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DOLO EVENTUALE E COLPA COSCIENTE ... - giovanniolmi

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stabilire quali siano le condizioni idonee a rendere il rischio in questione<br />

“consentito” 724 ; occorre, altresì, valutare se l’obbligo di adozione di precauzioni sorga<br />

alla luce del mero sospetto, da parte del soggetto agente, di essere sieropositivo, o<br />

se, invece, esso sorga solamente a seguito dell’esito positivo del test apposito;<br />

infine, si dovrà specificare se il soggetto sieropositivo sia chiamato comunque a<br />

rispondere o meno dell’eventuale trasmissione del virus al partner, qualora tale<br />

trasmissione si verifichi nonostante l’adozione, da parte del primo, delle opportune<br />

misure cautelari 725 . In aggiunta rispetto a quel che attiene, propriamente, alla<br />

neutralizzazione (o, meglio, riduzione) del rischio di contagio, ci si dovrebbe porre un<br />

ulteriore interrogativo: se, qualora il soggetto sieropositivo adotti le adeguate<br />

protezioni, sussista o meno un obbligo giuridico di informazione del partner. Il tutto,<br />

comunque, in un’ottica di definizione della dogmatica penale inerente la<br />

responsabilità in questi frangenti, la quale dovrebbe sempre prescindere da<br />

valutazioni di carattere meramente morale, ed evitare di condurre ad un utilizzo<br />

distorto delle figure del tentativo e del reato di pericolo, sulla base di una<br />

deformazione dei confini fra dolo e colpa, già di per sé labili 726 .<br />

La risposta ai suddetti interrogativi, ovviamente, è essenziale, per quel che qui<br />

interessa maggiormente, allo studio dell’elemento soggettivo in ipotesi di contagio da<br />

virus HIV mediante rapporto sessuale non protetto e da parte di soggetto<br />

sieropositivo consapevole del proprio stato: nella maggior parte dei casi, infatti, il<br />

problema riguarderà l’alternativa fra dolo eventuale e colpa cosciente 727 , posto che i<br />

casi di dolo intenzionale o dolo diretto sono piuttosto esigui 728 (seppur non<br />

inesistenti: si pensi, ad esempio, al caso del soggetto sieropositivo che, proprio con<br />

l’intenzione di contagiare, emetta volontariamente dal cavo orale saliva mista a<br />

sangue in direzione di parti sensibili del corpo della prefigurata vittima 729 ).<br />

In merito alle modalità di riduzione del rischio, le quali possano rendere l’attività<br />

sessuale praticata dal soggetto sieropositivo consapevole del proprio stato un’attività<br />

a “rischio consentito”, le posizioni dottrinali principali sono le seguenti: da parte di<br />

alcuni Autori, sono ritenute sufficienti, alternativamente, l’adozione del condom o<br />

l’informazione del partner; da parte di altri, si ritengono necessarie entrambe 730 .<br />

In base alla prima posizione citata, dunque, il soggetto infetto da virus HIV e<br />

consapevole del proprio status renderebbe la propria attività sessuale rientrante nel<br />

“rischio consentito” qualora, alternativamente, adotti il condom, ovvero informi il<br />

partner: la sola prima opzione sarebbe, di per sé, sufficiente a rendere “consentito” il<br />

rischio, seppur in mancanza di informazione del partner 731 ; allo stesso modo,<br />

724<br />

K. SUMMERER, op. cit., 308 e nota (16).<br />

725<br />

K. SUMMERER, op. cit., 308.<br />

726<br />

A. CASTALDO, AIDS e diritto penale: tra dommatica e politica criminale, in Studi Urbinati,<br />

1988 – 89/1989 – 90, 7; K. SUMMERER, op. cit., 304.<br />

727<br />

Tale connessione fra casi di contagio da HIV tramite rapporto sessuale non protetto e<br />

dibattito sulla distinzione fra dolo eventuale e colpa cosciente è evidenziata anche da C. BRUNELLI,<br />

L’elemento soggettivo nei delitti contro la persona commessi da persona malata di HIV/AIDS, in<br />

www.diritto.it<br />

728<br />

K. SUMMERER, op. cit., 312.<br />

729<br />

L. VIOLA, Dolo eventuale e colpa cosciente, con particolare riferimento al contagio da virus<br />

HIV in caso di rapporto sessuale non protetto, in www.overlex.com<br />

730<br />

K. SUMMERER, op. cit., 309.<br />

731<br />

È questa l’impostazione accolta, tra l’altro, da K. SUMMERER, op. cit., 309 e nota (23).<br />

L’Autore, tuttavia, specifica che l’adozione di tale posizione non significhi escludere l’esistenza di un<br />

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