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Il Dolore toracico e la gestione preospedaliera - Univolmodugno.It

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<strong>Il</strong> <strong>Dolore</strong> <strong>toracico</strong><br />

e<br />

<strong>la</strong> <strong>gestione</strong><br />

<strong>preospedaliera</strong>


DOLORE TORACICO<br />

• <strong>Il</strong> dolore <strong>toracico</strong> è uno dei sintomi più<br />

comuni e complessi per il quale il paziente<br />

giunge al DEA.<br />

• I possibili benefici (o danni) derivanti dal<strong>la</strong><br />

corretta ( o scorretta) valutazione del<strong>la</strong><br />

sintomatologia sono enormi.<br />

• È presente in molteplici ma<strong>la</strong>ttie ma non è un<br />

sintomo specifico.<br />

• Scarsa corre<strong>la</strong>zione tra entità del malessere<br />

<strong>toracico</strong> e <strong>la</strong> gravità del<strong>la</strong> patologia<br />

sottostante


Dimensioni del problema in USA<br />

<strong>Dolore</strong> <strong>toracico</strong> non traumatico<br />

5 milioni di persone/anno visitate nei DE<br />

>50% non hanno SCA<br />

10-15% hanno un IMA<br />

30-35% hanno angina instabile<br />

50-60% dei casi ECG non diagnostico<br />

25-50% dei paz. subiscono ricovero inappropriato<br />

2-8% dei paz. hanno dimissione inappropriata


<strong>Il</strong> dolore <strong>toracico</strong><br />

È<br />

Un sintomo<br />

Epifenomeno di uno stato morboso che<br />

interessa strutture intra ed extratoraciche


<strong>Dolore</strong> <strong>toracico</strong><br />

Tratteremo il dolore <strong>toracico</strong> acuto non<br />

traumatico


<strong>Dolore</strong> <strong>toracico</strong><br />

Definizione<br />

Per dolore <strong>toracico</strong> acuto non traumatico si<br />

intende qualsiasi sensazione dolorosa<br />

compresa tra il cavo orale e <strong>la</strong> linea<br />

ombelicale, insorto nelle 24 ore precedenti<br />

l’osservazione, regredito o in atto, non<br />

riferibile ad altra causa non cardiovasco<strong>la</strong>re<br />

identificabile e potenzialmente secondario ad<br />

una possibile sindrome coronarica acuta.


DOLORE TORACICO<br />

<strong>Il</strong> dolore <strong>toracico</strong> può essere manifestazione<br />

di ma<strong>la</strong>ttie gravi o persino ad alto rischio, oppure<br />

essere espressione di ma<strong>la</strong>ttie<br />

per nul<strong>la</strong> pericolose, ma nondimeno invalidanti<br />

per <strong>la</strong> preoccupazione e l’ansietà legate a<br />

disagio e dolore fisico.


DOLORE TORACICO<br />

Caratterizzazione del dolore <strong>toracico</strong>:<br />

• Modalità di insorgenza<br />

• acuta o cronica<br />

• Fattori precipitanti<br />

• l’esercizio fisico<br />

• <strong>la</strong> posizione<br />

• <strong>la</strong> respirazione<br />

• <strong>Il</strong> digiuno<br />

• Carattere<br />

• Viscerale<br />

• Pleurico<br />

• Superficiale<br />

• Irradiazione<br />

• Sintomi associati: dispnea, nausea<br />

• Intensità<br />

• Durata


DOLORE TORACICO<br />

CAUSE DI DOLORE TORACICO<br />

• MALATTIE CARDIACHE<br />

• PATOLOGIE AORTICHE (DISSEZIONE)<br />

• MALATTIE POLMONARI<br />

• MALATTIE MUSCOLO-SCHELETRICHE<br />

• MALATTIE NEUROLOGICHE<br />

• MALATTIE GASTRO-INTESTINALI


DOLORE TORACICO<br />

• Angina pectoris<br />

MALATTIE CARDIACHE<br />

• Infarto del miocardio<br />

• Ipertensione polmonare<br />

• Pericardite<br />

• Pro<strong>la</strong>sso del<strong>la</strong> valvo<strong>la</strong> mitrale


DOLORE TORACICO<br />

• Dissezione<br />

PATOLOGIE AORTICHE


DOLORE TORACICO<br />

PATOLOGIE POLMONARI<br />

• Embolia polmonare<br />

• Pleurite<br />

• Pneumotorace<br />

• Tumore<br />

• Polmonite


DOLORE TORACICO<br />

PATOLOGIE MUSCOLOSCHELETRICHE<br />

• Artrite, borsite<br />

• Costo-condrite (sindrome Tietze)<br />

• Patologie del disco intervertebrale<br />

• Spasmi musco<strong>la</strong>ri


DOLORE TORACICO<br />

MALATTIE NEUROLOGICHE<br />

• Neurite intercostale<br />

• Herpes Zoster


DOLORE TORACICO<br />

DISORDINI GASTROINTESTINALI<br />

• Reflusso gastro-esofageo<br />

• Disordini motori esofagei (spasmi)<br />

• Colica biliare, colecistite acuta<br />

• Ulcera peptica


Dissezione Aortica<br />

È <strong>la</strong> rottura del<strong>la</strong> parete interna dell’aorta.<br />

MALATTIE CARDIOVASCOLARI<br />

NON NON ISCHEMICHE<br />

Consiste in una <strong>la</strong>cerazione dell’intima del vaso, con<br />

scol<strong>la</strong>mento del<strong>la</strong> media, che viene dissociata e distrutta,<br />

con formazione di una raccolta ematica all’interno del<strong>la</strong><br />

parete. <strong>Il</strong> sangue proveniente dal vaso sotto pressione<br />

forma un falso lume parallelo. La progressione del sangue<br />

avviene in senso longitudinale con rottura dell’ematoma<br />

dissecante in genere verso l’esterno (pericardio, cavo<br />

pleurico, peritoneo) o raramente nel lume vero.


Scissione longitudinale del<strong>la</strong><br />

media aortica da parte di una<br />

colonna di sangue<br />

La scissione del<strong>la</strong> media<br />

occupa circa metà del<strong>la</strong><br />

circonferenza dell’aorta e può<br />

estendersi per tutta <strong>la</strong><br />

lunghezza del vaso<br />

Lo scol<strong>la</strong>mento creato dal<br />

sangue crea un secondo lume<br />

o falso lume


Dissezione aortica<br />

il dolore è assolutamente improvviso,<br />

intenso e prolungato nel tempo. In base<br />

al<strong>la</strong> sede in cui è avvenuta <strong>la</strong> dissezione, il<br />

dolore può essere retrosternale con<br />

irradiazione al collo, in sede interscapo<strong>la</strong>re<br />

e dorsale. <strong>Il</strong> dolore ha <strong>la</strong> caratteristica di<br />

migrare lungo il decorso dell’aorta.<br />

MARCIA DEL DOLORE


Dissezione Aortica<br />

MALATTIE CARDIOVASCOLARI<br />

NON NON ISCHEMICHE<br />

È solitamente corre<strong>la</strong>ta con una storia di ipertensione<br />

arteriosa. Meno frequentemente può corre<strong>la</strong>rsi con <strong>la</strong><br />

sindrome di Marfan o con <strong>la</strong> necrosi medio cistica.<br />

<strong>Il</strong> dolore viene descritto come <strong>la</strong>cerante,“da strappo”,<br />

ed è così violento che i pazienti riferiscono di non<br />

aver mai provato nul<strong>la</strong> di simile in tutta <strong>la</strong> vita.<br />

Non è aggravato dal respiro o dai cambiamenti<br />

posturali.


Dissezione aortica<br />

DOLORE DOLORE DOLORE TORACICO<br />

TORACICO<br />

ACUTO ACUTO PER LE MODALITA’ DI ROTTURA<br />

LANCINANTE LANCINANTE PERCHE CONSEGUENTE AD AUMENTO PRESSORIO<br />

CHE SI ESERCITA SULLE PARETI DELL’AORTA<br />

PRODUCENDO SPOSTAMENTI DELLE TUNICHE<br />

PERSISTENTE PERSISTENTE PER IL SUO PROCEDERE IN SENSO LONGITUDINALE<br />

E CIRCONFERENZIALE


DOLORE TORACICO<br />

Reflusso Gastro-esofageo<br />

È una causa abbastanza comune di dolore viscerale in<br />

regione epigastrica e retrosternale.<br />

Consiste in una diffusa sensazione di bruciore che si<br />

riaccende quando i succhi gastrici risalgono lungo<br />

l’esofago.


DOLORE TORACICO<br />

Reflusso Gastro-esofageo<br />

In alcuni pazienti si associa con spasmo<br />

esofageo; ciò può causare un dolore<br />

retrosternale tale da essere simile a quello<br />

dell’angina pectoris, e che può irradiarsi anche<br />

al braccio sinistro.<br />

Si può avere anche una sensazione di sollievo<br />

dal ri<strong>la</strong>ssamento dei muscoli esofagei causato<br />

dall’assunzione di nitroderivati per via<br />

sublinguale.


Reflusso Gastro-esofageo<br />

Alcuni pazienti lo associano ad una sensazione di<br />

costrizione epigastrica,che può irradiarsi al giugulo.<br />

<strong>Il</strong> dolore <strong>toracico</strong> dovuto al reflusso gastro-esofageo<br />

si acuisce tipicamente dopo l’in<strong>gestione</strong> copiosa di<br />

alimenti, di ASA, alcolici, caffè, con <strong>la</strong> posizione<br />

sdraiata, con gli sforzi, piegando in avanti il torace.<br />

Si può alleviare rapidamente con antiacidi, ma<br />

anche col cibo.


DOLORE TORACICO<br />

Ulcera Peptica<br />

<strong>Il</strong> dolore dell’ulcera peptica ha sede<br />

caratteristicamente in epigastrio, ma<br />

occasionalmente, in caso di localizzazioni più<br />

prossimali può essere percepito come dolore<br />

retrosternale.


DOLORE TORACICO<br />

Colica Biliare<br />

• <strong>Il</strong> dolore è solitamente di tipo acuto, molto forte<br />

o oppressivo ed ha sede in epigastrio o in<br />

ipocondrio destro.<br />

• L’irradiazione al<strong>la</strong> scapo<strong>la</strong> è molto frequente.


DOLORE TORACICO<br />

Colica Biliare<br />

• <strong>Il</strong> dolore può durare da una a diverse ore prima<br />

di attenuarsi.<br />

• Può essere a lungo seguito da una sensazione<br />

di fastidio nell’area sottocostale destra.<br />

• La colica può essere accompagnata da nausea<br />

e vomito


DOLORE TORACICO<br />

Pancreatite<br />

• <strong>Il</strong> dolore da pancreatite è solitamente<br />

localizzato all’epigastrio o al mesogastrio, ma<br />

può irradiarsi al<strong>la</strong> spal<strong>la</strong> e al<strong>la</strong> schiena, come<br />

pure al fianco e in fossa iliaca.<br />

• <strong>Il</strong> dolore è costante e spesso severo e può<br />

aggravarsi in posizione supina.<br />

• La nausea ed il vomito sono frequenti.


Costocondrite<br />

Le artico<strong>la</strong>zioni costocondrali e costosternali<br />

possono essere cause frequenti di dolore<br />

<strong>toracico</strong> muscoloscheletrico.<br />

Ad una corretta anamnesi sarà molto<br />

probabilmente possibile rilevare l’evenienza<br />

di un recente trauma minore o di una attività<br />

fisica inusuale.<br />

Sindrome di Tietze: tumefazione, eritema e<br />

calore sono rari, ma viva dolorabilità è<br />

frequente. <strong>Dolore</strong> puntorio o sordo, associato<br />

ad oppressione toracica.<br />

PATOLOGIE<br />

PATOLOGIE<br />

DELLA<br />

DELLA<br />

PARETE<br />

PARETE<br />

TORACICA<br />

TORACICA<br />

E<br />

DELLA<br />

DELLA<br />

COLONNA<br />

COLONNA<br />

VERTEBRALE<br />

VERTEBRALE


<strong>Dolore</strong> Cervicale<br />

PATOLOGIE<br />

PATOLOGIE<br />

DELLA<br />

DELLA<br />

PARETE<br />

PARETE<br />

TORACICA<br />

TORACICA<br />

E<br />

DELLA<br />

DELLA<br />

COLONNA<br />

COLONNA<br />

VERTEBRALE<br />

VERTEBRALE<br />

È solitamente localizzato al collo e al<strong>la</strong> parte<br />

posteriore del<strong>la</strong> testa. A causa del fatto che si<br />

può irradiare al<strong>la</strong> spal<strong>la</strong> e al braccio è<br />

occasionalmente confuso con l’angina pectoris.<br />

La radicolite cervicale provoca solitamente<br />

dolore continuo, deficit sensoriali o parestesie.<br />

<strong>Il</strong> dolore può essere sollecitato dai movimenti<br />

del collo, che sovente è ipomobile.


PATOLOGIE<br />

PATOLOGIE<br />

DELLA<br />

DELLA<br />

PARETE<br />

PARETE<br />

TORACICA<br />

TORACICA<br />

E<br />

DELLA<br />

DELLA<br />

COLONNA<br />

COLONNA<br />

VERTEBRALE<br />

VERTEBRALE<br />

Borsite e Sindrome thoracic outlet<br />

Sono una possibile causa di dolore al<strong>la</strong> spal<strong>la</strong>.<br />

<strong>Il</strong> dolore in queste patologie è spesso scatenato<br />

dal movimento del<strong>la</strong> spal<strong>la</strong> o da partico<strong>la</strong>ri<br />

posizioni.<br />

Possono anche essere presenti delle parestesie.


Herpes Zoster<br />

Tale infezione dà, nel<strong>la</strong> fase<br />

prodromica, un forte dolore<br />

localizzato a volte ad un<br />

dermatomero <strong>toracico</strong> sinistro; ciò<br />

può simu<strong>la</strong>re un dolore di origine<br />

cardiaca.<br />

La caratteristica urente del dolore, <strong>la</strong><br />

sua localizzazione, l’età del paziente<br />

aiutano per <strong>la</strong> formu<strong>la</strong>re <strong>la</strong> diagnosi.<br />

Successivamente compaiono le<br />

tipiche lesioni cutanee. Comune <strong>la</strong><br />

nevralgia post-herpetica.<br />

PATOLOGIE<br />

PATOLOGIE<br />

DELLA<br />

DELLA<br />

PARETE<br />

PARETE<br />

TORACICA<br />

TORACICA<br />

E<br />

DELLA<br />

DELLA<br />

COLONNA<br />

COLONNA<br />

VERTEBRALE<br />

VERTEBRALE


MALATTIE POLMONARI<br />

Fisiologia del <strong>Dolore</strong> Polmonare<br />

<strong>Il</strong> dolore pleurico è solitamente improvviso<br />

oppure può subentrare gradualmente; in ogni<br />

caso è spesso uni<strong>la</strong>terale, a volte localizzabile<br />

come una pugna<strong>la</strong>ta in una zona precisa del<strong>la</strong><br />

cassa toracica.


MALATTIE POLMONARI<br />

Fisiologia del <strong>Dolore</strong> Polmonare<br />

La caratteristica più importante del<br />

dolore pleurico è che esso viene<br />

esacerbato dai colpi di tosse o dalle<br />

inspirazioni profonde.<br />

Anche il semplice movimento del<br />

torace può aumentare il dolore.


Polmonite<br />

MALATTIE POLMONARI<br />

L’associazione con febbre e tosse<br />

produttiva può indirizzare verso <strong>la</strong><br />

diagnosi di polmonite con<br />

interessamento pleurico.


Pneumotorace<br />

Ma<strong>la</strong>ttie polmonari<br />

Pneumotorace significa presenza di gas nel cavo<br />

pleurico.<br />

L’ingesso di aria può avvenire per:<br />

rottura del<strong>la</strong> pleura parietale<br />

rottura del<strong>la</strong> pleura viscerale


Ma<strong>la</strong>ttie polmonari<br />

pneumotorace<br />

spontaneo primario : 85% adulti maschi per<br />

rottura di piccole bolle sotto-pleuriche<br />

sotto pleuriche<br />

spontaneo secondario: secondario:<br />

pazienti con patologia<br />

polmonare preesistente (BPCO, asma, fibrosi<br />

cistica, polmoniti necrotizzanti)<br />

Iatrogeno : biopsia, agoaspirato, toracentesi,<br />

cateterismo venoso,venti<strong>la</strong>zione meccanica<br />

Traumamatico : aperto, chiuso, iperteso.


pneumotorace<br />

<strong>Il</strong> quadro clinico tipico esordisce con dolore<br />

improvviso all’emitorace o al dorso, seguito<br />

nelle ore e nei giorni successivi a dispnea da<br />

sforzo o insolita affaticabilità. Spesso si tratta<br />

di giovani longilinei.


FATTORI DI RISCHIO PER<br />

PNEUMOTORACE<br />

Pregresso Pnx<br />

Habitus<br />

Manovra Di Valsalva<br />

Bpco<br />

Ma<strong>la</strong>ttie Del Connettivo<br />

Neop<strong>la</strong>sie Polmonari


Infarto Polmonare<br />

MALATTIE POLMONARI<br />

L’infarto polmonare secondario ad embolia è un’altra<br />

causa di dolore pleurico e può essere accompagnato da<br />

emottisi.<br />

Una embolia polmonare massiva può anche causare un<br />

dolore <strong>toracico</strong> così forte da essere simile a quello di<br />

un infarto del miocardio.


MALATTIE POLMONARI<br />

L’associazione tra dolore polmonare e<br />

emottisi possono anche suggerire <strong>la</strong><br />

presenza di una neop<strong>la</strong>sia polmonare<br />

ancora misconosciuta.


DOLORE POLMONARE<br />

FUNZIONALE<br />

<strong>Dolore</strong> Toracico Ansia-corre<strong>la</strong>to<br />

<strong>Il</strong> dolore <strong>toracico</strong> collegato ad uno<br />

stato ansioso per lo più assume<br />

caratteristiche polimorfe.<br />

Spesso è focale, può avere sede<br />

precordiale.<br />

Può durare mezz’ora o più, ed<br />

essere fluttuante.


DOLORE POLMONARE<br />

FUNZIONALE<br />

<strong>Dolore</strong> Toracico Ansia-corre<strong>la</strong>to<br />

<strong>Il</strong> dolore può essere facilmente corre<strong>la</strong>to ad<br />

eccitazione emotiva o con altri sintomi<br />

come palpitazioni, astenia, fame d’aria.<br />

Iper-venti<strong>la</strong>zione, che può provocare<br />

alterazioni aspecifiche del tratto ST-T.<br />

Questi pazienti possono rispondere oppure<br />

no al<strong>la</strong> terapia analgesica.<br />

Rispondono al<strong>la</strong> terapia ansiolitica


MALATTIE CARDIACHE<br />

Le ma<strong>la</strong>ttie cardiache che possono causare<br />

dolore <strong>toracico</strong> vanno distinte in:<br />

• Patologie cardiache di origine ischemica<br />

(angina pectoris, infarto del miocardio)<br />

• Patologie cardiache di origine non<br />

ischemica (ipertensione polmonare,<br />

pericardite, pro<strong>la</strong>sso del<strong>la</strong> valvo<strong>la</strong> mitrale)


PERICARDITE<br />

È un’infiammazione del foglietto che riveste<br />

e protegge il cuore nel<strong>la</strong> gabbia toracica:<br />

<strong>Il</strong> pericardio


FATTORI DI RISCHIO PER<br />

PERICARDITE<br />

Ma<strong>la</strong>ttie Autoimmunitarie<br />

Neop<strong>la</strong>sie Maligne<br />

Uremia<br />

Ima Recente<br />

Intervento Cardiochirurgico<br />

Radioterapia Del Mediastino<br />

Recenti Ma<strong>la</strong>ttie Virali<br />

Precedente Pericardite


Pericardite<br />

MALATTIE CARDIOVASCOLARI<br />

NON NON ISCHEMICHE<br />

<strong>Il</strong> dolore nel<strong>la</strong> pericardite è solitamente ad<br />

insorgenza acuta e coinvolge l’area toracica<br />

precordiale o retrosternale, irradiandosi al<br />

collo, al<strong>la</strong> spal<strong>la</strong> sinistra o al “trapezio”.<br />

Segue in genere un episodio infettivo di<br />

tipo influenzale.


Pericardite<br />

MALATTIE CARDIOVASCOLARI<br />

NON NON ISCHEMICHE<br />

In un determinato momento del<strong>la</strong> progressione<br />

del<strong>la</strong> ma<strong>la</strong>ttia, essa può manifestarsi soltanto come<br />

un senso di compressione toracica retrosternale,<br />

difficilmente distinguibile da quello dovuto a IMA.


Pericardite<br />

MALATTIE CARDIOVASCOLARI<br />

NON NON ISCHEMICHE<br />

<strong>Il</strong> dolore risulta spesso esacerbato dagli<br />

atti del respiro e dal<strong>la</strong> posizione sdraiata,<br />

dall’inspirazione profonda e dal<strong>la</strong><br />

deglutizione. È invece alleviato dal flettere<br />

il corpo sulle gambe, stando seduti.<br />

Spesso si associa a febbre.


Cardiopatia ischemica<br />

<strong>la</strong> cardiopatia ischemica identifica un<br />

gruppo di ma<strong>la</strong>ttie accomunate da un<br />

meccanismo fisiopatogenetico comune:<br />

lo squilibrio tra richiesta e apporto di<br />

ossigeno al miocardio per riduzione<br />

del<strong>la</strong> pervietà delle arterie coronarie.


il distretto circo<strong>la</strong>torio<br />

coronarico presenta<br />

arterie del calibro di<br />

circa 3 mm che<br />

circondano a corona il<br />

cuore. <strong>Il</strong> circolo<br />

coronarico destro e<br />

sinistro non sono reti<br />

terminali ma reti<br />

circo<strong>la</strong>torie<br />

intercomunicanti.<br />

Coronaria dx<br />

Aorta<br />

Coronaria sn<br />

Discendente<br />

anteriore<br />

Circonflessa


Quando le coronarie sono ostruite da una p<strong>la</strong>cca<br />

ateromasica, da una trombosi, spasmo<br />

coronarico lo squilibrio tra <strong>la</strong> domanda e <strong>la</strong><br />

disponibilità d’ossigeno determina l’ischemia.


Quadri clinici del<strong>la</strong> cardiopatia<br />

ischemica<br />

Sindromi coronariche stabili:<br />

• angina da sforzo<br />

• angina a riposo<br />

• angina mista<br />

Sindromi coronariche acute<br />

(instabili):<br />

• angina instabile<br />

• infarto intramurale (non Q)<br />

• infarto transmurale (Q)<br />

• angina variante (vasospastica) di Prinzmetal


Cardiopatia ischemica<br />

<strong>la</strong> più semplice e più<br />

utilizzata<br />

c<strong>la</strong>ssificazione nel<strong>la</strong><br />

pratica clinica con<br />

rappresentata una<br />

potenziale<br />

evoluzione del<br />

quadro clinico verso<br />

le forme più gravi<br />

del<strong>la</strong> ma<strong>la</strong>ttia.


Angina<br />

L’angina pectoris è una sindrome clinica che<br />

consegue ad un deficit transitorio (assoluto o<br />

re<strong>la</strong>tivo) di apporto di ossigeno moleco<strong>la</strong>re al<br />

miocardio. Dovuto ad un restringimento<br />

temporaneo dei vasi coronarici ).


Quadri clinici del<strong>la</strong> cardiopatia<br />

ischemica<br />

Sindromi coronariche stabili:<br />

• angina da sforzo<br />

• angina a riposo<br />

• angina mista<br />

Sindromi coronariche acute<br />

(instabili):<br />

• angina instabile<br />

• infarto intramurale (non Q)<br />

• infarto transmurale (Q)<br />

• angina variante (vasospastica) di Prinzmetal


Angina STABILE o Angina CRONICA<br />

Ischemia miocardica ACUTA TRANSITORIA<br />

Associata a SFORZO FISICO o EMOZIONE<br />

• Si produce in condizioni OMOGENEE,<br />

STABILI NEL TEMPO<br />

(costante e ripetibile discrepanza fra domanda<br />

di O 2 da parte del miocardio e insufficiente<br />

disponibilità di flusso coronarico)


Angina da sforzo<br />

<strong>Dolore</strong> tipico durante lo<br />

sforzo<br />

• Breve durata (in genere 5<br />

min, comunque < 20<br />

min)<br />

• Regressione del dolore<br />

con il riposo<br />

• Sensibilità ai nitroderivati


Fattori precipitanti:<br />

Attacco provocato da uno sforzo, da un <strong>la</strong>voro che comporta<br />

l’utilizzo delle braccia al di sopra del livello del<strong>la</strong> spal<strong>la</strong>.<br />

Ambiente freddo, camminare contro vento, camminare dopo<br />

un pasto abbondante<br />

Crisi ipertensiva,<br />

Paura, rabbia, stati d’ansia, tensione emotiva,<br />

Rapporti sessuali<br />

Sintomi associati:<br />

Le caratteristiche<br />

dell’angina<br />

Respiro corto, vertigini, palpitazioni, debolezza.


Sequenza diagnostica nell’A.<br />

QUADRO CLINICO<br />

Anamnesi<br />

<strong>Dolore</strong>:<br />

QUADRO CLINICO<br />

stabile<br />

• costrizione, oppressione, peso, bruciore<br />

• associazione con malessere generale ed ansia<br />

• sede tipica retrosternale<br />

• irradiazione lungo l'avambraccio e mano sinistra, dorso,<br />

mandibo<strong>la</strong>, collo, entrambe le braccia<br />

• altre sedi: epigastrio, emitorace e avambraccio destro<br />

• insorgenza graduale, massima intensità entro 1’,<br />

remissione dopo 2-10 2 10 minuti (riposo, cessazione del<br />

fattore scatenante o somministrazione s.l. di nitrati)


Angina a riposo<br />

<strong>Dolore</strong> tipico spontaneo<br />

• Regressione spontanea<br />

• Sensibilità ai nitroderivati<br />

N.B. Dovuta al sovrapporsi di una componente funzionale<br />

(SPASMO) su una lesione preesistente


Angina mista<br />

Comparsa nello stesso individuo di angina<br />

da sforzo e a riposo


Quadri clinici del<strong>la</strong> cardiopatia<br />

ischemica<br />

Sindromi coronariche stabili:<br />

• angina da sforzo<br />

• angina a riposo<br />

• angina mista<br />

Sindromi coronariche acute<br />

(instabili):<br />

• angina instabile<br />

• infarto intramurale (non Q)<br />

• infarto transmurale (Q)<br />

• angina variante (vasospastica) di Prinzmetal


Angina instabile<br />

Caratterizzata dal<strong>la</strong> presenza di crisi<br />

anginose che differiscono per momento di<br />

insorgenza, durata di tempo e intensità, e<br />

che in genere non insorgono dopo sforzo.<br />

È una situazione spesso definita come di<br />

infarto imminente, incombente, che<br />

vogliono esprimere <strong>la</strong> pericolosità di<br />

questa situazione.


Angina instabile<br />

<strong>Il</strong> dolore <strong>toracico</strong> è simile per qualità a quello<br />

dell’angina da sforzo, sebbene spesso sia<br />

più intenso, possa persistere fino a 30 min e<br />

possa svegliare il paziente dal sonno.<br />

<strong>Il</strong> riposo e i nitrati per via sub-linguale, sub linguale, che<br />

control<strong>la</strong>no l’angina cronica, spesso danno<br />

un sollievo solo temporaneo ed incompleto.


Angina instabile<br />

È in genere dovuta ad una p<strong>la</strong>cca<br />

aterosclerotica che da stabile è divenuta<br />

instabile, perché si è lesionata con<br />

fissurazione, ulcerazione o emorragia.<br />

Queste condizioni determinano l’instabilità<br />

del<strong>la</strong> p<strong>la</strong>cca e <strong>la</strong> possibile formazione di<br />

un trombo che si sovrappone ad essa<br />

aggravando rapidamente <strong>la</strong> stenosi già<br />

esistente


Angina instabile (evolutiva)<br />

Angina di nuova insorgenza (entro gli ultimi 2 mesi)<br />

per sforzi minimi o a riposo<br />

Angina ingravescente (entro gli ultimi 2 mesi);<br />

aggravamento di una angina preesistente per <strong>la</strong><br />

comparsa di episodi anginosi:<br />

più intensi<br />

più prolungati<br />

più frequenti<br />

causati da sforzi meno intensi o a riposo<br />

Angina post-infartuale<br />

post infartuale


Angina variante (vasospastica)<br />

di Prinzmetal<br />

l’angina vasospastica<br />

vasospastica<br />

è una forma partico<strong>la</strong>re<br />

di angina instabile, caratterizzata<br />

dall’insorgenza dall insorgenza a riposo, per lo più pi di notte, a<br />

sopralivel<strong>la</strong>mento del tratto ST, espressione<br />

di una ischemia transmurale (che interessa a<br />

tutto spessore <strong>la</strong> parete cardiaca). cardiaca)<br />

E’ dovuta a spasmo dell’arteria dell arteria coronaria.


Infarto del miocardio<br />

È una condizione<br />

clinica secondaria<br />

ad un’ischemia<br />

acuta che dura un<br />

<strong>la</strong>sso di tempo<br />

sufficiente a<br />

creare un danno<br />

irreversibile del<br />

muscolo cardiaco<br />

necrosi miocardica


Infarto del miocardio<br />

Nel<strong>la</strong> maggior parte dei casi è dovuto al<strong>la</strong><br />

trombosi coronarica sovrapposta a una<br />

lesione dell’intima in sede di p<strong>la</strong>cca<br />

ateromasica (fissurazione, ematoma<br />

intimale) che determina una chiusura<br />

completa del<strong>la</strong> coronaria interessata. Solo<br />

nel 6% dei casi è dovuto a vasospasmo<br />

prolungato e allo studio coronarografico<br />

non si osservano lesioni coronariche<br />

critiche.


Nell’angina abbiamo<br />

un miocardio che<br />

soffre<br />

Nell’infarto abbiamo<br />

una distruzione<br />

cellu<strong>la</strong>re, con lisi del<strong>la</strong><br />

membrana cellu<strong>la</strong>re,<br />

e liberazione nel<br />

liquido interstiziale<br />

degli enzimi in essa<br />

contenuti.<br />

Enzimi cardiaci


Infarto del miocardio<br />

Sul piano anatomo-patologico anatomo patologico può essere<br />

transmurale o sub-endocardico.<br />

sub endocardico.<br />

La localizzazione dipende dall’arteria<br />

coronaria interessata e dal<strong>la</strong> parte di<br />

muscolo cardiaco che irrora. Si avrà così<br />

un infarto inferiore, anteriore, <strong>la</strong>terale,<br />

posteriore.


Infarto<br />

<strong>Il</strong> dolore è il sintomo con cui l’infarto si<br />

manifesta più frequentemente al suo esordio;<br />

è presente nell’85% dei casi con le<br />

caratteristiche tipiche del dolore anginoso,<br />

ma più intenso e prolungato.<br />

La durata del dolore di solito è superiore a<br />

20-30 20 20-30 30 min.<br />

Nel 15% dei casi (diabetici, anziani) l’infarto<br />

è asintomatico o si presenta con sincope<br />

aritmia, edema polmonare.


caratterizzazione del dolore<br />

Sede:<br />

<strong>toracico</strong> ischemico<br />

Retrosternale e <strong>la</strong>terale sinistro (raramente destro),<br />

epigastrico<br />

Ampiezza:<br />

Generalmente espanso come il palmo di una mano o tutto<br />

il torace<br />

Caratteristiche:<br />

Tipicamente descritto come peso, costrizione,<br />

soffocamento, oppressione, tensione, fastidio.


irradiazione


Intensità:<br />

Estremamente variabile, con dei quadri di<br />

violenta drammaticità fino al<strong>la</strong> totale<br />

assenza di dolore che caratterizza <strong>la</strong><br />

cardiopatia silente)<br />

ischemica silente (infarto


Infarto Acuto del Miocardio<br />

MALATTIE CARDIACHE<br />

L’infarto silente risulta più<br />

frequente nell’anziano e nel<br />

diabetico.


Modalità di insorgenza<br />

Modalità di insorgenza<br />

spesso insorgenza e scomparsa graduali<br />

Fattori scatenanti<br />

Nel<strong>la</strong> maggior parte dei casi <strong>la</strong> sintomatologia<br />

insorge a riposo e non si riconosce un<br />

fattore scatenante. Talora è secondaria a<br />

stress fisici e psichici, anemia ipertiroidismo,<br />

freddo, pasti abbondanti.


durata<br />

Da 2’ a 10 minuti nell’angina da sforzo<br />

Fino a 30’ nell’angina spontanea<br />

> 30’ nell’infarto<br />

Una fitta di pochi secondi spesso esclude<br />

una genesi ischemica


FATTORI DI RISCHIO PER<br />

MALATTIA CORONARICA<br />

Familiarità<br />

Diabete Mellito<br />

Ipertensione Arteriosa<br />

Fumo<br />

Dislipidemia<br />

Uso Cronico Di Cocaina<br />

Età Avanzata


Infarto del miocardio<br />

Sebbene <strong>la</strong> raccolta dati quantitativi<br />

attendibili sul<strong>la</strong> naturale evoluzione del<strong>la</strong><br />

necrosi miocardica a partire dall’esordio<br />

presenti delle difficoltà (esistenza di infarti<br />

silenti, morti improvvise prima del ricovero)<br />

esistono studi che dimostrano in modo<br />

inequivocabile che <strong>la</strong> mortalità dopo il<br />

primo mese dell’infarto si aggira su circa il<br />

50%, di cui circa <strong>la</strong> metà nelle prime 2-3 2 3<br />

ore


Infarto del miocardio<br />

Ancora oggi circa il 20-30% 20 30% dei pazienti<br />

colpiti da IMA, muore a breve distanza<br />

dall’esordio dei sintomi, prima dell’arrivo in<br />

ospedale a causa dell’insorgenza di turbe<br />

del ritmo, scompenso cardiaco, rottura di<br />

cuore.


Infarto del miocardio<br />

prognosi<br />

Le principali determinanti del<strong>la</strong> prognosi a<br />

breve termine dei pazienti infartuati<br />

risultano legate: all’estensione del<strong>la</strong><br />

necrosi e quindi al<strong>la</strong> compromissione del<strong>la</strong><br />

funzione di pompa.<br />

All’instabilità del<strong>la</strong> lesione coronarica,<br />

all’instabilità elettrica e a fattori non<br />

modificabili quali l’età e il sesso.


Infarto del miocardio<br />

I punti nodali dell’intervento sono:<br />

Necessità di garantire sin dalle fasi più precoci,<br />

prima dell’arrivo in UTIC di un’assistenza<br />

globale per prevenire le complicanze mortali<br />

dell’esordio<br />

Consentire una veloce ricanalizzazione del<strong>la</strong><br />

coronaria e migliorare <strong>la</strong> sopravvivenza<br />

Precoce inquadramento per modu<strong>la</strong>re<br />

l’intervento terapeutico più appropriato


Infarto del miocardio<br />

<strong>Il</strong> personale del soccorso 118 dovrebbe essere<br />

in grado di eseguire un primo screening<br />

diagnostico e prognostico sul<strong>la</strong> base di segni<br />

clinici estremamente semplici, per indirizzare il<br />

paziente al centro cardiologico più idoneo.<br />

Tenuto conto che gran parte delle attività di<br />

emergenza viene sostenuta da volontari del<br />

soccorso è importante eseguire corsi di<br />

qualificazione semplici ma efficaci che<br />

permettono di imparare anzitutto manovre di<br />

rianimazione.


Infarto del miocardio<br />

Gli obiettivi terapeutici fondamentali del<strong>la</strong><br />

fase precoce dell’infarto miocardico sono<br />

costituiti da:<br />

Controllo e sedazione del dolore<br />

Ricostituzione e mantenimento del<strong>la</strong><br />

canalizzazione coronarica<br />

Prevenzione e cura delle aritmie


trombolisi<br />

Consiste nel<strong>la</strong> somministrazione per via<br />

endovenosa di farmaci capaci di sciogliere<br />

<strong>la</strong> fibrina, principale componente dei<br />

trombi. Potrebbe sembrare <strong>la</strong> soluzione<br />

ideale ma in realtà non mancano gli effetti<br />

col<strong>la</strong>terali. Comunque oggi le sostanze più<br />

recenti ripristinano il flusso coronarico nel<br />

70-80% 70 80% dei casi


Angiop<strong>la</strong>stica senza stent<br />

Angiop<strong>la</strong>stica (PTCA ( PTCA =<br />

Percutaneous<br />

ercutaneous Transluminal<br />

ransluminal<br />

Coronary oronary Angiop<strong>la</strong>sty) ngiop<strong>la</strong>sty)<br />

E' un metodo per eliminare<br />

l'ostruzione di una arteria.<br />

Consiste nel<strong>la</strong> introduzione<br />

attraverso l'arteria femorale<br />

(reperita a livello del<strong>la</strong> piega<br />

inguinale) di un catetere su cui è<br />

montato un palloncino che,<br />

posizionato a cavallo del<strong>la</strong><br />

p<strong>la</strong>cca che ostruisce l'arteria, e<br />

di<strong>la</strong>tatato opportunamente<br />

provoca lo distruzione sub-totale sub totale<br />

del<strong>la</strong> p<strong>la</strong>cca, riducendo<strong>la</strong> a una<br />

percentuale di occlusione molto<br />

bassa e non<br />

emodinamicamente<br />

significatica.


Bypass (arteria locale)<br />

Bypass (arteria locale)<br />

Vediamo l'arteria quasi<br />

ostruita dal<strong>la</strong> p<strong>la</strong>cca<br />

gial<strong>la</strong>stra.<br />

In blu il bypass, bypass,<br />

un<br />

"ponte", una<br />

"tangenziale" posizionata<br />

chirurgicamente per<br />

permettere il passaggio<br />

del flusso di sangue.


Tempestività dell’intervento<br />

Ancora troppi pazienti giungono al<br />

primo soccorso con un ritardo che<br />

preclude loro gran parte dei<br />

benefici ottenibili con le terapie<br />

disponibili.<br />

La tempestività dell’intervento<br />

terapeutico costituisce l’elemento<br />

rilevante per <strong>la</strong> prognosi dei<br />

paziente con IMA, e <strong>la</strong> stessa<br />

dipende: dal riconoscimento del<strong>la</strong><br />

ma<strong>la</strong>ttia e dalle modalità di invio al<br />

reparto UTIC.<br />

se si arriva oltre un certo tempo<br />

ogni intervento sarà inutile ai<br />

fine del recupero del tessuto<br />

musco<strong>la</strong>re cardiaco contrattile


Mortalità %<br />

Trombolisi nell’IMA: mortalità a 35 giorni<br />

e 1 anno in base al tempo trascorso dall’insorgenza dei<br />

sintomi<br />

60<br />

50<br />

40<br />

30<br />

20<br />

10<br />

0<br />

Dati del Fibrinolytic Therapy Trialists’ (FTT) Col<strong>la</strong>borative Group<br />

9.5<br />

13.0<br />

0-1<br />

(n=3348)<br />

8.2<br />

10.7<br />

2-3<br />

(n=16612)<br />

9.7<br />

11.5<br />

4-6<br />

(n=16589)<br />

(n=12882)<br />

ore dall’esordio dei sintomi<br />

12.7<br />

11.1 10.5<br />

10.0<br />

7-12<br />

13-24<br />

(n=9269)<br />

50.4<br />

44.3<br />

43.9 49.3 50.0 50.9<br />

≤ 1 h ≤ 3 h 40.6 3-6 h 6-12 h<br />

35.3<br />

90 vite salvate<br />

per 1000 trattati<br />

33 vite salvate<br />

per 1000 trattati<br />

11 vite salvate<br />

per 1000 trattati<br />

9 vite perse<br />

per 1000 trattati<br />

Controlli<br />

Trombolisi<br />

Tempo al trattamento


Cosa fare<br />

?


Soccorso extraospedaliero<br />

OBIETTIVO DEL SOCCORSO EXTRAOSPEDALIERO<br />

DISTINGUERE TRA UN SINTOMO MINORE E NON<br />

SPECIFICO ED UNA SITUAZIONE DI POTENZIALE<br />

E GRAVE PATOLOGIA PER IL PAZIENTE


Primo obiettivo<br />

ORIENTAMENTO<br />

DIAGNOSTICO<br />

identificare precocemente i pazienti che<br />

sono in pericolo di vita<br />

Rapida osservazione e valutazione del<br />

paziente mediante A,B,C


La diagnosi differenziale nel dolore <strong>toracico</strong>,<br />

sebbene questo possa essere causato da<br />

molteplici patologie di strutture mediastiniche<br />

non cardiache, di strutture del<strong>la</strong> parete<br />

toracica, di organi solidi e visceri<br />

sottodiaframmatici, fa perno intorno al<br />

sospetto di patologia di origine cardiovasco<strong>la</strong>re<br />

[ cardiopatia ischemica, tachi \ bradiaritmie,<br />

dissezione aortica]


Valutazione primaria<br />

Vista <strong>la</strong> carenza di mezzi a disposizione<br />

per una diagnostica strumentale<br />

approfondita a domicilio, <strong>la</strong> <strong>gestione</strong><br />

del paziente prevede un insieme di<br />

valutazioni – azioni di semplice<br />

applicazione che porteranno ad<br />

orientamento diagnostico


APPROCCIO AL PAZ. CON<br />

DOLORE TORACICO<br />

Valutazione primaria (A-B-C-D) (A D)<br />

Raccolta Anamnestica Accurata<br />

Valutazione Dei Fattori Di Rischio<br />

Saturimetria


Pazienti con funzioni vitali instabili<br />

Fondamentale è il riconoscimento del<br />

paziente con funzioni vitali instabili che<br />

comporta <strong>la</strong> necessità di un trattamento<br />

immediato


Valutazione A-B-C-D A<br />

A = pervietà delle vie aeree<br />

B = respiro<br />

C = circolo<br />

C<br />

D<br />

<strong>Il</strong> paziente presenta stridori, sibili?<br />

Ha difficoltà nel par<strong>la</strong>re?<br />

Salivazione eccessiva?<br />

Cianosi, pallore ?<br />

Tachipnea, bradipnea, apnea?<br />

Utilizzo dei muscoli accessori?<br />

Qual è il colorito cutaneo? (pallore, rossore,<br />

cianosi, marezzature)<br />

La cute è asciutta, sudata ?<br />

Emorragie evidenti?<br />

D = deficit neurologici<br />

<strong>Il</strong> paziente è vigile, assopito, irritabile?<br />

Mantiene <strong>la</strong> stazione eretta?<br />

Qual è il livello di coscienza?


Valutazione parametri vitali<br />

Pressione arteriosa<br />

sistolica (PAS)<br />

Pressione arteriosa<br />

diastolica (PAD)<br />

Frequenza cardiaca (FC)<br />

Frequenza respiratoria (FR)<br />

Stato di vigi<strong>la</strong>nza (GCS)<br />

Tali rilievi vanno comunque corre<strong>la</strong>ti ad altri<br />

sintomi e segni ai fini dell’attribuzione del<br />

codice di gravità<br />

Parametri vitali<br />

PAS < 90 o > 180-220<br />

PAD > 130<br />

FC < 40-50 o > 160-200<br />

FR < 10 o > 34 atti/min.<br />

GCS > 12-13


Attribuzione del codice di gravità<br />

Codici di gravità<br />

Rosso<br />

Giallo<br />

Verde<br />

Bianco<br />

Estrema Urgenza<br />

Urgenza Primaria<br />

Urgenza Secondaria<br />

Nessuna Urgenza


Codice rosso<br />

PAZIENTI CHE CONTEMPORANEAMENTE AL<br />

DOLORE TORACICO ACUTO PRESENTANO ALMENO<br />

UNA DELLE SEGUENTI CONDIZIONI:<br />

DISPNEA ACUTA,<br />

PALLORE CUTANEO CON SUDORAZIONE ALGIDA,<br />

ALTERAZIONE DELLO STATO DI COSCIENZA (ANCHE<br />

SE RIFERITE)<br />

F.C. 120b/min,<br />

PAOS 45<br />

anni


Codice giallo<br />

Tutti i pazienti che presentano dolore<br />

<strong>toracico</strong> o sintomo “equivalente” insorto<br />

nelle 24 ore precedenti l’osservazione in<br />

pronto soccorso, regredito o in atto, non<br />

riferibile a trauma pregresso o ad altra<br />

causa non cardiovasco<strong>la</strong>re<br />

immediatamente identificabile e<br />

potenzialmente affetto da S.C.A


<strong>Dolore</strong> <strong>toracico</strong><br />

Ruolo del soccorritore<br />

All’arrivo sul luogo dell’evento rimanere calmi<br />

Sintomo principale o problema dominante che ha promosso <strong>la</strong><br />

chiamata di soccorso<br />

Utilizzare domande “aperte”<br />

Par<strong>la</strong>re al paziente in maniera diretta (migliora <strong>la</strong> compliance<br />

comunicativa)<br />

Comunicare al ma<strong>la</strong>to cosa stiamo facendo<br />

Valutare segni e sintomi dell’amma<strong>la</strong>to.<br />

indagare sulle caratteristiche.<br />

Comunicare al<strong>la</strong> centrale operativa


indagare<br />

Storia medica passata e sintomi associati<br />

Indagine accurata su altri segni o<br />

sintomi forse sottovalutati dal paziente<br />

ma corre<strong>la</strong>bili all’evento principale<br />

Raccogliere ulteriori informazioni sul<strong>la</strong><br />

storia clinica, terapie assunte, allergie,<br />

tossicodipendenza, abitudini di vita<br />

(fumo, alcool) ecc.


Ricordarsi di<br />

Raggruppare eventuali documenti sanitari<br />

(cartelle cliniche,lettere di dimissioni,<br />

farmaci che assume, ECG).<br />

Non <strong>la</strong>sciarsi sopraffare dai parenti ma<br />

rendeteli partecipi in maniera attiva.


soccorso<br />

Tranquillizzare il paziente<br />

Impedirgli sforzi o movimenti<br />

Allentare eventuali indumenti stretti<br />

Areate l’ambiente se è al chiuso<br />

Aiutarlo ad assumere i suoi farmaci abituali<br />

Trasportare il paziente semiseduto (facilita il<br />

respiro)<br />

Somministrare ossigeno con maschera<br />

Durante il tragitto tenere sotto controllo tutti i<br />

parametri vitali


Non fa diagnosi<br />

Non dimette<br />

Non ricovera<br />

Cosa non fare?


Grazie di cuore

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