Il Vangelo e la Groviera - salesiani nord/est
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<strong>Il</strong> <strong>Vangelo</strong> e <strong>la</strong> groviera<br />
Ci siamo limitati a una bibliograa nale e siamo grati agli autori dei<br />
t<strong>est</strong>i e agli intervistati che ci hanno permesso di ricostruire qu<strong>est</strong>a<br />
storia. Abbiamo avuto come fonte di ispirazione e di dialogo il libro<br />
scritto da Antonio Polo su Salinas, “La porta aperta”, pubblicato nel<br />
2003, sia quando ne abbiamo seguito le interpretazioni, sia quando<br />
ce ne siamo allontanati. Con tutte le modiche del caso, qu<strong>est</strong>o t<strong>est</strong>o<br />
si vuole porre in continuità con quello, ripercorrendone l’itinerario e<br />
aggiornando le riessioni anche agli ultimi anni.<br />
La narrazione, dopo il primo capitolo che presenta l’ambiente e <strong>la</strong><br />
storia di Salinas prima dell’avvio delle cooperative e delle microimprese,<br />
procede poi in linea di massima quasi per decenni, una soluzione<br />
apparentemente banale ma che sembra corrispondere a passi fondamentali<br />
del<strong>la</strong> vicenda: gli anni 1970-1978, dall’arrivo dei volontari<br />
italiani e di Padre Polo no al <strong>la</strong>ncio dell’attività casearia impersonata<br />
da José Dubach: sono un decennio (o quasi) di tentativi di cooperative,<br />
talvolta anche fallite, ma di preparazione spirituale, di primi<br />
miglioramenti del<strong>la</strong> vita, di costruzione di credibilità dell’idea produttiva<br />
comunitaria, di mobilitazione di energie locali, soprattutto<br />
di ssazione dell’incontro tra imprenditorialità produttiva e comunitarismo<br />
cristiano che ne è sempre il tratto caratteristico. Un secondo<br />
decennio, 1978-1988, dal <strong>la</strong>ncio dell’attività casearia all’apertura<br />
del<strong>la</strong> <strong>la</strong>nda, di decollo dell’esperimento, con il successo nazionale del<br />
formaggio,l’inizio di nuove attività, l’aermazione di una leadership<br />
autorevole, <strong>la</strong> capacità di rapportarsi con successo agli enti di cooperazione<br />
di molti paesi, il riconoscimento nazionale dell’importanza del<br />
caso salinero. <strong>Il</strong> decennio 1988-1998 che potremmo chiamare del<strong>la</strong><br />
maturità: il “caso Salinas” è cresciuto, ha prodotto spirito di solidarietà,<br />
miglioramento del<strong>la</strong> vita, prodotti di successo. Qu<strong>est</strong>o attira ambizioni<br />
e pone problemi di visione futura: nuove, importanti attività si<br />
aprono tra le microimprese e una nuova leadership, più giovane, sco<strong>la</strong>rizzata<br />
e dinamica dei dirigenti storici salineri di prima generazione,<br />
prende le redini dell’esperimento. Insieme a loro sta Padre Antonio,<br />
<strong>la</strong> cui personalità religiosa, spirituale, umana e imprenditoriale è il lo<br />
rosso che tiene insieme tutta <strong>la</strong> periodizzazione e “garantisce” l’incontro<br />
tra produzione e solidarietà cristiana caratteristico di Salinas. Ma<br />
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