare quella fase della cerimonia, aveva<br />

lasciato l'incombenza ad altri del seguito. Gli invitati furono<br />

fatti accomodare verso il buffet ed i camerieri iniziarono a<br />

correre con i vassoi dei calici di spumante in modo che<br />

ciasc<strong>un</strong>o avesse <strong>un</strong> bicchiere in mano al momento del<br />

brindisi benaugurate per il proseguimento dell'impresa.<br />

Fawzy fece il gesto, ma si guardò bene dal bere a stomaco<br />

quasi vuoto, avvicinandosi subito dopo ad <strong>un</strong>o dei tavoli<br />

per prendere qualcosa prima dell'assalto delle cavallette. Il<br />

Presidente stava infatti per iniziare il giro turistico, insieme<br />

ad <strong>un</strong> seguito ristretto e tutti gli altri sarebbero dovuti<br />

restare lì ad aspettare che tornasse. Non era passato molto<br />

tempo, quando sentirono l'urlo della folla all'esterno e<br />

capirono dagli schermi che il Presidente si era affacciato al<br />

balcone della sala consiliare, che stava proprio sopra<br />

l'ingresso. Fawzy passò poi <strong>un</strong>'altra ora tranquillamente,<br />

guardando soprattutto l'itinerario seguito per la visita sullo<br />

schermo più vicino e prendendo mentalmente nota di<br />

alc<strong>un</strong>i luoghi che si riprometteva di visitare appena gli<br />

sarebbe stato <strong>possibile</strong>. Purtroppo fu costretto a rimanere<br />

in piedi tutto il tempo: in quell'ambiente abbastanza<br />

riscaldato, nonostante tutte le porte fossero aperte, i posti<br />

a sedere erano limitati ai gradini ed a qualche muretto. Se<br />

Dio vuole, il giro alla fine si concluse ed il Presidente tornò<br />

nell'androne. Volle riprendere il microfono per dichiararsi<br />

impressionato per quell'opera ciclopica e sprecò qualche<br />

114


altro enfatico epiteto. Chiuse quel breve discorso salutando<br />

tutti e augurando loro buon lavoro, poi si riavviò verso il<br />

veicolo che lo doveva ricondurre al treno, sul quale<br />

sarebbero saliti anche tutti coloro che dovevano rientrare a<br />

Milano.<br />

Come fu uscito, iniziò il fuggi fuggi di tutti gli altri verso i<br />

vari pullman autorità, che avrebbero dovuto ripartire prima<br />

delle navette del pubblico com<strong>un</strong>e, pena l'imbottigliamento<br />

assicurato. Nonostante la buona volontà<br />

dell'organizzazione e degli autisti, il ritorno fu tutt'altro che<br />

celere e Fawzy arrivò a casa nel tardo pomeriggio, si buttò<br />

sul letto vestito e si addormentò di colpo.<br />

Si svegliò poi verso le dieci di sera con <strong>un</strong>a certa fame, del<br />

resto quel giorno aveva mangiato in tutto <strong>un</strong> paio di tartine.<br />

Si preparò qualcosa e si mise a guardare la sintesi della<br />

giornata in televisione, capitando proprio al momento del<br />

suo abbraccio col Presidente. Poi il programma proseguiva<br />

coi servizi registrati e montati i giorni precedenti per<br />

mostrare finalmente ciò che era stato il principale<br />

argomento di discussione per chi<strong>un</strong>que da molti mesi a<br />

quella parte. Per creare il massimo impatto, da <strong>un</strong> po' di<br />

tempo, non erano state più proposte immagini aggiornate<br />

dello stato avanzamento lavori di D<strong>un</strong>bar e certamente a<br />

quel p<strong>un</strong>to l'effetto per i com<strong>un</strong>i mortali non poteva essere<br />

che di stupore ed emozione. Retorica a parte, i servizi<br />

erano fatti molto bene, soprattutto le riprese aeree erano<br />

davvero spettacolari, passando dalle inquadrature<br />

prospettiche ai dettagli più spinti, che apparivano spesso<br />

inusuali anche per le condizioni di ripresa consentite dai<br />

passaggi acrobatici degli elicotteri. I panorami dall'alto<br />

115


evidenziavano gli scorci più belli ed evitavano<br />

opport<strong>un</strong>amente le attrezzature di cantiere rimaste e tutto<br />

ciò che poteva far pensare a qualcosa di incompleto. Si<br />

passava poi agli interni, alla profondità dell'ampio piano<br />

intermedio alle torri, all'androne della stazione ferroviaria,<br />

alla zona aeroportuale: qualcosa faceva fatica anche lui a<br />

collocarlo correttamente.<br />

Pian piano si andò affermando in lui <strong>un</strong> sentimento di<br />

orgoglio e soddisfazione per aver raggi<strong>un</strong>to quel risultato,<br />

quasi come se solo adesso fosse riuscito a prenderne<br />

coscienza. Cosa fatta, capo ha. Quel proverbio napoletano<br />

gli era sempre piaciuto molto e poche volte era sembrato<br />

calzante come in quell'occasione. Sapeva perfettamente<br />

che stava iniziando il periodo più difficile e rischioso, ma<br />

non poteva fare a meno di pensare che com<strong>un</strong>que il primo<br />

grande passo era stato fatto.<br />

116


III – Rosa<br />

Dopo meno di tre mesi i residenti di D<strong>un</strong>bar erano ormai<br />

circa centomila, avevano quindi raggi<strong>un</strong>to la prima soglia<br />

significativa del vecchio modello. Anche se in larga misura<br />

il gigantesco edificio restava vuoto, tutti i servizi essenziali<br />

erano ormai operativi, come pure f<strong>un</strong>zionavano gran parte<br />

di quelli accessori, pur limitati al numero delle presenze.<br />

Il monitoraggio automatico era stato <strong>un</strong>o dei primi processi<br />

ad essere messo in piedi ed era servito ad intercettare con<br />

tempestività i malf<strong>un</strong>zionamenti e le difficoltà a<br />

raggi<strong>un</strong>gere i livelli di regime, poi aveva anche dato i primi<br />

riscontri andamentali. Ma ora dovevano ascoltare i<br />

commenti degli abitanti: era venuto il tempo del primo<br />

comitato di controllo.<br />

Bonanno, Fawzy, Giulio, Cabrini ed altri arrivarono a<br />

D<strong>un</strong>bar in treno la sera precedente alla ri<strong>un</strong>ione e Fawzy si<br />

sarebbe per sempre ricordato l'impatto emotivo che<br />

ricevette dalla sua improvvisa comparsa, illuminata sullo<br />

sfondo scuro della valle, mentre pian piano si ingrandiva<br />

fino ad incombere su di loro. Poi la ferrovia piegava nella<br />

sua direzione, per coprire l'ultimo tratto in salita fino<br />

all'ingresso in stazione nella parte inferiore dell'edificio. Il<br />

treno agganciò la cremagliera predisposta per superare il<br />

tratto più ripido, l<strong>un</strong>go poco più di <strong>un</strong> chilometro. Il fatto che<br />

nell'ultimo tratto la visuale non fosse così agevole e quel<br />

rumore di ingranaggi neanche troppo ovattato, favorivano<br />

l'impressione di essere letteralmente inghiottiti dall'edificio.<br />

117


Quella occasione si stava rivelando completamente<br />

diversa dai precedenti sopralluoghi, forse perché era<br />

sempre arrivato di giorno, con altri mezzi e condizioni, e<br />

poi anche all'inaugurazione c'era <strong>un</strong>a sorta di<br />

incompletezza. Adesso no, il corpo era vivo e quasi se ne<br />

poteva sentire il battito.<br />

Come comitato di accoglienza trovarono Locatelli ed <strong>un</strong><br />

folto manipolo dei suoi legionari, ormai non più verdi come<br />

<strong>un</strong> tempo. Come al solito aveva esagerato predisponendo<br />

<strong>un</strong> servizio di sorveglianza degno di <strong>un</strong> periodo di guerra e<br />

mise in non poche difficoltà gli avventori del loro albergo.<br />

La loro <strong>un</strong>ica colpa era di essere capitati lì lo stesso giorno,<br />

ma fecero fatica a rientrare nelle loro stanze, o vice versa<br />

ad uscirne, anche solo per scendere in sala da pranzo. Ma<br />

non era il caso di mettersi a discutere con lui e poi pian<br />

piano le cose si aggiustarono.<br />

Dopo cena i professori, come venivano chiamati, ebbero il<br />

permesso di fare <strong>un</strong> giro della struttura, con <strong>un</strong>a scorta<br />

leggera costituita da qualche energumeno armato fino ai<br />

denti, <strong>un</strong>a squadra che si rivelò subito sproporzionata<br />

all'esigenza. Quelli che incontrarono in generale non<br />

sapevano chi fossero e li guardavano con indifferenza, al<br />

più chiedendosi di chi si trattasse. Qualc<strong>un</strong>o, <strong>un</strong> po' più<br />

curioso, aveva accennato ad avvicinarsi, in modo tranquillo<br />

e civile ma, visti i segnali neanche tanto subliminali dei<br />

poliziotti, era tornato rapidamente sui propri passi,<br />

immaginando di rischiare qualche esperienza non proprio<br />

indolore.<br />

Presero <strong>un</strong> ascensore rapido e salirono fino alla terrazza in<br />

cima ad <strong>un</strong>a delle torri, dove trovarono <strong>un</strong>a piattaforma<br />

118


larga circa tre metri, che girava intorno alla p<strong>un</strong>ta conica,<br />

poco sotto i l<strong>un</strong>ghi bracci del rotore eolico. A parte il freddo,<br />

il vento ed il rumore innaturale del generatore, il paesaggio<br />

notturno con la l<strong>un</strong>a piena era fantastico e lo spettacolo<br />

degli aquiloni che danzavano sullo sfondo nero del cielo,<br />

700 metri più in alto, riflettendo debolmente la luce<br />

dell'edificio, toglieva davvero il respiro.<br />

Ritornando all'interno, passeggiarono per alc<strong>un</strong>e zone<br />

abitative tipiche, che avrebbero potuto rappresentare dei<br />

piccoli quartieri. Fawzy notò che la caratterizzazione degli<br />

ambienti non era ancora al meglio, qualcosa poi era<br />

sfuggito alle regole di distribuzione, tutti dettagli da<br />

annotare. Era com<strong>un</strong>que vero che molti esercizi<br />

commerciali, quelli che emulavano il tradizionale negozio<br />

sotto casa, erano in gran parte ancora gestiti dai f<strong>un</strong>zionari<br />

che avevano provveduto al loro avviamento, in attesa che<br />

fossero presi in carico dai titolari finali.<br />

Anche i l<strong>un</strong>ghissimi corridoi posti all'interno della struttura<br />

orizzontale superiore forniva <strong>un</strong> colpo d'occhio da vecchio<br />

film di fantascienza. Cabrini tendeva a giustificarsi con i<br />

vincoli strutturali, fu com<strong>un</strong>que annotato come caso da<br />

rivedere. Ad <strong>un</strong> certo p<strong>un</strong>to decisero di interrompere la<br />

visita quando erano già da <strong>un</strong> po' nell'enorme blocco<br />

inferiore: si era fatto davvero tardi ed avevano già<br />

camminato abbastanza.<br />

Rientrarono tutti nelle loro stanze ed andarono a dormire.<br />

Il mattino successivo dopo colazione si ritrovarono<br />

nell'ampio locale che sarebbe diventata la sala del<br />

consiglio distrettuale, <strong>un</strong>a volta istituito ed eletti i<br />

119


appresentanti. Aveva forma ad emiciclo, col banco della<br />

presidenza a ridosso della parete esterna, totalmente a<br />

vetri. Questa garantiva <strong>un</strong> bel panorama sulla valle ed<br />

accoglieva al centro il balcone dal quale si era affacciato il<br />

Presidente il giorno dell'inaugurazione. Un sistema di filtri e<br />

specchi garantiva <strong>un</strong>a sapiente distribuzione della luce<br />

nella sala e mitigava l'abbagliamento in controluce.<br />

Presero posto sul banco della presidenza ed attesero che<br />

fossero introdotti i rappresentanti dei residenti, oltre ad <strong>un</strong><br />

selezionato gruppo di spettatori, in totale non più di 150<br />

persone, il numero che Locatelli riteneva di poter tenere<br />

facilmente a bada con i suoi uomini, qual<strong>un</strong>que cosa fosse<br />

successa.<br />

Era stato chiesto di limitare i portavoce a cinque, dopo<br />

qualche segnale che faceva temere <strong>un</strong>a proliferazione di<br />

persone delegate solo da sé stesse. Alla fine i cinque<br />

risultarono rappresentare le principali categorie e cioè: gli<br />

anziani, i titolari degli esercizi commerciali ed artigiani, gli<br />

addetti ai servizi di supporto, gli addetti alla manutenzione<br />

in genere ed infine le categorie disagiate: disabili e<br />

persone che manifestavano problemi di inserimento, tra<br />

questi i single con figli piccoli erano la fetta più consistente.<br />

Altre questioni, sollevate da gruppi numericamente inferiori<br />

e senza <strong>un</strong> proprio rappresentante, erano state acquisite e<br />

distribuite tra i cinque.<br />

Bonanno fece i convenevoli, presentò ciasc<strong>un</strong> componente<br />

della commissione, chiarì perché erano lì e come sarebbe<br />

state utilizzate le indicazioni ricevute, dettò infine le regole<br />

di interazione, fissando molti paletti e ricevendo in cambio<br />

diversi mugugni da parte del pubblico.<br />

120


I cinque iniziarono a parlare in base all'ordine di intervento<br />

stabilito e man mano emergevano le caratteristiche<br />

personali di ciasc<strong>un</strong>o. Quello degli anziani per esempio<br />

doveva essere stato <strong>un</strong> notaio, o qualcosa del genere,<br />

sapeva descrivere il problema in modo estremamente<br />

preciso ed esauriente, ma poi tendeva a perdersi su<br />

questioni di lana caprina e di scarsa rilevanza complessiva.<br />

Quello dei commercianti aveva <strong>un</strong> forte spirito pratico, ma<br />

sapeva ragionare solo in termini di profitto e non riusciva<br />

proprio a guardare <strong>un</strong> po' oltre la p<strong>un</strong>ta del proprio naso.<br />

La rappresentante degli operatori nei servizi di supporto<br />

era <strong>un</strong>a signora apparentemente molto posata e stava<br />

svolgendo egregiamente il proprio compito, quando arrivò<br />

ad affrontare la questione più spinosa sull'assistenza agli<br />

anziani e perse completamente la tramontana, lanciandosi<br />

in accuse pesanti e gratuite alle quali il rappresentante<br />

delle categoria coinvolta non poté fare a meno di replicare:<br />

ci volle <strong>un</strong> intervento dei servizi di sicurezza per riportare la<br />

calma. Fawzy si disse preoccupato con Giulio: se in poche<br />

settimane e con <strong>un</strong> numero di persone abbastanza<br />

contenuto si erano scavati solchi così profondi, cosa<br />

sarebbe successo a regime? Giulio liquidò la cosa col suo<br />

modo di fare <strong>un</strong> po' spiccio e disse: «Cambieranno<br />

rappresentante».<br />

Si fermarono per la colazione, in <strong>un</strong> locale attiguo avevano<br />

preparato <strong>un</strong> buffet, dal quale furono esclusi gli invitati del<br />

pubblico, che si dovettero arrangiare da soli. Per fort<strong>un</strong>a a<br />

quel p<strong>un</strong>to la sorveglianza allentò le catene e passarono<br />

quasi <strong>un</strong>'ora abbastanza rilassante e su discorsi non<br />

troppo impegnativi.<br />

121


Fawzy osservava saltuariamente la rappresentante<br />

dell'ultima categoria, che ancora non aveva parlato. Era<br />

<strong>un</strong>a donna di poco più di trent'anni, mora, piacente, anche<br />

se non proprio bella, per via dei lineamenti del viso molto<br />

marcati. Seppure non particolarmente alta di statura non<br />

appariva mai in soggezione, neppure con i cristoni della<br />

sicurezza. Dimostrava affabilità con tutti e chi le girava<br />

intorno era in qualche modo attratto dal suo modo di fare e<br />

soprattutto da <strong>un</strong>a risata davvero contagiosa. A forza di<br />

girare arrivò anche da lui e volle presentasi: «Rosa<br />

Locascio, rappresentante del sesso debole».<br />

«Questa mi sembra <strong>un</strong>a etichetta superata da tempo»<br />

rispose stringendole la mano: «Fawzy Wahab».<br />

«Molto più attuale di quanto si creda. Com<strong>un</strong>que non credo<br />

che lei abbia bisogno di presentarsi, almeno qui dentro:<br />

come ha trovato il suo bambino, professore?».<br />

«Cresciutello, direi» disse Fawzy già solleticato dal suo<br />

modo di fare informale, in mezzo a tanti tromboni «mi sento<br />

come <strong>un</strong> padre a cui hanno impedito di entrare in sala<br />

parto e che ora è davanti alla vetrata del nido».<br />

«Accidenti che figura retorica» disse Rosa «era <strong>un</strong> sacco<br />

di tempo che non me ne capitava <strong>un</strong>a simile».<br />

«Signori, vi prego, rientriamo in sala» disse Bonanno a<br />

voce alta «la giornata è ancora l<strong>un</strong>ga ed impegnativa».<br />

«Va bene, andiamo a sentire cos'altro avete da<br />

raccontarci, a più tardi». E si avviarono verso la sala<br />

ogn<strong>un</strong>o al posto suo.<br />

Parlò prima il rappresentante degli addetti alla<br />

manutenzione. Le sue istanze alla fine confluivano tutte<br />

sullo stesso problema: la categoria che si stava formando<br />

122


era costituita soprattutto da persone che in precedenza<br />

avevano fatto altri mestieri e che dovevano far f<strong>un</strong>zionare<br />

dispositivi che non conoscevano abbastanza e di cui<br />

spesso ignoravano la f<strong>un</strong>zione primaria, perché gli schemi<br />

tecnici che avevano ricevuto non davano mai <strong>un</strong>a visione<br />

d'insieme. Quello era <strong>un</strong> tema davvero importante, per cui<br />

la discussione si protrasse <strong>un</strong> bel po'.<br />

Venne finalmente il turno di Rosa, che si manifestò come<br />

<strong>un</strong>a persona davvero di spessore. Messo da <strong>un</strong>a parte<br />

l'atteggiamento <strong>un</strong> po' scanzonato che Fawzy aveva<br />

apprezzato a colazione, stava illustrando con maestria <strong>un</strong>a<br />

serie di problemi che spaziavano dalla sicurezza, ai servizi<br />

di supporto come gli asili nido, agli orari di lavoro per le<br />

donne con bambini piccoli, ad alc<strong>un</strong>e difficoltà di<br />

spostamento per i disabili: <strong>un</strong> vero sindacalista.<br />

A differenza degli altri quattro, associava ai problemi<br />

presentati proposte di soluzione e da queste si poteva<br />

capire che aveva perfettamente interpretato la filosofia che<br />

stava dietro a D<strong>un</strong>bar.<br />

Mentre parlava, Giulio si era accorto dell'attenzione che<br />

Fawzy stava dedicandole e volle dirgli: «Hai notato? Non<br />

vola <strong>un</strong>a mosca, <strong>un</strong> vero catalizzatore».<br />

«Veramente» rispose Fawzy sottovoce e continuò ad<br />

ascoltarla letteralmente soggiogato.<br />

La ri<strong>un</strong>ione terminò a pomeriggio inoltrato. Bonanno<br />

ringraziò tutti i rappresentanti e li invitò a cena quella sera,<br />

presso il ristorante dell'albergo. Spiegò anche che il<br />

mattino successivo la commissione avrebbe discusso i<br />

temi presentati ed al termine avrebbe dichiarato quelli che<br />

riteneva pertinenti, quelli che almeno per il momento non<br />

123


sarebbero stati accolti ed infine quelli che richiedevano<br />

degli approfondimenti, che i rappresentanti avrebbero<br />

dovuto effettuare prima del successivo incontro, che si<br />

sarebbe tenuto due settimane dopo il raggi<strong>un</strong>gimento della<br />

soglia dei 250 mila abitanti, grosso modo entro tre-quattro<br />

mesi. Seguì <strong>un</strong> convinto applauso del pubblico presente e<br />

la sala iniziò a svuotarsi.<br />

Fawzy andò in camera sua, fece <strong>un</strong> paio di chiamate in<br />

Istituto, per capire se c'era qualche novità, si fece la doccia<br />

e si preparò per la cena prevista per le otto.<br />

Quando fu pronto, uscì dalla sua stanza e bussò alla porta<br />

di Giulio che si presentò con indosso la sola camicia, lo<br />

guardò da capo a piedi e disse: «Vuoi fare colpo stasera,<br />

eh? Entra che mi servono altri cinque minuti».<br />

«Ma che stai dicendo?»<br />

«Rosa Locascio … fascino mediterraneo » disse Giulio con<br />

l'impostazione di chi recita <strong>un</strong>o slogan pubblicitario, e lo<br />

volle sottolineare con dei gesti che intendevano<br />

evidenziarlo come il titolo di <strong>un</strong> manifesto.<br />

«Beh sì, è <strong>un</strong>a persona interessante, perché negarlo?»<br />

«Interessante?» Giulio insisteva scandendo la parola per<br />

rimarcare che c'era molto di più «sei già quasi ai suoi<br />

piedi». Fawzy gli dette <strong>un</strong>o spintone dicendogli: «ma pensa<br />

a vestirti» però stava ridendo ed era anche <strong>un</strong> po'<br />

arrossito.<br />

A tavola Fawzy non era seduto proprio vicino a Rosa.<br />

Entrambi avevano provato a scambiare <strong>un</strong> paio di battute,<br />

ma la distanza li convinse a rimandare il colloquio. Si<br />

ritrovarono nel salone dell'albergo, dopo cena. Seduti su<br />

due poltrone davanti ad <strong>un</strong> tavolino basso e quadrato, lei<br />

124


sorseggiava <strong>un</strong> vino da dessert, fasciata in <strong>un</strong> bell'abito da<br />

sera, ma che tradiva il fatto di non essere proprio<br />

dell'ultima stagione. Fawzy invece aveva preso <strong>un</strong> amaro,<br />

ma lo teneva in mano senza convinzione. «Che ci fa <strong>un</strong>a<br />

persona come lei a D<strong>un</strong>bar?» si decise a chiedere Fawzy.<br />

«Lei, lei, lei, chiamiamoci per nome prima che mi cresca la<br />

barba. Ti assicuro che con quella perdo molto del mio<br />

fascino» e tirò fuori la sua solita risata. Anche Fawzy non<br />

poté fare a meno di ridere e ripropose la domanda: «Allora<br />

Rosa, perché ho la sensazione che dovresti stare da<br />

qualche altra parte? A proposito, tu non sei di queste<br />

parti».<br />

«Sicula sugnu» ma l'accento era forzato e forse lei l'isola<br />

non l'aveva mai vista.<br />

«Cioè per dirla meglio, i miei erano siciliani, io sono nata<br />

non tanto lontana da qua e francamente di siciliano<br />

conosco solo qualche piatto che mi ha insegnato a<br />

cucinare mia madre».<br />

«Beh, è lo stesso anche per me, le origini dei miei erano<br />

Egiziane, lo avrai capito dal nome, ma sono andato solo <strong>un</strong><br />

paio di volte a visitare le bellezze archeologiche e quello<br />

che resta della barriera corallina, in poche parole sono<br />

rimasto solo <strong>un</strong> turista come tanti ».<br />

«La maledizione del nome» disse lei «ti chiami Toshiro e ti<br />

deve piacere per forza il sushi, anche se hai sempre<br />

vissuto a centinaia di chilometri dal mare» e fece seguire<br />

<strong>un</strong>a delle sue risate.<br />

«Quanto è vero» volle confermare Fawzy «da ragazzo non<br />

ho mai perdonato a mio padre la decisione di darmi il nome<br />

di mio nonno: volevo chiamarmi Cosimo, Giuliano,<br />

125


qualcosa del genere, ed anche per questo mi sono sempre<br />

rifiutato di imparare l'Arabo, sebbene mio padre abbia<br />

insistito fino alla morte. Era come se in qualche modo<br />

potesse cambiare ciò che volevo essere. Una vera<br />

stupidaggine da parte mia, anche solo per il fatto che<br />

certamente mi avrebbe fatto comodo saperlo parlare».<br />

«Eh già, cose che si capiscono sempre dopo» venne fuori<br />

<strong>un</strong>a p<strong>un</strong>ta di amarezza. «D<strong>un</strong>que dicevi che qui mi vedi<br />

fuori posto. Può darsi, ma a volte <strong>un</strong> solo episodio ti<br />

sconvolge la vita».<br />

A quella affermazione Fawzy provò <strong>un</strong> certo imbarazzo e<br />

cercò di recuperare: «Rosa, ti chiedo scusa, forse ti ho<br />

fatto <strong>un</strong>a domanda fuori luogo. L'avevo chiesto solo perché<br />

oggi è stato evidente a tutti che tu hai <strong>un</strong>a estrazione<br />

sociale diversa da quella di tutti gli altri che stanno qua,<br />

almeno tra le persone più giovani. Per deformazione<br />

professionale pensavo per esempio tu potresti avere <strong>un</strong>a<br />

laurea».<br />

«Si, sono laureata in legge, ma non ho mai esercitato, né<br />

come magistrato, né come avvocato, non c'è stato il<br />

tempo. Mi sono sposata quasi subito, dopo <strong>un</strong> anno avevo<br />

già <strong>un</strong> figlio ed ho preferito fare la mamma, anche perché<br />

mio marito era <strong>un</strong>o in carriera e non c'era mai. Ho detto era<br />

solo perché non è più mio marito. Stava via anche più<br />

settimane consecutivamente e si sa, lo spirito è forte, ma la<br />

carne è debole. Un po' per solitudine, <strong>un</strong> po' per rivalsa<br />

ebbi <strong>un</strong>a relazione. Purtroppo rimasi incinta <strong>un</strong>a seconda<br />

volta, non ci pensavo proprio ad abortire, anche perché<br />

mio figlio in quel periodo aveva <strong>un</strong> sacco di problemi con<br />

gli altri bambini e pensavo che <strong>un</strong> fratellino o sorellina lo<br />

126


avrebbero aiutato a superarli».<br />

Fawzy restò colpito dalla decisione con la quale Rosa<br />

aveva iniziato il racconto e cercò di non far niente che<br />

potesse farle cambiare idea.<br />

«Ma mio marito si fece <strong>un</strong> po' di conti, dedusse che quello<br />

non poteva essere figlio suo e mi lasciò. Inizialmente,<br />

almeno dal p<strong>un</strong>to di vista economico, le cose continuarono<br />

ad andare bene, avevo <strong>un</strong>a casa e tutti i soldi che mi<br />

servivano, ma subito dopo la nascita della bambina tornò<br />

con gli avvocati ed <strong>un</strong> ingi<strong>un</strong>zione del trib<strong>un</strong>ale che mi<br />

obbligava al test del DNA e, naturalmente, risultò che non<br />

era figlia sua. Io pensavo che nonostante tutto mi amasse<br />

ed invece scatenò l'inferno. Disconoscimento di paternità,<br />

divorzio per colpa mia, sfratto pressoché immediato dalla<br />

nostra casa, alimenti minimi e limitati al figlio maggiore,<br />

che poi non ha più voluto rivedere, come se avesse<br />

ereditato la colpa». Rosa più che arrabbiata appariva<br />

amareggiata, ma sempre decisa a continuare il racconto,<br />

che infatti riprese subito dopo.<br />

«A complicare le cose ci si mise anche mio padre, <strong>un</strong><br />

uomo del secolo scorso come mentalità, anzi dell'800 in<br />

questo frangente. Per lui mio marito era il figlio che aveva<br />

sempre desiderato, così brillante, affermato e sicuro di sé e<br />

da allora non mi ha più voluta vedere. Mia madre<br />

continuava a chiamarmi ed a mandarmi <strong>un</strong> po' di soldi di<br />

nascosto, ma anche le loro possibilità erano limitate e, per<br />

il dispiacere di non potermi più aiutare, mi chiamava<br />

sempre meno e piano piano anche lei si è allontanata. Al<br />

giorno d'oggi, incredibile vero?».<br />

Fawzy sentì che lei aspettava <strong>un</strong>a sorta di conferma e non<br />

127


sapendo come comportarsi si limitò ad assumere<br />

<strong>un</strong>'espressione solidale.<br />

«L'altro poi era fuggito subito a gambe levate e partì <strong>un</strong><br />

calvario che è durato più di tre anni. Inizialmente davo<br />

consigli legali ai poveracci che non avevano i soldi per <strong>un</strong><br />

avvocato ma, non avendo l'abilitazione, appena veniva<br />

fuori qualcosa di serio andavano da <strong>un</strong>o vero o<br />

accettavano quello d'ufficio. Non guadagnavo quasi niente<br />

e per il fatto che ricevevo degli alimenti, il mio sussidio era<br />

ridotto al minimo. Davo qualche ripetizione, ma queste<br />

potevano essere fatte solo di pomeriggio con i figli in casa,<br />

che non potevo affidare a ness<strong>un</strong>o, questo costituiva <strong>un</strong><br />

problema: perdevo la maggioranza dei ragazzi che<br />

iniziavano a venire da me.<br />

Alla fine sono andata a fare la sciampista la mattina in <strong>un</strong><br />

negozio di parrucchiera per signora. Pian piano mi fecero<br />

fare altre cose, colorazioni, tagli ai bambini, ma i soldi non<br />

bastavano mai, soprattutto per l'affitto di casa. Negli ultimi<br />

mesi avevo trovato <strong>un</strong> piccolo appartamento a buon<br />

mercato in <strong>un</strong>o stabile da <strong>un</strong>a trentina di <strong>un</strong>ità. Poi ho<br />

capito perché costava così poco: si svuotò in sei mesi, noi<br />

eravamo rimasti gli ultimi quando vennero a dirci che<br />

stavano per abbattere l'edificio, come altri otto lì intorno. Il<br />

padrone di casa aveva voluto tirare su gli ultimi spiccioli,<br />

ma lo aveva già mollato allo Stato. Naturalmente non<br />

avevo contratto e mi toccò andarmene dalla sera alla<br />

mattina, senza sapere proprio dove, ero disperata e<br />

probabilmente feci compassione a quello dei servizi sociali<br />

che era venuto a supporto. Sono sicura che non potevo<br />

rientrarci, ma riuscì a farmi iscrivere nelle liste per D<strong>un</strong>bar.<br />

128


Passai solo qualche settimana in <strong>un</strong> centro di accoglienza<br />

per ragazze madri e poi mi arrivò l'assegnazione e sono<br />

corsa qui, dove francamente sono contenta ed al tempo<br />

stesso terrorizzata dal fatto che qualc<strong>un</strong>o possa accorgersi<br />

della forzatura che mi ci ha condotto». Fece capire di avere<br />

terminato aprendo le mani.<br />

«Ti ringrazio Rosa, so che raccontarmi la tua storia ti è<br />

costato parecchio e proprio per questo per me ha <strong>un</strong> valore<br />

particolare» disse Fawzy, ma lei tornò quella di prima e<br />

rispose: «Lascia perdere, sono solo <strong>un</strong>a chiacchierona» e<br />

ripropose la sua risata liberatoria.<br />

Anche Fawzy riuscì ad aprirsi <strong>un</strong> po', senza scendere<br />

troppo nei particolari, le raccontò di come era arrivato al<br />

divorzio, del suo grande sforzo per impostare il Modulo<br />

Sociale, fino alle vicissitudini recenti, il suo rapporto<br />

conflittuale con la sicurezza, le difficoltà per soggiornare a<br />

D<strong>un</strong>bar ed altre amenità del genere.<br />

Rosa mostrò il suo stupore: «Mi era sembrato strano che<br />

questa era la prima volta che venivi dopo l'inaugurazione,<br />

ma non avrei mai potuto immaginare che vivessi quasi da<br />

recluso. Un rettore! Pensavo che eri quasi onnipotente nel<br />

tuo ambiente. Se mi consenti <strong>un</strong> paragone è come se fossi<br />

il padre, ma di <strong>un</strong>a banca del seme!» e rise ancor più<br />

fragorosamente del solito.<br />

Stettero a chiacchierare amabilmente <strong>un</strong>'altra mezz'ora,<br />

non c'era più traccia di quel racconto drammatico che gli<br />

aveva fatto e Fawzy era sempre più affascinato da quella<br />

leggerezza, che si contrapponeva totalmente al suo<br />

carattere sempre tormentato. Poi lei guardò l'orologio e<br />

disse che doveva scappare: l'amica che le faceva da baby<br />

129


sitter voleva andare a dormire. Si salutarono e si dettero<br />

app<strong>un</strong>tamento per l'indomani.<br />

Se ne era appena andata, che Giulio si lasciò cadere sulla<br />

poltrona occupata da lei fino ad <strong>un</strong> attimo prima: «Rosa lo<br />

ha cotto a p<strong>un</strong>tino, Rosa lo ha cotto a p<strong>un</strong>tino» ripeteva<br />

con <strong>un</strong>a cantilena da bambini che evidenziava l'inizio e la<br />

fine della strofa. Fawzy si alzò di scatto e disse: «Sì, va<br />

beh, buona notte!» e se ne andò verso la sua stanza, ma<br />

sapeva anche lui che c'era del vero.<br />

Il mattino successivo fu speso per decidere l'ammissibilità<br />

delle istanze accolte e riportarne l'esito ai cinque<br />

rappresentanti, tra qualche flebile protesta dal pubblico per<br />

qualche questione che era stata accantonata.<br />

Assegnarono i compiti per casa, per i temi che<br />

richiedevano approfondimenti, e Bonanno chiuse la<br />

ri<strong>un</strong>ione con quel suo modo di fare sempre distaccato che<br />

sembrava ormai <strong>un</strong> po' fuori luogo, visto che il ghiaccio<br />

appariva ben sciolto.<br />

Fawzy e gli altri si erano riproposti di terminare il giro di<br />

ricognizione iniziato all'arrivo e riuscì solo a salutare<br />

brevemente Rosa e dirle «Ti chiamo appena <strong>possibile</strong>».<br />

Poi continuarono il giro del blocco di base e Cabrini volle<br />

anche tornare nel modulo trasversale superiore, per capire<br />

meglio se era fattibile <strong>un</strong>a idea che gli era venuta in mente<br />

per mitigare quella sensazione di oppressione che dava<br />

l'ambiente così com'era.<br />

Al termine ripartirono, dopo <strong>un</strong>o sp<strong>un</strong>tino davvero veloce.<br />

Fawzy non aveva smesso <strong>un</strong> minuto di guardarsi intorno<br />

per cercarla, ma non era lì a sventolare il fazzoletto. Del<br />

130


esto era <strong>un</strong>a madre sola che si doveva arrangiare per<br />

tirare avanti, motivazioni più che valide per quell'assenza.<br />

Giulio si era accorto di tutto, e sicuramente non era stato il<br />

solo, ma questa volta non gli sembrò il caso di prenderlo in<br />

giro.<br />

_ _ _<br />

Nel periodo successivo Fawzy voleva in ogni modo<br />

approfondire la conoscenza di lei, ma non essendo mai<br />

stato <strong>un</strong>o sciupa femmine si era trovato più volte ad evitare<br />

di chiamarla, solo perché gli sembrava di non avere buoni<br />

argomenti per farlo. Rosa sembrava aver capito questa<br />

situazione e quando non la chiamava da più di due giorni ci<br />

pensava lei, che non si faceva troppi scrupoli e qualcosa<br />

da dire la trovava sempre.<br />

Presto Fawzy cominciò ad andare a trovarla <strong>un</strong> giorno del<br />

fine settimana, sempre solo dalla mattina alla sera per la<br />

solita storia della scorta. Così conobbe i suoi bambini,<br />

Ruggero e Matilde, che erano davvero belli e spigliati come<br />

la madre, soprattutto la piccola. Con l'avanzare della buona<br />

stagione spesso andavano tutti insieme nelle zone verdi<br />

dei dintorni, quando Ruggero non la sp<strong>un</strong>tava per essere<br />

portato a vedere la partita, se era domenica. Aveva<br />

insistito fino allo sfinimento per essere iscritto alla scuola<br />

calcio ed a contatto con gli altri bambini era diventato <strong>un</strong><br />

vero ultras della squadra locale, che si era costituita da<br />

poco, giocava nelle divisioni inferiori, ma aveva <strong>un</strong>o stadio<br />

fantastico.<br />

Un paio di volte era stata Rosa a raggi<strong>un</strong>gerlo a casa sua,<br />

in quelle occasioni la giornata era stata più libera e<br />

131


ilassante, ma il viaggio si era rivelato <strong>un</strong> po' pesante per i<br />

bambini che il l<strong>un</strong>edì mattina avevano fatto fatica a<br />

svegliarsi in tempo. Per cui alla fine Fawzy si era adattato a<br />

quelle giornate sotto scorta e cominciò ad apprezzare il<br />

fatto di allontanarsi dal solito tran tran casa-ufficio e<br />

soprattutto di stare a stretto contatto con quella realtà che<br />

aveva contribuito sostanzialmente a creare.<br />

In compenso erano passati quasi tre mesi e di fatto non era<br />

ancora successo niente tra loro, cioè qualcosa purtroppo<br />

successe. Un sabato era <strong>un</strong>a giornata bellissima, Fawzy<br />

stava arrivando come al solito col primo treno del mattino<br />

ed il sole non ancora alto evidenziava la strada bianca che<br />

saliva a zig zag sul ridosso dietro la città, subito a monte<br />

della torre nord: doveva essere <strong>un</strong> gran bel panorama.<br />

Come arrivò chiese a Rosa se era il caso di fare quella<br />

passeggiata e lei accolse l'idea con vero entusiasmo. Non<br />

si trattava di salire molto, soprattutto con la piccola non<br />

sarebbe stato <strong>possibile</strong>, ma al primo cucuzzolo ci potevano<br />

arrivare senza troppa fatica ed al limite Matilde poteva<br />

essere portata per qualche tratto sulle spalle.<br />

Mentre Fawzy era andato a mettersi d'accordo col servizio<br />

di sorveglianza per quell'uscita fuori programma, Rosa<br />

aveva preparato il pranzo a sacco e quando tornò al loro<br />

appartamento, li trovò già pronti con gli zainetti, i<br />

pantaloncini e le scarpe da ginnastica.<br />

All'inizio era andato tutto bene, nella prima parte il percorso<br />

era più blando di quanto potesse sembrare da sotto ed<br />

anche Matilde lo affrontò con bell'impegno e senza segni di<br />

stanchezza. Ruggero poi, forte degli allenamenti che gli<br />

facevano fare a scuola calcio, era instancabile, andava in<br />

132


qua e là, correva avanti e tornava anche indietro se voleva<br />

far vedere loro qualcosa che aveva trovato, insomma alla<br />

fine fece quasi il doppio del tragitto. Loro due adulti erano<br />

decisamente molto più attenti a misurare le forze e se<br />

Fawzy non faceva troppa fatica a portare su quei pochi chili<br />

che si trovava addosso, Rosa tirò fuori <strong>un</strong> bel fiatone nel<br />

tratto successivo che era <strong>un</strong> po' più ripido.<br />

Dopo <strong>un</strong>'oretta arrivarono nella zona di destinazione, il<br />

prato era <strong>un</strong> po' sassoso e piuttosto affollato, ma trovarono<br />

<strong>un</strong> p<strong>un</strong>to dove sedersi tutti e quattro comodamente ed il<br />

panorama valeva davvero la pena di essere osservato.<br />

Avevano mangiato i panini e si erano da <strong>un</strong> po' sdraiati al<br />

sole, mentre Ruggero si era già <strong>un</strong>ito ad <strong>un</strong> gruppo di<br />

ragazzi che aveva portato <strong>un</strong> pallone e Matilde faceva<br />

tranquilla i soliti giochi da bambina con i sassetti e la terra,<br />

quando tre ragazzi piuttosto grandi cominciarono prima a<br />

ronzargli intorno, poi ad avvicinarsi sempre più, fino a<br />

quando presero di petto Fawzy provocandolo e cercando<br />

di venire alle mani. Non ci furono conseguenze solo perché<br />

la guardia del corpo che si teneva ad <strong>un</strong>a certa distanza<br />

intervenne prontamente e bloccò quel tentativo.<br />

Successivamente nei locali della sicurezza ci fu anche <strong>un</strong><br />

chiarimento e l'episodio increscioso si appianò, ma ormai<br />

la frittata era fatta e Locatelli non solo non volle saperne di<br />

eliminare la scorta, come era sembrato intenzionato a fare<br />

nell'ultimo periodo, ma decise di rafforzarla e di tenerla<br />

anche più vicina. Fawzy si disse che in quelle condizioni<br />

non ce l'avrebbe mai fatta a venire al d<strong>un</strong>que con Rosa,<br />

ma l'occasione venne prima di quanto potesse pensare.<br />

Dieci giorni dopo infatti era stato fissato il secondo<br />

133


comitato di controllo e Fawzy prese il treno la sera come la<br />

volta precedente, per dormire in albergo. Cenò con Rosa in<br />

<strong>un</strong> ristorantino aperto da poco e lei non ci mise molto a<br />

dirgli di andare a dormire nel suo appartamento. Lo<br />

sperava, lo aspettava, lo temeva soprattutto per doversi<br />

accordare con Locatelli, ma questi non mise troppi ostacoli,<br />

gli impose di essere accompagnato fino alla porta di<br />

ingresso, di chiudere a doppia mandata e di aspettare che<br />

la scorta lo andasse a prendere l'indomani mattina: tutto<br />

molto semplice. Era felice come non ricordava da tanto<br />

tempo.<br />

Il mattino dopo fecero colazione tutti insieme, i bambini<br />

furono <strong>un</strong> po' sorpresi, ma per niente dispiaciuti, ormai<br />

Fawzy era come <strong>un</strong>o zio affezionato e stavano con lui<br />

molto volentieri.<br />

Quando arrivò la scorta, se ne andò da solo, per non<br />

alimentare chiacchiericci e mettere Rosa in difficoltà per il<br />

suo ruolo di delegata: in fondo lui era la controparte.<br />

Si ritrovarono nella sala consiliare con loro del comitato<br />

che si presentavano nella stessa formazione, mentre i<br />

delegati della città erano saliti a sette ed erano tutti diversi<br />

tranne Rosa: del resto D<strong>un</strong>bar era più che raddoppiata e la<br />

precedente formazione evidentemente non era più<br />

considerata adeguata a rappresentare la popolazione.<br />

Fawzy si accorse tra l'altro che lei aveva ass<strong>un</strong>to <strong>un</strong> ruolo<br />

di coordinamento del gruppo, <strong>un</strong> po' perché era rimasta<br />

l'<strong>un</strong>ica superstite dell'esperienza precedente, <strong>un</strong> po' perché<br />

le era riconosciuta <strong>un</strong>a sorta di leadership e gli argomenti<br />

trasversali furono tutti trattati da lei. Oltre a questa sua<br />

affermazione personale, il comitato di controllo trovò che i<br />

134


nuovi membri erano ad <strong>un</strong> livello decisamente superiore e<br />

riuscirono a trattare molto più velocemente e meglio della<br />

volta precedente tutti i p<strong>un</strong>ti che erano stati messi all'ordine<br />

del giorno. Quella sera Rosa e Fawzy decisero di cenare in<br />

casa e rimase ancora a dormire da lei.<br />

La mattina dopo Bonanno volle ripetere la cerimonia di<br />

esaminare in comitato gli argomenti presentati per poi<br />

com<strong>un</strong>icare i risultati in modo formale, ma alla prova dei<br />

fatti era già tutto chiaro e ben definito e solo per <strong>un</strong> p<strong>un</strong>to<br />

fu chiesto qualche approfondimento, ma più che altro per<br />

non ammettere che quella fase era ormai inutile.<br />

Era venuto il momento del commiato e Fawzy non aveva<br />

proprio voglia di andarsene, stette fino all'ultimo con lei,<br />

anche se ciò comportò che tutti si accorgessero del loro<br />

rapporto e salì in treno dicendole che l'avrebbe chiamata<br />

quella sera stessa.<br />

Infatti era arrivato da pochissimo a casa che fece subito il<br />

numero. Parlarono <strong>un</strong> po' di quello che le avevano detto<br />

con la loro uscita allo scoperto e Rosa sembrava<br />

particolarmente divertita nel raccontare le facce ed i<br />

commenti di determinate persone che conosceva anche<br />

lui, almeno per sentito dire.<br />

Poi all'improvviso e quasi senza pensarci gli venne di<br />

chiederle: «Perché non vi trasferite tutti e tre qui a casa<br />

mia?».<br />

Lei non se lo aspettava così presto e fu in difficoltà, temeva<br />

di ferirlo con <strong>un</strong>a risposta negativa, ma in quel momento<br />

non poteva fare diversamente, così cercò di spiegarsi con<br />

molta calma: «Fawzy, cerca di capirmi, probabilmente<br />

qualche tempo fa avrei risposto subito di sì. Adesso si è<br />

135


creata <strong>un</strong>a situazione <strong>un</strong> po' più complicata, i bambini<br />

finalmente si sono ambientati e mi sembrano davvero a<br />

loro agio ed io ormai ho preso degli impegni con questa<br />

gente che non mi sento di disattendere. Non te l'avevo<br />

ancora detto, ma alla fine ho accettato la candidatura alle<br />

elezioni amministrative che si terranno tra <strong>un</strong> paio di mesi,<br />

sono nella lista degli indipendenti. Come faccio adesso a<br />

dire loro che non accetto più? Adesso vediamo come<br />

finisce questa avventura. In ogni caso la situazione con<br />

Locatelli mi sembra sbloccata e poi qualche volta posso<br />

anche venire io da te per tutto il fine settimana».<br />

Fawzy si sentì <strong>un</strong> po' stupido, non erano più dei ragazzini,<br />

proposte del genere debbono essere ragionate e valutate<br />

bene prima di essere formulate. Ma non seppe dirle che<br />

capiva la situazione e si lasciarono che Rosa si sentiva<br />

triste ed in colpa.<br />

I giorni successivi com<strong>un</strong>que tutto tornò come al solito ed il<br />

fine settimana successivo Fawzy lo passo interamente a<br />

D<strong>un</strong>bar. La faccenda delle elezioni stava però <strong>un</strong> po'<br />

condizionando la vita di Rosa, che non fu mai in grado di<br />

andare a casa di lui, questo non sarebbe stato <strong>un</strong><br />

problema, se com<strong>un</strong>que si fosse resa disponibile, ma fra<br />

ri<strong>un</strong>ioni varie ed incontri con gli elettori lei era sempre più<br />

impegnata e l'ultimo week end prima del voto Fawzy di<br />

fatto fece solo il baby sitter.<br />

Finalmente arrivò la fatidica data delle votazioni, che<br />

rappresentava <strong>un</strong>a tappa fondamentale anche dal p<strong>un</strong>to di<br />

vista sociale, del resto ormai la città era abitata da oltre<br />

mezzo milione di persone e cresceva a ritmi sempre più<br />

136


sostenuti.<br />

Quella domenica mattina lui si presentò al proprio seggio<br />

che ancora non era aperto, il voto era obbligatorio e quindi<br />

volle togliersi il pensiero e partire subito per D<strong>un</strong>bar.<br />

Passarono la giornata insieme nei locali del comitato a<br />

valutare exit poll e semplici voci. Per lui quell'ultimo<br />

periodo fu estremamente utile per approfondire la<br />

conoscenza di Rosa che in quell'ambiente manifestava <strong>un</strong>a<br />

componente molto diversa del proprio carattere. Appariva<br />

molto più decisa e sicura di sé di quanto avvenisse in<br />

privato ed in certi casi, con sua grande sorpresa, sapeva<br />

essere anche dura e prepotente.<br />

Quando i seggi chiusero, vissero insieme anche lo<br />

scrutinio. In <strong>un</strong> ora uscirono i risultati definitivi: era stata<br />

eletta col maggior numero di preferenze in assoluto, a<br />

dispetto del supporto che il Partito Unico aveva fornito ai<br />

propri candidati e Fawzy ne rimase piacevolmente<br />

impressionato.<br />

Contestualmente c'erano state anche le elezioni politiche,<br />

la farsa, come le chiamava Rosa. Due schieramenti dello<br />

stesso partito che si contrapponevano solo in apparenza.<br />

Per far sembrare quelle elezioni <strong>un</strong> minimo democratiche,<br />

da qualche anno era stato inserito <strong>un</strong> meccanismo che<br />

trasferiva eletti della componente minoritaria nella<br />

compagine di maggioranza e vice versa. Era <strong>un</strong> modo<br />

sufficientemente elegante per svecchiare il gruppo<br />

parlamentare da cui si attingeva per la costituzione del<br />

governo, senza lasciare completamente a piedi qualche<br />

devoto rappresentante, che magari avrebbe potuto mettere<br />

in piazza qualche informazione spiacevole, se<br />

137


definitivamente trombato. Poi c'era la questione del voto<br />

ponderato. Era infatti finita l'era di <strong>un</strong> uomo <strong>un</strong> voto, ad <strong>un</strong><br />

certo p<strong>un</strong>to era stato introdotto il coefficiente elettorale<br />

personale: basato su <strong>un</strong> meccanismo di <strong>un</strong>a complessità<br />

inaudita, era aggiornato ad ogni turno e com<strong>un</strong>icato<br />

<strong>un</strong>icamente all'interessato. Determinava il peso nell'urna di<br />

ogni elettore, con <strong>un</strong> numero che poteva variare da 0,5 a<br />

valori elevatissimi. Le malelingue sostenevano che il<br />

Presidente si potesse eleggere quasi col solo proprio voto.<br />

Inizialmente a Fawzy il principio non era dispiaciuto, sotto<br />

certi aspetti trovava abbastanza giusto privilegiare chi più<br />

contribuiva alla collettività, eppoi c'era la questione del<br />

progressivo invecchiamento della popolazione, se non si<br />

dava <strong>un</strong> po' più di peso ai giovani ed <strong>un</strong> po' meno alle<br />

persone anziane non si sarebbe potuto modificare più<br />

niente.<br />

La realtà dei fatti dimostrava che la finalità era ben diversa,<br />

non per niente due giorni dopo il nuovo governo era già in<br />

carica pressoché uguale al precedente, a meno di qualche<br />

posizione di rincalzo, e la Brembo era sempre più<br />

saldamente al proprio posto.<br />

Anche Rosa dopo pochi giorni seppe, senza troppa<br />

sorpresa, che non era stata inserita nell'esecutivo. Già le<br />

liste indipendenti erano tollerate solo per le Amministrative,<br />

voler comandare era tutto <strong>un</strong> altro discorso e richiedeva il<br />

completo allineamento col regime.<br />

Tuttavia nei mesi successivi il suo ruolo si rivelò tutt'altro<br />

che marginale. Non si poteva dire che fosse il capo<br />

dell'opposizione, che di fatto non riusciva a costituirsi come<br />

schieramento, divenne piuttosto <strong>un</strong>a sorta di coscienza<br />

138


della città, che affilava le proprie armi soprattutto quando i<br />

provvedimenti emanati dalla gi<strong>un</strong>ta andavano a privilegiare<br />

qualche categoria a discapito della collettività o non faceva<br />

abbastanza per le persone socialmente più deboli. Più di<br />

<strong>un</strong>a volta i suoi emendamenti erano passati grazie al voto<br />

di consiglieri della maggioranza, in aperto contrasto con la<br />

linea del partito. In altre situazioni invece Rosa aveva<br />

appoggiato l'esecutivo per far passare iniziative non<br />

proprio popolari, ma che secondo lei sarebbero risultate<br />

positive in prospettiva. Ormai il presidente del Distretto<br />

doveva sperare che le sue proposte non le andassero<br />

troppo di traverso, altrimenti era capace di fargli vedere i<br />

sorci verdi.<br />

Avevano anche pensato a farla fuori in qualche modo, ma<br />

la sua popolarità cresceva senza sosta, grazie al suo<br />

comportamento sempre ineccepibile ed impermeabile ad<br />

ogni situazione compromissoria. Anche la sua relazione<br />

con Fawzy era vista come <strong>un</strong> ostacolo per eventuali<br />

iniziative volte a screditarla, soprattutto dopo le conferenze<br />

che Fawzy tenne per spiegare la storia ed i principi che<br />

avevano portato alla creazione di D<strong>un</strong>bar. Tanto per<br />

cambiare era stata <strong>un</strong>a iniziativa di Rosa, che sudò sette<br />

camicie per convincerlo a tenerle, ma alla fine fu <strong>un</strong><br />

successo clamoroso ed il materiale audiovisivo<br />

opport<strong>un</strong>amente riorganizzato finì per essere diffuso anche<br />

nelle scuole di ogni ordine e grado. Acquisì quindi <strong>un</strong>a<br />

certa popolarità, ma questa accettazione generalizzata non<br />

lo affrancò dal servizio di sorveglianza che Locatelli<br />

confermò, considerandolo in <strong>un</strong> certo senso ancora più in<br />

pericolo di prima, e questo a Fawzy non andava proprio<br />

139


giù.<br />

Quando non seppe più che inventarsi per levarsela di<br />

torno, il presidente della gi<strong>un</strong>ta arrivò a proporre a Rosa <strong>un</strong><br />

mandato di delegato alle politiche assistenziali, ma lei capì<br />

che in quel modo la sua azione avrebbe potuto essere<br />

anche meno efficace e preferì rifiutare, i loro rapporti<br />

restarono quindi in <strong>un</strong>o stato di pace armata.<br />

Nel frattempo, D<strong>un</strong>bar aveva raggi<strong>un</strong>to il proprio limite<br />

superiore di <strong>un</strong> milione di abitanti ed a parte qualche<br />

anomalia qua e là, alla quale si trovava sempre rimedio,<br />

tutto f<strong>un</strong>zionava a meraviglia.<br />

_ _ _<br />

Quella mattina Giulio bussò alla porta del suo ufficio e gli<br />

fece cenno di uscire fuori. Erano ormai mesi che non<br />

avevano più ass<strong>un</strong>to atteggiamenti carbonari e la cosa gli<br />

mise subito <strong>un</strong> po' in apprensione.<br />

La cerimonia fu quella ormai collaudata di andare al<br />

distributore automatico, prendere il caffè e mettersi a berlo<br />

nel solito angolo cieco a qualche metro di distanza.<br />

Speravano che nel frattempo non ci avessero messo <strong>un</strong><br />

microfono, purtroppo Fawzy non aveva più portato con sé il<br />

rilevatore.<br />

«Un amico mi ha detto di aver intercettato <strong>un</strong> titolo su <strong>un</strong><br />

sito indipendente che grosso modo diceva “Perché tutte<br />

quelle morti a D<strong>un</strong>bar?”, ma non ha salvato l'articolo e<br />

quando abbiamo provato insieme a ritrovare la pagina, non<br />

c'è stato modo. Lui giura e spergiura di non essersi<br />

sbagliato».<br />

«Hai già guardato qualche cons<strong>un</strong>tivo dell'ultimo periodo?»<br />

140


chiese Fawzy.<br />

«Sommariamente, ma non mi sembra ci sia niente di<br />

eclatante. Più che altro non l'ho voluto accantonare perché<br />

va contro corrente». Fawzy prese <strong>un</strong>a espressione<br />

interrogativa.<br />

«Mi spiego, la campagna contro i pericoli che D<strong>un</strong>bar<br />

poteva rappresentare si può considerare ormai conclusa,<br />

anzi la tendenza attuale dell'informazione alternativa è<br />

parlare della città come della fucina per la rinascita e di<br />

Rosa come la nuova paladina che riuscirà a ridare dignità<br />

a quelle persone che il regime ha declassato ed<br />

estromesso dalla società civile».<br />

«Non me ne parlare, è la cosa che mi preoccupa di più, ho<br />

paura di qualche ritorsione e sono arrivato al p<strong>un</strong>to di<br />

chiedere a Locatelli di allestire <strong>un</strong> qualche servizio di<br />

sorveglianza. Debbo dire che è stato molto comprensivo,<br />

più di quanto mi aspettassi, formalmente non può darle<br />

<strong>un</strong>a vera scorta, ma mi ha promesso che com<strong>un</strong>que<br />

qualc<strong>un</strong>o nei paraggi ci sarà sempre. Non avrei mai<br />

pensato di doverlo ringraziare».<br />

«Pensi di fare qualcosa?» chiese Giulio.<br />

«Senza conferme direi di no, anche perché se venisse fuori<br />

la voce che la mortalità in città è sopra la media, si<br />

potrebbe scatenare <strong>un</strong>a psicosi collettiva, anche senza<br />

riscontri effettivi. Voglio sentire cosa ne pensa Rosa, lo<br />

farò sabato quando andrò su da lei».<br />

Giulio si era già girato per andarsene quando Fawzy lo<br />

riprese per il braccio: «Scusa Giulio, <strong>un</strong>'altra cosa che mi<br />

sono sempre dimenticato di chiederti, ma come si ricarica il<br />

rilevatore, è <strong>un</strong> sacco di tempo che sta lì inutilizzato e non<br />

141


so se f<strong>un</strong>ziona ancora».<br />

«Ma come Fawzy dovresti saperlo, quei piccoli aggeggi<br />

sono tutti uguali basta metterli <strong>un</strong> po' alla luce, anche<br />

artificiale, consumano talmente poco!».<br />

«Ah giusto» disse con la scarsa la convinzione di chi non è<br />

abituato a trattare piccoli aggeggi.<br />

Sabato mattina Fawzy si alzò presto, come sempre quando<br />

doveva partire. Prese la borsa che si portava dietro di<br />

solito, con i cambi di cui aveva bisogno, qualche regalino<br />

per i bambini e prima di infilarci anche il rilevatore, che<br />

aveva lasciato tutta la notte sotto <strong>un</strong>a lampada, lo provò:<br />

f<strong>un</strong>zionava, stava p<strong>un</strong>tando la zona in alto all'attacco delle<br />

tende. Prese il triciclo ed andò alla stazione dove lo<br />

aspettava il solito treno.<br />

Esaurite le procedure che gli erano state imposte<br />

all'ingresso di D<strong>un</strong>bar, riuscì finalmente a raggi<strong>un</strong>gere la<br />

porta dell'appartamento e ricevette la solita calda<br />

accoglienza dei bambini che chiedevano se aveva<br />

qualcosa per loro, con Rosa che faceva finta di<br />

rimproverarlo perché li viziava, insomma il consueto<br />

quadretto.<br />

I bambini stavano per uscire, come ormai tutti i sabati<br />

mattina, destinazione il centro ricreativo di zona, <strong>un</strong>o dei<br />

grandi risultati ottenuti dalla caparbietà di Rosa in<br />

consiglio. Passò <strong>un</strong>'altra madre a prenderli e ne aveva già<br />

sette al seguito, allegri e vocianti. Le madri si alternavano<br />

tra loro e Rosa doveva anche insistere per rispettare il<br />

proprio turno, veniva infatti quasi sempre sollevata<br />

dall'incarico, come manifestazione di riconoscenza di ciò<br />

142


che stava facendo per loro.<br />

Restarono soli e Rosa stava per dimostrargli che era<br />

venuto il suo turno di benvenuto, quando vide Fawzy aprire<br />

la sua borsa con <strong>un</strong>'espressione strana, tirare fuori <strong>un</strong><br />

apparecchietto, mentre le faceva cenno di non aprire<br />

bocca, accenderlo ed iniziare a cercare nell'appartamento.<br />

Dopo neanche <strong>un</strong> minuto, le stava indicando <strong>un</strong> p<strong>un</strong>to in<br />

<strong>un</strong> angolo che apparentemente sembrava la testa di <strong>un</strong>a<br />

vite. Andò poi nella piccola camera di lei ed anche qui<br />

arrivò ad individuare qualcosa dentro l'armadio. Passò nel<br />

locale dei bambini, che a sua volta non era stato<br />

risparmiato ed infine anche il bagno dimostrò di non essere<br />

imm<strong>un</strong>e.<br />

Alla fine lo spense, lo rimise nella borsa ed disse: «Perché<br />

non ti prepari? Andiamo a fare due passi all'aria, non vedi<br />

che bel sole?» Lei rispose a tono cercando di recitare in<br />

modo convincente, come aveva fatto lui, ed iniziò a<br />

prepararsi, mentre Fawzy avvertiva la vigilanza. Attesero<br />

l'accompagnatore e quando questi bussò, uscirono<br />

dall'appartamento.<br />

Stettero in silenzio per tutto il tragitto interno, scambiandosi<br />

ogni tanto qualche occhiata dall'incerto significato.<br />

Finalmente furono a terra, iniziarono a camminare<br />

sottobraccio e senza fretta, come <strong>un</strong>a normale coppia<br />

affiatata, ma lo scopo di Fawzy era soprattutto di capire se,<br />

oltre alla scorta ufficiale che si manteneva discretamente a<br />

distanza, ci fosse qualc<strong>un</strong> altro a seguirli, soprattutto<br />

qualc<strong>un</strong>o con dispositivi direzionali per ascoltarli da<br />

lontano.<br />

Quando gli sembrò di essere abbastanza al sicuro, stava<br />

143


per iniziare a parlare, ma fu preceduto da Rosa: «Fawzy,<br />

perché possiedi <strong>un</strong> rilevatore? Io ero pressoché certa di<br />

essere intercettata, ma ho la sensazione che ci sia<br />

qualcosa di più».<br />

«App<strong>un</strong>to proprio di questo volevo parlarti, è <strong>un</strong>a l<strong>un</strong>ga<br />

storia e credo sia venuto il momento che tu la conosca.<br />

Temo che quei microfoni che abbiamo trovato questa<br />

mattina non riguardino la tua attività politica, o almeno non<br />

solo».<br />

Non le trascurò neppure il più piccolo particolare,<br />

sottolineando l'ipotesi del complotto internazionale e del<br />

<strong>possibile</strong> coinvolgimento di Bonanno, ed alla fine le<br />

raccontò della notizia fantasma sulle morti, di cui non<br />

avevano trovato riscontro.<br />

Rosa ascoltò con estrema attenzione e senza tradire il<br />

minimo turbamento, in quel momento non era la sua<br />

compagna, ma il lucido consigliere distrettuale.<br />

«Certo che se si diffondesse <strong>un</strong>a notizia del genere, in città<br />

ci potrebbero essere delle forti reazioni» disse alla fine lei<br />

«bisogna approfondire la questione nel più completo<br />

riserbo. Piuttosto, questa ipotesi cinese mi sembra<br />

abbastanza poco credibile, non capisco cosa c'entra e<br />

manca qual<strong>un</strong>que conferma alle elucubrazioni del tuo<br />

amico Harsha. In ogni caso, credo non ci siano particolari<br />

problemi a raccogliere qualche dato alternativo ai<br />

cons<strong>un</strong>tivi ufficiali. Se qualc<strong>un</strong>o sta cercando di<br />

mascherare il numero effettivo dei decessi, è difficile che<br />

possa garantire la coerenza a tutti i livelli: ospedali,<br />

anagrafe, ditte di onoranze f<strong>un</strong>ebri, f<strong>un</strong>zioni religiose,<br />

cimiteri e magari c'è anche qualcos'altro che adesso non<br />

144


mi viene in mente. Io qualche persona di fiducia che mi<br />

possa aiutare a fare questi riscontri la trovo facilmente.<br />

Non desterà sospetti, faccio fare indagini in continuazione<br />

per arrivare preparata in consiglio ed ormai c'è la gara a<br />

chi è più bravo a scoprire qualche altarino».<br />

Fawzy l'aveva ascoltata con attenzione e compiacimento.<br />

Fin da quando l'aveva conosciuta, aveva sempre<br />

apprezzato il suo atteggiamento costruttivo e la logica con<br />

la quale analizzava i problemi del momento. Non avrebbe<br />

mai potuto dimenticare il suo primo intervento nella sala<br />

consiliare. Ma poi finiva sempre che la vita di tutti i giorni<br />

riprendeva il sopravvento e finirono col passare il resto<br />

della mattinata a parlare di cose molto più banali e<br />

quotidiane.<br />

Il resto del suo soggiorno passò nel solito modo: il sabato<br />

sera andarono a cena fuori con amici, la domenica al<br />

cinema con i bambini, quasi come se non fosse successo<br />

niente, ma ad <strong>un</strong> certo p<strong>un</strong>to Rosa lo tirò da <strong>un</strong>a parte e gli<br />

chiese come avrebbero fatto a scambiarsi informazioni<br />

riservate quando erano separati. L'<strong>un</strong>ica cosa che in quel<br />

momento venne loro in mente fu <strong>un</strong>a frase convenzionale,<br />

facile da inserire in qual<strong>un</strong>que discorso, che l'altro avrebbe<br />

interpretato come “ci sono novità”. Decisero per qualcosa<br />

che avesse a che fare con la situazione meteo, abbastanza<br />

ricorrente nei discorsi di tutti i giorni, ipotizzarono anche <strong>un</strong><br />

eventuale passaggio successivo: parlando del tempo in<br />

modo positivo, la novità poteva essere favorevole, o<br />

sfavorevole viceversa. Poi avrebbero deciso sul momento<br />

come fare per incontrasi, anche a metà settimana, se<br />

necessario.<br />

145


Quell'uscita quasi all'ultimo tuffo riportò Fawzy alla realtà<br />

dei fatti e durante il viaggio di ritorno verso casa non smise<br />

<strong>un</strong> attimo di tormentarsi, sempre più adombrato.<br />

Conosceva Rosa, non si sarebbe fermata davanti a niente<br />

e non era più così sicuro di aver fatto bene a coinvolgerla,<br />

almeno non avrebbe dovuto farlo così presto: in fondo cosa<br />

avevano in mano da giustificare iniziative che avrebbero<br />

anche potuto rivelarsi avventate? Praticamente niente.<br />

Il giovedì successivo ricevette <strong>un</strong> messaggio da lei, in<br />

apparenza era <strong>un</strong>a cosa da innamorati, diceva “senza di te<br />

il tempo mi sembra brutto anche se c'è il sole” e gli fu<br />

subito evidente che quanto era emerso dalle sue verifiche<br />

era tutt'altro che positivo.<br />

Fawzy rispose che anche a lui mancava tantissimo e che<br />

quindi aveva deciso di arrivare il venerdì sera;<br />

naturalmente Rosa avrebbe capito e la cosa non avrebbe<br />

destato sospetti, era già accaduto.<br />

Quando l'indomani uscì dall'ufficio in leggero anticipo, con<br />

la solita borsa che si era portato dietro la mattina da casa,<br />

aveva già avvertito del suo arrivo la vigilanza di D<strong>un</strong>bar.<br />

Per la prima volta si rese conto che non doveva più<br />

sottostare alla noiosa procedura per l'uscita anticipata<br />

dall'ufficio, era stata soppressa ormai da qualche<br />

settimana nel loro Istituto. L'attenzione era tutta<br />

concentrata sulla città, ormai.<br />

All'arrivo in casa entrambi fecero in modo che tutto<br />

sembrasse nella norma, i bambini non avevano bisogno di<br />

recitare. Rosa aveva chiamato <strong>un</strong>a baby sitter e gli aveva<br />

detto che alc<strong>un</strong>i amici li avevano invitati a cena, insistendo<br />

146


sul fatto che non voleva arrivare a mani vuote, facendogli<br />

capire con qualche gesto che avrebbe dovuto portare il<br />

rilevatore.<br />

Infatti andarono da queste persone che Fawzy non aveva<br />

mai visto prima, cenarono parlando del più e del meno, poi<br />

i padroni di casa si lamentarono perché la gelateria non<br />

aveva ancora portato il dessert e dissero che sarebbero<br />

andati loro a prenderlo: non avrebbero preso neppure le<br />

chiavi, tanto c'erano loro in casa. Appena furono usciti,<br />

Rosa gli fece cenno di tirare fuori il rilevatore, lui lo accese<br />

e cercò qualche fonte. L'appartamento sembrava pulito, a<br />

parte i sensori in dotazione, solo allora Rosa parlò:<br />

«abbiamo circa dieci minuti, ascolta: dalle nostre ricerche è<br />

venuto fuori che la mortalità delle persone anziane,<br />

soprattutto di quelle più in là con gli anni, è aumentata di<br />

molto nell'ultimo periodo e risulta quasi doppia rispetto alle<br />

statistiche ufficiali. Non è sicuro che i cons<strong>un</strong>tivi siano stati<br />

alterati, potrebbero essere inferiori a quelli reali solo<br />

perché hanno utilizzato <strong>un</strong> certo tipo di fonte, piuttosto di<br />

<strong>un</strong>'altra. Abbiamo per esempio riscontrato che sono<br />

def<strong>un</strong>te persone appena arrivate, non ancora trascritte in<br />

anagrafe; altri sono stati trasportati e tumulati nei luoghi di<br />

origine, non hanno interessato imprese di pompe f<strong>un</strong>ebri<br />

locali e tanto meno il cimitero, la maggioranza ha avuto <strong>un</strong><br />

decorso fulminante e non è quindi passata dall'ospedale.<br />

Mi sembra però incontestabile che il numero complessivo è<br />

molto più alto di tutte le medie che possono essere<br />

utilizzate come riferimento». Stettero a discutere <strong>un</strong> attimo<br />

su quei risultati, quando suonarono alla porta, erano i<br />

padroni di casa che presentavano soddisfatti la torta gelato<br />

147


che avevano scelto.<br />

Quella notte la passarono praticamente in bianco, ciasc<strong>un</strong>o<br />

a rimuginare in proprio, visto che non potevano scambiarsi<br />

pareri. Fawzy cercava di vagliare ipotesi, possibili colpevoli<br />

o com<strong>un</strong>que persone coinvolte nella macchinazione,<br />

prossime mosse per bloccare il disegno criminale, se di<br />

questo si trattava, ma tutte le idee che gli venivano in<br />

mente finivano per essere facilmente scartate. C'era solo<br />

<strong>un</strong> p<strong>un</strong>to che rientrava sempre in circolo: dovevano<br />

scoprire qual'era la causa di quelle morti. Scoprire che<br />

c'era sotto <strong>un</strong>a epidemia o <strong>un</strong> avvelenamento collettivo ed<br />

individuarne le possibili cause era <strong>un</strong> conto, restare con<br />

quella moria di anziani come <strong>un</strong>a sorta di coincidenza<br />

apriva invece scenari inquietanti.<br />

Alla fine chiese a Rosa se era sveglia, lei disse di sì e lui le<br />

parlò pianissimo nell'orecchio, non poteva esistere <strong>un</strong><br />

microfono miniaturizzato in grado di percepire quel<br />

bisbiglio. Le trasferì quel messaggio e lei rispose che stava<br />

pensando la stessa cosa e che forse sapeva a chi<br />

rivolgersi.<br />

Un po' quella <strong>un</strong>ità di intenti, <strong>un</strong> po' la stanchezza, ma<br />

dopo poco si addormentarono entrambi.<br />

_ _ _<br />

La mattina successiva era ancora sabato ed i bambini<br />

sarebbero andati di nuovo al centro ricreativo. Passò<br />

<strong>un</strong>'altra mamma a prenderli e quasi subito arrivò anche<br />

l'angelo custode che aveva chiamato Fawzy, per cui<br />

uscirono anche loro. Rosa volle passare <strong>un</strong> attimo al piano<br />

di sopra e suonò ad <strong>un</strong>a porta, ma ness<strong>un</strong>o rispose.<br />

148


«Stamani è uscito presto, è sicuramente all'orto».<br />

«Ma di chi stai parlando?».<br />

«Il mio amico Osvaldo». Probabilmente Fawzy la guardò<br />

con fare sospettoso perché Rosa continuò: «e dai non fare<br />

il gelosone, ha quasi novant'anni».<br />

«Ma che gelosone, non ho capito niente fin'ora».<br />

«Ti racconto l<strong>un</strong>go la strada». A dispetto della cupezza<br />

della situazione, Rosa era spumeggiante e partì con la<br />

storia di Osvaldo Ostellini, di anni 88, che era stato <strong>un</strong><br />

chirurgo. In <strong>un</strong>a operazione, per <strong>un</strong> suo errore, <strong>un</strong>a<br />

emorragia aveva provocato la morte del paziente e<br />

quell'episodio lo aveva condizionato al p<strong>un</strong>to da decidere<br />

di lasciare <strong>un</strong>a professione dove sicuramente avrebbe fatto<br />

strada se, come tanti altri colleghi, fosse riuscito a<br />

superare quel trauma. Risultò infatti che non tollerava più<br />

che modiche quantità di sangue e presto fu evidente che<br />

avrebbe dovuto cambiare mestiere.<br />

Si specializzò in medicina legale e per i successivi 40 anni<br />

aveva sezionato cadaveri e partecipato ad indagini di<br />

polizia in quel di Pavia, fino a quando lo avevano costretto<br />

ad andare in pensione, ben oltre i limiti di legge. Rimasto<br />

da solo, aveva accettato il trasferimento a D<strong>un</strong>bar tra i<br />

primi, quando lo convinsero a cedere la propria villetta, con<br />

<strong>un</strong> bel po' di terra intorno, in cambio di due ampi<br />

appartamenti per gli <strong>un</strong>ici nipoti che gli erano rimasti, <strong>un</strong>a<br />

sorta di eredità anticipata.<br />

Il suo passatempo era il giardinaggio e l'orticoltura ed<br />

aveva scovato <strong>un</strong> pezzetto di terreno ai limiti del bosco,<br />

fuori dell'area classificata verde pubblico, dove passava<br />

gran parte del suo tempo all'aperto a coltivare verdura e<br />

149


frutta di ogni genere. Casualmente Rosa lo aveva<br />

conosciuto in <strong>un</strong>a escursione coi bambini, da allora non gli<br />

faceva mai mancare <strong>un</strong>a parte del raccolto della giornata,<br />

perché i bambini dovevano mangiare roba sana, diceva<br />

sempre.<br />

«Ma sei sicura che ci possiamo fidare? Non è che va a<br />

raccontare in giro la faccenda, magari senza rendersene<br />

conto, non sarà decrepito, ma i suoi annetti ce li ha».<br />

«Guarda è lucidissimo, te ne renderai subito conto, e poi è<br />

la persona più riservata di questo mondo, abituato a tenere<br />

i segreti proprio per il lavoro che ha fatto fino a neanche<br />

troppo tempo fa, se c'è qualc<strong>un</strong>o che ci può dare qualche<br />

consiglio è proprio lui».<br />

Arrivarono all'orto e lo trovarono lì con stivaloni di gomma,<br />

<strong>un</strong> gran cappello di paglia ed <strong>un</strong> vestiario di risulta che non<br />

poteva certo rovinarsi.<br />

Accolse Rosa con gioia vera e quando lei gli presentò<br />

Fawzy cercò di porgere <strong>un</strong>a mano il più <strong>possibile</strong> pulita<br />

chiamandolo rettore. C'era <strong>un</strong>a sorta di panca, fatta da due<br />

sostegni ed <strong>un</strong>a spessa asse di legno, si sedettero tutti e<br />

tre in fila e Rosa intavolò l'argomento con <strong>un</strong> minimo di<br />

cautela, mentre Fawzy si guardava intorno per vedere se ci<br />

fosse qualc<strong>un</strong>o nelle vicinanze, oltre alla loro guardia del<br />

corpo che continuava a tenersi a distanza.<br />

«Osvaldo abbiamo bisogno del tuo aiuto» disse Rosa<br />

«stanno succedendo cose strane ed abbiamo bisogno di<br />

qualche consiglio per decidere come andare avanti». Lui<br />

fece cenno di proseguire e Rosa gli raccontò solo la<br />

vicenda delle morti recenti, tralasciando ogni <strong>possibile</strong><br />

interpretazione sulle cause che potevano determinare<br />

150


quella situazione. Infine concluse dicendo: «Dobbiamo<br />

capire cosa le provoca, magari non è come temiamo noi e<br />

sono solo coincidenze. Se fosse <strong>un</strong>a normale epidemia, si<br />

risolverebbe tutto avvertendo le autorità sanitarie, in ogni<br />

caso dobbiamo avere <strong>un</strong>'idea prima di prendere iniziative<br />

alla luce del sole, come <strong>un</strong>a indagine conoscitiva del<br />

Distretto: basterebbe poco per far scatenare <strong>un</strong>a psicosi<br />

generale».<br />

«Davvero <strong>un</strong>a brutta faccenda» disse il medico «spero di<br />

esservi di aiuto, ma io ero abituato a lavorare in modo<br />

diverso, avevo chi mi portava i cadaveri, avevo <strong>un</strong>a<br />

struttura ben attrezzata per fare le mie verifiche, colleghi<br />

con i quali confrontarmi per i casi più difficili. Qui sembra di<br />

essere in <strong>un</strong> film giallo, non sappiamo neppure come<br />

avvicinarci alle vittime».<br />

Stette qualche secondo in silenzio, poi proseguì:<br />

«Mettiamo il caso che intercettiamo <strong>un</strong> cadavere prima<br />

degli addetti mortuari. Fare <strong>un</strong>'autopsia non è <strong>un</strong>o scherzo,<br />

servono spazi idonei ed attrezzature. Ed anche<br />

ammettendo che ci possiamo riuscire, come giustifichiamo<br />

tutti quei tagli e ricuciture: che giocavamo all'allegro<br />

chirurgo?».<br />

Fawzy non aveva più dubbi sulla lucidità e la riservatezza<br />

della persona, ma ciasc<strong>un</strong>a di quelle considerazioni era<br />

per lui <strong>un</strong>a conferma che non stavano andando da<br />

ness<strong>un</strong>a parte. Stettero tutti in silenzio per <strong>un</strong> po'. Osvaldo<br />

stava chiaramente ragionando tra sé e sé ed alla fine si<br />

rivolse a Rosa in <strong>un</strong> modo <strong>un</strong> po' insolito: «Signor<br />

consigliere come sono i suoi rapporti con i servizi<br />

sanitari?».<br />

151


«Beh non è il tradizionale bacino dei miei sostenitori, ma<br />

qualche amico penso di averlo anche lì, perché mi fai<br />

questa domanda?».<br />

«Vedi c'è <strong>un</strong> aspetto che mi colpisce in questa vicenda e<br />

non capita quasi mai: può anche darsi che non lo siano,<br />

ma certamente debbono sembrare morti naturali. La cosa è<br />

ancor più eclatante per il fatto che sono tante e nonostante<br />

tutto sembra che non abbiano sollevato alc<strong>un</strong> sospetto che<br />

si possa trattare di omicidi. Strano non ti pare?».<br />

Fawzy restò affascinato da quella deduzione,<br />

apparentemente semplice, ed alzò bruscamente il suo<br />

livello di attenzione.<br />

«C'è <strong>un</strong>a causa ufficiale di morte ricorrente?» Proseguì<br />

Osvaldo.<br />

«Beh non lo so, io ho visto solo i numeri dei decessi e<br />

cercato di capire perché erano diversi dai cons<strong>un</strong>tivi<br />

ufficiali, sono entrata nel merito di qualche caso solo per<br />

capire come poteva non essere rientrato nei conteggi<br />

statistici» rispose Rosa.<br />

«Dobbiamo partire da quello, è <strong>un</strong>a informazione pubblica,<br />

poi bisognerebbe superare le misure di sicurezza ed<br />

accedere alle cartelle cliniche o ai verbali della polizia<br />

mortuaria, per coloro che non sono arrivati vivi in ospedale.<br />

Solo comparando questi dati possiamo individuare <strong>un</strong>a<br />

<strong>possibile</strong> causa com<strong>un</strong>e e capire se può essere provocata<br />

da qualc<strong>un</strong>o o qualcosa».<br />

Fawzy aprì bocca per la prima volta e disse: «Non sarà<br />

facile, ma credo non ci siano alternative. Dobbiamo trovare<br />

<strong>un</strong> modo per superare le protezioni di sicurezza».<br />

Si alzarono dalla panca, Osvaldo insistette per dare a<br />

152


Rosa <strong>un</strong> bel cavolfiore: per i bambini naturalmente, disse<br />

elencandone le virtù alimentari e Rosa non se la sentì di<br />

rispondere che non lo avrebbero mangiato neppure dopo<br />

<strong>un</strong>a settimana di digi<strong>un</strong>o.<br />

Si incamminarono verso casa, l'uomo della scorta osservò<br />

il cavolo che Rosa portava in <strong>un</strong> sacchetto mezzo rotto ed<br />

il loro atteggiamento affettuoso tenendosi sottobraccio.<br />

Aspettò che gli passassero davanti e dopo che lo ebbero<br />

superato di <strong>un</strong>a cinquantina di metri ricominciò a seguirli,<br />

continuando a chiedersi che senso aveva quel presidio.<br />

Non poteva certo immaginare la partita che era in corso.<br />

«Quella della causa di morte ufficiale penso di poterla<br />

chiedere al mio esperto di statistiche, senza dovergli<br />

spiegare più di tanto» disse alla fine Rosa «più complicato<br />

mi sembra risolvere l'accesso ai dati delle cartelle<br />

sanitarie, al momento non mi viene in mente ness<strong>un</strong>o al<br />

quale poter chiedere <strong>un</strong>a cosa così delicata senza<br />

generare <strong>un</strong> vespaio».<br />

«Spero di risolvere il problema con Giulio. Tra i suoi<br />

innumerevoli amici pieni di risorse vuoi che non ci sia <strong>un</strong><br />

hacker?».<br />

Passarono il resto della giornata e la domenica quasi come<br />

al solito, ci fu solo <strong>un</strong> episodio ricollegato alla vicenda:<br />

erano andati al grande centro commerciale a comprare dei<br />

vestiti per i bambini ed avevano incontrato Gabriele, quello<br />

che Rosa chiamava il suo esperto statistico. Lei non ci<br />

aveva pensato <strong>un</strong> attimo, lo aveva preso da <strong>un</strong>a parte e gli<br />

aveva dato il compito di stilare la lista dei deceduti negli<br />

ultimi tre mesi con a fianco la causa di morte.<br />

Apparentemente non aveva neppure dovuto inventare <strong>un</strong>a<br />

153


scusa, al giovanotto non gli era parso il vero di ricevere<br />

<strong>un</strong>a richiesta da lei, disse che sarebbe stato semplice e<br />

che il giorno dopo gliela avrebbe fatta avere. Mentre<br />

tornava verso di lui, Rosa aveva quell'atteggiamento <strong>un</strong> po'<br />

saccente come per dire: visto? È stato facile. E Fawzy volle<br />

accennare ad <strong>un</strong> battito di mani.<br />

Fawzy aveva degli impegni il l<strong>un</strong>edì, per cui doveva<br />

rientrare a casa. Si misero quindi d'accordo su qualche<br />

altra frase convenzionale per com<strong>un</strong>icare le situazioni più<br />

importanti.<br />

Il giorno dopo cercò di smarcare le incombenze di lavoro<br />

nel più breve tempo <strong>possibile</strong> ed appena fu liberò chiamò<br />

Giulio con la solita scusa del caffè. Si ritrovarono nel<br />

corridoio, Fawzy gli chiese se aveva <strong>un</strong> amico hacker e gli<br />

spiegò il perché.<br />

«Tempi duri per i surfer della rete, temo che sia molto<br />

difficile riuscirci, com<strong>un</strong>que possiamo andare dal mio<br />

amico Danny, lo troviamo certamente a casa, è agli arresti<br />

domiciliari proprio per accesso non autorizzato. Abita<br />

abbastanza vicino e gli farà piacere parlare con qualc<strong>un</strong>o».<br />

Si prepararono ed uscirono dall'ufficio, in dieci minuti a<br />

piedi arrivarono ad <strong>un</strong> palazzone della zona e Giulio suonò<br />

ad <strong>un</strong> citofono, disse chi era e ricevette in risposta <strong>un</strong>o<br />

squillante “Sali!”, poi il led del portone divenne verde.<br />

Fawzy aveva associato a quel timbro di voce <strong>un</strong><br />

ragazzotto, che si era immaginato letteralmente circondato<br />

da apparecchi elettronici, lo stereotipo del vecchio pirata<br />

informatico insomma. Si trovò davanti <strong>un</strong> signore di mezza<br />

età, alquanto stempiato e sovrappeso, che li invitò molto<br />

154


calorosamente ad entrare in <strong>un</strong> ambiente <strong>un</strong> po' spoglio e<br />

privo di qual<strong>un</strong>que dispositivo sospetto.<br />

Dopo i primi convenevoli e qualche battuta, Giulio iniziò a<br />

parlare del loro problema: «Danny, com'è la situazione qua<br />

dentro?».<br />

«Se ti riferisci a microfoni o cose simili, ho già fatto piazza<br />

pulita io. Ci hanno provato <strong>un</strong> paio di volte a rimetterli, ma<br />

alla fine si sono stufati: puoi parlare liberamente».<br />

«Molto bene, ascolta, noi avremmo bisogno di leggere<br />

alc<strong>un</strong>e cartelle cliniche nell'archivio di <strong>un</strong> ospedale, per ora<br />

non voglio dirti di più».<br />

«Livello di sicurezza?» chiese Danny senza tirarla per le<br />

l<strong>un</strong>ghe.<br />

«Due» disse Fawzy.<br />

«Scordatevelo» fu la risposta immediata di Danny «sono<br />

agli arresti proprio per averci provato l'ultima volta, otto<br />

mesi fa. Vedete, non è che non si riesce ad entrare, ma<br />

non fai in tempo ad andare a vedere cosa c'è perché ti<br />

scoprono subito e ti costruiscono all'istante altre barriere di<br />

fatto insormontabili. Ormai per me era diventata <strong>un</strong>a<br />

ossessione, non c'era niente che volessi prelevare, volevo<br />

solo provare se l'ultima modalità messa a p<strong>un</strong>to poteva<br />

f<strong>un</strong>zionare o no. Ho scelto <strong>un</strong> bersaglio che non mi<br />

invischiasse in situazioni pesanti, è per questo che sono a<br />

casa e non in galera. Lasciate perdere».<br />

Quel modo brusco di Danny aveva lasciato Fawzy <strong>un</strong> po'<br />

interdetto e volle provare a chiedere: «Ma non ti risulta che<br />

qualc<strong>un</strong> altro ci sia riuscito?».<br />

Gli rispose direttamente Giulio: «Guarda, se Danny dice<br />

non si può fare, non si può fare. Anche se ci fosse<br />

155


qualc<strong>un</strong>o in grado di farlo, sarebbe im<strong>possibile</strong> da<br />

contattare, giusto?» disse voltandosi verso Danny, che<br />

ribadì: «giusto! Tu sai qual'è in cuore del problema?» disse<br />

Danny rivolto a Fawzy, che rimase <strong>un</strong> po' sorpreso per<br />

quell'approccio improvviso ed anche <strong>un</strong> po' aggressivo:<br />

«Non credo, in che senso me lo chiedi?» evidentemente la<br />

domanda era retorica, perché proseguì come se non<br />

avesse aperto bocca: «Da quando hanno messo in piedi<br />

quella stramaledetta crittografia quantistica, ormai tanti<br />

anni fa, che di base non ti consente di trovare i fattori della<br />

chiave di codifica senza interagire e quindi gioco forza ti fa<br />

venire allo scoperto, è stata <strong>un</strong>a guerra di posizione<br />

terribile. Da <strong>un</strong>a parte quelli come me che inventavano i<br />

peggiori trucchi per sviare i tracciatori ed avere il tempo per<br />

capire cosa c'era dietro il muro e dall'altra i sistemi euristici<br />

che sfruttano proprio questi tentativi per affinare i<br />

tracciatori» e qui Danny fece <strong>un</strong>a pausa per asciugarsi la<br />

fronte, anche se non faceva particolarmente caldo.<br />

«In ogni modo, finché la situazione è rimasta questa la<br />

partita si poteva ancora giocare, poi <strong>un</strong> giorno hanno fatto<br />

il salto di qualità ed hanno detto: i sistemi di protezione<br />

attuali li etichettiamo Livello1 e li usiamo per le cose delle<br />

quali in sostanza non ci frega più di tanto. Per quelle<br />

importanti adottiamo <strong>un</strong> sistema nuovo e più complesso<br />

che chiamiamo Livello2, che ci toglierà dalle scatole tutti<br />

quei fastidiosi insetti che non smettono di girarci intorno.<br />

Per i segreti di Stato introduciamo poi l'interazione di due<br />

Livelli2 e chiameremo questa protezione Livello3».<br />

Era chiaro che Danny aveva voglia di parlare e stare in<br />

compagnia di qualc<strong>un</strong>o: otto mesi a casa quasi sempre da<br />

156


solo, con <strong>un</strong> rilevatore di posizione che com<strong>un</strong>ica anche se<br />

vai in bagno, non deve essere per niente piacevole, per cui<br />

ormai era <strong>un</strong> torrente in piena e sarebbe stato davvero<br />

difficile convincerlo ad interrompere.<br />

«Per violare <strong>un</strong> Livello3 non saprei neppure io da dove<br />

cominciare, ma pensavo di aver trovato la mitica porta di<br />

servizio per fregare il Livello2. Cioè, stammi a sentire, il<br />

Livello2 si basa essenzialmente sul fatto che non esiste<br />

<strong>un</strong>a macchina tanto potente da fare le elaborazioni di cui<br />

hai bisogno in quel minimo di tempo che sono costretti a<br />

concederti. Giusto?» Fawzy sentendosi incalzato fece<br />

cenno di sì con la testa, anche se non era proprio sicuro di<br />

stargli dietro nel ragionamento. «Ma se io mi metto in <strong>un</strong>a<br />

posizione intermedia, né dentro né fuori, con <strong>un</strong>a<br />

configurazione che probabilisticamente si potrebbe<br />

presentare in <strong>un</strong> certo lasso di tempo, magari non richiamo<br />

la loro attenzione e, quando viene il momento opport<strong>un</strong>o,<br />

riesco ad entrare come <strong>un</strong> utente autorizzato e non se ne<br />

accorgono nemmeno. Non fa <strong>un</strong>a piega, no?». A quel<br />

p<strong>un</strong>to Fawzy ebbe la certezza di non aver capito proprio<br />

niente, ma non si azzardava a dirlo o fare domande.<br />

«Beh, niente da fare, mi hanno individuato lo stesso ed<br />

eccomi qui» e tanto per ribadire il concetto sollevò il<br />

pantalone, mostrando l'anello di controllo che gli avevano<br />

fissato alla caviglia sinistra. Danny sembrava aver esaurito<br />

la sua voglia di comizio, per cui stettero lì qualche altro<br />

minuto e poi tornarono in ufficio, scambiando poche parole<br />

l<strong>un</strong>go il percorso.<br />

Fawzy chiamò Rosa e in mezzo alle loro chiacchiere infilò<br />

la frase che riferiva l'esito negativo dell'incontro con Danny.<br />

157


Lei riuscì invece a fargli capire che aveva avuto la lista dal<br />

suo statistico ed alla fine accennò ad <strong>un</strong>a visita medica.<br />

Inizialmente Fawzy si era preoccupato e voleva sapere chi<br />

di loro stava male, poi finalmente gli fu chiaro che aveva<br />

trovato <strong>un</strong> qualche agganciò in ospedale e lui, in <strong>un</strong> modo<br />

<strong>un</strong> po' contorto, la pregò di essere prudente.<br />

Rosa aveva ricevuto in tarda mattinata la lista da Gabriele<br />

e gli aveva chiesto di aggiornarla due volte a settimana.<br />

L'aveva scorsa su e giù più volte, ma l'<strong>un</strong>ico elemento che<br />

continuava a risaltare era la predominanza di arresto<br />

cardiocircolatorio come causa di morte. Sapeva poco di<br />

medicina, per lei significava che non avevano trovato con<br />

certezza ciò che aveva provocato il decesso. Ordinò gli<br />

elementi per età, in maggioranza erano ultra-novantenni,<br />

ma c'erano anche persone piuttosto giovani. Scelse a caso<br />

il primo di questi ed andò a guardarne la scheda, era <strong>un</strong>o<br />

dei suoi privilegi di consigliere distrettuale. Lesse<br />

rapidamente e notò che la persona era <strong>un</strong>a sorta di<br />

disadattato. Da quando era arrivato a D<strong>un</strong>bar aveva<br />

rifiutato tutti i lavori che gli erano stati proposti, non che<br />

fossero proprio allettanti, ma non ci aveva neppure provato<br />

a cercarne <strong>un</strong>o che gli andasse bene, preferendo<br />

continuare a vivere del solo sussidio. Fu subito attanagliata<br />

dal dubbio e cominciò a leggere la scheda del successivo,<br />

che viveva <strong>un</strong>a situazione analoga, anche se questo<br />

qualche tentativo l'aveva fatto. Fu letteralmente presa dalla<br />

frenesia e consultò le schede degli altri: chi più, chi meno<br />

presentava disagi e difficoltà di integrazione di vario tipo.<br />

«O mio Dio» le venne da dire e, quasi sorpresa dall'aver<br />

158


parlato a voce alta, si forzò di esprimersi solo nel pensiero:<br />

“siamo in <strong>un</strong> campo di sterminio per vecchi e disadattati.<br />

Macché Cinesi e Cinesi, sono i nostri governanti a far fuori<br />

queste persone”.<br />

Inorridita, si alzò di scatto ed iniziò a camminare<br />

nervosamente avanti ed indietro cercando di pensare cosa<br />

si poteva fare per interrompere questo massacro senza<br />

provocare danni anche peggiori.<br />

Si ricordò delle parole di Osvaldo, cominciò a cercare la<br />

persona giusta dell'Ospedale Centrale con cui parlare e le<br />

venne in mente di aver conosciuto in <strong>un</strong>a ri<strong>un</strong>ione il<br />

primario di Pronto Soccorso: «come si chiamava? Ah,<br />

ecco, professor Galbiati, Marco Galbiati mi pare» aveva<br />

parlato a voce alta <strong>un</strong>'altra volta, ma adesso si poteva<br />

sorvolare su questo. Stava pensando a come fare per<br />

incontrarlo in “privato”, quando ricevette la telefonata di<br />

Fawzy. Un po' non poteva essere esplicita, <strong>un</strong> po' non<br />

voleva farlo preoccupare per lei, fatto sta che riuscì a<br />

sembrare totalmente tranquilla. Recepì il suo messaggio<br />

che la strada dell'hacker non era percorribile, com<strong>un</strong>icò in<br />

codice che aveva ricevuto la lista e gli accennò che<br />

sarebbe andata dal medico. “Cavolo, non capisce. Fawzy<br />

non sto male io e neppure i bambini” pensava mentre<br />

continuava a rigirare le parole. Poi si rese conto che<br />

finalmente aveva compreso e si sentì sollevata. Infine fece<br />

fatica lei ad interpretare la sua raccomandazione di stare<br />

attenta. Si salutarono e chiuse la com<strong>un</strong>icazione.<br />

Aspettò che Osvaldo tornasse a casa e lo andò a trovare.<br />

Gli chiese di fare due passi, per raccontargli l'esito delle<br />

ultime ricerche.<br />

159


«Davvero inquietante ciò che dici, anche se non è proprio<br />

vero che l'arresto cardiocircolatorio significa che non ci<br />

hanno capito niente o hanno trattato il caso con<br />

superficialità. Ci possono essere varie cause di morte che<br />

per comodità vengono ri<strong>un</strong>ite sotto questa dizione<br />

generica, non dimenticare che la diagnosi resta <strong>un</strong> dato<br />

riservato e sensibile. Certo che <strong>un</strong> sfilza del genere<br />

com<strong>un</strong>que dovrebbe far drizzare le antenne».<br />

«Osvaldo, credo di aver individuato la persona giusta per<br />

capire se c'è <strong>un</strong> livello di attenzione su quanto sta<br />

accadendo: il primario del Pronto Soccorso, il professor<br />

Galbiati, l'ho conosciuto qualche tempo fa e credo che il<br />

suo reparto dovrebbe aver trattato almeno <strong>un</strong>a parte di<br />

questi decessi. Tu che ne pensi?».<br />

«Non ho mai avuto il piacere, ma mi sembra <strong>un</strong>a buona<br />

idea, io al posto tuo però starei molto attenta. Per esempio<br />

non evidenzierei minimamente i tuoi sospetti sulla volontà<br />

di eliminare vecchi e disadattati, anzi non parlerei proprio<br />

dei più giovani. Se Galbiati fosse in qualche modo<br />

coinvolto, potresti trovarti in pericolo immediato. Se invece<br />

gli presenti la situazione come l'esito di <strong>un</strong>o studio del<br />

Consiglio, com<strong>un</strong>que ci può stare che <strong>un</strong> aumento<br />

significativo dei decessi alla fine venga notato dagli<br />

amministratori». Rosa lo ringraziò di averle aperto gli occhi<br />

su quell'ipotesi e si lasciarono.<br />

Tornata in ufficio, cercò Galbiati nell'elenco generale e lo<br />

chiamò. Il professore rispose quasi subito: «Si, pronto»<br />

«Professore sono Rosa Locascio, si ricorda di me?»<br />

«Consigliere, sarebbe im<strong>possibile</strong> dimenticarla, come<br />

sta?» faceva il galante?<br />

160


«Io molto bene e spero altrettanto di lei, senta io avrei<br />

bisogno di parlarle con <strong>un</strong>a certa urgenza».<br />

«Volentieri, vuole che venga nel suo ufficio o le piacerebbe<br />

dare <strong>un</strong>'occhiata alle nostre strutture?»<br />

«Né l'<strong>un</strong>a, né l'altra cosa, purtroppo, sono abbastanza<br />

oberata di lavoro in questo periodo e le volevo proporre di<br />

sfruttare <strong>un</strong>a pausa pranzo, come sta messo domani?».<br />

«Sono di quelli che ancora non riescono a saltare il pasto,<br />

per cui sarà <strong>un</strong> vero piacere farlo con lei» “ma che<br />

lumacone!” pensava Rosa: «d'accordo, ci potremmo<br />

trovare a mezzogiorno e mezza in quel locale vicino alla<br />

zona consiliare, ha presente? Praticamente ho <strong>un</strong> tavolo<br />

personale lì».<br />

«Credo di aver capito, vada per quell'ora, a domani» e si<br />

salutarono.<br />

Il giorno successivo Rosa andò al ristorantino indicato per<br />

l'incontro <strong>un</strong> po' prima del solito. Chiese al cameriere se<br />

per favore avesse ritardato il più <strong>possibile</strong> l'assegnazione<br />

dei tavoli vicini a quello dove stava di solito: il cameriere le<br />

garantì che sarebbe stato il suo ultimo baluardo ed accettò<br />

<strong>un</strong>a piccola mancia con falsa riluttanza. Rosa si sedette e<br />

cominciò a guardare il menù del giorno. Neppure cinque<br />

minuti dopo arrivò il professore, che si esibì in <strong>un</strong> arcaico<br />

baciamano, confermando l'impressione di Rosa.<br />

«Le suggerisco le trenette al pesto, le fanno davvero<br />

buone».<br />

«Vada per le trenette, allora» rispose Galbiati e lasciò che<br />

Rosa si occupasse dell'ordinazione, visto che dimostrava<br />

di essere di casa. Si era seduto in <strong>un</strong>a posizione consona<br />

al personaggio: il cinquantenne di successo, <strong>un</strong> po'<br />

161


strafottente, sicuro di sé e costantemente a caccia, era<br />

vestito come <strong>un</strong> modello e ness<strong>un</strong> particolare risultava<br />

fuori posto.<br />

«D<strong>un</strong>que professore, intanto volevo ringraziarla per la sua<br />

disponibilità».<br />

«È troppo chiedere di darci del tu ed essere chiamato<br />

Marco?» disse Galbiati.<br />

«D'accordo, ness<strong>un</strong> problema, Marco, anch'io preferisco<br />

così. D<strong>un</strong>que veniamo alla ragione del nostro incontro.<br />

Come credo tu possa immaginare, il nostro ruolo ci impone<br />

di studiare cons<strong>un</strong>tivi e statistiche a campione per capire le<br />

tendenze della città. Se non facessimo così ci<br />

sfuggirebbero sicuramente molte situazioni e faremmo<br />

male il nostro lavoro».<br />

«Sono sicuro che i risultati dei tuoi interventi sarebbero<br />

com<strong>un</strong>que eccezionali, sei l'<strong>un</strong>ico consigliere di cui si parla<br />

con ammirazione in questa città».<br />

«Troppo buono, grazie» disse Rosa che cominciava già a<br />

stufarsi di quel modo di fare appiccicoso «com<strong>un</strong>que ti<br />

garantisco che per me è davvero necessario procedere in<br />

questo modo e ci dedico abbastanza tempo. Ultimamente<br />

mi è arrivato <strong>un</strong> cons<strong>un</strong>tivo sui decessi che mi ha fatto <strong>un</strong><br />

po' preoccupare, perché l'ho trovato parecchio al di sopra<br />

delle medie nazionali». Rosa estrasse il suo visore portatile<br />

dalla borsa e richiamò la famosa lista sullo schermo: «Ho<br />

chiesto ai miei di recuperare l'elenco delle persone<br />

decedute nell'ultimo periodo e da questo mi è saltata agli<br />

occhi la forte incidenza di quelle per arresto<br />

cardiocircolatorio». Gli porse il suo visore perché<br />

guardasse anche lui.<br />

162


«Io di medicina so davvero poco ed ho la convinzione che<br />

adottiate questa formula quando non è stata trovata <strong>un</strong>a<br />

causa precisa. Probabilmente la mia è <strong>un</strong>a sensazione <strong>un</strong><br />

po' superficiale, per cui volevo chiedere <strong>un</strong> parere in merito<br />

ad <strong>un</strong> vero esperto. Sai, se venisse fuori che magari c'è<br />

<strong>un</strong>'epidemia di qualche genere non diagnosticata, potrebbe<br />

anche scatenarsi il panico e questa è la cosa che vogliamo<br />

assolutamente evitare». Rosa si mise ad attendere <strong>un</strong>a<br />

qualche risposta da parte del professore che stava<br />

continuando a scorrere la lista.<br />

«In effetti sono davvero parecchi, quella che ho io è <strong>un</strong> po'<br />

più ridotta, probabilmente <strong>un</strong>a buona parte non sono<br />

neppure arrivati in Pronto Soccorso. Sei sicura che siamo<br />

di molto fuori dalle statistiche? D<strong>un</strong>bar non è proprio in<br />

linea con le medie nazionali. Ti faccio qualche esempio: da<br />

quando siamo al completo abbiamo circa 45 mila<br />

ultracentenari, quasi 240 mila ultranovantenni e le persone<br />

classificate anziane sono quasi il 60% del totale. So che<br />

non ti dico niente di nuovo, ma volevo rimarcare il fatto che<br />

per esempio il nostro ospedale è in larga misura <strong>un</strong><br />

gerontocomio. Con questo parco pazienti ti assicuro che<br />

<strong>un</strong>a banale influenza o bronchite batterica può mietere<br />

diverse vittime, anche se a te le persone possono apparire<br />

in buone condizioni».<br />

Galbiati aveva abbandonato i suoi modi galanti e parlava<br />

da professionista qual'era.<br />

«Per quanto riguarda la motivazione del decesso che ti<br />

preoccupa, per noi non ha quasi alc<strong>un</strong> valore. È <strong>un</strong>a<br />

dizione della medicina convenzionale, lontana anni luce<br />

dalle misurazioni dei parametri f<strong>un</strong>zionali che archiviamo e<br />

163


che fanno fede per l'effettiva diagnosi».<br />

«Ecco app<strong>un</strong>to, non è che ritieni di dover ridare <strong>un</strong>'occhiata<br />

a questi dati archiviati, giusto per lo scrupolo di rimuovere<br />

definitivamente eventuali dubbi residui? Insisto sul fatto<br />

che se si diffondessero delle voci incontrollate, potrebbe<br />

essere complicato farle rientrare. Sai non ci sono solo<br />

vecchietti nella lista, io vorrei essere tranquilla che la<br />

situazione non possa sfuggirci di mano. Poi potrebbe<br />

essere utile anche a te avere <strong>un</strong>a risposta disponibile se<br />

dovesse emergere qualcosa di spiacevole». Rosa si fermò,<br />

cominciava a temere di aver insistito <strong>un</strong> po' troppo e volle<br />

stare a vedere come reagiva il luminare.<br />

«Debbo dire che il tuo scrupolo ti fa onore, anche da<br />

queste cose si capisce perché sei così popolare»<br />

ricominciava? «In ogni caso sì, lo posso fare, non ci costa<br />

neppure tanto, ma non ti aspettare ness<strong>un</strong>a novità<br />

sensazionale, le nostre diagnosi sono pressoché<br />

inattaccabili. Scarterei a priori l'ipotesi che ci possa essere<br />

sotto <strong>un</strong>a epidemia di qualche tipo, l'avremmo individuata,<br />

e non voglio neppure prendere in considerazione che<br />

qualc<strong>un</strong>o abbia voluto occultare le vere ragioni di parecchi<br />

decessi, non ci potrebbe riuscire, troppi processi automatici<br />

da aggiustare».<br />

Nel frattempo erano arrivati i piatti ordinati, mangiarono<br />

abbastanza in fretta, Galbiati riprese il suo atteggiamento<br />

iniziale e volle offrire il pranzo, provando anche a ventilare<br />

altre opport<strong>un</strong>ità di incontro, che Rosa scansò abilmente.<br />

Si salutarono con la promessa del professore che le<br />

avrebbe fatto avere l'esito delle ricerche a breve scadenza.<br />

Prima di rientrare al lavoro, Rosa provò a chiamare<br />

164


Osvaldo, ma non era in casa e non si portava mai niente<br />

dietro per essere rintracciato. Decise quindi di fare due<br />

passi ed andare fino al suo orto, dove lo trovò a colpo<br />

sicuro.<br />

Si misero sulla solita panca e Rosa gli raccontò tutto<br />

l'incontro nei minimi dettagli.<br />

«Penso che non sia invischiato, come si poteva anche<br />

temere» disse alla fine il medico «tutto ciò che ti ha detto è<br />

assolutamente ragionevole. Com<strong>un</strong>que aspettiamo di<br />

avere l'esito di queste verifiche, anche se sarà certamente<br />

negativo, magari ci potrebbe dare qualche nuovo indizio:<br />

hai visto mai?».<br />

Si salutarono e Rosa tornò verso il suo ufficio. Stava<br />

pensando come raccontare la faccenda a Fawzy, ma non<br />

era proprio <strong>possibile</strong> prima di vedersi, il problema era<br />

quando: doveva usare il messaggio stabilito per farlo<br />

venire a D<strong>un</strong>bar subito oppure no? Preferì attendere.<br />

Un paio di giorni dopo la chiamò Galbiati per darle i risultati<br />

della ricerca. «Come presupponevo» le disse «per le<br />

persone più anziane non abbiamo trovato niente al di fuori<br />

della norma. Nella gran parte erano presenti patologie<br />

preesistenti che sono state accentuate da qualche<br />

episodio, dando luogo alla sindrome acuta che ha<br />

determinato poi il decesso. A mio modesto avviso molti di<br />

loro, dopo <strong>un</strong> periodo iniziale anche positivo, hanno<br />

gradualmente accusato il distacco dal vecchio ambiente<br />

che ha favorito l'insorgere di depressioni ed altre sindromi<br />

psichiche, e queste hanno contribuito ad indebolire il<br />

quadro generale, è come se si fossero lasciati morire, non<br />

165


so se mi spiego».<br />

«Si capisco perfettamente» disse Rosa «mi sembra invece<br />

per le persone più giovani la situazione potrebbe essere<br />

diversa».<br />

«Ecco app<strong>un</strong>to, ci stavo arrivando. Sto <strong>un</strong> po' parlando a<br />

sensazione, perché il numero dei casi è abbastanza<br />

contenuto e per avere delle conferme bisognerebbe<br />

riesumare il cadavere e fare <strong>un</strong>'autopsia, cosa che solo <strong>un</strong><br />

magistrato può decidere nell'ambito di <strong>un</strong>a indagine e qua<br />

non è stata ventilata neppure la più remota ipotesi di reato.<br />

Sta di fatto che almeno <strong>un</strong> paio di casi potrebbero essere<br />

stati dei suicidi o delle overdosi di qualche sostanza di<br />

sintesi che non provoca sintomi evidenti, non ci si fa a<br />

starci dietro da quante ne tirano fuori in continuazione. Non<br />

sono emersi alla prima valutazione e quindi non sono state<br />

fatte quelle ricerche tossicologiche più approfondite che<br />

potevano far capire come sono andate davvero le cose.<br />

Per <strong>un</strong>'altra decina di casi sono state individuate patologie<br />

pregresse abbastanza compatibili con l'esito finale: pensa<br />

che <strong>un</strong>o aveva <strong>un</strong> tumore metastatico che non risulta<br />

essere mai stato diagnosticato, per la mia esperienza<br />

doveva avere dei dolori insopportabili.<br />

I restanti sette-otto sono <strong>un</strong> po' strani, nel senso che nelle<br />

loro cartelle non abbiamo trovato niente che possa<br />

giustificare la morte improvvisa. In medicina casi del<br />

genere non sono poi rari, ma ammetto che così tante in <strong>un</strong><br />

periodo così breve non mi erano mai capitate. D'altro canto<br />

non abbiamo trovato neppure il più piccolo indizio che<br />

possa far pensare ad <strong>un</strong> fattore esterno».<br />

«Cioè qualc<strong>un</strong>o o qualcosa che può averne determinato la<br />

166


morte?».<br />

«Esatto, sempre attentissima!».<br />

«E secondo te a questo p<strong>un</strong>to cosa converrebbe fare?»<br />

«Beh, io ho detto ai miei di approfondire gli esami clinici in<br />

caso di decesso che non trova <strong>un</strong>a causa evidente, più di<br />

questo francamente non mi sembra il caso».<br />

«Ho capito, allora non mi resta che ringraziarti, Marco».<br />

«Figurati è stato <strong>un</strong> piacere. Quando vuoi, potremmo<br />

anche incontrarci <strong>un</strong> po' meno di fretta, che ne dici?».<br />

«Marco, sono lusingata dalle tue attenzioni, ma resto <strong>un</strong>a<br />

donna già impegnata e per il momento non mi sembra il<br />

caso di cambiare».<br />

«Capito il messaggio, in ogni caso non farti scrupoli, sono<br />

sempre a tua disposizione».<br />

E finalmente si salutarono.<br />

_ _ _<br />

Fawzy non ce la fece più ad aspettare ancora ed il giovedì<br />

sera partì per D<strong>un</strong>bar. Rosa lo aspettò alla stazione e se la<br />

presero comoda per arrivare all'appartamento. I particolari<br />

del racconto di ciò che era successo nella settimana non<br />

bastavano mai, l'<strong>un</strong>ica cosa che Rosa non ritenne il caso di<br />

riferire fu l'atteggiamento galante di Galbiati.<br />

Tutto il fine settimana l<strong>un</strong>go che si era organizzato fu <strong>un</strong>a<br />

successione di escamotage per poter parlare tra loro<br />

senza essere intercettati, ma alla fine non servì a niente<br />

perché finivano per scartare tutte le possibilità che<br />

venivano loro in mente. Dominava <strong>un</strong>a sensazione di<br />

impotenza. Fawzy si era incaponito di andare a parlare con<br />

<strong>un</strong> magistrato e Rosa si dovette davvero impegnare per<br />

167


convincerlo che la cosa non era fattibile. Prima di tutto non<br />

ne avevano <strong>un</strong>o come amico col quale aprirsi in modo<br />

confidenziale. In linea teorica si poteva avere <strong>un</strong> contatto<br />

diretto per <strong>un</strong> grave motivo, per esempio se, <strong>un</strong>a volta<br />

presentata <strong>un</strong>a den<strong>un</strong>cia, questa fosse stata insabbiata,<br />

ma non era proprio il loro caso. Anche rivolgersi alla polizia<br />

giudiziaria non era così banale, ci volevano fatti precisi,<br />

non semplici supposizioni come nel loro caso. E poi c'era<br />

la tesi di Rosa che il mandante potesse essere il governo<br />

stesso e non sembrava proprio il caso di presentarsi al suo<br />

braccio armato come potenziale ostacolo per <strong>un</strong> disegno<br />

del genere, senza neppure la garanzia che alla fine si<br />

potesse provare qualcosa. Alla fine l'<strong>un</strong>ica strada che<br />

sembrava percorribile era sfruttare la conoscenza con<br />

Locatelli: il rischio era lo stesso, ma almeno con lui poteva<br />

essere più facile dissimulare le reali motivazioni<br />

dell'iniziativa e cercare di insinuargli <strong>un</strong> tarlo in testa per<br />

<strong>un</strong>a <strong>possibile</strong> macchinazione. In fondo, se non era<br />

coinvolto, era <strong>un</strong>o di quelli che aveva più da perdere nel<br />

caso che dietro ci fosse stato davvero qualcosa di cui lui<br />

non si fosse accorto.<br />

Solo l'idea metteva Fawzy in apprensione, per cui il giro<br />

delle ipotesi ricominciava da capo, finiva al magistrato e<br />

richiudeva il cerchio col Questore.<br />

Il giovedì mattina Rosa aveva ricevuto da Gabriele la lista<br />

aggiornata alla mezzanotte precedente e da questa si<br />

capiva che la cadenza dei decessi non accennava a<br />

rallentare e si manteneva abbastanza costante anche la<br />

ripartizione tra anziani e non. Un nuovo aggiornamento<br />

sarebbe stato disponibile il l<strong>un</strong>edì successivo, prima di<br />

168


allora non avrebbero potuto sapere se ci sarebbero state<br />

delle variazioni. Rosa aveva anche pensato di chiedere a<br />

Gabriele <strong>un</strong>a edizione giornaliera, ma alla fine<br />

l'informazione sulla tendenza non sarebbe com<strong>un</strong>que<br />

migliorata e <strong>un</strong> eccessivo livello di attenzione avrebbe<br />

anche potuto risultare sospetto. Fawzy finì col non ripartire<br />

la domenica sera, per aspettare i dati degli ultimi quattro<br />

giorni. Quando il l<strong>un</strong>edì mattina ebbero la lista che<br />

confermava lo stesso andazzo, si convinse che era<br />

necessario passare dalle forche caudine di Locatelli. Partì<br />

<strong>un</strong>'altra discussione accesa su chi doveva andare: Fawzy<br />

voleva quel privilegio per sé, conosceva bene i metodi di<br />

quello che considerava ancora <strong>un</strong> bieco individuo e non<br />

poteva permettere che Rosa rischiasse di finire nelle sue<br />

grinfie, anche solo per evitare il rischio che i bambini si<br />

potessero trovare per <strong>un</strong> periodo senza la madre. Rosa<br />

replicava che lei aveva molte più motivazioni per<br />

quell'iniziativa, la sua carica l'avrebbe com<strong>un</strong>que protetta<br />

ed i bambini non c'entravano niente. Ci fu <strong>un</strong> vero litigio ed<br />

era la prima volta. Alla fine si accordarono che sarebbero<br />

andati insieme, lei avrebbe stata quella che se ne era<br />

accorta per caso e che aveva insistito fino allo sfinimento<br />

per den<strong>un</strong>ciare l'accaduto. Lui avrebbe recitato la parte di<br />

chi controvoglia alla fine aveva accondisceso per la pace<br />

familiare, pretendendo quanto meno di mantenere il tutto in<br />

<strong>un</strong> ambito di riservatezza. Speravano poi che, se il<br />

Questore fosse stato implicato nella vicenda, il fatto di<br />

essere andati da lui così candidamente avrebbe dovuto<br />

convincerlo che non avevano alc<strong>un</strong> sospetto nei suoi<br />

confronti, non che c'erano andati per mancanza di<br />

169


alternative. Decisero infine che non avrebbero in alc<strong>un</strong><br />

modo accennato all'ipotesi del complotto in generale ed<br />

alla questione dei disadattati in particolare. Fawzy chiamò<br />

la segreteria del Questore, ma non riuscì ad ottenere <strong>un</strong><br />

app<strong>un</strong>tamento prima del mercoledì successivo: Locatelli<br />

era partito quella mattina per Milano dove erano previsti<br />

<strong>un</strong>a serie di ri<strong>un</strong>ioni col Ministro e il Direttore Generale.<br />

Fawzy non poteva rimandare ancora il rientro in Istituto,<br />

sarebbe tornato la sera successiva. Corse alla stazione e<br />

riuscì a prendere all'ultimo tuffo il treno diretto del mattino.<br />

Il rientro al lavoro gli permise tra l'altro di allineare Giulio<br />

sugli ultimi accadimenti, era bene che ci fosse <strong>un</strong> altro<br />

depositario della storia completa ed era parecchio tempo<br />

che non lo faceva. Giulio lo ascoltò con attenzione, fece<br />

qualche domanda mirata ed alla fine gli disse che era<br />

completamente d'accordo su come stava portando avanti<br />

la cosa con Rosa. Non si aspettava <strong>un</strong>a approvazione così<br />

incondizionata dal suo consigliere preferito e la cosa lo<br />

confortò parecchio, d'altra parte però per la prima volta<br />

ebbe la precisa sensazione che le loro strade si fossero di<br />

fatto divise, quasi senza accorgersene. Gli era sembrato<br />

che Giulio non avesse più lo stesso livello di<br />

coinvolgimento nelle sue vicende. Forse era troppo<br />

assorbito dal nuovo progetto, partito già da diverse<br />

settimane, per realizzare quella che sarebbe stata la nuova<br />

D<strong>un</strong>bar, qualcosa che si faceva fatica ad immaginare, <strong>un</strong>a<br />

struttura da oltre 3 milioni di persone, il 6-7% della<br />

popolazione totale, che avrebbe fatto impallidire qual<strong>un</strong>que<br />

complesso mai costruito prima. Ma sentiva che quello non<br />

poteva essere l'<strong>un</strong>ica ragione di quell'allontanamento e se<br />

170


ne rendeva conto solo adesso. Perché Giulio non aveva<br />

più sentito il bisogno di tenerlo costantemente allineato,<br />

come per esempio era avvenuto per lui nei confronti della<br />

Chang? La domanda forse non era proprio corretta, in<br />

effetti nel primo periodo di attività lo aveva interpellato<br />

costantemente, soprattutto su come impostare la<br />

metodologia di lavoro. C'era infatti la necessità di <strong>un</strong><br />

approccio diverso, con connotati molto meno creativi<br />

rispetto alla prima esperienza. D<strong>un</strong>bar esisteva già, si<br />

trattava innanzi tutto di riallineare i modelli a tutti quegli<br />

aggiustamenti apportati nel tempo, valutandone pregi e<br />

difetti, quasi <strong>un</strong> lavoro da ragionieri, l<strong>un</strong>go e noioso, che<br />

sarebbe andato avanti ancora <strong>un</strong> bel po' e che non aveva<br />

bisogno di costanti fasature. Ma era quello il motivo<br />

principale del loro allontanamento? Poteva essere, ma la<br />

giustificazione non lo convinceva. Forse, <strong>un</strong>a volta<br />

completata quella fase, si sarebbero com<strong>un</strong>que ritrovati<br />

per pensare a quelle linee evolutive che li avrebbero portati<br />

a “di per tre”, come lo chiamavano convenzionalmente,<br />

mica si poteva pensare di pantografare la struttura<br />

originaria per ottenere quella nuova! Sicuramente ci<br />

sarebbe stato ancora bisogno di studiare insieme e<br />

confrontarsi come allora, per arrivare a qualcosa che non<br />

costituisse <strong>un</strong>a bomba ad orologeria, <strong>un</strong>o stato nello stato,<br />

<strong>un</strong>a sorta di girone infernale ingestibile ed irrefrenabile.<br />

Eppure più Fawzy scavava dentro sé stesso e più si<br />

rendeva conto di essere lontano dalla risposta che<br />

cercava. Solo alla fine accettò di arrendersi all'evidenza: il<br />

responsabile di quella situazione era <strong>un</strong>icamente lui. Non<br />

aveva affrontato quell'incarico di rettore con la stessa<br />

171


sensibilità ed abnegazione dimostrata negli anni da Maria,<br />

glielo aveva detto che non sapeva fare quel mestiere e<br />

soprattutto che non voleva farlo. C'era poi il suo<br />

coinvolgimento con Rosa, voleva considerarla ancora<br />

come <strong>un</strong>a sorta di fidanzata, ma era chiaro a tutti che non<br />

era più così da tempo, che non avrebbe più potuto fare a<br />

meno di lei, che la sua posizione a D<strong>un</strong>bar lo condizionava<br />

e voleva che lo facesse. Ed infine arrivò al centro del<br />

problema, al fatto che ultimamente il suo pensiero era<br />

incentrato quasi esclusivamente sulla macchinazione delle<br />

morti inspiegabili. Ecco, solo in quel momento si rese conto<br />

che, da quando era emerso il primo sospetto, quello era<br />

stato il suo pensiero fisso, l'oggetto della sua massima<br />

concentrazione, quasi lo scopo della sua vita, eppure fin a<br />

quel momento non era riuscito ad arrivare a niente. Ma<br />

aveva <strong>un</strong> senso trovarsi in quella situazione? Naturalmente<br />

non c'era <strong>un</strong>a risposta e dovette sforzarsi di chiudere quel<br />

ragionamento.<br />

Il pomeriggio successivo prese l'ultimo treno utile, con la<br />

solita sensazione di esservi appena sceso. Durante il<br />

percorso non fece altro che rimuginare su come avrebbe<br />

dovuto raccontare la questione a quel serpente di Locatelli.<br />

Mentalmente costruiva e stravolgeva mille volte ogni frase,<br />

anche la più banale, volendo trovare il modo migliore, e<br />

soprattutto quello più sicuro, per raccontare i fatti così<br />

come stavano ma, al contempo, celando completamente il<br />

contesto che li aveva portati a scoprirli. Ogni parola poteva<br />

essere determinante per il raggi<strong>un</strong>gimento di quel risultato,<br />

per cui continuava a soppesarle, cambiandole ed<br />

172


invertendole più volte, <strong>un</strong> po' come faceva quando scriveva<br />

con lo stiletto sul piano attrezzato della sua scrivania. Nel<br />

frattempo girava lo sguardo <strong>un</strong> po' intorno, non si poteva<br />

dire che guardasse, vedeva e non vedeva gli altri<br />

viaggiatori che, come lui, ingannavano l'attesa dell'arrivo<br />

con vari espedienti. In questo scorrere di teste, aveva la<br />

sensazione di conoscere qualc<strong>un</strong>o, ma non voleva fare<br />

neppure il più piccolo sforzo per verificare se era proprio<br />

così, tale era la sua concentrazione sull'incontro del giorno<br />

dopo. Del resto non c'era niente di strano, i più erano<br />

pendolari come lui, ormai habituè di quella tratta. Un paio<br />

accennarono ad <strong>un</strong> saluto, sentendosi osservati, per poi<br />

capire di essere fuori fuoco ed assumere <strong>un</strong> atteggiamento<br />

<strong>un</strong> po' imbarazzato per l'iniziativa andata a vuoto. Il rumore<br />

della cremagliera riportò tutti al presente, i più si alzarono e<br />

cominciarono a preparare le loro cose, anche se mancava<br />

qualche minuto, e qualc<strong>un</strong>o rimase in piedi accanto al<br />

proprio posto, in attesa del rallentamento definitivo e<br />

dell'arresto in stazione.<br />

Mercoledì mattina si presentò con Rosa in Questura, nella<br />

parte alta della grande base. Dovettero aspettare qualche<br />

minuto per essere fatti accomodare nello studio del<br />

Questore, <strong>un</strong> locale ampio e davvero lussuoso, ben al di<br />

sopra degli standard cittadini. Al loro ingresso Locatelli si<br />

alzò dalla poltrona dietro <strong>un</strong>a grande scrivania, andò loro<br />

incontro per <strong>un</strong> caloroso saluto, indicò che si sarebbero<br />

seduti in <strong>un</strong> salottino nell'angolo opposto: stava<br />

dimostrando tutte le attenzioni possibili e non c'era proprio<br />

traccia di quell'indisponente personaggio che era entrato di<br />

173


prepotenza in casa di Fawzy la prima volta. Dopo essersi<br />

accomodati, ci fu qualche convenevole, le scuse per non<br />

averli potuti ricevere prima e la richiesta del motivo della<br />

visita. Parlò Fawzy: «Caro Questore, sono anche <strong>un</strong> po' in<br />

imbarazzo, ma alla fine ho preferito venire a disturbare te,<br />

piuttosto che rischiare che si propagassero delle voci che<br />

potrebbero anche risultare pericolose». Locatelli prese <strong>un</strong>a<br />

espressione che voleva dimostrare attenzione, <strong>un</strong> minimo<br />

di preoccupazione, molta accondiscendenza e lo pregò di<br />

continuare con <strong>un</strong> cenno della mano.<br />

«La mia compagna, che ben conosci» e l'inciso era<br />

tutt'altro che casuale «nell'ambito del suo mandato si è<br />

trovata ad analizzare alc<strong>un</strong>i dati statistici sui decessi in<br />

città che, nell'ultimo periodo, sono risultati <strong>un</strong> po' sopra la<br />

media. Per lo scrupolo che la caratterizza ha voluto<br />

approfondire la situazione, recuperando la lista delle<br />

persone e la causa della morte».<br />

Locatelli ascoltava, ma non tradiva ness<strong>un</strong>a emozione.<br />

«Ha voluto anche chiedere <strong>un</strong> parere al professor ...»<br />

«Galbiati» integrò Rosa.<br />

«Galbiati, si, il primario ...»<br />

«So chi è» tagliò corto Locatelli.<br />

«La persona più indicata, penso io ...» continuava Fawzy.<br />

«Certamente <strong>un</strong> professionista di chiara fama» volle<br />

aggi<strong>un</strong>gere Locatelli.<br />

«Infatti. Eccoci al p<strong>un</strong>to della questione. Il professor<br />

Galbiati ritiene che questa lista, che ha potuto incrociare<br />

anche con le cartelle cliniche, materiale riservato al quale<br />

naturalmente non tutti possono avere accesso, secondo lui<br />

non evidenzia <strong>un</strong>a situazione che può essere definita<br />

174


anomala» e sottolineò l'ultima parola quasi sillabandola e<br />

facendo seguire <strong>un</strong>a piccola pausa. «Certo, ha convenuto<br />

che qualche caso non è immediatamente spiegabile e che<br />

certe quantità risultano <strong>un</strong> po' fuori dai parametri, ma<br />

niente di così allarmante. Una persona scrupolosa come lui<br />

avrebbe preso qualche iniziativa se ci fosse stato qualcosa<br />

di cui preoccuparsi, o no?» e si rivolse verso Rosa volendo<br />

dare l'impressione che era proprio quello il p<strong>un</strong>to sul quale<br />

loro due erano in disaccordo «Ha com<strong>un</strong>que deciso che<br />

per precauzione approfondiranno gli esami clinici nel caso<br />

il motivo della morte non risulti incontestabile. A me<br />

sembra francamente abbastanza» e qui fu brava Rosa ad<br />

inserirsi nello stesso spirito polemico: «Ascolta, in qualità<br />

di consigliere di questo Distretto non credo di poter<br />

permettere che fatti gravi, come la morte di <strong>un</strong> numero non<br />

trascurabile di persone, possano essere ridotti a qualche<br />

controllo a campione, in <strong>un</strong>a struttura notoriamente a corto<br />

di personale e con turni massacranti. Non ti pare?» La foga<br />

di Rosa indussero Locatelli ad esprimere almeno <strong>un</strong><br />

minimo di condivisione di quella tesi.<br />

«Il professore ha escluso categoricamente <strong>un</strong>a epidemia<br />

non ancora individuata, che era la mia preoccupazione<br />

principale. Ma è <strong>un</strong> dato di fatto che queste morti<br />

apparentemente senza <strong>un</strong>a causa plausibile, proseguono<br />

senza soluzione di continuità e temo davvero che prima o<br />

poi la notizia si possa propagare e da questo si generi la<br />

psicosi collettiva che a D<strong>un</strong>bar non siamo al sicuro. Le<br />

conseguenze di <strong>un</strong> simile evento sarebbero catastrofiche».<br />

E mentre terminava il discorso gli all<strong>un</strong>gò il proprio visore<br />

con l'ultima lista ricevuta.<br />

175


Locatelli gli dette <strong>un</strong>'occhiata e fece <strong>un</strong> paio di domande a<br />

Rosa sui fattori che maggiormente l'avevano messa in<br />

allarme, ed alla fine disse: «Avete fatto benissimo a venire<br />

da me, è certamente <strong>un</strong>a questione che non può essere<br />

trascurata, condivido in pieno la tua preoccupazione sulle<br />

deleterie conseguenze di <strong>un</strong>a fuga di notizie, per cui farò<br />

fare delle indagini assolutamente riservate per individuare<br />

le possibili cause di questi decessi. Avrei bisogno che mi<br />

passassi i criteri di estrazione di questa lista, in modo da<br />

incrociarla con i nostri dati e tenerla più agevolmente sotto<br />

controllo».<br />

«Senz'altro, sarà mia cura farteli avere oggi stesso. Tante<br />

grazie» disse Rosa cercando di mostrarsi sollevata dalle<br />

rassicurazioni appena ricevute. Qualche altro convenevole<br />

e lasciarono l'ufficio. Stettero in silenzio fino a quando non<br />

furono dentro l'ascensore e finalmente Fawzy disse:<br />

«Adesso vediamo se questo teatrino è servito a qualcosa».<br />

Rosa andò in ufficio e come prima cosa si fece dare da<br />

Gabriele i criteri di estrazione chiesti da Locatelli e glieli<br />

trasmise personalmente.<br />

I giorni successivi aveva continuato a controllare la solita<br />

lista, rilevando due novità importanti: quasi subito il numero<br />

di decessi aveva iniziato a diminuire e nel giro di <strong>un</strong>a<br />

decina di giorni era tornato sui valori medi; inoltre le cause<br />

di morte riportate sulla sua lista risultavano sempre più<br />

specifiche e dettagliate e la dizione “arresto<br />

cardiocircolatorio” era quasi scomparsa. Quel<br />

miglioramento era sembrato a Rosa troppo rapido e quindi<br />

quanto meno sospetto. Aveva anche provato a cercare<br />

176


Locatelli per avere qualche spiegazione, senza peraltro<br />

riuscire a mettersi in contatto con lui, che era dato<br />

regolarmente presente in ufficio, anche se estremamente<br />

impegnato. Ma cos'aveva da fare per non partecipare<br />

neppure alle manifestazioni pubbliche che di solito lo<br />

vedevano presente? Per lei era chiaro che voleva evitare<br />

occasioni di incontro con chi<strong>un</strong>que lo potesse mettere alle<br />

strette e continuò ad arrovellarsi insieme a Fawzy sulle<br />

possibili cause di quel cambio di rotta: le indagini avevano<br />

dato fastidio a chi commetteva quei crimini e questi<br />

avevano solo sospeso la propria attività? Oppure la polizia<br />

aveva preso gli assassini, ma non aveva voluto divulgare<br />

la notizia? O ancora, era stato solo <strong>un</strong> periodo particolare,<br />

non c'era niente dietro ed erano tornati alla normalità? In<br />

realtà la prima cosa che era venuta in mente a Rosa era<br />

che il governo, <strong>un</strong>ico responsabile di quella situazione<br />

secondo lei, aveva allentato la morsa, ma non l'aveva<br />

voluto dire a Fawzy, per evitare le solite discussioni.<br />

Com<strong>un</strong>que la mancanza di novità alla fine ebbe il<br />

sopravvento e, giorno dopo giorno, anche lei aveva voluto<br />

iniziare a pensare positivo ed a recuperare <strong>un</strong>a discreta<br />

fetta del suo buon umore. Del resto quel continuare a<br />

giocare agli investigatori non era proprio nella loro natura e<br />

li aveva svuotati di ogni energia. Si cominciò a risentire in<br />

giro la sua risata contagiosa che negli ultimi tempi aveva<br />

abbastanza latitato.<br />

_ _ _<br />

Quel periodo di pausa, purtroppo, non durò più di tanto ed<br />

il cons<strong>un</strong>tivo decessi di quel l<strong>un</strong>edì aveva mostrato <strong>un</strong>a<br />

177


netta ripresa. Il giovedì successivo poi si confermò<br />

ampiamente quella tendenza, sembrava che i responsabili<br />

volessero recuperare il tempo perduto.<br />

Aveva ripreso a chiamare Locatelli, che continuava a farsi<br />

negare. Aveva provato a prendere <strong>un</strong> app<strong>un</strong>tamento, ma<br />

non le veniva data disponibilità prima di <strong>un</strong> mese. Aveva<br />

cercato di incontrarlo andando nei suoi uffici, ma dopo<br />

<strong>un</strong>'ora di anticamera le avevano detto che era dovuto<br />

uscire urgentemente. Aveva anche tentato <strong>un</strong><br />

appostamento per intercettarlo fuori dalla Questura, col<br />

misero risultato di attendere inutilmente due ore.<br />

Non sapeva più cosa inventarsi, quando ascoltò<br />

casualmente <strong>un</strong>a chiamata di <strong>un</strong> altro consigliere e capì<br />

che all'altro capo c'era proprio lui. Scrisse in fretta su <strong>un</strong><br />

biglietto che a fine conversazione doveva assolutamente<br />

passarglielo senza dire chi era, ordine perentorio che il<br />

collega eseguì senza la minima resistenza:<br />

«Locatelli, sono Locascio, credo tu sia a conoscenza del<br />

fatto che sono ormai giorni che cerco di parlarti».<br />

«Certo, e sono giorni che io non voglio farlo. Tanto so<br />

benissimo qual'è la tua domanda e non ho alc<strong>un</strong>a risposta<br />

da darti, brancoliamo nel buio. Se ci vuoi davvero aiutare,<br />

devi fare del tuo meglio affinché la notizia non si diffonda,<br />

cioè disinteressartene completamente. Ti saluto». E chiuse<br />

la com<strong>un</strong>icazione. Rosa rimase <strong>un</strong> po' spiazzata da questa<br />

uscita, ma almeno sapeva qual'era la verità, difficilmente si<br />

può mentire in quel modo.<br />

Si stava avvicinando rapidamente il fine settimana e <strong>un</strong>a<br />

volta tanto sarebbe stata lei a raggi<strong>un</strong>gere Fawzy. Sarebbe<br />

partita sabato mattina dopo aver accompagnato i bambini<br />

178


dall'amica che li avrebbe tenuti a dormire quella notte.<br />

Era venerdì pomeriggio quando avvenne <strong>un</strong> episodio<br />

dirompente. Una persona dello staff che supportava alc<strong>un</strong>i<br />

consiglieri appariva sempre più in apprensione. Era più di<br />

<strong>un</strong>'ora che stava chiamando casa senza ricevere risposta.<br />

Non era la persona con la quale aveva più confidenza,<br />

aveva diversi anni più di lei e si poteva dire che non si era<br />

mai verificato <strong>un</strong> episodio che avrebbe potuto farle entrare<br />

in sintonia. Com<strong>un</strong>que Rosa volle avvicinasi e chiederle se<br />

aveva qualche problema. Si chiamava Daniela ed era<br />

quasi nel panico, la madre non rispondeva all'apparecchio,<br />

aveva mandato anche <strong>un</strong>a vicina a suonare alla porta, ma<br />

non aveva ricevuto risposta. Non si era generato alc<strong>un</strong><br />

allarme, nonostante avesse <strong>un</strong>o di quei dispositivi che<br />

alc<strong>un</strong>i anziani tengono appeso al collo per le chiamate di<br />

emergenza.<br />

Lei era sommersa di richieste e non poteva andarsene<br />

prima di aver finito, in realtà in quelle condizioni non<br />

riusciva a lavorare, per cui aggravava solo la sua<br />

situazione.<br />

Rosa ebbe <strong>un</strong>a sorta di premonizione, chiamò <strong>un</strong>o dei suoi<br />

volontari e gli chiese se per favore poteva prendere in<br />

carico le attività di Daniela, poi la prese per mano, si fece<br />

dare l'indirizzo e la trascinò letteralmente verso<br />

quell'appartamento.<br />

Arrivarono in pochi minuti, Daniela tirò fuori la chiave, per<br />

la tensione faceva fatica a posizionarla correttamente per<br />

far scattare l'apertura, ma alla fine ci riuscì e tirando la<br />

porta videro subito la donna sdraiata bocconi per terra,<br />

vestita parzialmente, con la vestaglia che le si era quasi<br />

179


sfilata. Si avvicinarono, sembrava non respirasse, la figlia<br />

provò a scuoterla, ma non c'erano segni di vita, allora<br />

chiamò i soccorsi. Rosa capì che la donna era già morta e<br />

che quella era <strong>un</strong>'occasione <strong>un</strong>ica per esaminare <strong>un</strong>a<br />

vittima, anche se sommariamente. Guardò fuori dalla<br />

finestra, era quasi buio e pioveva a dirotto: il suo amico<br />

doveva essere già a casa. Scorse rapidamente la rubrica e<br />

lo chiamò. Pochi secondi ed il vecchio medico legale<br />

rispose.<br />

«Osvaldo sono Rosa, credo di essere in presenza di <strong>un</strong>a<br />

vittima, cerca di venire più velocemente che puoi, forse<br />

avrai l'opport<strong>un</strong>ità di darle <strong>un</strong>'occhiata. Stessa torre, piano<br />

27 interno 12. Ti aspetto».<br />

Aveva appena chiuso la com<strong>un</strong>icazione che arrivò l'<strong>un</strong>ità di<br />

Pronto Soccorso, che ne poté solo constatare il decesso. A<br />

quel p<strong>un</strong>to Daniela si sciolse in <strong>un</strong> pianto disperato e Rosa<br />

la abbracciò per consolarla. I paramedici stavano già<br />

trasportando fuori la loro attrezzatura quando Osvaldo<br />

arrivò piuttosto trafelato e da fuori la porta di ingresso si<br />

fece notare da Rosa, che gli fece cenno di attendere <strong>un</strong><br />

attimo. Il medico di guardia disse a voce alta: «Mi<br />

raccomando, non toccate assolutamente niente, adesso<br />

chiamo la polizia, è la prassi in questi casi» ed uscì fuori<br />

dall'appartamento anche lui.<br />

Rosa chiese a Daniela se <strong>un</strong> suo amico appena arrivato<br />

poteva dare <strong>un</strong>'occhiata al corpo di sua madre, era stato<br />

<strong>un</strong> medico legale e poteva essere utile avere <strong>un</strong> qualche<br />

riscontro immediato. Daniela dette il suo assenso, più per il<br />

fatto di essere frastornata, che per convinzione e Rosa<br />

fece cenno a Osvaldo, che entrò chiudendo la porta alle<br />

180


sue spalle, anche per togliere la visuale al solito<br />

capannello di curiosi che si era rad<strong>un</strong>ato all'esterno.<br />

Lui si mise subito ad esaminare il corpo, stando ben<br />

attento a non spostarlo, si era anche messo dei guanti di<br />

lattice. Aveva fatto degli strani gesti con le mani e con gli<br />

occhi, Rosa ne dedusse che aveva <strong>un</strong>o di quegli impianti<br />

fissi per l'ingrandimento. Non se ne era mai accorta fino a<br />

quel momento, del resto l'aveva sempre visto più che altro<br />

come <strong>un</strong> agricoltore, mentre ora non poteva che ammirare<br />

la sicurezza e precisione dei suoi gesti.<br />

Aveva iniziato dalla testa, ispezionando ogni minimo<br />

particolare, si era poi concentrato sul volto, che era<br />

appoggiato sul lato sinistro, osservava soprattutto le labbra<br />

ed aveva dato qualche piccolo colpetto con l'indice alla<br />

pelle intorno, per vedere come reagiva. Poi era passato a<br />

braccia e gambe che erano scoperte, in particolare si<br />

soffermò sulle mani, che guardò ripetutamente sul dorso e<br />

sul palmo. Infine passò alle porzioni scoperte del tronco,<br />

soprattutto nella zona del collo e la parte alta della schiena,<br />

che erano esposte.<br />

Rosa vide che era stato attratto da qualcosa, si era<br />

avvicinato a pochissimi centimetri per guardare i dettagli, e<br />

questo confermava l'ipotesi dell'impianto ottico, altrimenti<br />

solo <strong>un</strong> grande miope avrebbe potuto mettere a fuoco da<br />

quella distanza. In particolare era passato ripetutamente su<br />

tre zone tra la colonna vertebrale e la spalla sinistra.<br />

«Ma cosa sta facendo lei, chi è, non si rende conto che sta<br />

inquinando le prove?» disse <strong>un</strong>a voce stentorea che<br />

veniva da fuori la porta di ingresso, ora aperta. Rosa era<br />

ancora con Daniela <strong>un</strong> po' defilata e lo poté vedere solo<br />

181


quando entrò nell'appartamento, restando delusa dalla<br />

scarsa prestanza del titolare di cotanta voce.<br />

Osvaldo non si fece minimamente impressionare, si capiva<br />

che era abituato a trattare con certi personaggi, si alzò con<br />

calma ed iniziò a sfilarsi i guanti di lattice sintetico: «Sono<br />

<strong>un</strong> ex medico legale» rispose e guardò Rosa la quale<br />

allora si intromise: «Sono il consigliere Locascio, la signora<br />

qui con me è <strong>un</strong>a mia collaboratrice ed è la figlia della<br />

donna deceduta, abbiamo trovato noi il corpo poco fa. Ho<br />

chiamato io il dottor Ostellini, mi sembrava opport<strong>un</strong>o<br />

avere <strong>un</strong> primo riscontro, lei chi è piuttosto».<br />

«Io sono il titolare di questo caso, e se anche lei fosse il<br />

Presidente in persona non me ne fregherebbe niente»<br />

disse l'ispettore sapendo di mentire e mettendole sotto il<br />

naso il proprio tesserino, mentre <strong>un</strong> paio di poliziotti in<br />

divisa entravano nell'appartamento, poi rivolgendosi ad<br />

Osvaldo «lei e i suoi guanti andatevene di qua prima che<br />

mi venga voglia di incriminarla per ostacolo alle indagini».<br />

Lui non cambiò atteggiamento e rispose: «Si adesso me<br />

ne vado, ma la prego di far notare alla vostra <strong>un</strong>ità<br />

scientifica queste tre piccole p<strong>un</strong>ture» e gli fece segno di<br />

avvicinarsi, anche Rosa si staccò da Daniela per guardare<br />

dove stava indicando. Si vedevano appena, ma la<br />

decisione con la quale le stava mostrando le mettevano<br />

chiaramente in evidenza.<br />

«Eppoi, prima <strong>possibile</strong>, è necessario fare <strong>un</strong>a ricerca di<br />

anestetici volatili, presto perché poi le tracce<br />

scompariranno irrimediabilmente».<br />

L'ispettore aveva perso molta della sua supponenza e si<br />

capiva che aveva recepito i messaggi, ma per non uscire<br />

182


totalmente dal personaggio volle ancora dire: «Va bene,<br />

ma se ne vada subito».<br />

Osvaldo fece capire a Rosa di andare da lui appena finito<br />

ed uscì dall'appartamento, dopo essersi soffermato per far<br />

entrare la squadra nelle ampie tute bianche.<br />

Si guardò indietro e vide che l'ispettore stava riferendo le<br />

sue raccomandazioni, poi la porta si chiuse: quella corsa<br />

affannosa era servita a qualcosa .<br />

A Rosa ci volle più di <strong>un</strong>'ora e mezza per liberarsi. Prima<br />

dovette raccontare lei come avevano ritrovato il corpo,<br />

Daniela aveva ancora le idee alquanto confuse e stava<br />

facendo innervosire l'ispettore. Per lo stesso motivo<br />

dovette aspettare il completamento dei rilievi, la rimozione<br />

del corpo ed <strong>un</strong> barlume di lucidità di Daniela, per avere il<br />

nome e l'indirizzo di <strong>un</strong>a persona che poteva prendersi<br />

cura di lei, fino a quando non si fosse ripresa. Aveva anche<br />

dovuto chiamare <strong>un</strong>'amica perché andasse a prendere i<br />

figli a scuola, spiegando in che guaio si trovava. Alla fine<br />

l'accompagnò, trovò la persona, si accertò che non ci<br />

sarebbero stati problemi e finalmente si diresse come <strong>un</strong>a<br />

freccia a casa di Osvaldo.<br />

Suonò, lui aprì subito la porta e la voleva far accomodare,<br />

ma lei spiegò che aveva pochissimi minuti a disposizione e<br />

restò sulla porta.<br />

«C'è stato qualche episodio degno di nota dopo che me ne<br />

sono andato?» chiese a Rosa prima di parlare lui.<br />

«Niente di particolare, hanno verificato con attenzione le<br />

tue indicazioni, ma senza fare commenti. Non ho capito se<br />

le hanno considerate importanti o meno. Si comportavano<br />

183


come se non li riguardasse. Poi ho perso <strong>un</strong>a sacco di<br />

tempo con tutte le procedure ed a trovare <strong>un</strong>a<br />

sistemazione per Daniela. Solo questo e tu invece cosa hai<br />

da dirmi».<br />

«Oh non farti grandi illusioni, non so neppure io se ho<br />

trovato qualcosa, ma altre tracce non ce ne erano per cui<br />

mi sono concentrato su quello. Una cosa è certa, quelle<br />

p<strong>un</strong>ture non sono state fatte con <strong>un</strong>a siringa, sono diverse<br />

e poi si trovavano in p<strong>un</strong>ti che con le iniezioni non hanno<br />

nulla a che vedere. Uno che vuole uccidere o inietta<br />

qualche sostanza o pompa aria in <strong>un</strong>a vena».<br />

«Quindi tu sei convinto che sia stata ammazzata» disse<br />

Rosa con <strong>un</strong>a certa apprensione.<br />

«No, non lo posso dire, anche se è <strong>possibile</strong> perché tutto il<br />

quadro è abbastanza strano. Vedi, <strong>un</strong> corpo quando cade<br />

diciamo per <strong>un</strong> mancamento, di solito lo fa con <strong>un</strong> moto<br />

verticale e si dispone per terra in <strong>un</strong>a posizione<br />

abbastanza disarticolata, che dipende dalla postura al<br />

momento della perdita di equilibrio. La madre di Daniela<br />

no, era riversa interamente in avanti, la posizione di chi è<br />

in movimento e per esempio inciampa. Ma non aveva<br />

alc<strong>un</strong> segno di trauma, soprattutto in testa, che potesse<br />

giustificarne la morte. Un'altra spiegazione per quella<br />

posizione è che qualc<strong>un</strong>o l'abbia “accompagnata” verso il<br />

basso sostenendola, per esempio dopo averla<br />

narcotizzata. Per questo ho detto di cercare anestetici<br />

volatili, qualcosa per far perdere i sensi per pochi minuti,<br />

che consentano di fare il lavoro sporco. Quelle p<strong>un</strong>ture<br />

sono abbastanza strane, come dicevo. All'inizio avevo<br />

pensato ad <strong>un</strong> insetto, ma non c'erano i segni caratteristici<br />

184


al contorno, per cui mi sono venuti in mente gli aghi da<br />

agop<strong>un</strong>tura».<br />

«Agop<strong>un</strong>tura?» disse Rosa con <strong>un</strong>a certa sorpresa.<br />

«Sembra strano anche a me, ma non mi viene in mente<br />

nient'altro».<br />

«Ma si può uccidere con l'agop<strong>un</strong>tura?» chiese ancora<br />

Rosa.<br />

«Non ne ho la più pallida idea, non sono davvero <strong>un</strong><br />

esperto del settore, eppoi ti ripeto, non sono sicuro che si<br />

tratti di omicidio, quindi per ora non pensarci e lasciami <strong>un</strong><br />

po' di tempo per fare delle ricerche».<br />

«Avevo promesso a Fawzy di andare da lui domani<br />

mattina, ma a questo p<strong>un</strong>to dovrò dirgli che annullo tutto».<br />

«E per quale ragione, tanto non potrai fare assolutamente<br />

niente nei prossimi giorni. Pensa a rilassarti, al più<br />

aggiornalo su cosa sta accadendo e dammi il tempo per<br />

capirci qualcosa di più».<br />

Si salutarono, Rosa andò a prendere i bambini e cenarono<br />

a casa, quasi come se niente fosse accaduto, ma le parole<br />

di Osvaldo non le uscivano dalla testa.<br />

La mattina lasciò i bambini, andò a prendere il treno per<br />

raggi<strong>un</strong>gere Fawzy, col quale praticamente non parlarono<br />

d'altro per tutto il tempo che stettero insieme.<br />

_ _ _<br />

Il vecchio medico passò il week-end a documentarsi<br />

sull'agop<strong>un</strong>tura, ma non trovò niente che lo potesse aiutare<br />

a capire cos'era davvero successo. Alla fine decise che<br />

l'<strong>un</strong>ico modo per ottenere altre informazioni era parlare con<br />

185


<strong>un</strong> esperto. Non erano argomenti sui quali fosse facile<br />

intavolare <strong>un</strong> discorso, il rischio era che l'interlocutore si<br />

sarebbe chiuso a riccio appena capito che stava portando<br />

avanti <strong>un</strong>'indagine non ufficiale.<br />

Decise quindi di simulare <strong>un</strong>a affezione non grave e<br />

com<strong>un</strong>que credibile. Ci pensò a l<strong>un</strong>go ed alla fine decise<br />

che l'epicondilite omerale fosse la più idonea: per quanto<br />

l'agop<strong>un</strong>tura fosse <strong>un</strong> tipo di cura poco invasivo, voleva<br />

correre il minor numero di rischi <strong>possibile</strong>, del resto non era<br />

più <strong>un</strong> ragazzino.<br />

Aveva individuato gli agop<strong>un</strong>tori ufficiali di D<strong>un</strong>bar, erano<br />

quattro, dei quali solo <strong>un</strong>o certamente di origini asiatiche,<br />

almeno a giudicare dal nome. Decise di cominciare da<br />

questo, se non altro per onore di scuola ed il l<strong>un</strong>edì mattina<br />

prese app<strong>un</strong>tamento per il pomeriggio stesso.<br />

Era <strong>un</strong> tipo abbastanza scontroso, che lo introdusse in <strong>un</strong><br />

ambulatorio piuttosto spoglio e datato.<br />

Gli spiegò la situazione, i sintomi, il fatto che si<br />

ripresentava periodicamente e così via. L'altro lo visitò e gli<br />

infilò alc<strong>un</strong>i aghi nel braccio e nella spalla. Il vecchio<br />

medico legale provò a fargli qualche domanda<br />

apparentemente innocente, ma l'altro rispondeva a<br />

monosillabi, non c'erano proprio le condizioni per<br />

intavolare <strong>un</strong> discorso e portarlo a ciò che lo interessava.<br />

Dopo circa <strong>un</strong> quarto d'ora, gli tolse gli aghi e provò a fargli<br />

fare dei movimenti, chiedendo se sentiva dolore qui o li.<br />

Osvaldo rispondeva <strong>un</strong> po' a caso, non soffrendo di quella<br />

malattia aveva qualche difficoltà a dare delle risposte così<br />

p<strong>un</strong>tuali.<br />

Alla fine l'agop<strong>un</strong>tore disse che secondo lui la diagnosi era<br />

186


sbagliata, che probabilmente aveva qualcos'altro ed era<br />

necessario facesse altri accertamenti prima di tornare da<br />

lui. Davvero bravo, pensò, e ringraziò il fatto che in quel<br />

modo aveva la scusa per non tornare, tanto non avrebbe<br />

cavato <strong>un</strong> ragno dal buco.<br />

Uscito da lì chiamò il secondo della lista e prese<br />

app<strong>un</strong>tamento per il mattino successivo.<br />

Approfittò di quelle poche ore per farsi degli impacchi che<br />

aiutassero il riassorbimento di quei segni di p<strong>un</strong>tura, non<br />

voleva far sorgere dei sospetti nel suo <strong>prossimo</strong><br />

interlocutore, anche se avrebbe dichiarato che il braccio<br />

interessato era l'altro.<br />

Il mattino successivo, all'ora stabilita, andò<br />

all'app<strong>un</strong>tamento. Questo era <strong>un</strong>a persona completamente<br />

diversa, gli dette subito l'idea che basasse tutta la sua<br />

credibilità sull'apparenza. Nello studio aveva appesi tutti i<br />

diplomi possibili ed immaginabili, le più svariate cartine del<br />

corpo umano, con l'evidenza dei meridiani e dei p<strong>un</strong>ti di<br />

inserimento, ed <strong>un</strong>a serie di arredi che dovevano far<br />

pensare ad <strong>un</strong> affermato professionista.<br />

Già durante la visita ebbe i primi dubbi sulla sua<br />

competenza. Quando gli inserì gli aghi, sentì abbastanza<br />

dolore, al contrario del giorno prima e notò che erano in<br />

posizione completamente diversa: si disse che forse<br />

l'agop<strong>un</strong>tura aveva ampi margini di discrezionalità. Nel<br />

frattempo il suo specialista non si era chetato <strong>un</strong> momento,<br />

lui ne aveva approfittato per portarlo su ciò che gli<br />

interessava, ma non ne sapeva davvero niente. Gli<br />

sarebbe servito <strong>un</strong> mix dei due: la competenza del cinese e<br />

la chiacchiera di questo.<br />

187


Alla fine della seduta trovò <strong>un</strong>a scusa per non prendere <strong>un</strong><br />

nuovo app<strong>un</strong>tamento, pagò e se ne andò nonostante la<br />

contrarietà dello pseudo professionista. Andò a casa, era<br />

ora di pranzo.<br />

Dopo mangiato si guardò allo specchio: lo aveva<br />

massacrato, doveva certamente far passare <strong>un</strong> po' di<br />

tempo prima di prendere <strong>un</strong> altro app<strong>un</strong>tamento. Si fece<br />

altri impacchi, guardò fuori, il tempo era abbastanza<br />

stabile, la nostalgia lo conduceva al suo orto. Si preparò ed<br />

uscì. Passò il resto del pomeriggio all'aria aperta, raccolse<br />

ciò che era maturo ed alla fine della giornata tornò verso<br />

casa soddisfatto.<br />

Si fermò anche da Rosa, che trovò già a casa, le lasciò<br />

<strong>un</strong>a parte del raccolto e le disse che fino a quel momento<br />

era ad <strong>un</strong> p<strong>un</strong>to morto, ma non disperava di arrivare a<br />

qualche risultato nel giro di qualche giorno.<br />

Si salutarono, arrivò a casa, fece la doccia e notò con<br />

sollievo che lo scempio sulla sua pelle stava diminuendo.<br />

Fece altri impacchi, preparò la sua verdura per cena, la<br />

mangiò con calma e grande soddisfazione personale.<br />

Il mattino seguente come prima cosa si fece <strong>un</strong> nuovo<br />

controllo, che ebbe <strong>un</strong> discreto esito: l'indomani poteva<br />

tentare di farsi visitare senza destare eccessivi sospetti.<br />

Fece altri impacchi. Aspettò <strong>un</strong> orario adeguato e chiamò il<br />

terzo della lista, che lo avrebbe ricevuto anche subito. Si<br />

inventò che era impegnato tutto il giorno e prese<br />

app<strong>un</strong>tamento per il mattino successivo. Non è che<br />

avessero poi tanti clienti questi agop<strong>un</strong>tori. Si preparò e se<br />

ne tornò al suo amato orto, dove rimase anche per pranzo,<br />

188


vista la bella giornata. La sera constatò che ormai i segni<br />

sulla pelle erano quasi completamente scomparsi, fece i<br />

soliti impacchi per scrupolo ed andò a dormire più<br />

tranquillo.<br />

Il giorno dopo si presentò all'orario convenuto dal terzo<br />

specialista, che apparve da subito molto più normale dei<br />

due precedenti. Discretamente cordiale senza eccessi,<br />

aveva <strong>un</strong>o studio dignitoso, con solo <strong>un</strong>a paio di diplomi e<br />

mappe alle pareti.<br />

Osvaldo attaccò il solito copione: «Vede dottore,<br />

saltuariamente mi riprende questo dolore al braccio<br />

sinistro, il nome ufficiale non me lo ricordo mai, com<strong>un</strong>que<br />

mi hanno detto che si chiama anche gomito del tennista.<br />

Che c'entra poi non lo so, io non ho mai preso <strong>un</strong>a<br />

racchetta in mano in vita mia. Poi vado dal mio medico che<br />

mi dice di prendere gli antinfiammatori. Per <strong>un</strong> po' di tempo<br />

il dolore mi passa, ma dopo <strong>un</strong> po' risp<strong>un</strong>ta fuori, non c'è<br />

modo di guarire. E anche tutte queste medicine non credo<br />

mi facciano <strong>un</strong> gran bene, sa non sono più <strong>un</strong> giovincello,<br />

finora sono sempre stato abbastanza bene, ma l'età è<br />

quella che è» gli venne il dubbio che stava caratterizzando<br />

<strong>un</strong> po' troppo il suo personaggio «l'ultima volta gli dico<br />

“basta medicine, tanto non risolvono” e lui mi risponde che<br />

per queste situazioni l'<strong>un</strong>ica alternativa è l'agop<strong>un</strong>tura,<br />

quindi sono venuto da lei».<br />

«Sostanzialmente è vero, ma non è sicuro che anche<br />

questa terapia sia risolutiva, dipende da come potrà<br />

rispondere lei. Lei fa qualche attività fisica che comporta <strong>un</strong><br />

certo carico sulle braccia?»<br />

189


«Beh si, a me è sempre piaciuto lavorare nell'orto, eppoi<br />

con quello che cresce risparmio anche <strong>un</strong> sacco di soldi<br />

per mangiare» stava decisamente esagerando.<br />

«Allora è senz'altro quello, oltre ad alc<strong>un</strong>e sedute di<br />

agop<strong>un</strong>tura dovrà allentare <strong>un</strong> po' queste attività, non c'è<br />

qualc<strong>un</strong>o che può aiutarla?» e mentre parlava gli induceva<br />

quelle rotazioni che avrebbero dovuto evidenziare il dolore<br />

o <strong>un</strong>a certa resistenza al movimento.<br />

«Macché, al più mi vengono a chiedere i prodotti, ma di<br />

lavorare non ha voglia ness<strong>un</strong>o».<br />

A quella battuta l'agop<strong>un</strong>tore lo fece stendere sul lettino<br />

con <strong>un</strong> sorriso di circostanza, prese <strong>un</strong>a confezione<br />

monouso di aghi ed iniziò ad inserirglieli, chiedendo<br />

sempre conferma se provava dolore o fastidio.<br />

Osvaldo era confortato dal fatto che non sentiva<br />

praticamente niente e le posizioni erano grosso modo<br />

quelle del cinese.<br />

«Il suo disturbo è ormai ben radicato, bisogna tenere gli<br />

aghi <strong>un</strong> po' più a l<strong>un</strong>go, ce l'ha la pazienza di stare qui<br />

fermo <strong>un</strong>a mezz'oretta?».<br />

«Penso di si» rispose «magari nell'attesa mi spiega<br />

qualcosa, tanto per sapere».<br />

«Non c'è problema, cosa le interessa?».<br />

«Mah ... per esempio, siamo sicuri che non ci siano<br />

controindicazioni? E poi se sbaglia a infilare gli aghi, può<br />

fare dei danni?».<br />

«Controindicazioni nella accezione della medicina<br />

allopatica, direi di no. Qualche irritazione locale al più, poi<br />

c'è sempre quello che tollera di meno il trattamento, ma il<br />

rischio maggiore è costituito dagli ematomi, capita di<br />

190


prendere <strong>un</strong>a struttura circolatoria ogni tanto. Per lo<br />

sbagliare, dopo tanti anni, è abbastanza difficile, in ogni<br />

caso di solito non si va ad interessare <strong>un</strong> organo vitale, mi<br />

spiego?».<br />

Fece altre domande abbastanza stupide per portarlo<br />

gradatamente verso il cuore del problema, e l'altro<br />

rispondeva sempre tranquillamente, con cortesia e<br />

competenza. Alla fine arrivò al p<strong>un</strong>to.<br />

«Dottore, si fa per parlare, naturalmente, ma con questi<br />

aghi si potrebbe fare davvero male a qualc<strong>un</strong>o? Voglio dire<br />

si potrebbe arrivare ad ammazzare <strong>un</strong>a persona, non dico<br />

come pugnalarlo mi capisca, ma lei gli infila tre aghi per<br />

dire e quello dopo <strong>un</strong> po' muore».<br />

«Io personalmente non saprei come fare» rispose<br />

l'agop<strong>un</strong>tore che ci aveva quasi preso gusto a quelle<br />

strane domande «c'è da dire che la mia tecnica è di buon<br />

livello, ma non è eccelsa. Magari qualche grande maestro<br />

saprebbe trovare la giusta combinazione tra p<strong>un</strong>ti e tipi di<br />

ago. Poi ci sono le leggende tipiche di ogni ambiente<br />

specializzato e ristretto come il nostro».<br />

«Leggende di che tipo?» interloquì subito pensando di aver<br />

trovato finalmente l'innesco.<br />

«Glielo racconto la prossima volta, adesso il suo tempo è<br />

scaduto ed io ha <strong>un</strong> altro app<strong>un</strong>tamento». Gli tolse<br />

rapidamente gli aghi, mentre lo medicava, fece ancora<br />

qualche test di movimento, gli disse che forse c'era già <strong>un</strong><br />

minimo miglioramento, fissò <strong>un</strong> altro app<strong>un</strong>tamento per il<br />

giorno dopo, gli presentò la fattura e dopo aver incassato lo<br />

congedò amabilmente.<br />

Osvaldo era abbastanza incavolato, bloccato a pochi<br />

191


centimetri dalla meta ed era il più caro dei tre. Com<strong>un</strong>que<br />

ormai era in ballo ed era costretto a tornare. Gli capitò<br />

anche di incontrare Rosa e le raccontò brevemente la<br />

situazione.<br />

Il giorno successivo si presentò all'ambulatorio in perfetto<br />

orario. Ci furono le domande di prammatica: come è stato,<br />

ha notato miglioramenti o fastidi, mentre ripeteva i test di<br />

motricità, poi lo fece sdraiare sul lettino e cominciò a<br />

reinserire gli aghi nei soliti p<strong>un</strong>ti. Appena terminato, il<br />

vecchi medico non perse tempo e riprese da dove aveva<br />

interrotto il giorno prima: «Ma lo sa dottore che mi ha fatto<br />

rimanere con <strong>un</strong>a curiosità tremenda ieri, si ricorda cosa le<br />

avevo chiesto? Lei aveva accennato alle leggende che<br />

girano tra di voi».<br />

«Ah si giusto. D<strong>un</strong>que, c'è <strong>un</strong>a branca che si occupa<br />

dell'anestesia. È <strong>un</strong> po' come nella medicina ufficiale, gli<br />

anestesisti fanno <strong>un</strong> po' gruppo a parte, sono medici, ma<br />

sembra che sappiano fare solo quello. In agop<strong>un</strong>tura si<br />

può dire che è ancora più vero perché è <strong>un</strong>a scuola<br />

diversa, quella Vietnamita. In Cina fanno delle operazioni<br />

davvero invasive con questo tipo di anestesia, ha grandi<br />

vantaggi, non si avvelena l'organismo ed il paziente è<br />

cosciente e può dare <strong>un</strong> contributo se dovesse servire.<br />

Io ne conosco davvero pochi rudimenti, li ho usati per<br />

esempio per dare dei p<strong>un</strong>ti di sutura a bambini che<br />

altrimenti non c'era modo di tenere fermi. Stavo dicendo<br />

che questa è <strong>un</strong>a branca che <strong>un</strong> po' sfugge alle regole<br />

<strong>un</strong>iversali dell'agop<strong>un</strong>tura in quanto la tecnica, anziché<br />

sollecitare p<strong>un</strong>ti vitali per far f<strong>un</strong>zionare meglio <strong>un</strong><br />

192


determinato organo o muscolo, deve interrompere<br />

temporaneamente certi collegamenti di trasmissione del<br />

dolore. Mi segue?».<br />

«Chiarissimo».<br />

«Bene, ci sono due fattori che influenzano il risultato. Il<br />

primo è la rispondenza al dolore: a qualc<strong>un</strong>o basta poco<br />

per non sentire più niente, altri hanno <strong>un</strong>a sensibilità<br />

maggiore e richiedono, tanto per capirsi, <strong>un</strong> numero<br />

maggiore di aghi per neutralizzare tutte le vie di<br />

trasmissione. Il secondo fattore riguarda il p<strong>un</strong>to<br />

interessato, certe zone del corpo sono meno sensibili a<br />

questa tecnica, è quindi più difficile provocare l'anestesia.<br />

In certi casi la combinazione di questi due fattori non<br />

consente di raggi<strong>un</strong>gere risultati soddisfacenti. Ancora tutto<br />

chiaro?»<br />

«Pendo dalle sue labbra»<br />

«Perfetto. Qui si arriva alla leggenda che dice: quando le<br />

tecniche ordinarie falliscono, ne rimane com<strong>un</strong>que ancora<br />

<strong>un</strong>a, che induce <strong>un</strong>a condizione di anestesia totale, ma<br />

risulta pericolosa al p<strong>un</strong>to da essere chiamata il confine<br />

della vita. Solo grandissimi maestri sarebbero in grado di<br />

applicarla, controllarla ed eventualmente adottare delle<br />

contromisure, perché se non viene interrotta in tempo non<br />

è semplicemente sfilando gli aghi che se ne può provocare<br />

l'inversione. È <strong>un</strong> po' come quando si scende ad <strong>un</strong> livello<br />

sempre più profondo di coma e non c'è più modo di tornare<br />

indietro. D'altro canto se gli aghi sono estratti troppo<br />

presto, si rischia che il paziente si svegli nel bel mezzo di<br />

<strong>un</strong>a operazione, con ovvie conseguenze. Per questo<br />

motivo la tecnica sarebbe trasmessa solo ad altissimi livelli<br />

193


di competenza. Ma, ripeto, si tratta solo di <strong>un</strong>a diceria».<br />

«Davvero affascinante» disse Osvaldo, che stette <strong>un</strong> po' a<br />

pensarci su ed alla fine disse «ammesso e non concesso<br />

che sia vera, ci sarebbe <strong>un</strong> altro motivo per tenerla<br />

segreta: se <strong>un</strong>o è interessato ad eliminare il paziente,<br />

anziché a salvargli la vita, le competenze di cui avrebbe<br />

bisogno sarebbero solo sapere dove infilare gli aghi e, più<br />

o meno, quanto tenerli dentro».<br />

L'agop<strong>un</strong>tore lo guardò con <strong>un</strong> minimo di sospetto e disse<br />

«è vero, non mi era mai venuto in mente». E iniziò a sfilare<br />

gli aghi, visto che il tempo era finito.<br />

Era venerdì, presero <strong>un</strong> nuovo app<strong>un</strong>tamento per la<br />

settimana successiva, Osvaldo non se la sentì di dirgli che<br />

si sarebbero potuti rivedere solo incontrandosi per caso.<br />

Aveva poi avvertito Rosa e si erano messi d'accordo per<br />

trovarsi il mattino dopo al suo orto.<br />

P<strong>un</strong>tualmente i due arrivarono e lo trovarono che li<br />

aspettava. La panca era la solita, si sedettero ed il vecchio<br />

medico raccontò brevemente quanto era riuscito a sapere<br />

durante quella breve esperienza da p<strong>un</strong>taspilli: disse<br />

proprio così, tanto per far capire loro che non aveva<br />

particolarmente gradito quelle sedute. Al termine del<br />

racconto restò in silenzio abbastanza a l<strong>un</strong>go. Era chiaro<br />

che mancavano le sue conclusioni, per cui Fawzy e Rosa<br />

attesero che riprendesse a parlare senza la minima<br />

manifestazione di impazienza. Alla fine arrivò infatti anche<br />

il suo asciutto commento sulla vicenda: «Credo sarà molto<br />

difficile avere la conferma che è stato utilizzato proprio il<br />

confine della vita, o com<strong>un</strong>que qualcosa di equivalente. In<br />

ogni caso sono abbastanza perplesso sul fatto che questa<br />

194


tecnica possa essere applicata su larga scala» disse<br />

facendo seguire <strong>un</strong>'altra breve pausa. «Sono due gli<br />

aspetti che mi convincono poco: prima di tutto il fatto che il<br />

paziente deve collaborare o essere privo di sensi al<br />

momento dell'applicazione degli aghi, altrimenti anche <strong>un</strong><br />

tecnico esperto può avere difficoltà ad inserire<br />

correttamente gli aghi. Non so se la scientifica ha poi fatto<br />

quella ricerca di anestetici volatili che avevo suggerito,<br />

dopo aver esaminato il corpo della madre della signora<br />

Daniela, ma supponendo che abbiano fatto l'esame e non<br />

ne abbiano trovati, la probabilità che sia stata utilizzata <strong>un</strong>a<br />

tecnica di questo tipo, a mio parere diverrebbe piuttosto<br />

remota» altra breve pausa.<br />

«L'altro aspetto è legato al fatto che questa è considerata<br />

<strong>un</strong>a tecnica di élite. Francamente non ce lo vedo <strong>un</strong> gran<br />

maestro nelle vesti di <strong>un</strong> assassino, come pure ad<br />

insegnare ad <strong>un</strong> certo numero di persone “non abbastanza<br />

qualificate” qualcosa che è stato riservato a pochi eletti nel<br />

corso dei secoli. Non sembra poco credibile anche a voi?»<br />

e a quel p<strong>un</strong>to si sporse in avanti e si girò verso di loro per<br />

cercare di guardali in faccia, in quella scomoda posizione<br />

affiancata.<br />

«Direi quindi che, supponendo di non aver preso <strong>un</strong><br />

grande abbaglio, forse abbiamo individuato <strong>un</strong> elemento<br />

marginale delle modalità con cui gli assassini stanno<br />

procedendo, tutto qui».<br />

Non c'erano tanti commenti da fare e finirono col restare<br />

tutti e tre in silenzio: sembrava im<strong>possibile</strong>, ma ogni volta<br />

che sembrava avessero fatto <strong>un</strong> passo avanti, finiva<br />

sempre che il risultato deludeva le aspettative.<br />

195


Stavano per salutarsi quando il vecchio medico chiese se<br />

era <strong>possibile</strong> avere almeno <strong>un</strong>a partecipazione alle spese<br />

che aveva sostenuto con gli agop<strong>un</strong>tori: Fawzy gli chiese<br />

quanto aveva pagato e si impegnò a restituirgli l'intero<br />

importo. Poi si salutarono ed Osvaldo tornò alla sua<br />

occupazione preferita.<br />

_ _ _<br />

Erano passati alc<strong>un</strong>i giorni da quel sabato, Rosa era<br />

arrivata al p<strong>un</strong>to che non voleva neppure più vedere quei<br />

maledetti numeri sui decessi che Gabriele continuava a<br />

farle arrivare. Ma dopo qualche giorno la sua angoscia<br />

reclamava attenzione, per la speranza che qualcosa nel<br />

frattempo fosse cambiato in meglio, purtroppo non era mai<br />

stato così.<br />

Anche le voci che giravano erano aumentate di molto,<br />

praticamente la notizia era ormai di dominio pubblico, del<br />

resto come potevano sfuggire decine di morti concentrate<br />

in <strong>un</strong> così breve periodo di tempo? Forse la portata del<br />

fenomeno non era ancora così evidente alla maggioranza,<br />

e per il momento era meglio se questa incertezza fosse<br />

rimasta tale. Le venne il dubbio che la diffusione della<br />

notizia avesse inciso sul numero degli abitanti ed andò a<br />

cercare il dato disponibile nell'anagrafe della città:<br />

1.067.713. Quanti erano l'ultima volta che l'aveva visto?<br />

Non se lo ricordava, ma sicuramente di più. Chiamò il suo<br />

fido e gli chiese di farle avere i dati POS aggiornati.<br />

POS era l'acrostico di Proceduta Ottimizzazione degli<br />

Spazi, la furbata, come la definivano i detrattori o quelli che<br />

se ne sentivano le vittime. Inizialmente si chiamava PAS,<br />

196


dove la A stava per assegnazione, e si occupava solo di<br />

censire gli appartamenti disponibili e di attribuirli a chi ne<br />

aveva diritto. Poi qualc<strong>un</strong>o cominciò a mettere il naso con<br />

<strong>un</strong> po' di attenzione nei dati prodotti dei sensori presenti<br />

negli appartamenti. Questi sensori di movimento e di<br />

segnali vitali facevano parte del progetto originario<br />

<strong>un</strong>icamente allo scopo di individuare i casi di potenziale<br />

pericolo o decesso, vista la presenza di così tante persone<br />

anziane che abitavano da sole. Si raccontavano episodi<br />

esilaranti di paramedici che avevano fatto irruzione in<br />

qualche locale dove l'assegnatario aveva solo delle<br />

abitudini letargiche, ma nella stragrande maggioranza dei<br />

casi erano stati individuati efficacemente incidenti<br />

domestici, malori e situazioni a pericolo di propagazione.<br />

Dopo qualche mese dall'avviamento di D<strong>un</strong>bar, i sensori<br />

iniziarono ad evidenziare il fenomeno delle nuove<br />

convivenze. Non erano necessariamente coppie etero od<br />

omosessuali, ma anche persone che semplicemente non<br />

volevano più stare da sole. In ogni caso pochi avevano<br />

chiesto l'assegnazione di <strong>un</strong> locale da due, previa<br />

riconsegna dei due singoli, la maggioranza preferiva<br />

stringersi <strong>un</strong> po' e guardarsi bene dal lasciare il proprio<br />

appartamento. Quando app<strong>un</strong>to si cominciò ad individuare<br />

il fenomeno, a qualche burocrate venne in mente di<br />

chiedere la restituzione dell'<strong>un</strong>ità non utilizzata da più<br />

settimane. Risultato, il ritorno a casa dei legittimi<br />

proprietari, <strong>un</strong> po' da me, <strong>un</strong> po' da te ed altri escamotage<br />

anche molto pittoreschi. In pratica non ci guadagnava<br />

ness<strong>un</strong>o. Dopo <strong>un</strong>a serie di tentativi fu trovata la soluzione<br />

per semplificare e sveltire le riassegnazioni, se <strong>un</strong>a coppia<br />

197


finiva per scoppiare, la POS app<strong>un</strong>to. Era stato <strong>un</strong> grande<br />

successo perché D<strong>un</strong>bar poté crescere ancora di quasi 80<br />

mila residenti nel giro di poche settimane, nonostante<br />

l'esaurimento delle <strong>un</strong>ità da due.<br />

Era passata meno di mezz'ora che Gabriele tornò ed aprì<br />

la schermata coi dati richiesti sulla scrivania di Rosa.<br />

Questi erano abbastanza complessi e lei non si ricordava<br />

più come andavano letti, così si fece aiutare. Innanzi tutto<br />

c'era la soglia di disponibilità, che al momento era<br />

posizionata a poco più di cento appartamenti nelle varie<br />

tipologie, e le sembrò in linea con gli andamenti di regime,<br />

come del resto il grafico evidenziava: quindi, prime<br />

assegnazioni e riassegnazioni erano nella norma. Erano<br />

invece in deciso calo il numero di presenze continuative ed<br />

alc<strong>un</strong>i indicatori collaterali che servivano a stabilizzare quel<br />

dato. C'era parecchie persone che ormai soggiornava solo<br />

saltuariamente a D<strong>un</strong>bar: ma dove andavano? Rosa<br />

immaginò che questo manipolo si tenesse alla larga<br />

sperando che le acque si sarebbero calmate a breve e<br />

tornasse a dormire a casa per due o tre notti tutte le volte<br />

che le assenze si avvicinavano alle soglie di attenzione<br />

della POS, soglie che proprio lei aveva imposto fossero<br />

note a tutti. Ma quell'espediente aveva il fiato corto e molto<br />

presto avrebbero dovuto fare i conti con i limiti stabiliti per il<br />

medio periodo, che erano molto più difficili da aggirare. La<br />

linea di regressione lineare faceva capire che nel giro di <strong>un</strong><br />

mese 4-5 mila di loro avrebbero dovuto tornare a casa in<br />

pianta pressoché stabile ed arrivavano ad almeno 10 mila<br />

nelle settimane successive.<br />

C'era poi <strong>un</strong> deciso aumento percentuale di quelli che<br />

198


trasferivano definitivamente la residenza altrove, anche se<br />

in questo caso il valore assoluto era abbastanza<br />

contenuto. Del resto le case tradizionali stavano<br />

diminuendo sensibilmente, ed <strong>un</strong>o che era finito a D<strong>un</strong>bar<br />

dove poteva andare se non da parenti od amici che già<br />

abitavano in spazi ristretti?<br />

Da qual<strong>un</strong>que p<strong>un</strong>to di vista si guardassero, quei dati<br />

erano <strong>un</strong>a sorpresa. Ma era <strong>possibile</strong> che ness<strong>un</strong>o se ne<br />

fosse accorto? Per lei era la prova evidente che ormai la<br />

voce si era sparsa da tempo e che prima o poi avrebbero<br />

dovuto fare i conti con gruppi organizzati di protesta.<br />

A proposito di persone assentatesi, era qualche giorno che<br />

non vedeva né sentiva Osvaldo. Se ne era andato anche<br />

lui? No, glielo avrebbe detto. Liberò Gabriele e provò a<br />

chiamarlo a casa, ma non rispose. Era chiaramente<br />

all'orto. Si ripromise di chiamarlo più tardi e tornò ai suoi<br />

impegni.<br />

Quella sera era già a casa che le tornò in mente di<br />

cercarlo. Provò di nuovo, ma ancora niente. A quell'ora non<br />

poteva essere ancora fuori. «Sarà andato da qualche<br />

conoscente o meglio amica. Hai visto mai che che alla fine<br />

qualc<strong>un</strong>a non lo abbia accalappiato?» voleva a tutti i costi<br />

pensare positivo.<br />

La mattina dopo però si svegliò ed il primo pensiero fu<br />

ancora per lui. Volle provare prima che si mettesse in<br />

marcia per il suo regno, ma ancora non rispose. Un senso<br />

di inquietudine la attanagliò letteralmente. Si ricordò che<br />

qualche tempo prima le aveva dato <strong>un</strong>a copia della chiave<br />

del suo appartamento “per ogni evenienza”, le aveva detto.<br />

Non si ricordava dove l'avesse messa, si mise a cercarla<br />

199


nei posti dove di solito accumulava le piccole cose e trovò<br />

quella sorta di ciondolo.<br />

Finì di preparare i bambini per la scuola, li accompagnò e<br />

si diresse al suo appartamento. Una volta davanti alla<br />

porta controllò se tutto risultava in ordine: non c'era niente<br />

di anomalo. Passò la chiave davanti alla serratura e la<br />

porta scattò, tirò la maniglia e lo vide riverso per terra.<br />

Guardò indietro per capire se qualc<strong>un</strong>o aveva visto la<br />

scena, ma no, non c'era ness<strong>un</strong>o. Era entrata chiudendosi<br />

la porta alle spalle e si avvicinò al corpo. Era certamente<br />

morto e probabilmente da diverse ore, toccandolo lo aveva<br />

sentito davvero freddo. Si ricordò di quando lui aveva<br />

esaminato il corpo della madre di Daniela e cercò delle<br />

tracce analoghe sul suo dorso. Le sembrava di vedere<br />

qualcosa, ma non aveva certo la sua esperienza e forse il<br />

tempo trascorso aveva già cancellato quelle più evidenti. Si<br />

rialzò guardandosi intorno, non le sembrava ci fosse niente<br />

di rotto o fuori posizione, ma aveva la sensazione che<br />

qualcosa non tornasse. Trovò <strong>un</strong> segno sul pavimento, il<br />

porta ombrelli vicino alla porta era stato certamente<br />

spostato. Dopo quella breve ricognizione, chiamò la polizia<br />

che arrivò in pochi minuti. L'ispettore non era lo stesso<br />

dell'altra volta, aveva sperato che lo fosse, sarebbe stato<br />

più facile fargli capire certe cose. Ebbe la conferma dei<br />

suoi timori poco dopo aver iniziato a raccontare come<br />

aveva scoperto il corpo, i suoi sospetti e le analogie col<br />

ritrovamento della madre di Daniela: l'ispettore non<br />

credeva <strong>un</strong>a parola di ciò che diceva, aveva smesso di<br />

ascoltarla e stava iniziando anche a trattarla male, come<br />

se sospettasse che lei fosse implicata o forse <strong>un</strong>a<br />

200


mitomane che aveva costruito dei castelli in aria. Quando<br />

la cosa divenne intollerabile, si qualificò e gli mostrò il<br />

tesserino del Distretto. L'uomo non la conosceva,<br />

probabilmente era stato assegnato a D<strong>un</strong>bar da poco, e<br />

per fort<strong>un</strong>a a quel p<strong>un</strong>to il suo atteggiamento cambiò<br />

radicalmente.<br />

Con la scientifica arrivò anche il medico legale, visto che<br />

non era stato interessato il Pronto Soccorso e ne constatò<br />

la morte, facendola risalire ad almeno 24 ore prima,<br />

sarebbe stato più preciso in sede di autopsia. Ma com'è<br />

che i sensori non avevano f<strong>un</strong>zionato? Rosa volle fargli<br />

notare i segni che le erano sembrate p<strong>un</strong>ture d'ago. Il<br />

medico disse che non vedeva niente di particolare, ma lui<br />

la conosceva e ci tenne a farle sapere che avrebbe<br />

controllato accuratamente. Lei lo ringraziò. Nel giro di<br />

<strong>un</strong>'ora le rilevazioni erano terminate ed il corpo fu rimosso.<br />

Rosa lasciò l'indicazione che si sarebbe occupata del<br />

f<strong>un</strong>erale, appena sarebbe stato <strong>possibile</strong>. Uscirono tutti e<br />

gli agenti apposero i sigilli alla porta dell'appartamento.<br />

Non se la sentì di andare in ufficio, tornò a casa e chiamò<br />

Fawzy, gli raccontò l'accaduto e gli chiese se per favore<br />

l'avesse potuta raggi<strong>un</strong>gere. Naturalmente lui rispose di sì<br />

e che sarebbe arrivato appena <strong>possibile</strong>.<br />

Fawzy arrivò nel tardo pomeriggio e trovò Rosa alquanto<br />

provata: «Fawzy ci hanno scoperti e adesso ci daranno la<br />

caccia, ho paura soprattutto per i bambini». Lui faceva di<br />

tutto per rassicurarla, le diceva che bisognava attendere i<br />

risultati dell'autopsia per capire qualcosa di più, che<br />

com<strong>un</strong>que poteva entrarci l'agop<strong>un</strong>tore e quindi come<br />

201


avrebbe fatto a collegarla a lui? E così via. In cuor suo<br />

sapeva com<strong>un</strong>que che c'era anche più di <strong>un</strong>a possibilità<br />

che avesse ragione, per cui non la lasciò neanche <strong>un</strong><br />

momento. Non che si sentisse <strong>un</strong> deterrente per qualc<strong>un</strong>o<br />

abituato ad uccidere, se di omicidi si trattava, ma se Rosa<br />

era stata in qualche modo individuata, molto probabilmente<br />

questo valeva anche per lui ed a quel p<strong>un</strong>to <strong>un</strong>a difesa a<br />

due certamente avrebbe potuto avere qualche possibilità in<br />

più.<br />

Il giorno successivo Rosa fu convocata presso la sede<br />

della polizia, avevano bisogno di chiarire alc<strong>un</strong>i dettagli.<br />

Dalle domande che le fecero, capì che avevano scartato<br />

ogni ipotesi di colluttazione, secondo loro Osvaldo era<br />

morto per <strong>un</strong> malore o qualcosa di simile. Uscendo<br />

incontrò anche il medico legale, al quale chiese subito se<br />

quei segni che gli aveva mostrato erano davvero p<strong>un</strong>ture.<br />

Inizialmente non voleva risponderle, invocando il segreto<br />

istruttorio e l'estrema attenzione che c'era su quei casi, ma<br />

alla fine divenne più malleabile e dopo che lei gli giurò che<br />

avrebbe mantenuto solo per sé quell'informazione, seppe<br />

che non c'era traccia di p<strong>un</strong>ture o di qual<strong>un</strong>que segnale di<br />

lotta, la morte era stata per arresto cardiocircolatorio.<br />

Quando entrò in casa era quasi in stato confusionale,<br />

quella notizia aveva stranamente avuto <strong>un</strong> impatto<br />

frastornante su di lei, era come se d'improvviso avesse<br />

provocato lo sgretolamento di quella sorta di castello di<br />

carte che avevano costruito, adesso non aveva più niente<br />

a cui aggrapparsi per andare avanti e non sapeva più cosa<br />

pensare. Dopo <strong>un</strong>a certa ritrosia iniziale, cercò di spiegare<br />

202


a Fawzy il suo stato d'animo, non aveva certo le idee<br />

chiare, ma continuando a parlare dimostrava che stava<br />

mettendo a fuoco <strong>un</strong>a ipotesi completamente nuova, ormai<br />

incompatibile con i precedenti convincimenti e lo stava<br />

facendo solo per sé, senza la minima intenzione di portare<br />

anche lui ad accettare lo stesso p<strong>un</strong>to di vista. Tra l'altro<br />

sarebbe stato tutt'altro che facile, visto che per lui era<br />

cambiato poco o niente e non poteva comprendere i motivi<br />

di questa repentina inversione di marcia. Ma lei continuava<br />

il suo ragionamento che la portava ad etichettare quella<br />

situazione come <strong>un</strong> probabile equivoco, l'illusione di aver<br />

trovato <strong>un</strong>a traccia e di essere diventati in qualche modo<br />

<strong>un</strong> dente dell'ingranaggio. In realtà quella gigantesca<br />

macchinazione stava proseguendo imperterrita per la sua<br />

strada e loro potevano solo aspettare di vedere come<br />

sarebbe andata a finire.<br />

«Del resto anche Osvaldo non aveva scartato l'ipotesi che<br />

avevamo preso <strong>un</strong> abbaglio e poi chi ci dice che la madre<br />

di Daniela non avesse avuto qualche seduta per problemi<br />

suoi? Ma che stupida a non averglielo chiesto, che stupidi<br />

tutti a non pensare ad <strong>un</strong>a cosa così ovvia».<br />

Rosa stava alimentando questa convinzione della casualità<br />

degli eventi ed a quel p<strong>un</strong>to aveva anche rimosso ogni<br />

paura di essere in pericolo. Disse a Fawzy di non sentirsi<br />

più in obbligo a restare con lei a D<strong>un</strong>bar, se aveva qualche<br />

impegno in Istituto. A questo p<strong>un</strong>to lei non poteva più<br />

permettersi di ignorare le esigenze dei suoi elettori, loro<br />

non erano solo ipotesi. Prese ciò che le poteva servire ed<br />

uscì per andare in ufficio.<br />

A quel p<strong>un</strong>to Fawzy dovette prendere atto che lei aveva<br />

203


completato quel suo ragionamento e che adesso non si<br />

trovavano più dalla stessa parte. Forse c'era anche del<br />

vero in quello che diceva, ma passare dal terrore di essere<br />

in immediato pericolo di vita a sgombrare totalmente il<br />

campo da qual<strong>un</strong>que possibilità di rischio non gli sembrava<br />

né normale né prudente. Ragionando con calma sulla<br />

faccenda arrivò alla conclusione che doveva chiedere a<br />

Locatelli se era ancora attivo il servizio di sorveglianza per<br />

Rosa, che gli aveva richiesto nel primo periodo del suo<br />

mandato elettorale. Lo chiamò ed il Questore si rese subito<br />

disponibile.<br />

«Buongiorno, scusa se ti disturbo, ma avrei bisogno di <strong>un</strong>a<br />

informazione. È ancora attiva quella sorveglianza che<br />

chiesi a suo tempo per Rosa?».<br />

«Non più ormai, le condizioni di potenziale pericolo si sono<br />

di fatto esaurite ed ho ritenuto di assegnare gli uomini<br />

impegnati a problemi più urgenti. Perché me lo chiedi?».<br />

«Temo che le ricerche che ha fatto per il problema dei<br />

decessi degli ultimi mesi possa averla messa in pericolo,<br />

non sarebbe <strong>possibile</strong> ripristinare la sorveglianza, almeno<br />

per <strong>un</strong> periodo».<br />

«Fawzy, per favore non ti ci mettere anche tu. Ho già<br />

avvertito più volte la tua … compagna di tenersi fuori da<br />

questa faccenda, se ha continuato a giocare<br />

all'investigatore e pensa di essere nei guai, sono fatti suoi,<br />

per me non è così. Non ho uomini da sprecare per <strong>un</strong><br />

incarico del genere. Invito anche te a tenerti fuori da questa<br />

indagine, che riguarda esclusivamente polizia e<br />

magistratura. Ci sentiamo» e chiuse la com<strong>un</strong>icazione.<br />

Fawzy ci rimase male, ma non riusciva a dargli torto, che<br />

204


situazione kafkiana! Ma forse era vero, pericolo immediato<br />

non ce n'era, ma in prospettiva? Se c'era qualc<strong>un</strong>o che<br />

stava preparando qualcosa contro di lei, a questo p<strong>un</strong>to<br />

l'avrebbe trovata assolutamente impreparata e senza<br />

difese.<br />

Due giorni dopo fecero il f<strong>un</strong>erale, fu <strong>un</strong>a cerimonia<br />

semplice, con poche persone. Rosa volle dire qualche<br />

parola di commemorazione, sulla sua gentilezza, l'estrema<br />

lucidità e passione. Chiuse dicendo semplicemente: «Chi<br />

sa se il suo bell'orto troverà <strong>un</strong> erede». Tutti applaudirono<br />

e la bara fu calata nella fossa.<br />

Non erano lontani dall'orto, Rosa volle passarci per<br />

depositare <strong>un</strong> fiore anche lì: si vedevano già i primi segni di<br />

abbandono.<br />

Fawzy si preparò a tornare a casa, Rosa lo accompagnò<br />

alla stazione. Non aveva più voluto parlare del problema,<br />

ma appena prima che salisse in vettura chissà perché volle<br />

dargli l'ultimo cons<strong>un</strong>tivo dei decessi: erano ancora<br />

sostenuti.<br />

205


IV – Rivelazione<br />

I nodi arrivarono presto al pettine. Gran parte di coloro che<br />

dovevano rientrare stabilmente in città dopo <strong>un</strong> l<strong>un</strong>go<br />

periodo di residenza saltuaria, pena la perdita<br />

dell'assegnazione, si rifiutarono di farlo e fecero ricorso<br />

contro i provvedimenti adottati.<br />

Si crearono rapidamente diversi comitati che presentarono<br />

esposti al Procuratore Generale, sia a sostegno dei ricorsi,<br />

sia per chiedere visibilità sullo stato delle indagini volte a<br />

fermare quella striscia infinita di decessi. Rosa era di<br />

nuovo in prima linea.<br />

Il governo fece di tutto per smorzare la propagazione delle<br />

notizie e se i media di ambito nazionale furono pronti ad<br />

allinearsi, quelli locali ebbero qualche difficoltà in più a<br />

recepire completamente la direttiva e qualcosa finirono per<br />

pubblicarlo ancora. Poi, naturalmente, le agenzie<br />

fuorilegge dettero ampia risonanza a queste iniziative<br />

popolari attraverso i soliti canali che dovevano essere<br />

cercati accuratamente e con pazienza.<br />

Le liste di attesa si svuotarono rapidamente e per la prima<br />

volta fu ammesso <strong>un</strong> calo ufficiale nel numero dei residenti.<br />

Poi <strong>un</strong>a domenica accadde quanto Rosa aveva previsto.<br />

Nell'area antistante l'ingresso della sala consiliare, qualche<br />

decina di persone si era sdraiata in terra cercando di<br />

ostacolare i normali flussi di transito. La voce si era diffusa<br />

rapidamente ed il numero era presto salito a qualche<br />

centinaio, in parte veri esagitati che urlavano slogan sulla<br />

206


sicurezza dei cittadini e cantavano inni da stadio<br />

opport<strong>un</strong>amente adattati allo scopo. Erano stati preparati<br />

dei cartelli ed alc<strong>un</strong>i gruppi si dimostravano<br />

particolarmente attivi e potenzialmente pericolosi. La<br />

polizia era intervenuta, ma solo dispiegandosi davanti agli<br />

uffici, come ad impedire che qualc<strong>un</strong>o entrasse a far danni,<br />

ma pronta a reagire ai primi accenni di violenza.<br />

A metà pomeriggio tutta la zona era imballata di persone<br />

che protestavano, partecipavano, stavano lì anche solo a<br />

guardare cosa stava succedendo ed era difficile dire quanti<br />

fossero, ma certamente ormai qualche migliaio.<br />

Quel giorno loro due erano a casa con i bambini e quando<br />

<strong>un</strong>a amica chiamò Rosa per chiederle se sapeva cosa<br />

stava accadendo, il tutto era già al culmine. Chiaramente<br />

lei voleva andare a vedere con i propri occhi, ma Fawzy<br />

non era tanto dell'avviso, insisteva che poteva essere<br />

pericoloso, la minacciava velleitariamente che non le<br />

avrebbe tenuto i bambini, ma naturalmente fu costretto ad<br />

accontentarla, la sua determinazione superava ogni<br />

<strong>possibile</strong> di resistenza da parte sua.<br />

Rosa arrivò in zona in pochi minuti, ma non c'era modo di<br />

entrare nello slargo davanti all'ingresso degli uffici, gli ultimi<br />

arrivati erano accalcati negli ampi corridoi di accesso,<br />

cercando almeno di vedere qualcosa. Si sentivano<br />

abbastanza bene i cori e gli slogan scanditi dal cuore della<br />

manifestazione, ma di avere anche solo <strong>un</strong> breve colpo<br />

d'occhio non c'era modo. Così si mise in coda anche lei<br />

chiedendo quale fosse la situazione a coloro che stavano<br />

<strong>un</strong> po' più avanti, come facevano <strong>un</strong> po' tutti quelli arrivati<br />

da poco. Poi qualc<strong>un</strong>o la riconobbe e cominciò a chiedere<br />

207


agli altri di farla passare, così piano piano quel muro di folla<br />

cominciò ad aprirsi solo per lei, che era come sospinta<br />

verso il centro di quella bolgia. Avanzava molto<br />

lentamente, anche perché c'era chi voleva stringerle la<br />

mano, chi si sentiva di darle delle indicazioni o<br />

semplicemente le chiedeva di fermare quelle uccisioni, ma<br />

com<strong>un</strong>que continuava ad avanzare e dopo qualche minuto<br />

si trovò in mezzo al gruppo che costituiva <strong>un</strong>a sorta di<br />

comitato organizzatore. Ne conosceva solo <strong>un</strong> paio di<br />

vista, la maggioranza era piuttosto giovane, agitata e poco<br />

interessata al suo arrivo, ma la folla davanti a loro la stava<br />

acclamando e quasi dal nulla sp<strong>un</strong>tò fuori <strong>un</strong> microfono<br />

che le fu consegnato, lasciandola <strong>un</strong> attimo interdetta<br />

perché non si sentiva preparata a parlare in quel contesto.<br />

Fu aiutata a raccogliere le idee dalle proteste di coloro che<br />

fino a quel momento avevano portato avanti la<br />

dimostrazione e che si vedevano accantonati per il solo<br />

fatto che era arrivata lei. Provarono anche ad impedirle di<br />

prendere la parola, ma non avevano fatto i conti con la sua<br />

popolarità e furono immediatamente dissuasi dal fermare il<br />

suo intervento da <strong>un</strong>a salva di fischi ed urla di coloro che la<br />

invocavano a gran voce.<br />

Incoraggiata da quegli incitamenti, venne fuori la sua abilità<br />

com<strong>un</strong>icativa. Simulando <strong>un</strong> dialogo, cominciò a chiedere<br />

a chi le stava davanti perché erano tutti lì in quel momento<br />

e ripeteva nel microfono le frasi che lei condivideva,<br />

soffermandosi particolarmente su quelle che riteneva più<br />

calzanti. L'impressione era che stava dando voce alle<br />

persone presenti, quando invece il suo scopo era<br />

indirizzare la maggioranza verso posizioni <strong>un</strong> po' più<br />

208


moderate di quelle dei ragazzotti che le stavano intorno.<br />

Loro se ne accorsero e ripresero a protestare, ma anche in<br />

questa seconda occasione furono messi a tacere dalla<br />

folla, quasi <strong>un</strong>animemente schierata dalla sua parte. A quel<br />

p<strong>un</strong>to cominciò ad esternare il Locascio pensiero, disse<br />

che lei non sapeva chi poteva aver avuto interesse a<br />

creare quella situazione e perché, certamente era giusto<br />

chiedere con decisione che le forze dell'ordine<br />

raddoppiassero gli sforzi per individuare i responsabili e<br />

mettessero fine a quella serie di morti sospette, ma c'era<br />

anche da chiedersi se, tra gli obiettivi dei responsabili, ci<br />

fosse anche quello di destabilizzare la loro bella città, ed<br />

avanti così con affermazioni anche <strong>un</strong> po' retoriche, ma<br />

che erano ciò che la maggioranza voleva sentirsi dire. Si<br />

impegnò ad andare a parlare col presidente del Distretto<br />

affinché <strong>un</strong>a volta per tutte quello divenisse il problema<br />

prioritario, fino a quando non fosse stato risolto<br />

definitivamente. E se la gi<strong>un</strong>ta non si fosse dimostrata<br />

all'altezza, lei avrebbe dato la scalata al governo centrale<br />

ed avrebbe continuato ad incalzarli, fino a quando non<br />

avessero dimostrato che ci tenevano davvero alla<br />

sicurezza dei cittadini Al termine del discorso l'applauso fu<br />

davvero scrosciante e soprattutto la sensazione di tutti fu<br />

che quello che si poteva fare quel giorno era stato fatto,<br />

così i più iniziarono ad andarsene, mentre Rosa veniva<br />

attorniata da coloro che com<strong>un</strong>que volevano parlarle,<br />

salutarla, toccarla, quasi avesse virtù taumaturgiche.<br />

Quelli del comitato di agitazione provarono <strong>un</strong>'ultima volta<br />

a riprendere il controllo, ma i giochi ormai erano fatti e<br />

furono bellamente ignorati.<br />

209


Quando gli spazi cominciarono ad essere più liberi, le si<br />

avvicinò <strong>un</strong>a persona mai vista prima, che pensava fosse<br />

<strong>un</strong> altro dei suoi sostenitori, si qualificò invece come <strong>un</strong><br />

commissario di polizia e la pregò di spostarsi per avere <strong>un</strong><br />

colloquio riservato. Entrarono nell'ingresso del Distretto e<br />

l'uomo le spiegò che considerava il suo intervento<br />

provvidenziale, perché temevano che a breve la situazione<br />

avrebbe potuto degenerare, che avrebbe riportato al<br />

Questore l'accaduto, ma che si sentiva di anticiparne i<br />

ringraziamenti, ed infine le volle esprimere la propria<br />

ammirazione per l'abilità dimostrata.<br />

Rosa lo ascoltò con gentilezza ed accondiscendenza, ma<br />

quando ebbe finito non perse l'occasione che le si<br />

presentava e disse: «La ringrazio molto, commissario.<br />

Vorrei però dirle che ciò che ho fatto è dettato <strong>un</strong>icamente<br />

dall'amore che ho per queste persone che oggi si sono<br />

presentate qui a reclamare i propri diritti, iniziativa che io<br />

condivido completamente nei contenuti, se non nei modi. Il<br />

Questore conosce benissimo l'angoscia che mi porto<br />

dentro per il protrarsi di questa catena di omicidi per cui,<br />

più che ricevere i suoi ringraziamenti, vorrei potermi<br />

congratulare io con lui per i risultati ottenuti dalla polizia su<br />

questo fronte, mentre invece non vedo alc<strong>un</strong> progresso.<br />

Trovateli e fate presto, la prossima volta non so se sarò in<br />

grado di fermarli. Per cui vada pure a riferirgli cosa è<br />

successo e cosa le ho detto adesso».<br />

Il commissario era stato ad ascoltarla in silenzio e senza<br />

reazioni, ma certamente era stato colpito dalle sue parole<br />

ed in qualche modo sembrava condividere la sua<br />

posizione. Fece solo <strong>un</strong> cenno affermativo, le strinse la<br />

210


mano e se ne andò.<br />

Rosa, tornata nello slargo, trovò ancora qualc<strong>un</strong>o che<br />

l'aspettava, ma dopo qualche minuto riuscì a liberarsi ed a<br />

tornare a casa, dove trovò la tavola apparecchiata e la<br />

cena quasi pronta.<br />

Ness<strong>un</strong>o disse niente della faccenda fino a quando i<br />

bambini non furono a letto, poi Rosa raccontò tutto a<br />

Fawzy, che non perdeva occasione per dirle che era stata<br />

imprudente, che in quelle situazioni non si sa cosa può<br />

succedere, e così via, ma sicuramente ancora <strong>un</strong>a volta<br />

era orgoglioso di lei.<br />

I giorni successivi Rosa dette il meglio di se in Consiglio e<br />

mise letteralmente alle corde il presidente che, a dir la<br />

verità, non aveva troppi strumenti per incidere su <strong>un</strong>a<br />

situazione del genere. Lui e la gi<strong>un</strong>ta erano infatti solo<br />

degli amministratori, potevano chiedere a prefetto e<br />

questore di intervenire, ma la sicurezza era pertinenza dei<br />

poteri centrali e questo Rosa lo sapeva bene. Ma <strong>un</strong> po'<br />

per abitudine alla lotta politica, <strong>un</strong> po' per vedere se il<br />

governo era coinvolto come lei sospettava, spinse il piede<br />

sull'acceleratore per far sì che fosse chiesto l'intervento del<br />

governo, cercando di dare il massimo risalto alla sua<br />

iniziativa tramite il passa parola dei suoi seguaci ed i rivoli<br />

dell'informazione alternativa, visto che i canali ufficiali<br />

fecero prestissimo a calare <strong>un</strong>a cortina di silenzio sulla sua<br />

azione.<br />

Ci volle qualche giorno della massima pressione che lei ed<br />

i suoi erano in grado di esercitare, fece la sua parte il<br />

timore che in quelle condizioni sarebbe presto scoppiata<br />

211


<strong>un</strong>'altra manifestazione ancor più virulenta, fatto sta che la<br />

Brembo decise di scendere a patti ed accettò <strong>un</strong> incontro,<br />

a condizione che la ri<strong>un</strong>ione vedesse la partecipazione dei<br />

soli membri del Consiglio e di pochi rappresentati della<br />

protesta. Naturalmente la vicepresidente e qualche<br />

ministro avrebbero garantito solo la presenza virtuale,<br />

mentre tutti gli altri sarebbero rad<strong>un</strong>ati nella sala consiliare.<br />

Fawzy fece in modo di essere a D<strong>un</strong>bar e riuscì ad<br />

imbucarsi, grazie ai buoni uffici di Rosa. Ebbe così modo di<br />

notare come Oscar avesse perso <strong>un</strong> po' della sua<br />

immagine patinata, quando comparve per ann<strong>un</strong>ciare<br />

l'arrivo dei pezzi da novanta.<br />

Il busto della Brembo e quelli dei ministri partecipanti si<br />

materializzarono al centro dell'emiciclo, secondo la<br />

consueta modalità del NetConf.<br />

«Buon pomeriggio signori» disse la Brembo, che non si<br />

sprecò neppure in presentazioni «siamo disponibili ad<br />

ascoltare quanto ci avete da dire» la premessa era tutt'altro<br />

che incoraggiante.<br />

Prese la parola il presidente della Gi<strong>un</strong>ta che fece <strong>un</strong>a<br />

introduzione scialba ed agli occhi di molti ass<strong>un</strong>se le<br />

fattezze di <strong>un</strong>o zerbino. Anche i tre consiglieri della<br />

maggioranza ai quali fu data la parola subito dopo, si<br />

limitarono a tiepide richieste di benevola considerazione da<br />

parte del governo. Non pochi ebbero la sensazione che<br />

stessero evidenziando la loro incapacità a gestire <strong>un</strong>a<br />

situazione del genere, proprio per la gravità di quanto<br />

stava accadendo. Ci fu anche qualche fischio in sala e<br />

decisi richiami all'ordine da parte del presidente<br />

212


dell'assemblea.<br />

Fu finalmente il turno di Rosa e la musica cambiò<br />

repentinamente, quando si presentò ed iniziò a parlare: «Io<br />

credo che gli abitanti di D<strong>un</strong>bar» e qui fece <strong>un</strong>a pausa<br />

volutamente l<strong>un</strong>ga «abbiano il sacrosanto diritto di<br />

conoscere l'esatta portata della situazione e lo stato delle<br />

indagini in corso, per scoprire i responsabili di questo<br />

sterminio e finalmente bloccarne l'attuazione. Questo<br />

sempre che i mandanti non facciano parte di coloro che<br />

dovrebbero invece tutelare i cittadini».<br />

A questo p<strong>un</strong>to nell'aula si scatenò il putiferio, dai banchi<br />

della maggioranza si levarono urla di protesta ed<br />

indignazione, accuse di estremismo, di fomentare la<br />

violenza, insomma tutto il repertorio a difesa delle<br />

istituzioni che, raffigurate in quel momento nella Brembo e<br />

nella sua combriccola, non davano alc<strong>un</strong> segno di<br />

nervosismo, grazie al l<strong>un</strong>ghissimo pelo cresciuto sul loro<br />

stomaco in quegli anni di ministero.<br />

Finalmente il presidente riuscì a riportare la calma e a<br />

ridare la parola a Rosa, che completò il proprio intervento<br />

enfatizzando il sentimento popolare per quelle cruente<br />

vicende.<br />

La parola passò poi ad <strong>un</strong> paio di rappresentanti dei<br />

comitati di protesta che citarono soprattutto questioni di<br />

dettaglio, alle quali la Brembo fece subito capire di non<br />

essere minimamente interessata e finalmente venne il suo<br />

turno.<br />

«Molto bene, ho apprezzato gli interventi di tutti i<br />

portavoce, soprattutto la schiettezza del consigliere<br />

Locascio, che non posso fare a meno di rassicurare: il<br />

213


Governo non è assolutamente coinvolto. Potrei anche dire<br />

che simili accuse sono ridicole, visto che tutti noi e<br />

soprattutto il Presidente, siamo coloro che più hanno da<br />

perdere dal protrarsi di questa incresciosa vicenda. D'altra<br />

parte posso anche comprendere come <strong>un</strong> consigliere<br />

indipendente possa vedere come leciti anche questi mezzi,<br />

pur di alimentare il proprio consenso, quindi non sarò certo<br />

io a scandalizzarmi» e qui partì <strong>un</strong> applauso piuttosto<br />

sostenuto da parte di coloro che fino ad <strong>un</strong> momento prima<br />

avevano gridato la loro indignazione. Quando ritornò il<br />

silenzio, proseguì: «Mi è stato poi chiesto di dichiarare la<br />

portata della situazione» ed era chiaro che si stava<br />

rivolgendo direttamente a Rosa, in <strong>un</strong> tet a tet tra di loro<br />

che sembrava quasi escludere quasi tutti gli altri presenti<br />

«a me non sembra sia necessario, francamente. I numeri<br />

sono quelli che ha discussi anche col Questore, neanche<br />

tanto tempo fa e che ritengo abbia tenuti aggiornati.<br />

Piuttosto mi chiedo se queste sue iniziative non abbiano<br />

contribuito alla creazione di questo stato di panico tra la<br />

popolazione, diffondendo notizie che, anche per le indagini<br />

in corso, era sicuramente meglio tutelare nella<br />

riservatezza. Quando tutto questo sarà finito, spero di non<br />

scoprire che chi ha attuato questo delinquente disegno,<br />

avrebbe magari potuto commettere qualche errore,<br />

aiutandoci ad individuarlo prima, se non fosse stato messo<br />

sull'avviso dalle sue indagini».<br />

Era stata <strong>un</strong>a dimostrazione di controinformazione<br />

raffinatissima, in sala era sceso il gelo ed anche le poche<br />

proteste che si levarono erano tutt'altro che convinte. La<br />

Brembo proseguì forte della sensazione che stava ancora<br />

214


<strong>un</strong>a volta vincendo: «Per lo stato delle indagini, preferisco<br />

passare la parola al questore Locatelli» concluse<br />

appoggiando la schiena alla poltrona e continuando a<br />

monopolizzare l'attenzione di tutti su <strong>un</strong> gesto banale come<br />

sorseggiare <strong>un</strong> po' d'acqua.<br />

Locatelli era in sala, si alzò, verificò il f<strong>un</strong>zionamento del<br />

microfono direzionale centrale ed attaccò il suo discorso:<br />

«Le indagini hanno fatto consistenti passi avanti,<br />

soprattutto nell'ultimo periodo. Abbiamo individuato i<br />

principali schemi di attuazione degli omicidi ed abbiamo<br />

anche ridimensionato il numero dei delitti, riconoscendo<br />

quelli che lo sono stati veramente. Ricordiamo infatti che<br />

gran parte delle vittime erano persone piuttosto avanti con<br />

gli anni e siccome inizialmente sembravano tutti decessi<br />

naturali, non vedevamo come fosse <strong>possibile</strong> che tutti<br />

quanti si fossero trasformati in omicidi, ed infatti almeno il<br />

30% dei casi sono stati derubricati con certezza ed almeno<br />

<strong>un</strong> altro 20% è in predicato di farlo. Ammetto che a questo<br />

p<strong>un</strong>to speravo di sentirmi molto più vicino alla conclusione<br />

ma, a parte che l'esperienza mi insegna che spesso basta<br />

<strong>un</strong> piccolo indizio per avere l'accelerazione finale, i risultati<br />

raggi<strong>un</strong>ti finora ci consentiranno almeno di emanare a<br />

breve <strong>un</strong>a serie di indicazioni proprio per eliminare le<br />

condizioni a loro più favorevoli. Sappiamo che gli assassini<br />

sono più di <strong>un</strong>o, che sono estremamente prudenti ed<br />

esperti nel non lasciare alc<strong>un</strong>a traccia che possa aiutare<br />

ad identificarli. Abbiamo alc<strong>un</strong>e ipotesi sul disegno che ha<br />

portato a questa serie di delitti, che stiamo verificando a<br />

tutti i livelli. Molto più di così non posso dire per evidenti<br />

condizioni di segretezza. Qualche domanda?».<br />

215


Il pannello degli iscritti a parlare si popolò all'inverosimile in<br />

pochi secondi ed iniziarono le domande, che quasi sempre<br />

si risolsero con <strong>un</strong> no comment.<br />

Man mano che si andava avanti, molti si cancellavano e di<br />

quella sequenza di richieste alla fine erano rimasti in<br />

pochissimi ad aspettare il proprio turno. Fu a quel p<strong>un</strong>to<br />

che Fawzy si decise ad iscriversi a sua volta e quando<br />

toccò a lui volle chiedere: «Signor Questore, ci può dire<br />

qualcosa sul fatto che alc<strong>un</strong>e vittime avevano dei segni di<br />

agop<strong>un</strong>tura sul collo e le spalle?».<br />

La domanda era estremamente specifica, a differenza di<br />

quelle che l'avevano preceduta, e richiamò<br />

immediatamente l'attenzione di tutti. Locatelli guardò il<br />

rettore con insistenza prima di replicare: «Dovrei<br />

rispondere ancora <strong>un</strong>a volta no comment, ma voglio fare<br />

<strong>un</strong>'eccezione per lei. Questa che l'agop<strong>un</strong>tura sia <strong>un</strong>a<br />

delle tecniche utilizzate per compiere i delitti è <strong>un</strong>a sorta di<br />

leggenda metropolitana che si è diffusa ed auto alimentata<br />

in assenza di qual<strong>un</strong>que prova riscontrabile. Effettivamente<br />

alc<strong>un</strong>e vittime presentavano segni di questo tipo, ribadisco<br />

alc<strong>un</strong>i, <strong>un</strong> numero davvero trascurabile rispetto al totale dei<br />

corpi esaminati, nonostante ciò non abbiamo trascurato<br />

neppure questa ipotesi, arrivando a verificare che quasi<br />

tutti sono risultati clienti di agop<strong>un</strong>tori abilitati. Sono<br />

arrivato alla conclusione che i pochi altri che presentavano<br />

gli stessi segni e che non siamo riusciti ad associare ad<br />

alc<strong>un</strong> professionista, probabilmente si sono rivolti ad altri<br />

praticanti non ufficiali. Neppure io avrei mai pensato ci<br />

fossero tanti seguaci di questa antica pratica cinese. In<br />

ogni caso non abbiamo alc<strong>un</strong> indizio, ribadisco indizio e<br />

216


non prova, che ci possa essere <strong>un</strong>a qual<strong>un</strong>que attinenza<br />

tra questi segni e le possibili cause di decesso».<br />

Nel giro di poco il tabellone degli iscritti a parlare si spense<br />

completamente e prese la parola Bonanno: «Risponderò io<br />

alle altre domande iniziali, diciamo, più tecniche. Vorrei<br />

però premettere che la Pubblica Amministrazione, anche in<br />

qualità di proprietario di D<strong>un</strong>bar, non ha alc<strong>un</strong>a intenzione<br />

di modificare le regole a suo tempo stabilite e quindi chi<br />

deciderà di abbandonare D<strong>un</strong>bar lo farà nella piena<br />

consapevolezza di ciò che andrà a perdere». A questo<br />

p<strong>un</strong>to si scatenò <strong>un</strong> altro coro di urla da parte di <strong>un</strong> gruppo<br />

non tanto nutrito, ma che il presidente fece davvero fatica a<br />

far rientrare.<br />

«Lo Stato … lo Stato … lo Stato ...» ripeteva Bonanno per<br />

riprendere il discorso mentre il rumore pian piano si<br />

affievoliva «lo Stato dicevo, ha incrementato di molto le<br />

forze di polizia ed alc<strong>un</strong>e <strong>un</strong>ità dell'Esercito sono state<br />

ingaggiate per il pattugliamento esterno ed interno, in<br />

modo da scoraggiare gli episodi di aggressione. So che<br />

alc<strong>un</strong>i comitati cittadini si sono mobilitati per costituire delle<br />

ronde di sorveglianza. Personalmente non sono molto<br />

favorevole a questa ipotesi, anche perché non è<br />

assolutamente chiaro chi dobbiamo cercare, tuttavia è<br />

stato deciso di autorizzare qualche gruppo che lavorerà a<br />

supporto ed avrà esclusivamente il compito di riferire. Il<br />

personale della sicurezza che dipende direttamente dal<br />

mio ufficio curerà questa selezione e farà in modo di<br />

controllare che non siano superati i limiti di pertinenza a<br />

ness<strong>un</strong> titolo. Chi non rispetterà il mandato sarà<br />

immediatamente sollevato dall'incarico e dovrà rispondere<br />

217


dei suoi comportamenti, sono stato chiaro?». Questi<br />

comitati non erano particolarmente rappresentati ed il nodo<br />

fu subito superato, ma quella frase fece drizzare le<br />

orecchie a Fawzy, che non aveva mai sospettato che il<br />

prefetto potesse avere del personale di polizia alle sue<br />

dirette dipendenze, personale che lo affrancava da ogni<br />

necessità di intermediazione da parte di Locatelli. Ma quali<br />

erano i loro compiti normalmente? Di quante <strong>un</strong>ità si<br />

trattava? E soprattutto, qual'era il loro livello professionale?<br />

Pensò subito elevato, non credeva che dei semplici agenti<br />

potessero riferire direttamente al prefetto. Continuò a<br />

rimuginare ancora su quella novità, mentre Bonanno era<br />

andato avanti entrando nel merito delle domande che la<br />

Brembo aveva bellamente ignorato, ma non si mosse di <strong>un</strong><br />

centimetro dalla posizione espressa nella sua introduzione.<br />

Erano infine gi<strong>un</strong>ti alle dichiarazioni di chiusura da parte di<br />

chi aveva posto le domande iniziali. Ness<strong>un</strong> nongovernativo<br />

si dichiarò “soddisfatto” naturalmente, ma<br />

l'intervento di Rosa fu particolarmente graffiante: «Non<br />

posso non complimentarmi con la vicepresidente, della<br />

quale ho sempre ammirato la capacità di distorcere i fatti e<br />

di sviare l'attenzione dai problemi reali, ai quali non è stata<br />

data <strong>un</strong>a risposta concreta da parte di ness<strong>un</strong>o dei<br />

rappresentanti delle istituzioni, come tutti i presenti hanno<br />

potuto constatare. Quindi non solo la popolazione di<br />

D<strong>un</strong>bar continuerà a restare in pericolo, per non si sa<br />

quanto tempo ancora, da parte di <strong>un</strong>a entità astratta nella<br />

sua definizione, ma estremamente concreta nei risultati<br />

che riesce ad ottenere, ma coloro che hanno provato a<br />

mettersi in salvo per il tempo strettamente necessario a far<br />

218


esaurire il fenomeno saranno costretti a rientrare, pena la<br />

certezza di diventare dei senza casa. Ebbene se avevo dei<br />

dubbi che il potere in qualche modo fosse coinvolto in<br />

questa mattanza, dopo queste dichiarazioni ho raggi<strong>un</strong>to la<br />

certezza pressoché assoluta».<br />

Ancora <strong>un</strong>a volta si scatenò il finimondo, gli applausi dei<br />

pochi rappresentati della protesta furono soverchiati dai<br />

fischi e le urla dei consiglieri di maggioranza, qualc<strong>un</strong>o<br />

provò anche a passare dalle parole ai fatti, ma bastò la<br />

semplice interposizione di <strong>un</strong> paio di agenti per farli<br />

desistere, dimostrando che erano solo dei burattini.<br />

Fawzy si era concentrato sull'espressione della Brembo<br />

durante l'intervento di chiusura di Rosa e la successiva<br />

reazione dell'assemblea: aveva mantenuto <strong>un</strong> sorrisetto<br />

che inizialmente gli era parso di scherno, ma si dovette<br />

ricredere quasi subito. Era qualcosa di diverso, avrebbe<br />

quasi detto considerazione, se non addirittura ammirazione<br />

per l'<strong>un</strong>ica persona in grado di tenerle testa in quel<br />

consesso inqualificabile. Gli venne in mente quel romanzo<br />

di Sciascia, la stima che il capomafia don Mariano aveva<br />

nei confronti del capitano Bellodi, il carabiniere che gli dava<br />

la caccia senza tregua, l'<strong>un</strong>ico che vedeva al suo livello<br />

secondo quella bizzarra categorizzazione del genere<br />

umano che teneva sempre a mente. Il quel contesto gli<br />

<strong>un</strong>ici uomini erano la Brembo e Rosa, c'era poi qualche<br />

mezzo uomo e ominicchio, il resto era <strong>un</strong>a pletora di<br />

quaquaraquà. Ma c'era <strong>un</strong>a differenza sostanziale tra le<br />

due accoppiate, mentre don Mariano correva <strong>un</strong> rischio<br />

reale di essere sopraffatto dal proprio avversario, quello<br />

della Brembo era com<strong>un</strong>que l'atteggiamento di <strong>un</strong>a<br />

219


persona che sapeva di non dover pagare alc<strong>un</strong> dazio, per<br />

la consapevolezza che quelle parole non avrebbero<br />

neppure scalfito l'impenetrabile corazza del potere. Tutto<br />

nel giro di poche ore sarebbe tornato al normale scorrere<br />

degli eventi e solo questi alla fine avrebbero determinato<br />

l'esito della vicenda.<br />

_ _ _<br />

Qualche giorno dopo la movimentata ri<strong>un</strong>ione pubblica,<br />

Rosa era nel suo ufficio affaccendata, quando la sua<br />

assistente le disse che c'era <strong>un</strong>a vecchia signora che si era<br />

presentata senza app<strong>un</strong>tamento e le chiese se voleva<br />

riceverla.<br />

«Ma ha proprio chiesto di me?»<br />

«Assolutamente, ha detto che non vuole parlare con<br />

ness<strong>un</strong> altro».<br />

«Ma chi è, come si chiama?» chiese Rosa.<br />

«Chi sia non lo so, si chiama … Parisina Aletti, credo».<br />

«Forse Teresina? Com<strong>un</strong>que mai sentita nominare, falla<br />

<strong>un</strong> po' passare».<br />

Dopo <strong>un</strong> minuto fu introdotta <strong>un</strong>a signora davvero anziana,<br />

linda e a suo modo elegante, se non fosse stato che gli<br />

abiti erano di almeno venti anni prima. Dimostrava <strong>un</strong><br />

atteggiamento piuttosto timoroso e spaesato. Fu invitata ad<br />

accomodarsi su <strong>un</strong>a delle sedie davanti alla scrivania di<br />

Rosa e lei dopo <strong>un</strong> attimo di riluttanza si sedette in <strong>un</strong>a<br />

posizione compostissima, con la borsa sulle ginocchia, ma<br />

occupando il minimo spazio a disposizione, quasi si<br />

trovasse su qualcosa che scottava, e continuava a<br />

guardarsi intorno come se si aspettasse che da <strong>un</strong><br />

220


momento all'altro potesse uscire qualcosa di spaventoso.<br />

Visto l'atteggiamento, Rosa cercò di sfoderare la sua<br />

massima affabilità: «Buongiorno signora Parisina … ho<br />

capito bene?».<br />

«Si, si Parisina, viene da Parigi, sa. Mio padre, era <strong>un</strong><br />

grande estimatore della Francia, ci andava spesso,<br />

soprattutto in Costa Azzurra. Eh, gran giocatore, ci si è<br />

rovinato ed anche noi con lui. Dico noi riferendomi a me e<br />

a mia sorella Azzurra, anche lei l'aveva chiamata così per<br />

quello, pace all'anima sua. Di mia sorella, voglio dire, è<br />

mancata tre mesi fa, era debole di cuore, poverina, ma era<br />

lei quella che prendeva le decisioni e finché abbiamo<br />

vissuto insieme io sono sempre stata tranquilla, tanto lei<br />

sapeva sempre cosa fare. Sa, io non sono mai stata tanto<br />

forte di carattere ed ora che sono rimasta da sola ho<br />

sempre paura di tutto e di tutti».<br />

«Ho capito» disse Rosa «ma qua non ha niente da temere,<br />

perché voleva parlare con me?».<br />

«Sa, io ho votato per lei, mi ricorda tanto mia sorella,<br />

anche lei sembra che sappia sempre cosa fare e non ha<br />

paura a dire le cose. Io ho <strong>un</strong> fatto da raccontare, ma non<br />

so a chi. Cioè forse dovrei dirlo alla polizia, ma ho paura ad<br />

andare da loro, ho paura che non mi credano, che poi mi<br />

trattino male, no non me la sento proprio. Allora ho<br />

pensato: se lo dico alla Locascio mi da <strong>un</strong> consiglio e poi<br />

magari ci va lei alla polizia semmai, lei si fa rispettare, li<br />

mette tutti in riga».<br />

A Rosa stava venendo da ridere per quel candore, ma si<br />

limitò ad <strong>un</strong> sorriso rassicurante e le disse: «Se posso<br />

aiutarla, mi racconti pure la sua storia».<br />

221


«D<strong>un</strong>que» attaccò Parisina «come le dicevo, da quando<br />

sono rimasta da sola ho sempre paura di tutto, soprattutto<br />

che qualc<strong>un</strong>o entri in casa mia, se ne sentono tante,<br />

soprattutto ultimamente. Io sono vecchia, ma ci sento<br />

ancora bene e quando c'è <strong>un</strong> rumore fuori dalla porta vado<br />

allo spioncino e cerco di capire cosa succede. Mia sorella<br />

era morta da circa <strong>un</strong> mese e <strong>un</strong> giorno guardai fuori e vidi<br />

due persone che armeggiavano ad <strong>un</strong> appartamento di<br />

fronte. Non è che entrarono, ma <strong>un</strong> paio di giorni dopo il<br />

signore che ci abitava (io lo conoscevo, aveva più o meno<br />

la mia età) lo trovarono morto, poverino. Anche allora non<br />

me la sentii di raccontare la cosa, anche perché non avevo<br />

visto niente di particolare, poteva essere stata anche <strong>un</strong>a<br />

coincidenza, non le pare?».<br />

Rosa si limitò ad annuire ed incoraggiarla a proseguire,<br />

con <strong>un</strong> gesto.<br />

«Ora gli stessi li ho rivisti due giorni fa interessarsi di <strong>un</strong><br />

altro appartamento di fronte al mio, <strong>un</strong> po' più spostato<br />

sulla destra, ci sta <strong>un</strong>a signora, <strong>un</strong> po' più giovane di me.<br />

Allora mi sono detta, non è che tra <strong>un</strong> paio di giorni mi<br />

vanno a trovare morta anche questa e che poi vanno<br />

avanti e arrivano anche da me? Non ci ho dormito tutta la<br />

notte, sa, nemmeno con la tisana calmante».<br />

«Lei è proprio sicura che fossero gli stessi due?».<br />

«Si, si, erano loro, sono vecchia, ma non sono mica<br />

rimbambita, ci potrei mettere la mano sul fuoco» disse<br />

Parsina, che aveva perso <strong>un</strong>a buona parte del suo timore<br />

iniziale e adesso sembrava a proprio agio con Rosa.<br />

«Sa cosa facciamo adesso, Parisina? Andiamo insieme<br />

alla polizia» Rosa la vide ritrarsi su se stessa, come <strong>un</strong>a<br />

222


lumaca a cui hanno sfiorato le antenne. «Non deve avere<br />

alc<strong>un</strong> timore, anche perché vengo io con lei e se ci sarà<br />

bisogno di metterli in riga ci penserò io a farlo» le disse<br />

quelle parole col più bel sorriso che le venne e pian piano<br />

notò che si stava tranquillizzando.<br />

Rosa cercò il numero e chiamò la Questura, ma non chiese<br />

di Locatelli, col quale considerava di avere ormai <strong>un</strong><br />

pessimo rapporto, ma dell'ispettore di turno per il caso<br />

delle morti ricorrenti.<br />

Le passarono <strong>un</strong> interno e sentì rispondere: «Gyasi?».<br />

«Buon giorno ispettore, sono il consigliere Locascio. Sto<br />

chiamando dal mio ufficio ed ho davanti a me <strong>un</strong>a persona<br />

che mi ha appena raccontato <strong>un</strong>a storia di massimo<br />

interesse per le vostre indagini. Vuole che la raggi<strong>un</strong>giamo<br />

noi o forse sarebbe meglio che venisse lei da me?»<br />

Dall'altro capo ci fu <strong>un</strong> attimo di pausa, poi la voce disse:<br />

«Si, forse è meglio se vengo io. Pochi minuti e sono da lei»<br />

disse l'ispettore.<br />

«Stanza 27, grazie» e chiuse la conversazione. «Visto?<br />

L'ispettore viene qui da noi, si mette bene, non le pare?» e<br />

guardò Parisina che faceva si con la testa, tutta rincuorata.<br />

Quando Parisina vide entrare quel giovanottone nero in<br />

stanza entrò subito in soggezione ed il suo sguardo si<br />

rivolse verso quello di Rosa alla ricerca di aiuto. L'ispettore<br />

era infatti <strong>un</strong> uomo di origine chiaramente africana, che<br />

probabilmente aveva almeno <strong>un</strong>a trentina d'anni, ma il<br />

classico tipo a cui non è facile dare <strong>un</strong>'età precisa. Molto<br />

spigliatamente si sedette sulla sedia accanto a quella di<br />

Parisina e le porse la mano destra presentandosi: «Aliou<br />

223


Gyasi, molto piacere».<br />

La signora Parisina guardò quella mano con timore e<br />

senza accennare minimamente a volergliela stringere,<br />

disse solo «molto piacere, anch'io» con <strong>un</strong> filo di voce.<br />

Vista la situazione, Rosa si alzò, andò accanto all'anziana<br />

signora, si piegò sulle ginocchia e le mise <strong>un</strong> braccio sulle<br />

spalle dicendole: «Allora Parisina, si faccia forza.<br />

L'ispettore è molto interessato alla sua storia, sa».<br />

Rincuorata dal modo di fare amichevole di Rosa, Parisina<br />

riprese coraggio e ripeté il suo racconto negli stessi<br />

termini. Gyasi, che aveva capito perfettamente la<br />

situazione, ogni tanto la fermava per chiedere qualche<br />

dettaglio, ma lo faceva con molta tranquillità e sfoderando<br />

<strong>un</strong> bellissimo sorriso da bambino, <strong>un</strong>a corona di denti<br />

bianchissimi che risaltavano ancor di più per la scurezza<br />

della sua pelle: Rosa capì subito essere <strong>un</strong>'arma che<br />

usava spesso e con ottimi risultati. Quel modo di fare infatti<br />

piano piano conquistò anche la signora, che si sciolse<br />

definitivamente e tornò tranquilla come prima che<br />

l'ispettore entrasse in stanza.<br />

Alla fine del colloquio, anche Rosa rimase meravigliata di<br />

come Parisina accettò di buon grado la proposta che Gyasi<br />

le fece di spostarla in <strong>un</strong> altro alloggio “per proteggerla”<br />

fino a quando non avessero terminato gli appostamenti e<br />

quando lui la invitò a seguirla lei non dimostrò alc<strong>un</strong> timore<br />

a farlo. Rosa le chiese se voleva che l'accompagnasse, ma<br />

la signora rispose che non ce n'era bisogno e che non<br />

voleva disturbarla ulteriormente: <strong>un</strong>a vera metamorfosi.<br />

Dopo <strong>un</strong>a settimana dall'incontro, Rosa ricevette <strong>un</strong>a<br />

224


chiamata: «Consigliere, sono Parisina Aletti, si ricorda di<br />

me?»<br />

«Come no, sta bene, spero».<br />

«Benissimo grazie, sono appena tornata a casa mia.<br />

L'ispettore mi ha detto che li hanno presi e che non ho più<br />

niente da temere. Tanto <strong>un</strong>a brava persona e io che<br />

all'inizio non mi fidavo, tante volte alla prima impressione si<br />

sbaglia. L'ho chiamata perché volevo ringraziarla, senza di<br />

lei non ci sarei mai riuscita. Se arrivo alle prossime elezioni<br />

stia tranquilla che voterò ancora per lei. Grazie ancora e<br />

arrivederci».<br />

Dopo averla salutata, Rosa non perse <strong>un</strong> secondo e<br />

chiamò la Questura chiedendo di Gyasi.<br />

«Buongiorno, sono Rosa Locascio, come sta?» disse<br />

appena glielo passarono.<br />

«Bene grazie, e lei? A che debbo questa chiamata?».<br />

«La Aletti mi ha appena detto che li avete presi, è vero?».<br />

«Si, si, è andato tutto bene, per fort<strong>un</strong>a» disse Gyasi<br />

tenendosi sul vago.<br />

«Sarebbe così gentile di dirmi qualcosa di più?» volle<br />

insistere Rosa.<br />

«Mah, veramente c'è il segreto istruttorio, non posso<br />

proprio raccontare niente, mi dispiace».<br />

«Si capisco, ma non mi riferivo alle cose più riservate, mi<br />

piaceva solo capire cosa c'è dietro a grandi linee. È <strong>un</strong>a<br />

necessità del mio mandato sapere se si fanno reali passi<br />

avanti, capisce. Mica crederà che andrò a parlarne in giro,<br />

no? In fondo me lo deve, non le pare?» Rosa stava<br />

sparando tutte le cartucce a sua disposizione e lo sapeva.<br />

Gyasi stette <strong>un</strong> po' in silenzio, poi rispose: «Si è vero <strong>un</strong><br />

225


po' glielo devo, questa segnalazione ci ha fatto fare <strong>un</strong><br />

gran passo avanti, ma non ho intenzione di violare le<br />

regole» Gyasi sembrava proprio integerrimo.<br />

«Senta, io vado a pranzo sempre al solito posto, in quel<br />

locale che sta qua vicino, ha presente? Magari le andrebbe<br />

di mangiare qualcosa insieme, l'aspetto».<br />

«Grazie dell'invito. Ci penserò. Arrivederci» rispose Gyasi<br />

e chiuse la chiamata.<br />

Ormai stava diventando <strong>un</strong> classico l'invito per colazione al<br />

suo tavolo. Rosa sperava che l'ispettore non avesse<br />

parlato al telefono per timore delle intercettazioni, ma<br />

questa volta non era molto confidente che quell'iniziativa<br />

sarebbe andata in porto. Invece, <strong>un</strong> paio di giorni dopo, si<br />

era seduta da poco quando vide Gyasi sp<strong>un</strong>tare<br />

dall'angolo opposto, venire verso di lei e mettersi al suo<br />

tavolo.<br />

«Posso?» chiese che era già seduto «mi sto rovinando, qui<br />

davanti a tutti».<br />

«Perché dice questo? Siamo due persone civili, ci siamo<br />

conosciuti e adesso mangiamo qualcosa insieme. Che<br />

problema c'è?» disse Rosa tutta suadente.<br />

«Lei sa meglio di me come vanno le cose, non faccia<br />

l'ingenua. Sono qui solo perché mi sento davvero in debito.<br />

Stavano per farmi le scarpe perché non veniva alc<strong>un</strong><br />

risultato e lei mi ha fatto improvvisamente risalire ben oltre<br />

i massimi della considerazione che ho mai avuto. Sarà<br />

stato anche <strong>un</strong> colpo di fort<strong>un</strong>a il fatto di essere stato di<br />

turno, ma le mie origini mi portano a pagare sempre i debiti<br />

di riconoscenza» l'ispettore si dimostrava abbastanza<br />

nervoso.<br />

226


«Un po' di vino?» chiese Rosa per stemperare quella<br />

cappa.<br />

«Grazie, ma solo <strong>un</strong> dito, sono in servizio» rispose Gyasi e<br />

proseguì «senta non tiri troppo la corda e accetti quello che<br />

sono disposto a dirle, non posso compromettere questa<br />

situazione favorevole, mi comprende».<br />

«Non chiedo di meglio» mentì spudoratamente Rosa.<br />

Gyasi cominciò a dire che l'arresto aveva consentito di<br />

capire finalmente quali erano le tecniche utilizzate per<br />

sopprimere le vittime e perché le morti erano sembrate<br />

naturali, almeno inizialmente. Quando era disponibile <strong>un</strong><br />

locale attiguo a quello della vittima, facevano due fori<br />

abbastanza piccoli nel muro divisorio: da <strong>un</strong>a parte<br />

aspiravano l'aria e dall'altra pompavano azoto. La vittima<br />

quasi non si accorgeva di perdere conoscenza e la morte<br />

avveniva per asfissia, ma senza quei sintomi da<br />

strangolamento che si hanno quando proprio manca l'aria.<br />

Questa tecnica aveva diversi vantaggi: non era neppure<br />

necessario entrare nel locale del delitto ed accedere a<br />

qualche appartamento vuoto vestiti come addetti alla<br />

manutenzione non dava minimamente nell'occhio; era<br />

abbastanza facile ristabilire il livello di ossigeno normale,<br />

<strong>un</strong>a volta completato il lavoro; infine bastava attendere che<br />

il proprietario fosse fuori pochi minuti per fare i fori nel<br />

muro che potevano essere poi richiusi facilmente, per<br />

nascondere le tracce.<br />

D'altro canto man mano che D<strong>un</strong>bar si era riempito ed era<br />

venuto fuori che c'erano dei serial killer in giro, era sempre<br />

più difficile trovare <strong>un</strong>a situazioni logistica favorevole e<br />

girare con delle bombole abbastanza voluminose senza<br />

227


farsi notare.<br />

Allora era cambiata la tecnica, avevano usato <strong>un</strong>a<br />

macchinetta abbastanza piccola che provoca lo stesso<br />

effetto, privando l'aria dell'ossigeno ed accumulando<br />

questo gas in <strong>un</strong> piccolo serbatoio che poi a tempo si<br />

riapriva ristabilendo le condizioni normali.<br />

Questa soluzione comportava però l'esigenza di entrare<br />

nel locale del delitto, prima per posizionare il dispositivo,<br />

che tra l'altro doveva essere nascosto accuratamente, e<br />

poi per rimuoverlo a fine lavoro. Chiaramente quest'ultima<br />

fase era la più pericolosa, anche se manomettevano i<br />

sensori dell'appartamento, in modo che non scattasse<br />

l'allarme prima di aver completato la missione. La Aletti<br />

aveva notato quegli strani movimenti durante <strong>un</strong><br />

sopralluogo e la segnalazione aveva portato all'arresto<br />

della cellula che era entrata nell'appartamento per<br />

preparare l'attentato.<br />

«Ma questa macchinetta da dove è venuta fuori, io non ne<br />

ho mai sentito parlare» chiese Rosa.<br />

«Questo è <strong>un</strong>o degli elementi sui quali non posso<br />

aggi<strong>un</strong>gere altro» rispose Gyasi «posso solo dire che<br />

sicuramente non è di nostra produzione, anzi per ora non<br />

sappiamo proprio chi può averla costruita».<br />

«Ha parlato di <strong>un</strong>a cellula, che voleva dire?» chiese ancora<br />

Rosa.<br />

«Che siamo in presenza di <strong>un</strong>'organizzazione di tipo<br />

terroristico. Queste persone lavoravano insieme senza<br />

alc<strong>un</strong>a conoscenza dei mandanti. Nonostante sia stato<br />

usato pressoché ogni siero della verità esistente, e anche<br />

questo non avrei dovuto dirlo, non abbiamo alc<strong>un</strong>a<br />

228


informazione su chi da gli ordini. Sappiamo come<br />

com<strong>un</strong>icavano, come ricevevano le coordinate della nuova<br />

vittima e come notificavano il completamento della<br />

missione, sappiamo che il canale è stato interrotto perché<br />

è scaduto il tempo entro il quale la cellula doveva<br />

confermare la propria libertà di azione, ma niente di più.<br />

Quei due non hanno la più pallida idea di chi siano i loro<br />

capi e quante altre cellule siano attive attualmente.<br />

Possiamo fare solo supposizioni».<br />

«Cioè? Se posso chiederlo» arrischiò Rosa.<br />

«Questi hanno eseguito due o tre omicidi a settimana in<br />

poco più di cinque mesi. Hanno detto che volevano andare<br />

avanti ancora <strong>un</strong> paio di mesi e poi smettere. In totale<br />

pensiamo che le cellule che hanno operato finora siano<br />

state <strong>un</strong>a ventina e probabilmente quelle<br />

contemporaneamente in attività non più di quattro o cinque<br />

al massimo. Adesso stiamo vagliando la lista di coloro che<br />

hanno abbandonato D<strong>un</strong>bar negli ultimi mesi, per<br />

individuare i potenziali ex-killer».<br />

«Ma perché l'hanno fatto?» chiese ancora Rosa.<br />

«Soldi, <strong>un</strong>a barca di soldi, su conti esteri che stiamo<br />

cercando di intercettare con enormi difficoltà. Ora basta<br />

non le dirò altro» e iniziò a mangiare con appetito il piatto<br />

di carne che aveva ordinato e che era arrivato nel<br />

frattempo».<br />

Appena Rosa tornò in ufficio aprì la lista dei decessi più<br />

aggiornata, che nell'ultimo periodo aveva cercato di<br />

evitare. In effetti si poteva notare <strong>un</strong>a certa diminuzione,<br />

coerente col quadro fatto da Gyasi. Si chiese se e come<br />

avrebbe potuto fare qualcosa sulla base di quelle<br />

229


informazioni, ma come tutte le volte precedenti si fermò al<br />

solito p<strong>un</strong>to morto e per il momento si sforzò di pensare ad<br />

altro.<br />

_ _ _<br />

Nel giro di qualche giorno si cominciarono a vedere i primi<br />

effetti di quella svolta nelle indagini. Iniziò infatti la<br />

distribuzione di <strong>un</strong> nuovo tipo di sensore, <strong>un</strong>a scatoletta<br />

che si metteva a suonare appena la percentuale di<br />

ossigeno nell'aria scendeva al di sotto di <strong>un</strong>a certa soglia.<br />

In caso di allarme, gli interessati avrebbero dovuto aprire<br />

immediatamente le finestre, se <strong>possibile</strong>, o uscire<br />

rapidamente dall'appartamento ed avvertire la polizia.<br />

Ci fu qualche falso allarme ma, quando in giro ce n'erano<br />

già circa diecimila, fu individuato e sventato il primo<br />

attentato e fu trovato il congegno per assorbire l'ossigeno<br />

nascosto nell'appartamento di <strong>un</strong>'anziana signora, che non<br />

la finiva più di ringraziare gli agenti per lo scampato<br />

pericolo.<br />

Sul dispositivo lasciato dagli attentatori naturalmente non<br />

trovarono ness<strong>un</strong>a traccia utile all'indagine, l'arresto della<br />

prima cellula con la scoperta del loro modus operandi era<br />

ormai di dominio pubblico e certamente quelli ancora in<br />

azione avevano preso le loro precauzioni.<br />

Completare la distribuzione avrebbe com<strong>un</strong>que richiesto<br />

<strong>un</strong> bel po' di tempo ed il regime pensò che era venuto il<br />

momento di sviare l'attenzione su altri temi, visto che ormai<br />

tutta la popolazione della città si occupava solo di quella<br />

vicenda, in <strong>un</strong> intreccio inestricabile di notizie che il<br />

passaparola portava in giro rapidamente, ma anche<br />

230


distorceva ed amplificava oltre l'immaginabile. A stare a<br />

sentire tutti si poteva pensare che ormai c'erano più morti<br />

che vivi ed i più creduloni erano soggetti a vere crisi di<br />

panico per quello che poteva succedere da <strong>un</strong> momento<br />

all'altro.<br />

Si sprecarono così le settimane gastronomiche, le mostre<br />

di pittura, le rassegne cinematografiche, gli ingressi gratuiti<br />

e guidati nei musei, le serate con i divi del momento, i<br />

tornei di realtà virtuale, insomma il buon vecchio panem et<br />

circenses stigmatizzato da Giovenale. Un simile fermento<br />

culturale non si era mai visto a D<strong>un</strong>bar ed ai personaggi<br />

più in vista furono caldamente invitati a partecipare alle<br />

varie iniziative, per fare in modo che fossero coinvolti<br />

anche quelli poco interessati al lato culturale, ma alquanto<br />

appassionati di gossip.<br />

Bonanno, per esempio, persona notoriamente molto<br />

riservata e poco propensa alla vita mondana, fu visto a<br />

qualche spettacolo con <strong>un</strong>a ragazza bionda, molto più<br />

giovane di lui e piuttosto appariscente, che sicuramente<br />

non era della città, altrimenti qualc<strong>un</strong>o l'avrebbe<br />

certamente notata prima. Il fatto destò <strong>un</strong> certo scalpore,<br />

proprio perché inatteso e ci fu <strong>un</strong>a vera e propria caccia<br />

all'identità della signorina, che si rivelò semplicemente <strong>un</strong>a<br />

sua lontana parente milanese: <strong>un</strong> fatto banale in fondo, ma<br />

che aveva raggi<strong>un</strong>to esattamente gli obiettivi da<br />

perseguire. Le iniziative adottate avevano richiamato molti<br />

appartenenti al jet-set e gli alberghi non erano mai stati<br />

così pieni come nell'ultimo periodo, con grande<br />

soddisfazione dei loro gestori, per cui sembrava che<br />

avessero trovato esattamente ciò che serviva per<br />

231


stemperare quello stato di tensione.<br />

Anche Fawzy e Rosa dovettero fare la loro parte ed<br />

accettarono gran parte degli inviti per le manifestazioni nei<br />

fine settimana. Rosa evitò invece di farsi coinvolgere da<br />

sola, negli altri giorni, con la scusa che era impegnata col<br />

lavoro e soprattutto con i figli.<br />

Un sabato sera erano appena usciti da <strong>un</strong>a l<strong>un</strong>ghissima e<br />

noiosissima premiazione, della quale avevano proprio fatto<br />

fatica a trovare il senso, e stavano facendo due passi per<br />

sgranchirsi le gambe dopo essere stati seduti tutto quel<br />

tempo. Dopo <strong>un</strong> po' che camminavano raggi<strong>un</strong>sero <strong>un</strong>a<br />

sorta di ad<strong>un</strong>ata di persone che si stavano assiepando<br />

verso <strong>un</strong> angolo ed erano arginate a fatica da alc<strong>un</strong>i<br />

militari, probabilmente di ronda in quella zona. Si<br />

avvicinarono per curiosità e chiesero a quelli più vicini cosa<br />

stava succedendo, <strong>un</strong>o <strong>un</strong> po' più avanti si girò e disse che<br />

c'era <strong>un</strong>a persona a terra in <strong>un</strong>a pozza di sangue.<br />

Stettero lì ancora qualche minuto, il muro umano che si<br />

interponeva tra loro e il p<strong>un</strong>to di interesse continuava a<br />

chiudere qual<strong>un</strong>que visuale per cui potevano solo<br />

ascoltare i commenti di coloro che avevano visto qualcosa<br />

o avevano fatto finta, tanto per darsi <strong>un</strong> po' di importanza.<br />

Alla fine arrivò <strong>un</strong>a squadra di polizia piuttosto numerosa,<br />

che si fece largo iniziando a spintonare le persone che li<br />

ostacolavano. Subito dopo fu steso il nastro di<br />

demarcazione della zona interdetta al pubblico e gli agenti<br />

in divisa si piazzarono lì davanti per evitare che qualc<strong>un</strong>o si<br />

avvicinasse troppo o addirittura tentasse di scavalcarlo. Fu<br />

allora che poterono vedere lo spettacolo non proprio<br />

gradevole di <strong>un</strong> uomo di mezza età, riverso bocconi con la<br />

232


testa evidentemente spaccata, dalla quale era uscita <strong>un</strong>a<br />

grossa quantità di sangue che in molti avevano calpestato<br />

e propagato nelle vicinanze.<br />

Rosa volle andarsene e Fawzy fu più che felice di<br />

accontentarla. Si diressero verso l'appartamento di lei e,<br />

dopo <strong>un</strong> po' che stavano in silenzio, Rosa chiese:<br />

«Secondo te, c'entra con le solite morti?».<br />

Lì per lì Fawzy restò <strong>un</strong> po' interdetto a quella domanda:<br />

«Sarebbe la prima volta, credo. Se fosse così si tratterebbe<br />

di <strong>un</strong>a evoluzione radicale del fenomeno».<br />

«Proprio per questo te lo chiedo» disse Rosa «potrebbe<br />

voler dire qualcosa di importante, per esempio che è ormai<br />

saltata la ragione di far sembrare naturali le cause di<br />

morte. Oppure che le iniziative della polizia stanno<br />

mettendo alle strette le cellule e queste sono sempre più in<br />

difficoltà ad operare negli appartamenti delle vittime. O<br />

ancora che vogliono annullare con qualcosa di eclatante gli<br />

effetti di queste iniziative messe in atto per distrarre la<br />

popolazione».<br />

Fawzy ci pensò <strong>un</strong> po' su e trovò che ogn<strong>un</strong>o di quei motivi<br />

appariva particolarmente sensato e calzante, ma volle in<br />

qualche modo rasserenare Rosa dicendo: «Potresti avere<br />

ragione, ma domani magari scopriamo che si tratta di <strong>un</strong><br />

semplice delitto passionale o di interesse o <strong>un</strong>a semplice<br />

rapina andata male. Non ne parla più ness<strong>un</strong>o, ma ogni<br />

tanto qualche misfatto normale accade ancora. In ogni<br />

caso lo sapremo presto, credo che non esista alc<strong>un</strong>o<br />

spazio pubblico non coperto da telecamere di<br />

sorveglianza, per cui mi sembra improbabile che <strong>un</strong>a<br />

cellula abbia corso il rischio di essere ripresa».<br />

233


Andarono a dormire senza dire altro sul fatto, ma entrambi<br />

non smisero di pensarci. Nel buio della stanza, Rosa aveva<br />

ripreso inconsciamente le immagini di quando aveva<br />

trovato Osvaldo riverso sul pavimento, poteva dire che<br />

allora non le aveva fatto particolarmente effetto, sembrava<br />

quasi dormisse. Man mano che scendeva nel dormiveglia,<br />

riaffioravano le percezioni di allora: da <strong>un</strong> lato lo<br />

struggimento per l'affetto che aveva verso quell'uomo così<br />

buono e misurato, dall'altro <strong>un</strong> senso di ineluttabilità, quasi<br />

avesse sempre saputo che dovesse accadere. La vittima di<br />

quella sera era sì <strong>un</strong>o sconosciuto, ma lei ne aveva<br />

ricevuto <strong>un</strong> turbamento anche maggiore, e nella semiincoscienza<br />

di quel momento si chiedeva da cosa fosse<br />

stato determinato. La prima cosa che le venne in mente fu<br />

la visione di quella pozza di sangue, ma quella prima idea<br />

gli sembrò quasi scontata, era qualcosa di più profondo,<br />

<strong>un</strong>a sorta di premonizione di eventi sempre più terribili che<br />

sarebbero potuti accadere in <strong>futuro</strong>. Mentre il suo stato di<br />

veglia era al minimo, rivide come primo sogno la folla che<br />

si apriva all'arrivo della polizia, l'immagine del corpo<br />

riverso, il sangue che circondava la zona della testa e pian<br />

piano il campo che si allargava mettendo in luce le<br />

innumerevoli impronte di coloro che avevano calpestato e<br />

trasportato quel sangue tutto intorno, <strong>un</strong>a sorta di affresco<br />

di macchie create dalla sovrapposizione dei vari profili di<br />

suola, <strong>un</strong>a raggiera che si proiettava da dove giaceva il<br />

corpo verso l'esterno, perdendo gradualmente definizione<br />

ed intensità. Poi l'immagine cambiò, passando ad <strong>un</strong><br />

quadro astratto del 900 che in qualche modo richiamava<br />

quel colpo d'occhio e, mentre cercava di ricordare dove lo<br />

234


avesse visto, si addormentò completamente.<br />

Il mattino dopo, senza dire niente, si trovarono entrambi<br />

davanti al notiziario locale delle otto. Era arrivato quasi alla<br />

fine quando accennarono al delitto, mostrando la classica<br />

fototessera della vittima e dichiarando le sue generalità:<br />

aveva 45 anni, anche più giovane di quanto era sembrato a<br />

prima vista. Unico commento, la polizia riteneva essere<br />

<strong>un</strong>a rapina finita male e stava ancora indagando.<br />

«Non è <strong>un</strong>a rapina» disse subito Rosa «altrimenti lo<br />

avrebbero affermato con certezza, magari dicendo anche<br />

cosa avrebbero rubato».<br />

«Se l'oggetto è stato portato via, difficilmente potrebbero<br />

saperlo, è ancora presto per arrivare a qual<strong>un</strong>que ipotesi»<br />

replicò Fawzy «io credo sia <strong>un</strong> com<strong>un</strong>icato normalissimo in<br />

simili circostanze, non scordare che era quasi mezzanotte<br />

quando siamo passati di lì».<br />

Il discorso non andò avanti, ma Fawzy sapeva già che<br />

Rosa si stava preparando ad <strong>un</strong>a delle sue battaglie, per<br />

fort<strong>un</strong>a era domenica ed avrebbe avuto <strong>un</strong>a giornata intera<br />

per attutire quello spirito combattivo, tanto più che era<br />

brutto tempo ed avevano poca voglia di farsi vedere in giro.<br />

Ogni tanto cercavano qualche aggiornamento sulla<br />

vicenda, ma ness<strong>un</strong>o sembrava avesse voglia di metterci<br />

del suo ed il com<strong>un</strong>icato del mattino non subì variazioni per<br />

il resto della giornata.<br />

_ _ _<br />

Fawzy era tornato a casa sua ed i giorni successivi aveva<br />

continuato a cercare notizie sul delitto, ma era davvero<br />

235


stata stesa <strong>un</strong>a densa cortina di protezione, se ne parlava<br />

ancora, senza però aggi<strong>un</strong>gere qualche particolare degno<br />

di nota. Alla fine trovò <strong>un</strong> notiziario pirata che non fece a<br />

tempo a leggere per intero, ma intanto riportava <strong>un</strong>a novità<br />

importante: i circuiti di ripresa di quella zona erano stati<br />

messi fuori uso poco prima che avvenisse il fattaccio. Se la<br />

notizia fosse stata vera, non ci poteva essere più alc<strong>un</strong><br />

dubbio, non era stata <strong>un</strong>a normale aggressione, quello era<br />

<strong>un</strong> omicidio premeditato e la matrice più probabile era<br />

certamente la solita.<br />

Anche Rosa non era stata con le mani in mano e facendosi<br />

aiutare da Gabriele era arrivata alla stessa notizia. Adesso<br />

aveva avuto <strong>un</strong>a conferma quasi certa di ciò che già<br />

sapeva in cuor suo e di conseguenza tornavano di attualità<br />

le motivazioni di quel cambio di strategia che aveva<br />

ipotizzato con Fawzy subito dopo la scoperta del corpo.<br />

Sentiva proprio l'esigenza di saperne qualcosa di più e<br />

decise di chiamare Gyasi, ma non era in ufficio e non<br />

rispondeva al portatile.<br />

La richiamò lui dopo <strong>un</strong> paio d'ore, con la classica frase:<br />

«Mi aveva cercato?».<br />

«Sì, ispettore, grazie di avermi richiamata. Volevo<br />

chiederle se, per il delitto di sabato sera, siete arrivati a<br />

qualcosa» chiese speranzosa Rosa.<br />

«Non saprei dirle, non è <strong>un</strong> caso che mi è stato assegnato,<br />

non ero in servizio sabato».<br />

«Sì, va bene ma qualcosa in giro avrà senz'altro sentito. A<br />

me per esempio è arrivato all'orecchio che l'impianto di<br />

controllo di quel settore sia stato messo fuori uso poco<br />

prima dell'ora del delitto: risulta anche a lei?» e qui Rosa si<br />

236


preparò a pesare le parole di Gyasi col bilancino del<br />

farmacista.<br />

«Obiettivamente non saprei confermaglielo, è <strong>possibile</strong>, in<br />

fondo basta avere poche nozioni da elettricista per fare <strong>un</strong><br />

intervento del genere. In ogni caso non credo sia emerso<br />

alc<strong>un</strong> coinvolgimento della vittima in affari loschi. Potrebbe<br />

sembrare davvero <strong>un</strong> tentativo di rapina, anche se per ora<br />

non è chiaro se è stato portato via qualcosa. Non posso<br />

dirle di più».<br />

Chiusero la conversazione con i soliti convenevoli. Rosa<br />

cercò di ricordare la frase dell'ispettore parola per parola,<br />

alla ricerca di qualche messaggio implicito. Le sembrava<br />

che le avesse confermato tutto, ma si rendeva anche conto<br />

che quello era ciò che voleva sentirsi dire e quindi si arrese<br />

all'evidenza che non aveva ottenuto niente.<br />

Il giorno successivo era venerdì ed anche quella notte fu<br />

trovato il cadavere di <strong>un</strong>a donna in <strong>un</strong>a zona poco<br />

frequentata della torre nord. Rosa non era stata sul posto,<br />

ma ne sapeva abbastanza, perché <strong>un</strong>a impiegata del suo<br />

ufficio era capitata per caso da quelle parti ed aveva<br />

pensato bene di raccontare tutto a tutti, tra l'altro<br />

dimostrando <strong>un</strong>a eccitazione completamente fuori luogo.<br />

Questa volta si era trattato di accoltellamento e la dinamica<br />

risultante denotava <strong>un</strong>a ferocia incredibile: per evitare che<br />

la vittima urlasse e chiedesse aiuto, gli avevano inferto <strong>un</strong><br />

colpo alla parte anteriore del collo che aveva letteralmente<br />

squarciato la gola, staccando buona parte della testa dal<br />

tronco. Probabilmente questo era stato <strong>un</strong>o dei primi colpi,<br />

già di suo mortale, nonostante ciò si erano accaniti sul<br />

corpo presumibilmente già a terra, con altre coltellate<br />

237


abbastanza mirate agli organi vitali.<br />

Rosa andò a guardarsi la solita statistica e notò che i<br />

decessi erano tornati quasi alle medie antecedenti l'inizio<br />

della vicenda e questo confermava la sua sensazione che<br />

erano ormai in <strong>un</strong>a nuova fase: pochi delitti, ma talmente<br />

efferati da non poterli far passare sotto silenzio, per avere<br />

la massima reazione emotiva e quindi propagare la paura.<br />

Quando Fawzy arrivò, come al solito Rosa era andata a<br />

prenderlo alla stazione. Mentre andavano a casa volle dare<br />

subito a Rosa la notizia del sabotaggio dell'impianto video,<br />

rimanendo <strong>un</strong> po' deluso quando lei gliela smarcò come<br />

cosa vecchia e ritrita. In compensò lei non volle tralasciare<br />

neppure il più piccolo particolare di quel nuovo delitto così<br />

scabroso, a dispetto dei segni di insofferenza di Fawzy a<br />

quel racconto, anzi più erano evidenti e più insisteva nei<br />

dettagli, quasi provasse piacere a vederlo a disagio.<br />

Quando furono arrivati a casa, subito prima di entrare, lui si<br />

raccomandò di evitare in ogni modo l'argomento davanti ai<br />

bambini.<br />

Quella notte ne accadde <strong>un</strong> altro, ma non riuscirono a<br />

saperne molto perché ormai la polizia applicava le<br />

disposizioni impartite dall'alto per limitare la diffusione delle<br />

informazioni da parte degli spettatori. Appena trovato il<br />

corpo, avevano immediatamente protetto la zona con dei<br />

pannelli, avevano completato le rilevazioni scientifiche a<br />

tempo di record e fatti sparire tutti i segni più evidenti, in<br />

poco più di <strong>un</strong>'ora era come se in quel p<strong>un</strong>to non fosse<br />

successo niente.<br />

Nonostante quegli accorgimenti, si originò dal nulla <strong>un</strong>'altra<br />

manifestazione, che voleva replicare quella che aveva<br />

238


visto Rosa protagonista. Ormai però la polizia teneva la<br />

zona consiliare sotto stretto controllo ed appena qualche<br />

decina di persone cercò di occuparla, intervenne<br />

rapidamente e portò tutti al fresco, stroncando sul nascere<br />

ogni possibilità di farla decollare.<br />

Ma la voce era circolata rapidamente e coloro che non<br />

erano arrivati in tempo per farsi portare via provarono ad<br />

organizzarne <strong>un</strong>'altra spostandosi di zona, anche per<br />

rappresentare la loro indignazione per quegli arresti<br />

preventivi e pretestuosi. Per certi versi il luogo del rad<strong>un</strong>o<br />

risultò anche più idoneo allo scopo: era anche questo<br />

molto frequentato, ma aveva molte meno vie di accesso. A<br />

quel piano, chiudeva quasi completamente i flussi pedonali<br />

verso la torre est, per cui <strong>un</strong> gran numero di persone in <strong>un</strong><br />

attimo si trovarono accalcate loro mal grado, e costituivano<br />

<strong>un</strong> impedimento a chi sarebbe intervenuto per disperdere<br />

la manifestazione, per cui ebbero qualche minuto in più per<br />

organizzarsi ed innalzare qualche barricata prelevando il<br />

materiale più vario dai negozi e dai magazzini delle<br />

vicinanze. L'allarme si diffuse subito ed <strong>un</strong>a squadra arrivò<br />

in loco rapidamente, ma <strong>un</strong>a volta sul posto dovette<br />

prendere atto che era necessario <strong>un</strong>a forza di molto<br />

superiore per intervenire, per cui chiesero l'invio di tutte di<br />

squadre antisommossa disponibili ed approfittarono<br />

dell'attesa per attestarsi e cercare di capire come stavano<br />

davvero le cose. Questo concesse altro tempo ai<br />

dimostranti per aumentare di numero e barricarsi<br />

ulteriormente e quando la polizia fu pronta ad iniziare<br />

l'operazione era tutto maledettamente complicato.<br />

Per prima cosa fu necessario sgombrare l'area del<br />

239


<strong>possibile</strong> scontro da coloro che non appartenevano alla<br />

protesta e si trovavano in quel momento tra due fuochi.<br />

Appena i dimostranti si resero conto che la polizia<br />

intendeva evacuarli prima di occuparsi di loro, catturarono<br />

<strong>un</strong> certo numero di persone tra quelle che non erano<br />

riuscite a svignarsela. Scelsero anche donne e bambini,<br />

che come ostaggi f<strong>un</strong>zionavano al meglio e riducevano il<br />

rischio di ribellione e di fuga.<br />

Ci volle più di mezz'ora per sgombrare il terreno e<br />

restarono infine <strong>un</strong> centinaio di poliziotti ben equipaggiati in<br />

contrapposizione ad almeno trecento manifestanti con <strong>un</strong>a<br />

ventina di ostaggi, che erano già stati collocati a loro<br />

protezione. Iniziò la trattativa per la loro liberazione, ma fu<br />

subito chiaro che chi stava al comando non era persona<br />

tanto malleabile ed aveva anche le idee abbastanza chiare<br />

su come ci si possa difendere in <strong>un</strong>a situazione del genere.<br />

Dopo <strong>un</strong>'oretta di chiacchiere, offese e minacce era tutto<br />

rimasto come prima e la polizia decise di iniziare l'attacco,<br />

che com<strong>un</strong>que doveva salvaguardare quegli innocenti.<br />

Spararono qualche bomba lacrimogena a scavalcare<br />

ostaggi e barricate, ma l'operazione si rivelò difficoltosa a<br />

causa dell'altezza del soffitto, che impediva la normale<br />

gittata, poi quelle che arrivavano, tornavano regolarmente<br />

al mittente. Tentarono <strong>un</strong> paio di incursioni, ma<br />

rin<strong>un</strong>ciarono appena si trovarono di fronte le facce<br />

terrorizzate di coloro che erano stati ridotti a scudi umani.<br />

Tentarono anche delle azioni combinate su più fronti, ma<br />

senza riuscire ad ottenere alc<strong>un</strong> vantaggio apprezzabile.<br />

Alla fine arrivarono i tiratori scelti, con i loro fucili a proiettili<br />

stordenti e da quel momento iniziò <strong>un</strong>a estenuante<br />

240


attaglia di posizione con le forze tradizionali a fare azioni<br />

per far scoprire i manifestanti ed i cecchini che li<br />

abbattevano <strong>un</strong>o per volta appena venivano a tiro.<br />

Quella tattica andò avanti per ore, molti ostaggi erano stati<br />

colpiti ed erano tenuti su dai carcerieri a forza, sapevano<br />

sicuramente del rischio di morte costituito dall'essere colpiti<br />

da più di <strong>un</strong> proiettile, rischio che per i bambini era elevato<br />

anche al primo colpo.<br />

Ad <strong>un</strong> certo p<strong>un</strong>to, il numero di coloro che erano rimasti in<br />

piedi dietro le barricate non fu più sufficiente a consentire<br />

<strong>un</strong>a difesa adeguata ed al primo assalto deciso furono tutti<br />

catturati.<br />

L'operazione di sgombero fu alquanto complicata, c'era<br />

qualche morto, diverse persone ai limiti della<br />

sopravvivenza per la quantità di anestetico che avevano<br />

assorbito, <strong>un</strong> paio colti da infarto. In certi casi si faceva<br />

anche fatica a distinguere tra chi aveva partecipato<br />

all'azione e chi invece l'aveva solo subita.<br />

Gli aspetti più preoccupanti erano però altri. Quello era<br />

stato il primo scontro cruento dalla nascita della città, che<br />

si stava dimostrando <strong>un</strong> campo di battaglia estremamente<br />

favorevole a chi intendeva contrapporsi alle forze<br />

dell'ordine. Le tecniche antisommossa utilizzate, messe a<br />

p<strong>un</strong>to in ambienti aperti, in quel particolare contesto<br />

urbano erano risultate non propriamente adeguate. Era poi<br />

apparso evidente che tra i manifestanti ce ne erano alc<strong>un</strong>i<br />

che non aveva alc<strong>un</strong> timore ad innalzare il livello dello<br />

scontro ben oltre i limiti consueti, persone che<br />

dimostravano determinazione e preparazione da forze<br />

addestrate. Alc<strong>un</strong>i in particolare, sembravano possedere<br />

241


attitudine al comando e capacità di far applicare <strong>un</strong> po' a<br />

tutti alc<strong>un</strong>e tecniche paramilitari semplici, ma efficaci e,<br />

guarda caso, si erano mimetizzati nella massa o addirittura<br />

erano sfuggiti alla cattura approfittando della confusione.<br />

In poche parole, era chiaro che il fuoco stava covando<br />

sotto la cenere, che c'era qualc<strong>un</strong>o pronto ad alimentarlo e<br />

che presto sarebbe tornato a farsi vedere.<br />

_ _ _<br />

Era passata <strong>un</strong>'altra settimana, Fawzy era appena<br />

sbarcato alla stazione di D<strong>un</strong>bar al solito orario del venerdì<br />

sera. Non aveva ancora individuato Rosa che l'aspettava<br />

tra la folla, quando gli si avvicinò <strong>un</strong>a persona con <strong>un</strong><br />

tesserino da ispettore in mano, gli disse di aver bisogno di<br />

parlargli due minuti e gli chiese di seguirlo nel vicino ufficio<br />

di polizia. Lui rimase abbastanza sorpreso per<br />

quell'approccio <strong>un</strong> po' inusuale, che gli aveva fatto pensare<br />

ad <strong>un</strong>a sorta di agguato. Anche se in passato aveva avuto<br />

a che fare molte volte con la polizia, sentiva quei tempi<br />

ormai molto lontani e ripiombarci dentro senza preavviso<br />

gli provocò <strong>un</strong> forte disagio davvero. Stava precedendo<br />

l'ispettore docilmente quando incrociarono Rosa alla fine<br />

della pensilina. Si fermò <strong>un</strong> attimo per dirle dove stava<br />

andando, rassicurandola che ci sarebbero voluti solo pochi<br />

minuti. Rosa si accodò e rimase in sala d'aspetto <strong>un</strong>a volta<br />

che loro furono entrati in <strong>un</strong> ufficio interno.<br />

L'ispettore si dimostrava com<strong>un</strong>que gentile, lo pregò di<br />

accomodarsi, gli chiese se desiderava qualcosa da bere e<br />

poi venne al d<strong>un</strong>que: «Mi scusi signor rettore se ho<br />

adottato questa modalità <strong>un</strong> po' brusca, ma ho pensato che<br />

242


venire a cercarla a casa sarebbe stato peggio, non sapevo<br />

che il consigliere Locascio sarebbe venuta a prenderlo alla<br />

stazione» a Fawzy quell'ultima affermazione sembrò <strong>un</strong>a<br />

bugia bella e buona e rispose: «non si preoccupi e mi dica<br />

rapidamente la ragione del nostro incontro, non vorrei far<br />

aspettare troppo i bambini a casa».<br />

«Certamente, sarà <strong>un</strong>a cosa da pochi minuti» rispose<br />

l'altro e tirò fuori <strong>un</strong> piccolo oggetto che appoggiò sulla<br />

scrivania a rovescio, facendogli segno di guardarlo.<br />

Per <strong>un</strong> attimo Fawzy non aveva capito cosa fosse, poi vide<br />

che era <strong>un</strong>a spilla da giacca, la prese in mano e la<br />

riconobbe come <strong>un</strong>a di quelle consegnate<br />

all'inaugurazione di D<strong>un</strong>bar, la guardò con attenzione, capì<br />

che era d'oro, come quella che avevano dato a lui, gli<br />

venne fatto di cercare la scheggiatura nell'angolo,<br />

provocata dalla sua caduta sul palco, ma quella non aveva<br />

alc<strong>un</strong> difetto. «Sì, è <strong>un</strong>a spilla dell'inaugurazione, ma non è<br />

la mia» disse deciso.<br />

«Ne è proprio sicuro?» chiese l'ispettore.<br />

«Sì, la mia aveva <strong>un</strong> piccolo segno qui nell'angolo,<br />

abbastanza caratteristico, questa è integra. Ma perché me<br />

l'ha mostrata?».<br />

L'ispettore ignorò la domanda e chiese a sua volta: «ma lei<br />

ne è ancora in possesso, sarebbe in grado di produrla su<br />

richiesta?».<br />

«Guardi, me la sono messa solo quella volta, dovrebbe<br />

stare a casa in <strong>un</strong> cassetto, da qualche parte, francamente<br />

non la vedo da allora. Ripeto, ma perché mi fa queste<br />

domande? Sono accusato di qualcosa?» disse Fawzy e<br />

dalla intonazione di voce già si capiva che si stava<br />

243


innervosendo.<br />

«No, no, assolutamente, stia tranquillo, sono solo controlli<br />

di routine. Sono sicuro che lei non c'entra niente e se mi<br />

promette di non parlarne in giro glielo posso anche dire il<br />

motivo».<br />

Fawzy ass<strong>un</strong>se l'espressione più innocente del mondo:<br />

«Ma si figuri, io sono <strong>un</strong>a persona assolutamente<br />

riservata».<br />

L'ispettore lo osservò qualche secondo, prima di<br />

riprendere: «Lei sa che di queste spille d'oro ne furono<br />

consegnate <strong>un</strong> centinaio quel giorno, esattamente 104.<br />

Ebbene, questa è stata trovata sul luogo di <strong>un</strong>o dei recenti<br />

delitti. Può esserci capitata per caso, può esserci caduta<br />

anche prima o dopo il ritrovamento del cadavere e non<br />

entrarci per niente, ma data la situazione non possiamo<br />

scartare ness<strong>un</strong>a pista e adesso è compito mio verificare<br />

chi ne è ancora in possesso e chi no. Per cui le debbo<br />

chiedere di cercarla ed appena <strong>possibile</strong> di farcela<br />

vedere».<br />

A quella richiesta, Fawzy aveva sentito salire d'improvviso<br />

l'angoscia dei bei tempi ed <strong>un</strong> po' impacciato rispose: «Ma<br />

certamente, domenica sera vado a casa e la cerco<br />

senz'altro. Spero di non avere problemi a ritrovarla, sa ho<br />

<strong>un</strong>a domestica ad ore che mi tiene in ordine la casa, tante<br />

volte succede che lei ripone gli oggetti meno utilizzati<br />

secondo i suoi criteri. Mal che vada mi farò aiutare. E'<br />

troppo tardi se gliela porto alla fine della prossima<br />

settimana?».<br />

«Oh, non c'è problema, appena la trova me lo fa sapere, mi<br />

chiama ed io le mando <strong>un</strong> collega a controllare, non c'è<br />

244


isogno che si disturbi a portarla da me, l'importante è<br />

avere la conferma che è ancora in suo possesso, il più<br />

presto <strong>possibile</strong>» rispose l'ispettore con <strong>un</strong>a certa<br />

risolutezza e trasferendo il suo biglietto da visita sul<br />

dispositivo da polso di Fawzy: anche quello contribuì ad<br />

alzare la sua tensione, avevano fretta.<br />

«Cosa potrebbe succedere se non la dovessi trovare?»<br />

chiese quasi supplicante Fawzy.<br />

«Niente di particolare, già <strong>un</strong> paio di persone ci hanno<br />

detto di averla smarrita, in questo caso siamo costretti a<br />

fare ulteriori accertamenti, <strong>un</strong> po' di tempo saremmo<br />

costretti a farglielo perdere» detto questo attivò lo schermo<br />

del tavolo, richiamò <strong>un</strong> verbale standard per<br />

quell'operazione, lo aggiornò, glielo fece leggere e firmare<br />

con l'impronta dell'indice destro, infine si alzò tendendogli<br />

la mano e con <strong>un</strong> sorriso di circostanza.<br />

Anche Fawzy si alzò, gli strinse la mano, rispose con <strong>un</strong><br />

sorrisetto alquanto sconsolato ed uscì dall'ufficio,<br />

raggi<strong>un</strong>gendo Rosa.<br />

Naturalmente le raccontò tutto mentre andavano a casa.<br />

Rosa riconobbe subito quello sguardo da cane bastonato<br />

che Fawzy assumeva quando doveva affrontare situazioni<br />

che lo disturbavano particolarmente e gli chiese se voleva<br />

tornare a casa per togliersi il pensiero.<br />

«Non mi sembra il caso, anche perché sono sicuro di avere<br />

bisogno dell'aiuto di Sonia, l'avrà messa da qualche parte<br />

secondo i suoi criteri imperscrutabili. E' meglio se aspetto<br />

l<strong>un</strong>edì. Stai tranquilla, adesso mi passa tutto, è <strong>un</strong>a cosa<br />

da niente. Vuoi che mi accusino di <strong>un</strong> efferato delitto<br />

all'arma bianca col mio fisico?» e si sforzò di ridere per<br />

245


esorcizzare <strong>un</strong>a paura difficile da mascherare.<br />

In effetti quello fu <strong>un</strong> fine settimana tutt'altro che sereno,<br />

dell'argomento non ne parlarono più, ma l'idea della spilla<br />

aleggiava nell'aria intorno a loro come <strong>un</strong> moscone.<br />

La domenica sera Fawzy ripartì col solito treno, anche se<br />

quella settimana avrebbe potuto rimanere anche <strong>un</strong> giorno<br />

in più, ed appena arrivato a casa iniziò le ricerche, che non<br />

dettero alc<strong>un</strong> esito e questo lo mandò a dormire molto tardi<br />

e con indosso <strong>un</strong> bello zaino pieno di preoccupazioni.<br />

Il mattino dopo chiamò Sonia, prima di andare in ufficio, e<br />

le disse della spilla. Lei non se la ricordava bene e rispose<br />

che avrebbe dovuto cercarla con calma, ma in ogni caso<br />

non sarebbe potuta andare a casa sua prima del<br />

pomeriggio. Si misero quindi d'accordo che, se lei l'avesse<br />

trovata, lo avrebbe avvertito immediatamente, altrimenti lui<br />

sarebbe tornato a casa appena fosse stato in grado di<br />

sganciarsi, per continuare le ricerche insieme.<br />

Sonia era la persona che Fawzy aveva ass<strong>un</strong>to per<br />

qualche ora la settimana dopo che la moglie lo aveva<br />

lasciato e lui si era subito reso conto che non era in grado<br />

neppure di dare le direttive al robot delle pulizie. C'era poi il<br />

problema del cucinare, lui si era stufato molto presto dei<br />

cibi precotti e non sapeva da dove cominciare per mettersi<br />

davanti ai fornelli, così Sonia ogni tanto gli preparava<br />

qualcosa. Era stato in quel periodo che Fawzy aveva<br />

iniziato a mangiare sempre di meno, perdendo di<br />

conseguenza peso. A distanza di anni, la sua autonomia<br />

aveva fatto passi da gigante ed anche il nuovo robot era<br />

certamente più evoluto e semplice del precedente, ma lei<br />

246


aveva proprio bisogno dei soldi che le dava e lui non se<br />

l'era sentita di metterla in difficoltà. Così aveva continuato a<br />

gestire la casa, quasi fosse <strong>un</strong> po' anche sua, andando a<br />

riporre le cose secondo i suoi canoni, non propriamente<br />

logici.<br />

L'ann<strong>un</strong>cio di aver ritrovato la spilla non ci fu, così lui arrivò<br />

a casa e, dopo <strong>un</strong> breve resoconto di dove aveva già<br />

guardato, scandagliarono insieme i pochi p<strong>un</strong>ti rimasti e<br />

poi ricominciarono da capo, rivoltando l'appartamento da<br />

cima a fondo fino all'ora di cena. Poi Sonia si scusò, ma<br />

doveva proprio tornare dalla sua famiglia, per cui Fawzy<br />

proseguì da solo, senza mangiare neanche <strong>un</strong> boccone.<br />

Verso le dieci lo aveva chiamato Rosa, preoccupata<br />

perché non si era fatto ancora sentire, ma non ebbe<br />

trattamenti di riguardo per le sue attenzioni, le disse solo<br />

che non l'aveva ancora trovata, chiuse quasi subito per<br />

proseguire le ricerche senza perdere altro tempo ed andò<br />

avanti fin quasi a mezzanotte, quando decise che era<br />

venuto il momento di prenderne atto: la spilla non c'era più.<br />

Il mattino successivo recuperò il biglietto da visita<br />

dell'ispettore e lo chiamò per avvertirlo che le sue ricerche<br />

non avevano dato esito. L'altro gli preann<strong>un</strong>ciò l'invio di<br />

<strong>un</strong>a sorta di questionario, che lui avrebbe dovuto riempire<br />

per giustificare i suoi movimenti il giorno del delitto,<br />

eventuali testimoni e cose del genere. Gli era arrivato nel<br />

pomeriggio, lui ci si era messo subito d'impegno ed in<br />

serata glielo aveva già rispedito.<br />

Era arrivato al venerdì e, non avendo avuto alc<strong>un</strong> riscontro,<br />

247


provò a chiedere a che p<strong>un</strong>to erano arrivati con le verifiche.<br />

L'ispettore inizialmente restò sul vago e poi, incalzata dalle<br />

domande sempre più ansiose di Fawzy gli disse molto<br />

direttamente: «Guardi, mi dispiace, ma dati i suoi trascorsi,<br />

ci è stato ordinato <strong>un</strong> supplemento di indagine. È la prassi<br />

e poi c'è qualche piccola sfasatura di orario sul suo alibi,<br />

che dobbiamo controllare meglio».<br />

«Ma come» rispose Fawzy al quale nel frattempo era<br />

crollato il mondo addosso «dopo tanti anni, e non ho<br />

neppure partecipato alla fase cruenta, è <strong>un</strong>a persecuzione<br />

questa!» aveva la voce rotta dall'apprensione «eppoi quale<br />

sfasatura di orario, io ero da tutt'altra parte, non sarei mai<br />

potuto ...» e non riusciva neppure a finire la frase.<br />

«Lo so, la capisco, ma non ci posso fare niente. Le debbo<br />

dire di tenersi a disposizione, non si allontani senza<br />

avvertirci e soprattutto non tenti di espatriare, il suo<br />

passaporto è sospeso».<br />

«Ma chi vuole espatriare e poi dove! Non ho fatto niente,<br />

io!» stava perdendo il controllo «e poi stasera debbo venire<br />

a D<strong>un</strong>bar, non posso fare più neppure questo?» chiese con<br />

sempre maggiore trepidazione.<br />

«Sì, a D<strong>un</strong>bar può venire senza problemi, tanto sono in<br />

grado di trovarla, se necessario. Non ci pensi troppo,<br />

rettore, sono atti dovuti».<br />

Si salutarono e Fawzy interpretò la sua ultima frase come<br />

<strong>un</strong> atteggiamento di cortesia, ma distantissimo dalla realtà<br />

dei fatti che lo vedevano tra i sospetti esecutori di quel<br />

delitto. Lui, roba da matti.<br />

Chiamò <strong>un</strong> suo amico avvocato penalista, gli raccontò<br />

brevemente cosa era successo e gli chiese se avrebbe<br />

248


potuto fare qualcosa. L'altro rispose che in quella fase era<br />

inutile, che probabilmente si sarebbe sgonfiato il tutto nel<br />

giro di qualche giorno e che non si doveva preoccupare,<br />

almeno fino a quando non ci fosse stata <strong>un</strong>a notifica di<br />

qualche tipo. Solo in quel caso lo avrebbe dovuto<br />

ricontattare e lui si sarebbe occupato della cosa. Si<br />

salutarono, ma Fawzy non riusciva a riprendere il controllo<br />

in alc<strong>un</strong> modo.<br />

Ricevette la chiamata di Rosa, le raccontò la novità, le<br />

disse che si stava preparando a partire e che quella sera le<br />

avrebbe raccontato tutto nello specifico, anche se di altri<br />

dettagli in effetti ce ne erano davvero pochi.<br />

Finì di rad<strong>un</strong>are le sue cose e si avviò verso la stazione.<br />

Durante il viaggio continuò a tormentarsi per questa<br />

ennesima traversia, ma poi cercò di recuperare quei<br />

pensieri di routine che erano saltati con la vicenda della<br />

spilla e … accidenti la sera dopo avevano quel maledetto<br />

ricevimento ufficiale in Prefettura, la solita iniziativa per<br />

distogliere l'attenzione dagli omicidi. Se ne era dimenticato<br />

completamente e non aveva proprio voglia di andarci, ma<br />

come avrebbe potuto fare ad evitarlo, avrebbero rotto le<br />

scatole per giorni per la loro eventuale assenza, soprattutto<br />

a Rosa, non c'era scampo. Cominciò anche a chiedersi se<br />

nell'armadio avrebbe trovato <strong>un</strong> vestito all'altezza della<br />

situazione, era <strong>un</strong>o di quegli eventi che ti facevano mettere<br />

tutto in ghingheri. Già in condizioni di serenità faceva fatica<br />

a ricordarsi quali abiti poteva averci lasciato, in quello stato<br />

di stress quasi non era sicuro che ci fosse <strong>un</strong> armadio. Poi<br />

pian piano riuscì a focalizzare la situazione e gli sembrò<br />

che qualcosa di adatto avrebbe anche potuto trovarcelo. Al<br />

249


più avrebbe forse dovuto comprare qualcosa di intonato,<br />

ma non era certo quello il problema.<br />

Perso dietro questi ed altri pensieri futili, sentì il rumore<br />

della cremagliera che si era agganciata e tornò alla realtà,<br />

erano vicini alla stazione per cui si preparò e andò alla<br />

portiera più vicina, pronto a scendere. Era come se stesse<br />

rivivendo il venerdì precedente, ma era passata solo <strong>un</strong>a<br />

settimana? Gli sembrava molto di più, chissà se adesso lo<br />

avrebbe intercettato di nuovo l'ispettore … non si ricordava<br />

neanche più come si chiamava. Scese e cominciò a<br />

percorrere la pensilina guardandosi intorno, quasi si<br />

aspettasse che da <strong>un</strong> momento all'altro qualc<strong>un</strong>o gli si<br />

sarebbe fatto sotto a sventolargli <strong>un</strong> tesserino davanti agli<br />

occhi. Ma molto presto vide la figura rassicurante di Rosa<br />

che lo aspettava al solito posto e nel tragitto per<br />

raggi<strong>un</strong>gerla non ci fu ness<strong>un</strong> contrattempo. Quando arrivò<br />

a pochi passi da lei gli venne di prendere <strong>un</strong> certo slancio,<br />

andando ad abbracciarla col calore dei primi tempi che<br />

stavano insieme. Rosa capì da quel trasporto che aveva<br />

davvero bisogno di sostegno per quella vicissitudine<br />

cadutagli senza preavviso fra capo e collo, ed era<br />

preoccupata perché già da qualche mese aveva notato che<br />

anche il più piccolo contrattempo gli provocava <strong>un</strong> fastidio<br />

francamente eccessivo, figuriamoci <strong>un</strong>a cosa come quella.<br />

Rimasero abbracciati anche riprendendo a camminare<br />

verso l'uscita, con Fawzy che accennava ad <strong>un</strong> regalo per<br />

Ruggero ed ai suoi problemi di vestiario per quel maledetto<br />

ricevimento del giorno successivo. Non voleva parlare del<br />

suo episodio, era chiaro, e Rosa cercò di assecondarlo in<br />

ogni modo, fino a quando non furono a casa, entrarono ed<br />

250


apparentemente iniziò il solito venerdì sera in famiglia.<br />

_ _ _<br />

Il giorno successivo era trascorso senza particolari novità,<br />

avevano perso <strong>un</strong> po' di tempo a fare acquisti ed ora erano<br />

a buon p<strong>un</strong>to coi preparativi. Rosa aveva già messo quel<br />

rossetto blu fosforescente che andava tanto di moda e<br />

stava finendo di aggiustare quelle sottili appendici per le<br />

guance, che piacevano a molti ma non a Fawzy, quando<br />

arrivò la solita baby-sitter che si mise subito a scherzare<br />

coi bambini. Terminata l'imbellettatura con <strong>un</strong>a piccola<br />

decorazione sulla fronte, Rosa le dette le ultime<br />

indicazioni, giusto per non perdere l'abitudine, e si<br />

prepararono ad uscire salutando i bambini e facendo le<br />

solite raccomandazioni.<br />

Per fort<strong>un</strong>a la Prefettura non era troppo lontana,<br />

camminare con i tacchi alti non era proprio l'abilità<br />

principale di Rosa e dopo poco le facevano male le<br />

caviglie, ma in certi casi non si poteva esimere. In <strong>un</strong>a<br />

decina di minuti erano all'ingresso, dove già parecchia<br />

gente si era accodata per presentare il biglietto d'invito.<br />

Fecero la fila come tutti, cercando di darsi <strong>un</strong> tono, e<br />

finalmente furono dentro.<br />

Bonanno era all'ingresso dell'enorme salone a fare i<br />

convenevoli, anche qui c'era <strong>un</strong>a piccola fila, che però<br />

scorreva in modo accettabile. Sfoggiava <strong>un</strong> vestito molto<br />

elegante, con <strong>un</strong>a giacca corta, <strong>un</strong> gran fiocco viola al collo<br />

ed <strong>un</strong>a gonna maschile tagliata obliquamente, che<br />

sembrava fatta a posta per evidenziare il gluteo ed i<br />

muscoli della sua coscia sinistra, completamente depilata.<br />

251


La luce non consentiva di averne la certezza, ma Rosa<br />

ebbe l'impressione che se l'era anche fatta truccare, per<br />

accentuare l'effetto. Arrivò anche il loro turno, Bonanno si<br />

esibì con lei in <strong>un</strong> baciamano <strong>un</strong> po' eccessivo e dette <strong>un</strong>a<br />

energica stretta di mano a Fawzy, che con la coda<br />

dell'occhio non poté fare a meno di notare la spilla<br />

dell'inaugurazione app<strong>un</strong>tata sulla sua giacca, ma si sforzò<br />

di non guardarla direttamente. Gli gli venne naturalmente<br />

da pensare che quell'oggetto, pressoché dimenticato fino a<br />

pochi giorni prima, stava ritornando prepotentemente alla<br />

ribalta. Andarono avanti per consentire anche agli altri di<br />

subire lo stesso trattamento.<br />

Il grande spazio del ricevimento era rettangolare e<br />

suddiviso per zone di fruizione. La porta di ingresso<br />

risultava centrale ad <strong>un</strong>a delle due pareti l<strong>un</strong>ghe e proprio<br />

di fronte a questa, addossato alla parete opposta, era stato<br />

collocato <strong>un</strong> piccolo palco, sul quale c'era solo <strong>un</strong>a buona<br />

<strong>un</strong>ità musicale automatica, che in quel momento<br />

produceva brani strumentali da sottofondo, in attesa che<br />

arrivasse qualc<strong>un</strong>o a cantare o a fare qualche richiesta<br />

specifica. Lo spazio antistante era stato lasciato libero e<br />

sarebbe servito come pista da ballo o per eventuali<br />

esibizioni. I due angoli opposti all'ingresso ospitavano i<br />

buffet, con <strong>un</strong> paio di camerieri per lato che aiutavano nella<br />

distribuzione: qui si stavano assiepando già diverse<br />

persone. Tutto lo spazio rimanente era occupato da <strong>un</strong><br />

gran numero di tavolini rotondi minuscoli con due-tre sedie<br />

per ciasc<strong>un</strong>o intorno e gran parte dei presenti si era già<br />

accomodato o aveva com<strong>un</strong>que riservato dei posti. Rosa e<br />

Fawzy ne scelsero con cura <strong>un</strong>o che non fosse vicino a<br />

252


qualche persona che preferivano evitare. Non videro<br />

Locatelli in giro, forse sarebbe arrivato più tardi. Sul soffitto<br />

e nella parte superiore delle pareti scorrevano alc<strong>un</strong>i filmati<br />

dei generi più svariati in porzioni dinamiche per forma e<br />

dimensione. Il tutto contribuiva sostanzialmente<br />

all'illuminazione della sala che di base aveva solo delle luci<br />

diffuse incastrate nelle pareti.<br />

Fawzy chiese a Rosa se volesse prendere qualcosa da<br />

mangiare, ma lei disse che preferiva aspettare che ci fosse<br />

<strong>un</strong> po' meno ressa. Ne avrebbe approfittato per riposarsi<br />

dal tragitto sui trampoli, se non ci fosse stato <strong>un</strong> continuo<br />

andirivieni di persone che la volevano salutare, farle i<br />

complimenti, chiedere qualcosa. Quasi tutti li vedeva quasi<br />

giornalmente, per cui era la solita recita delle relazioni alla<br />

quale non poteva fare a meno di sottostare.<br />

Nel giro di <strong>un</strong>a mezz'ora erano al completo e Bonanno salì<br />

sul piccolo palco ed amplificò il suo microfono per ripetere<br />

il benvenuto a tutti i presenti ed ann<strong>un</strong>ciare qualche piccola<br />

sorpresa per allietare la serata.<br />

Passò qualche minuto, Rosa era stata letteralmente<br />

sequestrata dalla moglie di <strong>un</strong> consigliere di maggioranza,<br />

che continuava a magnificare le capacità di suo marito,<br />

<strong>un</strong>a persona che Rosa considerava <strong>un</strong> perfetto imbecille.<br />

Pian piano la coda ai buffet cominciò a smaltire, così lui le<br />

fece <strong>un</strong> cenno e si alzò per andare a mettersi in coda.<br />

Mentre aspettava il suo turno, si guardava intorno e notò<br />

che diverse altre persone portavano la famosa spilla; non<br />

che fossero tutte d'oro, anzi per lo più si trattava di quel<br />

modello più piccolo e senza valore, ma adesso stavano<br />

diventando quasi <strong>un</strong>'ossessione. Si fece preparare <strong>un</strong><br />

253


vassoio misto, prese qualcosa da bere e si stava avviando<br />

al loro tavolo quando incrociò Bonanno che si era messo a<br />

sua volta in coda. Si scambiarono <strong>un</strong>'altra occhiata di<br />

saluto, <strong>un</strong> accenno di sorriso e questa volta non poté fare a<br />

meno di buttare l'occhio sulla spilla: fu questione di <strong>un</strong><br />

attimo, ma questa volta l'aveva guardata bene, era molto<br />

vicino e notò che era scheggiata all'angolo inferiore della<br />

bandiera, proprio come la sua. Quando arrivò al tavolo,<br />

Rosa era ancora in ostaggio, ma vedendolo arrivare con le<br />

vivande la matrona considerò che forse era arrivato il<br />

momento di ritirarsi, per cui a Rosa venne spontaneo di<br />

dire: «mai cibo mi fu più gradito, se non tornavi avrei finito<br />

per strangolarla. Me la sarei cavata con la seminfermità<br />

mentale e molte attenuanti, ero davvero sull'orlo di <strong>un</strong>a<br />

crisi di nervi» e fece seguire <strong>un</strong>a delle sue solite risate, che<br />

durò poco perché si accorse subito che c'era qualcosa che<br />

non andava.<br />

Lì per lì non volle dire niente, cominciò a mangiare,<br />

buttando là <strong>un</strong>a frase ogni tanto, ma giusto per non stare<br />

zitta. Fawzy rispondeva a fatica, mangiava più per il<br />

nervosismo che per appetito ed ormai quegli atteggiamenti<br />

per lei erano più di <strong>un</strong> libro aperto.<br />

Passarono così qualche altro minuto, ma alla fine, vedendo<br />

che Fawzy non si decideva a parlare e con <strong>un</strong> tono anche<br />

<strong>un</strong> po' acido, sbottò: «cos'è successo, sp<strong>un</strong>ta il rospo».<br />

Fawzy la guardava dritta negli occhi, ma continuava a<br />

tacere, quando però vide che stava veramente perdendo la<br />

pazienza, si guardò <strong>un</strong> attimo intorno e finalmente disse:<br />

«Bonanno ha la mia spilla dell'inaugurazione» e finì lì.<br />

Rosa capì subito che stava associando la scomparsa della<br />

254


spilla alle supposizioni di Harsha di ormai tanto tempo<br />

prima. Bonanno poteva essere davvero la spia, quello che<br />

aveva messo in piedi tutto l'ambaradan, aveva l'esperienza<br />

e la posizione per farlo. Tuttavia, come suo solito, provò a<br />

fare l'avvocato del diavolo: «Perché dici che è la tua?».<br />

«Ha proprio la stessa ammaccatura, quella che fu<br />

provocata dalla mia caduta sul palco all'inaugurazione»<br />

rispose asciutto, asciutto.<br />

Nel frattempo qualc<strong>un</strong>o era salito sul palchetto ed aveva<br />

cominciato a cantare <strong>un</strong> motivo che aveva fatto successo<br />

<strong>un</strong> paio d'anni prima, non ebbe minimamente la loro<br />

attenzione, ma i più intraprendenti furono indotti a<br />

scendere in pista per le danze. Per il conseguente<br />

trambusto, Rosa si dovette avvicinare all'orecchio di<br />

Fawzy, per non alzare troppo la voce: «Che vuol dire,<br />

quello è <strong>un</strong> p<strong>un</strong>to delicato, può essere caduta anche a lui<br />

ed essersi scheggiata nello stesso modo» provò a dire.<br />

«Ho passato la serata a guardare le spille dei presenti,<br />

sono tutte sane, non ti sembra strano che si siano<br />

scheggiate nello stesso modo solo la mia e la sua?»<br />

risposta facile e scontata.<br />

Il movimento di coloro che andavano a centro sala era<br />

aumentato ed <strong>un</strong> paio di volte entrambi si erano dovuti<br />

alzare e spostare le sedie per aprire la strada agli aspiranti<br />

ballerini. Quando quel contrattempo fu finito, Rosa<br />

continuò: «Non mi torna che se la sia messa, allora. Mica<br />

era obbligato ad indossarla, lui aveva solo bisogno di<br />

mostrarla alla polizia per levarseli di torno».<br />

«E' la prima cosa che ho pensato, ma anche qui ci sono<br />

varie spiegazioni plausibili: o non si è accorto della<br />

255


scheggiatura, o non gli ha dato importanza, o ha deciso di<br />

correre il rischio pur di far vedere a tutti che lui la sua spilla<br />

ce l'ha ancora, per sgombrare il campo da qual<strong>un</strong>que<br />

sospetto, insomma».<br />

Rosa non aveva altri argomenti da proporre, per cui chiuse<br />

il discorso dicendo: «Pensala come vuoi, ma non hai <strong>un</strong>o<br />

straccio di prova, la verità è che non ti è mai stato<br />

simpatico, quindi se fosse davvero lui ne saresti<br />

doppiamente contento».<br />

Quella affermazione lo fece letteralmente imbestialire:<br />

«Non c'entra niente la simpatia, se tre indizi fanno <strong>un</strong>a<br />

prova, la segnalazione di Harsha e questa faccenda della<br />

spilla ci porta già a due, siamo davvero ad <strong>un</strong> passo dal<br />

dimostrare che è così» e si rimise a mangiare con la foga<br />

di chi deve fare qualcosa per non scoppiare.<br />

Restarono per <strong>un</strong> po' in silenzio, mentre la festa stava<br />

arrivando al culmine e dopo poco salì sul palco <strong>un</strong> comico<br />

che in quel periodo stava andando per la maggiore.<br />

Faceva <strong>un</strong> numero mezzo parlato e mezzo cantato, l'<strong>un</strong>ità<br />

musicale lo seguiva perfettamente nei vari stacchi, grazie<br />

alle sue f<strong>un</strong>zionalità più evolute, sembrava quasi in playback,<br />

ma l'interazione con i presenti dimostrava che tutto si<br />

stava svolgendo rigorosamente dal vivo.<br />

Rosa riuscì a distrarsi <strong>un</strong> po', Fawzy non ebbe invece<br />

neppure <strong>un</strong> accenno di sorriso, continuava a guardarsi<br />

intorno e, ad <strong>un</strong> certo p<strong>un</strong>to, si alzò senza dire niente e<br />

fece finta di andare al buffet, ma con <strong>un</strong>a strana deviazione<br />

che lo portava nelle vicinanze di Bonanno, in piedi in <strong>un</strong>a<br />

zona con poco traffico a seguire lo spettacolo.<br />

Quando fu a pochi metri gli si avvicinò con fare cordiale:<br />

256


«Daya, <strong>un</strong>a bellissima festa, le mie congratulazioni».<br />

«Grazie Fawzy, sai benissimo che siamo <strong>un</strong> po' obbligati,<br />

ma visto che dobbiamo, le cose conviene sempre farle per<br />

bene, o no?» ed alzò il bicchiere in <strong>un</strong> accenno di brindisi.<br />

«Vedo che ti sei messo la spilla dell'inaugurazione» ed<br />

all<strong>un</strong>gò <strong>un</strong>a mano come per toccarla «io ho scoperto<br />

proprio negli ultimi giorni di non avere più la mia. Non so se<br />

lo sai, ma proprio per questo mi sono ritrovato invischiato<br />

nell'indagine su <strong>un</strong>o degli ultimi delitti ed ho tutt'ora delle<br />

noie con la polizia: sembra che mi considerino <strong>un</strong>o dei<br />

sospettati» e fece <strong>un</strong> gesto per sottolineare l'assurdità di<br />

quella situazione.<br />

«Ah, davvero spiacevole» intercalò Bonanno, tanto per<br />

dimostrarsi partecipe, mentre Fawzy insisteva a<br />

concentrare l'attenzione sulla spilla.<br />

«Ma lo sai che era proprio uguale alla tua! Si certo, erano<br />

tutte uguali, ma anche la mia aveva questa stessa<br />

scheggiatura all'angolo inferiore» ed a quel p<strong>un</strong>to prese il<br />

risvolto della giacca sul quale era app<strong>un</strong>tata la spilla e lo<br />

piegò verso lo sguardo di Daya, a rimarcare quello che<br />

intendeva evidenziare «proprio la stessa, mi ricordo che fu<br />

provocata dalla mia caduta sul palco il giorno<br />

dell'inaugurazione, hai presente?» rimarcò Fawzy<br />

guardandolo dritto negli occhi per vederne la reazione ed<br />

ebbe l'impressione che per la prima volta Bonanno, almeno<br />

per <strong>un</strong> istante, si trovasse a disagio, ma questi fece presto<br />

a riprendersi e rispose: «Oh certo, come no! Facesti <strong>un</strong> bel<br />

trambusto e col Presidente che stava per arrivare. A me<br />

viene sempre da ridere quando qualc<strong>un</strong>o cade, ma quella<br />

volta proprio no, non avrei voluto essere nei tuoi panni, la<br />

257


Brembo ti stava incenerendo con lo sguardo. Ma poi lo sai<br />

che è strano, non mi ero proprio accorto di questo piccolo<br />

difetto, prima che me lo facessi notare. L'avevo messa solo<br />

<strong>un</strong>'altra volta, dopo l'inaugurazione, ed ormai è passato <strong>un</strong><br />

bel po' di tempo» non c'erano dubbi, manifestava <strong>un</strong> certo<br />

di imbarazzo.<br />

“Bravo, davvero bravo, ma meno del solito” stava<br />

pensando Fawzy e non sapendo cos'altro aggi<strong>un</strong>gere lo<br />

salutò e si avviò verso il buffet a prendere da bere, tanto<br />

per avvalorare il fatto che l'incontro era stato almeno<br />

apparentemente casuale.<br />

Con due calici di spumante tornò da Rosa, che aveva<br />

guardato con attenzione tutto il suo percorso. Lei prese<br />

quello che le porgeva, bevve <strong>un</strong> breve sorso e chiese:<br />

«Che vi siete detti di bello?».<br />

«Niente di particolare, ho solo provato a vedere se si<br />

tradiva e per la prima volta da quando lo conosco c'è<br />

mancato davvero poco che lo facesse. Purtroppo resta<br />

maledettamente abile e adesso lui sa che io so» disse<br />

senza aggi<strong>un</strong>gere che la cosa gli provocava <strong>un</strong>a certa<br />

apprensione.<br />

Dopo <strong>un</strong> po' Rosa provò a farlo ballare, per cercare di<br />

distrarlo, ma non ci fu modo di convincerlo. Per fort<strong>un</strong>a ad<br />

<strong>un</strong> certo p<strong>un</strong>to si sedettero al loro tavolo <strong>un</strong>a sua amica col<br />

marito. Questo contribuì a far passare il tempo <strong>un</strong> po' più<br />

velocemente verso l'ora che poteva far considerare la<br />

serata terminata. Quando cominciarono a notare che<br />

qualc<strong>un</strong>o aveva iniziato ad andarsene, salutarono gli amici,<br />

presero le loro cose e si avviarono verso l'uscita.<br />

Erano vicini alla porta, quando Fawzy si voltò, quasi fosse<br />

258


stato chiamato, si trovò addosso lo sguardo di Bonanno<br />

che lo seguiva passo passo e non si era per niente dato la<br />

briga di mascherarlo, <strong>un</strong>a volta che i loro sguardi si erano<br />

incontrati. Gli fece solo <strong>un</strong> cenno di saluto, come in<br />

precedenza, alzando leggermente il bicchiere che aveva in<br />

mano.<br />

_ _ _<br />

Qualche giorno dopo la festa, Fawzy era alla sua scrivania,<br />

impegnato ad impostare alc<strong>un</strong>e iniziative di facoltà, quando<br />

ricevette <strong>un</strong>a chiamata concitata da Rosa: «Fawzy, la<br />

situazione sta precipitando, qui è in atto <strong>un</strong>a vera e propria<br />

rivolta dopo che questa notte <strong>un</strong>a pattuglia di militari ha<br />

sorpreso in flagrante <strong>un</strong>a cellula che aveva appena ucciso<br />

<strong>un</strong>a persona con la solita ferocia degli ultimi delitti. L'ala<br />

radicale della protesta questa volta è stata in grado di<br />

coinvolgere <strong>un</strong> gran numero di persone ed a prendere il<br />

sopravvento, riuscendo ad espellere da tre torri tutte le<br />

forze di sicurezza. Solo la ovest non sono ancora riusciti a<br />

prenderla. Ho provato a farli desistere, ma non mi stanno a<br />

sentire e mi hanno anche accusata di essere <strong>un</strong>a<br />

doppiogiochista filo-governativa. Ho anche provato ad<br />

andare via coi bambini, ma non c'è modo di passare<br />

dall'altra parte. Per questo ora sono confinata a casa con<br />

<strong>un</strong>o davanti alla porta per impedirmi di riprovarci. E poi<br />

sembra che tutti i mezzi di trasporto e le vie di accesso<br />

siano state bloccate ...».<br />

«Cerco di venire a prendervi in qualche modo, ma perché<br />

sono arrivati così repentinamente a questo p<strong>un</strong>to?» chiese<br />

Fawzy che non riusciva a capacitarsi.<br />

259


«La cellula era costituita da due persone che sono state<br />

riconosciute come poliziotti. Hanno fatto due più due ed è<br />

scoppiato il finimondo. Hanno anche <strong>un</strong> certo numero di<br />

armi che hanno sottratto a quelli che si sono fatti prendere<br />

di sorpresa e non hanno avuto il tempo di disattivarle.<br />

Com<strong>un</strong>que non credo che riuscirai ad arrivare fin qua,<br />

sicuramente non ti faranno passare ...tuuuuuuuu» la<br />

com<strong>un</strong>icazione era caduta e Fawzy non riuscì più a<br />

ripristinarla. Provò a chiamare altri numeri di D<strong>un</strong>bar, ma<br />

senza successo e dopo <strong>un</strong> paio di minuti fu inserito <strong>un</strong><br />

messaggio automatico che ann<strong>un</strong>ciava generiche difficoltà<br />

nel sistema di com<strong>un</strong>icazione e suggeriva di riprovare più<br />

tardi. Cercò la notizia sui canali informativi ufficiali, ma non<br />

ce ne era traccia. Quelli non allineati richiedevano troppo<br />

tempo e adesso lui non ne aveva.<br />

Guardò la situazione dei treni in partenza: il primo per<br />

D<strong>un</strong>bar risultava avere due ore di ritardo ed era in<br />

predicato di essere soppresso, anche i successivi erano<br />

indicati sospesi in attesa di com<strong>un</strong>icazioni.<br />

Uscì dal suo ufficio e si precipitò verso quello di Giulio, lì<br />

accanto, per farsi prestare l'auto: bussò ed entrò senza<br />

aspettare risposta, ma non era in stanza, e si ricordò che<br />

sarebbe stato assente tutto il giorno. Tornò nella sua<br />

stanza e cercò <strong>un</strong>'auto condivisa libera, la trovò in <strong>un</strong><br />

parcheggio ad <strong>un</strong> paio di chilometri, la prenotò, trasferì<br />

l'abilitazione sulla sua <strong>un</strong>ità da polso, prese il soprabito e si<br />

diresse verso l'uscita, senza avvertire ness<strong>un</strong>o che se ne<br />

stava andando, al più lo avrebbero chiamato. Salì sul solito<br />

triciclo ed andò più velocemente che poteva. In pochi<br />

minuti era arrivato ed aveva individuato l'auto, che era del<br />

260


solito tipo economico. Parcheggiò il suo mezzo lì vicino,<br />

salì sull'auto ed in pochi minuti fu all'imbocco della strada<br />

di scorrimento per D<strong>un</strong>bar. Calcolò che gli ci sarebbe<br />

voluto quasi <strong>un</strong> paio d'ore e fece mente locale sulla<br />

procedura di aggancio, non voleva aver scordato qualcosa,<br />

lui che viaggiava quasi sempre con i mezzi pubblici.<br />

Appena passò dal primo p<strong>un</strong>to di controllo, <strong>un</strong>a voce<br />

impersonale gli chiese di specificare la destinazione e lui<br />

disse deciso: «D<strong>un</strong>bar».<br />

«Località non raggi<strong>un</strong>gibile al momento» rispose la solita<br />

voce e chiese di nuovo di specificare la destinazione o di<br />

indicare che avrebbe lasciato la strada alla prima uscita<br />

disponibile.<br />

Fawzy ci pensò <strong>un</strong> attimo e disse il nome della cittadina<br />

all'imboccatura della valle, non troppo distante da D<strong>un</strong>bar,<br />

che forse era prima del blocco.<br />

La voce infatti chiese: «Velocità di crociera?» aveva<br />

accettato la destinazione.<br />

Fawzy disse: «Limite» indicando che voleva viaggiare alla<br />

massima velocità consentita.<br />

«Aggancio eseguito, tempo di percorrenza <strong>un</strong>'ora e 45<br />

minuti, buon viaggio».<br />

Fawzy lasciò il volante, adesso aveva tempo e cominciò a<br />

cercare qualche conferma di ciò che stava succedendo,<br />

ma trovò davvero poco più di quanto Rosa era riuscita a<br />

raccontagli prima che cadesse la com<strong>un</strong>icazione. Questo<br />

fatto lo preoccupò ancora di più, poteva significare che<br />

avevano elevato il livello di presidio sull'informazione<br />

perché la situazione era davvero grave.<br />

Ogni tanto riprovava a chiamare Rosa, ma con sempre<br />

261


minor convinzione, dopo il quarto o quinto tentativo era<br />

certo che avrebbe risentito il solito ann<strong>un</strong>cio.<br />

Man mano che si avvicinava alla valle, diminuiva il numero<br />

di mezzi civili che andavano nella sua direzione, mentre<br />

aumentavano quelli nella direzione opposta, inoltre<br />

continuava a superare <strong>un</strong> numero sempre maggiore di<br />

colonne militari, erano truppe in assetto di guerra e questo<br />

non faceva altro che incrementare la sua preoccupazione.<br />

Arrivò finalmente a destinazione, la strada di scorrimento<br />

da lì era accessibile solo alle truppe, tutti gli altri dovevano<br />

uscire per il paese e così fece anche lui. In compenso la<br />

fila di mezzi provenienti dalla valle e diretti verso il lago era<br />

l<strong>un</strong>ghissima. Cercò di imboccare qualche strada locale che<br />

andava verso est, ma tutte si convogliavano nello stesso<br />

p<strong>un</strong>to, dove c'era <strong>un</strong> posto di blocco che faceva tornare<br />

indietro tutti senza eccezione.<br />

Alla fine parcheggiò l'auto ed entrò in <strong>un</strong> bar per prendere<br />

qualcosa e cercare informazioni più fresche. Il locale era<br />

piuttosto affollato, c'erano diverse persone che come lui<br />

cercavano di sapere se e quando sarebbe stato <strong>possibile</strong><br />

proseguire, ma ness<strong>un</strong>o sapeva niente con certezza.<br />

Come al solito c'era qualche millantatore che diceva di<br />

sapere per certo che era successo questo e quell'altro, ma<br />

bastava fare <strong>un</strong> paio di domande mirate, per sentirlo<br />

cadere in contraddizione e smascherarlo.<br />

Quando il barista gli portò il caffè che aveva ordinato,<br />

provò a chiedergli: «ma secondo lei sarebbe <strong>possibile</strong><br />

proseguire a piedi? Ho dei parenti a D<strong>un</strong>bar e non ho più<br />

ness<strong>un</strong>a notizia da ore».<br />

L'altro lo guardò <strong>un</strong> po' strano, quasi avesse detto<br />

262


qualcosa di inconcepibile, ma poi rispose: «Francamente<br />

non lo so, e poi fino a D<strong>un</strong>bar ... è proprio lì che vanno i<br />

militari, dicono che sono migliaia, eppoi sono stati perentori<br />

sull'evacuazione della zona. Ho anche sentito che hanno<br />

chiuso la strettoia col filo spinato, sa quella che c'è poco<br />

dopo il posto di blocco. Non vogliono proprio che qualc<strong>un</strong>o<br />

si infiltri senza autorizzazione. Forse <strong>un</strong>o esperto potrebbe<br />

aggirarli passando dai sentieri montani, salendo su per poi<br />

riscendere vicino alla zona della città. Sarebbe com<strong>un</strong>que<br />

tutt'altro che semplice, visto quanto ha piovuto molto negli<br />

ultimi giorni, ci sono sicuramente dei passaggi difficili già<br />

per gente pratica, figuriamoci per <strong>un</strong> cittadino senza<br />

attrezzatura» e marcò molto l'ultima frase, a sottolineare la<br />

considerazione che gli dava per quell'impresa.<br />

«Ma magari se mi attrezzo, lei me la può trovare <strong>un</strong>a<br />

guida?» provo ad insistere Fawzy.<br />

«Guardi, che sappia io di guide ufficiali ce ne sono solo<br />

nella parte alta della valle, qua da noi al più si può trovare<br />

qualc<strong>un</strong>o abituato ad andare per i boschi, ma secondo me<br />

le direbbero di no, troppo pericoloso, chi glielo fa fare di<br />

mettersi contro le direttive dell'esercito. Dia retta a me,<br />

lasci perdere e aspetti come gli altri, anche se non si è mai<br />

vista <strong>un</strong>a cosa del genere, io credo che non ci metteranno<br />

troppo tempo, nel giro di <strong>un</strong> paio di giorni sarà tutto finito. E<br />

adesso mi scusi, ma ho molti clienti che mi reclamano» ed<br />

andò verso <strong>un</strong> gruppo rumoroso che si era collocato sul<br />

lato opposto del bancone.<br />

Uscì e cercò <strong>un</strong> negozio di attrezzature sportive, ce ne era<br />

<strong>un</strong>o a qualche centinaio di metri, piuttosto fornito. Entrò e<br />

si diresse da quello che sembrava il proprietario e senza<br />

263


tanti preamboli gli chiese se conosceva qualc<strong>un</strong>o che<br />

avrebbe potuto accompagnarlo per i sentieri montani verso<br />

D<strong>un</strong>bar. Anche questo lo guardò quasi fosse stato <strong>un</strong><br />

trafficante di droga, per cui si sentì in dovere di specificare<br />

che aveva dei parenti lassù e che temeva per loro, poi per<br />

invogliarlo aggi<strong>un</strong>se che trovandolo avrebbe avuto bisogno<br />

di <strong>un</strong>'attrezzatura completa per percorsi accidentati.<br />

L'altro ci pensò <strong>un</strong> attimo su e senza rispondere alzò il<br />

telefono e parlò con <strong>un</strong>a prima, <strong>un</strong>a seconda e poi <strong>un</strong>a<br />

terza persona, sempre in <strong>un</strong> dialetto stretto quasi<br />

incomprensibile.<br />

«Quanto è disposto a spendere?» chiese il negoziante alla<br />

fine.<br />

«Non è <strong>un</strong> problema di soldi, ma voglio la garanzia che<br />

potrò arrivare a destinazione».<br />

«Questo che ho al telefono, può fare al caso suo, ma vuole<br />

cinquemila al giorno, metà anticipati, inoltre se incontrate la<br />

polizia lui se la darà a gambe, è conosciuto e non vuole<br />

assolutamente essere preso» fu la risposta lapidaria.<br />

«Non c'è ness<strong>un</strong> altro?» chiese Fawzy e l'altro scosse la<br />

testa, come per dire che era già tanto aver trovato <strong>un</strong><br />

pazzo disposto ad infilarsi in quell'impresa. «D'accordo,<br />

possiamo partire subito?».<br />

«Il tempo di preparare lei e sarà qui». All'assenso che<br />

Fawzy gli fece con la testa, il negoziante disse al suo<br />

interlocutore di venire in negozio pronto a partire e chiuse<br />

la com<strong>un</strong>icazione.<br />

Fawzy si stava ancora provando le scarpe, quando entrò<br />

<strong>un</strong> tipo segaligno più o meno della sua età, che interrogò<br />

con gli occhi il proprietario e si diresse verso di lui. Si<br />

264


presentò come Franco e basta, gli chiese se era allenato a<br />

camminare e se era mai stato per sentieri montani<br />

accidentati. Di fronte alla scarsa convinzione con cui<br />

rispose Fawzy, fece <strong>un</strong>'espressione come per dire “che Dio<br />

ce la mandi buona”, ma poi disse: «è lo stesso, tanto tra<br />

non molto farà notte, andremo piano e ci fermeremo<br />

quando si sentirà stanco». Dette <strong>un</strong>'occhiata<br />

all'attrezzatura che gli stavano propinando, scartò qualche<br />

pezzo con <strong>un</strong>'occhiataccia al proprietario, gli fece cambiare<br />

la giacca con <strong>un</strong>a di colore più mimetico, fece aggi<strong>un</strong>gere<br />

delle solette morbide alle scarpe, per evitare infiammazioni<br />

alla pianta dei piedi, e qualche altro piccolo particolare.<br />

Quando furono pronti, si fece dare la metà della somma<br />

pattuita e si fece portare alla macchina, dove salì al posto<br />

del guidatore. Partirono, Franco seguiva delle stradine<br />

interne in direzione nord, fino a quando ne imboccò <strong>un</strong>a<br />

che saliva a tornanti sul fianco della montagna, arrivando a<br />

poco meno di mezza costa, dove iniziava <strong>un</strong> sentiero<br />

chiuso al traffico da <strong>un</strong>a sbarra. Parcheggiò in <strong>un</strong> p<strong>un</strong>to<br />

dove l'auto era poco visibile dalla strada, si misero gli zaini,<br />

riempirono le borracce ad <strong>un</strong>a fonte lì vicina ed iniziarono a<br />

camminare in salita in mezzo al bosco. All'inizio Fawzy<br />

ansimava parecchio per la fatica e Franco cominciò a<br />

pensare che sarebbe schiattato entro mezz'ora, ma poi<br />

pian piano riuscì a rompere il fiato ed a proseguire più<br />

agilmente, lo aiutava molto il suo peso piuma.<br />

Dopo circa <strong>un</strong> paio d'ore uscirono dal bosco, erano già<br />

piuttosto alti. Si vedeva D<strong>un</strong>bar illuminata in lontananza e<br />

la valle sottostante che aveva <strong>un</strong>a distribuzione molto<br />

variegata di luci. Più che quelle delle case, se ne notava <strong>un</strong><br />

265


certo numero che risaltava per l'intensità e la distribuzione<br />

<strong>un</strong>iforme nella valle, dovevano essere gruppi militari che si<br />

erano fermati per la notte ed avevano acceso i generatori<br />

mobili. Camminavano in silenzio, con <strong>un</strong> passo abbastanza<br />

spedito, su <strong>un</strong> percorso piuttosto fangoso, ma le scarpe<br />

che aveva acquistato tenevano bene e lo aiutavano molto.<br />

Avevano anche dovuto passare <strong>un</strong> paio di p<strong>un</strong>ti difficili,<br />

<strong>un</strong>o in particolare aveva messo a dura prova le doti di<br />

equilibrio di Fawzy che, per <strong>un</strong>o smottamento, aveva<br />

dovuto attraversare al buio <strong>un</strong> costone strettissimo e con<br />

<strong>un</strong> profondo precipizio sulla destra. In fondo però se la<br />

stava cavando egregiamente e le perplessità di Franco<br />

erano quasi del tutto svanite. Si erano già fermati <strong>un</strong> paio<br />

di volte a riposare e a mangiare quello che Franco si era<br />

portato dietro, la seconda volta avevano anche dormito <strong>un</strong><br />

po' ed erano ripartiti che aveva già iniziato ad albeggiare.<br />

Franco disse che in poco più di <strong>un</strong>'ora avrebbero dovuto<br />

lasciare il sentiero principale e prendere dei percorsi più<br />

riparati, per non essere troppo facilmente individuabili:<br />

mancavano ancora diverse ore alla zona di arrivo.<br />

Infatti, appena sp<strong>un</strong>tò il sole dal crinale ad est, iniziarono a<br />

scendere l<strong>un</strong>go <strong>un</strong> percorso molto meno definito, in certi<br />

tratti non si capiva neppure dove ci si potesse infilare, ma<br />

lui non mostrava alc<strong>un</strong>a incertezza, proseguendo con la<br />

stessa andatura senza dire mai <strong>un</strong>a parola, e Fawzy che lo<br />

seguiva passo passo in eguale silenzio.<br />

Era ormai più di <strong>un</strong>'ora che andavano avanti così, quando<br />

Franco si accucciò improvvisamente dietro <strong>un</strong>a pianta e gli<br />

fece segno di fare altrettanto. Fawzy non si era accorto di<br />

niente, ma dopo poco si sentirono delle voci e si poteva<br />

266


intuire che si trattava di militari. Stettero lì <strong>un</strong>a decina di<br />

minuti, sembrava <strong>un</strong>a pattuglia che stava transitando a<br />

monte rispetto a loro, seguendo il sentiero principale.<br />

Quando i rumori furono cessati del tutto, Franco si alzò in<br />

piedi e stette a guardarsi intorno per qualche secondo, poi<br />

fece cenno a Fawzy di alzarsi e prima di riprendere il<br />

cammino gli disse a voce bassa: «se sono arrivati fino a<br />

qui stanno controllando davvero tutti i possibili varchi. Mi<br />

dia il resto dell'importo pattuito, abbiamo fatto gran parte<br />

del percorso e penso di essermelo guadagnato, se ci<br />

intercettano non voglio andarmene solo con l'anticipo».<br />

Fawzy si rese conto che se si fosse rifiutato, l'altro lo<br />

avrebbe lasciato lì seduta stante, per cui predispose<br />

l'importo sulla sua <strong>un</strong>ità da polso, ma prima di trasferirlo<br />

disse: «Mi dia la sua parola che cercherà di portarmi a<br />

destinazione e non mi abbandonerà seduta stante» e<br />

rimase con l'indice levato in attesa della risposta.<br />

«Ha la mia parola, ma dovrebbe aver capito che se avevo<br />

intenzione di lasciarla a sé stesso l'avrei fatto da <strong>un</strong> pezzo»<br />

e aspettò l'arrivo dell'accredito appena Fawzy appoggiò il<br />

dito sul suo visore. Ripresero a camminare sullo stesso<br />

percorso in mezzo alle piante. A tratti vedevano D<strong>un</strong>bar<br />

sempre più vicina, ma ancora non abbastanza, e la zona<br />

circostante dove si intuiva <strong>un</strong>a presenza massiccia di<br />

uomini e mezzi disposti tutt'intorno. Dopo <strong>un</strong>'altra ora di<br />

cammino, Franco disse che da lì avrebbero dovuto iniziare<br />

a scendere, ma che a quel p<strong>un</strong>to lui non sapeva più come<br />

andare avanti. Fawzy volle ricordargli che aveva dato la<br />

sua parola, ma Franco pazientemente arrivò in <strong>un</strong> p<strong>un</strong>to<br />

scoperto, si accosciò portando giù anche lui per <strong>un</strong><br />

267


accio, tirò fuori <strong>un</strong> vecchio binocolo di piccole dimensioni,<br />

glielo porse e iniziò a dargli indicazioni dove guardare. In<br />

effetti non c'era modo di penetrare la cerchia dei militari da<br />

ness<strong>un</strong>a parte, la città era letteralmente sotto assedio.<br />

Fawzy stette <strong>un</strong> po' a pensare, mentre guardava e<br />

riguardava la zona, alla fine gli propose di accompagnarlo<br />

fino ad <strong>un</strong> p<strong>un</strong>to da dove avrebbe potuto proseguire da<br />

solo senza eccessive difficoltà, così lui sarebbe potuto<br />

tornare indietro. L'intenzione era di presentarsi al primo<br />

avamposto, farsi riconoscere, e sperare che il nome che<br />

portava e le conoscenze che aveva l'avessero aiutato a<br />

non essere brutalmente cacciato.<br />

Fecero così, Franco lo accompagnò quasi alla fine di <strong>un</strong><br />

sentiero che sbucava su <strong>un</strong>a strada a mezza costa, <strong>un</strong><br />

p<strong>un</strong>to simile a quello da dove erano partiti, si salutarono e<br />

Fawzy iniziò a camminare sulla strada asfaltata in discesa,<br />

fino a quando non si imbatté in <strong>un</strong> <strong>un</strong>a pattuglia di militari,<br />

che rimasero abbastanza sorpresi di vedere questo strano<br />

personaggio venire sorridente verso di loro.<br />

Quando fu a qualche decina di metri gli intimarono di<br />

fermarsi, alzare le mani sopra la testa e qualificarsi. Fawzi<br />

disse chi era e chiese loro di condurlo dal comandante. Per<br />

tutta risposta, <strong>un</strong>o dei militari gli strinse le mani dietro la<br />

schiena con <strong>un</strong>a fascetta che gli segava alquanto i polsi e<br />

gli intimò di andare avanti, senza cercare di scappare,<br />

altrimenti gli avrebbero sparato.<br />

Dopo qualche minuto arrivarono ad <strong>un</strong> fuoristrada, lo<br />

fecero salire e lo portarono ad <strong>un</strong>a sorta di accampamento<br />

a circa tre chilometri da D<strong>un</strong>bar. Lì lo fecero salire in <strong>un</strong><br />

veicolo da trasporto reclusi e che già ospitava <strong>un</strong>'altra<br />

268


persona piuttosto anziana. Li chiusero dentro, senza<br />

rispondere alle domande di Fawzy che chiedeva ancora se<br />

lo avrebbero fatto parlare col comandante.<br />

Dopo <strong>un</strong> paio di minuti, cominciò a chiacchierare col suo<br />

compagno di cella, che era della zona e stava lì con lui<br />

semplicemente perché non aveva sentito l'ordine di<br />

evacuazione, era rimasto in casa ed <strong>un</strong>a volta uscito<br />

l'avevano prelevato e portato in quella cella semovente,<br />

senza dirgli assolutamente che intenzioni avevano nei suoi<br />

confronti. Anche di D<strong>un</strong>bar ne sapeva meno di lui, aveva<br />

solo visto <strong>un</strong> gran movimento, ma non si era dato troppa<br />

pena di capire per quale ragione ci fosse. Pochi minuti<br />

dopo questi discorsi, l'uomo si addormentò, restando<br />

normalmente seduto con la testa reclinata di lato, e Fawzy<br />

restò solo coi suoi pensieri e la preoccupazione per Rosa<br />

ed i bambini.<br />

Era passata almeno <strong>un</strong>'ora e mezzo quando gli portarono<br />

qualcosa da mangiare e dell'acqua, per poi sparire di<br />

nuovo senza dare alc<strong>un</strong>a indicazione.<br />

Passò ancora del tempo e finalmente lo andarono e<br />

prendere, gli legarono di nuovo i polsi dietro la schiena e lo<br />

condussero in <strong>un</strong>a tenda, che aveva delle insegne di<br />

comando, dove lo fecero sedere in <strong>un</strong>a sorta di zona di<br />

attesa. Sentiva delle voci venire dall'altra parte, ma non<br />

riusciva a capire quasi niente, il tessuto doveva essere<br />

fono assorbente, probabilmente stavano discutendo di<br />

spostare qualcosa.<br />

Finalmente, si fece vedere <strong>un</strong> uomo robusto, con la divisa<br />

da ufficiale, Fawzy non era <strong>un</strong> esperto, ma pensò subito<br />

fosse di <strong>un</strong> grado abbastanza elevato. Un attendente gli<br />

269


mise davanti agli occhi <strong>un</strong>a cartella dove probabilmente<br />

erano riass<strong>un</strong>te le circostanze della sua cattura, quando<br />

ebbe finito di leggere, senza presentarsi, disse con <strong>un</strong> fare<br />

abbastanza brusco: «Beh, che volevi combinare?».<br />

Fawzy non si aspettava quei modi e <strong>un</strong> po' timoroso<br />

raccontò della telefonata di Rosa e della sua<br />

preoccupazione per i bambini, chiusi in città, cercò anche<br />

di ribadire chi era, sperando in <strong>un</strong> cambio di atteggiamento<br />

ma, per tutta risposta si sentì replicare: «A me non me ne<br />

frega <strong>un</strong> cazzo di chi sei e di chi conosci, hai violato <strong>un</strong>a<br />

zona operativa militare e adesso ti garantisco che te ne<br />

pentirai. Ti farò rinchiudere e buttare la chiave, razza di<br />

imbecille» e richiamò il suo attendente, dandogli<br />

disposizioni perché fosse trasferito al primo carcere in<br />

zona.<br />

A quel p<strong>un</strong>to Fawzy fece qualcosa che in altre circostante<br />

avrebbe evitato ad ogni costo, disse di chiamare la<br />

vicepresidente Jolanda Brembo, che avrebbe garantito per<br />

lui. A quel nome la reazione del comandante andò ben<br />

oltre le sue più rosee aspettative, lo guardò negli occhi e<br />

disse semplicemente: «controlliamo subito» sparendo<br />

nell'altra parte della tenda.<br />

Sentì <strong>un</strong>a serie di frasi ovattate, intuendone solo il senso e<br />

dopo pochi secondi vide ricomparire il comandante con<br />

l'attendente, che gli andò subito alle spalle e tagliò quella<br />

fascetta che gli stringeva i polsi.<br />

«D'accordo, va tutto bene» disse il comandante che ora<br />

sembrava <strong>un</strong>'altra persona «adesso la faccio<br />

riaccompagnare a Colico, lei potrà tornare a casa sua e<br />

tutti quanti dimenticheremo ciò che è successo».<br />

270


«Ma non potreste aiutarmi <strong>un</strong> minimo a tirare fuori da lì la<br />

mia compagna ed i bambini?» chiese con <strong>un</strong> vero tono di<br />

supplica.<br />

«Lei non sa cosa sta dicendo, la situazione è fuori<br />

controllo, quegli incapaci della polizia si sono fatti buttare<br />

fuori, l'intero complesso è sotto il controllo dei rivoltosi e ci<br />

attendiamo altre azioni clamorose. Per ora ness<strong>un</strong>o può far<br />

niente per la signora e per ness<strong>un</strong> altro» e vedendo Fawzy<br />

che non cambiava il suo atteggiamento implorante,<br />

proseguì «la prego, non insista, abbiamo cose molto più<br />

critiche di cui occuparci. Arrivederci» e sparì nell'altro<br />

ambiente.<br />

L'attendente gli fece segno di seguirlo e lo portò al<br />

parcheggio dove lo attendeva <strong>un</strong> soldato accanto ad <strong>un</strong><br />

fuoristrada uguale a quello che lo aveva condotto lì. Lo<br />

consegnò a lui e lo salutò, tornando subito indietro.<br />

Fawzy salì sul veicolo di malavoglia, ma capiva che non<br />

avrebbe potuto fare di più. Il soldato si mise al posto di<br />

guida e partì senza chiedere alc<strong>un</strong>a indicazione. Dopo<br />

qualche minuto di silenzio, Fawzy cercò di spiegargli dove<br />

stava la sua macchina, l'altro ci mise <strong>un</strong> po' a capire ma,<br />

quando arrivarono nei pressi di Colico, riuscì a trovare la<br />

strada che saliva a tornanti al primo colpo e dopo pochi<br />

minuti furono all'auto, che stava dove l'avevano lasciata il<br />

giorno prima.<br />

Tornò al negozio di sport a riprendere gli altri abiti che<br />

aveva lasciato, raccontò in due parole quello che gli era<br />

successo e ripartì. Quando fu sulla strada di scorrimento<br />

ed ebbe ceduto il controllo del veicolo, si mise a cercare le<br />

ultime notizie, che adesso non mancavano. In effetti la<br />

271


vicenda era troppo clamorosa per essere tenuta nascosta<br />

a l<strong>un</strong>go, per cui ora se ne parlava abbastanza anche sui<br />

canali ufficiali. I motivi della rivolta non erano affatto<br />

riportati e qualche giornalista faceva delle ipotesi alquanto<br />

fantasiose, ma c'erano cronisti in zona e si potevano anche<br />

vedere delle riprese da lontano dell'esterno della città,<br />

peraltro poco significative visto che, accerchiamento a<br />

parte, tutto stava svolgendosi all'interno. Dopo <strong>un</strong> po' provò<br />

a chiamare Giulio, ma ness<strong>un</strong>a com<strong>un</strong>icazione era<br />

<strong>possibile</strong>, altra conseguenza dell'assedio.<br />

Per il traffico, il tragitto durò <strong>un</strong> po' di più che all'andata e<br />

lui spese quel tempo a pensare a cosa avrebbe potuto fare<br />

a quel p<strong>un</strong>to. Chiaramente non trovò niente che potesse<br />

favorire la liberazione di Rosa e dei bambini, ma arrivò alla<br />

convinzione che non poteva rimandare ulteriormente la<br />

den<strong>un</strong>cia di Bonanno, anche se come prova aveva solo<br />

quella della spilla, ammesso e non concesso che quella<br />

fosse <strong>un</strong>a prova. Ma poi a chi avrebbe dovuto fare la<br />

den<strong>un</strong>cia? Non certo alla polizia o ad <strong>un</strong> magistrato, che in<br />

quelle condizioni probabilmente non sarebbe stato facile<br />

neppure farsi ascoltare. Ancora <strong>un</strong>a volta l'<strong>un</strong>ica persona<br />

che poteva aiutarlo e poteva essere interessata a ciò che<br />

aveva da dire era la Brembo. Chi lo avrebbe detto, stava<br />

diventando il suo p<strong>un</strong>to di riferimento.<br />

Era ormai sera quando arrivò a casa, dopo aver lasciato<br />

l'auto al parcheggio e ripreso il suo triciclo.<br />

Per quel giorno non avrebbe potuto fare di più, anche<br />

perché la stanchezza stava prendendo il sopravvento, gli<br />

facevano male tutti i muscoli e non aveva la lucidità per <strong>un</strong><br />

confronto con la vicepresidente. Mangiò giusto <strong>un</strong>o yogurt,<br />

272


iprovò a chiamare Rosa col solito esito ed andò a dormire.<br />

_ _ _<br />

Il mattino dopo di buon'ora si alzò e guardò subito le ultime<br />

notizie, ma non c'erano novità. Riprovò a chiamare Rosa,<br />

la speranza era l'ultima a morire, ma il messaggio di<br />

indisponibilità del servizio era rimasto lo stesso. Allora si<br />

preparò, mangiò qualcosa ed andò subito in ufficio. Era<br />

ancora molto presto, ma volle provare con la segreteria<br />

della Brembo, se non altro per capire le possibilità di farsi<br />

ricevere.<br />

La signorina che rispose fu molto gentile, gli disse che la<br />

vicepresidente era stata lì fino a notte fonda e che quindi<br />

sarebbe arrivata <strong>un</strong> po' più tardi. Gli chiese il motivo della<br />

sua richiesta di colloquio e Fawzy disse semplicemente<br />

che aveva com<strong>un</strong>icazioni importanti da farle. La signorina<br />

rispose che aveva preso nota e che si sarebbe fatta viva lei<br />

appena avrebbe avuto notizie al riguardo.<br />

Aprì la finestra di <strong>un</strong> notiziario, che faceva vedere solo<br />

immagini e titoli a scorrimento, in questo modo poteva<br />

azzerare il volume e continuare a fare dell'altro. Subito<br />

dopo riprovò a chiamare Rosa, anche se ormai lo faceva<br />

solo perché altrimenti si sarebbe sentito in colpa. A quel<br />

p<strong>un</strong>to si mise a guardare ciò che si era accumulato in sua<br />

assenza, non era niente di importante e mentre leggeva<br />

pensava contemporaneamente a come avrebbe impostato<br />

il discorso su Bonanno. Era tutt'altro che semplice proporre<br />

quella ipotesi sinteticamente, come gli avrebbe consentito<br />

di fare, essendo anche convincente. Si preparò tutto <strong>un</strong><br />

discorso, che poi riorganizzò mentalmente in frammenti, in<br />

273


ase alle probabili obiezioni. Quando credette di essere più<br />

o meno preparato, accelerò i tempi per togliersi la<br />

burocrazia di torno, non voleva che sul più bello magari<br />

qualc<strong>un</strong>o lo cercasse per sollecitare <strong>un</strong>a risposta, o cose<br />

del genere.<br />

Terminò anche quell'attività, ma dalla segretaria ancora<br />

niente. Provò a chiamare Giulio, ma anche lui risultava<br />

nella zona del blocco com<strong>un</strong>icazioni e dovette ascoltare il<br />

solito messaggio.<br />

Stava aumentando il suo nervosismo, adesso che non<br />

aveva altro da fare, quando arrivò la chiamata che<br />

aspettava: «Buongiorno, è la segreteria del vicepresidente,<br />

la signora è arrivata da pochi minuti, le ho riferito il suo<br />

messaggio, ma mi dice che, data la situazione, è disposta<br />

a concederle qualche minuto solo se si tratta di <strong>un</strong><br />

argomento davvero importante, per cui la pregherei di<br />

specificarmi meglio di cosa desidera parlarle».<br />

Se lo aspettava, per cui rispose calmo: «Le dica che vorrei<br />

riferirle alc<strong>un</strong>e informazioni sulla responsabilità di quanto<br />

sta avvenendo a D<strong>un</strong>bar».<br />

«Un attimo di attesa che le faccio sapere» rispose la<br />

signorina prima di mettere in pausa.<br />

Passo qualche decina di secondi e vide la Brembo sullo<br />

schermo, aveva <strong>un</strong>a espressione molto tirata e stanca, e<br />

non sembrava per niente ben disposta nei suoi confronti:<br />

«Wahab, mi sembra che lei stia abusando della mia<br />

pazienza. Prima spende il mio nome per levarsi dai casini<br />

che ha combinato, adesso che storie mi deve raccontare?<br />

Non credo proprio possa aggi<strong>un</strong>gere niente a quanto già<br />

so» e restò in attesa di <strong>un</strong>a risposta che voleva fosse breve<br />

274


e molto convincente.<br />

«Sì, lei ha perfettamente ragione e mi scuso, ma non<br />

sapevo davvero come fare con l'esercito ieri.<br />

Probabilmente quello che volevo dire non aiuterà a<br />

risolvere l'attuale situazione nell'immediato, ma le chiedo:<br />

avete valutato che il responsabile di questo stato di cose<br />

potrebbe essere il prefetto Bonanno, in quanto agente di<br />

<strong>un</strong>a potenza straniera?».<br />

La Brembo prese quella espressione che ormai aveva<br />

imparato a riconoscere e che significava “ma che stai<br />

farfugliando?” e rispose acida: «Glielo avevo detto che non<br />

poteva avere niente di nuovo per me, lei è completamente<br />

fuori strada. Daya prendi questa com<strong>un</strong>icazione e spiegagli<br />

come stanno le cose. Arrivederci, ho altro di più importante<br />

da fare».<br />

La faccia di Bonanno comparve sullo schermo, anche lui<br />

appariva alquanto provato, ma almeno sembrava <strong>un</strong> po'<br />

meglio disposto nei suoi confronti: «Buongiorno Fawzy, so<br />

che ieri hai tentato di salvare Rosa, senza esito<br />

purtroppo».<br />

Fawzy non sapeva che dire, non era mai stato così<br />

imbarazzato in tutta la sua vita, si limitò a rispondere al<br />

saluto e ad attendere quanto Bonanno avrebbe voluto<br />

dirgli.<br />

«Capisco che trovarti me davanti ti provochi <strong>un</strong> certo<br />

sconcerto, ma vedi non sono io la persona che stavi<br />

cercando, il responsabile di tutto questo è Locatelli: lo<br />

abbiamo arrestato tre giorni fa, mi raccomando la notizia è<br />

assolutamente riservata, ma era lui la talpa e se lo<br />

abbiamo preso è anche merito tuo».<br />

275


«Merito mio?» chiese Fawzy con <strong>un</strong>a certa sorpresa.<br />

«Beh sì, la storia della spilla alla festa, l'avermi insinuato il<br />

dubbio che fosse la tua mi ha costretto a fare <strong>un</strong>a serie di<br />

ragionamenti che alla fine mi hanno portato al ex-questore.<br />

Aveva tentato di sviare l'attenzione su altri e questa è stata<br />

la sua rovina. C'eravamo già molto vicini, ma senza di te<br />

sarebbero probabilmente passati altri giorni prima di<br />

chiudere il cerchio intorno a lui» terminò Bonanno con <strong>un</strong><br />

tono molto disponibile.<br />

«Mi conforta molto quello che hai appena detto, mi stavo<br />

sentendo <strong>un</strong> idiota completo, anzi mi scuso ancora se ho<br />

dubitato di te» disse Fawzy rincuorato.<br />

«Oh non ti preoccupare assolutamente, in queste faccende<br />

sbagliare è la regola e se adesso riuscissimo a limitare i<br />

danni, potremmo anche considerarlo <strong>un</strong> grande successo.<br />

Purtroppo lì dentro ci sono diversi agenti stranieri che<br />

hanno fomentato la rivolta, sono dei veri professionisti ed<br />

per il momento stanno vincendo loro. Il fatto che abbiamo<br />

arrestato il loro capo probabilmente li ha portati ad<br />

accelerare i tempi e questo è il risultato» disse Bonanno.<br />

«Quindi è vero che c'è dietro la Cina a tutto questo?»<br />

chiese conferma Fawzy.<br />

«No guarda, la Cina non c'entra niente, la responsabile di<br />

tutto è del governo indiano» continuò Bonanno sempre con<br />

lo stesso tono, come se stessero parlando di cose di tutti i<br />

giorni.<br />

«Come ... ma io credevo ...» e non sapeva come<br />

proseguire.<br />

«... che fosse vero quello che ti ha detto a suo tempo il tuo<br />

diciamo amico Harsha?» chiese Bonanno marcando molto<br />

276


sul “diciamo” e assumendo <strong>un</strong>a espressione tra l'irridente e<br />

la provocatoria.<br />

Fawzy non sapeva proprio cosa dire e stava lì a guardarlo<br />

con la bocca semiaperta e lo sguardo da tonno.<br />

«Senti Fawzy, tanto io al momento sono fuori gioco, tutta<br />

l'operazione è in mano ai militari, coordinati dalla Brembo e<br />

dai ministri competenti. Ti voglio raccontare <strong>un</strong>a l<strong>un</strong>ga<br />

storia, di quelle che sembrano tirate fuori da <strong>un</strong> libro giallo.<br />

D<strong>un</strong>que io sono nato a Nuova Delhi, mio padre era<br />

nominalmente <strong>un</strong> addetto commerciale dell'ambasciata<br />

Italiana, in realtà era il responsabile del controspionaggio<br />

in quel paese. Mia madre era indiana, faceva l'impiegata<br />

locale all'ambasciata quando conobbe mio padre, era <strong>un</strong>a<br />

persona eccezionale e lui l'amava profondamente. Sono<br />

stato il loro <strong>un</strong>ico figlio. Avevo da pochissimo compiuto<br />

diciotto anni e da poco iniziato l'<strong>un</strong>iversità, quando mia<br />

madre morì in quello che era sembrato <strong>un</strong> incidente, ma<br />

che in realtà era stato <strong>un</strong> omicidio dei servizi segreti<br />

indiani, come ritorsione per le attività svolte da mio padre.<br />

A quel p<strong>un</strong>to lui temeva anche per la mia vita e per<br />

convincermi a lasciare l'India ed andare a studiare da mia<br />

nonna a Milano, fu costretto a raccontarmi tutta la verità.<br />

Lo odiai con tutte le mie forze, partii per Milano più che<br />

altro per allontanarmi da lui, lo consideravo il responsabile<br />

della morte di mia madre e lui seppe accettare anche quel<br />

secondo terribile dolore: era fatto così, riusciva a farsi <strong>un</strong>a<br />

ragione di tutto, pur di raggi<strong>un</strong>gere il suo scopo ed in quel<br />

caso lo scopo era mettere in salvo me. Trascorsi quegli<br />

anni da mia nonna, pian piano riuscii a capire la situazione<br />

ed a riconciliarmi con lui, anche se il riavvicinamento non<br />

277


fu mai completo, perché nel frattempo la situazione politica<br />

era sempre più deteriorata e confusa e lui aveva<br />

pochissimo tempo per tornare in Italia e stare con me.<br />

Terminai l'<strong>un</strong>iversità, sarei anche potuto rimanere lì per<br />

sempre, ma era il periodo che precedette la disgregazione<br />

dello stato, non si trovava lavoro, mia nonna morì. Chiesi a<br />

mio padre di tornare in India, all'inizio non ne voleva<br />

sapere, ma anche lui si rese conto che per me non c'era<br />

<strong>futuro</strong> dove mi trovavo ed alla fine accondiscese, a patto<br />

che raggi<strong>un</strong>gessi <strong>un</strong> livello di addestramento che mi<br />

consentisse di proteggermi da eventuali minacce nei miei<br />

confronti. Mi mandò da <strong>un</strong> suo amico, <strong>un</strong> agente ormai<br />

fuori dal giro, che mi insegnò gran parte di ciò che sapeva.<br />

Fatto sta che secondo lui ero il miglior allievo che avesse<br />

mai avuto e quando considerò di aver concluso il suo<br />

compito, mi consigliò di arruolarmi nei servizi, facendomi<br />

intravedere la possibilità che in quel modo forse avrei<br />

potuto anche trovare chi aveva ucciso mia madre. E così<br />

andò, il mio maestro mi segnalò ad <strong>un</strong>a sua conoscenza<br />

che riuscì a farmi entrare come agente, anche se mio<br />

padre fece di tutto per impedirlo e mi minacciò che avrebbe<br />

ostacolato il mio ritorno in India. Dopo altri sei mesi di<br />

addestramento, fui destinato proprio a Delhi, del resto la<br />

mia cittadinanza indiana favoriva il mio reinserimento. Non<br />

so se fu <strong>un</strong>a conseguenza dell'opposizione di mio padre,<br />

fatto sta che mi collocarono in <strong>un</strong> contesto estraneo a<br />

quello dell'ambasciata e quindi fuori dal suo controllo.<br />

Avevo rari contatti con la struttura e come <strong>un</strong>ico obiettivo<br />

quello di infiltrarmi in <strong>un</strong>a logica di l<strong>un</strong>ga scadenza,<br />

l'importante era trovare <strong>un</strong>a collocazione che<br />

278


potenzialmente mi consentisse di accedere ad informazioni<br />

riservate, senza che ness<strong>un</strong>o mi potesse in qualche modo<br />

associare agli ambienti di intelligence ed a mio padre in<br />

particolare. Nel giro di qualche anno riuscii ad entrare nel<br />

ministero delle Politiche Demografiche e trovarmi in <strong>un</strong>a<br />

posizione di <strong>un</strong> certo rilievo. Mio padre nel frattempo era<br />

deceduto per <strong>un</strong>a grave malattia e l'Italia <strong>un</strong>itaria non c'era<br />

più. Per le mie origini, mi ritrovai cittadino della Repubblica<br />

del Nord, anche se in quel periodo i miei pensieri erano<br />

veramente distanti da ciò che stava succedendo qua,<br />

mentre vivevo <strong>un</strong>a situazione psicologica davvero<br />

complessa: io mi sentivo completamente indiano e dovevo<br />

lavorare contro il mio paese per poter continuare a restare<br />

dove avrei voluto. Fatto sta che, davvero per caso, mi<br />

trovai nella posizione migliore quando iniziò la trattativa per<br />

costruire il primo Modulo Sociale. Questo mi consentì di<br />

capire la reale intenzione del governo indiano, che<br />

praticamente era solo acquisire e modificare la tecnologia<br />

per impossessarsene. I mezzi a disposizione erano<br />

enormi, tipici di <strong>un</strong>a grande potenza pronta a schiacciare<br />

<strong>un</strong> piccolo stato pur di ottenere quello che si era prefisso.<br />

In base alle informazioni che riuscii a far pervenire, il<br />

Presidente decise di far decadere la trattativa.<br />

Successivamente io riuscii a convincere l'Università di<br />

Calcutta a proseguire gli studi per superare il limite teorico<br />

superiore, ma proprio Harsha riuscì a scoprire il mio ruolo e<br />

mi den<strong>un</strong>ciò. Riuscii a fuggire all'ultimo tuffo, dopo essermi<br />

impossessato delle formule modificate da loro. Era<br />

abbastanza evidente che a quel p<strong>un</strong>to il rischio maggiore<br />

era il boicottaggio del governo indiano per impedire la<br />

279


costruzione di <strong>un</strong> Modulo Sociale di grandi dimensioni. La<br />

loro speranza era ancora quella che, fallendo l'esperienza,<br />

la tecnologia già evolutasi potesse essere com<strong>un</strong>que<br />

acquisita e forse per <strong>un</strong> tozzo di pane».<br />

Sembrava avesse finito il racconto e Fawzy provò a fare<br />

qualche domanda: «sei riuscito a vendicare tua madre?» fu<br />

la prima.<br />

«No, alla fine le mie ricerche sono terminate quasi subito,<br />

quando sei nell'ingranaggio ti rendi conto che certe<br />

iniziative sono quasi scontate e dietro non c'è mai niente di<br />

personale. Anch'io ho fatto cose molto discutibili, magari<br />

non proprio a quei livelli, ma cose di cui non andare fieri,<br />

sì» e dal tono della voce si capiva che pensava davvero ciò<br />

che diceva.<br />

«Ma com'è che sei a conoscenza dei miei colloqui con<br />

Harsha?» e questo voleva proprio saperlo.<br />

«Non ne eri consapevole, ma la tua importanza all'inizio<br />

del progetto era enorme. Eri la persona più controllata<br />

dello stato, anche perché all'inizio qualc<strong>un</strong>o ha avuto il<br />

sospetto che potessi essere stato arruolato da qualche<br />

agente nemico, i tuoi trascorsi sovversivi erano la <strong>possibile</strong><br />

motivazione. Io non ci ho mai creduto, non sei proprio il<br />

tipo, ma hai fatto <strong>un</strong> sacco di sciocchezze con quei tuoi<br />

espedienti ingenui per non farti controllare: il rilevatore, il<br />

dissuasore sul triciclo; le telefonate dai posti pubblici poi ...<br />

ma non lo sai che è la rete più facilmente controllabile?<br />

Debbo dire che mi sono anche divertito in <strong>un</strong> paio di<br />

occasioni, il microfono nell'apparecchio di tua zia credo sia<br />

stato <strong>un</strong> colpo da maestro» e a quel p<strong>un</strong>to accennò anche<br />

ad <strong>un</strong> leggero sorriso, anche se in quella situazione c'era<br />

280


poco da ridere.<br />

Fawzy era visibilmente arrossito, si vergognava come <strong>un</strong><br />

bambino che era stato scoperto con le dita nella nutella,<br />

ma trovò com<strong>un</strong>que il coraggio di dire: «Ma perché non<br />

avete fatto niente nei miei confronti?».<br />

«Non ce ne era motivo, non eri di alc<strong>un</strong> intralcio, anzi<br />

sicuramente sei sempre stato il motore trainante, il<br />

condottiero che tutti seguivano volentieri ed anche il mio<br />

atteggiamento iniziale, <strong>un</strong> po' ruvido nei tuoi confronti, era<br />

costruito ad arte, proprio per favorire questa situazione. E<br />

poi c'era Locatelli che ti teneva sotto stretto controllo e mi<br />

riferiva».<br />

«Ma non si poteva fare qualcosa per evitare di arrivare a<br />

questo p<strong>un</strong>to? E adesso come pensi possa andare a<br />

finire?» e il tono della sua voce era diventato supplicante.<br />

«A volte mi chiedo anch'io se abbiamo fatto tutto il<br />

<strong>possibile</strong>, ma non c'è quasi mai <strong>un</strong>a risposta. Ora<br />

dobbiamo solo sperare di avere <strong>un</strong> po' di fort<strong>un</strong>a, se la<br />

situazione dovesse precipitare avremmo certamente <strong>un</strong><br />

gran numero di morti e probabilmente anche D<strong>un</strong>bar non<br />

sarebbe più in grado di riprendersi. Finora siamo stati<br />

costretti a cedere gradualmente su tutti i fronti per evitare<br />

di arrivare allo scontro, non abbiamo più alc<strong>un</strong> contatto con<br />

le nostre persone all'interno e stiamo rifornendo la città con<br />

i generi di prima necessità, proprio per evitare che si<br />

gi<strong>un</strong>ga all'irreparabile per esasperazione o<br />

strumentalizzazione. Ormai però è chiaro che chi sta<br />

capeggiando la rivolta vuole arrivare allo scontro e noi non<br />

potremmo arretrare oltre, se cercheranno di sfondare la<br />

cerchia di contenimento i militari risponderanno, non ci<br />

281


sono alternative, altrimenti il rischio è che la rivolta si<br />

estenda alla nazione intera».<br />

Aveva appena finito la frase che si sentì in sottofondo la<br />

voce della Brembo che gridava: «Oh no! È la fine, tutto è<br />

perduto» Fawzy vide Bonanno che si girava verso di lei,<br />

per poi tornare a fissare le immagini provenienti dalle<br />

telecamere intorno alla città, privilegio di cui non beneficiò<br />

Fawzy che vide saltare immediatamente la finestra del<br />

notiziario.<br />

«Daya, che sta accadendo? Dimmelo per favore!»<br />

«Un numero enorme di persone sta uscendo dagli ingressi<br />

alla base dell'edificio e dalle zone esterne limitrofe,<br />

impugnano armi di ogni genere» così iniziò <strong>un</strong>a sorta di<br />

telecronaca: «Si sono lanciati giù per il declivio, correndo<br />

verso valle, evidentemente per sfondare l'accerchiamento<br />

in <strong>un</strong> p<strong>un</strong>to, basano tutto sulla forza di impatto della<br />

massa, <strong>un</strong> vero attacco medioevale. Difficile dire quanti<br />

possono essere 150, 200 mila contro poco più di diecimila<br />

soldati distribuiti intorno alla città, se arrivano al contatto si<br />

troveranno almeno centro contro <strong>un</strong>o».<br />

A quel p<strong>un</strong>to Bonanno si voltò presumibilmente verso la<br />

Brembo che gli aveva detto qualcosa, interrompendo la<br />

cronaca. Poi riprese: «sono quasi arrivati a metà della<br />

discesa» <strong>un</strong>a breve pausa e poi riprese «tre lampi<br />

accecanti in successione, hanno lanciato le bombe<br />

tattiche. I più vicini alle esplosioni sono letteralmente volati<br />

via, gli altri stanno iniziando adesso ad accasciarsi a terra,<br />

sempre di più, e ancora, ancora … E' <strong>un</strong>a strage, saranno<br />

almeno centomila morti. Fawzy, ti devo lasciare,<br />

arrivederci» e chiuse la com<strong>un</strong>icazione.<br />

282


Dopo il primo impatto di terrore che lo aveva attanagliato<br />

per tutto il racconto di Bonanno, a Fawzy subentrò la<br />

disperazione, guardava quello schermo vuoto, come se<br />

dovessero riprendere le trasmissioni da <strong>un</strong> momento<br />

all'altro, ma sapeva benissimo che non avrebbero fatto<br />

vedere più niente. Poi iniziò a cercare freneticamente<br />

qualche altro canale, ma quelli ufficiali erano tutti nelle<br />

stesse condizioni, provò anche quelli pirata, ma per il<br />

momento non trovava niente.<br />

La disperazione si impossessò di lui, era sicuro che Rosa<br />

ed i bambini non avevano partecipato all'attacco, ma quali<br />

effetti potevano aver avuto quelle tre bombe all'interno<br />

delle torri, soprattutto su quelle frontali dove<br />

presumibilmente si trovavano loro?<br />

Se non fossero sopravvissuti, non ce l'avrebbe fatta<br />

neppure lui, ne era certo. Mai come in quel momento si<br />

rendeva conto di quanto fosse forte il legame con Rosa ed<br />

i bambini, assolutamente non paragonabile a quello che<br />

aveva avuto con la sua moglie ufficiale, che lo aveva<br />

abbandonato alle prime difficoltà. Di lei ormai conservava<br />

solo <strong>un</strong>o sbiadito ricordo, loro tre erano scolpiti nella sua<br />

mente in modo indelebile. A quel p<strong>un</strong>to non ce la fece più e<br />

si mise a piangere. Quello sfogo lo aiutò a riprendere <strong>un</strong><br />

minimo di controllo di sé stesso, alla fine riuscì a<br />

focalizzare l'attenzione su ciò che avrebbe dovuto fare e<br />

sicuramente al primo posto c'era parlare con Harsha.<br />

Non aveva più bisogno di strane alchimie per farlo,<br />

selezionò la rubrica e lo chiamò. Dopo qualche secondo<br />

comparve sullo schermo il suo barbone e Fawzy gli disse:<br />

«Ti senti fiero di te?».<br />

283


L'altro inizialmente fu preso alla sprovvista, ma recuperò<br />

quasi subito il controllo: «Se ti riferisci a quanto sta<br />

succedendo a D<strong>un</strong>bar, non avrei mai voluto che si<br />

arrivasse a questo p<strong>un</strong>to, non puoi pensare questo».<br />

«Forse, ma certamente hai avallato tutta l'operazione e<br />

sono stati i vostri agenti a fomentare questa rivolta finita<br />

nel sangue. Non hanno dato cifre finora, ma ci saranno<br />

almeno centomila morti, senza contare tutte quelle<br />

precedenti. Ma riuscirai a dormire la notte?» lo incalzò<br />

Fawzy.<br />

«Centomila morti dici? È lo stesso numero che registriamo<br />

noi tutti i mesi nei campi profughi dal Bangladesh intorno a<br />

Calcutta, da quando quell'area viene regolarmente<br />

sommersa ad ogni alta marea sizigiale. Per non parlare poi<br />

delle conseguenze di ogni tempesta. Lo sai o no che sono<br />

milioni ed in condizioni disperate? Quasi diecimila sono poi<br />

quelli che tutti i mesi muoiono nei campi intorno a Nuova<br />

Delhi, dopo che sono fuggiti dalla frontiera col Pakistan<br />

anni fa e mai più rientrati nelle loro case. A te questo non ti<br />

ha mai disturbato il sonno, mi pare. Fawzy siamo <strong>un</strong><br />

miliardo e settecento milioni di persone, il più popolato<br />

paese del mondo, i problemi che abbiamo non riesci<br />

neppure ad immaginarli. Volevamo il Modulo Sociale per<br />

tamponare <strong>un</strong> minimo questa situazione, che come <strong>futuro</strong><br />

può avere solo <strong>un</strong>a catastrofe di livelli inimmaginabili. Il<br />

vostro governo non ha voluto più vendercelo per biechi<br />

interessi di cortile, ma i tentativi di concentrazione della<br />

popolazione che abbiamo fatto sono tutti naufragati e non<br />

possiamo più aspettare» Harsha si era accalorato nella<br />

difesa del proprio p<strong>un</strong>to di vista.<br />

284


«Per quanto mi ricordo io, il vostro principale obiettivo era<br />

impossessarvi del mio Modulo Sociale, facendo decadere<br />

la validità dei nostri brevetti, non mi sembra proprio ci<br />

fossero delle intenzioni umanitarie nella vostra iniziativa.<br />

Se aveste fatto le cose correttamente io probabilmente<br />

sarei in India ad aiutarvi» ribatté Fawzy con <strong>un</strong> certo astio.<br />

«Non voglio davvero prendere le difese dei nostri<br />

governanti» replicò Harsha «come i vostri cercano sempre<br />

di massimizzare i vantaggi a scapito del bene com<strong>un</strong>e, ma<br />

è <strong>un</strong> dato di fatto che <strong>un</strong> accordo si poteva trovare e<br />

questo massacro sarebbe stato evitato».<br />

«Non riesco a capire se lo avete fatto per p<strong>un</strong>irci per avervi<br />

detto di no o per cercare <strong>un</strong> ulteriore vantaggio nel nostro<br />

fallimento. In entrambi i casi la situazione è intollerabile e<br />

spero proprio di non vedere mai più la tua brutta faccia» e<br />

chiuse la com<strong>un</strong>icazione.<br />

Aveva passato il resto della mattinata a cercare altre<br />

notizie, ma le maglie della censura erano state ancora più<br />

serrate e non c'era modo di sapere niente. I tentativi di<br />

mettersi in com<strong>un</strong>icazione con Rosa erano naturalmente<br />

falliti, anzi l'area non più coperta dal servizio di<br />

com<strong>un</strong>icazione era stata probabilmente ampliata, in pratica<br />

si riusciva a fare solo le chiamate locali.<br />

Nel primo pomeriggio aveva trovato <strong>un</strong> filmato su <strong>un</strong> sito<br />

pirata, lo aveva portato in locale appena in tempo prima<br />

dell'oscuramento. Era chiaramente del materiale<br />

amatoriale, della durata di circa mezz'ora, in <strong>un</strong> <strong>un</strong>ico<br />

piano sequenza e col solo audio di ripresa che faceva<br />

sentire solo il vento e qualche rumore in sottofondo.<br />

285


Qualc<strong>un</strong>o, non si sa come, era riuscito ad andare in zona<br />

ed aveva ripreso con <strong>un</strong>a piccola telecamera il campo di<br />

battaglia.<br />

Ciò che si vedeva era sconvolgente, il numero delle<br />

persone a terra era enorme, e la gran parte sembrava<br />

fosse già morta. La cosa più raccapricciante erano le<br />

espressioni, quasi tutti avevano gli occhi innaturalmente<br />

spalancati ed i muscoli facciali tirati e contorti in smorfie di<br />

dolore, anche se praticamente non si vedevano ferite. Si<br />

notavano è vero delle bruciature, ma non così estese e<br />

piagate da giustificare quelle smorfie agghiaccianti e<br />

innaturali, da film dell'orrore. L'impatto di quelle esplosioni<br />

doveva aver generato i danni maggiori agli organi interni.<br />

Qua e là si notava qualche sopravvissuto che vagava per<br />

la spianata senza <strong>un</strong>a direzione precisa, con lo sguardo<br />

perso nel vuoto, spesso inciampando, cadendo e<br />

rialzandosi, forse perché aveva perso in parte o<br />

completamente la vista.<br />

Non c'era invece ness<strong>un</strong> soccorritore, e questo era <strong>un</strong> altro<br />

aspetto che creava raccapriccio. Fawzy pensò che<br />

probabilmente la zona era radioattiva e si stavano<br />

attrezzando prima di intervenire, quindi chi faceva le<br />

riprese o era già vestito adeguatamente o lo stava facendo<br />

a proprio rischio e pericolo.<br />

Fatto sta che l'operatore aveva continuato a salire a zig<br />

zag l<strong>un</strong>go il pendio, per documentare il più <strong>possibile</strong>, ed<br />

alla fine era arrivato in cima ed aveva iniziato <strong>un</strong>a<br />

panoramica a 360° del piazzale dove era stata fatta<br />

l'inaugurazione. Lì la densità era inferiore, ma il panorama<br />

non era molto diverso rispetto alle zone sottostanti.<br />

286


L'operatore aveva poi ripreso il cammino entrando<br />

nell'edificio, senza mai trovare ostacoli o qualc<strong>un</strong>o che gli<br />

andasse incontro, anche solo per chiedergli aiuto. Una<br />

volta nell'ampio androne, aveva proseguito verso le<br />

colonne degli ascensori principali, e dopo poco erano<br />

inquadrati i primi con l'ingresso ostruito da corpi posti di<br />

traverso alle porte scorrevoli. Poi finalmente ne aveva<br />

trovato <strong>un</strong>o libero, col quale era salito al piano terra di <strong>un</strong>a<br />

delle quattro torri, ma non era riuscito a capire quale. Lì il<br />

numero di persone che vagavano alla cieca era maggiore,<br />

mentre sul pavimento se ne vedevano poche, fino a<br />

quando non aveva inquadrato <strong>un</strong> nutrito gruppo di corpi,<br />

tutti vicini e spesso sovrapposti. Li dovevano avere<br />

rad<strong>un</strong>ati prima delle esplosioni, magari erano coloro che<br />

non appoggiavano la rivolta e si vedeva del sangue, <strong>un</strong>a<br />

grande quantità di sangue che faceva pensare ad <strong>un</strong>a<br />

esecuzione di massa. Dopo pochi secondi il filmato<br />

terminava, ma Fawzy era rimasto con <strong>un</strong>a sensazione,<br />

credeva di avere visto qualcosa, anche se non avrebbe<br />

saputo dire cosa, per cui tornò indietro e guardò quel<br />

gruppo con maggiore attenzione. Niente, ancora non<br />

aveva capito da cosa era stato attratto, per cui lo recuperò<br />

di nuovo e ripassò il pezzo a rallentatore. Finalmente<br />

intravide <strong>un</strong>a faccia che emergeva tra due corpi, era rivolta<br />

nella direzione opposta, ma si vedeva abbastanza bene la<br />

linea del collo, l'orecchio e parte del profilo. Era Rosa?<br />

Così non poteva dirlo. Chiamò <strong>un</strong>a serie di strumenti di<br />

trattamento immagini, ricostruttori della definizione, lenti di<br />

ingrandimento, ed altro ancora. Dopo <strong>un</strong>a prima attenta<br />

ispezione era certo fosse lei, ma poi, riguardando meglio,<br />

287


non ne era più tanto sicuro. Cercò nel mucchio per vedere<br />

se c'erano anche dei bambini. Fu attratto da dei colori e<br />

notò <strong>un</strong> abitino che gli sembrò lo stesso che ultimamente<br />

aveva visto addosso a Matilde, ma il volto era<br />

completamente coperto. Proseguì a scandagliare i<br />

fotogrammi di quei pochi secondi di filmato e ad <strong>un</strong> certo<br />

p<strong>un</strong>to notò <strong>un</strong>a piccola mano uscire da sotto, appoggiata in<br />

piena evidenza sopra <strong>un</strong> altro corpo: guardò bene con la<br />

lente più potente e vide <strong>un</strong> braccialetto al polso: gli sembrò<br />

proprio quello che aveva regalato lui a Ruggero.<br />

Tre piccoli segnali, ma che insieme diventavano <strong>un</strong>a<br />

conferma che quelli potevano essere proprio loro tre e<br />

certamente erano morti. Fu preso dalla disperazione più<br />

profonda, voleva urlare, ma non gli usciva la voce dalla<br />

gola, dette <strong>un</strong> paio di pugni contro la parete, facendosi<br />

male e sporcando il muro di sangue, vagò come <strong>un</strong> pazzo<br />

per il grande studio, poi finalmente riuscì a recuperare <strong>un</strong><br />

minimo di controllo. Tornò a riesaminare il filmato in ogni<br />

più piccolo particolare, dopo <strong>un</strong>'ora la sua certezza che<br />

Rosa e i bambini erano in quelle immagini, morti, era<br />

totale.<br />

Era sceso su di lui <strong>un</strong>a sorta di torpore, la rabbia e la<br />

disperazione che lo avevano divorato fino a poco prima era<br />

ora svanita e si era trasformata in <strong>un</strong>a torbida<br />

consapevolezza. Si era come estraniato dalla vicenda,<br />

come se la persona coinvolta fosse <strong>un</strong> altro. Stava<br />

ripensando al colloquio con Bonanno e si rendeva conto<br />

che era <strong>un</strong>a perfetta sintesi degli ultimi anni, la<br />

dimostrazione della sua inadeguatezza ad affrontare gli<br />

eventi del mondo. Lui, <strong>un</strong> illustre professore, addirittura <strong>un</strong><br />

288


ettore, si era dimostrato ingenuo come <strong>un</strong> bambino che<br />

gioca ad interpretare il suo eroe, senza chiaramente<br />

averne le caratteristiche. Gli vennero poi in mente le ultime<br />

frasi di Harsha, quell'accusa che lui non riusciva neppure a<br />

comprendere la portata dei problemi che loro avevano, lui<br />

che su quei problemi aveva costruito tutta la sua carriera.<br />

Era vero quello che aveva detto? Probabilmente sì. Un<br />

fallimento su tutti i fronti. Rimase in quello stato di scarsa<br />

lucidità per parecchio tempo e lui in particolare non aveva<br />

la minima idea né l'interesse di sapere quanto ne fosse<br />

passato. Poi improvvisamente riprese il controllo,<br />

percependo <strong>un</strong>a strana sensazione di calma e la necessità<br />

di fare qualcosa. Chiamò <strong>un</strong> foglio bianco sulla postazione<br />

e scrisse rapidamente alc<strong>un</strong>e frasi, lasciando tutto lì, in<br />

bella evidenza.<br />

Si alzò lentamente dalla scrivania, uscì dalla sua stanza,<br />

percorse il corridoio fino alle scale, salì le quattro rampe<br />

che lo separavano dal tetto a terrazza. Arrivato in cima aprì<br />

la porta ed uscì all'aperto. Si guardò intorno, era <strong>un</strong>a bella<br />

giornata, ma non certo per lui. Prese la rincorsa e si lanciò<br />

nel vuoto, scavalcando la balaustra.<br />

289


V – Epilogo<br />

Poco dopo che Fawzy era stato riaccompagnato alla sua<br />

auto sopra Colico, <strong>un</strong> sostenitore di Rosa era riuscito a<br />

bussare alla porta del suo appartamento. Aveva atteso a<br />

l<strong>un</strong>go che la persona che presidiava l'ingresso se ne fosse<br />

andata, la necessità di tenere sotto controllo l'intera città<br />

aveva probabilmente richiesto la sua ricollocazione e<br />

adesso la via sembrava sgombra. L'uomo era <strong>un</strong> addetto<br />

alla manutenzione, Rosa si ricordava di lui solo<br />

vagamente, le sembrava di averlo incontrato in qualche<br />

ri<strong>un</strong>ione periodica con i propri elettori, ma certo non aveva<br />

mai partecipato attivamente. La sua conoscenza di gran<br />

parte dei passaggi di servizio era approfondita e gli aveva<br />

consentito di arrivare fino a lei senza eccessivi pericoli.<br />

Adesso le stava proponeva di cercare insieme <strong>un</strong>a strada<br />

per uscire dall'edificio, dimostrandole <strong>un</strong>a devozione senza<br />

limiti.<br />

Rosa prese solo <strong>un</strong>a borsa, mettendo <strong>un</strong> cambio per i<br />

bambini e qualcosa da mangiare, in caso di necessità,<br />

mentre lui le faceva fretta, perché temeva che che da <strong>un</strong><br />

momento all'altro il suo carceriere potesse tornare.<br />

Il tragitto fu tutt'altro che semplice, per motivi vari furono<br />

costretti a lasciare i passaggi riservati diverse volte e ad<br />

attraversare corridoi aperti alla ricerca di alternative, non<br />

conoscendo minimamente le intenzioni di chi potevano<br />

incontrare. Un po' per le difficoltà nelle quali erano<br />

incappati, <strong>un</strong> po' per l'esigenza di far riposare ogni tanto i<br />

290


ambini, impiegarono almeno tre ore per arrivare alla base<br />

dell'edificio ed a quel p<strong>un</strong>to iniziava la parte più pericolosa<br />

ed esposta. L'uomo cercò <strong>un</strong> luogo riparato dove lasciarli<br />

in attesa per il tempo necessario ad <strong>un</strong>a ricognizione,<br />

doveva individuare le possibili uscite e valutarne i rischi.<br />

Quando tornò da loro dopo oltre due ore, Rosa stava<br />

disperando di rivederlo. Ormai aveva iniziato a temere che<br />

avesse avuto <strong>un</strong> incidente, fosse stato catturato o<br />

addirittura che non fosse chi aveva detto di essere e li<br />

avesse condotti ed abbandonati in quel posto, che poi si<br />

sarebbe rivelato <strong>un</strong>a trappola. Ma il timore di peggiorare le<br />

cose prendendo delle iniziative per trovare <strong>un</strong>'alternativa<br />

per fort<strong>un</strong>a l'aveva convinta a desistere.<br />

L'uomo aveva impiegato tutto quel tempo perché tutti i<br />

possibili passaggi risultavano presidiati o chiusi in qualche<br />

modo e non c'era modo di utilizzarli. Alla fine però aveva<br />

individuato <strong>un</strong>a botola che consentiva di scendere<br />

direttamente nel condotto fognario che portava alla zona<br />

dei depuratori, ad almeno cinquecento metri dall'edificio.<br />

Era ormai notte e potevano tentare la sortita.<br />

Si incamminarono per quella strada buia e puzzolente, ma<br />

non ci volle troppo tempo per uscire all'aperto e da lì, con<br />

estrema cautela, riuscirono a procedere verso le linee<br />

militari. Quando arrivarono nelle vicinanze rischiarono che<br />

gli sparassero addosso, ma per fort<strong>un</strong>a le strilla di Rosa e<br />

dei bambini fecero capire ai soldati che non si trattava di<br />

rivoltosi che tentavano <strong>un</strong> attacco a sorpresa.<br />

Furono accolti e rifocillati, fu anche <strong>possibile</strong> lavarsi <strong>un</strong> po'<br />

per togliersi di dosso quel tremendo odore di fogna.<br />

Raccontarono ad <strong>un</strong> ufficiale cosa sapevano di quanto<br />

291


stava succedendo all'interno e finalmente li mandarono a<br />

dormire qualche ora.<br />

Il mattino dopo, ad <strong>un</strong> certo p<strong>un</strong>to furono avvertiti di<br />

prepararsi, che nel giro di poco li avrebbero trasportati<br />

lontani da lì. Il loro accompagnatore non era più con loro, le<br />

sue conoscenze erano preziose ed era stato inserito nel<br />

gruppo che stava studiando possibili iniziative per<br />

attaccare la città. Rosa avrebbe voluto salutarlo e<br />

ringraziarlo di cuore, ma non fu <strong>possibile</strong> rivederlo prima di<br />

partire. Avevano lasciato i dintorni di D<strong>un</strong>bar da <strong>un</strong>a<br />

mezz'ora quando udirono in lontananza le tre terribili<br />

esplosioni.<br />

Ancora <strong>un</strong>a decina di minuti di stradine malmesse ed<br />

arrivarono a Colico. Rosa si informò e seppe che c'erano<br />

delle navette per la prima stazione ferroviaria operativa. Da<br />

lì avrebbero potuto prendere <strong>un</strong> treno per raggi<strong>un</strong>gere<br />

Fawzy.<br />

Già da <strong>un</strong> po' stava cercando di chiamarlo, ma c'era<br />

sempre quel messaggio che avvertiva di riprovare più tardi.<br />

Erano finalmente riusciti a partire e nel giro di qualche ora<br />

arrivarono a destinazione, dove Rosa prese <strong>un</strong> taxi, senza<br />

riprovare a chiamarlo prima del loro arrivo: entro pochi<br />

minuti gli avrebbero fatto <strong>un</strong>a sorpresa.<br />

Era appena scesa dal veicolo, il conducente le aveva<br />

preso la borsa dal portabagagli e l'aveva appoggiata sul<br />

marciapiede vicino a lei, che nel frattempo aveva trasferito<br />

l'importo della corsa alla cassa del mezzo. Stava<br />

prendendo Matilde per mano per avviarsi verso la porta di<br />

ingresso quando sentì il tonfo sul terreno a poco più di<br />

venti metri di distanza da loro. Capì subito cosa era<br />

292


successo, cadde in ginocchio sul pezzetto di prato dove<br />

stava passando ed iniziò a piangere a dirotto, mentre i<br />

bambini si stringevano a lei e l'abbracciavano. Per molto<br />

tempo ness<strong>un</strong>o avrebbe più sentito la sua sonora risata.<br />

293

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