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nuovo ordinamento i cui predicatori avrebbero probabil¬<br />
mente indossato tonache monacali» (p.21 ).<br />
Una tesi analoga avevo letto anni prima - tra il primo e il<br />
secondo approccio a Schiuma della terra - in Uscita di sicu¬<br />
rezza di Ignazio Silone e mi aveva lasciato perplesso. 31<br />
Scrisse che, nel 1921, dopo essere passato dal PSI al PCI,<br />
per lui «Il partito diventò famiglia scuola chiesa e caserma;<br />
all'infuori di esso il mondo restante era tutto da distruggere»<br />
(p. 82). Aggiunse che durante un soggiorno in URSS, in rap¬<br />
presentanza del PCI, provò una grossa delusione, anche se<br />
solo nel 1927, quando Stalin esiliò Trotsky, avvertì «l'ambi¬<br />
guità del comunismo» (p.101). Ma non ebbe il coraggio di<br />
rompere.<br />
Tornato in Italia, diresse il centro interno del PCI -<br />
secondo le direttive staliniste - sino al 1929, quando andò in<br />
sanatorio in Svizzera. Nel 1931 assistette indifferente alla<br />
cacciata di Alfonso Leonetti, Paolo Ravazzoli e Pietro<br />
Tresso e subito dopo fece di tutto per farsi espellere, perché<br />
non se la sentiva di dare le dimissioni dal partito, di compie¬<br />
re cioè una scelta autonoma e dignitosa, anche se dolorosa.<br />
Capì che «la situazione traumatica dell'ex comunista può<br />
ricordare quella dell'ex frate» (p.120) e finalmente si chiese<br />
- sia pure con un ritardo di una decina d'anni - perché nel<br />
PCI «coesistessero simultaneamente martiri e sicari, combat¬<br />
tenti della libertà e inquisitoli, ribelli e sbirri» (p.122). Rim¬<br />
pianse «di avere sciupato gli anni e le energie migliori» della<br />
giovinezza per rincorrere un ideale rivelatosi falso (p. 129) e<br />
concluse di essere tornato alle «certezze cristiane» (p. 148).<br />
Questi ex comunisti che escono da una chiesa per entrare<br />
31 I. Silone, Uscita di sicurezza, Vallecchi, Firenze 1965, pp. 241 Numerose le ristampe.<br />
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