Paradiso infernale PDF
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soggiorni in URSS - dove ha lavorato a Radio Mosca - non ha mai saputo nulla e che solo recentemente si è interessato per rintracciare i familiari di Giuseppe Sensi, come si vedrà nel capitolo seguente. In anni recenti, parlando con Gottardi, alla domanda perché avesse taciuto sui gulag, ebbe questa risposta: «Perché dovevo dire qualcosa io, quando Togliatti, che ne sapeva di più, non disse nulla?». 97 Mario Bortolotti, che visse in URSS dal 1960 al 1963, per frequentare la scuola di partito, ebbe una discussione sui gulag con Gottardi, durante una sua breve visita a Mosca. Mi ha detto che, rievocando la sua disavventura con la NKVD, si abbandonò a un pianto dirotto e gli fece vedere le cicatrici che portava nelle gambe, ricordo delle sevizie subite. Parlarono a lungo delia cosa e, ripresosi dall'emozione, Gottardi concluse: «Abbiamo avuto dei problemi, ma quan¬ do la bandiera sovietica è stata issata sulla porta del Brandeburgo a Berlino ho capito che è stato giusto fare così, anche se c'è stato qualche morto in più del necessario». 98 Nel 1958, al ritorno da un viaggio di studio in URSS, Arbizzani tenne due lezioni agli allievi della scuola provin¬ ciale di partito. 99 Gottardi, il direttore della scuola, assistette alle conversazioni, ma non disse una parola. Così come non si aprì mai con Arbizzani che fu per molti anni il suo vice. 100 Alla scuola una sola volta si parlò dei gulag. Cesarino Volta ricorda che, quando la frequentava, ci fu una specie di insurrezione contro la disciplina da caserma imposta da Gottardi: sveglia all'alba, lezioni per tutta la giornata e la 9 7 Da una dichiarazione di Zappi. 9 8 Da una dichiarazione di Bortolotti. 9 9 La sede della scuola è stata in via Buttieri sino al 1957 e dopo a S. Luca Da anni è chiusa. 1 0 0 Da una dichiarazione di Arbizzani 65
sera a letto prestissimo senza possibilità di sia pure brevi uscite. Per normalizzare la situazione la federazione del PCI convocò una riunione degli studenti alla quale intervenne Sergio Spiga, il quale difese e valorizzò l'opera didattica dì Gottardi. Tra i suoi meriti, elencò le persecuzioni subite in URSS. Solo che si guardò bene dal dire cos' era successo durante il periodo stalinista o cosa fossero state le cosiddette purghe, per cui, anziché risolvere il problema degli studenti, ne creò uno nuovo. 101 Quanto alle fonti archivistiche il discorso è presto fatto. Nell'ottobre 1996, quando la federazione del PDS ha trasfe¬ rito la sede da via Barberia a via Della Beverara, l'archivio storico del PCI è stato depositato all'Istituto Gramsci di Bologna. Ora è in fase di catalogazione e per un paio d'anni non sarà disponibile. L'on. Giancarlo Ferri mi ha detto che tra il 1959 e il 1960, quando i "rinnovatori" - con l'appoggio di Amendola - conquistarono la federazione, pensionarono la vecchia guardia stalinista e portarono Guido Fanti alla segreteria, nella stanza dell'ufficio quadri furono trovati i fascicoli e le schede personali di tutti i dirigenti. Quasi certamente erano quelle che compilava e aggiornava Gottardi. Tutto questo materiale venne allontanato dalla federazione e cessarono le schedature interne. 102 Volta mi ha detto che, verso la metà degli anni Sessanta, numerosi fascicoli dell'archivio del P.C.I. bolognese vennero portati nella sede della Cooperativa fornaciai e inceneriti. Non ricorda di quale materiale si trattasse, ma i pacchi non 1 0 1 1 0 2 66 Da una dichiarazione di Volta. Da una dichiarazione di Ferri.
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