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DOLO EVENTUALE E COLPA COSCIENTE ... - giovanniolmi

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59 comma 4 dall’altro, contribuisce a fondare ulteriormente la tesi per cui l’oggetto<br />

del dolo sia il fatto tipico nella sua interezza. È bene, tuttavia, rilevare che comunque<br />

il dibattito dottrinale sull’oggetto del dolo non si è esaurito semplicemente in questi<br />

termini: è stato in effetti osservato 32 che i compilatori del codice Rocco vedevano<br />

radicata una prospettiva in base alla quale ogni reato dovesse essere<br />

indefettibilmente caratterizzato da un evento naturalistico distinguibile nella sfera<br />

esteriore e concreta rispetto alla mera condotta; e, se attualmente non è più così, il<br />

tutto non significa necessariamente che il termine “evento” di cui all’art. 43 debba<br />

essere interpretato nel senso di escludere che possa trattarsi dell’evento<br />

naturalistico. D’altra parte, è stato posto l’accento sul fatto che, qualora si concepisse<br />

l’art. 43 come riferito all’evento in senso naturalistico, sarebbe comunque<br />

individuabile un approccio tramite il quale garantire la configurabilità del dolo anche<br />

in relazione ai reati privi di evento naturalistico: molto semplicemente, con<br />

argomentazione a maiori ad minus, la definizione del dolo per l’ipotesi più ampia<br />

(reato con evento naturalistico) sarebbe riferibile ed adattabile anche all’ipotesi meno<br />

ampia (reato privo di evento naturalistico) 33 . Anche l’interpretazione appena delineata<br />

giunge comunque, sostanzialmente, ad essere coerente con la conclusione per cui<br />

l’oggetto del dolo non debba essere concepito come limitato all’evento in senso<br />

naturalistico, bensì debba essere inteso come riferito a tutti gli elementi del fatto<br />

tipico.<br />

Definito l’oggetto del dolo, è possibile delineare in maniera più precisa i concetti<br />

di rappresentazione e volontà. La rappresentazione indica la conoscenza e<br />

raffigurazione mentale di tutti gli elementi costitutivi della fattispecie: qualora si tratti<br />

di elementi di carattere descrittivo, non si pongono particolari problemi, in quanto<br />

sarà senz’altro sufficiente la conoscenza di elementi di fatto o naturalistici; qualora si<br />

tratti, d’altra parte, di elementi normativi, si ritiene comunemente che non sia<br />

necessaria la conoscenza di tali elementi nella corrispondente sfera giuridica, bensì<br />

che sia sufficiente – ma necessaria – la rappresentazione di essi in una<br />

trasposizione nella corrispettiva sfera di carattere non giuridico (quella che viene<br />

definita “sfera laica”) 34 . Nondimeno, si tratta di stabilire quale sia il livello minimo di<br />

effettività del contenuto della rappresentazione, ai fini della configurazione del dolo:<br />

appare condivisibile la soluzione per cui, ai fini della rappresentazione rilevante per<br />

l’inquadramento del dolo, non è indispensabile che l’agente si sia effettivamente<br />

soffermato a riflettere su ogni specifico elemento della fattispecie penale, essendo<br />

sufficiente – ma necessario – che una determinata circostanza, sulla quale egli non<br />

si sia effettivamente soffermato con il pensiero, faccia parte di un complesso di<br />

circostanze che gli siano precedentemente note, e purché egli potrebbe richiamarle<br />

entro la propria sfera intellettiva attuale in un istante 35 .<br />

32<br />

T. PADOVANI, Dolo e coscienza dell’offesa al momento degli addii?, in Cass. pen., 1984, 524.<br />

33<br />

T. PADOVANI, op. loc. cit.<br />

34<br />

G. FIANDACA – E. MUSCO, op. cit., 351.<br />

35<br />

G. FIANDACA – E. MUSCO, op. cit., 352 - 353. Viene riportato l’esempio della corruzione di<br />

minorenne: ai fini della sussistenza del dolo non è necessario che l’agente abbia effettivamente<br />

soffermato il proprio pensiero nel riflettere sull’età della persona offesa al momento dell’attuazione<br />

della condotta, purché l’età della persona offesa fosse già in precedenza a sua conoscenza. D’altra<br />

parte, il dolo sarebbe da escludere nelle ipotesi in cui il passaggio alla rappresentazione attuale<br />

richiederebbe un processo complesso di deduzione logica.<br />

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