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DOLO EVENTUALE E COLPA COSCIENTE ... - giovanniolmi

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soggetto che agisca senza effettuazione di alcuna valutazione, ed escluderebbe le<br />

ipotesi di erronea valutazione del rischio 912 .<br />

Con riferimento all’ultimo problema citato (la lacuna della recklessness di tipo<br />

Caldwell), va osservato che la giurisprudenza non ceda, tuttavia, alla soluzione<br />

assolutoria, provvedendo a colmare la lacuna in via interpretativa 913 . Emblematico in<br />

tal senso è il caso Shimmen, in cui si ritenne che il soggetto avesse agito con la<br />

consapevolezza di aver solamente “ridotto”, ma non “eliminato”, i rischi: in tal modo,<br />

tuttavia, si ritorna all’affermazione di una recklessness di tipo soggettivo 914 .<br />

Per quel che riguarda, del resto, la problematica inerente le ipotesi in cui<br />

l’agente versasse in stato di ridotta capacità di prevedere o percepire il rischio, si<br />

osserva che, tramite l’utilizzo del solo parametro oggettivo del “soggetto mediamente<br />

ragionevole”, si potrebbe giungere a configurare ipotesi di responsabilità oggettiva 915 ;<br />

inoltre, viene in questione la frustrazione della funzione deterrente della pena, poiché<br />

l’efficacia di tale funzione presuppone che il destinatario della pena stessa sia un<br />

soggetto capace di orientare le scelte sui propri comportamenti 916 .<br />

Occorre precisare che l’affermazione della recklessness di tipo Caldwell/<br />

Lawrence del 1981 non ha significato l’abbandono della recklessness di tipo<br />

soggettivo. In base a quanto si affermo nel 1983 con il caso Seymour, l’accezione<br />

Caldwell avrebbe dovuto essere applicata con riguardo ai reati di creazione<br />

legislativa, mentre l’accezione Cunningham avrebbe potuto essere applicata per i<br />

reati di creazione giurisprudenziale; il tutto salvo deroghe del legislatore in senso<br />

diverso 917 . Tuttavia, nel 1991, con il caso Spratt, si sostenne che l’originaria<br />

impostazione delineata con il caso Caldwell intendesse applicare la recklessness di<br />

tipo oggettivo non a qualsiasi criminal Statute, bensì solamente al Criminal Damage<br />

Act del 1971: in tal modo, si riapriva la strada per l’applicazione della recklessness di<br />

tipo Cunningham ai reati di creazione legislativa. Effettivamente, il modello<br />

Cunningham fu riaffermato in vari ambiti: ad esempio, per i reati in materia sessuale,<br />

per l’ipotesi di recklessy furnishing false information, per i reati di furto mediante<br />

inganno, ovvero per i casi di lesioni personali disciplinate per legge 918 .<br />

Una svolta ulteriore è rappresentata dal già citato caso Gemmel (2003), il quale<br />

ha prospettato l’abbandono del modello Caldwell con riferimento ai reati di<br />

danneggiamento: nel caso di specie, si ritenne di non poter applicare il criterio di<br />

“ovvietà” tenuto conto del parametro del “soggetto mediamente ragionevole” al fatto<br />

commesso da due bambini di undici e dodici anni, affermandosi che la recklessness<br />

possa dirsi sussistente qualora l’agente, essendo consapevole della potenziale<br />

912 F. CURI, op. ult. cit., 82 – 83.<br />

913 F. CURI, op. ult. cit., 98.<br />

914 F. CURI, op. ult. cit., 82. Il caso di cui trattasi vedeva l’imputato accusato del<br />

danneggiamento di una vetrina: egli, esperto di arti marziali, voleva dimostrare la propria abilità nello<br />

sferrare un calcio il più possibile vicino alla vetrina senza colpirla; tuttavia, la ruppe.<br />

915 Così osserva F. CURI, op. ult. cit., 84, con particolare riferimento ad un caso in cui fu ritenuta<br />

responsabile per la distruzione di un capanno tramite incendio una ragazzina di 14 anni con ridotte<br />

capacità intellettive.<br />

916 F. CURI, op. ult. cit., 86.<br />

917 F. CURI, op. ult. cit., 89 – 90.<br />

918 F. CURI, op. ult. cit., 90 – 93.<br />

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