Il Vangelo e la Groviera - salesiani nord/est
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nova americana<br />
<strong>Il</strong> <strong>Vangelo</strong> e <strong>la</strong> groviera<br />
Storia dello sviluppo comunitario a Salinas de Guaranda<br />
Maurizio Vaudagna<br />
con <strong>la</strong> col<strong>la</strong>borazione di Milena Montecchio<br />
prefazione di Padre Antonio Polo
<strong>Il</strong> <strong>Vangelo</strong> e <strong>la</strong> groviera<br />
Storia dello sviluppo comunitario a<br />
Salinas de Guaranda<br />
Maurizio Vaudagna con <strong>la</strong> col<strong>la</strong>borazione di<br />
Milena Montecchio<br />
Prefazione di Padre Antonio Polo
<strong>Il</strong> <strong>Vangelo</strong> e <strong>la</strong> groviera. Storia dello sviluppo comunitario a<br />
Salinas de Guaranda<br />
Maurizio Vaudagna con <strong>la</strong> col<strong>la</strong>borazione di Milena Montecchio<br />
Prefazione di Padre Antonio Polo<br />
Col<strong>la</strong>na Nova Americana<br />
Comitato scientico:<br />
Marco Bellingeri, Marcello Carmagnani, Maurizio Vaudagna<br />
In copertina: Portando il <strong>la</strong>tte al<strong>la</strong> cooperativa. (foto Javier Ruiz)<br />
Prima edizione dicembre 2010<br />
©2010, OTTO editore – Torino<br />
mail@otto.to.it<br />
http://www.otto.to.it<br />
ISBN 978-88-95285-23-8<br />
È vietata <strong>la</strong> riproduzione, anche parziale, con qualsiasi mezzo eettuato,<br />
compresa <strong>la</strong> fotocopia, anche ad uso interno o didattico, non autorizzato.
Indice<br />
<strong>Il</strong> <strong>Vangelo</strong> e <strong>la</strong> groviera<br />
Prefazione . . . . . . . . . . . . . . . . 5<br />
Premessa: “il caso Salinas” . . . . . . . . . . 10<br />
<strong>Il</strong> “caso Salinas”: l’ambiente e <strong>la</strong> storia . . . . . . 18<br />
Paesaggio naturale e umano di Salinas . . . . . . . . . . . . . . . . . 18<br />
La Salinas pre-ispanica. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 24<br />
L’Ecuador spagnolo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 26<br />
La Salinas dei Cordovez . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 29<br />
Alle origini del<strong>la</strong> nuova Salinas, 1970-1978. . . . . 34<br />
Gli inizi e i fondatori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 34<br />
Arrivano i volontari italiani e il nuovo parroco. . . . . . . . . . . . . . 38<br />
Salinas negli anni ‘70 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 47<br />
Gli inizi dell’economia comunitaria . . . . . . . . . . . . . . . . . . 54<br />
<strong>Il</strong> formaggio “solidale” e il decollo del “caso Salinas” . . 67<br />
<strong>Il</strong> <strong>la</strong>ncio del caseificio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 67<br />
Sull’onda del formaggio: le microimprese. . . . . . . . . . . . . . . . 72<br />
Nasce <strong>la</strong> FUNORSAL . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 79<br />
Effetti sociali del<strong>la</strong> produzione casearia e delle microimprese . . . . . . . . 81<br />
Promuovere il messaggio cristiano . . . . . . . . . . . . . . . . . 101<br />
Gli anni ottanta, anni di decollo . . . . . . . . . . . . . . . . . . 105<br />
Salinas, <strong>la</strong> politica e <strong>la</strong> storia dell’Ecuador . . . . . . . . . . . . . . 108<br />
La crisi del<strong>la</strong> miniera e <strong>la</strong> maturità . . . . . . . 139<br />
Successi e ostacoli negli anni novanta . . . . . . . . . . . . . . . . 139<br />
I conflitti per <strong>la</strong> terra e i “cholos” . . . . . . . . . . . . . . . . . . 140<br />
<strong>Il</strong> caso del “cileno” . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 142<br />
La miniera e <strong>la</strong> sua crisi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 143<br />
3
Vaudagna, Montecchio<br />
4<br />
La fi<strong>la</strong>nda e le nuove produzioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . 154<br />
I nuovi quadri e i nuovi protagonisti . . . . . . . . . . . . . . . . 158<br />
La sollevazione indigena: via politica e via produttiva . . . . . . . . . . 168<br />
I vil<strong>la</strong>ggi e il loro decollo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 178<br />
La situazione sociale a fine anni ‘90 . . . . . . . . . . . . . . . . . 186<br />
La maturità: Salinas e l’Ecuador . . . . . . . . . . . . . . . . . . 188<br />
Sicurezze, sviluppi e interrogativi nel nuovo secolo . . 191<br />
Obiettivi vecchi e nuovi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 191<br />
La Fundaciòn Familia Salesiana . . . . . . . . . . . . . . . . . . 192<br />
Verso nuovi obiettivi: il tema ambientale . . . . . . . . . . . . . . . 198<br />
Verso nuovi obiettivi: storia e memoria . . . . . . . . . . . . . . . 202<br />
Verso nuovi obiettivi: giovani e media . . . . . . . . . . . . . . . . 208<br />
Verso nuovi obiettivi: il turismo . . . . . . . . . . . . . . . . . . 216<br />
<strong>Il</strong> coordinamento e il “Gruppo Salinas” . . . . . . . . . . . . . . . 218<br />
<strong>Il</strong> ritorno dello stato e del<strong>la</strong> politica . . . . . . . . . . . . . . . . . 224<br />
La situazione sociale a Salinas e nelle frazioni oggi . . . . . . . . . . . 235<br />
Con l’occhio al domani . . . . . . . . . . . 246<br />
Che ne pensano i salineri? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 246<br />
Qualche problema tenace . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 251<br />
…e dopo il Padre? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 255<br />
Salinas, modello paese . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 258<br />
Conclusione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 262<br />
Bibliografia su Salinas . . . . . . . . . . . 264<br />
Interviste a . . . . . . . . . . . . . . 266
Vaudagna, Montecchio<br />
Premessa: “il caso Salinas”<br />
Salinas de Guaranda è una “parrocchia”, termine sia religioso che<br />
civile, amministrativo e territoriale, di circa 10000 abitanti, di cui il<br />
60% indigeni e il 40% meticci, disseminati tra i 600 e 4200 metri<br />
di altitudine nel centro delle Ande ecuadoriane alle falde del vulcano<br />
Chimborazo, il tetto del paese. <strong>Il</strong> suo capoluogo, appunto Salinas, si<br />
trova a 3600 metri di altitudine circa, ha più o meno mille abitanti<br />
e vi si svolge da quasi 40 anni “il caso Salinas”. In qu<strong>est</strong>a località,<br />
cioè, che potrebbe apparire ed è stata a lungo sperduta, è in corso<br />
un esperimento ormai consolidato di sviluppo comunitario con forti<br />
implicazioni religiose, solidaristiche e umanitarie, con importanti<br />
miglioramenti nel livello di vita dei suoi abitanti, e notevole successo<br />
economico, malgrado le discussioni e gli accidenti che ne hanno punteggiato<br />
il cammino. <strong>Il</strong> sistema economico produttivo locale si concentra<br />
su quattro attività: agricolo/alimentare, turistica, artigianale ed<br />
educativa. Ci sono una trentina di microimprese cooperative e precooperative<br />
che al 2007 avevano 290 posti di <strong>la</strong>voro stabili in Salinas<br />
centro e circa 200 posti per i <strong>la</strong>voratori nei 30 vil<strong>la</strong>ggi delle comunità.<br />
La molteplicità di qu<strong>est</strong>e attività produttive, nanziarie, educative,<br />
culturali e religiose a base comunitaria si sintetizza oggi nel marchio<br />
comprensivo del<strong>la</strong> Corporación de Desarrollo Comunitario “Gruppo<br />
Salinas” approvato legalmente il 26 novembre 2006. <strong>Il</strong> presidente<br />
ecuadoriano Rafael Correa ha visitato Salinas nel luglio 2008 per<br />
celebrare il trentennale dell’attività casearia, un prodotto strategico<br />
dell’attività “salinera”, anche se gli inizi delle attività comunitarie risalgono<br />
ai primi anni settanta. La notorietà del “caso Salinas”, come<br />
esempio riuscito di sviluppo comunitario e solidaristico, ha valicato i<br />
conni dell’Ecuador per imporsi agli operatori e agli esperti di economia<br />
dello sviluppo, a studiosi, tesisti, e volontari di vari paesi, che, con<br />
i m<strong>est</strong>izos e gli indigenas locali, popo<strong>la</strong>no strade e case di Salinas in una<br />
comunità molto inusuale, molto variegata e molto solidale.<br />
Qu<strong>est</strong>e pagine sono una breve storia dell’esperimento Salinas, delle<br />
sue premesse ancora nelle popo<strong>la</strong>zioni preispaniche, nell’ordine<br />
coloniale e postcoloniale delle haciendas, nel<strong>la</strong> reazione allo sfrutta-<br />
10
<strong>Il</strong> <strong>Vangelo</strong> e <strong>la</strong> groviera<br />
mento umano ed economico che le popo<strong>la</strong>zioni locali hanno realizzato<br />
attraverso istituzioni cooperative a forte contenuto cristiano<br />
e comunitario, inne nelle tappe che hanno caratterizzato il “caso<br />
Salinas” no a oggi. La chiave di lettura storica prescelta non privilegia<br />
una prospettiva economica “oggettivistica”, focalizzata cioè su<br />
quali ecienze di mercato hanno permesso a Salinas, pur tra alti e<br />
bassi, di essere un successo economico, diversamente da altre volenterose<br />
NGO, pr<strong>est</strong>o cadute lungo <strong>la</strong> via. Certamente anche Salinas<br />
ha seguito <strong>la</strong> strada del<strong>la</strong> cooperazione che ha il suo fondamento in<br />
un’imprenditorialità associata, che unisce le capacità di mercato con<br />
<strong>la</strong> democraticità, mutualità, solidarietà, eguaglianza e giustizia economica.<br />
Ma, al di là di qu<strong>est</strong>o, qui il tentativo è di collegare le logiche<br />
economico-produttive con <strong>la</strong> mobilitazione, lo s<strong>la</strong>ncio solidaristico,<br />
l’aato cristiano, il recupero di dignità e autostima in popo<strong>la</strong>zioni a<br />
lungo umiliate. Ci si chiede così come è stato possibile che qu<strong>est</strong>e due<br />
aree dell’attività umana, economica e valoriale, spesso viste da economisti<br />
uciali e scienziati sociali “oggettivisti” come d<strong>est</strong>inate a portarsi<br />
reciprocamente al fallimento, abbiano potuto invece raorzarsi a<br />
vicenda, generando il successo che oggi si può constatare su entrambi<br />
i <strong>la</strong>ti del<strong>la</strong> medaglia.<br />
Dopo quasi quarant’anni dal suo inizio il “caso Salinas” ha una<br />
profondità di tempo e esperienza, e una esemp<strong>la</strong>rità che meritano una<br />
trattazione in chiave storica. Qu<strong>est</strong>o libretto è stato così concordato<br />
con gli attuali dirigenti ecclesiastici e <strong>la</strong>ici di Salinas ed essi hanno<br />
fornito idee, suggerimenti e supervisioni.<br />
Numerosi altri hanno ormai scritto di Salinas e molte di qu<strong>est</strong>e<br />
opere hanno carattere scientico. L’analista deve in qu<strong>est</strong>o caso badare<br />
a porsi in una posizione di distanza critica per poter mantenere<br />
<strong>la</strong> propria indipendenza di valutazione e di giudizio. Come ci ha<br />
detto durante il nostro soggiorno una giovane studiosa inglese che<br />
preparava una tesi di dottorato su Salinas, lei si sentiva responsabile<br />
del suo <strong>la</strong>voro rispetto al complesso dei salineri, partecipino o no,<br />
condividano o no, l’esperimento di sviluppo comunitario. <strong>Il</strong> caso di<br />
qu<strong>est</strong>o <strong>la</strong>voro è dierente: esso non si pone al di fuori ma al di dentro<br />
11
Vaudagna, Montecchio<br />
dell’esperimento Salinas come è oggi, non si propone una revisione<br />
critica basata su fonti complete, ma una divulgazione (speriamo) intelligente<br />
basata su fonti sucienti. Poiché gli autori giudicano positivamente<br />
il “caso Salinas” e il riscatto che esso ha generato nel<strong>la</strong><br />
popo<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> parrocchia, senza tuttavia occultarne i problemi<br />
passati e futuri, qu<strong>est</strong>o tono di approvazione ltrerà certamente anche<br />
da qu<strong>est</strong>e pagine. Qu<strong>est</strong>a considerazione vale partico<strong>la</strong>rmente per <strong>la</strong><br />
trattazione dell’aspetto religioso del “caso Salinas”: i suoi fondatori e<br />
dirigenti sono nel<strong>la</strong> maggior parte dei casi persone che, anche quando<br />
non sono sacerdoti come Padre Antonio Polo, sono frequentemente<br />
coadiutori religiosi, spesso <strong>salesiani</strong>, persone profondamente credenti<br />
che si sono impegnate a Salinas per motivi religiosamente radicati e<br />
che ritengono che il fattore religioso sia ragione e obiettivo cardine<br />
dell’intero esperimento. Gli scriventi, pur non essendo credenti né<br />
praticanti, hanno ritenuto dovere fondamentale del<strong>la</strong> propria posizione<br />
di narratori “dall’interno”, il cercare di esprimere, per quanto<br />
ne sono capaci, anche i suoi signicati religiosi, che tanta importanza<br />
riv<strong>est</strong>ono per i fondatori, i dirigenti e gli appartenenti all’esperimento<br />
Salinas.<br />
Le fonti su cui gli autori si sono basati, oltre all’esperienza personale<br />
e al mucchio di racconti che si sono accumu<strong>la</strong>ti in due soggiorni (brevi)<br />
di volontariato,sono le collezioni giornalistiche, librarie e documentali<br />
conservate presso il CRA (Centro di Re<strong>la</strong>zioni Accademiche)<br />
del Gruppo Salinas e una serie di interviste di rappresentanti importanti<br />
del “caso Salinas” raccolte nell’<strong>est</strong>ate del 2008. Una caute<strong>la</strong> circa<br />
fonti e bibliograa: qu<strong>est</strong>a narrazione non ha natura di storia “scientica”,<br />
ma di divulgazione se non “colta” almeno, speriamo, “pensosa”<br />
dell’esperimento salinero. Qu<strong>est</strong>o signica che gli scriventi non<br />
si sono preoccupati di una ricognizione sistematica e completa del<strong>la</strong><br />
amplissima bibliograa sui temi del sottosviluppo <strong>la</strong>tino americano,<br />
del<strong>la</strong> cultura andina, delle problematiche agricole, né hanno visto tutti<br />
quanti gli scritti sul “caso Salinas” stesso. Ci siamo limitati a quelle<br />
fonti e t<strong>est</strong>i che potevano apparirci sucienti a una narrazione verosimile.<br />
Anche per qu<strong>est</strong>o abbiamo deciso di non dare vita a un sistema<br />
di note a piè di pagina che avrebbe dato al t<strong>est</strong>o una pretesa scientica.<br />
12
<strong>Il</strong> <strong>Vangelo</strong> e <strong>la</strong> groviera<br />
Ci siamo limitati a una bibliograa nale e siamo grati agli autori dei<br />
t<strong>est</strong>i e agli intervistati che ci hanno permesso di ricostruire qu<strong>est</strong>a<br />
storia. Abbiamo avuto come fonte di ispirazione e di dialogo il libro<br />
scritto da Antonio Polo su Salinas, “La porta aperta”, pubblicato nel<br />
2003, sia quando ne abbiamo seguito le interpretazioni, sia quando<br />
ce ne siamo allontanati. Con tutte le modiche del caso, qu<strong>est</strong>o t<strong>est</strong>o<br />
si vuole porre in continuità con quello, ripercorrendone l’itinerario e<br />
aggiornando le riessioni anche agli ultimi anni.<br />
La narrazione, dopo il primo capitolo che presenta l’ambiente e <strong>la</strong><br />
storia di Salinas prima dell’avvio delle cooperative e delle microimprese,<br />
procede poi in linea di massima quasi per decenni, una soluzione<br />
apparentemente banale ma che sembra corrispondere a passi fondamentali<br />
del<strong>la</strong> vicenda: gli anni 1970-1978, dall’arrivo dei volontari<br />
italiani e di Padre Polo no al <strong>la</strong>ncio dell’attività casearia impersonata<br />
da José Dubach: sono un decennio (o quasi) di tentativi di cooperative,<br />
talvolta anche fallite, ma di preparazione spirituale, di primi<br />
miglioramenti del<strong>la</strong> vita, di costruzione di credibilità dell’idea produttiva<br />
comunitaria, di mobilitazione di energie locali, soprattutto<br />
di ssazione dell’incontro tra imprenditorialità produttiva e comunitarismo<br />
cristiano che ne è sempre il tratto caratteristico. Un secondo<br />
decennio, 1978-1988, dal <strong>la</strong>ncio dell’attività casearia all’apertura<br />
del<strong>la</strong> <strong>la</strong>nda, di decollo dell’esperimento, con il successo nazionale del<br />
formaggio,l’inizio di nuove attività, l’aermazione di una leadership<br />
autorevole, <strong>la</strong> capacità di rapportarsi con successo agli enti di cooperazione<br />
di molti paesi, il riconoscimento nazionale dell’importanza del<br />
caso salinero. <strong>Il</strong> decennio 1988-1998 che potremmo chiamare del<strong>la</strong><br />
maturità: il “caso Salinas” è cresciuto, ha prodotto spirito di solidarietà,<br />
miglioramento del<strong>la</strong> vita, prodotti di successo. Qu<strong>est</strong>o attira ambizioni<br />
e pone problemi di visione futura: nuove, importanti attività si<br />
aprono tra le microimprese e una nuova leadership, più giovane, sco<strong>la</strong>rizzata<br />
e dinamica dei dirigenti storici salineri di prima generazione,<br />
prende le redini dell’esperimento. Insieme a loro sta Padre Antonio,<br />
<strong>la</strong> cui personalità religiosa, spirituale, umana e imprenditoriale è il lo<br />
rosso che tiene insieme tutta <strong>la</strong> periodizzazione e “garantisce” l’incontro<br />
tra produzione e solidarietà cristiana caratteristico di Salinas. Ma<br />
13
Vaudagna, Montecchio<br />
qu<strong>est</strong>o ulteriore sviluppo avviene in mezzo anche a crisi, a momenti<br />
dicili, a ambizioni competitive che hanno forse il merito di permettere<br />
per contrasto di chiarire bene qual è l’identità dell’esperimento,<br />
le strade scelte e quelle scartate, <strong>la</strong> via da seguire e i paletti che lo delimitano.<br />
Partendo da qu<strong>est</strong>o processo di chiaricazione e di successo<br />
in un cont<strong>est</strong>o dicile, il caso sta diventando “il modello Salinas”,<br />
una formu<strong>la</strong> con cui confrontarsi, su cui riettere, qualche volta da<br />
imitare, che si aerma nell’Ecuador e nei manuali di cooperazione<br />
internazionale, e fornisce una possibile risposta alle vocazioni neoliberiste<br />
anche in America Latina.<br />
Inne dal 1998 no ai giorni nostri, un periodo che, sul<strong>la</strong> base del<br />
successo già conseguito, indirizza attività vecchie e nuove verso temi<br />
che erano stati <strong>la</strong>sciati un po’ da parte di fronte all’urgenza di una produzione<br />
di reddito, seppur in chiave solidaristica, per uscire dall’assedio<br />
del<strong>la</strong> miseria nera. Salinas dà segni di deciso progresso e moderato<br />
benessere: <strong>la</strong> mortalità infantile è drasticamente declinata, <strong>la</strong> sco<strong>la</strong>rità<br />
è cresciuta, <strong>la</strong> gente si è fatta <strong>la</strong> casa e talvolta si è comprata <strong>la</strong> stufa,<br />
l’emigrazione povera verso le città è stata molto limitata e semmai<br />
Salinas è diventata il paese dove viene gente di fuori a cercare <strong>la</strong>voro.<br />
Si può allora fare maggiore attenzione a temi ambientali, di qualità<br />
non solo economica del<strong>la</strong> vita, di memoria e tradizione del<strong>la</strong> comunità,<br />
di problemi del<strong>la</strong> donna e dei giovani, arricchendo <strong>la</strong> gamma<br />
di valori a cui il “caso Salinas” si ispira. Si raddoppiano i tentativi di<br />
colmare gli squilibri tra Salinas e quei vil<strong>la</strong>ggi che ancora sono rimasti<br />
chiusi e impermeabili al messaggio dello sviluppo comunitario, il che<br />
vuol dire arontare con maggiore determinazione lo stacco ancora<br />
esistente tra meticci e indigeni. Contemporaneamente si riette su<br />
come impedire che le legittime aspirazioni al benessere e al consumo,<br />
seppur sempre nei moderati termini salineri, diventino consumismo,<br />
individualismo competitivo, egoismo sociale, seco<strong>la</strong>rismo materialista.<br />
Si ragiona sulle potenzialità e i rischi di un arrivo dello stato e<br />
del<strong>la</strong> politica, che, in precedenza <strong>la</strong>rgamente assenti e non di rado<br />
ostili, ora da una parte promettono nuova attenzione, risorse e riconoscimenti,<br />
dall’altro ritengono di rivedere con regole dall’alto le basi<br />
giuridiche, politiche e re<strong>la</strong>zionali del “modello Salinas”, e riducono <strong>la</strong><br />
14
<strong>Il</strong> <strong>Vangelo</strong> e <strong>la</strong> groviera<br />
sua ampia autonomia,anche se spesso piena di rischi. Ne può derivare<br />
anche un complicato processo di ridenizione dei conni tra potere<br />
civile e Chiesa Cattolica, che è stata così importante nel decollo di<br />
Salinas come prevalente autorità religiosa,spirituale e sociale in loco, e<br />
come principale canale di collegamento con <strong>la</strong> dimensione nazionale<br />
e internazionale. Per qu<strong>est</strong>o nel 1998 si fonda <strong>la</strong> Familia Salesiana,<br />
l’avvenimento che apre il nostro paragrafo sull’oggi (poi legalizzata<br />
come Fundación Familia Salesiana nel 2004) che intende non separare<br />
ma distinguere <strong>la</strong> funzione pastorale e religiosa da quel<strong>la</strong> economico<br />
– produttiva, scaricare il parroco di compiti g<strong>est</strong>ionali diretti e <strong>la</strong>sciar<br />
crescere in autonomia le organizzazioni e i leader del<strong>la</strong> Salinas di domani.<br />
Certo nel primo decennio del nuovo secolo Salinas si trova ad<br />
arontare il bisogno di una propria ridenizione nel<strong>la</strong> continuità, nel<br />
momento in cui i successi conseguiti hanno attenuato “l’assedio del<strong>la</strong><br />
miseria” e il “caso” si trova ad operare di fronte ad aspettative, richi<strong>est</strong>e,<br />
proposte e persone diverse da quelle delle origini.<br />
Certo non tutte le cose umane seguono <strong>la</strong> stessa scansione di tempo:<br />
può quindi capitare che quel<strong>la</strong> del<strong>la</strong> fede sia diversa da quel<strong>la</strong> del<strong>la</strong><br />
produzione, quel<strong>la</strong> delle migliori condizioni di vita diversa da quel<strong>la</strong><br />
del cambiamento istituzionale, quel<strong>la</strong> del locale diversa da quel<strong>la</strong> degli<br />
avvenimenti nazionali, continentali e internazionali. Con <strong>la</strong> precedente<br />
suddivisione in cinque capitoli, più un s<strong>est</strong>o a mo’ di conclusione<br />
che discute speranze e timori attuali e futuri, abbiamo cercato di<br />
tracciare una interpretazione nel tempo, come è nel nostro m<strong>est</strong>iere di<br />
storici, del “caso Salinas”. Nel far qu<strong>est</strong>o ci siamo posti nel<strong>la</strong> posizione<br />
non di analisti distanti e neutrali, ma di volontari salineri al computer<br />
(che avrebbero voluto esserlo molto di più di quanto gli sia stato possibile):<br />
malgrado qu<strong>est</strong>o, siamo sicuramente stati arbitrari, abbiamo<br />
dovuto selezionare, accentuare o marginalizzare qu<strong>est</strong>o o quell’evento,<br />
qu<strong>est</strong>a o quel<strong>la</strong> persona, qu<strong>est</strong>o o quell’obiettivo. Ce ne scusiamo,<br />
sapendo tuttavia che qu<strong>est</strong>o, del<strong>la</strong> parzialità e del<strong>la</strong> selezione tra le<br />
innite cose raccontabili, è il d<strong>est</strong>ino e <strong>la</strong> gioia creativa del narratore,<br />
come ci scusiamo di errori e informazioni errate o incerte che certo ci<br />
sono sia nel t<strong>est</strong>o che nelle traduzioni delle citazioni in spagnolo che<br />
15
Vaudagna, Montecchio<br />
sono degli autori. Pensiamo che Salinas abbia meritoriamente, con<br />
il suo successo in mezzo a tanti ostacoli, superato <strong>la</strong> fase dell’uscita<br />
dall’emergenza del<strong>la</strong> miseria, benché qu<strong>est</strong>o compito non sia aatto<br />
compiuto; che quindi sia oggi impegnata, con l’avvento del nuovo<br />
secolo, nel compito fondamentale di ripensare con coraggio e sforzo<br />
visionario in uno spazio sociale, valoriale, religioso, pubblico e territoriale<br />
più ampio il connubio tra successo economico e comunitarismo<br />
cristiano che è stato il suo marchio d’origine e di originalità; troviamo<br />
che ciò sia un compito aascinante sul cui successo condividiamo il<br />
pensoso ottimismo dei nostri intervistati.<br />
Siamo perciò grati a Carmen e Marcelo Al<strong>la</strong>uca, Enrique Cachimuel,<br />
Pedro Antón Cantero Martín, Danie<strong>la</strong> Costanza, Luis Gonzàlez, Prospero<br />
Guaman Ga<strong>la</strong>rza, Lorenza Liberatore, Carlos Mendez, Annabel Pinker,<br />
Marco Polo, William Ramirez López, Lauris McKee, Ana Lucia Oleas, José<br />
Tonello, Fabìan Vargas, non solo per le preziose riessioni e informazioni ri<strong>la</strong>sciateci<br />
nelle interviste (e nei discorsi quotidiani) e per i materiali e gli scritti<br />
fattici avere, ma anche per l’amicizia e il calore dimostratici nei nostri due<br />
brevi soggiorni a Salinas e nel commentare qu<strong>est</strong>o manoscritto. Speriamo<br />
che leggendo qu<strong>est</strong>e pagine, essi, insieme ad altri salineri, ecuadoriani, o uomini<br />
e donne di buona volontà da dovunque provengano, vorranno arricchirlo<br />
delle loro osservazioni, aggiunte e critiche.<br />
L’inserto fotograco è stato reso possibile dal contributo di diversi<br />
amici. Un ringraziamento partico<strong>la</strong>re intanto a Javier Ruiz che,<br />
oltre alle informazioni e ai racconti, ci ha anche fornito molte delle<br />
immagini dell’inserto. Esse e molte altre si possono ritrovare sul<br />
sito www.toursalinerito.com. Sul sito www.audario.it si possono<br />
invece vedere le bellissime foto, e molte altre,che ci hanno fornito<br />
Rosalba Proto e Dario Audisio, che non solo hanno trasformato un<br />
hobby fotograco quasi in una professione con gran successo, ma<br />
sono anche stati i nostri compagni di viaggio nel<strong>la</strong> prima visita a<br />
Salinas nel 2006. Un grazie di cuore anche a loro, come anche a<br />
Gise<strong>la</strong> Kirst che ci ha inviato <strong>la</strong> sua bel<strong>la</strong> collezione di foto degli<br />
anni settanta; e ancora grazie a Carlos Mendez, Prospero Guaman<br />
Ga<strong>la</strong>rza, Francesca Noto, e Johanna Chamorro che ci hanno fornito<br />
16
<strong>Il</strong> <strong>Vangelo</strong> e <strong>la</strong> groviera<br />
molte delle foto dei protagonisti e del<strong>la</strong> vita salinera con grande cortesia<br />
e sollecitudine.<br />
Siamo inne partico<strong>la</strong>rmente grati al Padre Antonio Polo, parroco<br />
di Salinas, per l’aetto, il calore, <strong>la</strong> tolleranza con cui ha accolto due<br />
non-credenti nel<strong>la</strong> sua comunità, nel<strong>la</strong> sua casa e nel<strong>la</strong> sua cucina/camera<br />
da pranzo/stanza di riunione e di preghiera, che, a causa dell’uso<br />
del gas per i pasti e dell’aettuosa, intensa presenza umana, è più calda<br />
delle altre e vi si svolge tutta l’attività del<strong>la</strong> casa parrocchiale. E lo<br />
ringraziamo anche per averci dato ducia nel riuscire proprio noi ad<br />
esprimere in qu<strong>est</strong>o scritto <strong>la</strong> partico<strong>la</strong>re combinazione di culto del<br />
“saper fare” e di valori cristiani e comunitari che quel culto impregnano<br />
a Salinas. Qu<strong>est</strong>a partico<strong>la</strong>re sintesi di produzione economica e di<br />
valori etici sembra il carattere saliente dell’esperimento e speriamo di<br />
essere riusciti nelle pagine che seguono a darne il senso e il signicato<br />
al lettore.<br />
Milena Montecchio e Maurizio Vaudagna<br />
Torino, settembre 2010<br />
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Vaudagna, Montecchio<br />
Sposa in un vil<strong>la</strong>ggio. (foto Rosalba Proto-Dario Audisio)<br />
Messa funebre nel cimitero del vil<strong>la</strong>ggio di La Palma. (foto Francesca Noto)
<strong>Il</strong> <strong>Vangelo</strong> e <strong>la</strong> groviera<br />
Campesina del<strong>la</strong><br />
montagna con<br />
cellu<strong>la</strong>re .<br />
(foto Javier Ruiz)<br />
Campesina in piazza<br />
a Salinas.<br />
(foto Javier Ruiz)<br />
Bimbo e fotografia .<br />
(foto Javier Ruiz)
Salinas de Guaranda è un comune di circa 10000 abitanti, di cui il 60%<br />
indigeni e il 40% meticci, disseminati tra i 600 e i 4200 metri di altitudine nel<br />
centro delle Ande ecuadoriane, alle falde del vulcano Chimborazo, il più<br />
alto del paese. <strong>Il</strong> suo capoluogo, appunto Salinas, si trova a 3600 metri e ha<br />
mille abitanti: vi si svolge da 40 anni un esperimento ormai consolidato di<br />
sviluppo comunitario con forti implicazioni religiose, solidaristiche e umanitarie,<br />
con importanti miglioramenti nel<strong>la</strong> vita dei suoi abitanti e notevole<br />
successo economico. <strong>Il</strong> sistema produttivo locale si concentra su quattro<br />
attività: agricolo/alimentare, turistica, artigianale ed educativa. Ci sono una<br />
trentina di microimprese cooperative e pre-cooperative che al 2007 avevano<br />
290 posti di <strong>la</strong>voro in Salinas centro e altri 200 nei trenta vil<strong>la</strong>ggi delle comunità<br />
decentrate. La notorietà del “caso Salinas”, come esempio riuscito di svilup-<br />
economia dello sviluppo, a tesisti e volontari di vari paesi, che, con i salineri,<br />
popo<strong>la</strong>no le strade e le case del paese in una comunità molto inusuale e<br />
molto variegata.<br />
Qu<strong>est</strong>e pagine sono una breve storia dell’esperimento Salinas, delle sue<br />
premesse nelle popo<strong>la</strong>zioni preispaniche, nell’ordine coloniale delle haciendas,<br />
nel<strong>la</strong> reazione allo sfruttamento umano ed economico che le popo<strong>la</strong>zioni<br />
locali hanno realizzato attraverso istituzioni cooperative a forte contenuto<br />
cristiano, il recupero di dignità e autostima in popo<strong>la</strong>zioni a lungo umiliate,<br />
vicenda.<br />
Maurizio Vaudagna è insegnante universitario a Vercelli, Milena Montecchio<br />
pubblica impiegata a Torino. Insieme hanno visitato Salinas nel 2006 e nel<br />
2008.<br />
I libri nel<strong>la</strong> col<strong>la</strong>na Nova Americana<br />
sono pubblicati in versione<br />
elettronica sul sito www.otto.to.it<br />
ISBN 978-88-95285-23-8 € 15.00