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DOLO EVENTUALE E COLPA COSCIENTE ... - giovanniolmi

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prevista, il legislatore debba ogni volta enunciare nuovamente la definizione di delitto<br />

colposo, già predisposta dall’art. 43. Considerazioni analoghe possono essere<br />

trasferite all’argomento che evidenzia il raffronto fra art. 575 ed art. 584: il fatto che<br />

entrambe le norme contemplino l’espressione “cagiona la morte di un uomo” non<br />

pare, di per sé, idoneo ad indurre a sostenere che essa debba significare la<br />

necessità del dolo; l’art. 584 è intitolato “omicidio preterintenzionale”, e la nozione di<br />

“delitto preterintenzionale” è contenuta all’interno dell’art. 43; ragionando altrimenti,<br />

non si comprenderebbe per quale motivo l’art. 584 sia stato intitolato “omicidio<br />

preterintenzionale”: se fosse stato intitolato, ad esempio, “omicidio come<br />

conseguenza di lesioni o percosse”, il ragionamento effettuato a supporto della “tesi<br />

temeraria” avrebbe potuto essere coerente; ma, dato che così non è, appare<br />

opportuno interpretare la legge senza tralasciare dati letterali effettivamente presenti<br />

(magari non condivisibili, ma pur sempre presenti).<br />

5. Dolo eventuale e dolo alternativo<br />

Nella prevalente giurisprudenza, il dolo alternativo viene individuato allorché<br />

l’agente preveda e voglia, con scelta sostanzialmente equipollente, eventi alternativi<br />

causalmente ricollegabili alla sua condotta: si tratterebbe, più precisamente, di una<br />

forma di dolo diretto, ove gli eventi alternativi, al momento della realizzazione<br />

oggettiva del fatto di reato, siano previsti e voluti direttamente, e non in forma<br />

eventuale; la differenziazione sostanziale fra dolo diretto alternativo e dolo eventuale<br />

consisterebbe, dunque, nel fatto che quest’ultimo sia caratterizzato da un evento che<br />

non è direttamente voluto, bensì previsto ed accettato in forma eventuale 684 , mentre<br />

il primo si connoterebbe per una componente volitiva diretta, seppur relativa ad<br />

eventi distinti ed alternativi. Talvolta, dolo alternativo e dolo eventuale sono<br />

espressamente definiti come “proposizioni antitetiche” 685 . Talaltra, sono definiti come<br />

forme di dolo “indiretto” 686 : ma è ragionevole interpretare tale prospettiva come<br />

significante del fatto che dolo alternativo e dolo eventuale costituiscano entrambi<br />

forme di dolo di intensità minore rispetto al dolo intenzionale.<br />

In effetti, l’ultima definizione citata (quella che concepisce il dolo alternativo<br />

come forma di dolo “indiretto”) appare riconducibile alla tendenza originaria a<br />

considerare l’essenza del dolo in senso restrittivo come sola intenzione, con<br />

conseguente configurazione di una bipartizione: da un lato, il dolo intenzionale,<br />

rappresentativo dell’essenza della volontà dolosa; dall’altro, tutte le ipotesi in cui il<br />

soggetto avesse realizzato fatti di reato ritenendoli solamente possibili o<br />

684 In tal senso, tra le altre, Cass. Pen., Sez. I, 14 giugno 2011, n. 36171, in dejure.giuffre.it;<br />

Cass. Pen., Sez. V, 31 maggio 2011, n. 32100, in dejure.giuffre.it; Cass. Pen., Sez. I, 24 maggio<br />

2011, n. 33021, in dejure.giuffre.it; Cass. Pen., Sez. II, 13 aprile 2011, n. 28477, in dejure.giuffre.it;<br />

Cass. Pen., Sez. I, 25 giugno 2010, n. 4731, in dejure.giuffre.it; Cass. Pen., Sez. I, 11 novembre 2011,<br />

n. 42267, in dejure.giuffre.it; Cass. Pen., Sez. I, 25 febbraio 2009, n. 11521, in Cass. pen., 2010, 2,<br />

627; Cass. Pen., Sez. I, 17 giugno 2008, n. 27767, in dejure.giuffre.it; Cass. Pen., Sez. I, 24 maggio<br />

2007, n. 27620, in Cass. pen., 2008, 5, 1845; Cass. Pen., Sez. V, 17 gennaio 2005, n. 6168, in Cass.<br />

pen., 2006, 9, 2848; Cass. Pen., Sez. I, 18 marzo 2003, n. 16976, in dejure.giuffre.it; Cass. Pen., Sez.<br />

I, 19 novembre 1999, n. 385, in dejure.giuffre.it; Cass. Pen., Sez. I, 11 febbraio 1998, n. 8052, in<br />

dejure.giuffre.it; Cass. Pen., Sez. I, 12 gennaio 1989, in dejure.giuffre.it<br />

685 Cass. Pen., Sez. Un., 6 dicembre 1991, in Cass. pen., 1993, 1, 14.<br />

686 Cass. Pen., Sez. I, 29 ottobre 1990, in dejure.giuffre.it<br />

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