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DOLO EVENTUALE E COLPA COSCIENTE ... - giovanniolmi

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Poste tali considerazioni sulla responsabilità amministrativa dell’ente, nell’ottica<br />

di un’analisi delle questioni inerenti il confine fra dolo e colpa, assume una particolare<br />

rilevanza la recente vicenda giudiziaria denominata “caso Thyssenkrupp”, nella quale<br />

aspetti riguardanti la responsabilità delle persone fisiche (e, in particolare, la<br />

colpevolezza delle persone fisiche) ed aspetti relativi alla responsabilità dell’ente si<br />

intrecciano: va infatti rammentato che, fra il novero dei reati-presupposto per la<br />

responsabilità amministrativa dell’ente, vi siano omicidio e lesioni (commessi con<br />

violazione delle norme antinfortunistiche e sulla tutela dell’igiene e della salute sul<br />

lavoro) nella forma colposa, ma non nella forma dolosa. Il tutto senza tralasciare la<br />

già di per sé problematica questione concernente l’individuazione dell’elemento<br />

soggettivo delle persone fisiche, in un contesto di base lecito in cui l’evento lesivo<br />

non era certamente perseguito in modo intenzionale e caratterizzato, tuttavia, dalla<br />

consapevole (e, si potrebbe aggiungere, estremamente evidente e “grave”, nel caso<br />

di specie) mancata adozione di un modello organizzativo e di gestione idoneo a<br />

prevenire eventi del tipo di quello verificatosi.<br />

Il fatto concreto sul quale si basa il caso Thyssenkrupp vede la morte di sette<br />

operai, provocata da un incendio divampato, nella notte tra il 5 ed il 6 dicembre 2007,<br />

all’interno delle acciaierie torinesi gestite dalla multinazionale interessata 846 . Quanto<br />

ai capi d’imputazione per le persone fisiche, essi riguardavano l’amministratore<br />

delegato per omicidio ed incendio sorretti da dolo eventuale, sulla base della<br />

mancata adozione di misure tecniche, organizzative, procedurali e di prevenzione, a<br />

fronte della rappresentazione della concreta possibilità del verificarsi di incidenti<br />

mortali o incendi; nonché altri cinque soggetti in posizione apicale (amministratori e<br />

dirigenti) per omicidio ed incendio colposi, aggravati dalla previsione dell’evento, in<br />

quanto essi avrebbero omesso di segnalare la necessità di adozione di idonee<br />

misure, a fronte – anche in tal caso – della rappresentazione della concreta<br />

possibilità di verificazione di incidenti mortali o incendi: non può sfuggire, fin da<br />

subito, l’evidente oscillazione nella configurazione del profilo psicologico 847 .<br />

L’imputazione nei confronti dell’ente, incentrata sulla responsabilità ex d. lgs.<br />

231/2001, vedeva, quale reato presupposto, quello di omicidio colposo contestato ai<br />

cinque soggetti in posizione apicale da ultimo citati 848 . L’esito del giudizio di primo<br />

grado vede, sostanzialmente, l’accoglimento dei capi d’imputazione delineati.<br />

Le motivazioni della Corte d’Assise di Torino, in oltre cinquecento pagine,<br />

ripercorrono dettagliatamente i risultati conseguiti nel corso del dibattimento, dai quali<br />

era emerso, in sintesi, che, sin dal 2006, le acciaierie torinesi della Thyssen fossero<br />

affette da gravi carenze e deficit a livello strutturale ed organizzativo con riguardo alla<br />

sicurezza sul lavoro e, in particolare, alle misure antincendio: si evidenziano, tra<br />

l’altro, la mancanza del certificato di prevenzione incendi, la riduzione degli interventi<br />

di manutenzione e pulizia sulle linee, la noncuranza relativamente alle perdite di olio<br />

le quali causavano frequenti incendi di varie proporzioni, la mancata adozione di<br />

adeguati mezzi di spegnimento incendi (lo spegnimento era affidato alla “mano<br />

dell’uomo”), il fatto che i dipendenti non fossero stati dotati di adeguata formazione o<br />

846 S. ZIRULIA, ThyssenKrupp, fu omicidio volontario: le motivazioni della Corte d’Assise, in<br />

www.penalecontemporaneo.it<br />

847 F. CURI, op. ult. cit., 149.<br />

848 F. CURI, op. loc. ult. cit.<br />

179

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