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31.05.2013 Views

kulaki e parlato del clima di opportunismo che si respirava nelle scuole di partito. Ha riferito altre cose ancora viste a Mosca, ma non ha scritto una riga sugli italiani che conobbe allora e che in seguito scomparvero nei gulag. I pochissimi nomi fatti sono quelli di persone sopravvissute alle purghe staliniste, delle quali non parla mai, come se non fossero avvenute. E questo è molto grave perché nel 1975, quando scrisse il libro, all'interno del PCI di queste cose si parlava, più o meno apertamente, almeno da un quindicennio. Ricorda poco, ma ricorda bene Paolo Bugini che ha fatto parte del Comitato direttivo comunista bolognese dal 1950 al 1953. Mi ha detto che nel 1951 venne invitato a partecipa¬ re - come osservatore - a una riunione della segreteria pro¬ vinciale nel corso della quale si parlò degli scomparsi in URSS. Ma non ricorda cosa fu detto e quali nomi vennero fatti. Un secondo momento di discussione - ma non posso escludere che ve ne siano stati altri - ci fu sicuramente tra il 1962 e il 1964, sulla scia di quanto era stato detto al comita¬ to centrale del PCI nel novembre 1961. Della numerosa schiera di settantenni che fecero parte degli organi direttivi di quegli anni, solo due ricordano qualcosa: Giorgio Bettini e Vittorio Caselli. Bettini mi ha detto che Medardo Vigna - all'epoca presi¬ dente della commissione di controllo della federazione, ma scomparso da tempo - ebbe l'incarico di incontrarsi con i familiari dei militanti non rientrati dall'URSS. Dell'esito di quegli incontri non ricorda nulla. Caselli - il vice presidente della commissione di control¬ lo - ebbe da Mario Soldati, segretario del comitato cittadino, il compito di interessarsi di tutti i compagni che si trovavano 63

all'estero e che per qualche motivo non potevano rimpatria¬ re: quelli andati e non rientrati dall'URSS e quelli che, dopo la Liberazione, si erano rifugiati in Jugoslavia e in Cecoslo¬ vacchia per sottrarsi alle persecuzioni antipaitigiane. Iniziò, ma non concluse quel lavoro perché nel 1964, con Soldati ed altri, venne sospeso dal PCI per "attività frazioni¬ stica". Non avendo fatto l'autocritica non gli fu rinnovata la tessera, mentre Soldati, lo stesso anno, perse la vita in un incidente stradale. Lasciò alcuni carteggi, dei quali si è per¬ duta ogni traccia. 94 Bettini mi ha detto che a Imola, dove abita, il comitato direttivo locale venne convocato - non ricorda quando, ma quasi certamente nel 1962 - per ascoltare una relazione di Andrea Marabini sui gulag. La discussione durò una notte intera, ma nessuno ricorda cosa fu detto. 95 Poche le testimonianze indirette che ho raccolto. Raffaele Vecchietti "Gianni" fu dirigente della federazio¬ ne comunista bolognese dalla Liberazione al 1950. L'argomento non venne mai affrontato ufficialmente, perché era proibito parlarne. Ricorda che nel 1951, quando era vice segretario della federazione di Parma, nel corso della discus¬ sione al direttivo provinciale sui dissidenti Cucchi e Magnani, un compagno sollevò il problema degli scomparsi in URSS. Roasio, presente alla riunione, troncò la discussio¬ ne. Disse che si trattava di menzogne della destra politica e che quelli finiti nei campi di lavoro si erano meritata la puni¬ zione. 96 Graziano Zappi "Mirko" mi ha detto che durante i suoi 9 4 Da una dichiarazione di Caselli. 9 5 Da una dichiarazione di Benini. 9 6 Da una dichiarazione di Vecchietti. 64

all'estero e che per qualche motivo non potevano rimpatria¬<br />

re: quelli andati e non rientrati dall'URSS e quelli che, dopo<br />

la Liberazione, si erano rifugiati in Jugoslavia e in Cecoslo¬<br />

vacchia per sottrarsi alle persecuzioni antipaitigiane.<br />

Iniziò, ma non concluse quel lavoro perché nel 1964, con<br />

Soldati ed altri, venne sospeso dal PCI per "attività frazioni¬<br />

stica". Non avendo fatto l'autocritica non gli fu rinnovata la<br />

tessera, mentre Soldati, lo stesso anno, perse la vita in un<br />

incidente stradale. Lasciò alcuni carteggi, dei quali si è per¬<br />

duta ogni traccia. 94<br />

Bettini mi ha detto che a Imola, dove abita, il comitato<br />

direttivo locale venne convocato - non ricorda quando, ma<br />

quasi certamente nel 1962 - per ascoltare una relazione di<br />

Andrea Marabini sui gulag. La discussione durò una notte<br />

intera, ma nessuno ricorda cosa fu detto. 95<br />

Poche le testimonianze indirette che ho raccolto.<br />

Raffaele Vecchietti "Gianni" fu dirigente della federazio¬<br />

ne comunista bolognese dalla Liberazione al 1950.<br />

L'argomento non venne mai affrontato ufficialmente, perché<br />

era proibito parlarne. Ricorda che nel 1951, quando era vice<br />

segretario della federazione di Parma, nel corso della discus¬<br />

sione al direttivo provinciale sui dissidenti Cucchi e<br />

Magnani, un compagno sollevò il problema degli scomparsi<br />

in URSS. Roasio, presente alla riunione, troncò la discussio¬<br />

ne. Disse che si trattava di menzogne della destra politica e<br />

che quelli finiti nei campi di lavoro si erano meritata la puni¬<br />

zione. 96<br />

Graziano Zappi "Mirko" mi ha detto che durante i suoi<br />

9 4 Da una dichiarazione di Caselli.<br />

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Da una dichiarazione di Benini.<br />

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Da una dichiarazione di Vecchietti.<br />

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