rivista numero 3 - Hyde Park
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anno 1 numero 3 - edizione.Luglio/Agosto Hyde Park La prima Rivista scritta dai lettori attualita’ ambiente design sound2.0 libri cucina x studenti pensieri poesia street photography sport racconti tecnologia immagini diari di viaggio kids podcast
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anno 1 <strong>numero</strong> 3 - edizione.Luglio/Agosto<br />
<strong>Hyde</strong> <strong>Park</strong><br />
La prima Rivista scritta dai lettori<br />
attualita’<br />
ambiente<br />
design<br />
sound2.0<br />
libri<br />
cucina x studenti<br />
pensieri<br />
poesia<br />
street photography<br />
sport<br />
racconti<br />
tecnologia<br />
immagini<br />
diari di viaggio<br />
kids<br />
podcast
<strong>Hyde</strong> <strong>Park</strong> editoriale<br />
DALLE NOTTI MAGICHE, ALLE NOTTI TRAGICHE. CRONACA DI UNA DELUSIONE<br />
Il fallimento dell’Italia ai mondiali sudafricani, eliminata con umiliante ultimo posto nel girone<br />
indice<br />
2<br />
4<br />
5 7<br />
13<br />
8<br />
14<br />
10<br />
Delusione, vergogna, stupore, tristezza. Gli aggettivi<br />
negativi si sprecano per la Nazionale di Calcio Italiana,<br />
eliminata già al primo turno del mondiale sudafricano,<br />
così come non accadeva dalla lontana edizione 1974<br />
della Coppa Del Mondo, che si disputò in una Germania<br />
ancora divisa in Est ed Ovest. La stessa Germania, poi<br />
finalmente unificata, resasi appena quattro anni fa<br />
scenario delle “notti magiche” azzurre, quelle di Lippi abile e fortunato<br />
condottiero, di capitan Cannavaro muro insuperabile, di Fabio Grosso<br />
sorprendente eroe, e perché no della testata ai danni di Materazzi da<br />
parte di Zidane nella finalissima di Berlino, al cui cielo, dipinto di azzurro<br />
anziché del bleu francese, l’Italia ha sollevato per la quarta volta nella<br />
sua storia il trofeo più desiderato da ogni calciofilo che si rispetti, e non<br />
solo. Molti erano consapevoli che bissare quel trionfo,un pò ottenuto<br />
anche grazie alla (positiva) spinta emotiva data dallo scandalo<br />
Calciopoli,sarebbe stato difficile, ma nessuno si aspettava che il<br />
passaggio dalle “notti magiche” del 2006 alle “notti tragiche” di<br />
Sudafrica 2010, sarebbe stato così breve e doloroso per i tanti tifosi sparsi<br />
per la penisola, costretti a rimuovere anzitempo il tricolore dai propri<br />
balconi. Per una doccia più fredda delle serate invernali sudafricane,<br />
perché da una nazionale prestigiosa come quella italiana ci si aspetta, a<br />
‘mo di minimo sindacale, quanto meno il superamento del girone<br />
eliminatorio. E invece la realtà ci ha mostrato un’Italia ultimissima nel<br />
Gruppo F, che comprendeva formazioni certo non imbattibili come il<br />
Paraguay, alla vigilia considerato l’avversario più “temibile” del<br />
raggruppamento, la Slovacchia, esordiente al mondiale, e la Nuova<br />
Zelanda, superpotenza nel rugby, ma a livelli semiprofessionistici nel<br />
calcio. Proprio contro i neozelandesi gli azzurri hanno compromesso<br />
seriamente la qualificazione: se infatti poteva essere messo in conto un<br />
pareggio (1-1) nella gara d’esordio coi paraguaiani, lo stesso non valeva<br />
per il match contro i kiwi, da vincere addirittura con molti gol di scarto, in<br />
modo da essere favoriti anche nella differenza reti. Aspettative disattese,<br />
visto che i nostri, manco fossero rimasti intimoriti dall’haka (la popolare<br />
danza maori che gli “All Blacks” della palla ovale, ma non quelli del<br />
calcio, inscenano prima dell’inizio delle partite), hanno lasciato strada<br />
spianata e il classico gol da raccontare ai nipotini a tale Shane Smeltz,<br />
onesto attaccante che gioca nel campionato australiano. A salvarci<br />
dall’onta di una clamorosa disfatta contro una delle squadre più deboli,<br />
se non la più debole delle 32 ammesse alla fase finale, solo un calcio di<br />
rigore, messo a segno da quel Vincenzo Iaquinta tra i protagonisti di<br />
Germania ’06, ma tra i tanti “non pervenuti” di questa spedizione<br />
azzurra, inspiegabilmente convocato dopo aver trascorso la stagione più<br />
in infermeria che sul campo, e preferito ad un Borriello decisamente più<br />
meritevole e brillante. Il misero punto ottenuto ha reso la sfida con la<br />
Slovacchia, che nelle previsioni doveva essere una piacevole passerella<br />
o poco più, un match da vincere a tutti i costi, da dentro o fuori, per il<br />
quale Lippi ha sì modificato l’assetto tattico passando alle tre punte, ma<br />
si è mostrato conservatore nella scelta degli uomini, affidandosi allo<br />
stesso undici balbettante dei primi due incontri, fatta eccezione dei<br />
fantasmi Marchisio e Gilardino, sostituiti rispettivamente da Gattuso e Di<br />
Natale. Tutti confidavano nelle prodezze del capocannoniere del nostro<br />
campionato, ed infatti una doppietta è arrivata: peccato sia stata<br />
quella della punta slovacca Vittek, cui troppo tardivamente si è tentato<br />
di ovviare con quella rimonta disperata negli ultimi dieci minuti,spinti<br />
anche da risorse lasciate colpevolmente in panchina come Fabio<br />
Quagliarella, schierato solo nella ripresa.
L'<br />
umiliazione è compiuta: i Campioni<br />
del Mondo tornano prematuramente<br />
a casa, senza mai vincere e quindi<br />
con l’aggravante del “cucchiaio di<br />
legno”, ovvero il titolo simbolico<br />
attribuito nel rugby (attingo ancora<br />
termini da questo sport) alla squadra<br />
classificatasi ultima. Fin troppo facile trovare il primo<br />
colpevole di questo tracollo inaspettato: Marcello<br />
Lippi ha sbagliato molto, fin dalle convocazioni,<br />
decidendo testardamente di convocare il “blocco<br />
Juventus”, formato da ben 6 giocatori reduci da una<br />
stagione disastrosa con il club bianconero, tra i quali<br />
c’era anche quel Fabio Cannavaro capitano<br />
glorioso e plurititolato, ma che dall’alto delle sue 36<br />
primavere non ha più l’esplosività ed il passo di<br />
qualche anno fa, tanto che nella prossima stagione<br />
chiuderà la carriera negli Emirati Arabi. Altrettanto<br />
contestabili alcune esclusioni illustri, come quella di<br />
Antonio Cassano, tenuto fuori dal giro azzurro solo<br />
per questioni (rancori?) personali del ct, così come<br />
nel caso di Fabrizio Miccoli, il quale se non fosse stato<br />
infortunato, non sarebbe comunque stato<br />
convocato. Discorso a parte per Mario Balotelli, il cui<br />
talento cristallino è indiscutibile, ma ha ancora molto<br />
da dimostrare per essere “da Nazionale”. E che dire<br />
di chi è stato convocato senza ricevere la giusta<br />
considerazione, a vantaggio di giocatori troppo<br />
avanti con l’età, o fuori ruolo, o fuori forma. Prima ho<br />
citato Quagliarella, tra l’altro voluto fortemente da<br />
Lippi quando tutti lo davano tra gli esclusi, ma vanno<br />
nominati anche Christian Maggio, valida alternativa<br />
a Zambrotta, e Leonardo Bonucci, difensore centrale<br />
da provare al fianco di Chiellini. A parziale discolpa<br />
di “Macello”, così come è stato ribattezzato dai tifosi<br />
il tecnico viareggino, si deve anche ammettere che<br />
questa disfatta sportiva è anche figlia di ciò che si<br />
vede nel nostro campionato, farcito di giocatori<br />
stranieri, più pronti a fornire buone prestazioni<br />
nell’immediato e talvolta più convenienti<br />
economicamente per i club, ma che al tempo stesso<br />
sbarrano la strada alla possibilità di emergere ai<br />
giovani italiani presenti nei vivai, impedendo così alla<br />
lunga il giusto ricambio generazionale nella rosa<br />
della Nazionale. Speriamo che la nuova regola<br />
federale, che abbassa il <strong>numero</strong> di extracomunitari<br />
tesserabili da due ad uno, possa creare un’inversione<br />
di tendenza, consentendo al nuovo ct Cesare<br />
Prandelli, al quale vanno i migliori auguri, di poter<br />
scegliere da un ventaglio più ampio di soluzioni.<br />
Direttore Responsabile<br />
Antonio Borghese<br />
Art Director e editore<br />
Marco Savarese<br />
pubblicita’ e marketing<br />
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di giampiero lago<br />
Stampa: Graffietti Stampati<br />
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Viterbo (Italy)<br />
ANTONIO BORGHESE<br />
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NON BUTTATE VIA LA RIVISTA MA<br />
LASCIATELA DOVE ALTRI POSSONO<br />
LEGGERLA<br />
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Registrazione al Tribunale di Napoli con il N. 66 del 28/09/2009
La cricca<br />
Malko<br />
I<br />
I Cardinale Crescenzio Sepe,<br />
arcivescovo di Napoli, è stato<br />
sicuramente il più inaspettato, a oggi,<br />
tra i personaggi tirati in ballo nella storia<br />
della “cricca”. Con quest’ultimo<br />
termine intendiamo il malaffare legato<br />
ai presunti scandali by protezione civile, G8,<br />
grandi eventi e case…. Ovviamente<br />
precisiamo che l’essere tirati in ballo non è<br />
una condanna ma una formula per chiarire<br />
fatti e circostanze, che alla fine possono<br />
sancire la completa estraneità<br />
dell’interessato nelle faccende oggetto<br />
d’indagini giudiziarie.<br />
Il cardinale dovrà consentirci di rilevare che<br />
a volte certi pregiudizi di colpevolezza<br />
poggiano sul concetto generico del: chi è<br />
amico dei lupi difficilmente può essere<br />
agnello…<br />
Il capo dipartimento della protezione civile, con le sue<br />
ammissioni a discolpa pare abbia inferto, forse<br />
involontariamente, un tiro mancino a Sepe, che in termine<br />
d’immagine ha subito un crollo di non poco conto, alla<br />
stregua del suo stesso accusato “accasato” Bertolaso. In<br />
questi casi, anche se uno se la cava, in altre parole ne esce<br />
senza colpe, la ricostruzione dell’immagine pubblica avrà<br />
come risultato finale cocci messi insieme per formare un<br />
vaso che nessuno vuole più esporre in salotto, anche solo e<br />
come motivazione, per le semplici frequentazioni amicali<br />
sospette…la dignità del cardinale può anche uscirne<br />
rafforzata e virtuosamente indenne da certe ipotesi: glielo<br />
auguriamo; ma il processo mediatico di riabilitazione è<br />
lungo…<br />
Il Ministro Maroni ha ragione quando dice che sotto la sua<br />
regia, il dicastero degli Interni ha piazzato un duro colpo<br />
alla criminalità organizzata con arresti eccellenti di uomini<br />
ben classificati nella lista dei più ricercati e dei più spietati.<br />
Purtroppo però, la storia come sempre ci rimanda una<br />
cartina di tornasole, dove al declino delle mafie nere si<br />
contrappone l’ascesa delle mafie bianche. I giornali<br />
quotidianamente cosa ci sbattono in faccia? Un sistema di<br />
corrotti e di corruttele (la cricca), che lascia relativamente<br />
di stucco l’opinione pubblica per i personaggi chiamati in<br />
causa che non sono proprio dei morti di fame.<br />
A ben pensarci, il mafioso, quello nero, sporco, brutto e<br />
cattivo, quello cui il cardinale Sepe voleva lanciare<br />
anatemi di scomunica, in definitiva vive nei buchi e deve<br />
difendersi su due fronti…deve combattere su due<br />
barricate. Sovente rischia la pelle per pallottole che<br />
possono provenire e colpirlo frontalmente (lo Stato), e<br />
pallottole che possono offenderlo alle spalle (gang rivali o<br />
pseudo amici) in ambienti dove notoriamente il tradimento<br />
è insito nelle logiche di supremazia territoriale. In sostanza, la<br />
sua vita meritatamente è un inferno…<br />
Il mafioso bianco invece non vive di tradimenti ma di<br />
concussioni e connessioni alle alleanze affaristiche. Riceve<br />
onorificenze, frequenta salotti buoni, occupa uffici<br />
importanti, esplica attività cerimoniali in rinomate e<br />
prestigiose sedi anche religiose, con fasce, collari e<br />
<strong>Hyde</strong> attualita’<br />
medaglie. Chi sta intorno a costoro si fa in quattro per<br />
carpirne amicizia, con la speranza di poter utilizzare di<br />
riflesso un po’ di quel potere truffaldino che ipocritamente<br />
giustificano a se stessi come astuzia… I mafiosi bianchi sono<br />
gli Ulisse della pubblica amministrazione e della politica:<br />
furbi all’inverosimile, non si curano dei loro simili che truffano<br />
e ingannano col cavallo di troia della rispettabilità<br />
istituzionale.<br />
Il mafioso bianco si nutre bene; al mare o in montagna<br />
alloggia in alberghi e le mogli si dedicano molto spesso al<br />
volontariato e a opere di beneficenza. Il mafioso bianco<br />
qualche volta sfoggia sulla scrivania la foto dell’orfanello di<br />
colore adottato a distanza per darsi un tono di moralità. Il<br />
mafioso bianco serve a pochi ma prende da tutti in termini<br />
di soldi, case, donne, favori,affari e scambi. Il mafioso<br />
bianco non lo riconosci subito. Quello nero sì. Il nero è<br />
violentemente appariscente. Il bianco è violentemente<br />
oscuro. Basti pensare, nel secondo caso, alla violenza di un<br />
intervento chirurgico non necessario o l’inserimento vitale di<br />
una valvola cardiaca sapendo fin dall’inizio che è<br />
difettosa…<br />
La torbida storia della cricca piove addosso a un popolo<br />
castigato da un’austerità economica molto grave. C’è<br />
poca battaglia ideologica in giro. Tutti sono impegnati per<br />
la sopravvivenza. Fabbriche e negozi chiudono. I risparmi<br />
sono al giro di boa finale. Il domani è incerto… Dall’Aquila<br />
intanto, un coraggioso procuratore della repubblica,<br />
Alfredo Rossini, ha avuto il coraggio di denunciare un po’ di<br />
gente per il mancato allarme terremoto. Le “associazioni di<br />
categoria”, chiamiamole così, difendono a spada tratta i<br />
propri scienziati sotto inchiesta buttandola in farsa,<br />
addirittura tirando in ballo alieni e meteoriti ed evacuazioni<br />
planetarie. Intanto il presidente del consiglio dice che non<br />
manderà più all’Aquila i funzionari della protezione civile.<br />
Vogliamo precisare che il riferimento è prettamente agli<br />
uomini di Bertolaso, perché le istituzioni come i Vigili del<br />
Fuoco non possono accettare ordini in tal senso. Sarebbe<br />
come se si dicesse: non manderò più Carabinieri all’Aquila.<br />
Non siamo ancora a questo livello di democrazia... si<br />
spera...
Rischio Vesuvio e<br />
camera magmatica<br />
Intervista alla<br />
Prof. Lucia<br />
Pappalardo<br />
Negli anni novanta, presso le sedi comunali della zona<br />
rossa, arrivavano periodicamente delle note via fax<br />
diramate dall’Osservatorio Vesuviano, circa gli eventi<br />
sismici di magnitudo superiore a una certa soglia<br />
minima (2,5 Richter) che avvenivano nel distretto<br />
vulcanico del Somma-Vesuvio.<br />
Oltre all’energia registrata, veniva segnalato l’ipocentro<br />
del sisma. Ricordiamo bene che alcuni di questi<br />
“fuochi” energetici avevano origine a una profondità di alcuni<br />
chilometri. Molti ritenevano che la superficialità degli ipocentri, rispetto<br />
a una camera magmatica posta a circa dieci chilometri di profondità,<br />
lasciasse presagire una risalita del magma in superficie.<br />
Nell’immaginario collettivo la camera magmatica è una sorta di<br />
pentola ribollente posta a una certa profondità al di sotto del camino<br />
vulcanico. La gente del vesuviano più addentro alla materia, ha quindi<br />
sempre arzigogolato disquisendo sia sulla profondità sia sull’estensione<br />
di tale struttura geologica, azzardando ipotesi varie sulla pericolosità<br />
del Vesuvio. Una pericolosità che molti esperti correlano agli anni che<br />
passano tra un’eruzione e un’altra, lasciando intendere che il sistema di<br />
“ricarica” energetica del vulcano è direttamente proporzionale al<br />
fattore tempo (T). Tant’è che nella determinazione degli scenari eruttivi<br />
del Vesuvio è stato indicato come eruzione massima di riferimento, nel<br />
breve e medio termine, quella del 1631.<br />
Grazie alla gentile collaborazione della ricercatrice, Dott.ssa Lucia<br />
Pappalardo, esperta di ciò che accade nel sottosuolo vulcanico, lì<br />
dove il magma si accumula, siamo in grado di offrire ai nostri lettori una<br />
disquisizione su camera magmatica e rischio Vesuvio, articolata<br />
secondo i dettami di un’intervista che vi proponiamo integralmente.<br />
a) Gentile Dott.ssa, potrebbe chiarirci che cos’è una camera<br />
magmatica? Il concetto della pentola che contiene lava è verosimile?<br />
Una camera magmatica è un’area al di sotto della superficie terrestre<br />
in cui il magma si accumula per tempi anche relativamente lunghi. Non<br />
è una cavità ma un volume di roccia solida (chiamata roccia<br />
incassante) attraversata da una fitta rete di fratture riempite di magma<br />
(roccia fusa ricca in silice che può contenere anche gas e cristalli) ad<br />
altissima temperatura, generalmente tra 800 e 1200°C.<br />
Le camere magmatiche sono molto difficili da identificare anche con<br />
le moderne tecniche di indagine, e generalmente si trovano nei primi<br />
10 km di profondità al di sotto dei vulcani attivi della Terra. La camera<br />
magmatica è, quindi, la roccia serbatoio che contiene il magma,<br />
quest’ultimo si trasforma in lava quando, risalendo in superficie<br />
attraverso il condotto vulcanico, erutta in modo effusivo (senza<br />
esplosioni). La lava, infatti, ha la stessa composizione del magma da cui<br />
deriva, senza però i gas che si liberano durante l’eruzione.<br />
b) I dati più aggiornati cosa dicono in termini di ubicazione ed<br />
estensione della camera magmatica del Vesuvio?<br />
La camera magmatica del Vesuvio è estesa 400 chilometri quadrati e si<br />
trova a circa otto chilometri di profondità al di sotto del vulcano, cosi<br />
come indicato dai dati della tomografia sismica (che è una tecnica di
indagine simile alla Tac in medicina). In particolare, vengono<br />
generate onde sismiche attraverso delle esplosioni, poi<br />
misurando la velocità e direzione delle onde sismiche viene<br />
ricostruita una immagine della crosta terrestre al di sotto del<br />
vulcano. Questo tipo di indagine ha rivelato quindi che un<br />
esteso volume di magma potenzialmente in grado di<br />
eruttare in qualsiasi momento è già presente al di sotto del<br />
Vesuvio. Tuttavia il magma modifica continuamente le sue<br />
caratteristiche chimiche e fisiche poiché raffredda e<br />
cristallizza, dal momento che scambia calore con le rocce<br />
incassanti più fredde. Solo quando il magma raggiunge un<br />
valore critico di viscosità e contenuto in gas sarà in grado di<br />
produrre eruzioni fortemente esplosive. I nostri studi sulla<br />
velocità di crescita dei cristalli nelle camere magmatiche<br />
indicano che i magmi vesuviani raggiungono tali condizioni<br />
critiche anche dopo brevi periodi di riposo del vulcano<br />
(dell’ordine di alcune decine di anni), e quindi la camera<br />
magmatica del Vesuvio potrebbe già contenere magma<br />
ricco in silice e gas in grado di produrre anche eruzioni<br />
pliniane. Se una eruzione esplosiva di questo tipo dovesse<br />
verificarsi, un’area estesa fino ad almeno 15 km dal vulcano<br />
sarebbe a rischio di distruzione; questo territorio include<br />
anche l’area metropolitana di Napoli fino ad oggi non<br />
inserita nel piano di emergenza e abitata da circa 3 milioni<br />
di persone. Lo studio di passate eruzioni pliniane al Vesuvio<br />
ha infatti dimostrato che il territorio oggi occupato dalla<br />
città di Napoli fu distrutto dal passaggio delle cosiddette<br />
nubi ardenti. Queste sono valanghe di lapilli e gas vulcanici<br />
ad elevata velocità e temperatura, che scorrono lungo i<br />
fianchi del vulcano distruggendo ed incenerendo<br />
qualunque cosa incontrino sul loro percorso. I depositi di<br />
cenere vulcanica lasciati dal passaggio di queste nubi<br />
ardenti dell’eruzione pliniana di 4000 anni fa (detta eruzione<br />
di Avellino) li abbiamo ritrovati al di sotto del Maschio<br />
Angioino al centro della città di Napoli, a testimonianza di<br />
questa antica catastrofe .<br />
c) La pericolosità del Vesuvio è correlata in modo<br />
direttamente proporzionale al tempo di quiete?<br />
No, oggi sappiamo che per i vulcani simili al Vesuvio non<br />
esiste alcuna correlazione tra il tempo di riposo e l’entità<br />
della futura eruzione. Un esempio è la famosa eruzione<br />
pliniana del 1980 al Monte Sant Helens nello stato di<br />
Washington (USA) che si verificò dopo un breve periodo<br />
riposo del vulcano.<br />
d) Lo studio della camera magmatica potrebbe essere<br />
all’origine della previsione di eventi vulcanici?<br />
Per eruttare il magma, presente nella camera, deve aprirsi<br />
un passaggio verso la superficie fratturando le rocce al tetto<br />
della camera magmatica. Questo insieme di fratture che<br />
mette in comunicazione la camera con la superficie viene<br />
chiamata condotto vulcanico. Durante la formazione del<br />
condotto e la risalita del magma in superficie si originano<br />
terremoti, rigonfiamenti del suolo, variazioni della<br />
composizione chimica e temperatura dei gas fumarolici.<br />
Questi fenomeni sono i cosiddetti precursori delle eruzioni e<br />
possono manifestarsi mesi, giorni, o ore prima dell’eruzione;<br />
se registrati in superficie dalle reti di monitoraggio possono<br />
permettere ai vulcanologi di prevedere l’avvicinarsi di una<br />
nuova eruzione.<br />
I nostri studi sulla tessitura delle rocce vesuviane indicano<br />
che la risalita dei magmi dalla camera alla superficie può<br />
essere molto rapida. In particolare nel caso di eruzioni<br />
pliniane il magma potrebbe raggiungere la superficie in<br />
meno di qualche ora. I tempi di risalita sono invece più<br />
lunghi e variabili nel corso delle eruzioni effusive. La presenza<br />
di un condotto centrale individuato dalla tomografia e i<br />
tempi di risalita calcolati con gli studi tessiturali su rocce di<br />
passate eruzioni indicano che una eventuale futura eruzione<br />
pliniana al Vesuvio avrà luogo in corrispondenza del cono<br />
vulcanico e che una volta fratturato il tetto della camera<br />
magmatica, il processo eruttivo potrebbe svilupparsi anche<br />
in poche ore, con un breve pre-allarme.<br />
e) I tre distretti vulcanici campani, Vesuvio, Campi Flegrei e<br />
Ischia non hanno nessuna interconnessione in termini di lava<br />
e magma?<br />
I nostri studi basati sulle caratteristiche chimiche delle rocce<br />
eruttate nelle passate eruzioni da questi vulcani, indicano<br />
che il serbatoio magmatico a 8-10 km di profondità<br />
potrebbe essere esteso al di sotto dell’intera area vulcanica<br />
campana.<br />
f) Nei famosi bollettini informativi citati in precedenza, che<br />
valore interpretativo bisogna dare agli ipocentri che si<br />
verificano più o meno in superficie ?<br />
Oggi sappiamo che i terremoti superficiali di bassa<br />
magnitudo (inferiore a tre) sono legati alla presenza di<br />
antichi condotti magmatici estesi per km sotto il cratere e<br />
riempiti di magma ormai solidificato. Vengono chiamati<br />
terremoti vulcano-tettonici, e si ritiene che siano generati dai<br />
forti sforzi gravitativi dovuti al peso del vulcano stesso, che si<br />
focalizzano intorno all’asse craterico a causa delle forti<br />
variazioni di rigidità in quella zona.<br />
g) Un’ultima domanda: i piccoli terremoti registrati nel<br />
camino vulcanico non potrebbero essere originati dalle<br />
masse terrose e rocciose che gravano nel condotto e che<br />
periodicamente si assestano?<br />
Come indicato prima, i dati sismici hanno mostrato la<br />
presenza nella parte centrale del vulcano fino a circa 5 km<br />
di profondità, di un antico condotto vulcanico attualmente<br />
non più attivo e riempito da magma solidificato. Intorno a<br />
questa area si generano ogni anno un centinaio di terremoti<br />
di bassa magnitudo generalmente non avvertiti dalla<br />
popolazione vesuviana, ma registrati dai sistemi di<br />
monitoraggio. Questi terremoti sono legati principalmente al<br />
peso dell’edificio vulcanico e alla concentrazione degli sforzi<br />
gravitativi in corrispondenza dell’antico condotto, e non<br />
possono essere considerati quindi come fenomeni precursori<br />
di una ripresa dell’attività vulcanica. Tuttavia a questi eventi<br />
si sovrappone una sismicità di origine diversa legata a<br />
variazioni della dinamica interna del vulcano,<br />
principalmente dovuta alla migrazione del magma, che può<br />
generare crisi sismiche con grande <strong>numero</strong> di eventi per<br />
anno, come accaduto ad esempio nel 1989, 1995-’96, 1999.<br />
Questi terremoti indicano che anche se il Vesuvio è in<br />
quiescenza dall’ultima eruzione del 1944 è tuttavia ancora<br />
un vulcano attivo; come abbiamo detto la sua sorgente,<br />
l’area cioè in cui il magma continua ad accumularsi è stata<br />
identificata intorno a 8-10 km di profondità, dove i dati sia<br />
sismici che chimici evidenziano una zona di accumulo di<br />
magma molto estesa e probabilmente comune anche agli<br />
altri vulcani attivi della Campania cioè i Campi Flegrei e<br />
l’isola d’ Ischia.<br />
(La redazione di <strong>Hyde</strong> <strong>Park</strong> ringrazia la Dott.ssa Lucia<br />
Pappalardo non solo per la gentile collaborazione, ma<br />
anche per la chiarezza con cui ha affrontato gli argomenti<br />
proposti).
hyde pensieri<br />
Napoli e la maledizione ambientale<br />
Paola Dama<br />
Ricordo ancora un giorno di tanti anni fa<br />
quando io e mio fratello, due perfetti scugnizzi<br />
napoletani, scuri e con i capelli ricci,<br />
ascoltammo per la prima volta la frase :<br />
“Napoli, mafia”…eravamo in quella che fu<br />
Yugoslavia. La mia non fu una risposta<br />
altrettanto carina “Zigani” dissi, mi sentii colpita<br />
fin dentro le ossa. Quella era per loro la peggior offesa!<br />
Ma da quella che è stata la prima volta, ne sono seguite<br />
tante altre, quanti sono stati i miei viaggi in giro per i paesi<br />
stranieri e per l’Italia. Mi è capitato un giorno in un autogrill un<br />
tipo che disse:<br />
“Avete comprato Maradona con i soldi della camorra!”<br />
…ricordo mia madre che non riuscì a finire il suo caffè…<br />
Allora non capivo…i miei genitori ci hanno portato in<br />
provincia, chiusi a giocare in un centro residenziale, dove<br />
abitavamo, ci accompagnavano a scuola, in quella privata,<br />
anche se era nel cuore di Secondigliano…tante attenzioni e<br />
premure per difenderci da quello che noi napoletani<br />
sentiamo come peccato originale…<br />
Per quanto ci abbiano provato, non sono stata immune dal<br />
poter vivere quelle esperienze che nessun genitore augura<br />
per suo figlio. Il dramma della realtà Napoletana ti viene<br />
sbattuta in faccia e se sei fortunato solo più tardi, quando<br />
oramai hai la possibilità di capire e di chiederti perché, e non<br />
in quella fascia di età in cui credi che il mondo sia fatto così.<br />
A chi non è capitato di trovarsi in mezzo ad una sparatoria, di<br />
vedere un morto per strada, di perdere amici perché<br />
scambiati per camorristi, o di aver ricevuto almeno una<br />
rapina, o di essere inseguiti perché non hai voluto fermarti<br />
quando cercavano di prenderti l’auto…chi non ha visto la<br />
disperazione della gente per un pezzo di pane, o non abbia<br />
ascoltato le ragioni di chi vive nella illegalità, chi non ha<br />
dovuto sopportare un abuso e sentirsi addosso quella<br />
impotenza solo per il bene della famiglia e delle persone<br />
care, e essere inermi alla distruzione di un parco o anche di<br />
un albero, per costruirci un palazzo…ed il degrado<br />
ambientale, l’odore nauseabondo che senti quando rientri in<br />
città dopo un periodo di assenza. Io ho avuto ed ho la<br />
possibilità di viaggiare, di conoscere altre realtà, in particolare<br />
quella bosniaca e quella inglese, ed in piccola parte<br />
francese. Conosco la differenza, ma non tutti hanno questo<br />
privilegio…<br />
io posso scegliere, altri no! …<br />
Eppure anche se è chiara a tutti, ti prende l’orgoglio e cerchi<br />
di difenderti in tutti i modi volendo dimostrare al mondo intero<br />
che forse si stanno sbagliando…Napoli è così bella..piena di<br />
artisti e di gente che vale… quel calore umano che ha ce lo<br />
invidiano in tutto il mondo, ed è ciò che più ti manca quando<br />
vai via…ti sale dentro quella “cazzimma” nel voler provare<br />
che in fin dei conti siamo tutti vittime del sistema!! …un<br />
sistema che sta provando ad ammazzare anche quel lato<br />
buono che è in noi…noi che combattiamo contro i mulini a<br />
vento!
hyde pensieri<br />
Sei tu il mio profeta<br />
Camillo Sanguedolce<br />
Quanti sono adesso? duemila anni? direi<br />
più che sufficienti per una religione<br />
importante, come è stato il vostro<br />
Cristianesimo, giunto qui, ormai, alla<br />
fine del suo ciclo – anche se non<br />
scomparirà, ne sono certo, e resterà<br />
nella memoria. Nella memoria culturale<br />
e nell’intimo di quella individuale,<br />
tramandata nel sangue da<br />
generazione in generazione. Come del resto è stato per il<br />
politeismo dell’Olimpo sulle cui ceneri s’è innalzato questo<br />
Cristianesimo: chi è che non sa chi siano Giove e Giunone,<br />
e Venere, Marte, Apollo… Se ne sono persi i dettagli della<br />
conoscenza, il senso del sacro e della devozione, ma nei<br />
cuori e nella fantasia di ognuno di voi quegli Dei ancora<br />
sopravvivono. E la loro religione? anche quella è durata<br />
qualche millennio, come le altre in altre parti del mondo…<br />
ma è stata qui sostituita perché, divenuta strumento di<br />
potere nelle mani del clero non parlava più al cuore di voi<br />
esseri umani che alla fine facevate i vostri sacrifici e<br />
bruciavate i vostri incensi solo per fede nell’abitudine.<br />
Molti sono morti per difendere il vecchio credo, perché<br />
tanti hanno terrore del nuovo che avanza, come tanti<br />
sono morti per testimoniare la nuova fede in cui già<br />
riponevano ogni speranza. E di nuovo, a distanza di<br />
qualche migliaio d’anni, nulla cambia, e si continua a<br />
morire per difendere i vecchi Dei o per imporre i nuovi.<br />
Allora, il politeismo, quello che venne definito pagano,<br />
cedette il passo a un Messaggio nuovo e deflagrante:<br />
c’era “vita dopo la morte”, e questo portava nuova<br />
speranza, nuova energia alla vita terrena che, benché<br />
difficoltosa e derelitta, aveva un’aspettativa di riscatto, se<br />
non sulla terra – nell’aldilà, almeno. Un messaggio d’una<br />
potenza dirompente, capace di scardinare ogni ordine<br />
costituito, da quello più intimo – il nucleo familiare – a<br />
quello più ampio: l’organizzazione sociale, lo stato, le<br />
fondamenta del potere costituito.<br />
Ma poiché il cuore di voi esseri umani – anche se non di<br />
tutti – è sempre narcotizzato dal potere, è su quel fronte<br />
che spendete tutte le vostre risorse: energia e fantasia. E<br />
qualsiasi religione, anche se scende dall’Alto o proviene<br />
dal Profondo, diventa, necessariamente, esercizio di pochi<br />
individui, anch’essi non immuni dalla brama di potere.<br />
Finché arriva un nuovo Profeta a metterli davanti al loro<br />
specchio. Ma un nuovo Profeta non nasce dal nulla:<br />
anch’egli o anch’ella vive della vostra vita e si porta nel<br />
sangue i germi di tutti i pensieri passati. Egli, o Ella, ha solo<br />
un nuovo potere di sintesi per parlare al cuore di ognuno<br />
di voi, e solo accidentalmente si chiamerà Abramo, Gesù,<br />
Buddha o Maometto, per restare fra quelli più noti nelle<br />
vostre terre.<br />
L’Ebraismo persevera e sopravvive perché ha fatto della<br />
sua arcaicità il proprio culto: resta e sarà sempre in attesa<br />
di un profeta che non verrà, è questo il loro culto: un Dio<br />
nascosto dietro molti veli e divieti che aspetta di svelarsi<br />
nelle parole di un profeta che, se mai venisse o se mai<br />
tornasse, ancora una volta non sarebbe creduto perché<br />
credergli significherebbe svelare questo Dio geloso e<br />
mandare per strada e sul lastrico tutti i suoi rabbini.
Anche l’Islam durerà per molto molto ancora<br />
perché, radicato anch’esso su pochi principi<br />
arcaici si autodifende in un cortocircuito che<br />
brucia ogni Parola Nuova e si impone ai vostri<br />
cuori più col timore d’infrangere i divieti che con<br />
la comprensione e la compassione – che sono il<br />
seme di ogni religione. E in questo suo perenne<br />
cortocircuito gira ancora armato come ai<br />
primordi imponendosi agli altri con lo stesso spirito bellicoso di una<br />
tribù beduina che va all’attacco dell’ennesimo accampamento di<br />
infedeli: laddove vige la falsa regola “chi non è con me è contro di<br />
me”.<br />
Il Cristianesimo, invece, con tutte le sue differenti espressioni in cui si<br />
è suddiviso, sta per concludersi perché è debole e permeabile<br />
rispetto all’arcaicità egocentrica dell’Ebraismo e all’arcaicità<br />
invasiva dell’Islamismo: si è puntellato su fragili dogmi che non<br />
hanno nulla di divino per difendere – non la religione – ma il potere<br />
del clero. Su sciocche beghe e dispute più ideologiche che<br />
teologiche ha poi permesso scissioni e distinguo da cui non è nato<br />
nulla di veramente rivoluzionario: perché il vero pensiero religioso è<br />
sempre rivoluzionario. Esso, oggi, più che essere consapevole di Sé<br />
e del proprio Ruolo, si mostra molto più consapevole e<br />
condiscendente con ciò che esso non è, e che non sa, e che non<br />
è più: una religione che dava speranza e che ha inventato la<br />
parola Misericordia. Ed è invecchiato, facendosi obsoleto, perché<br />
azzerando la moltitudine degli Dei Antichi aveva dato un solo<br />
sogno, lo stesso sogno, a tutti – salvo poi tradire questo sogno, che<br />
era la sua missione, la religione.<br />
Così, oggi, voi esseri umani, battezzati per abitudine, sposati in<br />
chiesa per spettacolo, fedeli per convenienza e praticanti<br />
all’occorrenza, cercate nuovi respiri nel Buddhismo – che si<br />
perpetua nel mondo e nel tempo perché davvero misericordioso –<br />
o tentate le false vie del Cattolicesimo minore e settario, o cadete<br />
nelle trappole dei falsi profeti che vi tolgono i soldi per svendervi<br />
l’anima… perché tutti siete in attesa che Qualcosa ritorni: ma non<br />
un nuovo profeta, che ormai ne avete visti troppi anche in<br />
televisione, quanto un’altra Idea di Speranza, perché l’idea che il<br />
Paradiso è la per tutti (ma solo a costo di grandi sacrifici) è andata.<br />
E’ tempo di rimettere al centro del mondo l’Individuo, con tutti i<br />
suoi limiti ma anche le sue fantastiche possibilità personali, la sua<br />
fantasia, le sue contraddizioni, le sue debolezze… perché ogni<br />
Individuo è fatto di tanti umori, di tante ore, di tanti giorni e di tanti<br />
anni, e per ognuno dei suoi istanti di vita deve potersi riconoscere,<br />
sempre, con dignità, sacro a Sé Stesso, a Chi ama e a Chi lo ama:<br />
che il Bene e il Male (fatti i dovuti distinguo culturali) sono perenni<br />
nello spazio e nel tempo, sono nel cuore di Ognuno di Voi che<br />
nell’intimo ascolto di Sé li sa sempre distinguere e riconoscere… e<br />
chi non ha questa vocazione all’ascolto si affidi sempre agli<br />
officianti che vuole, sacerdoti medici o ciarlatani, ma riprenda a<br />
coltivare la sua preziosa Individualità, benché senza egoismo, e<br />
Ognuno, attraverso questa mia parola, sarà Profeta per Se Stesso:<br />
credetemi, sono pronto a tornare.<br />
Un tempo mi chiamavate Zeus oppure Giove, prima ancora Urano,<br />
oggi chiamatemi come preferite… Non è il nome che mi definisce,<br />
che la mia non è una religione di parole e suoni, ma è un culto di<br />
nuova Libertà di Espressione: mi chiamo Camillo attraverso<br />
quest’individuo cui detto il mio pensiero – ma ora che avete letto<br />
fino in fondo, se vorrete, avrò il Nome di Ognuno di Voi.<br />
Camillo Sanguedolce © tutti i diritti riservati
hyde diari di viaggio<br />
Haveyoueverbeeninlove<br />
Stefania Sarrubba<br />
Ogni volta che faccio il check-in all’aeroporto di<br />
Linate provo l’irrefrenabile impulso di prendere un<br />
taxi, tornare a casa e ritardare il volo. Purtroppo<br />
ormai sono già li e quindi parto per chi sa dove…<br />
Da qualche anno la stessa storia si ripete su ogni<br />
aereo, dove mi porto addosso un diffuso e leggero<br />
senso di angoscia che va ben oltre la classica<br />
ossessione di aver dimenticato di mettere in valigia<br />
un oggetto di vitale importanza. Fare i bagagli non costituisce un<br />
problema per me. Non sono di quelle che saltano ripetutamente su<br />
valigie enormi pur di chiuderle senza che il loro contenuto superfluo<br />
trabocchi all’esterno. Al contrario, scelgo solo ciò che serve e<br />
seleziono tutto in base alla meta. Ma ne ho avuto di tempo per<br />
abituarmi. Le partenze sono sempre state una costante nella mia<br />
vita. Non ho ancora compiuto venticinque anni e già ho visitato un<br />
bel po’ di paesi stranieri. Molti di più di una qualsiasi altra persona<br />
della mia età. Sono fortunata, lo so bene. Eppure ad ogni partenza<br />
qualcosa tenta di riportarmi indietro, è come se fossi costretta a<br />
lasciare un pezzo di me a terra. Stavolta però è diverso. Non lascerò<br />
che nulla rovini questo mio viaggio, quasi una sorta di ritorno alle<br />
origini. Non è questo che si fa di solito? Si torna indietro e si tenta di<br />
ricostruire il percorso fatto fino al punto in cui ci si è persi. Perché è<br />
così che mi sento adesso, persa. Ma ben decisa a ritrovarmi.<br />
Il volo per Dublino parte tra un’ora. Inganno l’attesa a cui ormai sono<br />
solita leggendo un quotidiano. Socchiudo gli occhi e inclino la testa<br />
di lato, maledicendomi per gli occhiali lasciati a casa. Salto la<br />
cronaca estera e la sezione di economia e mi butto sulle pagine<br />
dello spettacolo. Ecco, un concerto a cui mi sarebbe piaciuto<br />
andare, ma pazienza. Prima che il mal di testa mi assalga, stacco gli<br />
occhi dal giornale e lo ripiego. Una bambina mi sta fissando, è<br />
seduta di fronte a me con sua madre, che è intenta a cercare<br />
qualcosa nella borsa. Distolgo lo sguardo, concentrandomi sulle<br />
unghie laccate di rosso. I bambini mi mettono sempre una certa<br />
soggezione. Questa mi ricorda particolarmente me alla sua età ed è<br />
decisamente un segno nel mio tentativo di trovare una collocazione<br />
ai pezzi di vita come in un puzzle. Guardandola di sottecchi, mi alzo,<br />
diretta al bar per un caffè. Almeno mi terrà in piedi, penso mentre ne<br />
ordino uno. Lo sorseggio lentamente, dando uno sguardo<br />
all’orologio. Non manca molto. Una capatina al bagno e due caffè<br />
più tardi, è finalmente arrivato il momento di partire. Non saremo in<br />
molti sull’aereo, probabilmente per via dell’orario. Alle quattro e<br />
mezza di notte, la maggior parte delle persone dorme al caldo. Io<br />
no, io di notte volo. E con me una ventina di persone, più che altro<br />
uomini con computer portatili al seguito, forse troppo indaffarati per<br />
godersi l’incomparabile vista notturna dal finestrino. Mi aspettano<br />
due ore tranquille seduta al mio posto accanto al vetro pressurizzato.<br />
Sto tornando a Dublino dopo quattro anni. Forse cinque. Troppi<br />
trascorsi lontano dalla città che mi ha fatto vibrare corde che non<br />
sapevo neppure di possedere. La prima volta con la scuola, a<br />
diciotto anni compiuti. Una splendida settimana in un orrido ostello<br />
che ricordo ancora con un piacere immenso. Sei giorni e sette notti<br />
trascorsi tra musei, birrerie e scherzi ai professori. Le gite hanno un<br />
fascino particolare, inscindibile dallo stupore e dallo spirito<br />
cameratesco di quell’età in cui ci si emoziona con una facilità<br />
estrema. La mia seconda volta in Irlanda, invece, fu durante il<br />
secondo anno di università. Io e una mia compagna di corso<br />
vivemmo lì per tre mesi, i più strani e belli della mia vita. Novanta<br />
giorni in cui successe di tutto, novanta giorni che mi lasciarono<br />
l’amaro in bocca al ritorno. Il mio ragazzo dell’epoca non c’era ad<br />
aspettarmi, al contrario di una montagna di libri da studiare e di<br />
esami da preparare.
Era partito anche lui, con degli amici per una breve<br />
pausa dallo studio. Rompemmo poco dopo il suo<br />
rientro, le incongruenze ci avevano allontanati e il<br />
destino non ci aiutò affatto. Non l’ho più visto da quel<br />
giorno, nonostante abitassimo nella stessa città,<br />
neppure troppo grande a dirla tutta. Da allora non mi<br />
sono più innamorata. Patetico, lo ammetto. Patetico<br />
ma tristemente vero. Quattro anni fa giurai di aver<br />
chiuso con le emozioni forti, intense, con i sentimenti fuori controllo e<br />
scioccamente chiusi anche con Dublino. Grave errore al quale sono<br />
pronta a porre rimedio. Perché è di una città così che ho bisogno,<br />
lontana eppure familiare, per capire cosa si è rotto in questo tempo.<br />
Per spiegarmi perché non sono andata avanti, perché ho smesso di<br />
emozionarmi e ho iniziato a fuggire. Le mie riflessioni esistenziali e un<br />
po’ infantili sono interrotte dall’annuncio della hostess di allacciare<br />
le cinture. Stiamo atterrando. Quando finalmente tocchiamo terra<br />
con due tocchi piuttosto leggeri, la bambina che mi fissava in sala<br />
d’attesa applaude ridendo e si volta a guardarmi. Evito il suo<br />
sguardo incuriosito e raccolgo la mia roba. Il bagaglio a mano, il<br />
cappotto, la sciarpa… e l’indispensabile ombrello. In seguito a<br />
un’attesa più lunga del dovuto per recuperare la mia valigia nera a<br />
pois colorati, finalmente sono fuori. Sposto le lancette dell’orologio<br />
un’ora indietro e spingo la pesante porta a vetri dell’aeroporto. Un<br />
bus mi porta in centro, sfrecciando per le strade deserte del<br />
quartiere residenziale, tra villette con giardini minuscoli e negozietti<br />
con insegne spente. Sono quasi le sette quando arrivo a O’ Connell<br />
Street, il freddo pungente sul viso ad accogliermi appena scesa<br />
dall’autobus. Trascino la valigia per il marciapiede immenso, sono<br />
stata previdente a non riempirla troppo. Tutto è esattamente come<br />
lo ricordavo. Negozi di souvenir a ogni metro, caffè grandi e piccoli<br />
già aperti per quelli che andando in ufficio prendono di corsa un<br />
cappuccino e una brioche. Dalle stradine laterali, pub e locali con<br />
le saracinesche abbassate, pronte ad alzarsi dopo il tramonto e ad<br />
accogliere i clienti assetati. La statua di Joyce mi fa cenno in<br />
lontananza, ricordandomi delle nottate trascorse sulle analisi dei suoi<br />
romanzi all’università. Placo il brontolio insistente allo stomaco<br />
fermandomi a prendere una cioccolata calda e un muffin ai frutti di<br />
bosco in un piccolo bar che quattro anni fa non c’era. I muffin<br />
irlandesi restano i migliori che io abbia mai assaggiato, affondando i<br />
denti nella soffice pasta me ne convinco sempre di più. Non smetto<br />
di camminare, finisco a grandi sorsi la cioccolata e ne getto<br />
l’involucro nel cestino più vicino. Continuo, a passo svelto per<br />
quanto i bagagli me lo permettano, senza sosta, fino a raggiungere<br />
la mia meta con la bocca ancora al sapore di vaniglia e mirtilli. Ci<br />
sono. Carlisle Bridge è lì, come sette anni fa per le immancabili e<br />
innumerevoli foto ricordo con la mia classe. E dietro il ponte, eccolo.<br />
Mi sporgo per ammirarlo sotto i raggi limpidi del sole del mattino.<br />
Risplende di bagliori dorati sull’acqua increspata e mi inonda di una<br />
luce delicata e morbida. Il Liffey è stato il mio primo amore.<br />
Guardandolo adesso, dopo anni di lontananza, mi domando come<br />
ho fatto a stargli lontano, a rinunciare a quella sublime sensazione di<br />
qualcosa di immenso che cerchi di racchiudere nel tuo corpo,<br />
sempre troppo piccolo per contenerlo. Non so quanto ci vorrà per<br />
lasciarmi andare di nuovo, ma so che tornare a Dublino è stata la<br />
scelta migliore di questi anni passati a reprimermi, a soffocare<br />
l’impulsività con la paura. Questa nuova consapevolezza mi<br />
accompagna all’albergo che mi ospiterà per questi giorni, uno di<br />
quei grandi e lussuosi hotel in cui un po’ di anni fa sognavo di<br />
pernottare con la mia compagna di stanza. Ed è lì che la rivedo, la<br />
bambina dell’aereo, scortata dalla madre distratta e da mille<br />
valigie. Mi scruta coi suoi occhi castani, lo sguardo indagatore che si<br />
apre in un sorriso che adesso sono pronta a ricambiare.
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Lascia uno strano senso di tranquillità, come dopo<br />
lo scampato pericolo o come dopo che qualcosa<br />
(o qualcuno…) ha distrutto, devastato la tua vita,<br />
ed ora se n’è andato; ma… tornerà ?!?!?<br />
Ed e’ di mostri che vuole parlare, Luciano Ligabue<br />
nel suo nuovo album, uscito l’11 maggio 2010 (a<br />
vent’anni dall’uscita di Ligabue l’11 maggio 1990)<br />
a cinque anni dal suo ultimo album di inediti<br />
Nome e Cognome, di mostri, reali o immaginari: che sono<br />
andati via e non fanno più male, che non sono andati via, che<br />
sono andati via, ma che potrebbero e vorrebbero tornare; e da<br />
qui, come Ligabue ha detto nelle varie interviste, la parola<br />
Arrivederci e non Addio…<br />
Per questo album Ligabue ha rivissuto un po’ la stessa situazione<br />
che visse nel 1994 quando, estremamente deluso dalla reazione<br />
della critica degli amici e dei colleghi verso il suo album<br />
Sopravvissuti e Sopravviventi, album, a sua detta “molto<br />
sofferto”, e che per il sottoscritto rimane uno dei più belli che<br />
Ligabue abbia potuto produrre, decide di rompere con i<br />
produttori e con i ClanDestino, la band che lo aveva<br />
accompagnato da sempre, e di cambiare tutto; ed ecco che,<br />
nel 1995 esce un album nuovo, totalmente diverso, che ha<br />
riscattato il Liga consacrandolo definitivamente nel panorama<br />
musicale italiano, Buon Compleanno, Elvis! (il titolo ovviamente<br />
e’ un omaggio al grande rocker nell’anno del suo 60°<br />
compleanno).<br />
Come in Buon Compleanno, Elvis, Ligabue ha cambiato tutto,<br />
iniziando dal produttore e per la prima volta, Luciano non<br />
appare tra i produttori, la produzione e’ affidata al napoletano<br />
Corrado Rustici.<br />
Anche i componenti della band sono stati cambiati; il Liga ha<br />
salvato solo i chitarristi Federico Poggipollini e Niccolò Bossini<br />
(già visto in Nome e Cognome) mentre lo stesso Rustici ha inciso<br />
parti di chitarra nella varie tracce dell’album.<br />
Il risultato che viene fuori e’ un album totalmente nuovo, diverso,<br />
con testi, tecniche, suoni ed emozioni molto diverse dagli altri<br />
album del Liga.<br />
Per la prima volta si vede un Liga diverso, riflessivo, che e’ pronto<br />
ad affrontare la vita in Quando Canterai la tua Canzone, che si<br />
ferma a ricordare persone, miti e fatti della sue e nostra vita in<br />
Nel Tempo, che si riscopre sensibile e poeta in Il Peso Della<br />
Valigia, che riesce ad approdare anche allo swing puro in Taca<br />
Banda (aiutato anche dal figlio undicenne Lenny alla batteria),<br />
che e’ pieno a tal punto da scrivere una canzone in cui riversa<br />
tutto il suo malumore nei confronti delle dichiarazioni fatte dai<br />
colleghi, tra cui Guccini, in Caro il mio Francesco ma che rimane<br />
scosso e si commuove per i bimbi di Dendermonde tanto da<br />
diventare uno di loro e riuscire a scrivere e cantare (con una<br />
voce tesa ed emozionatissima) una canzone, la più lunga e,<br />
forse più bella, di tutta la sua discografia, Quando mi Vieni a<br />
Prendere ?, e che ci vuole ancora una volta ricordare che lui e’<br />
li e che “tiene botta” ne Il Meglio Deve Ancora Venire.<br />
Non manca anche il lato Ligabue Classic, con Un Colpo<br />
all’Anima e La Linea Sottile il Liga ci ha regalato la classica<br />
canzone da radio, da ascoltare e ri-ascoltare in vacanza, sul<br />
Lido e nei Bar.<br />
Che dire di più? Ci troviamo davanti ad uno dei più begli album<br />
che Ligabue, ma posso tranquillamente dire, che la musica<br />
italiana, ha saputo regalarci.<br />
Chi può e chi vuole lo compri, e uno spettacolo già dalla<br />
copertina.
a cura di Michele Nascia<br />
serpentine pavilion di nouvel<br />
Ed eccoci a festeggiare il decimo anno che vuole un'archistar alla<br />
progettazione di un padiglione della Serpentine Gallery ad <strong>Hyde</strong> <strong>Park</strong>,<br />
l'archistar di quest'anno è Jean Nouvel con la collaborazione di Arup, un<br />
colosso per quanto riguarda la parte ingegneristica.<br />
Completamente rosso, in omaggio alle cabine telefoniche, alle cassette<br />
postali e agli autobus della capitale inglese.<br />
E' costituito da una struttura caratterizzata da un tetto retraibile, realizzata in<br />
vetro, policarbonato e tessuto. Attorno al padiglione, spazi aperti per godersi la<br />
natura dei Kensington Gardens, nella tradizione dei parchi pubblici francesi.<br />
Tavoli da ping-pong, scacchiere, ma anche frisbee e aquiloni messi a<br />
disposizione del pubblico.<br />
Tutti rigorosamente di colore rosso.<br />
Il Serpentine Gallery Pavilion sarà aperto al pubblico dal 10 luglio al 17 ottobre<br />
e ospiterà al suo interno The Heart Archive, un'installazione concepita<br />
appositamente da Christian Boltanski.<br />
http://www.dezeen.com/2010/07/06/serpentine-gallery-pavilion-by-jeannouvel/<br />
IDEO + STEELCASE = NODE<br />
Finalmente una svolta a quelle sedie scomodissime con quei<br />
pannelli di truciolato che facevano da piano!!<br />
Ebbene sÏ rendere in modo confortevole un momento<br />
abbastanza complicato della vita di uno studente si può, grazie<br />
all'interazione tra l'IDEO, agenzia internazionale di design e<br />
STELLCASE, azienda italiana di progettazione per mobili di<br />
ufficio, nasce NODE: una sedia con piano di lavoro integrato e<br />
contenitore per oggetti personali e borse.<br />
La sedia offre un gancio per appendere zaini o abiti al<br />
bracciolo il tutto poggia su una struttura dotata di ruote.<br />
Finalmente il piano è più grande del solito e si può oriantare<br />
come si vuole oltre alla linea molto ergonomica.<br />
C'è anche la vasta gamma di colori, che non guasta mai nelle<br />
aule!!<br />
http://www.contemporist.com/2010/06/15/node-chair-bysteelcase-at-neocon-2010/<br />
<strong>Hyde</strong> design<br />
l'ipad...sbarca nei ristoranti<br />
L'idea di poter ordinare qualcosa dal proprio posto e<br />
mandare la "comanda" direttamente in cucina ci fu anni fa<br />
in un ristorante londinese con tavoli touch.<br />
Ma a Sydney le cose si fanno in grande ed il titolare del<br />
ristorante "Global Mundo Tapas del North Sydney Rydges<br />
Hotel" ha pensato bene di sostituire i suoi menù cartacei con<br />
degli ipad. Idea spettacolare per chi come me ha i suoi<br />
tempi per ordinare, insomma grazie a questo menù<br />
interattivo possiamo fare veramente di tutto:<br />
dare uníocchiata ai piatti proposti, vederne o cambiarne gli<br />
ingredienti, presentazione del piatto e possibilità di ordinare!<br />
Una volta inviato il tutto andrà direttamente in cucina e sarà<br />
elaborata e servita.<br />
Geniale trovata con un mezzo ancor più geniale!!<br />
L'utilizzo di questo ipad è brillante ma semrpe riduttivo, infatti<br />
dopo l'ordine io inizierei a sfogliare le mail o che so io, un bel<br />
quotidiano!!
Bruschette Party<br />
Stasera ci facciamo una bella BRUSCHETTATA :-)<br />
Intanto... preparo il CONDIMENTO:<br />
INSALATA DI POMODORI (tagliati a cubetti piccoli e<br />
condita con AGLIO, SALE e OLIO);<br />
PISELLI (in soffritto di cipolla e PANCETTA);<br />
FUNGHI (trifolati in padella con aglio e<br />
PEPERONCINO);<br />
MELANZANE (a funghetti :-) Fritte e insaporite in<br />
salsa con cipolla e basilico);<br />
FRIARIELLI (insaporiti con aglio e peperoncino);<br />
PEPERONI (cotti al GRATIN, con olive nere) …<br />
... e TUTTI i contorni che mi vengono in mente e...<br />
che ho voglia di preparare!<br />
Taglio il pane a fette (quello RAFFERMO, avanzato,<br />
va benone!) e lo poggio sulla piastra bollente.<br />
Giro le fette un paio di volte e...<br />
Quando sono belle abbrustolite, le strofino con<br />
quello spicchio d'aglio che ho tagliato prima e...<br />
Me ne faccio 1 classica (col pomodoro), 1 coi<br />
funghi, 1 con i piselli............ :-)<br />
La BIRRA è ghiacciata e........................... PARTY! :-)<br />
Banana Split<br />
<strong>Hyde</strong> cucina x studenti<br />
a cura di lalla<br />
Barchette d'uovo Sodo<br />
Io le chiamo così. Sì, le mie BARCHETTE!<br />
Gli americani le chiamano: DEVIL EGGS. Secondo<br />
me, dipende da come le farcisci...<br />
Io, metto a fare le uova sode.<br />
Nel frattempo sminuzzo, in una terrina, un'intera<br />
scatoletta di tonno (sgocciolato) con un bel paio di<br />
cucchiai di maionese e... pepe, noce moscata,<br />
prezzemolo tritato... INSOMMA, quello che ho e che<br />
mi capita (olive – bianche e/o nere tritate, sottaceti,<br />
cipolline...).<br />
Prendo le uova (che nel frattempo si sono anche<br />
raffreddate), le sguscio e taglio in due (dal lato<br />
lungo). Riverso nella terrina col tonno (+ ecc.) i tuorli<br />
e: giro, schiaccio, amalgamo, mescolo...<br />
Pronto l'impasto: riempio le barchette con cucchiaini<br />
di quest'ultimo.<br />
Sopra, su ciascuna barchetta (con impasto a<br />
bordo), IO ci metto un pezzetto di sedano fresco.<br />
Delicato, croccante, sugoso e rinfrescante.<br />
Gli americani fanno le barchette più ARRABBIATE<br />
(grrrrrrrrrrr) ma ugualmente saporite!<br />
FILETTI DI PEPERONE, ERBA CIPOLLINA, PEPERONCINO,<br />
ORIGANO...<br />
Ne ho mangiate già due, SOLO parlando ;-)<br />
Spezzo il cioccolato della barra FONDENTE, che ho preso<br />
oggi al supermarket (200 gr), e lo faccio fondere a<br />
bagno “giovanna” ah, ah, ah... :-)<br />
Quando il cioccolato è sciolto, verso nel pentolino 2<br />
cucchiai di panna fresca. Giro finché si è amalgamata<br />
per bene la crema bruna :-) e... lascio lì (a fuoco spento).<br />
Spoglio e distendo nei piatti 4 bananine (un po' acerbe,<br />
direi). Taglio, ognuna, in 2 (nel senso della lunghezza) e le<br />
spruzzo con del succo di limone.<br />
Adesso ci verso su la crema di cioccolato, metto vicino<br />
ad ognuna 2 o 3 cucchiai di gelato alla vaniglia, e<br />
fragola, pistacchio... (QUELLO CHE C'E' in vaschetta),<br />
qualche ciuffetto di panna qua e là e...<br />
Poi, poi, poi........ MANDORLE tritate? CILIEGINE?<br />
SPRUZZI DI MARASCHINO? …........??? …....???<br />
Servo subito! :-) Tè freddo da bere?<br />
9
<strong>Hyde</strong> immagini Malko
<strong>Hyde</strong> poesia<br />
M’addunaje ca tutto era cagnato<br />
quanno ‘a luce se stutaje<br />
e scennette ‘o scuro<br />
…Pe’ sempe.<br />
‘Gnorno, nun addiventaje cecato.<br />
Perdette “sulamente”<br />
‘a cosa cchiù ‘mpurtante ca tenevo:<br />
perdette ‘a vita.<br />
Ma cumprenno ca facile nun è<br />
accettà ‘na nutizia ‘e ‘sta purtata.<br />
Nu muorto ca scrive e parla<br />
nun s’è visto int’a nisciuna sceneggiata!<br />
Ma je nun stongo ‘ncoppa ‘o palco<br />
e vuje nun site spettature.<br />
‘O posto addò me trovo<br />
nun tene manco nu culure.<br />
E si dico ‘na parola<br />
nun riesco a sentì’ niente.<br />
Manco ‘a paura ccà se sente<br />
…Si putesse chiagnere, chiagnesse.<br />
Ma quaccosa ‘nfunno ‘nfunno<br />
è rimasto vivo ancora<br />
nun ‘o saccio si è ‘a cerevella<br />
si è ll’anema o si è ‘o core.<br />
Ma ‘na lamparella sta appicciata<br />
(‘a quacche parte mò adda stà’!)<br />
E a me m’ha cundannato<br />
int’a ‘sta bella Eternità.<br />
Maronna mia, ca parola spaventosa!<br />
Sulo mò ca ‘a tengo annanze<br />
Me renno cunto overamente<br />
Ca vvo’ dicere:”Eternamente”.<br />
Quanno si’ vvive nun capisce.<br />
T’abbuffe sulo ‘a vocca<br />
‘e ‘na parola accussì grossa<br />
ca ‘int’a ‘na vocca nun ce stà’.<br />
E comme ce trasesse<br />
l’Infinito sano sano<br />
dint’a vocca ‘e n’essere umano<br />
ca nun sape manco duje cchiù duje quanto fa?!<br />
È comme si pruvasse a fà’ trasì’<br />
‘o cielo e tutt’e stelle<br />
‘o mmare e tutt’e scoglie<br />
tutte ‘nzieme ‘int’a lancella.<br />
Je nun ce ‘a faccio a stà’ accussì.<br />
Chesta morte fa’ spavento!<br />
Acciditeme ‘na vota ancora…<br />
È capace ca po’ moro.<br />
Je nun voglio cchiù penzà’!<br />
Voglio truvà’ pace!<br />
Faciteme ‘o piacere…<br />
Vulesse fosse ajere.<br />
Si putesse turnà’ areto<br />
c’’a cuscienza ‘e chesta morte<br />
Quanti ccose ca facesse…<br />
Quanti ccose ca cagnasse!<br />
Int’a stu traffico ‘e penziere<br />
ca me fanno cumpagnia<br />
nun riesco a stà quieto…<br />
Veco tutt’a vita mia.<br />
Annanze all’uocchie ce sta ‘o mare<br />
‘na prumessa ca scurdaje<br />
Quanno More<br />
Francesco Ricci<br />
nu treno ca perdette<br />
‘na guagliona ca baciaje.<br />
‘O core se strascina<br />
malamente ‘int’a ‘sti strate<br />
Se fermasse! – ce dico je –<br />
Se fermasse!<br />
Ma niente. Nun vuò’ séntere.<br />
Curre curre ‘int’a ‘sti viche<br />
tra ‘e primmavere ca scurdaje<br />
e tra ‘e vierne antiche antiche.<br />
È accussì ca passa ‘o tiempo<br />
Comme si fosse nu tiatro<br />
addò ‘o finale nun esiste<br />
e ‘o presente è già passato.<br />
Comme è scura chesta notte<br />
‘a cchiù scura ‘e tutte quante.<br />
Ma manco ‘o friddo ccà se sente…<br />
Si putesse chiagnere, chiagnesse.<br />
Traduzione in Italiano sul sito di <strong>Hyde</strong><br />
<strong>Park</strong> http://www.<strong>rivista</strong>hydepark.org
<strong>Hyde</strong> poesia<br />
Come Ombre<br />
Vincent<br />
Ci sono giorni e fatti<br />
che ti calano sulle spalle una gelida coltre,<br />
al punto da anchilosarti la schiena,<br />
e i pensieri fluttuano come giunchi al vento.<br />
Ti guardi nello specchio,<br />
e le lacrime non scorrono…<br />
sono granuli di ghiaccio che oscillano tremolanti<br />
sui bordi delle palpebre immote e gonfie .<br />
La tristezza è una morsa pungente che ti pervade il petto.<br />
È un ansare. Ti giri e rigiri e l’affanno ti porta a bramare ossigeno<br />
da respirare o da bruciare per dare corpo calore e tono<br />
a membra immote e flosce dallo stupore….<br />
Il tempo passa e con esso il torpore s’avanza sul dolore,<br />
rendendo tiepido e malleabile il cuore e la ragione<br />
che ricamano trame delicate sottili e gentili e tenue,<br />
come ombre sinuose proiettate dal baluginare di una candela<br />
al davanzale …
12<br />
<strong>Hyde</strong> street photography<br />
terza parte<br />
a cura di Alessio Coghe<br />
Abbiamo visto in precedenza<br />
come l’istinto sia una<br />
caratteristica importante nel<br />
fare street photography.<br />
Questo genere vive<br />
dell’immediatezza ed è<br />
importante sia non perdere<br />
troppo tempo coi settaggi<br />
della propria fotocamera (conoscendola<br />
bene e avendo una buona preparazione<br />
sull’esposizione corretta nelle situazioni<br />
generiche che possono presentarsi) che<br />
scattare quasi senza riflettere.<br />
In realtà non è scattare senza riflettere nel<br />
senso letterale della parola, ma scattare<br />
d’istinto. Ciò accadrà grazie all’esperienza<br />
acquisita sul campo, scattando e scattando,<br />
e nessun corso o manuale può aiutarvi in<br />
questo, e questo tutorial ovviamente non fà<br />
eccezione, accadrà senza quasi che ve ne<br />
accorgiate. Un bel giorno vi ritroverete ad<br />
avere l’occhio fotografico, a previsualizzare<br />
la scena poco prima che essa si componga.<br />
La fotografia di strada è agire d’istinto,<br />
dicevamo.<br />
“Sai, se esiti, lo dimentichi” Joel Meyerowitz<br />
Credo che qualunque streephers si trovi<br />
d’accordo con questa frase.<br />
Se ho citato questo grande della fotografia<br />
è perchè Meyerowitz comprese in un istante,<br />
proprio in un istante, che il destino dell’uomo<br />
è dentro lo sguardo che ognuno di noi getta<br />
sul mondo. Il mondo è fatto dall’uomo che<br />
lo abita. Non c’è mondo senza l’uomo. E<br />
l’uomo agisce seguendo lo sguardo, il<br />
desiderio che dal cuore scaturisce attraverso<br />
la visione. Potenza dello sguardo.<br />
La fotografia è comunicazione. E la<br />
comunicazione noi prima ancora che con la<br />
parola la facciamo coi gesti, con il<br />
movimento dei nostri corpi, con l’espressione<br />
dei nostri visi.<br />
Tutto questo il nostro occhio, periferica del<br />
nostro cervello e della nostra anima, lo legge<br />
in un infinitesimo di secondo, lo decodifica<br />
grazie al cervello che ha finalmente la<br />
chiave, o meglio il contenuto del messaggio.<br />
La foto ha quindi impatto se fatta con istinto,<br />
senza riflettere appunto quando in realtà lo<br />
abbiamo fatto senza accorgerne come<br />
abbiamo spiegato poc’anzi.<br />
E’ questa capacità di saper afferrare<br />
l’attimo, la differenza tra un fotografo e chi<br />
scatta fotografie.<br />
Naturalmente questa mia tesi sull’istinto così<br />
come enunciata è da intendersi per la<br />
fotografia di strada. Ci sono altri generi di<br />
fotografia in cui tale concetto non è<br />
chiaramente valido.<br />
Sito di Alessio Coghe:<br />
http://alxcoghe.blogspot.com/
<strong>Hyde</strong> sport<br />
I consigli<br />
dell’esperto:<br />
Salvatore<br />
Compagnone,<br />
Dottore in Scienze<br />
Motorie, Personal<br />
Trainer e<br />
Preparatore<br />
Atletico.<br />
E..state in forma!<br />
Arriva l’estate, ed è tempo di vacanze.<br />
Come giusto che sia, ognuno decide di<br />
trascorrere il proprio tempo libero in<br />
maniera diversa ed in base al proprio<br />
gusto personale: c’è chi preferisce il mare<br />
piuttosto che la montagna, o chi desidera<br />
dedicarsi al “dolce far niente”,<br />
snobbando vacanzieri invece iperattivi<br />
anche nelle varie località turistiche. Sta di fatto, però,<br />
che possono tornare utili a tutti dei consigli per tenersi in<br />
esercizio (possibilmente divertendosi), ed avere una<br />
corretta alimentazione in un periodo molto delicato<br />
come quello estivo, in modo tale da tenersi in forma e<br />
rispettare la propria salute anche in ferie. Ad aiutarci in<br />
questo vademecum è Salvatore Compagnone, Dottore<br />
in Scienze Motorie, Personal Trainer e Preparatore<br />
Atletico.<br />
D: Salvatore, durante le vacanze cresce sempre più la<br />
varietà di attività sportive da poter praticare. Quali sono<br />
quelle che permettono contemporaneamente di<br />
divertirsi e fare movimento?<br />
“Oltre all’ormai classico acquagym a riva di mare, per il<br />
quale molte spiagge si sono attrezzate, cresce la<br />
possibilità di giocare a waterpolo, ovvero la pallanuoto<br />
ma con campo da gioco fissato in mare, che va ad<br />
affiancarsi a sport “sulla sabbia” e sempre molto<br />
praticati come beach soccer e beach volley.”.<br />
D: Vedremo qualche novità sugli stabilimenti balneari?<br />
“In vari lidi si sta rapidamente diffondendo il beach<br />
tennis, l’evoluzione dei vecchi racchettoni da spiaggia,<br />
con regole un po’ modificate per via della differenza di<br />
superficie rispetto al tennis classico, ma comunque<br />
molto spettacolare e divertente. Si gioca al volo, non<br />
c’è rimbalzo, e tra tuffi, slanci ed acrobazie richiede<br />
molta intensità sotto l’aspetto fisico, nonché reattività e<br />
capacità esplosiva”.<br />
D: Nonostante queste possibilità di scelta, il nuoto, corsa<br />
e ciclismo restano intoccabili….<br />
“I classici mantengono sempre la loro valenza: nuoto,<br />
footing e ciclismo in genere fanno sempre benissimo.<br />
Così come fanno bene, ad ogni età, 30-40 minuti di<br />
camminata sul bagnasciuga, che consente di bruciare<br />
grassi, abbassare la glicemia e migliorare la capacità<br />
cardiocircolatoria nonché quella propriocettiva. La<br />
propriocezione rappresenta la capacità di percepire e<br />
riconoscere la posizione del proprio corpo nello spazio e<br />
lo stato di contrazione dei propri muscoli, anche senza il<br />
supporto della vista, ed assume un'importanza<br />
fondamentale nel complesso meccanismo di controllo<br />
del movimento”.<br />
D: Quali sono gli orari nei quali è ideale svolgere attività<br />
fisica, e in quali invece è il caso di evitare?
“Le fasce orarie ideali sono quelle della prima<br />
mattina e tardo pomeriggio intorno alle 18,<br />
mentre si consiglia di evitare di fare sport<br />
dalle 11.30 mattutine alle 17.30 pomeridiane,<br />
circa”.<br />
D: Un aspetto importante in estate è quello<br />
dell’alimentazione, molto sentito da chi ci<br />
tiene a non perdere la forma fisica, ma più in<br />
generale da chi non rinuncia a mangiare in<br />
maniera equilibrata anche in estate. Cosa è<br />
meglio e cosa evitare dal punto di vista<br />
nutrizionale?<br />
“Partiamo col dire che in estate idratarsi è di<br />
fondamentale importanza: bere tanta tanta<br />
acqua,almeno un sorso ogni mezz’ora e,<br />
senza farne un uso smodato, integratori salini<br />
classici. Per ciò che concerne i cibi, non<br />
appesantirsi e mangiare senza abusare,<br />
soprattutto perché col caldo si può essere più<br />
lenti nelle varie attività e si bruciano meno<br />
calorie. Bisogna evitare gli insaccati e<br />
mangiare frutta in quantità, e a pranzo sono<br />
molto indicate insalata di pasta o di riso, piatti<br />
che nella giusta misura possono fornire un<br />
corretto apporto di carboidrati, proteine<br />
(contenute ad esempio in carni, uova e<br />
pesce), fibre (nelle verdure), e aggiungendo<br />
un filo d’olio anche di grassi della buona<br />
cucina mediterranea. In alternativa, carne<br />
bianca o pesce,quest’ultimo più facilmente<br />
reperibile e più compatibile con i desideri del<br />
“palato estivo”.<br />
D: Riepilogando, come potrebbe essere la<br />
giornata tipo, tenendo conto anche delle<br />
fasce orarie, di una persona che desidera<br />
svolgere un po’ di attività fisica, mantenendo<br />
una giusta alimentazione?<br />
“C’è un detto a me caro che recita<br />
“colazione da re, pranzo da principe e cena<br />
da poveri”. Per cui trascorsi almeno 45 minuti<br />
da un’adeguata colazione, per esempio con<br />
latte e fette biscottate, si possono spendere le<br />
prime ore della mattina in attività di footing,<br />
jogging o ciclismo in genere, apportando la<br />
corretta integrazione idrica, e magari dopo<br />
l’attività mangiare un po’ di frutta di stagione<br />
(meglio se biologica) o uno yogurt. A pranzo,<br />
come detto prima, un’insalata di pasta o di<br />
riso, dopodichè dedicarsi ad attività riposanti e<br />
rilassanti. Nel pomeriggio mangiare ancora<br />
frutta, prima di ritornare a fare attività sportiva<br />
(ad esempio beach tennis, beach volley). Di<br />
sera non bisogna “gonfiarsi” con cibi tropo<br />
composti, troppo conditi, senza eccedere con<br />
le quantità. E possibilmente evitare bevande<br />
alcoliche, con il caldo non è la cosa migliore”.<br />
Per ulteriori informazioni, è possibile consultare<br />
il sito www.professionesport.it
Mentre aspetto accade che<br />
Ornella Pennacchioni<br />
Ac c a d e c h e d u r a n t e l o s p a z i o<br />
assegnato al diurno venga assalita da<br />
reiterazioni a catena da accreditare<br />
alle scorribande mentali del notturno,<br />
e senza tregua la mente sussurra<br />
ipotesi astrali contro la ruvidezza<br />
della materia quotidiana.<br />
Accade che di notte, pause satinate,<br />
pensate appena perché<br />
disobbedienti, fili colorati tesi e molli nell’etere,<br />
trama e ordito a circuito chiuso a confronto,<br />
diventino piesse e repliche a canovaccio.<br />
Accade che l’immaginario traslato in aree ben<br />
perimetrate allaghi e diventi sintesi d’oceano nella<br />
dimora segreta. In alto, salvato dalle acque un<br />
barattolo di cioccolato aspetta me e chi già si lecca<br />
le dita ammettendone il piacere. L’ordine preme<br />
alla porta chiusa a chiave dall’interno, nulla da fare.<br />
Atolli decomposti creano ostacoli e appigli in<br />
attesa di risposta. Vige il pensiero condizionato,<br />
sottinteso di libertà cui un irrefrenabile moto nega<br />
la stasi. Il sogno si prende cura dell’impossibile, nel<br />
ruolo di creatore curatore installatore d’immagini,<br />
si fa urgenza delle necessità reali assegna i ruoli e<br />
fornisce gli attori.<br />
Poi.<br />
Un film paradossale, il set della veglia è sempre<br />
allestito, ma convertibile all’istante. Ed io vado,<br />
ogni notte vado.<br />
La particella RI è un’altra delle responsabilità<br />
grammaticali da cui non posso esimermi e Ri/peto,<br />
Ri/passo le scene durante il giorno RI/trattabili di<br />
notte, intanto Afrodite, tormentone del momento,<br />
apparecchia la tavola. I piedi spumosi che sanno di<br />
battigia, il bouquet di gerani rossi infilato nel lembo<br />
del pareo come fosse un revolver, i boccioli<br />
asfissiati dall’acqua della pasta in bollore<br />
subiscono affranti il dinamismo domestico, sulla<br />
nuca un nodo di capelli imperfetto, ciocche<br />
anarchiche che languono sullo zigomo fiero, un<br />
canto d’amore salta su dalle cosce affaccendate<br />
nel giro tovaglia, balza sui muri indenne, come<br />
fosse cielo, come fosse alba, come fosse il giorno<br />
assente di magia, quindi scivola, cade, si spacca in<br />
note maltagliate addette all’oblio, finché la notte le<br />
Ri/vuole indietro per Ri/comporre il canto.<br />
Ma è giorno. Di giorno l’eco è come un’arteria<br />
pronta, a volte punitivo spiccia le parole, le separa<br />
dall’incantesimo, le ottura. Ma so dove RI/trovarle.<br />
Basta stia zitto la notte. Intanto che la tovaglia ha<br />
raggiunto la perfezione centro tavola Ri/passo e<br />
Ri/cordo le battute già dette. Tengo la porta<br />
socchiusa alla condizione della luce, rassetto in<br />
fretta le stoviglie, sbircio il lento trapasso del giorno<br />
al bacio crepuscolare, spazzo il pavimento,le<br />
ombre Ri/abilitano il rosso, ed io sciolgo i capelli<br />
profumati all’estratto di viola selvatica.<br />
Lama di corallo che fende il nero lasciami entrare<br />
con te, è scoccata la mezzanotte e conosco ottime<br />
ricette a base di zucca. Le fate mignon, quelle<br />
nascoste sotto il cuscino, quelle gigantesche che si<br />
parano davanti alle porte dove gl’incantesimi<br />
stipano i desideri irregolari non dispensati da loro,<br />
vadano pure a letto, è l’una passata, ho appena<br />
cominciato e la smetto quando mi pare.<br />
<strong>Hyde</strong> racconti
Luglio/Agosto 2010<br />
a cura di Mariangela Princi<br />
ARIETE (21/03-20/04): Giove in transito nel vostro<br />
cielo nei mesi di luglio e agosto non potrà che<br />
portarvi benefici. Recupererete energie e armonia<br />
con il partner, esplosiva la prima metà di luglio.<br />
Anche il lavoro sarà propizio, avrete delle ottime<br />
idee ma attenzione i primi di agosto, con Urano nel segno<br />
potreste compiere delle manovre azzardate.<br />
TORO (21/04-20/05): Venere entrerà in vergine<br />
intorno al 10 luglio e formerà il benefico aspetto di<br />
trigono con il vostro segno. Sarà un periodo positivo<br />
dove vi sentirete aperti all'amore, sensibili al<br />
corteggiamento e preda di nuove passioni.<br />
Approfittate del momento che sarà propizio fino al 7 agosto<br />
circa. Il lavoro sarà tranquillo nel mese di luglio ma con<br />
l'entrata di Mercurio in vergine dal 27 le cose miglioreranno<br />
decisamente. Chi lavorerà ad agosto avrà notevoli vantaggi<br />
economici .<br />
GEMELLI (21/05-21/06): la vita affettiva sarà<br />
particolarmente vivace in questi mesi estivi,<br />
qualche dubbio o tensione a luglio ma agosto vi<br />
regalerà dei bellissimi momenti romantici e<br />
incontrerete chi vi darà stabilità cosa che<br />
desiderate e verso cui vi spinge Saturno in aspetto benevole<br />
da agosto. Luglio sarà gratificante riguardo il lavoro nel mese<br />
di luglio, le vostre idee e la vostra creatività saranno<br />
apprezzate ma la quadratura di Mercurio ad agosto<br />
rallenterà i vostri progetti creandovi imprevisti e irritazione.<br />
CANCRO (22/06-22/07): luglio scorrerà<br />
tranquillamente dal punto di vista affettivo, potrete<br />
anche fare incontri piacevoli ma agosto sarà un<br />
mese cruciale dove il particolare aspetto dei<br />
pianeti indica un momento dove molto verrà messo<br />
in discussione e ciò coinvolgerà sia i rapporti duraturi sia il<br />
campo lavorativo.<br />
LEONE (23/07-23/08): l'estate porterà molti<br />
cambiamenti con Giove e Urano che transiteranno<br />
momentaneamente nel segno dell'ariete in aspetto<br />
positivo di trigono al vostro segno, getterete delle<br />
solide basi per un futuro promettente. I single<br />
avranno delle buone occasioni ma ad agosto ci sarà<br />
l'opportunità di fare incontri di impronta destinica che vi<br />
spingerà a prendere nuove responsabilità. In ambito<br />
professionale è importante non correre rischi ma mantenere<br />
la sicurezza del momento.<br />
VERGINE (24/08- 22/09): la vera stagione dell'amore<br />
per voi inizia il 10 luglio con l'entrata di Venere nel<br />
vostro segno che congiunto a Marte vi regalerà<br />
incontri passionali e farà ritrovare alle coppie<br />
l'entusiasmo perduto. In campo lavorativo sarà il<br />
mese di agosto con il transito di mercurio nel vostro segno a<br />
volervi protagonisti e ciò vi spingerà ad iniziare nuovi progetti<br />
e a lanciarvi in imprese dove potrete esprimere al meglio ciò<br />
che siete e desiderate.<br />
<strong>Hyde</strong> oroscopo<br />
BILANCIA (23/09-22/10): luglio vi regalerà poco o<br />
niente lasciandovi sentimentalmente insoddisfatti<br />
ma dal 7 agosto con l'ingresso di Venere nel vostro<br />
segno le cose non potranno che migliorare. Avrete<br />
molte occasioni di incontro e anche la possibilità di<br />
recuperare un vecchio amore. Sentirete anche l'impulso di<br />
mettere alla prova il vostro fascino, di capire se piacete o<br />
meno. Nel lavoro l'estate non sarà facile, avrete noie<br />
burocratiche, ritardi nei pagamenti o rallentamenti nei<br />
progetti.<br />
SCORPIONE (23/10-22/11): l'estate per chi ha trovato<br />
l'amore sarà soddisfacente, passionale e all'insegna<br />
di una positiva progettualità che si concretizzerà nel<br />
dopo estate con convivenza o matrimonio. In<br />
ambito professionale stress e preoccupazioni nel<br />
mese di luglio, probabilmente si registreranno meno entrate o<br />
troppe uscite di denaro, agosto vi darà un po' di sollievo.<br />
SAGITTARIO (23/11-21/12): Vi aspetta una bellissima<br />
estate con scenari densi d'amore e passione.<br />
Regnerà l'armonia tra le coppie e qualcuno<br />
conoscerà l'anima gemella. Cogliete ogni<br />
occasione e non fatevi prendere dai timori. In<br />
ambito professionale ci saranno dei cambiamenti importanti<br />
e una bella ripresa a luglio mentre agosto vedrà un Mercurio<br />
negativo che vi creerà sicuramente qualche ostacolo.<br />
CAPRICORNO (22/12-20/01): fino al 7 agosto il<br />
passaggio di Venere nel segno della vergine vi<br />
regalerà momenti piacevoli in amore e incontri<br />
decisivi per chi è ancora solo. Potreste scoprirvi<br />
innamorati di qualcuno che è sempre stato lì<br />
davanti ai vostri occhi ma che finora non avevate notato. Nel<br />
lavoro l'appoggio di Mercurio vi renderà più lucidi e<br />
comunicativi. Fate attenzione ai collaboratori, in questo<br />
momento avete bisogno di contare su persone concrete e<br />
capaci.<br />
ACQUARIO (21/01-19/02): serenità in amore nel<br />
mese di luglio il meglio arriverà ad agosto con il<br />
transito di Venere in bilancia che formerà aspetto<br />
positivo con il vostro segno. Sono possibili incontri<br />
carichi di pathos che vi renderanno<br />
particolarmente sensibili alle lusinghe. L'entrata di Giove in<br />
ariete nei mesi estivi con il momentaneo transito di Urano<br />
sempre nel segno dell'ariete darà un forte impulso positivo al<br />
vostro lavoro portandovi anche nuove conoscenze e<br />
collaborazioni che si riveleranno proficue.<br />
PESCI (20/02-20/03): in amore le cose andranno così<br />
così fino ai primi 10 giorni di agosto, poi potrete<br />
godervi serenamente le vacanze con il vostro<br />
partner. Chi è rimasto solo sarà ancora titubante ma<br />
non scoraggiatevi e non ostacolate le nuove<br />
amicizie. In campo lavorativo avrete la possibilità di<br />
riprendere progetti che si erano momentaneamente bloccati,<br />
farete anche concorsi e colloqui. Nel mese di agosto<br />
occorrerà riflettere e valutare bene ciò che si desidera fare,<br />
cosa portare avanti o a cosa rinunciare.
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