DOLO EVENTUALE E COLPA COSCIENTE ... - giovanniolmi
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dell’attuale previsione, non essendo sufficiente la mera potenzialità della previsione<br />
stessa 319 .<br />
Nell’ambito del panorama italiano è rilevabile anche una concezione ulteriore,<br />
simile a quella delineata da De Francesco, ma non del tutto analoga ad essa, in base<br />
alla quale si sostiene che, ai fini della configurazione del dolo, sia necessaria la<br />
rappresentazione della possibilità (almeno della possibilità) di verificazione<br />
dell’evento, congiunta alla rappresentazione dell’obiettiva direzione della condotta<br />
verso l’offesa 320 : tale assetto troverebbe il proprio fondamento non solo all’interno<br />
dell’art. 43, bensì alla luce di una visione coordinata fra art. 43 ed art. 82<br />
(quest’ultimo, in particolare, da considerarsi fondamento del requisito dell’obiettiva<br />
direzione della condotta verso l’offesa) 321 .<br />
Anche nell’ambito della dottrina tedesca non mancano esponenti i quali hanno<br />
sostenuto impostazioni basate sulla valorizzazione della conoscenza dei nessi<br />
causali, intesa come necessaria ai fini del dolo: in particolare è possibile fare<br />
riferimento alla concezione di Struensee, il quale considera la colpa cosciente come<br />
caratterizzata non già dal disconoscimento della possibile verificazione dell’evento,<br />
bensì dall’ignoranza di “anelli causali” tra azione ed evento. Analogamente, Heribert<br />
Schumann definisce la colpa cosciente come contraddistinta da un’ignoranza di<br />
circostanze di fatto causali rispetto all’evento 322 .<br />
Le critiche negative generalmente mosse alle teorie che valorizzano, ai fini del<br />
dolo, la rappresentazione del nesso causale sfociante nell’evento (e che, quindi,<br />
concepiscono la colpa cosciente come errore o ignoranza ricadenti sugli aspetti del<br />
nesso causale) evidenziano, perlopiù, l’erroneità dell’equiparazione fra “volontà” e<br />
“rappresentazione ex ante” del nesso causale fra condotta ed evento lesivo. Si è<br />
osservato, in particolare, che la decisione di agire a fronte della rappresentazione del<br />
nesso causale non ponga luce sull’effettivo rapporto intercorrente fra tale decisione<br />
ed evento 323 ; inoltre, sostanzialmente sulla stessa linea, si è posto l’accento<br />
sull’inadeguatezza della svalutazione del requisito volitivo, il quale dovrebbe, invece,<br />
godere di autonomia strutturale e funzionale ai fini della configurazione del dolo<br />
(nonché, in negativo, ai fini dell’inquadramento della colpa con previsione): ritenere<br />
automaticamente sussistente la volontà alla luce della sola rappresentazione<br />
dell’evento, nonché dei nessi causali che intercorrano fra condotta ed evento,<br />
significa dequalificare l’elemento volitivo 324 . D’altra parte, il filone critico di cui trattasi<br />
non condivide neppure la concezione della colpa cosciente come “errore sui nessi<br />
causali”: invero, si sostiene che, in tal modo, verrebbe a configurarsi comunque una<br />
previsione “astratta” o “negativa”, in contrasto con il dato normativo di cui all’art. 61,<br />
n. 3 325 . Del resto, si giunge ad inquadrare la teoria sui nessi causali nell’ambito del<br />
paradigma della teoria della rappresentazione, in base alla quale la volontà potrebbe<br />
319 G. DE FRANCESCO, op. loc. ult. cit.<br />
320 M. MASUCCI, Naturalismo e normativismo nella teoria del dolo. Premesse per una<br />
ridefinizione dei limiti della responsabilità dolosa, Roma, 2002, 381 – 388. Lo sviluppo argomentativo<br />
esposto da Masucci è analizzato anche da G. CERQUETTI, Il dolo, 238 – 241.<br />
321 M. MASUCCI, Naturalismo, 381 ss.<br />
322 L’esposizione di tali teorie, rilevabili nel panorama della dottrina tedesca, è effettuata da G.<br />
CERQUETTI, Il dolo, 242 – 244.<br />
323 In questo senso, L. EUSEBI, Il dolo, 36 – 38.<br />
324 G. CERQUETTI, Il dolo, 236.<br />
325 G. CERQUETTI, Il dolo, 237.<br />
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