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ci penso assolutamente - se si volesse parlare dei rapporti<br />
postbellici tra i comunisti bolognesi e le nazioni a regime<br />
comunista dell'Europa orientale. È una storia del tutto diver¬<br />
sa da quella sin qui raccontata, anche se simile, perché fatta<br />
di sofferenze e delusioni tremende.<br />
Per tutti valga il caso di Gina Negrini, una partigiana<br />
comunista autrice di un bellissimo libro, Il sole nero. 106<br />
Subito dopo la fine della guerra conobbe Nuri Alìev, un cit¬<br />
tadino sovietico nato in Azerbaigian e di religione islamica.<br />
La storia di Alìev è uguale a quella di tanti altri sovietici che<br />
presero parte alla Resistenza. Dopo essere stato fatto prigio¬<br />
niero dai tedeschi in URSS, mentre militava nelle fila<br />
dell'Armata rossa, venne incorporato in un reparto militare<br />
comandato da ufficiali nazisti e spedito in Italia a combattere<br />
contro le forze partigiane. Nella primavera-estate del 1944<br />
disertò e si unì alle forze della Resistenza. Combattè a<br />
Montefiorino in provincia di Modena, in difesa della "repub¬<br />
blica partigiana", e restò ferito. In Emilia-Romagna e a<br />
Bologna in particolare furono centinaia e centinaia i sovieti¬<br />
ci che militarono nelle brigate partigiane.<br />
Dopo la Liberazione Gina e Nuri si sposarono e il 5 giu¬<br />
gno 1946 decisero di andare a vivere in URSS. Ha scritto<br />
Gina: «Il suo esotismo non mi procurava che uno stimolo<br />
sessuale, mentre la sua patria, per me, era sinonimo di tutte<br />
le aspirazioni umane felicemente raggiunte» (p. 159) e «la<br />
Russia mi parve la patria che cercavo» (p. 163). Anche se<br />
poco o nulla convinto, Nuri - stimolato, se non pungolato<br />
dalla giovane moglie - riprese la strada di casa.<br />
Una volta giunti in Austria, nella zona controllata dai<br />
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G. Negrini, Il sole nero. Cappelli, Bologna 1969, pp. 207.