primi interventi di diversificazione degli habitat acquatici
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Andrea De Paoli<br />
Progetto “Massi in alveo”_ Dott. Andrea De Paoli, Dott. Pier Clau<strong>di</strong>o Arrigoni<br />
Pier Clau<strong>di</strong>o Arrigoni<br />
Daniel Rocchi<br />
Furiano Rocchi<br />
Primi <strong>interventi</strong> <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>versificazione <strong>degli</strong> <strong>habitat</strong><br />
<strong>acquatici</strong> in Provincia <strong>di</strong><br />
Rimini
Progetto “Massi in alveo” Dott. Andrea De Paoli<br />
__________________________________________________________________<br />
Introduzione<br />
L’alterazione strutturale <strong>degli</strong> <strong>habitat</strong> naturali ad opera dell’uomo, rappresenta la principale causa <strong>di</strong><br />
erosione della bio<strong>di</strong>versità animale e vegetale, originaria del pianeta.<br />
In particolare, nel caso <strong>degli</strong> ambienti d’acqua dolce, i prelievi idrici eccessivi, le opere <strong>di</strong><br />
regolarizzazione <strong>degli</strong> alvei, la costruzione <strong>di</strong> sbarramenti trasversali e l’inquinamento in forma <strong>di</strong>ffusa e<br />
puntiforme rappresentano le principali cause <strong>di</strong> per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> variabilità biologica e <strong>di</strong> specie endemiche.<br />
Anche nel territorio della Provincia <strong>di</strong> Rimini, non mancano, purtroppo, <strong>di</strong>stonie fra programmi <strong>di</strong><br />
conservazione e tutela <strong>degli</strong> ecosistemi naturali ed esigenze <strong>di</strong> sviluppo antropico, così come emerso<br />
dagli stu<strong>di</strong> effettuati per realizzazione delle Carte Ittiche delle zone ittiche omogenee C e B (L.R.<br />
11/93).<br />
La finalità del presente lavoro è stata quella <strong>di</strong> intervenire, in modo strutturale, con finalità <strong>di</strong><br />
riequilibrio ambientale e/o mitigazione, su <strong>di</strong> alcuni tratti <strong>di</strong> corsi d’acqua descritti dalla “Carta Ittica<br />
Zona C” come zone in cui “i popolamenti ittici si presentavano sottodensitari e destrutturati in risposta<br />
a specifiche alterazione <strong>degli</strong> <strong>habitat</strong>”.<br />
In particolare sono stati scelti due corpi idrici appartenenti al reticolo idrografico principale, il Torrente<br />
Marano ed il Torrente Conca.<br />
2<br />
2
Progetto “Massi in alveo” Dott. Andrea De Paoli<br />
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Articolazione del progetto<br />
Le fasi progettuali si possono, per semplicità descrittiva, sud<strong>di</strong>videre in 3 parti:<br />
1. fase pre-intervento<br />
Prima <strong>di</strong> intervenire con le opere <strong>di</strong>versificazione <strong>degli</strong> <strong>habitat</strong> sono stati condotti campionamenti ittiofaunistici<br />
mirati sui tratti dei corsi d’acqua interessati dal progetto, in modo da avere a <strong>di</strong>sposizione l’aggiornamento<br />
relativo allo status e composizione delle comunità ittiche residenti.<br />
I campionamenti sono stati eseguiti, utilizzando le tecniche dell’elettropesca utilizzando lo strumento ELT 725,<br />
spallabile e con potenza massima fino a 650 volt.<br />
Al termine <strong>di</strong> ciascun campionamento è stata compilata una scheda, composta <strong>di</strong> tre parti: la prima in<strong>di</strong>cante<br />
informazioni sull’ubicazione della stazione <strong>di</strong> campionamento (nome del corso d’acqua, comune, località, data,<br />
co<strong>di</strong>ce della stazione, grado <strong>di</strong> antropizzazione del territorio), la seconda relativa ad alcuni parametri <strong>di</strong> interesse<br />
idrobiologico e la terza relativa ai dati sull’ittiofauna.<br />
L’analisi è stata <strong>di</strong> tipo quantitativo nella totalità dei casi poiché si è operato me<strong>di</strong>ante passaggi ripetuti in settori<br />
dei corsi d’acqua preventivamente delimitati (Moran, 1951; Zippin, 1956 e 1958; Seber e Le Cren, 1967).<br />
Alla conclusione delle operazioni <strong>di</strong> campionamento gli esemplari catturati sono stati narcotizzati con 2-<br />
fenossietanolo e quin<strong>di</strong> per ogni in<strong>di</strong>viduo sono stati rilevati i seguenti parametri biologici:<br />
Lunghezza totale con approssimazione +/- 1mm. (misurata dall’apice della bocca all’estremità della pinna<br />
caudale)<br />
Peso con approssimazione +/- 0,1 grammo attraverso l’utilizzo <strong>di</strong> una bilancia analitica<br />
Dopo aver misurato il tratto campionato attraverso rotella metrica ogni pesce è stato rilasciato.<br />
2. Interventi operativi<br />
Le operazioni <strong>di</strong> ripristino ambientale a fini ittiogenici hanno previsto:<br />
• la <strong>di</strong>versificazione <strong>degli</strong> <strong>habitat</strong> banalizzati da pregressi <strong>interventi</strong> <strong>di</strong> regolarizzazione idraulica attraverso<br />
la posa <strong>di</strong> massi ciclopici in alveo e pennelli-deflettori <strong>di</strong> corrente.<br />
• la creazione sul Torrente Marano <strong>di</strong> una rampa <strong>di</strong> risalita per pesci<br />
• la rivegetazione delle sponde del Torrente Marano<br />
3. Monitoraggio e verifica dei risultati<br />
Dopo circa 18 mesi dalla messa in posto delle strutture generatrici <strong>di</strong> <strong>di</strong>versità ambientale, è stata verificata, con<br />
le meto<strong>di</strong>che <strong>di</strong> censimento ittiofaunistico già descritte al punto 1., l’evoluzione spontanea dei popolamenti ittici<br />
attraverso la valutazione <strong>di</strong> possibili <strong>di</strong>fferenze in:<br />
• Composizione quali-quantitativa delle ittiocenosi<br />
• Articolazioni <strong>di</strong>mensionali delle specie ittiche<br />
3<br />
3
Progetto “Massi in alveo” Dott. Andrea De Paoli<br />
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Torrente Marano<br />
La porzione collinare del Torrente Marano si presenta <strong>di</strong>ffusamente alterata come conseguenza <strong>di</strong> due fattori <strong>di</strong><br />
pressione antropica che agiscono in sinergia e che determinano un’evidente scostamento da quelle che sono le<br />
caratteristiche naturali <strong>di</strong> un corso d’acqua:<br />
1. L’immissione <strong>di</strong> reflui non depurati da parte della confinante Repubblica <strong>di</strong> San Marino.<br />
2. La manomissione <strong>di</strong> alveo e sponde come conseguenza <strong>di</strong> pregressi lavori <strong>di</strong> “manutenzione idraulica”.<br />
Vista della porzione sovralluvionata dell’alveo<br />
a monte della passerella<br />
È pertanto logico che il corso d’acqua abbia azione deposizionale a<br />
monte del guado e conseguente carattere erosivo a valle dell’opera<br />
con inevitabile pericolo per la sua stessa stabilità.<br />
Nel tratto superiore al guado infatti, il Torrente è indotto a<br />
raccordare il proprio profilo al nuovo livello <strong>di</strong> base determinato<br />
dalla soglia artificiale: si ha pertanto se<strong>di</strong>mentazione. A valle della<br />
soglia si ha erosione al piede della stessa ed il ripristino <strong>di</strong> un nuovo<br />
La stazione <strong>di</strong> monitoraggio si trova in corrispondenza della passerella in<br />
calcestruzzo che conduce al piccolo nucleo abitato <strong>di</strong> Vallecchio.<br />
L’opera muraria altera in questo settore il processo erosivo e <strong>di</strong> trasporto<br />
tipico del corso d’acqua poiché il cambiamento <strong>di</strong> pendenza induce il<br />
Torrente a mo<strong>di</strong>ficare il proprio profilo idrografico in risposta alle<br />
4<br />
mutate con<strong>di</strong>zioni.<br />
equilibrio a valle. Vista della porzione dell’alveo a valle della<br />
Banalizzazione morfo-idraulica ed ecologica<br />
dell’alveo<br />
passerella (l’opera tende ad essere “scalzata”)<br />
Da ciò derivano le reiterate opere <strong>di</strong> “messa in sicurezza idraulica”<br />
che ad oggi hanno comportato un evidente alterazione morfo-<br />
strutturale del settore, che si presenta rettificato e privo <strong>di</strong> strutture<br />
generatrici <strong>di</strong> <strong>di</strong>versità ambientale (massi, tronchi) <strong>di</strong> interesse per<br />
4<br />
l’idrofauna.
Progetto “Massi in alveo” Dott. Andrea De Paoli<br />
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Indagine Ittiofaunistica_stazione Marano (Loc. Vallecchio, 85 m.s.l.m.)<br />
Parametri idromorfologici<br />
Co<strong>di</strong>ce stazione Marano 01 bis<br />
Toponimo stazione Passerella per Vallecchio<br />
Altezza m.s.l.m. 85<br />
data campionamento 30-gennaio-2006<br />
Larghezza me<strong>di</strong>a (m.) 3,5<br />
Lunghezza (m.) 232<br />
Stato idrologico magra<br />
Tipologia ambientale iporitrale<br />
Profon<strong>di</strong>tà me<strong>di</strong>a (m.) 0,1<br />
Profon<strong>di</strong>tà massima (m.) 0,3<br />
Buche (pool) % 10<br />
Run% 90<br />
Riffle% 0<br />
Roccia scoperta 0<br />
Massi % (>350 mm) 0<br />
Sassi % (fra 100 e 350 mm) 5<br />
Ciottoli % (fra 35 e 100 mm.) 10<br />
Ghiaia % (fra 2 e 35 mm.) 25<br />
Sabbia % 20<br />
Fango % 40<br />
Uso del territorio silvo agrario<br />
Copertura vegetale delle<br />
sponde assente<br />
Vegetazione acquatica presente<br />
Presenza <strong>di</strong> rifugi (0-5) 0<br />
Opere idrauliche guado in muratura<br />
Antropizzazione 4<br />
Nel tratto collinare del Torrente Marano, le opere <strong>di</strong> sistemazione<br />
idraulica in precedenza descritte, hanno provocato la scomparsa<br />
all’interno dell’alveo <strong>degli</strong> elementi fisici <strong>di</strong> principale interesse per<br />
5<br />
i pesci.<br />
Il tratto considerato è quello che interessa la zona <strong>di</strong> Vallecchio: in<br />
questo tratto il Torrente Marano è caratterizzato da un alveo<br />
esteso ed appiattito con una superficie bagnata modesta e con la<br />
5<br />
sponda in sinistra idrografica in evidente erosione.<br />
Superficie stazione: 812 m 2<br />
L’attuale assetto del Torrente favorisce la<br />
<strong>di</strong>spersione delle portate <strong>di</strong> magra e <strong>di</strong><br />
morbida determinando in entrambi i casi<br />
con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> profon<strong>di</strong>tà e velocità <strong>di</strong><br />
corrente inadeguate alle esigenze ecologiche<br />
della fauna ittica.<br />
Le con<strong>di</strong>zioni ambientali appaiono<br />
generalmente critiche sia nei perio<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
magra, sia durante le piene per la mancanza<br />
<strong>di</strong> ripari dalla corrente.<br />
Le attuali caratteristiche morfologiche<br />
risultano pertanto inadeguate ad ospitare una<br />
comunità ittica ricca e <strong>di</strong>versificata come<br />
emerso dai campionamenti quantitativi<br />
eseguiti a mezzo elettropesca.
Progetto “Massi in alveo” Dott. Andrea De Paoli<br />
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Comunità ittica_parametri demografici generali<br />
Il campionamento, eseguito nel mese <strong>di</strong> gennaio, ha permesso <strong>di</strong> rilevare 3 specie ittiche: cavedano, rovella e<br />
cobite. La comunità ittica si presenta rarefatta sia qualitativamente che quantitativamente come mostrano le<br />
densità numeriche e ponderali, ampiamente ridotte ed al <strong>di</strong> sotto delle attese.<br />
Le con<strong>di</strong>zioni ambientali appaiono critiche per la persistenza <strong>di</strong> scarichi industriali non depurati, provenienti dalla<br />
vicina Repubblica <strong>di</strong> San Marino, che hanno l’effetto <strong>di</strong> semplificare fortemente la comunità ittica: sono presenti<br />
infatti solo specie resistenti che per altro mostrano evidenti segni <strong>di</strong> sofferenza (patologie a carico del cavedano).<br />
Anche l’assetto geomorfologico del tratto si presenta fortemente alterato a causa del ripetersi <strong>di</strong> lavori <strong>di</strong><br />
manutenzione idraulica che prevedono il regolare “sghiaiamento” dell’alveo e la rettifica dello stesso.<br />
Da rilevare infine la presenza <strong>di</strong> un piccolo “bentonico”: il cobite, specie tollerante, che nella stazione sembra<br />
confinata a particolari microambienti caratteristici (affioramenti in alveo <strong>di</strong> argille scagliose).<br />
catture catture<br />
1° 2° stima effettivi densità<br />
SPECIE passaggio passaggio nella stazione (ind/m 2 peso me<strong>di</strong>o biomassa<br />
) (g) (g/m 2 )<br />
cavedano 61 20 91 0,112 7 0,78<br />
rovella 9 0 9 0,011 12 0,13<br />
cobite 2 0 2 0,002 4 0,01<br />
TOTALE 72 20 102 0,13 0,93<br />
cavedano<br />
89,2%<br />
cobite<br />
2,0%<br />
rovella<br />
8,8%<br />
0,120<br />
0,100<br />
0,080<br />
0,060<br />
0,040<br />
0,020<br />
0,000<br />
cavedano rovella cobite<br />
ind/m2 0,112 0,011 0,002<br />
hg/m2 0,0078 0,0013 0,0001<br />
6<br />
6
Progetto “Massi in alveo” Dott. Andrea De Paoli<br />
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Comunità ittica_strutture <strong>di</strong> popolazione specifiche<br />
Il cavedano si presenta in questo<br />
settore con popolamento<br />
pionieristico determinato dalla<br />
presenza pressoché esclusiva della<br />
prima classe <strong>di</strong> età.<br />
Comunità ittica_in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong><br />
qualità<br />
n. in<strong>di</strong>vidui<br />
30<br />
25<br />
20<br />
15<br />
10<br />
5<br />
0<br />
Distribuzione <strong>di</strong> frequenza delle classi <strong>di</strong> lunghezza del cavedano<br />
30 50 75 95 115 135 155 175 195 215 235 255 275 295 315 335 355 375 395<br />
classi <strong>di</strong> lunghezza (mm)<br />
Riferimento T.Marano 0Anomalie<br />
altitu<strong>di</strong>ne 100 85<br />
Numero <strong>di</strong> specie 7 3 ****<br />
Bio<strong>di</strong>versità 1,8 0,6 ****<br />
Biomassa (g/m 2) 11 1,0 ****<br />
in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> strato 2,1 2<br />
trota assente assente<br />
vairone assente assente<br />
barbo X assente ****<br />
cavedano X X<br />
lasca X assente ****<br />
rovella X X<br />
carpa assente assente<br />
piccoli bentonici X X<br />
taglie piccole (0-10 cm.) presenti presenti<br />
tagli me<strong>di</strong>o-piccole (10-20 cm.) presenti presenti<br />
taglie me<strong>di</strong>o-gran<strong>di</strong> (20-30 cm.) presenti assenti ****<br />
taglie gran<strong>di</strong> (30-40 cm.) presenti assenti ****<br />
articolazione <strong>di</strong>mensionale<br />
(cm.) 27 7 ****<br />
<strong>di</strong>scontinuità strutturale assente assente<br />
alloctoni assenti assenti<br />
patologie assenti presenti ****<br />
N. parametri 14<br />
anomalie 9<br />
QIC 0,642<br />
In<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> qualità IV<br />
classe <strong>di</strong> qualità bassa<br />
7<br />
7<br />
Nel campionamento<br />
eseguito sul Torrente<br />
Marano, le anomalie<br />
riscontrate sono nove:<br />
numero <strong>di</strong> specie, valori<br />
<strong>di</strong> bio<strong>di</strong>versità e<br />
biomassa inferiori alle<br />
attese; assenza <strong>di</strong> lasca e<br />
barbo, assenza <strong>di</strong><br />
in<strong>di</strong>vidui <strong>di</strong> me<strong>di</strong>e e<br />
gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni con<br />
conseguente ridotta<br />
articolazione<br />
<strong>di</strong>mensionale. Da rilevare<br />
infine la presenza <strong>di</strong><br />
patologie a carico del<br />
cavedano.<br />
La qualità del campione<br />
risulta negativa per un<br />
rapporto qic <strong>di</strong> 0.64<br />
calcolato su 14 parametri.
Progetto “Massi in alveo” Dott. Andrea De Paoli<br />
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Interventi realizzati sul Torrente Marano<br />
Nel corso dell’anno 2006 nel Torrente Marano, si è presentata la necessità, da parte dell’ente competente (ex<br />
genio civile), <strong>di</strong> provvedere alla risagomatura dell’alveo e ri<strong>di</strong>stribuzione del materiale alluvionale accumulatosi<br />
per i fenomeni geo<strong>di</strong>namici già in precedenza descritti.<br />
Il posizionamento <strong>di</strong> massi ciclopici in alveo a fine intervento rappresenta pertanto una mitigazione all’impatto<br />
che le mo<strong>di</strong>ficazioni semplificative d’alveo comportano nei riguar<strong>di</strong> delle biocenosi acquatiche.<br />
Il nostro intervento è avvenuto subito dopo la rettifica nel mese <strong>di</strong> febbraio 2006 ed stato sud<strong>di</strong>viso in 3 settori :<br />
1. Alveo bagnato a monte della passerella<br />
dopo la risagomatura<br />
3. Alveo bagnato a valle della passerella dopo<br />
l’opera <strong>di</strong> risagomatura<br />
2. Alveo imme<strong>di</strong>atamente a valle della passerella<br />
8<br />
8
Progetto “Massi in alveo” Dott. Andrea De Paoli<br />
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Intervento effettuato in alveo bagnato a monte della passerella<br />
Deposito<br />
Erosione<br />
Stato del corso d’acqua imme<strong>di</strong>atamente<br />
dopo la rettifica<br />
Con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> non idoneità per la fauna ittica per:<br />
• Dissipazione delle portate <strong>di</strong> magra<br />
• Assenza <strong>di</strong> rifugi<br />
• Semplificazione dei substrati<br />
9<br />
Situazione precedente all’intervento<br />
<strong>di</strong> risagomatura<br />
Intervento:<br />
Posizionamento <strong>di</strong> massi in alveo a<br />
gruppi <strong>di</strong> 3 a centro alveo<br />
Scopo:<br />
• Ricreare un alveo <strong>di</strong> magra<br />
• Formare buche (rifugi)<br />
9
Progetto “Massi in alveo” Dott. Andrea De Paoli<br />
__________________________________________________________________<br />
Intervento effettuato in alveo bagnato imme<strong>di</strong>atamente a valle della passerella<br />
Situazione precedente all’intervento:<br />
La passerella rappresenta un ostacolo<br />
alle naturali migrazioni dei pesci lungo<br />
il corso d’acqua poiché il <strong>di</strong>slivello fra<br />
alveo bagnato e tubi <strong>di</strong> deflusso risulta<br />
<strong>di</strong> circa 0,8 metri in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong><br />
magra.<br />
Per <strong>di</strong>minuire la velocità <strong>di</strong> deflusso dell’acqua<br />
all’interno dei tubi è stata utilizzata della<br />
semplice rete elettrosaldata ancorata alla base<br />
delle condotte in modo da aumentare l’attrito<br />
sul fondo dei tubi.<br />
L’intervento ha previsto il<br />
consolidamento al piede della struttura<br />
attraverso il posizionamento <strong>di</strong> massi<br />
ciclopici. Ciò ha dato l’opportunità <strong>di</strong><br />
realizzare una scala <strong>di</strong> risalita a ridotta<br />
pendenza (
Progetto “Massi in alveo” Dott. Andrea De Paoli<br />
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Intervento effettuato in alveo bagnato a valle della passerella<br />
Stato del corso d’acqua imme<strong>di</strong>atamente<br />
dopo la rettifica<br />
Con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> non idoneità per la fauna ittica per:<br />
• Dissipazione delle portate <strong>di</strong> magra<br />
• Assenza <strong>di</strong> rifugi<br />
• Semplificazione dei substrati<br />
11<br />
Situazione precedente all’intervento<br />
<strong>di</strong> risagomatura<br />
Intervento:<br />
Posizionamento <strong>di</strong> massi in alveo a<br />
gruppi <strong>di</strong> 3 a centro alveo<br />
Scopo:<br />
• Ricreare un alveo <strong>di</strong> magra<br />
• Formare buche (rifugi)<br />
11
Progetto “Massi in alveo” Dott. Andrea De Paoli<br />
__________________________________________________________________<br />
Torrente Conca<br />
Anche la porzione collinare del Torrente Conca si presenta alterata come conseguenza <strong>di</strong> almeno tre fattori <strong>di</strong><br />
pressione antropica che agiscono in sinergia e che determinano un’evidente scostamento da quelle che sono le<br />
caratteristiche naturali <strong>di</strong> un corso d’acqua:<br />
Le captazioni d’acqua che determinano perio<strong>di</strong>che<br />
asciutte con evidente danno per le biocenosi<br />
acquatiche<br />
L’immissione <strong>di</strong> reflui organici non depurati da fonti<br />
<strong>di</strong>ffuse che comportano un abnorme proliferazione<br />
vegetale (si noti nell’immagine, lo sviluppo delle<br />
alghe ver<strong>di</strong> filamentose a ricoprire totalmente il<br />
fondale).<br />
La manomissione perio<strong>di</strong>ca <strong>di</strong> alveo e sponde per la creazione <strong>di</strong><br />
attraversamenti.<br />
12<br />
12
Progetto “Massi in alveo” Dott. Andrea De Paoli<br />
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Indagine Ittiofaunistica_Stazione Conca (Loc. Taverna, 130 m.s.l.m.)<br />
Il Torrente Conca scorre in questo tratto con andamento<br />
meandriforme su <strong>di</strong> un materasso alluvionale ghiaioso che<br />
facilmente si mo<strong>di</strong>fica in seguito ad eventi <strong>di</strong> piena. La zona è<br />
caratterizzata dalla presenza <strong>di</strong> estesi tratti a ruscellamento con<br />
acque poco profonde e forti turbolenze. La sezione dell’alveo<br />
bagnato è naturale, con un fondo prevalentemente costituito da<br />
ciottoli e ghiaia. Dal punto <strong>di</strong> vista idraulico-morfologico si<br />
riconosce una buona <strong>di</strong>versificazione in tratti run e riffle, mentre le<br />
buche sono scarse e <strong>di</strong> piccole <strong>di</strong>mensioni.<br />
Nonostante l’assetto morfo-idraulico naturale, il Torrente Conca è vittima <strong>di</strong> lunghi perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> “asciutta” durante<br />
il periodo estivo; ciò si può ragionevolmente relazionare al sistema <strong>di</strong> captazioni idriche presenti nella porzione<br />
alta del bacino, in territorio marchigiano. Lo stato <strong>di</strong> sofferenza ambientale che ne deriva provoca la per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong><br />
gran parte della biomassa ittica spontanea e riduce l’articolazione <strong>di</strong>mensionale delle specie <strong>di</strong> interesse alieutico.<br />
Parametri idromorfologici<br />
Co<strong>di</strong>ce stazione Conca 01 bis<br />
Toponimo stazione<br />
Altezza m.s.l.m. 130<br />
data campionamento 30-gennaio-2006<br />
Larghezza me<strong>di</strong>a (m.) 5,5<br />
Lunghezza (m.) 260<br />
Stato idrologico magra<br />
Tipologia ambientale iporitrale<br />
Profon<strong>di</strong>tà me<strong>di</strong>a (m.) 0,2<br />
Profon<strong>di</strong>tà massima (m.) 1<br />
Buche (pool) % 20<br />
Run% 60<br />
Riffle% 20<br />
Roccia scoperta 0<br />
Massi % (>350 mm) 0<br />
Sassi % (fra 100 e 350 mm) 10<br />
Ciottoli % (fra 35 e 100 mm.) 20<br />
Ghiaia % (fra 2 e 35 mm.) 35<br />
Sabbia % 20<br />
Fango % 15<br />
Uso del territorio silvo agrario<br />
Copertura vegetale delle<br />
sponde arbustiva <strong>di</strong>ffusa<br />
Vegetazione acquatica presente<br />
Presenza <strong>di</strong> rifugi (0-5) 1<br />
Opere idrauliche nessuna<br />
Antropizzazione 2<br />
13<br />
Superficie stazione: 1430 m 2<br />
13
Progetto “Massi in alveo” Dott. Andrea De Paoli<br />
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Comunità ittica_parametri demografici generali<br />
Il campionamento, eseguito nel mese <strong>di</strong> gennaio, ha permesso <strong>di</strong> rilevare solo tre specie ittiche. La specie<br />
numericamente più abbondante è risultata essere il cavedano (81%) seguita dal barbo comune (14%) e dalla<br />
rovella (5%). I valori densitari dell’ittiofauna appaiono sotto<strong>di</strong>mensionati rispetto agli standard <strong>di</strong> bacino per la<br />
quota corrispondente e le strutture <strong>di</strong> popolazione specifiche presentano nel complesso limitate estensioni<br />
<strong>di</strong>mensionali in risposta a fattori perturbativi ricorrenti (asciutte nei mesi estivi).<br />
Anche i valori <strong>di</strong> bio<strong>di</strong>versità si presentano al <strong>di</strong> sotto delle attese, per la contemporanea assenza <strong>di</strong> un<br />
sottostrato definito da piccole specie bentoniche e del vairone, specie al limite <strong>di</strong>stributivo altitu<strong>di</strong>nale inferiore,<br />
rispetto alla quota cui è stata posta la stazione <strong>di</strong> monitoraggio.<br />
catture catture<br />
1° 2° stima effettivi densità<br />
SPECIE passaggio passaggio nella stazione (ind/m 2 biomassa<br />
) Peso me<strong>di</strong>o (g) (g/m 2 )<br />
cavedano 65 46 222 0,156 26,0 4,04<br />
barbo comune 25 9 39 0,027 16,0 0,44<br />
rovella 10 3 14 0,010 5,0 0,05<br />
TOTALE 100 58 276 0,19 4,53<br />
rovella<br />
5,1%<br />
cavedano<br />
80,7%<br />
barbo<br />
comune<br />
14,2%<br />
0,18<br />
0,16<br />
0,14<br />
0,12<br />
0,10<br />
0,08<br />
0,06<br />
0,04<br />
0,02<br />
0,00<br />
cavedano barbo comune rovella<br />
ind/m2 0,16 0,03 0,01<br />
hg/m2 0,0404 0,0044 0,0005<br />
14<br />
14
Progetto “Massi in alveo” Dott. Andrea De Paoli<br />
__________________________________________________________________<br />
Comunità ittica_strutture <strong>di</strong> popolazione specifiche<br />
La <strong>di</strong>namica <strong>di</strong> popolazione<br />
del cavedano appare ben<br />
bilanciata per la<br />
contemporanea presenza <strong>di</strong><br />
giovani, sub-adulti ed adulti<br />
nei giusti rapporti<br />
proporzionali. Malgrado ciò,<br />
l’articolazione <strong>di</strong>mensionale<br />
complessiva appare ristretta a<br />
causa dell’assenza <strong>di</strong> in<strong>di</strong>vidui<br />
<strong>di</strong> gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni. Il dato,<br />
evidenzia con<strong>di</strong>zioni<br />
ambientali critiche,<br />
riconducibili ai prolungati<br />
perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> asciutta, cui il tratto<br />
è sottoposto nella stagione<br />
estiva ed autunnale.<br />
n. in<strong>di</strong>vidui<br />
12<br />
10<br />
8<br />
6<br />
4<br />
2<br />
0<br />
n. in<strong>di</strong>vidui<br />
18<br />
16<br />
14<br />
12<br />
10<br />
8<br />
6<br />
4<br />
2<br />
0<br />
Distribuzione <strong>di</strong> frequenza delle classi <strong>di</strong> lunghezza del cavedano<br />
30 50 70 90 110 130 150 170 190 210 230 250 270 290 310 330 350 370 390<br />
classi <strong>di</strong> lunghezza (mm)<br />
Distribuzione <strong>di</strong> frequenza delle classi <strong>di</strong> lunghezza del barbo<br />
30 45 60 75 90 110 125 140 155 170 185 200 215 230 245 260 275 290<br />
classi <strong>di</strong> lunghezza (mm)<br />
15<br />
Il barbo comune<br />
forma una<br />
comunità<br />
strutturata<br />
principalmente<br />
sulla prima classe<br />
<strong>di</strong> età.<br />
Anche in questo<br />
caso<br />
l’articolazione<br />
<strong>di</strong>mensionale è<br />
ridotta in<br />
conseguenza<br />
dello stato <strong>di</strong><br />
sofferenza<br />
ambientale<br />
connesso con i prolungati perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> asciutta cui<br />
il Torrente è soggetto ed a cui sarebbe imputabile anche il “gap” registrato ai danni della classe 2+.<br />
15
Progetto “Massi in alveo” Dott. Andrea De Paoli<br />
__________________________________________________________________<br />
Comunità ittica_in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> qualità<br />
Riferimento T. Conca Anomalie<br />
altitu<strong>di</strong>ne 150 130<br />
N. specie 7 3 ****<br />
bio<strong>di</strong>versità 1,8 0,9 ****<br />
biomassa 10 4,9 ****<br />
in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> strato 2,1 2<br />
trota assente assente<br />
vairone X assente ****<br />
barbo X X<br />
cavedano X X<br />
lasca X assente<br />
rovella X X<br />
carpa assente assente<br />
piccoli bentonici X assente ****<br />
taglie piccole (0-10 cm.)<br />
tagli me<strong>di</strong>o-piccole (10-20<br />
presenti presenti<br />
cm.)<br />
taglie me<strong>di</strong>o-gran<strong>di</strong> (20-30<br />
presenti presenti<br />
cm.) presenti presenti<br />
taglie gran<strong>di</strong> (30-40 cm.)<br />
articolazione <strong>di</strong>mensionale<br />
presenti assenti ****<br />
(cm.) 26 20 ****<br />
<strong>di</strong>scontinuità strutturale assente assente<br />
alloctoni assenti assenti<br />
patologie assenti assenti<br />
N. parametri 14<br />
anomalie 7<br />
QIC 0,5<br />
In<strong>di</strong>ce <strong>di</strong><br />
qualità III-IV<br />
classe <strong>di</strong><br />
qualità me<strong>di</strong>ocre-bassa<br />
16<br />
16<br />
Nel campionamento eseguito<br />
sul Torrente Conca, a 130<br />
metri <strong>di</strong> altitu<strong>di</strong>ne, le anomalie<br />
riscontrate sono sette:<br />
• numero <strong>di</strong> specie,<br />
valori <strong>di</strong> bio<strong>di</strong>versità<br />
e biomassa inferiori<br />
alle attese;<br />
• assenza <strong>di</strong> vairone e<br />
dei piccoli bentonici<br />
simpatrici dello strato<br />
a ciprini<strong>di</strong> reofili.<br />
La qualità del campione risulta<br />
me<strong>di</strong>ocre per un rapporto qic<br />
<strong>di</strong> 0,5 calcolato su 14<br />
parametri.<br />
Dal calcolo è stata<br />
volutamente trascurata<br />
l’assenza della lasca, poiché la<br />
specie risulta primariamente<br />
assente all’interno del Bacino<br />
Idrografico del Torrente<br />
Conca.
Progetto “Massi in alveo” Dott. Andrea De Paoli<br />
__________________________________________________________________<br />
Interventi realizzati sul Torrente Conca<br />
Nel Torrente Conca sono stati scelti 3 tratti <strong>di</strong> circa 300 metri<br />
ciascuno, omogenei dal punto <strong>di</strong> vista ambientale a causa della<br />
banalità morfo-idraulica che li caratterizza.<br />
I tratti scelti sono stati tutti interessati da passati <strong>interventi</strong> <strong>di</strong><br />
sistemazione e <strong>di</strong>fesa spondale che ne hanno comportato anche la<br />
rimozione dal fondale <strong>di</strong> tutte quelle strutture in grado <strong>di</strong> conferire<br />
<strong>di</strong>versità all’ambiente (massi e tronchi ); la <strong>di</strong>namica fluviale è<br />
caratterizzata dal semplice alternarsi <strong>di</strong> tratti laminari a ridotta<br />
profon<strong>di</strong>tà con zone a turbolenza moderata.<br />
Torrente Conca (Taverna <strong>di</strong> Montecolombo)<br />
L’intervento realizzato nel mese <strong>di</strong> maggio 2006, ha previsto il<br />
17<br />
posizionamento <strong>di</strong> massi ciclopici<br />
(0,5-3 m 3) con la finalità <strong>di</strong> <strong>di</strong>versificare l’<strong>habitat</strong> acquatico e renderlo<br />
maggiormente adatto ad essere colonizzato stabilmente dall’ittiofauna.<br />
Queste <strong>di</strong> seguito le principali tipologie <strong>di</strong> intervento e le relative finalità:<br />
I° intervento:<br />
Parziale sbarramento trasversale<br />
dell’alveo bagnato<br />
Scopo:<br />
“ Creazione <strong>di</strong> buche a valle delle<br />
soglie”<br />
17
Progetto “Massi in alveo” Dott. Andrea De Paoli<br />
__________________________________________________________________<br />
III° intervento:<br />
Posizionamento <strong>di</strong> massi in alveo, <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>mensioni comprese fra 1,5 e 2 m 3 , a<br />
<strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> circa 20 metri l’uno dall’altro<br />
Scopo:<br />
“Interruzione delle zone laminari per<br />
formare pozze <strong>di</strong> buone <strong>di</strong>mensioni”<br />
II° intervento:<br />
18<br />
Posizionamento <strong>di</strong> massi in alveo,<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni comprese fra 0,5 ed<br />
1,5 m 3 a <strong>di</strong>stanza ravvicinata<br />
Scopo:<br />
“Creazione <strong>di</strong> rapide intervallate<br />
da piccole buche”<br />
IV° intervento:<br />
Escavazione in aree marginali all’alveo <strong>di</strong><br />
morbida naturale:<br />
Scopo:<br />
“Creazione <strong>di</strong> ambienti laterali al corso d’acqua”<br />
18
Progetto “Massi in alveo” Dott. Andrea De Paoli<br />
__________________________________________________________________<br />
Imprevisti<br />
Purtroppo sul Torrente Conca in uno dei 3 tratti interessati dall’intervento, i<br />
massi sono stati completamente spostati da un privato citta<strong>di</strong>no, titolare <strong>di</strong><br />
una cava <strong>di</strong> sabbia a<strong>di</strong>acente al corso d’acqua, utilizzando mezzi propri e con<br />
la presunta finalità <strong>di</strong> proteggere la sponda sinistra dall’erosione.<br />
Posa originale dei massi Situazione dopo lo spostamento<br />
Posa originale dei massi Situazione dopo lo spostamento<br />
19<br />
19
Progetto “Massi in alveo” Dott. Andrea De Paoli<br />
__________________________________________________________________<br />
Verifica dei risultati_stazione Marano (Località Vallecchio, 85 m.s.l.m.)<br />
Al <strong>di</strong> sotto della passerella, l’allargamento iniziale dell’alveo ha<br />
determinato la <strong>di</strong>ssipazione della portata naturale su <strong>di</strong> un<br />
superficie molto ampia e solo in limitati casi, i massi sono<br />
risultati utili alla formazione <strong>di</strong> buche.<br />
Anche in considerazione del regime idrologico del Torrente, è<br />
sicuramente necessario un tempo più lungo affinchè si formino<br />
pozze idonee all’inse<strong>di</strong>amento dei pesci a lato e <strong>di</strong>etro ai massi<br />
deposti. Da notare invece, l’esteso sviluppo <strong>di</strong> idrofite come<br />
conseguenza del rallentamento della corrente in virtù<br />
dell’intervento effettuato.<br />
.<br />
A <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> circa 18 mesi dalla chiusura del cantiere,<br />
si è potuto verificare come al <strong>di</strong> sopra della passerella si<br />
20<br />
siano formate buche, in corrispondenza dei massi,<br />
alternate a bervi raschi. La sponda sinistra, inizialmente<br />
20<br />
sottoposta ad erosione risulta protetta dai massi<br />
posizionati perpen<strong>di</strong>colarmente all’argine.
Progetto “Massi in alveo” Dott. Andrea De Paoli<br />
__________________________________________________________________<br />
Comunità ittica_parametri demografici generali<br />
Il campionamento <strong>di</strong> verifica, è stato eseguito il 29 ottobre<br />
2007, a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> circa 18 mesi dalla messa in posa dei massi<br />
ciclopici. Sono state rilevate 3 specie ittiche: cavedano, rovella<br />
e carassio dorato. La comunità ittica anche in questo caso si<br />
presenta limitata sia qualitativamente che quantitativamente<br />
come mostrano le densità numeriche e ponderali, ampiamente<br />
ridotte ed al <strong>di</strong> sotto delle attese, come per altro, già osservato<br />
21<br />
nel campionamento dell’anno 2006.<br />
Malgrado siano migliorate le <strong>di</strong>namiche <strong>di</strong> struttura e<br />
l’ittiocenosi non presenti più carattere pionieristico, le<br />
con<strong>di</strong>zioni ambientali permangono proibitive per la<br />
sopravvivenza animale a causa della persistenza <strong>di</strong> scarichi<br />
industriali non depurati, provenienti dalla vicina Repubblica <strong>di</strong><br />
San Marino a cui si aggiungono gli effetti negativi della siccità<br />
estiva dell’anno 2007.<br />
catture catture<br />
1° 2° stima effettivi densità<br />
SPECIE passaggio passaggio nella stazione (ind/m 2 peso me<strong>di</strong>o biomassa<br />
) (g)<br />
(g/m 2 )<br />
cavedano 11 8 40 0,050 12 0,60<br />
rovella 18 2 20 0,025 4 0,10<br />
carassio 3 0 3 0,004 10 0,04<br />
TOTALE 32 10 63 0,08 0,73<br />
rovella<br />
31,8%<br />
carassio<br />
4,7%<br />
cavedano<br />
63,4%<br />
0,060<br />
0,050<br />
0,040<br />
0,030<br />
0,020<br />
0,010<br />
0,000<br />
cavedano rovella carassio<br />
ind/m2 0,050 0,025 0,004<br />
hg/m2 0,0060 0,0010 0,0004<br />
21
Progetto “Massi in alveo” Dott. Andrea De Paoli<br />
__________________________________________________________________<br />
Comunità ittica_strutture <strong>di</strong> popolazione specifiche<br />
Il cavedano<br />
presenta <strong>di</strong>namica<br />
<strong>di</strong> struttura<br />
sostenuta dalle<br />
prime 2 classi <strong>di</strong> età<br />
(in<strong>di</strong>vidui 0+ ed<br />
1+). Mentre nel<br />
2006 era presente il<br />
solo novellame<br />
della specie; in<br />
occasione del<br />
censimento <strong>di</strong><br />
verifica sono stati<br />
catturati anche<br />
in<strong>di</strong>vidui sub-<br />
adulti.<br />
n. in<strong>di</strong>vidui<br />
5<br />
4<br />
3<br />
2<br />
1<br />
0<br />
n. in<strong>di</strong>vidui<br />
5<br />
4<br />
3<br />
2<br />
1<br />
Distribuzione <strong>di</strong> frequenza delle classi <strong>di</strong> lunghezza del cavedano<br />
0<br />
30 50 70 90 110 130 150 170 190 210 230 250 270 290 310 330 350 370 390<br />
classi <strong>di</strong> lunghezza (mm)<br />
Distribuzione <strong>di</strong> frequenza delle classi <strong>di</strong> lunghezza della rovella<br />
30 40 50 60 70 80 90 100 110 120 130 140 150 160 170 180 190 200<br />
classi <strong>di</strong> lunghezza (mm)<br />
22<br />
22<br />
Anche la rovella<br />
presenta<br />
popolazione<br />
articolata sulle<br />
prime due classi <strong>di</strong><br />
età (in<strong>di</strong>vidui 0+<br />
ed 1+).<br />
Da notare come nel<br />
campionamento<br />
antecedente<br />
l’intervento <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>versificazione<br />
dell’alveo, la specie<br />
fosse spora<strong>di</strong>ca e<br />
non costituisse<br />
una popolazione<br />
stabile.
Progetto “Massi in alveo” Dott. Andrea De Paoli<br />
__________________________________________________________________<br />
Comunità ittica_in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> qualità<br />
Riferimento T.Marano 0Anomalie<br />
altitu<strong>di</strong>ne 100 85<br />
Numero <strong>di</strong> specie 7 3 ****<br />
Bio<strong>di</strong>versità 1,8 0,8 ****<br />
Biomassa (g/m 2) 11 0,7 ****<br />
in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> strato 2,1 2<br />
trota assente assente<br />
vairone assente assente<br />
barbo X assente ****<br />
cavedano X X<br />
lasca X assente ****<br />
rovella X X<br />
carpa assente assente<br />
piccoli bentonici X assente ****<br />
taglie piccole (0-10 cm.) presenti presenti<br />
tagli me<strong>di</strong>o-piccole (10-20 cm.) presenti presenti<br />
taglie me<strong>di</strong>o-gran<strong>di</strong> (20-30 cm.) presenti assenti ****<br />
taglie gran<strong>di</strong> (30-40 cm.) presenti assenti ****<br />
articolazione <strong>di</strong>mensionale<br />
(cm.) 27 7 ****<br />
<strong>di</strong>scontinuità strutturale assente assente<br />
alloctoni assenti presenti ****<br />
patologie assenti assenti<br />
N. parametri 14<br />
anomalie 10<br />
QIC 0,71<br />
In<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> qualità IV<br />
classe <strong>di</strong> qualità bassa<br />
23<br />
Nel campionamento<br />
eseguito sul Torrente<br />
Marano, le anomalie<br />
riscontrate sono <strong>di</strong>eci:<br />
numero <strong>di</strong> specie, valori<br />
<strong>di</strong> bio<strong>di</strong>versità e<br />
biomassa inferiori alle<br />
attese; assenza <strong>di</strong> lasca e<br />
barbo, assenza <strong>di</strong><br />
in<strong>di</strong>vidui <strong>di</strong> me<strong>di</strong>e e<br />
gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni con<br />
conseguente ridotta<br />
articolazione<br />
<strong>di</strong>mensionale. Da rilevare<br />
infine la presenza <strong>di</strong><br />
specie esotiche e<br />
l’assenza <strong>di</strong> un<br />
sottostrato definito da<br />
piccoli pesci bentonici.<br />
La qualità del campione<br />
risulta negativa per un<br />
rapporto qic <strong>di</strong> 0,71<br />
calcolato su 14 parametri.<br />
L’in<strong>di</strong>ce ittico fornisce lo stesso risultato ottenuto nel campionamento del 30 gennaio 2006; è da<br />
rilevare però come, dopo la messa in posa dei massi e la conseguente maggior <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> <strong>habitat</strong>, in<br />
seguito alla formazione <strong>di</strong> pozze, le strutture <strong>di</strong> popolazione specifiche siano migliorate per la presenza<br />
stabile <strong>di</strong> 2 classi <strong>di</strong> età sia per il cavedano che per la rovella.<br />
Fattore negativo, come era preve<strong>di</strong>bile, è la scomparsa del cobite, piccolo “bentonico”, a ridotta<br />
capacità <strong>di</strong> movimento che risente particolarmente delle manomissioni del substrato, al quale è<br />
particolarmente vincolato per caratteristiche bio-ecologiche.<br />
23
Progetto “Massi in alveo” Dott. Andrea De Paoli<br />
__________________________________________________________________<br />
Verifica dei risultati_stazione Conca (Località Taverna, 130 m.s.l.m.)<br />
A <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> circa 15 mesi dalla chiusura del<br />
cantiere, si è potuto verificare come<br />
l’ambiente morfo-idrulico si presenti<br />
maggiormente <strong>di</strong>versificato per la presenza<br />
<strong>di</strong> pozze <strong>di</strong>etro ai massi introdotti, alternate<br />
a brevi raschi e lame.<br />
Indagine Ittiofaunistica_Stazione Conca (Loc. Taverna, 130 m.s.l.m.)<br />
24<br />
Il campionamento <strong>di</strong> verifica, è stato eseguito il 6<br />
novembre 2007, a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> circa 15 mesi dalla<br />
messa in posa dei massi ciclopici. Sono state<br />
rilevate solo 2 specie ittiche: cavedano e barbo<br />
comune. Rispetto al censimento dell’anno<br />
precedente manca completamente la rovella.<br />
La comunità ittica si presenta rarefatta e sostenuta<br />
in via quasi esclusiva dal cavedano, ciprinide<br />
opportunista che in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> alterazione<br />
ambientale tende a prevalere sulle specie<br />
simpatriche maggiormente sensibili (lasca e barbo).<br />
Le <strong>di</strong>namiche <strong>di</strong> struttura, l’in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> bio<strong>di</strong>versità, i valori <strong>di</strong> densità numerica e ponderale risultano nettamente<br />
Comunità ittica _ parametri demografici generali<br />
inferiori rispetto a quanto rilevato nel campionamento preliminare.<br />
catture catture<br />
1° 2° stima effettivi densità<br />
SPECIE passaggio passaggio nella stazione (ind/m 2 Peso me<strong>di</strong>o biomassa<br />
) (g) (g/m 2 )<br />
cavedano 20 12 50 0,035 37 1,29<br />
barbo comune 2 0 2 0,001 35 0,05<br />
TOTALE 22 12 52 0,04 1,34<br />
24
Progetto “Massi in alveo” Dott. Andrea De Paoli<br />
__________________________________________________________________<br />
cavedano<br />
96%<br />
barbo<br />
4%<br />
0,040<br />
0,035<br />
0,030<br />
0,025<br />
0,020<br />
0,015<br />
0,010<br />
0,005<br />
0,000<br />
Comunità ittica_strutture <strong>di</strong> popolazione specifiche<br />
n. in<strong>di</strong>vidui<br />
6<br />
5<br />
4<br />
3<br />
2<br />
1<br />
0<br />
cavedano barbo comune<br />
ind/m2 0,035 0,001<br />
hg/m2 0,0129 0,0005<br />
Distribuzione <strong>di</strong> frequenza delle classi <strong>di</strong> lunghezza del cavedano<br />
30 50 70 90 110 130 150 170 190 210 230 250 270 290 310 330 350 370 390<br />
classi <strong>di</strong> lunghezza (mm)<br />
25<br />
La <strong>di</strong>namica <strong>di</strong><br />
popolazione del<br />
cavedano è<br />
caratterizzata dall’<br />
assenza dei giovani<br />
dell’anno (classe<br />
0+) e da una ridotta<br />
articolazione<br />
<strong>di</strong>mensionale.<br />
Sono presenti solo<br />
in<strong>di</strong>vidui<br />
appartenenti alle<br />
classi <strong>di</strong> età 1+, 2+<br />
e 3+. Rispetto al<br />
campionamento<br />
precedente risulta assente, oltre alla classe 0+, anche la coorte 4+.<br />
25
Progetto “Massi in alveo” Dott. Andrea De Paoli<br />
__________________________________________________________________<br />
Comunità ittica_in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> qualità<br />
Riferimento T. Conca Anomalie<br />
altitu<strong>di</strong>ne 150 130<br />
N. specie 7 2 ****<br />
bio<strong>di</strong>versità 1,8 0,2 ****<br />
biomassa 10 1,34 ****<br />
in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> strato 2,1 2<br />
trota assente assente<br />
vairone X assente ****<br />
barbo X X<br />
cavedano X X<br />
lasca X assente<br />
rovella X assente ****<br />
carpa assente assente<br />
piccoli bentonici X assente ****<br />
taglie piccole (0-10 cm.) presenti presenti<br />
tagli me<strong>di</strong>o-piccole (10-20 cm.) presenti presenti<br />
taglie me<strong>di</strong>o-gran<strong>di</strong> (20-30 cm.) presenti presenti<br />
taglie gran<strong>di</strong> (30-40 cm.) presenti assenti ****<br />
articolazione <strong>di</strong>mensionale (cm.) 26 12 ****<br />
<strong>di</strong>scontinuità strutturale assente assente ****<br />
alloctoni assenti assenti<br />
patologie assenti assenti<br />
N. parametri 14<br />
anomalie 9<br />
QIC 0,642<br />
In<strong>di</strong>ce <strong>di</strong><br />
qualità IV<br />
classe <strong>di</strong><br />
qualità bassa<br />
26<br />
Nel campionamento<br />
eseguito sul Torrente<br />
Conca, a 130 metri <strong>di</strong><br />
altitu<strong>di</strong>ne, le anomalie<br />
riscontrate sono nove,<br />
due in più rispetto alla<br />
situazione precedente:<br />
• numero <strong>di</strong><br />
specie, valori<br />
<strong>di</strong> bio<strong>di</strong>versità<br />
e biomassa<br />
inferiori alle<br />
attese;<br />
• assenza <strong>di</strong><br />
vairone e dei<br />
piccoli<br />
bentonici<br />
simpatrici<br />
dello strato a<br />
ciprini<strong>di</strong><br />
reofili.<br />
• assenza della<br />
rovella e<br />
<strong>di</strong>scontinuità nella struttura del cavedano per mancanza dei giovani dell’anno.<br />
La qualità del campione risulta negativa per un rapporto qic <strong>di</strong> 0,5 calcolato su 14 parametri.<br />
Dal calcolo è stata volutamente trascurata l’assenza della lasca, poiché la specie risulta primariamente assente<br />
all’interno del Bacino Idrografico del Torrente Conca.<br />
L’in<strong>di</strong>ce ittico fornisce un risultato peggiore rispetto al campionamento del 30 gennaio 2006 e malgrado<br />
il miglioramento della <strong>di</strong>namica fluviale l’ittiocenosi presenta carattere pionieristico.<br />
È da rilevare al proposito come la quasi totalità del settore collinare del Torrente sia rimasto in asciutta<br />
completa per oltre 3 mesi; ciò ha sicuramente determinato una grave per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> biomassa ittica<br />
spontanea del corso d’acqua.<br />
26
Progetto “Massi in alveo” Dott. Andrea De Paoli<br />
__________________________________________________________________<br />
Conclusioni<br />
I campionamenti <strong>di</strong> verifica sono stati svolti dopo l’estate del 2007, stagione in cui i corsi d’acqua del<br />
riminese, alle quote collinari, hanno subito gli effetti negativi <strong>di</strong> una siccità prolungata per oltre 4 mesi e<br />
che ha comportato la scomparsa dei deflussi superficiali in maniera quasi totale.<br />
La risposta biologica che si auspicava fosse riferita alla <strong>di</strong>versificazione della <strong>di</strong>namica fluviale in seguito<br />
al posizionamento “controllato” <strong>di</strong> massi ciclopici, in realtà evidenzia, purtroppo molto bene, lo stato <strong>di</strong><br />
profonda alterazione che le biocenosi acquatiche hanno subito in seguito alla mancanza <strong>di</strong> acqua per un<br />
periodo <strong>di</strong> tempo molto lungo (giugno-settembre).<br />
Le ittiocenosi infatti, si presentano qualitativamente semplificate per la presenza quasi esclusiva del<br />
cavedano, destrutturate per mancanza del novellame e delle classi <strong>di</strong> età superiori, rarefatte in termini<br />
numerici e ponderali.<br />
Purtroppo, come già ampiamente segnalato negli anni precedenti alla realizzazione del presente lavoro,<br />
torno a scrivere come la siccità non sia un problema episo<strong>di</strong>co, legato alla <strong>di</strong>sponibilità o meno delle<br />
precipitazioni stagionali, ma cronico, poiché <strong>di</strong>pende in maniera <strong>di</strong>retta dai consumi antropici, sempre<br />
più <strong>di</strong>versificati ed in continuo aumento nel tempo.<br />
I prelievi idrici risultano sempre più insostenibili poiché finalizzati a sod<strong>di</strong>sfare unicamente le esigenze<br />
civili, industriali e dell’agricoltura senza tener in considerazione le esigenze delle biocenosi acquatiche,<br />
in chiaro trend peggiorativo dal 2003 ad oggi.<br />
L’intervento <strong>di</strong> posa <strong>di</strong> massi ciclopici, pur avendo prodotto la <strong>di</strong>versificazione morfo-idraulica<br />
auspicata, non ha comportato miglioramenti sulla fauna ittica poiché, per risultare efficace, devono<br />
chiaramente essere garantiti alcuni presupposti ecologici fondamentali, primo fra tutti la presenza<br />
costante <strong>di</strong> acqua in alveo.<br />
Ricordo ancora una volta come il concetto <strong>di</strong> DMV sia entrato a far parte della legislazione italiana con<br />
la legge n. 183 del 15/05/1989 – Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della <strong>di</strong>fesa del<br />
suolo. In particolare, questa normativa include la tutela del Deflusso Minimo Vitale fra le attività <strong>di</strong><br />
pianificazione e programmazione che le Autorità <strong>di</strong> Bacino devono assolvere al fine <strong>di</strong> realizzare una<br />
razionale utilizzazione delle risorse idriche superficiali e profonde.<br />
Anche il D.Lgs. 152/99 e successive mo<strong>di</strong>ficazioni riba<strong>di</strong>sce la necessità <strong>di</strong> intervenire sulle derivazioni<br />
per garantire il Deflusso Minimo Vitale negli alvei fluviali.<br />
In conclusione, sempre più chiara è la necessità <strong>di</strong> poter <strong>di</strong>sporre <strong>di</strong> un “Programmazione Tecnica” che<br />
permetta l’utilizzo sostenibile della risorsa “acqua” <strong>di</strong> modo che sia garantito il perpetuarsi delle<br />
comunità animali e vegetali tipiche dei corsi d’acqua riminesi, oggi fortemente minacciate <strong>di</strong> “estinzione<br />
locale”.<br />
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Progetto “Massi in alveo” Dott. Andrea De Paoli<br />
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