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31.05.2013 Views

oggi Habarovsk - in Estremo Oriente. Qui, per ragioni che non si conoscono, nel 1938 fu arrestato con altri numerosi ufficiali sovietici. Questa la versione che fornisce Robotti, dopo avere scrìt¬ to delle missioni militari di Cocchi in Estremo Oriente: In seguito gli capitò la mia stessa "avventura ": fu arre¬ stato con altri due colonnelli comandanti di reggimento e di divisione. Ma questo me lo disse lui, perché io prima non lo sapevo. - Sì, caro mio - mi disse, - m'è capitato come a te: mi hanno fatto "nemico del popolo" ! - Questa per me è una novità! - Purtroppo è stato così. Me la sono vista molto brutta. In base alle accuse avrei dovuto essere fucilato parecchie volte. - E quanto tempo ti hanno tenuto in tutto? - Molto meno di te: nove mesi. - Ti è ancora andata bene. - Sì, per un caso di fortuna. Io fui arrestato con R. e M. - Accidenti! Anche loro? - Anche loro. Erano colonnelli: uno comandava un reg¬ gimento e l'altro una divisione. Dopo la condanna e la fuci¬ lazione del maresciallo Blukher - che comandava la nostra Armata in Estremo Oriente (e secondo me non era colpevole di niente) - le cose, purtroppo, si misero molto male per noi ufficiali. A me è per caso che è andata bene. - Quale caso? - Questo che apprendemmo dopo: in una riunione di militari al Cremlino per la preparazione di certe manovre, Stalin, ad un certo punto della discussione, propose che a un 3 P. Robotti, La prova, Leonardo da Vinci, Bari 1965, p.366. 81

determinato incarico venisse nominato un ufficiale da lui conosciuto in precedenza fra i licenziandi dell'Accademia. Non ricordandone il nome, ne fornì le caratteristiche che rammentava. Immediate ricerche stabilirono che si trattava di R. Stalin chiese dove fosse. Dopo alcune tergiversazioni, gli dissero che R. era in carcere. Figurati il vecchio! ordinò a Jegiov di liberare R. entro quarantotto ore, se non voleva passarla brutta. Siccome il fantomatico "complotto" era formato da R., da M., da me e da altri, fu giocoforza libe¬ rarci subito tutti. E con le scuse anche. - Immagino che proprio delle scuse avevate bisogno. - Soc (mel)...! Me la vidi brutta. Temevo proprio che non sarei mai più tornato in Italia a mangiare i tortellini... - Ma avevate firmato qualche «confessione»? - Figurati! Nessuno di noi firmò niente. Manco facendoci a pezzi sarebbero riusciti a ottenere una firma. 4 Quattro anni dopo, in una lettera in cui ricordava Cocchi e Pio Pizzirani - ma senza accennare alle disgrazie politiche del primo - Robotti rivelò che i due ufficiali erano K.K. Rokossovsky e RJ. Malinovsky, divenuti eroi e marescialli durante il secondo conflitto mondiale. 5 Cocchi restò in Estremo Oriente sino ai primi mesi del 1943, quando fu richiamato a Mosca e incluso nel gruppo di militanti del PCI incaricato di fare opera di propaganda comunista, più che antifascista, tra i militari italiani pri¬ gionieri di guerra. Fu un brutto capitolo con implicazioni morali non piccole. Nel novembre 1946, quando aveva già il passaporto in 4 P. Robotti, La prova, cit., pp. 366-7. 5 P. Robotti, Ricordo di due operai comunisti, in "l'Unità", 28 novembre 1970 82

oggi Habarovsk - in Estremo Oriente. Qui, per ragioni che<br />

non si conoscono, nel 1938 fu arrestato con altri numerosi<br />

ufficiali sovietici.<br />

Questa la versione che fornisce Robotti, dopo avere scrìt¬<br />

to delle missioni militari di Cocchi in Estremo Oriente:<br />

In seguito gli capitò la mia stessa "avventura ": fu arre¬<br />

stato con altri due colonnelli comandanti di reggimento e di<br />

divisione. Ma questo me lo disse lui, perché io prima non lo<br />

sapevo.<br />

- Sì, caro mio - mi disse, - m'è capitato come a te: mi<br />

hanno fatto "nemico del popolo" !<br />

- Questa per me è una novità!<br />

- Purtroppo è stato così. Me la sono vista molto brutta. In<br />

base alle accuse avrei dovuto essere fucilato parecchie volte.<br />

- E quanto tempo ti hanno tenuto in tutto?<br />

- Molto meno di te: nove mesi.<br />

- Ti è ancora andata bene.<br />

- Sì, per un caso di fortuna. Io fui arrestato con R. e M.<br />

- Accidenti! Anche loro?<br />

- Anche loro. Erano colonnelli: uno comandava un reg¬<br />

gimento e l'altro una divisione. Dopo la condanna e la fuci¬<br />

lazione del maresciallo Blukher - che comandava la nostra<br />

Armata in Estremo Oriente (e secondo me non era colpevole<br />

di niente) - le cose, purtroppo, si misero molto male per noi<br />

ufficiali. A me è per caso che è andata bene.<br />

- Quale caso?<br />

- Questo che apprendemmo dopo: in una riunione di<br />

militari al Cremlino per la preparazione di certe manovre,<br />

Stalin, ad un certo punto della discussione, propose che a un<br />

3 P. Robotti, La prova, Leonardo da Vinci, Bari 1965, p.366.<br />

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