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Lezione 28 febbraio 2012 potere media II parte

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Sociologia della comunicazione<br />

Lia Luchetti<br />

<strong>28</strong> <strong>febbraio</strong> <strong>2012</strong>


Sommario lezione – <strong>II</strong> <strong>parte</strong><br />

• Teoria funzionalista<br />

• La prospettiva usi e gratificazioni<br />

• La scuola di Francoforte e la teoria<br />

critica<br />

• La scuola di Toronto


Usi e gratificazioni<br />

• Corrente che si afferma negli anni ’40 come <strong>parte</strong><br />

dell’approccio dello struttural-funzionalismo, con<br />

una riscoperta, per la ricerca empirica, negli anni ’60-<br />

’70.<br />

• A partire dal secondo dopoguerra gli studi sulla<br />

comunicazione di massa entrano in una fase più<br />

matura.<br />

• Rinnovate esigenze scientifiche.<br />

• Indagine sul ruolo complessivo dei <strong>media</strong>, visti come<br />

istituzioni centrali della società moderna.


La teoria struttural-funzionalista<br />

Intorno al 1950 la teoria funzionalista guadagna<br />

progressivamente una popolarità e un consenso<br />

tali da farla assurgere quasi a paradigma della<br />

sociologia.<br />

La società è vista come un sistema dinamico<br />

composto da parti o sottoinsiemi legati tra loro, tra<br />

cui i mass <strong>media</strong>, ciascuno dei quali svolge<br />

determinate funzioni per garantire la continuità e<br />

l’ordine dell’insieme.


Usi e gratificazioni<br />

• Dal quadro generale del funzionalismo nasce<br />

l’approccio degli usi e gratificazioni, che si<br />

sviluppa in modo autonomo e diventa una<br />

delle principali teorie sui mass <strong>media</strong> della<br />

seconda metà del XX secolo.<br />

• Dal funzionalismo preleva il concetto di<br />

FUNZIONE applicandolo ai singoli individui.


Usi e gratificazioni<br />

Da situazioni specifiche di fruizione<br />

<strong>media</strong>le (di “campagna”) si passa alla<br />

situazione comunicativa “normale” e<br />

consueta della produzione e diffusione<br />

quotidiana di messaggi di massa.<br />

(Wolf 1992)


Dagli effetti dei <strong>media</strong> alle funzioni<br />

Gli studi che nascono sulla scia<br />

dell’approccio funzionalista furono<br />

caratterizzati dallo spostamento di<br />

interesse dagli EFFETTI dei <strong>media</strong> alle<br />

FUNZIONI svolte dai <strong>media</strong> nella società.


Usi e gratificazioni<br />

La funzione dei <strong>media</strong> viene assimilata all’uso<br />

strumentale che il pubblico fa dei <strong>media</strong>, al<br />

fine di soddisfare i propri bisogni e riceverne<br />

una gratificazione.<br />

Inversione di tendenza: non è più importante<br />

capire “cosa fanno i <strong>media</strong> alle persone” ma<br />

“cosa fanno le persone con i <strong>media</strong>”.<br />

(Blumler e Katz, 1974)


Funzioni semplici e complesse del<br />

consumo dei <strong>media</strong><br />

Klapper (1960)<br />

Funzioni semplici<br />

• Offerta di relax<br />

• Stimolazione dell’immaginazione<br />

• Interazione sostitutiva<br />

• Creazione di un terreno comune di conversazione<br />

Funzioni complesse<br />

• Distensione emotiva<br />

• Scuola di vita


• Evasione<br />

4 categorie di funzioni<br />

McQuail, Blumer e Brown (1972)<br />

• Relazioni interpersonali<br />

• Identità personale<br />

• Attenzione


• cognitivi<br />

Le 5 classi di bisogni<br />

Katz, Gurevitch e Haas , 1973<br />

• affettivi-estetici<br />

• integrativi a livello della personalità<br />

• integrativi a livello sociale<br />

• di evasione


L’approccio usi e gratificazioni<br />

Fonte: Katz, Gurevitch e Haas , 1973<br />

I <strong>media</strong> soddisfano cinque classi di bisogni:<br />

• i bisogni cognitivi, ovvero l’acquisizione e<br />

rafforzamento delle conoscenze e della<br />

comprensione<br />

• i bisogni affettivi-estetici, ovvero il<br />

rafforzamento dell’esperienza estetica o<br />

emotiva<br />

• i bisogni integrativi a livello della personalità,<br />

ovvero la rassicurazione, la stabilità emotiva,<br />

l’incremento della credibilità e dello status


L’approccio usi e<br />

gratificazioni<br />

• I bisogni integrativi a livello sociale, ovvero<br />

il rafforzamento delle relazioni<br />

interpersonali, con la famiglia e con i<br />

componenti dei gruppi di riferimento<br />

• i bisogni di evasione, ovvero l’allentamento<br />

delle tensioni e dei conflitti<br />

Fonte: Katz, Gurevitch e Haas , 1973


Usi e gratificazioni<br />

La gratificazione deriva:<br />

• dal contenuto dei <strong>media</strong><br />

• dal <strong>media</strong> in sé<br />

• dal contesto di fruizione


Potere delle audiences<br />

• Concezione del pubblico come attivo<br />

• Importanza dei contesti di fruizione<br />

• Il <strong>potere</strong> dei <strong>media</strong> è compensato dal<br />

<strong>potere</strong> delle audiences<br />

• Comunicazione come costruzione<br />

condivisa di significato - emergono i<br />

prodromi di “costruzione sociale”


Metodo<br />

• Questo approccio utilizza metodi di<br />

ricerca quantitativi ottenendo<br />

informazioni generalizzabili da un ampio<br />

campione di ricettori, interpellati nel<br />

corso di discussioni informali nel corso<br />

delle quali raccontano come usano<br />

particolari prodotti mass<strong>media</strong>tici.


Critiche all’approccio usi e<br />

gratificazioni<br />

• L’assunzione di un modello funzionalista, secondo<br />

il quale la società “funziona” come un sistema<br />

che, prima, stimola i bisogni della gente, poi,<br />

propone <strong>media</strong> in grado di soddisfarli<br />

• L’ambiguità di una metodologia basata<br />

principalmente su quanto espresso direttamente<br />

dall’audience in merito a ciò che “trae” dal<br />

contenuto dei <strong>media</strong>.


Critiche all’approccio usi e<br />

gratificazioni<br />

• La “superficialità” di un approccio che fa<br />

coincidere ciò che la gente esprime con una<br />

indicazione trasparente del significato sociale<br />

attribuito all’atto di fruizione, non tenendo conto<br />

che il significato, i bisogni, gli usi e le<br />

gratificazioni non sono categorie statiche, ma<br />

socialmente prodotte e storicamente sviluppate in<br />

processi specifici (Peck 1989).<br />

• La mancata considerazione dell’interazione tra<br />

consumo, produzione e processo di significazione<br />

in quanto ciascuno presuppone e parzialmente<br />

determina gli altri.


Scuola di Francoforte<br />

1923 a Francoforte<br />

Institut für Sozialforschung<br />

Nasce il marxismo critico<br />

Max Horkheimer,<br />

direttore dell’Istituto dal 1930


Scuola di Francoforte<br />

Altri esponenti:<br />

•Theodor W. Adorno<br />

•Leo Löwenthal<br />

•Herbert Marcuse<br />

•Walter Benjamin<br />

•Erich Fromm


Scuola di Francoforte<br />

Critica dei mass <strong>media</strong><br />

Concetto di industria culturale: complesso<br />

armonizzato e standardizzato dei mezzi di<br />

comunicazione che produce merci culturali.<br />

I prodotti culturali non sono creati dal basso, ma<br />

pianificati e organizzati dal sistema dei <strong>media</strong>.<br />

I destinatari sono consumatori passivi di prodotti<br />

pre-confezionati.


Scuola di Francoforte<br />

Cultura come merce<br />

L’industria culturale produce legittimazione<br />

dell’ideologia dominante e omologazione dei<br />

gusti.<br />

Denuncia di Marcuse (1964): uomo a una<br />

dimensione, narcotizzato dai <strong>media</strong> e indotto a<br />

soddisfare falsi bisogni.<br />

La teoria critica si oppone radicalmente alla<br />

ricerca amministrativa.


L’industria culturale<br />

• Colonizza il tempo libero, trasformando in un<br />

secondo lavoro: “l’amusement è il<br />

prolungamento del lavoro nell’epoca del<br />

tardo capitalismo” (Adorno e Horkheimer,<br />

1944/1966, p. 145).<br />

• Come prodotti industriali, i piaceri offerti non<br />

sono piaceri reali ma elementi da consumare<br />

facilmente e velocemente: i 3 minuti di una<br />

canzone, la radio, in seguito la tv…


Benjamin<br />

• Ne L’opera d’arte nell’epoca della sua<br />

riproducibilità tecnica [1936] afferma che l’arte<br />

ha perso la sua aura nelle società moderne,<br />

distrutta dalla riproduzione tecnica (o<br />

produzione di massa).<br />

• Ciò avviene perché vengono distrutte unicità e<br />

distanza: la fotografia e il cinema moltiplicano<br />

l’immagine ad infinitum.<br />

• D’altronde, però, i rilievi critici di Benjamin non<br />

sono del tutto negativi, poiché viene affermata<br />

la democratizzazione dell’arte tramite la<br />

produzione.


Adorno e la feticizzazione della<br />

musica<br />

• Sostiene un deterioramento generale sia della musica<br />

che di quella .<br />

• Sposa una prospettiva di determinismo tecnologico<br />

affermando che la radio e il fonografo sono state<br />

invenzioni che hanno feticizzato la musica, offuscando la<br />

sua prerogativa di arte dal vivo performativa.<br />

• Le nuove forme di fruizione della musica separano il luogo<br />

e il momento della produzione dal momento del consumo<br />

e li <strong>media</strong>no tramite le tecnologie di riproduzione.<br />

• La musica diventa un feticcio e in quanto tale costituisce<br />

una adorazione per la musica come cosa: la bella voce, il<br />

carisma del direttore, il vinile come oggetto.


Musica e fordismo culturale<br />

• La standardizzazione della musica significava la sua<br />

trasformazione in qualcosa che poteva essere<br />

consumato istantaneamente e senza sforzi: durata,<br />

struttura, ritmica sono industriali.<br />

• La sovra-offerta di musica fa sì che la musica sia<br />

sempre più sentita e sempre meno ascoltata.<br />

• Ciò porta ad una ossessione per la perfezione degli<br />

strumenti di riproduzione, distaccata da un gusto per<br />

la scrittura musicale come forma d’arte.


Il feticismo della musica<br />

“Il nuovo feticcio è l’apparato in sé, che funziona con<br />

perfezione e risplende come metallo, nel quale tutte<br />

le rotelline combaciano con tale regolarità che non<br />

resta più nemmeno uno spiraglio per il vero senso<br />

dell’insieme. L’esecuzione musicale oggi impostasi,<br />

perfetta e senza macchia, conserva l’opera al prezzo<br />

di reificarla definitivamente. Già con la prima nota<br />

sembra che la composizione sia terminata, e il<br />

risultato sonoro è quello che potrebbe darne il disco”<br />

[Adorno, Il carattere di feticcio in musica e il regresso<br />

dell’ascolto, 1938]


La massa vista dalle élite<br />

• “La massa è tutto ciò che non valuta se stesso – né in<br />

bene né in male – <strong>media</strong>nte ragioni speciali, ma che si<br />

sente ‘come tutto il mondo e tuttavia non se ne<br />

angustia, anzi si sente a suo agio nel riconoscersi<br />

identico agli altri” (Ortega y Gasset, 1930, 8).<br />

• “La massa è una formazione nuova, che non si fonda<br />

sulla personalità dei suoi membri, ma solo su quelle<br />

parti che accomunano l’uno a tutti gli altri ed<br />

equivalgono alle forme più primitive e infime<br />

dell’evoluzione organica […] Le azioni della massa<br />

puntano dritto allo scopo e cercano di raggiungerlo per<br />

la via più breve: questo fa sì che a dominarle sia sempre<br />

una sola idea, la più semplice possibile” (19).


Ricerca amministrativa<br />

VS teoria critica<br />

• La ricerca “amministrativa” studia fenomeni<br />

circoscritti con metodi quantitativi e ricerche<br />

sul campo. Persegue gli obiettivi conoscitivi<br />

delle aziende (for practical purpose).<br />

• La teoria “critica” è un approccio teorico che<br />

studia fenomeni complessi secondo una<br />

prospettiva totalizzante.


Ricerca amministrativa<br />

VS teoria critica<br />

Ne discende una differente concezione dei<br />

<strong>media</strong> stessi:<br />

• La ricerca amministrativa considera i <strong>media</strong><br />

come mezzi neutrali (irrilevanza degli scopi)<br />

• La ricerca critica come strumenti per<br />

riprodurre rapporti di forza e di dominio


Ricerca amministrativa<br />

VS teoria critica<br />

• La distinzione viene introdotta da L. per<br />

distinguere i dati raccolti e destinati ai centri di<br />

programmazione dei mezzi di comunicazione<br />

di massa e degli altri committenti<br />

(administrative research) con la ricerca critica,<br />

termine che deriva dalla Scuola di Francoforte,<br />

che definisce come quel tipo di ricerche che<br />

esige che “- prima e oltre qualsiasi scopo da<br />

perseguire – sia analizzato il ruolo dei nostri<br />

mezzi di comunicazione nel contemporaneo<br />

sistema sociale” (Lazarsfeld,1941, 169).


Limiti:<br />

Scuola di Francoforte<br />

• semplificazione dei processi<br />

• pubblico come massa passiva<br />

• difficoltà nell’applicazione pratica


LA SCUOLA DI TORONTO


La Scuola di Toronto<br />

• La Scuola di Toronto studia i <strong>media</strong> attraverso un approccio<br />

interdisciplinare.<br />

• Ruolo delle tecnologie moderne sui processi di<br />

comunicazione e sulla cultura globale.<br />

• La tecnologia come motore di cambiamento in grado di<br />

influenzare - in alcune versioni addirittura determinare - la<br />

direzione del mutamento sociale.


La Scuola di Toronto<br />

ESPONENTI PRINCIPALI:<br />

• Marshall McLuhan<br />

• Harold Innis<br />

• Derrick de Kerchove


Innis, Le tendenze della<br />

comunicazione (1955)<br />

• studia come a diverse modalità di comunicazione corrispondano<br />

diversi tipi di società<br />

• ogni tecnologia porta con sé la tendenza (bias) verso una forma<br />

specifica di trasmissione del sapere<br />

• una società nella quale persiste un modello di comunicazione faccia a<br />

faccia deve essere necessariamente una società piccola dal punto di<br />

vista spaziale: finché la lingua parlata li tiene assieme, le dimensioni<br />

della comunità resteranno sempre contenute


Innis, Le tendenze della<br />

comunicazione (1955)<br />

• Le società della scrittura si svilupparono come mezzi per<br />

coordinare e controllare le attività umane rispetto ad<br />

un’estensione di spazio e tempo più ampia.<br />

• La scrittura è un sistema di registrazione: un modo per<br />

raccogliere le informazioni e trasmettere a grandi distanze di<br />

spazio e di tempo.<br />

• Il supporto incide pesantemente sul tipo di scrittura e di<br />

messaggio: i messaggi scolpiti su marmo, granito o ardesia<br />

assumono valore monumentale e di ricordo; i messaggi scritti<br />

prima su papiro e poi su carta (inventata in Cina e poi portata<br />

in Europa nel X<strong>II</strong>I secolo) sono invece facilmente trasportabili<br />

(vd. web).


Mc Luhan - assunti principali<br />

• I <strong>media</strong> come estensioni dell’uomo. I passaggi da fase<br />

culturale a fase culturale comportano mutazioni<br />

antropologiche<br />

• Distinzione tra <strong>media</strong> caldi e <strong>media</strong> freddi<br />

• Il vero messaggio di un medium è nel mutamento che<br />

produce<br />

• Irrilevanza del contenuto<br />

• Usa per primo il termine <strong>media</strong> come tema generale per<br />

considerare tutte le tecnologie del settore.<br />

• Limiti: determinismo tecnologico, mancanza di<br />

considerazione per gli aspetti contestuali


La teoria del villaggio globale<br />

“La nuova interdipendenza elettronica ricrea il mondo ad<br />

immagine di un villaggio planetario” (ivi, 59).


I <strong>media</strong> vengono paragonati ad una<br />

corteccia celebrale<br />

• “Dopo oltre un secolo d’impiego tecnologico dell’elettricità,<br />

abbiamo esteso il nostro stesso sistema nervoso centrale in<br />

un abbraccio globale che, almeno per quanto concerne il<br />

nostro pianeta, abolisce tanto il tempo quanto lo spazio. Ci<br />

stiamo rapidamente avvicinando alla fase finale della<br />

estensione dell’uomo: quella, cioè, in cui, attraverso la<br />

simulazione tecnologica, il processo creativo di conoscenza<br />

verrà collettivamente esteso all’intera società umana, proprio<br />

come, tramite i vari <strong>media</strong> abbiamo esteso i nostri sensi e<br />

nostri nervi”<br />

[McLuhan, Understanding Media: The Extensions of Man,<br />

London: Routledge].


Le tre fasi nella storia dei <strong>media</strong><br />

• Oralità Cultura dell’orecchio (simultanea,<br />

concreta, interdipendente, tribale)<br />

• Scrittura Cultura dell’occhio (lineare, astratta,<br />

individualista) - la galassia Gutenberg<br />

• Media elettronici Cultura del sistema nervoso<br />

(globale, decentrata, neotribale) - Il villaggio globale


La sua profezia si realizzerà nel<br />

web..

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