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Bologna - un elenco degli antifascisti andati in URSS non era<br />
possibile sapere quanti mancavano all'appello. Da vaghi<br />
discorsi che circolavano, sia pure con circospezione, appresi<br />
che non erano tornati tutti. Sulle prime pensai che gli assenti<br />
avessero deciso di restare in URSS, come molti si erano fer¬<br />
mati in Francia, o perché il soggiorno nel paradiso sovietico<br />
era piacevole o perché si erano fatti una famiglia. Per questo<br />
preferii approfondire il discorso sul famoso Eden, nei con¬<br />
fronti del quale ero scettico e diffidente.<br />
Le bugie sull'URSS<br />
Divenni moderatamente amico di Memo Gottardi. Tor¬<br />
nato dall'URSS nell'ottobre 1945, fu prima responsabile<br />
dell'ufficio quadri della federazione bolognese del PCI e poi<br />
direttore della scuola provinciale di partito. Era un personag¬<br />
gio sempre allegro e di battuta pronta. Chiedergli di parlare<br />
dell'URSS era per lui un invito a nozze. Era tutto un peana,<br />
come se in quel paese il grasso colasse dai muri, le vigne si<br />
legassero con le salsicce e tutti i problemi sociali fossero<br />
stati risolti.<br />
Poiché non credo ai miracoli religiosi, mi era ancor più<br />
difficile accettare quelli laici. E più mi magnificava le bene¬<br />
merenze del regime sovietico, più il mio scetticismo aumen¬<br />
tava, sino a divenire incredulità. Pensavo addirittura che<br />
scherzasse quando - secondo un motivo propagandistico<br />
allora molto diffuso - diceva che in URSS era stato raggiun¬<br />
to il socialismo, un regime che consentiva di retribuire le<br />
persone in base a quello che producevano - quindi senza<br />
sfruttamento dell'uomo sull'uomo - e che si lavorava per<br />
raggiungere il comunismo, un regime che avrebbe retribuito<br />
in base alle necessità della persona.<br />
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