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tasca e stava per tornare in Italia con la moglie - mentre la<br />
figlia aveva deciso di restare a Khabarovsk, dove si era spo¬<br />
sata - si ammalò e in pochi mesi morì. Il generale degli alpi¬<br />
ni Enrico Reginato - un medico che si trovava in un campo<br />
di prigionia russo - ha così descritto, in un'intervista a un<br />
giornale, gli ultimi giorni di Cocchi:<br />
Un giorno arriva da me un certo Armando Cocchi, ita¬<br />
liano sovietizzato, presentandosi come colonnello<br />
dell'Armata Rossa. Cocchi? Sicuro, proprio quello delle<br />
bombe di Palazzo d'Accursio a Bologna. Lo visito, gli<br />
riscontro un sarcoma, già duro, nel ventre, gli consiglio di<br />
farsi operare in Italia; Cocchi risponde che non può tornare<br />
da noi perché ha parlato male di Togliatti, contro il quale, di<br />
fronte a me, pronuncia ogni genere di ingiurie. Due o tre<br />
mesi dopo, un medico russo mi segnala che Cocchi è morto. 6<br />
Robotti ha scritto che Cocchi subì tre interventi chirurgi¬<br />
ci e che morì alla fine di dicembre del 1946. Fu cremato e le<br />
ceneri sono conservate nel cimitero di Novodievici Monastir.<br />
7<br />
La moglie decise di non rimpatriare e tornò a Khaba¬<br />
rovsk per dedicare gli ultimi anni di vita ai nipoti. 8<br />
6<br />
L. Pellegrini, Quell'alpino-medico, prigioniero in URSS, curava i suoi carcerieri, in "Il<br />
Giornale", 22 maggio 1990.<br />
7<br />
P. Robotti, La prova, cit., pp. 439-40.<br />
8<br />
Di Cocchi parla a lungo Corneli nei suoi volumi, anche se spesso in modo errato e, a<br />
volte, lo chiama Romano (D. Corneli, Il redivivo tiburtino. La Pietra, Milano 1977, p.17).<br />
Ha scritto che «negli anni Trenta veniva arrestato e deportato ai lager di lavoro forzato, da<br />
dove usciva nel dopoguerra gravemente malato» (D. Corneli, Lo stalinismo in Italia e nel¬<br />
l'emigrazione antifascista. Il dramma dell'emigrazione italiana in Unione Sovietica.<br />
Quarto libro, Tivoli 1980, pp. 20-1). In una pubblicazione successiva ha scritto che<br />
«durante le purghe veniva arrestato e condannato a molti anni di lavoro forzato nei lager<br />
staliniani di quella immensa impervia e spopolata lontana regione della Siberia. Dai lager<br />
ne venne fuori gravemente malato» (D Corneli, Elenco [... ] Dalla lettera A alla L, cit.,<br />
p 21). Nella lista di Germanetto si legge che fu liberato nel 1945 (R. Caccavale, Comunisti,<br />
cit., p 317).<br />
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