DOLO EVENTUALE E COLPA COSCIENTE ... - giovanniolmi
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questione 553 ) e l’impostazione la quale sostiene che, al contrario, responsabilità<br />
dolosa e responsabilità colposa siano caratterizzate da basi oggettive differenti. Ciò<br />
che rileva maggiormente in questa sede, tuttavia, è il fatto che la “derubricazione<br />
diretta” del reato da doloso a colposo (con colpa semplice) sembri fornire<br />
quantomeno un sintomo del carattere sostanzialmente colposo della figura del dolo<br />
eventuale.<br />
A parere di chi scrive, l’impostazione teorica qui descritta, la quale<br />
escluderebbe di netto la categoria del dolo eventuale, sostenendo che essa coincida,<br />
sostanzialmente, con la colpa cosciente, non è condivisibile. Certamente sono<br />
fondate le osservazioni che pongono in rilievo l’ambiguità del criterio<br />
dell’“accettazione del rischio” e le problematiche connesse alla prima formula di<br />
Frank; d’altra parte, se si accoglie una differenziazione fra dolo eventuale e colpa<br />
cosciente che prescinde dal momento dell’accettazione del rischio (effettivamente<br />
comune a dolo eventuale e colpa cosciente) e focalizza il dolo eventuale nell’<br />
“accettazione dell’evento” (non del solo rischio) come “prezzo” che l’agente sia<br />
“disponibile a pagare” pur di perseguire il proprio fine intenzionale, diviene troppo<br />
radicale sostenere che tali criteri possano dirsi soddisfatti soltanto qualora vi sia<br />
certezza di realizzazione dell’evento. Inoltre, non appare condivisibile neppure la<br />
critica mossa con riguardo alla teoria di Canestrari: è vero che essa è incentrata sulla<br />
valorizzazione della distinzione oggettiva fra “rischi dolosi” e “rischi colposi”, ma è<br />
anche vero che lo stesso Autore precisa chiaramente, e più volte, che l’analisi della<br />
responsabilità dolosa nel suo complesso debba essere effettuata comunque in<br />
considerazione, altresì, del livello intellettivo e del livello volitivo; il fatto che tale<br />
impostazione si presti, se estremizzata, ad una eccessiva valorizzazione del livello<br />
oggettivo, con conseguente svalutazione del momento volitivo, non pare essere un<br />
argomento decisivo, dato che praticamente qualsiasi teoria, se estremizzata,<br />
incorrerebbe in conclusioni non condivisibili.<br />
553 G. FORTE, op. ult. cit., 842.<br />
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