Quattro commedie - Università degli Studi di Pisa

Quattro commedie - Università degli Studi di Pisa Quattro commedie - Università degli Studi di Pisa

jsq.humnet.unipi.it
from jsq.humnet.unipi.it More from this publisher
31.05.2013 Views

Jacques e i suoi quaderni ____________________________________________________ Ferdinand Raimund QUATTRO COMMEDIE l 1997 28*

Jacques e i suoi quaderni<br />

____________________________________________________<br />

Fer<strong>di</strong>nand Raimund<br />

QUATTRO COMMEDIE<br />

l<br />

1997 28*


Jacques e i suoi quaderni 28*<br />

____________________________________________________


Perio<strong>di</strong>co semestrale, registrato presso il<br />

Tribunale <strong>di</strong> <strong>Pisa</strong> il 3 settembre 1983, n ー 16.<br />

Direttore responsabile: Enrico De Angelis<br />

Redazione: Marianne Hepp<br />

___________________________________<br />

Numero 28*, 1997<br />

© 1997 Jacques e i suoi quaderni, <strong>Pisa</strong>


lJacques e i suoi quaderni<br />

____________________________________________________<br />

Fer<strong>di</strong>nand Raimund<br />

lQUATTRO COMMEDIE<br />

l<br />

1997 28*


INDICE<br />

Il fabbricante <strong>di</strong> barometri sull'isola incantata 9<br />

l<br />

Il <strong>di</strong>amante del re <strong>degli</strong> spiriti 49<br />

La fantasia incatenata 97<br />

La fatale corona magica, ovvero re senza regno,<br />

eroe senza coraggi, bellezza senza gioventù 139


Il fabbricante <strong>di</strong> barometri sull'isola incantata<br />

Féerie con canto e ballo in due atti<br />

(Paro<strong>di</strong>a della fiaba<br />

“Il principe Tutu.”*)<br />

(Der Barometermacher auf der Zauberinsel. Zauberposse mit Gesang und Tanz in<br />

zwei Aufzügen als Paro<strong>di</strong>e des Märchens: Prinz Tutu.)<br />

* Protagonista della fiaba Die Prinzessin mit der langen Nase <strong>di</strong> Friedrich<br />

Hildebrand von Einsiedel, rielaborata e pubblicata da C. M. Wieland, nella<br />

raccolta <strong>di</strong> fiabe Dschinnistan, oder auserlesene Feen- und Geistermärchen<br />

(1810).


Personaggi<br />

10<br />

LA FATA ROSALINDE<br />

LIDI, prima ninfa<br />

BARTHOLOM?US QUECKSILBER, fabbricante <strong>di</strong> barometri viennese<br />

TUTU, sovrano <strong>di</strong> un'isola incantata<br />

ZORAIDE, sua figlia<br />

LINDA, la sua cameriera<br />

HASSAR, cameriere particolare <strong>di</strong> Tutu<br />

ZADI, un abitante del bosco<br />

PRIMO MARINAIO<br />

UN COMANDANTE dell'armata incantata<br />

PRIMO PICCOLO USSARO<br />

UNA SENTINELLA<br />

SEI AMAZZONI<br />

UNO SCHIAVO<br />

IL MEDICO PERSONALE <strong>di</strong> Tutu<br />

SCIARPA<br />

CORNO<br />

voci<br />

BACCHETTA<br />

TRE GENI<br />

Ninfe e schiave. Danzatori e danzatrici.. Marinai. Servitù <strong>di</strong> Tutu. Popolo. Soldati<br />

dell'armata incantata. Piccoli ussari. Schiavi


ATTO PRIMO<br />

SCENA PRIMA<br />

11<br />

Palazzo delle fate. La Fata Rosalinde, seduta su un trono <strong>di</strong> fiori, collocato <strong>di</strong> lato. Alcune<br />

ninfe si radunano attorno a lei.<br />

LIDI Fata sublime, ti ricordo che con oggi sono passati altri cento anni e devi deciderti a<br />

concedere <strong>di</strong> nuovo i doni magici a uno dei mortali.<br />

FATA Ma gli uomini <strong>di</strong> oggi meritano che una fata pensi ancora a loro?<br />

LIDI Talora si trovano uomini veramente buoni, verso i quali non riesco ad essere ostile.<br />

FATA Da sempre sembri pre<strong>di</strong>ligere il mondo <strong>degli</strong> uomini rispetto a quello delle fate.<br />

Conoscendo quel mondo, ho pena <strong>di</strong> te. La mania che hanno gli uomini <strong>di</strong> schernire,<br />

non risparmia più neppure noi fate. Non dovessi seguire i precetti del destino, lascerei<br />

per sempre quei magici doni al loro eterno oblio.<br />

LIDI Orsù, a chi li concederai dunque? Devi pur deciderti!<br />

FATA Che o<strong>di</strong>osa costrizione! Chi merita ancora la felicità? Io sono sempre stata<br />

ingannata! Se ho reso felice un povero, costui ha abusato dei miei doni con sfrontata<br />

superbia, se li ho concessi a un ricco, ne ha fatto solamente un nuovo motivo per<br />

beffarsi del povero. A chi dovrei concederli?<br />

LIDI Lascia decidere al caso. Fai sì che li rinvenga colui che in questo momento si trova<br />

nei pressi delle rovine nella Valle delle Palme, dove sono custo<strong>di</strong>ti i doni magici.<br />

FATA Li<strong>di</strong> ha ragione! Sarà il caso ad elargire i miei doni; voglio vedere chi si trastulla in<br />

questo momento presso le rovine.<br />

Musica. Il fondale si alza, attraverso un'apertura ovale si vede la scena successiva<br />

raffigurata in miniatura e Quecksilber, rappresentato da un fanciullo, seduto su un rudere.<br />

La musica <strong>di</strong> sottofondo accompagna l'aria del successivo canto <strong>di</strong> Quecksilber.<br />

TUTTE LE NINFE Che buffo personaggio!<br />

FATA Se la mia forza fatata non mi inganna, costui è un uomo giocondo, de<strong>di</strong>to allo<br />

scherzo; uomini del genere <strong>di</strong> solito non sono i peggiori.<br />

LIDI Deve avere appena escogitato qualcosa <strong>di</strong> <strong>di</strong>vertente.<br />

FATA fa un cenno, l'apparizione svanisce: Cercate nel <strong>di</strong>zionario dell'umanità chi sia<br />

veramente quel forestiero.<br />

LIDI esegue sfogliando un libro che spunta dalla terra su un pie<strong>di</strong>stallo: Si chiama<br />

Bartholomäus Quecksilber, è un fabbricante <strong>di</strong> barometri andato in rovina, <strong>di</strong> umore<br />

molto allegro ed è in cerca <strong>di</strong> fortuna.<br />

Il pie<strong>di</strong>stallo scompare.


12<br />

FATA Dobbiamo aiutarlo. Venite intorno a me! Concedo i doni a quel forestiero. Traccia<br />

un cerchio con la sua bacchetta.<br />

Melodramma<br />

Deve rinvenire corno, bacchetta e sciarpa!<br />

Tu, Li<strong>di</strong>, devi rendergliene noto l'uso!<br />

Raccomandagli inoltre <strong>di</strong> usarli saggiamente,<br />

se vuole possederli a lungo traendone vantaggio.<br />

Tutti si allontanano.<br />

SCENA SECONDA<br />

Rovine come si vedevano prima in miniatura. Sullo sfondo il mare. Si sente il ritornello<br />

dell'aria <strong>di</strong> Quecksilber. Arriva Quecksilber.<br />

QUECKSILBER<br />

Aria<br />

A cosa servono ancora<br />

i barometri su questa terra?<br />

Ognuno si fa il tempo<br />

come gli piace.<br />

Ai ricchi si mostra bello,<br />

ventoso ai bellimbusti,<br />

Pioggia sarà,<br />

per i poveri <strong>di</strong>avoli.<br />

Ai belli <strong>di</strong> solito<br />

si mostra variabile,<br />

al villano tempestoso<br />

e per me altro non è che neve.<br />

Eppure, oh destino, è un peccato<br />

che tu mi perseguiti con violenza,<br />

fino al momento in cui la grazia dei benefattori<br />

non <strong>di</strong>minuirà tanto da congelarsi.<br />

Oh, che bel mestiere fabbricare barometri, c'è da morirne <strong>di</strong> fame giorno dopo giorno. Son<br />

dovuto andare per mare, me sventurato, per stupire con la mia arte i popoli selvaggi della<br />

terra e adesso il destino mi scaraventa su quest'isola incantata, dove non ho ancora visto<br />

altro che un paio <strong>di</strong> canarini o quel che erano e un elefante in pensione con tre zampe - Beh,<br />

quelli non avranno certo bisogno <strong>di</strong> barometri. Io non sono andato in rovina, ma la nave è<br />

affondata, proprio perché c'ero sopra io, uccello del malaugurio. I marinai avevano<br />

maledetto quest'isola fatata già da lontano, visto che ogni nave che vi si avvicina naufraga.<br />

Proprio così - si sono salvati su una barchetta, io mi sono tenuto al mio barometro e me ne<br />

sono andato a nuoto; ho avuto la gran<strong>di</strong>ssima fortuna <strong>di</strong> essere stato l'estate scorsa due volte<br />

al Prater alla scuola <strong>di</strong> nuoto e <strong>di</strong> aver osservato; così ho imitato, altrimenti non mi sarebbe<br />

stato possibile salvarmi. La mia prima sventura


13<br />

è stato il mio nuovo tipografo; sfortunatamente mi sbaglia sempre una lettera nelle etichette<br />

dei barometri - Per esempio, invece <strong>di</strong> vento gelato, sbaglia la G e si ritrova vento pelato,<br />

con tempo caldo, sbaglia la D e si ha tempo calvo. Io non me ne accorgo, li vendo, la gente<br />

crede che io sia un folle e non si fanno fare più nulla da me. Non si guadagna più. Che fare<br />

allora se non vendere le mie ultime cosette e andare per il vasto mondo? - Eccomi qui ora,<br />

solo e abbandonato, un albero da frutta nel deserto. Piange. Però <strong>di</strong> tutto quel chiassoso<br />

seguito chi è rimasto con me con atteggiamento benevolo? Questo nobile stomaco! L'unico<br />

scroccone che mi dà la seccatura <strong>di</strong> rimanere fedele. Sta or ora dettando una nuova supplica<br />

per avere qualcosa da mangiare. - Destino! Se possie<strong>di</strong> una <strong>di</strong>gnità, non farmi morire <strong>di</strong><br />

fame! Si sente risuonare una musica sotterranea. Che cos'è? - Un'accademia musicale sotto<br />

terra?<br />

VOCE DEL CORNO Chi mi vuole suonare?<br />

QUECKSILBER Che domanda curiosa!<br />

VOCE DELLA SCIARPA Chi mi vuole portare?<br />

QUECKSILBER Portarla? Peserà settanta libbre.<br />

VOCE DELLA BACCHETTA Chi vuol farmi oscillare?<br />

QUECKSILBER E questa che vuole anche essere oscillata? Cosa vuol <strong>di</strong>re tutto ciò?<br />

TUTTE E TRE LE VOCI INSIEME<br />

Dai suona!<br />

Dai portami!<br />

Dai muovimi!<br />

Sarà la tua fortuna!<br />

QUECKSILBER Non so cosa pensare. Si può pensare quello che si vuole. Ma deve essere<br />

la mia fortuna? Orsù!<br />

Ti suono io!<br />

Ti porto io!<br />

Ti muovo io!<br />

Su! Su!<br />

Tuono. Musica. Spuntano dalla terra tre pie<strong>di</strong>stalli sui quali si trovano un corno da caccia<br />

d'argento, una fascia nera con segni magici e una bacchetta d'oro.<br />

QUECKSILBER Un piccolo corno da caccia? Eh, mi piace. Una fascia guarnita <strong>di</strong> occhi <strong>di</strong><br />

bue e una bacchetta d'oro per percuotere? Beh, che bambinate son mai queste?<br />

Prendere un uomo per un folle. Chi è mai questo villano sotterraneo? Se solo venisse<br />

su, mi prenderei la libertà <strong>di</strong> sbattergli il mio barometro in testa, tanto da farne volare<br />

via i pezzi.<br />

Tuono. Le rovine si trasformano in una tenda <strong>di</strong> nubi color rosso chiaro, guarnita <strong>di</strong> rose<br />

bianche. Breve musica. Li<strong>di</strong> entra in compagnia <strong>di</strong> tre geni.<br />

LIDI Ingrato! Non peccare!<br />

QUECKSILBER Cielo! Che c'è? Che persona <strong>di</strong> straor<strong>di</strong>naria bellezza! Ninfa del bosco o<br />

Donna del Lago? A te l'ossequio del più miserabile <strong>di</strong> tutti i fabbricanti <strong>di</strong> barometri!<br />

I tre geni ridono. Adesso guarda quei maledetti monelli botocu<strong>di</strong>, si prendono gioco<br />

<strong>di</strong> uomo colto.<br />

I geni arrivando hanno preso i doni, i pie<strong>di</strong>stalli spariscono.


14<br />

LIDI Ascolta attentamente!<br />

I doni che tu ve<strong>di</strong>, <strong>di</strong> gran valore nel campo della magia,<br />

ti vengono regalati dal potere della fortuna, affinché tu li usi.<br />

Se muoverai questa bacchetta, ti sarà propizio l'incantesimo,<br />

ciò che con essa toccherai, si muterà in oro.<br />

Con la tua potenza potrai<br />

procacciarti il più gran<strong>di</strong>oso sfarzo<br />

<strong>di</strong> abiti e brillanti,<br />

se solo agiterai la bacchetta.<br />

E se magari tu bramassi azioni <strong>di</strong> guerra,<br />

suonando il corno giungeranno valorosi soldati.<br />

Se la fascia ti coprirà e desiderassi andar lontano,<br />

ti troverai in un baleno nel luogo bramato.<br />

Conserva con cura i doni, se mai ti sparissero,<br />

dovrai ritrovarli quaggiù con le tue sole forze.<br />

In<strong>di</strong>etreggia, la tenda si trasforma nuovamente in rovine.<br />

I GENI gli danno i regali e lo richiamano minacciosi con il <strong>di</strong>to: Ehi tu! E si allontanano<br />

ridendo.<br />

QUECKSILBER gridando: Ehi voi! Che genia screanzata! Eh già, tali sono i figli delle fate<br />

- i genitori non li controllano - e poi li lasciano andare in giro tutti scalzi. Ma la<br />

fortuna! La fortuna! Chi lo avrebbe mai pensato stamani che oggi sarei stato così<br />

fortunato? Se in quest'attimo ci fosse qui qualcuno da poter abbracciare lo<br />

massacrerei dalla gioia!<br />

SCENA TERZA<br />

I marinai vengono trasportati su una barca. Detto.<br />

MARINAI<br />

Coro<br />

Scendono tutti a terra.<br />

Gau<strong>di</strong>o! Gau<strong>di</strong>o! Gau<strong>di</strong>o!<br />

Amici ecco la terra!<br />

Lasciate mugghiare il mare<br />

e i venti sibilare,<br />

affrettatevi verso la spiaggia.<br />

PRIMO MARINAIO Questa volta l'abbiamo scampata bella. Che tempesta! Invano<br />

abbiamo remato in lungo e in largo un giorno intero e il caso ci ha fatto approdare<br />

proprio su questa maledetta isola fatata. Incontrare un uomo qui, per quel che vedo,<br />

è una vana speranza.<br />

QUECKSILBER Allora io devo assomigliare a un merlo!<br />

PRIMO MARINAIO vede in terra un barometro: Compagni, guardate, là c'è un<br />

barometro. Lo raccoglie.


15<br />

QUECKSILBER Lasciate stare le cose <strong>degli</strong> altri.<br />

TUTTI I MARINAI Il fabbricante <strong>di</strong> barometri!<br />

PRIMO MARINAIO Ma come può essere arrivata qui questa canaglia? E' senz'altro lui,<br />

quell'elefante marino che avevamo a bordo, il responsabile della nostra sventura.<br />

QUECKSILBER Questo sarà il primo che abbronzerò, si prenderà dei bei colpi d'oro!<br />

PRIMO MARINAIO Cosa? Tricheco, marsovino!<br />

QUECKSILBER La prego <strong>di</strong> smetterla con i Suoi raffinati appellativi. Adesso parleremo<br />

subito con un altro tono. Maledetti voi marinai <strong>di</strong> bassa lega! Riconoscete in me il<br />

vostro dominatore se non volete crepare <strong>di</strong> fame. Una potente fata mi ha donato<br />

questa bacchetta magica, tutto ciò che con essa tocco, lo posso trasformare in oro!<br />

Tutti ridono.<br />

PRIMO MARINAIO Quel giovanotto deve aver mangiato le foglie della pazzia; è<br />

<strong>di</strong>ventato matto.<br />

QUECKSILBER Cosa? C'è qualcosa a portata <strong>di</strong> mano? Corre alla barca, la tocca ed<br />

essa si trasforma rapidamente in una nave d'oro puro, pronta a far vela. Ebbene?<br />

TUTTI I MARINAI cadono in ginocchio intorno a lui: Signore, riconosciamo la tua<br />

potenza. Potrai perdonarci?<br />

QUECKSILBER fa un cenno con orgoglio: Oui. Alzatevi! Da ora in poi sarete al mio<br />

servizio. Denaro non dovrà farvi <strong>di</strong>fetto e chi si comporterà particolarmente bene, per<br />

ricompensa lo farò indorare al fuoco.<br />

TUTTI Hurrà!<br />

QUECKSILBER E adesso <strong>di</strong>temi, cosa sapete <strong>di</strong> questa terra?<br />

PRIMO MARINAIO E' sotto la protezione <strong>di</strong> una fata potente. Capita raramente che uno<br />

straniero riesca ad approdarvi e già migliaia <strong>di</strong> persone hanno trovato la loro tomba<br />

tra queste onde. - Solo il nostro capitano è stato tanto ar<strong>di</strong>to da arrivare sulla<br />

spiaggia dal lato orientale e ha raccontato che là c'è un potente regno, il cui principe<br />

ha per figlia una bellissima principessa, che la natura deve aver dotato <strong>di</strong> straor<strong>di</strong>nario<br />

ingegno.<br />

QUECKSILBER Deve averci una porzione anche del mio; per questo me ne mancava<br />

sempre un po'. Bon, questo pro<strong>di</strong>gio voglio proprio conoscerlo: visto che quest'isola<br />

è priva <strong>di</strong> un ufficio informazioni faremo il giro <strong>di</strong> tutta la costa finché non troveremo<br />

qualcuno. - In quel luogo mi farò chiamare Principe Maikäfer e sarò padrone <strong>di</strong><br />

numerose isole <strong>di</strong> cavallette. Orsù, alla nave! Altrimenti tutto il seguito morirà <strong>di</strong><br />

fame.<br />

TUTTI Evviva!<br />

Coro<br />

Alla nave! Si gonfia la vela,<br />

già spira un vento propizio.<br />

Presto vedremo li<strong>di</strong> abitati,<br />

confidate nella cieca sorte.<br />

Salgono tutti sulla nave e partono.


SCENA QUARTA<br />

16<br />

Una stanza. Entrano gli schiavi e preparano una specie <strong>di</strong> giaciglio con dei cuscini.<br />

Danzando, entrano le schiave con grosse casse; infine Tutu con un grande parasole, si<br />

siede sui cuscini già approntati.<br />

TUTU Silenzio! Soccombo sotto il peso <strong>degli</strong> impegni. State zitti, cosicché dormendo io<br />

possa de<strong>di</strong>carmi a tali impegni. Voglio proprio <strong>di</strong>stendermi dove mi pare????: mi fa<br />

male dappertutto a forza <strong>di</strong> star <strong>di</strong>steso; devo trascorrere così tutto il giorno in<br />

occupazioni del genere. Si sente un rumore <strong>di</strong>etro le quinte. Cosa sta succedendo?<br />

Chi <strong>di</strong>sturba la mia saggezza? Sarà certamente <strong>di</strong> nuovo mia figlia, la Principessa, che<br />

ha combinato qualcosa!<br />

SCENA QUINTA<br />

Linda. Tutu.<br />

LINDA entra precipitosamente e si getta ai pie<strong>di</strong> <strong>di</strong> Tutu: Ah! Mi protegga, benevolo<br />

signore!<br />

TUTU Se non mi procurerà troppo lavoro, ti proteggerò.<br />

LINDA Sua figlia la Principessa, è proprio insopportabile, va a finire che tutti non potranno<br />

fare altro che sfuggirla.<br />

SCENA SESTA<br />

Zoraide. Detti.<br />

ZORAIDE Cosa vedo? Lei stesso prende sotto la Sua protezione questa peccatrice che<br />

<strong>di</strong>ssuade i miei pretendenti? Ma rallegrati <strong>di</strong> come sistemerò il tuo fascino. Da domani<br />

in poi non dovrà più esistere in tutto il paese un solo bel visetto.<br />

TUTU Tu? Ciò non avverrà senza un bel trambusto; se tu porterai un attacco alla bellezza<br />

delle donne, quelle si <strong>di</strong>fenderanno fino all'ultima goccia <strong>di</strong> sangue.<br />

ZORAIDE Ma io lo voglio! Lo voglio e lo voglio! Tutti, proprio tutti li voglio vedere ai<br />

miei pie<strong>di</strong>, tutti dovranno amare solo me e per me struggersi d'amore.<br />

SCENA SETTIMA<br />

Hassar. Detti.<br />

HASSAR Potente Tutu! Perdona se la mia bellezza si getta ai tuoi pie<strong>di</strong>. E' arrivato uno<br />

straniero che suscita uno scalpore terribile.<br />

ZORAIDE Un altro ancora dunque? Oh, gli uomini innamorati non si estinguono.<br />

TUTU Continua pure! Che scalpore suscita? Si può anche far scalpore andando a testa in<br />

giù o facendo capriole. Dunque che tipo <strong>di</strong> scalpore è il suo?


17<br />

HASSAR Le sue navi sono d'oro puro; la prua è tutta incastonata <strong>di</strong> solitari. Quest'uomo e<br />

il suo seguito hanno <strong>di</strong>sseminato ducati sonanti sulla strada dalla riva al palazzo.<br />

ZORAIDE Deve essere un bell'uomo.<br />

HASSAR Mi perdoni Zoraide! Per bellezza egli non può sostenere paragoni con me; ma<br />

deve essere <strong>di</strong>vertente. Vuole vederLa e sposarLa.<br />

ZORAIDE Guarda un po', troppa grazia!<br />

TUTU Dunque dobbiamo <strong>di</strong> nuovo logorarci. Vogliamo vederlo. Zoraidel, vai, metti fine a<br />

questa storia e pren<strong>di</strong>lo; altrimenti alla fine farai tappezzeria; è andata così a tutte<br />

quelle che hanno cercato tanto a lungo. Esce. Il seguito <strong>di</strong>etro <strong>di</strong> lui. Hassar uscendo<br />

butta baci a Linda.<br />

SCENA OTTAVA<br />

Zoraide. Linda<br />

ZORAIDE Se veramente costui possiede tali ricchezze, dovranno essere mie. Poi se ne può<br />

tornare da dove è venuto. Esce.<br />

LINDA Aspetta, vipera! Lo metterò in guar<strong>di</strong>a, non dovrai prenderlo in giro.<br />

Aria<br />

Deridere un po' gli uomini<br />

va bene!<br />

Visto che ci scherniscono<br />

e non poco.<br />

Ma canzonarli tutti<br />

proprio senza sentimento<br />

e prenderli in giro,<br />

questo no, è troppo.<br />

Esce<br />

Un po' li schernisco volentieri<br />

è così che deve essere.<br />

Tuttavia sono loro i signori<br />

e prendono la rivincita,<br />

quando fanno gli sguar<strong>di</strong> cupi<br />

e ahimè sospirano!<br />

Allora non si può neppure ridere<br />

ed è meglio cambiare tono.


SCENA NONA<br />

18<br />

Piazza davanti al palazzo. Una folla <strong>di</strong> gente arraffa i sol<strong>di</strong> gettati. Il seguito <strong>di</strong><br />

Quecksilber, vestito con livree molto eleganti, lancia denaro.<br />

Coro<br />

SERVITORI<br />

Ci cascano sopra, ci si tuffano dentro,<br />

si potrebbe infilargliele anche negli occhi, le monete!<br />

POPOLO<br />

E non mi smuovo, mi rompo anche una gamba,<br />

i ducati devono essere miei in quantità.<br />

SCENA DECIMA<br />

Tutu. Zoraide. Hassar. Detti.<br />

TUTU Ecco, stanno succedendo cose spaventose! Avrà veramente lanciato ducati? O forse<br />

saranno semplicemente fiches?<br />

HASSAR Signore! D'oro purissimo!<br />

TUTU Subito all'opera dunque. Ora però devo anche farmi vedere un po' ????, costui, più<br />

tar<strong>di</strong>, potrà essere ricoperto <strong>di</strong> oggetti d'oro del mio tesoro.<br />

ZORAIDE Sta passando la servitù! Ma dov'è rimasto quel bellimbusto straniero, deve forse<br />

stu<strong>di</strong>arsi un <strong>di</strong>scorso?<br />

HASSAR Ah! Si avvicina!<br />

TUTU Si avvicina? Un bell'amante, appena si avvicina - ????<br />

HASSAR Per la mia bellezza, non ho mai visto uno splendore simile.<br />

TUTU Chiuda il becco, con la Sua bellezza. Esultate!<br />

POPOLO Evviva il principe Tutu!<br />

SERVITORI DI QUECKSILBER Sbraitando: Hurrà!<br />

ZORAIDE Che voci da orsi. Papà, ma che lingua è quella? Hurrà!<br />

TUTU Hurrà! - E' francese e in italiano significa: basta! - Silenzio, sta arrivando qualcuno.<br />

SCENA UNDICESIMA<br />

Detti. Quecksilber come un bellimbusto. Indossa un moderno frac <strong>di</strong> matassina d'oro, un<br />

panciotto d'argento con galloni ricamati in blu e pantaloni dello stesso tipo, un cappello a<br />

tre punte guarnito <strong>di</strong> <strong>di</strong>amanti. All'entrata si ode la melo<strong>di</strong>a del ritornello della prima aria<br />

<strong>di</strong> Figaro nel Barbiere <strong>di</strong> Siviglia.<br />

QUECKSILBER<br />

Recitativo<br />

Principessa! Per la quale si infiammano perfino i Calmucchi!<br />

Come devo chiamarti?


19<br />

Euphemia, Amarantia o Rosel?<br />

Qualunque sia il tuo nome, per me è lo stesso.<br />

Il Reno e la Mosella mi hanno condotto<br />

nel tuo regno su uno scafo a vapore.<br />

Aria<br />

Melo<strong>di</strong>a: Il mio animo è alquanto pre<strong>di</strong>sposto all'amore etc. etc.<br />

Possiedo molte migliaia <strong>di</strong> milioni<br />

e vado per mezzo mondo;<br />

nelle regioni più fredde e in quelle più calde,<br />

dappertutto ho menato tesori.<br />

Per <strong>di</strong>ssipare ben bene in Inghilterra,<br />

ho regalato sterline a libbre,<br />

inoltre per pagarmi, la banca<br />

finirà per ammalarsi dagli strapazzi.<br />

Per <strong>di</strong>ventare potente in Italia,<br />

ho comprato i giar<strong>di</strong>ni più splen<strong>di</strong><strong>di</strong>,<br />

melangole d'oro, ebbene si,<br />

perfino un bosco <strong>di</strong> salumi.<br />

In un pascolo del Tirolo,<br />

se vorrai essere felice,<br />

ho tre capanne,<br />

anche se sono piccole,<br />

là i tesori non servono,<br />

non te ne fai <strong>di</strong> niente,<br />

là solo un cuor fedele<br />

ti rende il più felice tra gli uomini.<br />

E nella bella terra d'Ungheria<br />

sono conosciuto come un Creso,<br />

sulla mia puszta<br />

conto <strong>di</strong>ecimila bufali, me escluso.<br />

In terra austriaca<br />

son <strong>di</strong> casa,<br />

la fortuna e la gioia<br />

non mi abbandonano mai.<br />

Là possiedo campi rivieraschi e boschi,<br />

fuori Auf der Schmelz possiedo splen<strong>di</strong><strong>di</strong> terreni,<br />

e la Brühl, bella come la Svizzera,<br />

mi appartiene fino a Heiligenkreuz<br />

E a Vienna possiedo case in gran copia,<br />

questo è un po' il mio capriccio,


20<br />

costruire sempre senza posa<br />

anche se la maggior parte si trova nella Ro?au.<br />

A Thury possiedo intere strade,<br />

della Wieden potrei abbandonarne la metà,<br />

e per un prezzo irrisorio<br />

ne ho comprate venti a Lerchenfeld.<br />

La Jägerzeile la amo in particolar modo,<br />

auguro alle persone <strong>di</strong> finire là,<br />

là ho un'unica casa,<br />

da dove non mi muoverò per tutta la vita.<br />

ZORAIDE Dunque questo è l'uomo così <strong>di</strong>sumanamente ricco? Sembra una scimmia<br />

rivestita.<br />

TUTU Mi è stato annunciato il tuo arrivo sulla nostra isola. Cosa cerchi qui, non c'è molto<br />

da trovare.<br />

QUECKSILBER Mi dà del tu? La fama della terribile bellezza <strong>di</strong> Mademoiselle Sua figlia<br />

mi ha attirato qui.<br />

TUTU Ecco la <strong>di</strong>mostrazione <strong>di</strong> come girano le fandonie. Guardala. Guardare non costa<br />

niente, eccola qui, guardala.<br />

ZORAIDE Spero mi troverai molto bella!<br />

QUECKSILBER Anch'ella mi dà del tu. Devono essere tirolesi emigrati, visto che danno<br />

del tu a tutti. A voce alta: Principessa, Lei è un magnifique Personage come il Suo<br />

signor padre, è <strong>di</strong>fficile scegliere tra un re e un jolly. Ma se volesse avere almeno la<br />

compiacenza <strong>di</strong> non darmi sempre del tu. Se non vuole <strong>di</strong>re Signore <strong>di</strong>, mi <strong>di</strong>a almeno<br />

del lei.<br />

ZORAIDE Che impertinente.<br />

TUTU Stai zitta. - Finché non ve<strong>di</strong>amo se ha denaro, <strong>di</strong>amogli del lei - se non ne ha,<br />

potremo continuare con le villanie.<br />

ZORAIDE Bene dunque - Mi <strong>di</strong>ca un po' - Lei mio caro Lei! - Visto che non vuole essere<br />

il mio tu: che cosa desidera veramente da me?<br />

QUECKSILBER Sono qui per chiedere la Sua bella mano.<br />

ZORAIDE Per questo ci vogliono tre qualità: spiritoso come il rum giamaicano - ricco<br />

come un inca del Perù - e bello come l'Adone greco -<br />

QUECKSILBER Beh, per quanto riguarda l'ingegno e la ricchezza, nessuna esitazione, ma<br />

per l'Adone greco, c'è qualcosa che non va, dovrà accontentarsi <strong>di</strong> uno della<br />

Valacchia.<br />

ZORAIDE Ma Lei che professione esercita?<br />

QUECKSILBER Sono un Millioneur.<br />

TUTU Non è una brutta professione.<br />

ZORAIDE Ha stu<strong>di</strong>ato?<br />

QUECKSILBER Duecento scuole.<br />

TUTU E' tanto! Qui ne abbiamo solo una e casualmente anche lì non ho imparato niente. -<br />

Dove ha stu<strong>di</strong>ato dunque?<br />

QUECKSILBER Di fatto ho frequentato i Ginnasi <strong>di</strong> Alsterbach, poi ho fatto importanti<br />

progressi nell'arte veterinaria, se Lei un giorno fosse in<strong>di</strong>sposto -<br />

TUTU La prego <strong>di</strong> tenermi presente -


21<br />

QUECKSILBER Ho stu<strong>di</strong>ato botanica nella Krautgasse, l'astronomia all'osteria dei do<strong>di</strong>ci<br />

segni zo<strong>di</strong>acali e le restanti scienze le ho apprese così <strong>di</strong> passaggio.<br />

TUTU Si, ma dove ha completato la Sua istruzione?<br />

QUECKSILBER Laggiù nella Valacchia -<br />

TUTU Allora ha fatto una bella carriera.<br />

ZORAIDE Ma come sta la faccenda delle prove della ricchezza? I ducati che Lei ha tirato<br />

fuori potrebbero essere anche gli ultimi in Suo possesso. Si è già vista ogni sorta <strong>di</strong><br />

imbroglione qui da noi.<br />

QUECKSILBER Devo trasformare in oro il Suo palazzo?<br />

TUTU No! Altrimenti <strong>di</strong> notte me lo portano via.<br />

QUECKSILBER Almeno i battenti dei portoni devono essere d'oro! Tocca il portone, che<br />

subito si trasforma in oro. Stupore generale.<br />

TUTU Mi viene meno l'intelletto!<br />

QUECKSILBER Queste colonne sono <strong>di</strong> legno? Ah, queste colonne <strong>di</strong> legno devono<br />

trasformarsi in argento. Tocca le colonne, che si trasformano in argento.<br />

ZORAIDE tra sé: Quel talismano dovrà essere mio.<br />

HASSAR Dovrebbe <strong>di</strong>ventare ven<strong>di</strong>tore <strong>di</strong> legname presso le nostre cataste in<strong>di</strong>ane.<br />

QUECKSILBER a Hassar: Ah! - Mi <strong>di</strong>ca, Le è in<strong>di</strong>spensabile l'uso della testa?<br />

HASSAR Si - prima <strong>di</strong> tutto ho solo quella e poi non si sa mai se ne esce qualcosa!<br />

QUECKSILBER Sarebbe una magnifica testina <strong>di</strong> agnello da indorare, non è vero, signor<br />

suocero?<br />

TUTU E perché? Egli non ha bisogno <strong>di</strong> alcunché <strong>di</strong> speciale, non si può indorare subito<br />

ogni testa <strong>di</strong> cretino, in fondo anche la sua non è dorata.<br />

QUECKSILBER Lei punzecchia!<br />

TUTU Oh, La prego, è inevitabile - Via, Zoraidel, che ti pare?<br />

ZORAIDE Straniero, hai conquistato il mio cuore. Una potenza irresistibile mi attira verso<br />

<strong>di</strong> te. Potrei piangere lacrime d'oro.<br />

QUECKSILBER Dunque - voulez-vous essere mia?<br />

ZORAIDE Se mi dai le prove dell'amore che pretendo da te.<br />

TUTU Con permesso! Va al centro. Il <strong>di</strong>scorso dura un po' troppo per me. Su, mio gentile<br />

signor genero, vulgo orafo, au revoir! Impartirò l'or<strong>di</strong>ne che si puliscano le Sue<br />

stanze a palazzo; a tappezzarle può pensarci anche da sé. Poi devo coricarmi e<br />

riposare, questo appassionato <strong>di</strong>verbio mi ha affaticato troppo. Ad<strong>di</strong>o! Indori per me<br />

tutto il mio regno, e se oggi dovessi ancora essere <strong>di</strong> buonumore, avrò il piacere <strong>di</strong><br />

vederLa - si, si, facciamo così, così - Allora, au revoir! - e poiché ora non mi viene in<br />

mente nient'altro in francese - ancora una volta au revoir! Esce .<br />

Tutti lo seguono, tranne Zoraide e Quecksilber.<br />

SCENA DODICESIMA<br />

Zoraide. Quecksilber.<br />

ZORAIDE Allora sei veramente deciso, giovanotto, ad andartene in giro per la mano a me<br />

sull'accidentata strada <strong>di</strong> questa vita? Senza stancarti? Oh, come ti chiami?<br />

QUECKSILBER Bartholomäus!


22<br />

ZORAIDE Bartholomäus e Zoraide, si annuncia un romanzo stupendo. Io sono una<br />

poetessa, ho tradotto in in<strong>di</strong>ano tutti i poeti europei.<br />

QUECKSILBER Deve essere bello.<br />

ZORAIDE Deve raccontarmi la storia della Sua vita; la rielaborerò in giambi <strong>di</strong> quattro<br />

pie<strong>di</strong>.<br />

QUECKSILBER Sia buona! Se la gente dovesse leggere tutte le sciocchezze che ho<br />

combinato in vita mia, non potrei più farmi vedere per strada.<br />

ZORAIDE No, mi perdoni! Per chiacchierare con Lei ci vuole una pazienza singolare, non<br />

ha neppure sei centesimi <strong>di</strong> galanteria addosso. Io desidero un uomo galante. Tra sé:<br />

Se potessi almeno agguantare quella bacchettina! - Teneramente: Facciamo la pace.<br />

Carissimo Bartholomäus! Avvinghierò il tuo cuore come fanno i tralci con il<br />

castagno. Lo abbraccia. O dei! Voi che abitate laggiù, gettate uno sguardo su <strong>di</strong> noi.<br />

E' vero che non lascerai mai la tua Zoraide? Il tuo cuore non chiederà un biglietto <strong>di</strong><br />

andata e ritorno e si farà rimborsare il prezzo d'ingresso della sua fedeltà alla cassa <strong>di</strong><br />

Amore?<br />

QUECKSILBER Eppure è un'anima buona!<br />

ZORAIDE tra sé: Desidero solo avere la bacchettina.<br />

QUECKSILBER Allora, qua la mano, ma non sul viso! Mi <strong>di</strong>a solo un bacetto come<br />

balzello e saremo d'accord.<br />

ZORAIDE Non ora, lo riceverà dopo il pranzo come pasticcino.<br />

QUECKSILBER Bene, è anche giusto. Quali pasticcini mangia Lei?<br />

ZORAIDE I frutti in<strong>di</strong>ani più squisiti.<br />

QUECKSILBER Mi fa piacere. Per me i frutti più squisiti sono le coccole delle rose <strong>di</strong><br />

macchia. Il mio cibo preferito però sono le pere. Sa quelle piccole, le perine moscate,<br />

sono buonissime.<br />

ZORAIDE Chi può avere un gusto tanto volgare! In puro alto tedesco: Come può<br />

mangiare mosche?<br />

QUECKSILBER Io non mangio affatto insetti. E' già tanto se non mi pungono! Pere! E' un<br />

cattivo gusto allora? Tutto il mondo mangia pere; ognuno una qualità <strong>di</strong>versa. I<br />

patrioti mangiano le pere imperatore, i ricchi le pere ducate, chi si profuma<br />

fortemente, le pere bergamotte, i calzolai la pelle <strong>di</strong> pera, i cocchieri le pere avena, i<br />

falegnami le pere selvatiche, i barbieri le pere barbine e chi commette un errore,<br />

mangia delle pere dolcissime. - In breve, sei mia e la cosa finisce qui.<br />

ZORAIDE Nuoto in un mare <strong>di</strong> gioia come una balena nel Danubio. Lo abbraccia.<br />

SCENA TREDICESIMA<br />

Detti. Linda.<br />

LINDA esce dal palazzo: Principessa, deve salire, affinché l'aria notturna non Le nuocia.<br />

In <strong>di</strong>sparte: Se solo potessi fargli un cenno. E' proprio un bell'uomo.<br />

ZORAIDE Cosa? Tra sé: Occasione desiderata! A voce alta: Come osa arrivare davanti ai<br />

miei occhi in questo momento per me così stupendo. Che sfrontata!<br />

LINDA Ma sovrana!<br />

QUECKSILBER Allora è pure ragionevole. Ma che cosa Le ha fatto?<br />

ZORAIDE Chiuda il becco! - Vuole anche contrad<strong>di</strong>rmi? Io le metto le mani addosso! -<br />

Cielo, che cosa sto facendo! Mi perdoni questo fervore!


23<br />

QUECKSILBER Permette? E' uno strano fervore. Da noi fanno questa baldoria i facchini<br />

della dogana centrale.<br />

ZORAIDE La prende a protezione? Ho la sensazione perfino che Lei le stia facendo<br />

l'occhiolino! Le piace? E' vero che questa figura ha delle belle forme? Anzi che queste<br />

forme hanno una bella figura? Così Lei può scre<strong>di</strong>tarmi con questo cercopiteco?<br />

QUECKSILBER Quale cercopiteco? E' più bella <strong>di</strong> Lei!<br />

ZORAIDE Che offesa! Che ne sarà <strong>di</strong> me? Sto perdendo i sensi. - Svengo -<br />

QUECKSILBER Per tutto l'oro del mondo -<br />

LINDA Sviene - Fa per sostenere Zoraide.<br />

ZORAIDE <strong>di</strong> scatto: Osa toccarmi. Via all'istante dalla mia vista. Via, ho detto. Indugia<br />

ancora - Linda fugge, Zoraide strappa la bacchetta <strong>di</strong> mano a Quecksilber. La<br />

trasformerò in un drago, se la raggiungo! Via! Via! Rincorre Linda nel palazzo, le<br />

porte si chiudono.<br />

QUECKSILBER Beh, che cosa mai è questo? Che persona maligna - Ehi! La mia<br />

bacchetta! E' capace <strong>di</strong> spezzarla, dopo<strong>di</strong>ché, in qualità <strong>di</strong> indoratore, potrei<br />

annunciare bancarotta stregata. Non mi resta che correrle <strong>di</strong>etro. Va alla porta. E'<br />

proprio chiusa. Si, eppure non sono ancora le <strong>di</strong>eci! Qui serrano il portone già prima<br />

<strong>di</strong> pranzo. Ehi, portiere! Aprite! Su! Bussa.<br />

SCENA QUATTORDICESIMA<br />

Quecksilber. Una sentinella.<br />

UNA SENTINELLA compare sulle mura: Che rumore è mai questo?<br />

QUECKSILBER Su, aprite, devo entrare!<br />

SENTINELLA Ti do un consiglio <strong>di</strong> tutto cuore, scappa!<br />

QUECKSILBER Perché dovrei scappare? Non ho ancora debiti nel paese. Devo entrare,<br />

sono il marito della Principessa.<br />

SENTINELLA Un folle devi essere! La Principessa è andata con suo padre sulla sua isola<br />

preferita e ti fa <strong>di</strong>re: se non tagli la corda, faranno uscire alcune giovani tigri contro <strong>di</strong><br />

te. Non entrerai! Sparisce dalle mura.<br />

QUECKSILBER da solo: Oh, gentaglia in<strong>di</strong>ana! Povero sventurato fabbricante <strong>di</strong><br />

barometri! Cosa ho fatto? Indoro le loro porte e loro me le sbattono sul naso. Sono<br />

stato imbrogliato. Se potessi entrare, li massacrerei tutti insieme. - Fermo! Mi viene<br />

in mente una cosa. Posso richiamare un'armata. Vittoria - Oh, Pizichi! Pizichi! Suona<br />

al posto del mio fagotto! Aspetta, popolo ingrato. Suona il corno.<br />

SCENA QUINDICESIMA<br />

Attacca una marcia vivace. Uno stuolo <strong>di</strong> soldati ideali entra velocemente schierato, la<br />

guar<strong>di</strong>a del corpo è composta da piccoli ussari. Quecksilber. Comandante.<br />

COMANDANTE Generale! Cosa coman<strong>di</strong>?<br />

QUECKSILBER Disponetevi! - No, non <strong>di</strong>sponetevi ancora, c'è ancora tempo. Vede i<br />

piccoli ussari. Beh, che squadra è mai questa? Questi devono averli appena piantati e<br />

non sono ancora cresciuti. Sono soldati anche questi?


24<br />

COMANDANTE Questa è la tua guar<strong>di</strong>a del corpo.<br />

QUECKSILBER Quella? Pensavo fossero rane in uniforme.<br />

COMANDANTE Ti proteggerà.<br />

QUECKSILBER si mette accanto ai più piccoli: Allora sono sicuro fino a qui in<strong>di</strong>cando il<br />

petto. Beh, mi va bene - Ora vedremo se sanno anche fare qualcosa. Ai piccoli che<br />

stanno da una parte: Attenzione - Obliqu'a destr'! Marsc'! Marcia con loro intorno<br />

al palco venendo a trovarsi davanti ai più gran<strong>di</strong>. Alt! - Beh, si può fare - Portate i<br />

cannoni puntati verso il palazzo. Due cannoni appaiono in aria tra le nubi, c'è anche<br />

un genio come cannoniere. Alt! Cannon' alt - Attenzione! Presentat'arm - Uno! -<br />

Due! - Tre! - La squadra fa il presentat'arm con la sciabola già al numero due. Ah<br />

si, allora niente tre - sono addestrati solo al due - Ancora una volta presentat'arm -<br />

Uno! - Due! - In ginocchio! - Marsc' - avanti marsc'! La prima fila <strong>di</strong> ussari saltella<br />

come le rane. Alt, alt! Accidenti, sono esercitati, allora voglio veder marciare un<br />

intero reggimento. In<strong>di</strong>etro! Su dunque. Attenzione! - Marciate con tutt'e due i pie<strong>di</strong><br />

insieme verso il palazzo, fate prigionieri Zoraide e suo padre. Saranno massacrati<br />

tutti! I bambini nella culla non verranno risparmiati! Guardare a destra! Marciare a<br />

sinistra! Attaccare! Cannoneggiare! Imbracciat'arm! Pied'arm!<br />

COMANDANTE Generale, tu non capisci niente <strong>di</strong> tattica, fai comandare a me. Alla<br />

carica!<br />

Musica marziale. I più gran<strong>di</strong> portano delle scale, le appoggiano al palazzo e salgono<br />

furiosamente. Gli ussari portano un grosso ariete e con esso sfondano la porta d'oro.<br />

Quecksilber è da una parte con due piccoli ussari che osserva. Quando tutto è finito esce<br />

dal portone uno <strong>degli</strong> uomini <strong>di</strong> Tutu che assesta a Quecksilber un colpo <strong>di</strong> sciabola sulla<br />

schiena. Quecksilber solleva velocemente il piccolo ussaro che lo <strong>di</strong>fende con la sciabola<br />

fino al retroscena. I cannoni sparano due colpi contro il palazzo, che è tutto in fiamme. Lo<br />

scontro sulla scena <strong>di</strong>venta generale. Tutu e Zoraide vengono portati fuori. Gruppo<br />

vittorioso della squadra magica. Quecksilber entra in quel momento con i due piccoli<br />

ussari e si erge a vincitore su uno <strong>degli</strong> uomini <strong>di</strong> Tutu a terra. Su questo gruppo cala una<br />

bella tenda <strong>di</strong> nubi. Nel mezzo c'è la dea della guerra circondata da alcuni geni, che<br />

agitano delle piccole ban<strong>di</strong>ere, hanno l'elmo in testa, ognuno dei quali presenta una lettera<br />

trasparente che dà luogo alla parola: Vittoria. Tableau generale.<br />

FINE DEL PRIMO ATTO


ATTO SECONDO<br />

SCENA PRIMA<br />

25<br />

Salone <strong>di</strong> gusto in<strong>di</strong>ano. Di lato un trono rialzato dove è seduto Quecksilber, accanto a lui<br />

la sua servitù, al centro gli ussari, <strong>di</strong> fronte gli uomini <strong>di</strong> Tutu inginocchiati. Hassar.<br />

Coro<br />

Rendete tutti omaggio al vincitore,<br />

consacrate a lui vita e sangue,<br />

contro guerrieri fatati<br />

il vostro coraggio combatte invano.<br />

HASSAR Nobile straniero! Tu che sei sotto la protezione <strong>di</strong> potenze sovrannaturali, ricevi<br />

dall'indegna bocca del tuo più umile schiavo, l'omaggio <strong>di</strong> tutti gli abitanti <strong>di</strong><br />

quest'isola. Tutti si prostrano <strong>di</strong> fronte alla tua superiorità.<br />

QUECKSILBER Capisco; si è voltato pagina.<br />

HASSAR Signore! Adesso, come se non bastasse, il tuo schiavo osa gettarsi ai tuoi pie<strong>di</strong>,<br />

conscio della sua bellezza, e ti presenta i suoi ossequi in maniera del tutto speciale.<br />

Desidero anche ar<strong>di</strong>re esporti in versi la mia sottomissione.<br />

QUECKSILBER Cosa? Vuol parlarmi in versi? Amico, non me lo faccia, preferirei farmi<br />

picchiare.<br />

HASSAR Quant'è vero che sono un bell'uomo, questo è il colmo.<br />

QUECKSILBER Per adesso basta. Per la notte verrà allestito un grande spettacolo<br />

pirotecnico; una piramide infuocata con duemila girandole e in<strong>di</strong>cando Hassar lui<br />

verrà posto in cima insieme alla sua bellezza. Adesso via tutti. Escono tutti tranne<br />

quattro ussari. A loro: E voi conducetemi Tutu quassù. Gli ussari escono. Per prima<br />

cosa leggerò per bene il testo al vecchio, poi a lei, a quella ingrata.<br />

SCENA SECONDA<br />

Detti. Tutu, in catene, viene condotto dai quattro piccoli ussari.<br />

PRIMO USSARO Alt! Resta fermo, ho detto.<br />

TUTU guardandolo dall'alto in basso: Che rumore è mai quello laggiù? Adesso ne ho<br />

abbastanza.<br />

PRIMO USSARO Silenzio, non fiatare o ti faccio sbassare <strong>di</strong> venticinque centimetri.<br />

TUTU Che <strong>di</strong>amine è questo? Signor genero, dove sta scritto che mi si tratti in modo tanto<br />

vergognoso? E' per Suo or<strong>di</strong>ne che avviene tutto ciò?<br />

QUECKSILBER Oui!<br />

TUTU Oui? Allora non posso risponderLe altro che vergogna!


26<br />

QUECKSILBER Non posso impe<strong>di</strong>rlo; questi uomini valorosi ti hanno sconfitto. Sei in<br />

mano alla mia armata.<br />

TUTU ai piccoli: Mia ottima armata, mi fa piacere conoscerVi. Se lo avessi saputo, Vi<br />

avrei presi tutti, bastava mettere alcune trappole per topi.<br />

PRIMO USSARO Taci, o ti costerà la testa. Sguaina la sciabola.<br />

TUTU Tornate <strong>di</strong> nuovo al quarto piano ai miei coman<strong>di</strong>.<br />

QUECKSILBER Toglietegli le catene - Lasciateci soli!<br />

PRIMO USSARO Certamente! Passa a<strong>di</strong>rato davanti a Tutu. Ehi, basta! Rinfodera la<br />

sciabola ed esce con arroganza insieme agli altri.<br />

TUTU Lo segue con lo sguardo. Ah, uomo della <strong>di</strong>mensione <strong>di</strong> un ribes.<br />

SCENA TERZA<br />

Tutu. Quecksilber.<br />

QUECKSILBER Adesso salderemo i conti. Ma Lei e la signorina Sua figlia, dove avete<br />

imparato l'educazione <strong>di</strong> rubare le cose preziose alle persone oneste? Sono forse<br />

venuto per questo nel vostro paese?<br />

TUTU E chi glielo ha fatto fare <strong>di</strong> venire? Magari fosse rimasto lontano.<br />

QUECKSILBER E' questo il ringraziamento per averLe indorato tutte le voliere e tutti i<br />

pollai? Per aver trasformato tutte le carpe <strong>di</strong> lago in carassi dorati, allo scopo <strong>di</strong><br />

poterli impegnare, qualora Le venisse a mancare il denaro?<br />

TUTU Perché se la prende con me? Cosa mi importa della Sua bacchetta? Faccia più<br />

attenzione alle Sue cose; l'ha sbattuta in qua e in là mettendo a repentaglio la vita <strong>di</strong><br />

chi Le stava vicino.<br />

QUECKSILBER Perché non gliel'ha portata via? Avrebbe dovuto far educare meglio Sua<br />

figlia.<br />

TUTU Ormai cosa posso fare? Ha avuto tre governanti: una <strong>di</strong> Parigi, l'altra <strong>di</strong> Lione e una<br />

del Breitenfeld. E' educata molto bene, per questo non posso <strong>di</strong>rle niente, altrimenti<br />

mi mette a posto ben bene.<br />

QUECKSILBER Insomma, Lei è un ingrato e io ora non voglio più Sua figlia.<br />

TUTU Allora Lei è un uomo sporco!<br />

QUECKSILBER Oh, non mi offende! Non posso essere sporco, sono ricco e perciò uno<br />

che si è lavato; da dove dovrebbe provenire lo sporco?<br />

TUTU Lei è giunto sulla mia isola senza neppure avere il passaporto?<br />

QUECKSILBER Non c'entra proprio niente! Anche se non ho né un basso né un tenore,<br />

ho pur sempre una voce più bella della Sua.<br />

TUTU Si, si immagini pure quel che vuole, se un simile bellimbusto può fare osservazioni<br />

mordaci su un uomo vecchio come me! Mia figlia non è colpevole dell'imbroglio, Lei<br />

è colpevole; perché ha portato proprio una bacchetta d'oro? Avesse sbattuto in giro<br />

un bastone <strong>di</strong> nocciolo, nessuno l'avrebbe voluto e chiunque La avrebbe evitata. E se<br />

Lei si mette a fare l'occhiolino alla cameriera, ella deve pur essere gelosa; non deve<br />

farlo, - non è bello - La mia povera Zoraidel è pazza d'amore per Lei. Non so che<br />

cosa trovi <strong>di</strong> bello in Lei. Le devo <strong>di</strong>re francamente: a me Lei non piace, niente è<br />

spontaneo in Lei, non ha una fisionomia leale; guar<strong>di</strong> la mia faccia, come è tutta<br />

aperta. Spalanca gli occhi e la bocca.<br />

QUECKSILBER Si, fino a lì; ma qua è chiuso. In<strong>di</strong>ca la fronte.


SCENA QUARTA<br />

Zoraide. Detti.<br />

27<br />

ZORAIDE palli<strong>di</strong>ssima, entra lentamente: Ci lasci soli, padre.<br />

TUTU La guar<strong>di</strong>, tiranno! Dal patire non si è neppure imbellettata. Per questo le ho fatto<br />

leggere romanzi tanto sentimentali? Ha stu<strong>di</strong>ato le quattro materie fondamentali,<br />

affinché ai suoi trentadue anni vissuti felicemente -<br />

ZORAIDE irrompendo <strong>di</strong> scatto: Ventiquattro!<br />

TUTU Voglio <strong>di</strong>re ventiquattro - per otto anni è andata a scuola, quelli non contano -<br />

debba assommare i momenti sventurati della Sua conoscenza? Avrei da farle ancora<br />

<strong>di</strong>versi rimproveri, ma adesso devo coricarmi un po' per riposare; ma glielo <strong>di</strong>co<br />

tant'è vero che Lei se ne sta nel Suo frac <strong>di</strong> carta d'oro: qui siamo su un'isola<br />

incantata. Ora andrò subito a vedere e se in un angolo incantato troverò una vecchia<br />

fata consunta, che si prenderà cura <strong>di</strong> me, allora vedrà chi sono io. Scellerato! Esce.<br />

SCENA QUINTA<br />

Zoraide. Quecksilber.<br />

QUECKSILBER Comment vous portez-vous, ma chère Princesse?<br />

ZORAIDE Oh, capisco! Visto che vuol proprio tormentarmi, allora parla in francese, sa già<br />

che nessuno può sopportarlo. Ecco Le riporto in<strong>di</strong>etro la Sua bacchetta d'oro -<br />

L'avrebbe riavuta anche se non avesse devastato il nostro palazzo con la Sua armata<br />

<strong>di</strong> nanerottoli.<br />

QUECKSILBER Non mi ha sbattuto il portone sul naso? Non mi ha fatto <strong>di</strong>re che dovevo<br />

tagliare la corda altrimenti avrebbe fatto uscire delle giovani tigri contro <strong>di</strong> me?<br />

ZORAIDE Non ne sapevo niente. E' stato un equivoco.<br />

QUECKSILBER No, il portiere così mi ha riferito sul Suo conto.<br />

ZORAIDE Allora non posso farci niente, una particolare concomitanza <strong>di</strong> circostanze -<br />

QUECKSILBER Che sono? -<br />

ZORAIDE Il portiere ha preso una sbornia.<br />

QUECKSILBER Una volta è successo anche a me.<br />

ZORAIDE Davvero! Ha preso una sbornia?<br />

QUECKSILBER Si, non è stata una bella mossa da parte mia? - Ma ci scostiamo dalla cosa<br />

principale. Le perdonerò generosamente ciò che Lei mi ha causato. Ho <strong>di</strong> nuovo la<br />

mia bacchetta e con questo ci conge<strong>di</strong>amo, e affinché la mia piccola armata non<br />

procuri più seccature nel Suo palazzo, la farò sparire. Ehi là! Appare il primo ussaro.<br />

Potete suonare la ritirata, se avrò bisogno <strong>di</strong> voi, vi richiamerò. In<strong>di</strong>ca il corno.<br />

PRIMO USSARO Giustissimo! Esce.<br />

ZORAIDE nota il corno, tra sé: Ah! Devo avere anche questo corno.<br />

QUECKSILBER Adesso salirò sul mio mercantile pronto a far vela e quin<strong>di</strong><br />

Mademoiselle, a<strong>di</strong>eu pour jamais! Fa per uscire.<br />

ZORAIDE Come? Vuole lasciarmi?<br />

QUECKSILBER Ha qualcosa da obiettare?


28<br />

ZORAIDE Chie<strong>di</strong> se ho qualcosa da obiettare? Non ti sei impegnato ad essere lo schiavo<br />

del mio cuore? E ora non rassegni neppure le <strong>di</strong>missioni come si conviene, scappi via<br />

senza attendere i tuoi quattor<strong>di</strong>ci giorni.<br />

QUECKSILBER Non sono mica una cuoca!<br />

ZORAIDE Eppure vuoi guastarmi la gioia e piantarmi, me, innocente come un agnello.<br />

QUECKSILBER Se non fosse così carina. Ahimè! Mi lasci, falso Personage ! Che prove<br />

ha della Sua innocenza?<br />

ZORAIDE Hai <strong>di</strong>menticato la sbornia del portiere?<br />

QUECKSILBER Ah, sciocchezze! La sbornia per me non è una scusa!<br />

ZORAIDE No? Non è un'ebbrezza anche l'amore? E Schiller non <strong>di</strong>ce a proposito: chi non<br />

ha mai preso una sbornia, non è un uomo retto?<br />

QUECKSILBER E Lei lo ha detto Schiller? A me lo canta il portiere nel Neusonntagskind.<br />

ZORAIDE Che importa ? Che mi importa <strong>di</strong> tutti i portieri del mondo se la doppia porta<br />

del tuo cuore è serrata. Aprila alla tua Zoraide!<br />

QUECKSILBER Non ne ho la chiave; man<strong>di</strong> a chiamare il fabbro.<br />

ZORAIDE Mi schernisci ancora?<br />

QUECKSILBER Mi lasci andare!<br />

ZORAIDE Fermo! Tra sé: Ora non conosco più altro mezzo se non cadere svenuta. A<br />

voce alta. Povera me! Che ne sarà <strong>di</strong> me?<br />

QUECKSILBER Ora che c'è?<br />

ZORAIDE Svengo!<br />

QUECKSILBER Sviene <strong>di</strong> nuovo! Cade nelle sue braccia. Eccola già <strong>di</strong>stesa. Lei - Lei è<br />

proprio abile! - Tengo qui dunque, tra le mie braccia, il brillante incastonato à jour<br />

nella falsità. - Si può <strong>di</strong>re a ragione che questo è un momento <strong>di</strong> un certo peso. -<br />

Eppure sono innamorato <strong>di</strong> lei. Però mi sembra che questo svenimento duri un po'<br />

troppo. Devo <strong>di</strong> nuovo formulare una domanda. Ehi Lei! Non desidera alzarsi un po'?<br />

Su, si svegli pure! Le dò la mia parola, rimarrò da Lei e La amerò <strong>di</strong> nuovo come<br />

prima.<br />

ZORAIDE si sveglia: Ah, cosa sento! Parli sul serio? Oh dei, vi ringrazio! E' <strong>di</strong> nuovo mio.<br />

Mai <strong>di</strong>menticherò questo momento!<br />

QUECKSILBER Neppure io!<br />

ZORAIDE Allora niente potrà più <strong>di</strong>viderci! Ma mio padre è irritato; se si oppone alla<br />

nostra unione?<br />

QUECKSILBER Oh, non preoccuparti <strong>di</strong> ciò; gli suonerò qualcosa io, finché ne avrà<br />

abbastanza.<br />

ZORAIDE Suonare? Non ti capisco!<br />

QUECKSILBER Appena si agita, suonerò il mio corno e la mia armata <strong>di</strong> nanerottoli sarà<br />

<strong>di</strong> nuovo qui.<br />

ZORAIDE Ah, che bello. Desidero vederlo. Oh, dammene una piccola prova; non posso<br />

crederci.<br />

QUECKSILBER No? Ti richiamerò subito un battaglione. Tira giù il corno.<br />

ZORAIDE Oh! Fammi un po' provare se ci riesco anch'io. Ti prego, ne chiamerò solo<br />

alcuni.<br />

QUECKSILBER Va bene, ma attenzione che non ne esca fuori un suono sbagliato. Su,<br />

adulatrice. Le dà il corno. Zoraide lo suona. Musica.


SCENA SESTA<br />

Detti. Sei amazzoni con lancia e scudo.<br />

29<br />

ZORAIDE Proteggetemi dal furore <strong>di</strong> questo pazzo! Il corno è mio! Ora riconosci<br />

Zoraide? Hahaha! Esce <strong>di</strong> corsa.<br />

QUECKSILBER Ah, vipera! Fa per andarle <strong>di</strong>etro.<br />

LE AMAZZONI tendono avanti le loro lance e lo spingono in<strong>di</strong>etro: In<strong>di</strong>etro!<br />

Breve musica. Quecksilber cade a terra, le amazzoni escono <strong>di</strong> corsa.<br />

SCENA SETTIMA<br />

Linda. Quecksilber.<br />

LINDA Che rumore è mai quello che sento? Chi giace là a terra? Lo straniero! Ah, il<br />

povero pazzo! Non si muove proprio. Non sarà mica morto? Ho una gran paura! Lo<br />

scuote. Ehi, gentile signore! E' ancora vivo? Non mi metta questa paura, se è morto,<br />

lo <strong>di</strong>ca!<br />

QUECKSILBER si rialza: Dove sono? Sono ancora vivo?<br />

LINDA impaurita: Non lo so!<br />

QUECKSILBER Chi c'è qui? Ah, una donna? Via dai miei occhi, vipera.<br />

LINDA Oh, santo cielo, ha perso la ragione.<br />

QUECKSILBER Io la ragione? Hahaha! Può l'elefante perdere le ali? Il gatto la sincerità?<br />

Il coniglio il coraggio? Il cammello l'esile taglia?<br />

LINDA Vada e non denigri gli animali in questo modo.<br />

QUECKSILBER Puoi rubare la delicatezza a un facchino, la <strong>di</strong>screzione a una pasticciera e<br />

la riservatezza a un garzone <strong>di</strong> calzolaio? Puoi strappare la sod<strong>di</strong>sfazione a un uomo<br />

che sta per compiere venticinque anni?<br />

LINDA No, ma cosa sta <strong>di</strong>cendo -<br />

QUECKSILBER Prima che io perda la ragione, la luna si farà fare un cappello alla<br />

calabrese e il sole una pelliccia <strong>di</strong> lupo.<br />

LINDA La prego, la smetta con questi <strong>di</strong>scorsi insensati. La ritenevo una brava persona!<br />

QUECKSILBER Oh, anch'io la ritenevo brava!<br />

LINDA Chi?<br />

QUECKSILBER Chi? La tua padrona, la graziosa signorina.<br />

LINDA Cosa mai Le ha fatto?<br />

QUECKSILBER Mi ha sottratto il corno magico.<br />

LINDA Ecco, ci siamo! Allora sono arrivata troppo tar<strong>di</strong>; volevo avvertirLa della sua<br />

astuzia; fa così con tutti. Se almeno non si fosse innamorato <strong>di</strong> lei, sarebbe venuto<br />

subito da me!<br />

QUECKSILBER Se avesse detto qualcosa.<br />

LINDA Lei mi piace proprio.<br />

QUECKSILBER Mi lasci andare! Sono troppo <strong>di</strong>sperato.<br />

LINDA Sia buono, La prego! Dia retta! -<br />

QUECKSILBER in collera: Ingannare me, me, in questo modo. Guarda Linda. Lei è una<br />

ragazza per bene. Arrabbiato: Abbindolarmi in questo modo. Guarda Linda.


30<br />

Che occhi belli ha! Come sopra: No! No! Come sopra: Questa ragazza mi piace,<br />

rimango da lei! -<br />

LINDA Io Le vorrò davvero bene. Ha perso il Suo corno? Non si preoccupi.<br />

QUECKSILBER Me ne dà un altro?<br />

LINDA Al suo posto Le darò il mio cuore, con esso non potrà certo richiamare un'armata -<br />

ma avrà eternamente in esso un unico <strong>di</strong>fensore. Non ci saranno mai più mille persone<br />

al Suo servizio, ma quando Lei busserà alla porticina del cuore, Le verrà incontro una<br />

persona fedele e vedrà se mi sposerà: allora sarà veramente felice e <strong>di</strong>menticherà tutti<br />

i corni.<br />

QUECKSILBER Oh, cara ragazza! Ma come ti chiami?<br />

LINDA Linda!<br />

QUECKSILBER Oh, che pazzerello! Linda? Già il nome è soave come una cuffia da notte<br />

vellutata. Or bene, sarai mia. Ma devo ven<strong>di</strong>carmi. Devo riconquistare il mio corno,<br />

la bacchetta mi aiuterà. Raduna rapidamente la mie genti e tutti gli uomini nel<br />

palazzo. A ciascuno farò un dono <strong>di</strong> un milione se con l'astuzia o la violenza<br />

conquisteranno il mio corno; e a te per ricompensa prometto montagne d'oro.<br />

LINDA Evviva! Prendo marito. Oh che uomo d'oro.<br />

QUECKSILBER toccandosi il vestito: Si può proprio <strong>di</strong>re che uomo d'oro!<br />

LINDA Non lo lascerò mai più! Torno subito! Esce.<br />

SCENA OTTAVA<br />

Quecksilber.<br />

QUECKSILBER da solo: E' una brava ragazza, la sposo! Aspetta, principessa, devi<br />

imparare a conoscermi non appena riavrò il mio corno. Linda deve cercare <strong>di</strong> capire<br />

dove ha nascosto il corno magico, deve cercare <strong>di</strong> attirarla via, io assalirò il castello<br />

con la mia gente, conquisterò il corno e farò rinchiudere Zoraide e suo padre nella più<br />

profonda prigione; su in soffitta o tra le controfinestre - Pren<strong>di</strong> il corno sotto braccio,<br />

la fanciulla sulle spalle e poi via dalla casa della falsità e <strong>degli</strong> imbrogli. In<strong>di</strong>etreggia.<br />

SCENA NONA<br />

Quecksilber. Linda con i servitori <strong>di</strong> Quecksilber e <strong>di</strong>verse persone del seguito <strong>di</strong> Tutu.<br />

Coro<br />

LINDA<br />

CORO<br />

O amici, ubbi<strong>di</strong>te,<br />

siete sulla traccia d'oro,<br />

non ve ne pentirete,<br />

il suo compenso vi renderà felici.<br />

Ci daremo da fare<br />

per il prezioso metallo


LINDA<br />

CORO<br />

31<br />

e rischieremo la vita stessa,<br />

basta che tu ci esponga il caso.<br />

A caro prezzo,<br />

in modo astuto,<br />

gli fu sottratto<br />

un corno argentato.<br />

Dobbiamo<br />

procurartelo con le armi,<br />

dacci pure gli or<strong>di</strong>ni,<br />

inizieremo subito.<br />

QUECKSILBER avanza in mezzo a loro:<br />

Vi ricompenserò<br />

con milioni,<br />

basta che giuriate fedeltà<br />

nella mia mano.<br />

CORO<br />

Giuriamo subito,<br />

restiamo a te fedeli,<br />

ma procura velocemente<br />

i tesori.<br />

QUECKSILBER<br />

Tenete in alto i vostri turbanti,<br />

quaggiù non vi schiaccia alcun giogo,<br />

esultate in lieta congrega,<br />

una pioggia dorata cadrà su <strong>di</strong> voi.<br />

Cara bacchettina,<br />

che tu mi sia propizia.<br />

CORO e LINDA<br />

Cara bacchettina,<br />

che tu gli sia propizia.<br />

QUECKSILBER<br />

Una grande gioia<br />

procura il tuo oro.<br />

CORO e LINDA<br />

Una grande gioia<br />

procura il tuo oro.<br />

QUECKSILBER<br />

Presto, in alto i berretti,<br />

bacchetta, fai scendere una neve d'oro.<br />

Tutti tengono in alto i turbanti. Quecksilber fa numerosi movimenti con la bacchetta. Sono<br />

tutti in trepida attesa. Pausa della musica. Egli <strong>di</strong>ce:<br />

Si deve essere rotta una molla! Fa gli stessi movimenti <strong>di</strong> prima. Attacca la musica.


32<br />

QUECKSILBER. LINDA. CORO<br />

Non viene niente dall'alto,<br />

non viene niente dal basso,<br />

<strong>di</strong> questa<br />

il potere bacchetta<br />

della sua<br />

è completamente sparito.<br />

QUECKSILBER ha osservato bene la bacchetta:<br />

Qualunque cosa voi <strong>di</strong>ciate,<br />

la bacchetta è stata cambiata,<br />

la mia era forte,<br />

e questa è come burro.<br />

Spezza la bacchetta in piccoli pezzettini.<br />

CORO<br />

Escono tutti sghignazzando.<br />

SCENA DECIMA<br />

Quecksilber. Linda. Poi Hassar.<br />

Ha!<br />

Milionario rovinato,<br />

vieni un po' qua da noi,<br />

restiamo a te fedeli,<br />

ti spezziamo la schiena in due.<br />

LINDA Ma che cosa mai ha fatto? Ma perché non sono piovuti ducati?<br />

QUECKSILBER Silenzio, sono già contento che non siano piovute bastonate, aveva già<br />

iniziato a gocciolare. Ma a che serve? Son proprio un uomo sconfitto; quella falsa ha<br />

scambiato la mia bacchetta.<br />

LINDA Non si preoccupi. Ci sono ancora molti bastoni al mondo. Non si lasci andare per il<br />

suo, sia allegro.<br />

QUECKSILBER A che mi servono tutti i bastoni del mondo! Tutti i tralci <strong>di</strong> vite, tutte le<br />

teste <strong>di</strong> legno, tutti i tronchi - questo era il primo -.<br />

LINDA Beh, ora lasci un po' stare il primo e ritiriamoci su al secondo o al terzo piano, da<br />

dove avremo una vista più bella.<br />

QUECKSILBER Ah, sei ancora l'unica anima fedele che io abbia. La mia servitù mi ha<br />

abbandonato.<br />

Hassar origlia alla porta.<br />

LINDA Faccia affidamento su <strong>di</strong> me, fuggirò con Lei, se vuole.<br />

HASSAR Ora aspetta, gatta!<br />

QUECKSILBER Adesso non mi viene in mente altro mezzo che mandare la mia nave<br />

dorata al monte <strong>di</strong> pietà per avere i sol<strong>di</strong> per il viaggio.<br />

LINDA Ma come potremo andare via?


33<br />

QUECKSILBER E' un gioco da bambini. Ci se<strong>di</strong>amo accanto, ci mettiamo la fascia magica<br />

e potremo giungere dove vogliamo.<br />

HASSAR Quell'in<strong>di</strong>viduo usa i talismani con estrema facilità.<br />

LINDA Beh, e dunque sei tanto pusillanime da voler scappare via? E' proprio un gioco da<br />

bambini. A questa fascia chiederai <strong>di</strong> andare nella stanza della principessa, quando è<br />

sola - minacci <strong>di</strong> massacrarla se non ti restituirà il tuo corno e la tua bacchetta e<br />

vedrai che ti pregherà <strong>di</strong> perdonarla.<br />

HASSAR Un bel piano, lo rivelo all'istante alla mia sovrana. Aspetta, strega! Esce.<br />

QUECKSILBER Giusto, hai ragione; è splen<strong>di</strong>do! Con la mia zucca non ci sarei arrivato!<br />

Ragazza, tu rimarrai con me e quando sarò <strong>di</strong> nuovo ricco, trasformerò in oro il<br />

Trattnerhof e te lo regalerò.<br />

Duetto<br />

QUECKSILBER<br />

LINDA<br />

QUECKSILBER<br />

LINDA<br />

QUECKSILBER<br />

ENTRAMBI<br />

LINDA<br />

O cara fanciulla, guardami<br />

e immagina che il bell'uomo<br />

con i pie<strong>di</strong>ni da pavone,<br />

ti renderà una graziosa signora.<br />

Allora ogni giorno terrò riunione,<br />

e i miei calici per il caffè<br />

dovranno essere <strong>di</strong> brillante<br />

e d'oro i chifel da inzupparvi.<br />

Poi viaggeremo con carrozza e destriero,<br />

I cavalli li farò ferrare d'argento.<br />

Inviterò a casa i signori più <strong>di</strong>stinti.<br />

E io, io li caccerò fuori.<br />

I mobili saranno d'ebano,<br />

e saremo entrambi terribilmente orgogliosi,<br />

poi monterò su come un gallo<br />

e non guarderò più in faccia nessuno.<br />

Questa fascia ci porterà con senso fuggevole<br />

QUECKSILBER<br />

In un sol giorno attraverso i quattro angoli della terra.<br />

LINDA<br />

In Oriente faremo colazione,<br />

QUECKSILBER<br />

E io berrò rapidamente un bicchier <strong>di</strong> vino a Grinzing.<br />

LINDA<br />

Poi ci fermeremo un po' in Olanda<br />

QUECKSILBER<br />

E in Brasile ci affacceremmo dalla finestra.


34<br />

LINDA<br />

A mezzogiorno pranzeremo entrambi da soli,<br />

QUECKSILBER<br />

Poi faremo un salto da Sperl in Africa.<br />

LINDA<br />

Un gelato andrà bene per merenda.<br />

QUECKSILBER<br />

Allora ti tufferò nel Mar Glaciale.<br />

LINDA<br />

E quando la sera a cena farà fresco,<br />

QUECKSILBER<br />

Mangeremo a Ofen per non raggelare.<br />

LINDA<br />

Andremo pure a dormire, ma non mi viene in mente<br />

dove sarà più sicuro il nostro riposo.<br />

QUECKSILBER<br />

Questo dovresti ben saperlo, è risaputo,<br />

il riposo più tranquillo si fa in terra austriaca.<br />

Entrambi escono ballando.<br />

SCENA UNDICESIMA<br />

Stanza <strong>di</strong> Zoraide con due finestre laterali. Notte. Solo una lampada illumina il tutto.<br />

Entrano Zoraide e Hassar.<br />

ZORAIDE Ma ha capito bene? Che in seguito non ne venga fuori una nuova sciocchezza,<br />

se come al solito Le si dà fiducia.<br />

HASSAR No, mia sovrana! Giuro sulla mia bellezza che ogni parola sta in questo modo.<br />

Egli possiede la fascia magica e ti assalirà nella tua stanza per riven<strong>di</strong>care i suoi<br />

talismani.<br />

ZORAIDE E la mia cameriera amoreggia davvero con lui?<br />

HASSAR Vero! E' quella strega che lo ha indotto a questa astuzia.<br />

ZORAIDE Che ingrata! E' in questo modo che mi ricompensa? Non le ho regalato proprio<br />

per il suo onomastico cinque fiorini e un abito <strong>di</strong> mussolina?<br />

HASSAR Vero! E' eccessivo!<br />

ZORAIDE Tutto ciò che ho fatto per quella persona -<br />

HASSAR Se penso ai tanti ceffoni che le hai dato.<br />

ZORAIDE Ah, questo è il meno!<br />

HASSAR Per me sarebbe il più!<br />

ZORAIDE E ora osa superarmi?<br />

HASSAR E preferire un altro a me.<br />

ZORAIDE Per tutti gli dei, questo è troppo!<br />

HASSAR Per la mia bellezza, questo è troppo!<br />

ZORAIDE Adesso via <strong>di</strong> qui, marsc'. Perché ci mancherebbe altro che mi arrabbiassi anche<br />

con Lei. Avanti marsc', fuori tutti e due, Lei e la Sua bellezza.


35<br />

HASSAR in <strong>di</strong>sparte: Questa è invi<strong>di</strong>a. Come se potessi farci qualcosa se la natura mi ha<br />

dotato <strong>di</strong> queste attrattive. Fa per uscire.<br />

ZORAIDE Fermo! Si <strong>di</strong>a subito l'or<strong>di</strong>ne che le sentinelle vigilino nell'ingresso e quando<br />

chiamo che venga preso e trattenuto; io cercherò già prima <strong>di</strong> sottrargli la fascia. Via!<br />

Hassar esce.<br />

SCENA DODICESIMA<br />

ZORAIDE da sola: Ora innalzatevi, Furie della vendetta, con quei capelli irsuti nei vostri<br />

caffettani verdastri! Non deve farsi troppo furbo e anche se egli avesse a <strong>di</strong>sposizione<br />

ancora cento mezzi magici, l'incanto che la nostra grazia fa sorgere, rende <strong>di</strong>sonore a<br />

tutti. Musica. Cos'è che fruscia nel giar<strong>di</strong>no? Che vedo? Sono sul Blocksberg? Chi<br />

mai sta cavalcando nel cielo? Ah, proprio lui! Musica. Si sente cantare un gallo.<br />

Musica. Cavalca su un gallo! E come siede in bel modo là sopra, come un cavaliere<br />

inglese. O splen<strong>di</strong>do talismano, mi servirò <strong>di</strong> te. Ora aspetta. Si getta su un <strong>di</strong>vano e<br />

fa finta <strong>di</strong> dormire.<br />

SCENA TREDICESIMA<br />

Detta. Quecksilber entra dalla finestra volando su un grosso gallo. Appena il gallo è<br />

dentro la stanza, Quecksilber scende e il gallo vola via dalla parte opposta cantando.<br />

QUECKSILBER Silenzio! Animale fasti<strong>di</strong>oso! Quell'essere canta tanto da rompere i<br />

timpani. Se la fata non ha altri cavalli nella stalla, non importa, perché questa è una<br />

spe<strong>di</strong>zione fatale! Non cavalcherò mai più un gallo, meglio un pollo arrosto che non<br />

fa una confusione simile.<br />

Melodramma<br />

Vede Zoraide. Ah, eccola! - Dorme - La musica riproduce il russare. Che sonno soave -<br />

Ah, perché è così falsa e così bella!<br />

ZORAIDE E' ancora innamorato <strong>di</strong> me, l'allocco!<br />

QUECKSILBER Parla nel sonno. Deve avermi sognato, ha pronunciato il mio nome.<br />

Suvvia, Quecksilber, concentrati! Ehi là, in pie<strong>di</strong>!<br />

ZORAIDE balza su: Cosa c'è? Chi c'è qui?<br />

QUECKSILBER Ego sum!<br />

ZORAIDE Cosa vuoi qui?<br />

QUECKSILBER Voglio regolare i conti con Lei.<br />

ZORAIDE Che sfrontatezza, fammi uscire.<br />

QUECKSILBER Non si muova! Appena chiamerà aiuto, La butterò fuori dalla finestra.<br />

Riavrò il mio corno e il mio tubicino spagnolo o Lei non uscirà intera dalla stanza.<br />

ZORAIDE Che impertinenza inau<strong>di</strong>ta, fuggi, o questo pugnale -<br />

QUECKSILBER Aspetta, carassio spergiuro.<br />

Musica. Lottano per il possesso del pugnale.<br />

ZORAIDE intravede un momento favorevole e gli strappa la fascia, nello stesso istante<br />

grida: Guar<strong>di</strong>e! Guar<strong>di</strong>e!<br />

Musica.


SCENA QUATTORDICESIMA<br />

36<br />

Detti. Le guar<strong>di</strong>e si precipitano dentro e rapidamente afferrano Quecksilber.<br />

ZORAIDE Tenetelo stretto! Corre con la fascia verso la camera.<br />

QUECKSILBER Lasciatemi! Sono Ludwig il Saltatore. Si libera e salta fuori dalla<br />

finestra. Musica. Hassar si affretta a suon <strong>di</strong> musica.<br />

HASSAR Lo avete già preso? Non mollatelo, Ve lo consiglio!<br />

SENTINELLA E' fuggito!<br />

HASSAR Cosa?<br />

SENTINELLA Dalla finestra.<br />

HASSAR Vero! Eccolo là che corre. Grida: Ehi, aspetti un po', devo raggiungerlo.<br />

ZORAIDE ritorna: Che se ne vada!<br />

HASSAR E' già andato - In<strong>di</strong>ca la finestra.<br />

ZORAIDE Cosa? Fuggito! Non è possibile!<br />

HASSAR Per la mia bellezza, è così!<br />

ZORAIDE E va bene; tanto ho io i suoi doni.<br />

SCENA QUINDICESIMA<br />

Detti. Tutu.<br />

TUTU con una specie <strong>di</strong> vestaglia, una grossa lanterna colorata in mano: Ma che<br />

tumulto è mai questo proprio nel cuore della notte? Non si può neppure riposare<br />

come si deve.<br />

ZORAIDE Padre, si rallegri con me!<br />

TUTU E <strong>di</strong> cosa dovrei rallegrarmi? Non so niente.<br />

ZORAIDE Ho carpito i doni magici allo straniero ed egli adesso non ha più niente; sono<br />

tutti in mano mia. Egli stesso è fuggito, dalla finestra.<br />

TUTU Affari suoi! Ma perché nessuno mi ha detto qualcosa al proposito?<br />

ZORAIDE E quando si può <strong>di</strong>rLe qualcosa? Si sveglia una volta ogni tre settimane,<br />

dopo<strong>di</strong>ché si mette a mangiare e dopo aver mangiato si corica subito un'altra volta.<br />

TUTU Ognuno ha la sua passione; quando dormo sono al massimo dell'allegria.<br />

ZORAIDE Nessuno dormirà più questa notte. Verrà preparato un gran tripu<strong>di</strong>o che non<br />

dovrà terminare per tutta la giornata <strong>di</strong> domani. Su tutte le strade dovranno essere<br />

<strong>di</strong>ffuse poesie sulla grandezza del mio ingegno. La gioia dovrà animare quest'isola! E<br />

allora si rallegri un po' anche Lei, con quella Sua vestaglia <strong>di</strong> canapa.<br />

TUTU Bene, il perché non mi rallegri non lo so neppure io. Dice con molta flemma:<br />

Hurrà! - Dalla gioia mi fa già molto male lo stomaco.<br />

ZORAIDE Ora vado a cambiarmi. Trionfo! E' andata bene. Con questa vittoria <strong>di</strong>venterò<br />

sempre più bella. Esce <strong>di</strong> corsa.<br />

TUTU E io sempre più furioso. - Ma cosa volevo <strong>di</strong>re ora? Si. Ora preparate tutto per la<br />

festa. E non <strong>di</strong>menticate i miei cuscini <strong>di</strong> crine. Nel pa<strong>di</strong>glione cinese c'è da mangiare<br />

per centocinquanta persone. Dopo il pasto ci sarà un gran ballo e nel caso dovessi<br />

appisolarmi, suonatemi un minuetto con i timpani, <strong>di</strong> quello là, ma come si chiama?<br />

Si, <strong>di</strong> Haydn.<br />

Escono tutti.


SCENA SEDICESIMA<br />

37<br />

Paesaggio in<strong>di</strong>ano. Da una parte un fico, dall'altra una sorgente facilmente raggiungibile,<br />

sullo sfondo una capanna <strong>di</strong> paglia. Quecksilber è <strong>di</strong>etro il fico, si guarda tutto intorno,<br />

poi avanza.<br />

QUECKSILBER Sia ringraziato il cielo! Nessuno mi segue! Ora sto fresco. Tutti i regali<br />

della fata son perduti e anche la cameriera è all'inferno! Non mi rimane altro che la<br />

bella consapevolezza <strong>di</strong> essere stato un somaro e <strong>di</strong> essermi fatto prendere in giro.<br />

Ma son volato via come un levriero italiano e ho una fame che mangerei tutti i galloni<br />

del mio gilet. Ora salgo dritto sul fico, tra cinque minuti lassù non ce ne sarà più<br />

neanche uno. Sale su: Ah, ora alla fame mostreremo i fichi. Mangia. Stupendo!<br />

Meraviglioso! Formidabile! Ne coglie alcuni e scende. Il suo naso si ingrossa molto<br />

ma riamane ancora proporzionato e non <strong>di</strong>venta una caricatura, continua a<br />

mangiare. Non so, ma c'è sempre qualcosa davanti al naso che mi abbaglia? Si tocca<br />

il naso. Che mai è questo? Ho un vero nasone. O me uomo sventurato, che cosa mi<br />

succederà ancora? Va a finire che su quest'isola perderò tutto e dovrò anche<br />

andarmene con il naso lungo! I nasi! Se prendo il raffreddore <strong>di</strong>venta una malattia<br />

mortale. Se potessi almeno vedermi! Ora dovrei essere proprio nella Spiegelgasse.<br />

Ma non c'è nessuno qui? Ehi! Bussa alla capanna.<br />

SCENA DICIASSETTESIMA<br />

Za<strong>di</strong>. Detto.<br />

ZADI dall'interno: Chi bussa?<br />

QUECKSILBER Io!<br />

ZADI Cosa vuoi?<br />

QUECKSILBER La prego, non ha una specchiera?<br />

ZADI Mascalzone, se esco fuori ti spacco il naso in due.<br />

QUECKSILBER Costui vuole spaccarmi il naso in due! Questo naso. Domando: come è<br />

possibile?<br />

ZADI esce <strong>di</strong> casa: Aspetta, maledetto - hahaha! Ecco che aspetto ha un matto.<br />

QUECKSILBER Se ne è già accorto.<br />

ZADI Specchiati là in quella fonte, per vedere il tuo aspetto.<br />

QUECKSILBER lo fa: O che spettacolo! Mi trovo una bella pera proprio sul viso!<br />

Arrivare a Vienna con questo naso non sarà possibile, non mi lasceranno<br />

assolutamente superare le frontiere.<br />

ZADI Hai sicuramente mangiato quei fichi!<br />

QUECKSILBER Certamente.<br />

ZADI Avrei potuto <strong>di</strong>rtelo prima. Ma come sei arrivato in questo luogo, in cui abito solo<br />

io? E a quest'albero?<br />

QUECKSILBER Il problema ora non è come io sia arrivato a quest'albero, bensì il<br />

problema è come io possa liberarmi <strong>di</strong> questo naso.<br />

ZADI Questo strano naso e il tuo strano aspetto ti hanno salvato, visto che è la misantropia<br />

ad avermi condotto in questa valle magica che non abbandonerò mai e che, per un<br />

pregiu<strong>di</strong>zio, non è mai stata calpestata da piede umano per cento anni. Io preferisco


38<br />

vivere qui tra gli animali e ti avrei cacciato via se non mi fosse venuto da ridere per<br />

via del tuo naso. Guarda <strong>di</strong>etro le quinte. Sta arrivando ancora qualcuno.<br />

QUECKSILBER E' la mia cameriera. Presto! Ebbene? Non si muove.<br />

ZADI Ma non ve<strong>di</strong>, non può oltrepassare quel profondo fossato.<br />

QUECKSILBER Allora dovrà passare dal Kohlmarkt.<br />

ZADI L'aiuterò io. Esce <strong>di</strong> corsa.<br />

QUECKSILBER Ora quando mi vedrà con questo naso, non potrà più volermi bene; non è<br />

possibile!<br />

SCENA DICIOTTESIMA<br />

Linda. Za<strong>di</strong>. Quecksilber.<br />

LINDA Ti ho trovato finalmente! Lo guarda e grida: Ah, cielo! Che aspetto hai?<br />

QUECKSILBER L'ha già visto! Ha l'occhio <strong>di</strong> falco!<br />

LINDA O uomo <strong>di</strong>sgustoso! Che cosa hai fatto?<br />

QUECKSILBER si inginocchia: Linderl, ti prego per tutto l'oro del mondo, perdonami<br />

almeno questa volta, non lo farò mai più in vita mia. Ho mangiato quei fichi là e poi<br />

mi è cresciuto il naso.<br />

LINDA No, così non mi piaci. Gli sono corsa <strong>di</strong>etro, sono morta <strong>di</strong> paura fino al momento<br />

in cui non l'ho raggiunto e ora mi si presenta in quello stato.<br />

QUECKSILBER Linderl, ti prego, sii ragionevole. Ora puoi ben menarmi per il naso. Se<br />

qualcuno mi prende per il naso, non gli sfuggo più.<br />

LINDA O uccello del malaugurio! Vattene, non riesco più a guardarti.<br />

ZADI Bene, non ti farò soffrire ulteriormente. Bevi a quella fonte là e perderai questo<br />

naso. Appena sono entrato in questa regione, è successo così anche a me.<br />

QUECKSILBER E' vero? Sia lodato il cielo! Corre alla fonte e beve, il naso sparisce, egli<br />

salta fuori. Se ne è già andato! Ah, che gioia è questa!<br />

QUECKSILBER e LINDA insieme: Che gioia è questa!<br />

Entrambi saltellano <strong>di</strong> gioia e ridono, ma appena si guardano in viso, smettono.<br />

Quecksilber si ferma, improvvisamente serio, e Linda ne è colpita.<br />

QUECKSILBER Cosa c'è? Cosa vuole? Davvero non Le piaccio più?<br />

LINDA Ma si, adesso mi piaci <strong>di</strong> nuovo!<br />

QUECKSILBER Ecco qua! Appena la mia bellezza ha <strong>di</strong>chiarato fallimento, non ha voluto<br />

più saperne <strong>di</strong> me, ora, poiché sono <strong>di</strong> nuovo a posto, ora le piaccio <strong>di</strong> nuovo. Che<br />

intenzioni hai adesso nei miei confronti? Sono proprio una nullità. A Za<strong>di</strong>: Caro<br />

amico, come posso renderLe grazie - vuole forse prestarmi duecento fiorini?<br />

ZADI O si! Duecento bastonate potrà avere.<br />

QUECKSILBER Non so da Lei come si chiamano le monete.<br />

LINDA Ah, non moriremo <strong>di</strong> fame. Sai una cosa? Venderò alla gente quei fichi e quando si<br />

saranno sfigurati, arriverai tu come dottore e li guarirai con l'acqua, così faremo sol<strong>di</strong><br />

a palate.<br />

QUECKSILBER Alt! Fammi riflettere. - Come? - Cosa? Balza su entusiasta, Linda e Za<strong>di</strong><br />

si spaventano. Ce l'ho! Ce l'ho!<br />

LINDA Sei pazzo?


39<br />

ZADI Ma che cosa hai?<br />

QUECKSILBER La mia fortuna! L'ho afferrata.<br />

ZADI Allora tienila stretta.<br />

QUECKSILBER Caro amico, fammi solo un piacere, pren<strong>di</strong> un cesto, riempilo <strong>di</strong> quei fichi<br />

e riempi una bottiglia con l'acqua magica, ti ricompenserò lautamente; ma fai presto.<br />

ZADI Bene, bene, questo piacere posso fartelo. Entra nella capanna.<br />

LINDA Ma che significa?<br />

QUECKSILBER Linderl! Adesso concentrati. Si saranno già accorti della tua assenza al<br />

palazzo?<br />

LINDA O no! E' tutto sottosopra per via della festa!<br />

QUECKSILBER Una festa? Magnifico! Sull'isola si conosce l'effetto <strong>di</strong> questi fichi? -<br />

LINDA Non ne ho mai sentito parlare. Questo luogo è stregato, per cui nessuno si azzarda<br />

a venire qui e io ti ho seguito solo perché da lontano ti ho visto correre. Dunque puoi<br />

vedere quanto io ti voglia bene.<br />

QUECKSILBER Devi ritornare alla festa. Pren<strong>di</strong> un cesto pieno <strong>di</strong> quei fichi e offrili alla<br />

tua principessa e a suo padre come pasticcini. Sono così belli che certamente li<br />

mangeranno.<br />

LINDA Va bene, e poi?<br />

QUECKSILBER Poi si ritroveranno dei bei nasoni. E quando, <strong>di</strong> conseguenza, la<br />

principessa si <strong>di</strong>spererà, mi introdurrai come guaritore e io non la guarirò prima che<br />

ella mi abbia restituito i miei regali.<br />

LINDA E' un piano stupendo! Mi farebbe piacere se <strong>di</strong>ventasse davvero orrenda, visto che<br />

vuole sempre essere la più bella. Le starebbe proprio bene.<br />

QUECKSILBER Questa porta acqua al suo mulino. Si, le donne. Se potessero<br />

reciprocamente cavarsi gli occhi, lo farebbero.<br />

SCENA DICIANNOVESIMA<br />

Za<strong>di</strong>. Detti.<br />

ZADI nel frattempo ha riempito il cesto <strong>di</strong> fichi e una bottiglia <strong>di</strong> acqua dalla sorgente,<br />

avanza: Bene, ecco il tutto.<br />

QUECKSILBER Fratello, ti ringrazio. Lo abbraccia. Per il momento non posso darti<br />

nient'altro che questo fazzolettino d'argento, ciò che mi è ancora rimasto <strong>di</strong> tutta la<br />

mia ricchezza. Ne tira fuori uno dalla tasca dell'abito.<br />

ZADI Non ho bisogno <strong>di</strong> niente.<br />

QUECKSILBER da' il cesto a Linda: Tu pren<strong>di</strong> questo - bene, e se la cosa riesce, vittoria<br />

in Svevia!<br />

ZADI Ma <strong>di</strong> che te ne fai?<br />

QUECKSILBER Questo non ti riguarda. Ho un buon amico che deve beccarsi un naso tale<br />

da dover essere misurato con il cubito. Ora vieni, Linderl, non c'è tempo da perdere.<br />

Diavolo del bosco, a<strong>di</strong>eu!<br />

ZADI Che pazzerello che sei. Ad<strong>di</strong>o. Esce.<br />

QUECKSILBER A<strong>di</strong>eu, mon ange - Linderl, ora parti! Io verrò subito dopo, non<br />

dobbiamo partire insieme, se non vogliamo essere visti.<br />

LINDA Fidati pure <strong>di</strong> me, una ragazza giu<strong>di</strong>ziosa si fa sempre valere. Esce.


40<br />

QUECKSILBER da solo: Ah! Ora mi sento <strong>di</strong> nuovo bene. Niente è più importante della<br />

speranza. Adesso sono così contento che potrei prendere tutti gli uomini per la testa<br />

e baciarli. Questo mondo è proprio il migliore a questo mondo.<br />

Esce.<br />

Esce.<br />

SCENA VENTESIMA<br />

Aria<br />

Nel mondo si sta proprio bene,<br />

credetemi!<br />

Anche se si balla un Langaus per tutta la vita,<br />

si mantiene sempre lo spirito allegro.<br />

Credetemi.<br />

E le donne sono davvero buone,<br />

credetemi!<br />

E se anche il matrimonio mette la libertà al giogo,<br />

le donne comunque ci addolciscono la vita.<br />

Credetemi.<br />

E anche agli uomini succede,<br />

credetemi!<br />

Non lasciatevi catturare, signore mie, da sguar<strong>di</strong> infedeli,<br />

infatti appena ce ne accorgiamo facciamo marcia in<strong>di</strong>etro.<br />

Credetemi.<br />

Ripetizione<br />

E il mio cuore è ricolmo,<br />

credetemi!<br />

Qualcosa batte là dentro e vorrebbe uscire<br />

per accompagnarvi fino a casa con un grazie.<br />

Credetemi.<br />

Grande giar<strong>di</strong>no in<strong>di</strong>ano. Da una parte un trono <strong>di</strong> fiori per Zoraide, dall'altra l'ingresso<br />

accessibile <strong>di</strong> un pa<strong>di</strong>glione cinese ben decorato. Solenne entrata. Danzatori e danzatrici<br />

davanti. Poi il seguito. Poi Tutu e Zoraide, Hassar, due servitori portano una grande<br />

poltrona per Tutu, che viene posta <strong>di</strong> fronte al trono. Poi <strong>di</strong> nuovo il seguito. I doni magici<br />

vengono portati davanti a Zoraide da tre fanciulli, su dei cuscini. Zoraide sale sul trono.<br />

Tutu si siede sulla poltrona e comincia a sonnecchiare.<br />

Coro<br />

Governi a lungo Zoraide<br />

con l'aureola dello spirito!<br />

Il nostro giubilo non si stancherà<br />

<strong>di</strong> annunciare il suo splendore!


41<br />

ZORAIDE con orgoglio: Vi ringrazio! Sebbene non sia più del tutto una novità per me che<br />

il mio spirito e la mia bellezza possano misurarsi con tutti i pregi femminili, tuttavia<br />

non voglio essere così presuntuosa da non ascoltare oggi, ancora una volta, ciò che<br />

<strong>di</strong>cono le vostre voci esultanti.<br />

TUTTI Viva Zoraide!<br />

ZORAIDE Padre! Hm! Padre -<br />

TUTU riprendendosi: Si, si -<br />

ZORAIDE Prenda la parola ora.<br />

TUTU Sarà subito fatto. - Silenzio! - Adesso prendo la parola. - Voi tutti miei signori e<br />

signore, lasciatevelo <strong>di</strong>re: siamo qui riuniti per celebrare una festa che abbiamo<br />

organizzato, poiché mia figlia, grazie alle straor<strong>di</strong>narie doti del suo intelletto che<br />

ad<strong>di</strong>rittura superano anche le mie, ha sottratto allo spavaldo straniero che è venuto<br />

sulla nostra isola, tre doni magici <strong>di</strong> grande valore. Poiché questo straniero ora - non<br />

è vero, figlia mia? - poiché questo straniero ora - così - ci ha trattato in modo così<br />

ingrato - così - così - dalla rabbia non so nemmeno più cosa devo <strong>di</strong>re! In<strong>di</strong>cando<br />

Zoraide: Seguirà la continuazione. Si rimette a sedere.<br />

ZORAIDE a mezza voce: Bell'affare quando Le si fa prendere la parola.- Ad alta voce:<br />

Ecco qui i doni magici. Per mezzo <strong>di</strong> questo corno la nostra isola è sicura da qualsiasi<br />

assalto. Questa bacchetta racchiude un mondo d'oro e questa fascia conduce colui<br />

che la porta, nel luogo più lontano con velocità fulminea. Tutti questi doni li userò in<br />

modo prioritario per la vostra felicità.<br />

TUTTI Viva Tutu! Viva Zoraide!<br />

HASSAR Ecco a Lei, magnifica sovrana, i frutti delle nostre Muse che sono maturati<br />

proprio stamani nelle più eccelse menti in<strong>di</strong>ane.<br />

ZORAIDE Dove sono?<br />

<strong>Quattro</strong> schiavi portano una grossissima cesta d'oro in cui è ammucchiata una grande<br />

quantità <strong>di</strong> rotoli <strong>di</strong> poesie <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi colori.<br />

HASSAR Ecco questo ragù poetico. Ne presenta alcune a Zoraide.<br />

ZORAIDE le prende senza guardarle: Cosa contengono?<br />

HASSAR I più gran<strong>di</strong> elogi per la Sua amabilità e per il Suo ingegno.<br />

ZORAIDE con sorriso compiaciuto: Mi piacciono, - una bella scrittura! Sono molto<br />

sod<strong>di</strong>sfatta.<br />

Con una pantomima, Hassar invita anche Tutu a prenderne alcune.<br />

TUTU Bene - Si alza e ne prende alcune. Ah, si! Sono belle, proprio belle - Le soppesa<br />

nella mano. Ce ne sono talune proprio fresche, come si <strong>di</strong>ce ora, con umoristica<br />

freschezza - Si siede <strong>di</strong> nuovo.<br />

HASSAR E adesso permetti che anche la mia bellezza osi presentarti una poesia.<br />

ZORAIDE E cos'è questa?<br />

HASSAR E' un'elegia sulla tua amabilità.<br />

TUTU Certamente l'ha copiata da qualche parte, non ho fiducia che possa fare una<br />

negligée, o come si chiama.<br />

HASSAR Signore! Sulla mia bellezza, l'ho composta io stesso.<br />

ZORAIDE Basta! Dopo Le regalerò io qualcosa. Portate le poesie nella mia stanza. Lo<br />

fanno. I doni qui dentro, li sorveglierò io.<br />

Arriva uno schiavo.<br />

SCHIAVO Signore, la tavola è pronta.


42<br />

TUTU Ah! Hai pronunciato una bella parola! Si alza, a tutti a voce alta: La tavola è<br />

pronta!<br />

TUTTI Ah!<br />

TUTU Vieni, figlia mia. Lo spirito ha avuto il suo pasto, adesso terremo una piccola<br />

conferenza allo stomaco. - Gridate tutti: viva Zoraide, viva Tutu!<br />

TUTTI Viva Zoraide! Viva Tutu!<br />

TUTU commosso: Mi avete sorpreso.<br />

Escono tutti tranne Hassar e i danzatori.<br />

HASSAR ai danzatori: Al mio battere <strong>di</strong> mani inizierà la danza.<br />

I danzatori si inchinano ed escono.<br />

SCENA VENTUNESIMA<br />

Linda. Hassar.<br />

LINDA con un piatto <strong>di</strong> fichi: Hassar! Psst, Hassar!<br />

HASSAR Che c'è? - Ah, gatta, dove ti eri nascosta? Aspetta un po', Zoraide darà il<br />

benvenuto alle tue guance quando le arriverai davanti agli occhi.<br />

LINDA Non essere arrabbiato, caro Hassar! Mi sono già pentita <strong>di</strong> essermi fatta incantare<br />

da quel vagabondo a rinnegarti.<br />

HASSAR Bene, è la tua fortuna. - Ma che bei fichi hai?<br />

LINDA Sono del nostro giar<strong>di</strong>no <strong>di</strong> corte e sono solo per Tutu e Zoraide, sono<br />

estremamente rari. - Portali sulla tavola e consegnali solo al nostro signore e alla<br />

principessa, spero <strong>di</strong> renderli nuovamente benevoli nei miei confronti.<br />

HASSAR Per la mia bellezza, sono frutti stupen<strong>di</strong>. - Hm, con questi mi accattiverò le<br />

simpatie - giusto, <strong>di</strong>rò che li ho piantati io stesso.<br />

LINDA Presto.<br />

HASSAR Si, si, sto andando. Linda torna in<strong>di</strong>etro. Sono fichi meravigliosi. Ah, devo<br />

sottrarne un paio anche per me. Infila due fichi nella cintura. Con grande piacere:<br />

Questa sarà una stupenda delizia per la mia bellezza. Entra nel pa<strong>di</strong>glione.<br />

LINDA viene avanti: Aspetta, mascalzone, sarai ben accolto. Sta già arrivando. Allora?<br />

HASSAR torna in<strong>di</strong>etro: Tutto a posto. Tutu è in preda a una gioia pazzesca.<br />

LINDA sei stato giu<strong>di</strong>zioso. Tra sé: E' andata bene. Adesso dal mio amato. Esce.<br />

HASSAR batte le mani e grida: Dovete iniziare la danza. Ora mangerò i miei fichi e farò<br />

attenzione che nessuno mi spii. Esce.<br />

Inizia una grande danza: alla fine un gruppo.


SCENA VENTIDUESIMA<br />

43<br />

Zoraide entra precipitosamente. Le si è ingrossato il naso, ma solo come quando si mette<br />

un naso posticcio per maschera a un ballo pubblico, per niente caricaturale. Subito dopo il<br />

seguito.<br />

ZORAIDE Aiuto! Aiuto! Cosa ho visto, non è possibile! Deve essere un'allucinazione.<br />

Guardate un po' il mio volto! Tutti i danzatori si spaventano. Che cos'è? Cercano <strong>di</strong><br />

nascondere il riso. Cosa? Scherno! Divento pazza. Portate uno specchio!<br />

Viene portato rapidamente uno specchio, Zoraide si guarda e cade svenuta con un grido.<br />

SCENA VENTITREESIMA<br />

Tutu. Detti.<br />

TUTU entra con il naso ingrossato: Cosa è successo? Son seduto là dentro tranquillo con i<br />

miei fichi e dormicchio un po' e tutt'a un tratto succede tutto questo trambusto.<br />

Ridono tutti. Ora cosa significa tutto questo ridere? E' svenuta! Figlia! Cosa ti è<br />

successo? Accorre da lei e fa un balzo in<strong>di</strong>etro. Cielo, che aspetto ha! Ah, ma questo<br />

è uno scherzo, hahaha!<br />

ZORAIDE si sveglia: O me infelice! Piange. Chi mi ha fatto questo? Vede Tutu. Ma padre!<br />

Hahaha!<br />

TUTU Si <strong>di</strong>verte, ha un viso spassoso, mi piace. Ride.<br />

ZORAIDE Ma si guar<strong>di</strong> un po' allo specchio.<br />

Gli porgono uno specchio.<br />

TUTU Tenetemi, mi prende un colpo. Via veloci a chiamare il mio me<strong>di</strong>co particolare!<br />

Presto, un consulto.<br />

ZORAIDE Chiamate tutti i dottori dell'isola. Non lo sopporto. Ora deve cominciare il<br />

ballo.<br />

TUTU O me infelice, sono tutto deturpato.<br />

ZORAIDE Deve essere un incantesimo.<br />

SCENA VENTIQUATTRESIMA<br />

Linda. Detti.<br />

LINDA Sovrana! Si spaventa. Ah, che aspetto ha?<br />

ZORAIDE Via dai miei occhi, se ti sono cari i tuoi.<br />

TUTTI gridano: Il me<strong>di</strong>co particolare!


SCENA VENTICINQUESIMA<br />

Il me<strong>di</strong>co particolare. Detti.<br />

44<br />

TUTU<br />

insieme: Ah, ci aiuti!<br />

ZORAIDE<br />

IL MEDICO PARTICOLARE si spaventa: Perdono, potente Zoraide! Non posso far<br />

niente. Dove la natura fa tali capriole, finisce la mia arte.<br />

ZORAIDE Me <strong>di</strong>sperata!<br />

TUTU Io taglio la corda, insieme al naso.<br />

SCENA VENTISEIESIMA<br />

Hassar. Detti.<br />

HASSAR anch'egli con il naso grosso: Potente Tutu - Si spaventa del naso <strong>di</strong> Tutu e va<br />

allora incontro a Zoraide, alla cui vista si spaventa altrettanto e va quin<strong>di</strong> al centro<br />

del palco, in<strong>di</strong>ca con entrambe le mani i due nasi. Cosa significano questi nasi?<br />

Ridono tutti.<br />

ZORAIDE Chiuda il becco, non si azzar<strong>di</strong> a <strong>di</strong>re male dei nostri nasi.<br />

TUTU Lei lo ha anche più grande!<br />

HASSAR porta entrambe le mani al naso: Per la mia bellezza! Pieno <strong>di</strong> paura: E' una<br />

stregoneria.<br />

TUTU Cosa voleva annunciare?<br />

HASSAR C'è qui un dottore straor<strong>di</strong>nario che ti vuol parlare.<br />

ZORAIDE<br />

Dove? Dove?<br />

TUTU<br />

HASSAR Eccolo, è già qui!<br />

SCENA VENTISETTESIMA<br />

Detti. Quecksilber in veste <strong>di</strong> dottore, con una cassettina d'oro.<br />

QUECKSILBER parla velocemente: Servus humilissimus. Loro vedono in me il famoso<br />

dottor Barometrianus, che si è reso famoso in tutte le parti del mondo. Di tutte<br />

queste zone del mondo avrò in seguito l'onore <strong>di</strong> raccontar Loro <strong>di</strong>verse storie.<br />

Adesso mi <strong>di</strong>cano, sono così fortunato da vedere davanti a me il potente Tutu?<br />

TUTU Si trova al posto giusto e non potrà sbagliarsi, basta che si occupi dei nasi.<br />

QUECKSILBER Poiché parla proprio del naso, non mi faccia <strong>di</strong>menticare che in seguito<br />

Le racconterò una storia al proposito. Ho l'alto onore, mia adorata, <strong>di</strong> ammirare in<br />

Lei la bella Zoraide?<br />

ZORAIDE sghignazzando: Si, io - sono - la bella - Zoraide!<br />

QUECKSILBER Hm! Mi sembra che Lei abbia una nevrosi. E' una brutta malattia; allora<br />

potrei raccontar Loro una storia che si è svolta in Nordamerica. C'era una volta un


45<br />

uomo che aveva avuto ventisette figlie; ora racconterò Loro velocemente le storie <strong>di</strong><br />

tutte queste ventisette figlie!<br />

TUTU Scusi, glielo chiederemo un'altra volta. Per prima cosa desideriamo ascoltare il Suo<br />

consiglio.<br />

QUECKSILBER Ascoltino, visto che stanno parlando <strong>di</strong> consiglio, mi permettano, mi<br />

viene in mente anche una storia meravigliosa, nel raccontare la quale però, mi<br />

trattiene l'osservazione che i Loro nasi si manifestano in una forma un po' grossolana.<br />

Perciò sorge la grande domanda se Loro sono venuti al mondo già così o se ciò è<br />

accaduto solo <strong>di</strong> recente.<br />

ZORAIDE Che persona noiosa! Si si, solo <strong>di</strong> recente -<br />

TUTU Li abbiamo avuti così <strong>di</strong> sottobanco - ma ci aiuti.<br />

QUECKSILBER Bene dunque! Posso <strong>di</strong>r Loro per consolazione, che non sono le uniche<br />

persone al mondo ad avere il naso grosso; ci sono persone che ad<strong>di</strong>rittura si fanno<br />

prendere per il naso. Aspettino, ora racconterò Loro una storia -<br />

TUTU Ci può curare o no? Solo questo vogliamo sapere.<br />

QUECKSILBER Permettano! Come possono osare dubitarne? Io Li curerò anche se i<br />

Loro nasi fossero grossi come il Chimborazo in America; è la montagna più alta del<br />

mondo. I Loro nasi devono essere curati secondo le regole <strong>di</strong> Aristotele.<br />

ZORAIDE Per noi è del tutto uguale -<br />

QUECKSILBER Permettano, non è del tutto uguale! A questo proposito racconterò Loro<br />

una storia. Ippocrate e Galeno hanno scritto un'intera risma <strong>di</strong> carta, poiché<br />

all'università è sorta la controversia se l'uomo ha il naso nel mezzo al viso o no -<br />

TUTU Ma noi non conosciamo questi signori.<br />

QUECKSILBER Permettano, non conoscono Ippocrate e Galeno? Allora racconterò Loro<br />

una storia. Ippocrate era un famoso farmacista <strong>di</strong> Straubing e Galeno era un grande<br />

me<strong>di</strong>co militare presso le truppe cinesi. Ora abbiano solo la bontà <strong>di</strong> farmi sentire il<br />

polso.<br />

TUTU Ma che c'entra mai il polso con i nostri nasi?<br />

QUECKSILBER Permettano! Tutto è collegato in natura. Infatti la Loro gola influisce sul<br />

Loro stomaco, le Loro mani sulle guance, la bocca sui pie<strong>di</strong>. Darò Loro subito la<br />

<strong>di</strong>mostrazione che la Loro bocca può mettere in movimento i Loro pie<strong>di</strong>. Per esempio<br />

nell'una hanno una lingua lunga che comanda un bastone che ???? Li picchia <strong>di</strong> santa<br />

ragione, in modo che non rimane Loro altro che scappare. Quin<strong>di</strong> la Loro bocca si è<br />

resa colpevole del fatto che i Loro pie<strong>di</strong> si sono messi in movimento.<br />

TUTU Ma non stiamo affatto parlando <strong>di</strong> botte.<br />

QUECKSILBER Permettano! Ma io parlo molto volentieri <strong>di</strong> botte. Allora racconterò<br />

Loro velocemente una piccola storia.<br />

ZORAIDE No, è insopportabile! Ma la smetta un po' con le Sue storie! Non vogliamo<br />

ascoltare storie; il nostro naso è la storia più infelice che si possa vivere.<br />

QUECKSILBER Vogliono dunque perdere il Loro naso? Perché allora non lo hanno detto<br />

subito? Una coppa! Gliene porgono una, prende una bottiglietta dalla sua<br />

cassettina e ne versa il contenuto nella coppa. A Tutu: Ecco, beva!<br />

ZORAIDE Finalmente tira fuori qualcosa.<br />

TUTU Ora sono curioso! Beve, il naso rimane nel bicchiere.<br />

QUECKSILBER Bene, cosa <strong>di</strong>ce ora? Il nasone è sparito.<br />

TUTU Per Giove, eccolo che galleggia -<br />

TUTTI Miracolo su miracolo!<br />

TUTU O dottore d'oro! Questa è la storia più bella che mi abbia raccontato finora.


46<br />

ZORAIDE E' possibile! Oh, caro ometto! Anche a me, ma presto, presto.<br />

QUECKSILBER Allora prima dovrei raccontarLe ancora una storia -<br />

ZORAIDE gli tappa la bocca: No! - No! - Sia un bravo ometto - non racconti alcuna<br />

storiellina - mi faccia bere.<br />

QUECKSILBER tra sé: A questa darò solo un po' <strong>di</strong> innocua acqua <strong>di</strong> fonte! - A voce<br />

alta: Una coppa! Gliene porgono una più piccola della prima. Beva dunque alla<br />

salute del Suo naso.<br />

ZORAIDE Viva la bellezza!<br />

HASSAR fa un inchino: Gratias!<br />

ZORAIDE beve: Allora? - - Non funziona? -<br />

QUECKSILBER Beva ancora una volta!<br />

ZORAIDE beve: Non funziona, è inutile!<br />

TUTU Non si riducono, quei nasi.<br />

QUECKSILBER Non capisco, questo naso deve avere un particolare attaccamento a Lei.<br />

Sono sorpreso che non mi venga in mente nemmeno una storia con la quale poterLa<br />

consolare.<br />

ZORAIDE Devo riavere la mia bellezza. Lei deve aiutarmi.<br />

QUECKSILBER Si, se almeno sapessi come! - Questo è l'unico mezzo - Permette!<br />

Possiede forse un talismano che per potenza si contrapponga ai miei poteri magici? -<br />

Deve gettarlo via!<br />

ZORAIDE Come? I miei doni magici?<br />

QUECKSILBER Deve regalarli.<br />

ZORAIDE E' impossibile!<br />

QUECKSILBER Altrimenti non Le può essere prestato aiuto.<br />

ZORAIDE Cosa devo fare?<br />

TUTU Vai, gettali via -<br />

ZORAIDE guarda vagamente lo specchio che Linda ha in mano: Ah! - Risoluta: Orsù!<br />

Farò anche questo sacrificio per il mio fascino. Esce.<br />

TUTU E' un affare ingarbugliato!<br />

QUECKSILBER Si chiarirà subito; racconterò Loro oggi ulteriori storie singolari.<br />

ZORAIDE porta i doni: Orsù! ecco, eccoli qui, se mi restituirai l'aspetto <strong>di</strong> un tempo,<br />

saranno tuoi.<br />

QUECKSILBER raccoglie velocemente i doni da terra: Sono proprio i miei! Suona il<br />

corno e getta via la maschera. Compaiono guerrieri ideali a suon <strong>di</strong> musica.<br />

Proteggetemi! Mi riconoscono? Dal guaritore è venuto fuori Quecksilber. Riprendo<br />

ciò che mi ha sottratto con l'inganno e a Lei lascio il Suo cuore falso e il Suo grosso<br />

naso.<br />

TUTU Ecco qua, ora le cose sono chiare.<br />

ZORAIDE Dunque ora sarei io ingannata? E da Lei, da una persona della quale non si sa se<br />

tra le spalle ha una testa o un cocomero? Spera forse <strong>di</strong> leggere ancora il Suo nome<br />

nel libro dell'umanità? No! No! Al suo posto ci sarà una orecchia ripiegata.<br />

Ingran<strong>di</strong>re in tal modo questo piccolo naso! Allontanatevi, elementi, in<strong>di</strong>cando il suo<br />

naso, da questa degenerata figlia della natura. Dovrà dominare in modo tirannico nel<br />

regno della bellezza. Tutti gli specchi dovranno esserle sacrificati. Trasformerò<br />

quest'isola in un ballo in maschera e tutti i belli dovranno portare nasi posticci, io<br />

soltanto mi rinchiuderò in una camera obscura e coverò vendetta, vendetta! Nei tuoi<br />

confronti, fabbricante <strong>di</strong> nasi! Esce in modo precipitoso.<br />

QUECKSILBER Linderl, hai ben eseguito il tuo compito, siamo una coppia.


47<br />

LINDA Bene, è una fortuna per te mantenere la parola.<br />

QUECKSILBER Ora come la mettiamo, giovane signore?<br />

TUTU Facciamo <strong>di</strong> nuovo la pace. Da quando Lei ha nuovamente la bacchetta io ho<br />

avvertito un vero e proprio amore nei suoi confronti. Forse la cura per mia figlia è<br />

davvero buona.<br />

HASSAR si inginocchia: Vostra Grazia! Sono anch'io un inquilino che si annida in questa<br />

fetida corte <strong>di</strong> vermi.<br />

QUECKSILBER gli getta la cassettina: Su, pren<strong>di</strong> l'acqua e ubriacatene.<br />

HASSAR Gratias! La mia bellezza è salva. Esce <strong>di</strong> corsa.<br />

QUECKSILBER Evviva! adesso il mio barometro in<strong>di</strong>ca bel tempo. Domani lasceremo la<br />

Sua isola, ma oggi voglio festeggiare il mio fidanzamento proprio qui sulle colline<br />

dorate. Linderl, ti ho promesso montagne d'oro, le avrai.<br />

Fa un cenno. Lo scenario si trasforma in colline d'oro con fonti d'argento. Sulla più alta al<br />

centro, si erge un tempio d'argento con un altare sacrificale, dove sta Imene con la<br />

fiaccola. I geni si radunano sulla collina. Le quinte sono alberi con frutti dorati. L'insieme<br />

forma un tableau imponente.<br />

Canto finale<br />

Si deve essere sempre allegri<br />

e compiacersi della vita.<br />

Ma se non si hanno sol<strong>di</strong>,<br />

dopo viene a mancare tutto.<br />

Non ho ragione?<br />

Ebbene, con permesso.<br />

Le ragazze amano essere gentili,<br />

specialmente con i giovani;<br />

basta che una non ne ami due,<br />

il suo cuore a uno rimane fedele.<br />

Non ho ragione?<br />

Ebbene, con permesso.<br />

Le donne talvolta sono cattive,<br />

spesso fanno un gran chiasso,<br />

e se vengono contraddette,<br />

sappiamo già cosa accade.<br />

Non ho ragione?<br />

ebbene, con permesso.<br />

Gli uomini magari sono superbi,<br />

hanno già le professioni più belle,<br />

appena vedono da qualche parte una fanciulla,<br />

non hanno più posa.<br />

Non ho ragione?<br />

Ebbene, con permesso.


Per la beneficiata<br />

48<br />

Oggi non sto affatto male,<br />

magari fosse così tutti i giorni,<br />

ci sarà pur qualcosa <strong>di</strong> buono,<br />

se si guadagna onestamente il denaro.<br />

Non ho ragione?<br />

Ebbene, con permesso.<br />

FINE


49<br />

Il <strong>di</strong>amante del re <strong>degli</strong> spiriti<br />

Féerie in due atti<br />

(Der Diamant des Geisterkönigs. Zauberspiel in zwei Aufzügen)


Personaggi<br />

LONGIMANUS, re <strong>degli</strong> spiriti<br />

PAMPHILIUS, suo primo cameriere particolare<br />

LA FATA APRIKOSA<br />

LA FATA AMARILLIS<br />

PRIMO MAGO<br />

SECONDO MAGO<br />

UNO SPIRITO DEL FUOCO<br />

PRIMA STREGA<br />

SECONDA STREGA<br />

L'INVERNO<br />

L'ESTATE<br />

L'AUTUNNO<br />

LA PRIMAVERA<br />

LA SPERANZA<br />

KOLIBRI', un genio<br />

KOLIPHONIUS, un genio malvagio, guar<strong>di</strong>ano del giar<strong>di</strong>no incantato<br />

LA VOCE DELL'ALBERO CANTERINO<br />

50<br />

ZEPHISES, un mago, sotto forma <strong>di</strong> spirito<br />

EDUARD, suo figlio<br />

FLORIAN WASCHBLAU, suo servitore<br />

MARIANDL, cuoca<br />

UN VICINO <strong>di</strong> Eduard<br />

VERITATIUS, sovrano dell'isola della verità<br />

MODESTINA, sua figlia<br />

ALADIN, suo primo cortigiano<br />

AMINE, una inglese<br />

OSILLIS, AMAZILLI, BITTA, LIRA, quattro fanciulle velate<br />

UN ARALDO<br />

Maghi. Fate. Spiriti dell'aria. Spiriti del fuoco. Geni. Seguito del re <strong>degli</strong> spiriti.<br />

Dannati del giar<strong>di</strong>no incantato. Vicini <strong>di</strong> Eduard. Abitanti dell'isola. Due servitori<br />

dell'araldo. Due mori.


ATTO PRIMO<br />

SCENA PRIMA<br />

51<br />

Atrio del palazzo del re <strong>degli</strong> spiriti. Maghi. Fate. Spiriti. Alcuni con delle suppliche. Uno<br />

spirito del fuoco.<br />

Coro<br />

Dobbiamo ancora aspettare a lungo?<br />

Presto la pazienza ci abbandonerà!<br />

Noi spiriti siamo i suoi buffoni?<br />

La colpa è imperdonabile.<br />

FATA APRIKOSA Che offesa, far attendere così a lungo delle signore, come se fossero le<br />

sue domestiche.<br />

TUTTI E' inau<strong>di</strong>to!<br />

PRIMO MAGO Domando, come si può essere re <strong>degli</strong> spiriti e dormire così a lungo?<br />

SECONDO MAGO E io domando, come si può essere ragionevoli e parlare così<br />

irragionevolmente? Egli è il re <strong>degli</strong> spiriti e deve vegliare per tutti noi, inoltre deve anche<br />

dormire per tutti noi.<br />

PRIMO MAGO Il suo dovere però è anche quello <strong>di</strong> ascoltare le nostre suppliche.<br />

FATA AMARILLIS Ed egli non si preoccupa per niente <strong>di</strong> noi, mette in serbo il suo favore<br />

solo per gli uomini.<br />

PRIMO MAGO Ha già sottratto all'aria enormi tesori e li ha donati alla terra.<br />

SECONDO MAGO Vedano, per questo ora la gente si costruisce così tanti castelli in aria.<br />

Se non fosse ancora <strong>di</strong> moda morire, quel popolo starebbe meglio <strong>di</strong> noi.<br />

FATA APRIKOSA Ma cosa vogliono? Proprio ieri egli ha assunto tra gli spiriti un uomo<br />

che ha conosciuto sulla terra, poiché nell'ultimo temporale è stato colpito da un fulmine.<br />

PRIMO MAGO Si giusto, si chiama Zephises, era prestigiatore e inoltre deve essere un<br />

in<strong>di</strong>viduo molto sciocco.<br />

SECONDO MAGO E' più che naturale! Sciocco lo era già, lo ha anche colpito un fulmine,<br />

chissà come è <strong>di</strong>ventato.<br />

FATA AMARILLIS Il re <strong>degli</strong> spiriti sperpera troppo.<br />

FATA APRIKOSA E non organizza tutto il regno secondo il modello terrestre? Finiremo<br />

con il dover adottare le mode <strong>di</strong> Parigi e <strong>di</strong> Vienna.<br />

FATA AMARILLIS Si, se si parlasse ancora francese alla sua corte incantata, sarebbe sì<br />

una cosa nobile, ma da quando è stato a Vienna, parla viennese e noi dobbiamo imitarlo.<br />

SECONDO MAGO Io l'ho già imitato.


52<br />

FATA AMARILLIS Si vergogni, se si sapesse all'estero. Sarebbe tremendo.<br />

PRIMO MAGO<br />

insieme: Si, inau<strong>di</strong>to!<br />

SECONDO MAGO<br />

SECONDO MAGO So che potrebbe scoppiare una guerra solo per questo. Ma Loro sanno,<br />

egli la pensa così e tutti devono pensarla allo stesso modo: meglio parlar bene il <strong>di</strong>aletto che<br />

male l'alto tedesco.<br />

FATA APRIKOSA In breve, gli uomini lo hanno completamente rovinato, non si riconosce<br />

più.<br />

PRIMO MAGO Li lascia salire a sé a schiere ed esau<strong>di</strong>sce le loro preghiere.<br />

TUTTI E' vero!<br />

SPIRITO DEL FUOCO vestito tutto <strong>di</strong> rosso, viso rosso e mani rosse, ha ascoltato tutta la<br />

scena: Per tutta la pece e lo zolfo del mondo, questo è troppo! Sono uno spirito del fuoco,<br />

artificiere capo e cannoniere del re <strong>degli</strong> spiriti! Chi può <strong>di</strong>re che da tre anni un'anima umana<br />

è venuta nel suo palazzo? Non ho viaggiato a sue spese fino a Napoli per fotografare il<br />

Vesuvio e costruirne uno simile sul suo palazzo? Non è stato così? Per tutto l'acido<br />

cianidrico e l'olio al vetriolo del mondo!<br />

FATA APRIKOSA E perché è stato così? Affinché noi non lo <strong>di</strong>sturbassimo tanto spesso,<br />

mentre ora dobbiamo attraversare il cratere con le nostre carrozze <strong>di</strong> nubi come le streghe<br />

attraversano la cappa del camino.<br />

SPIRITO DEL FUOCO No, per tutta la pece e lo zolfo del mondo! Per non essere<br />

<strong>di</strong>sturbato dall'umanità che ha abusato della sua fiducia e si è insinuata con l'inganno nel suo<br />

regno, per mezzo <strong>di</strong> svariate arti magiche, allo scopo <strong>di</strong> infasti<strong>di</strong>rlo con l'accattonaggio.<br />

SECONDO MAGO Si, si, le cose stanno così.<br />

PRIMO MAGO Macché, questo <strong>di</strong>a ad intenderlo ai pazzi -<br />

SPIRITO DEL FUOCO Ma in nome del <strong>di</strong>avolo, proprio questo io faccio. E chi non vorrà<br />

crederlo, sarà colpito dai razzi <strong>di</strong> Congreve!<br />

SECONDO MAGO sopravvenendo imme<strong>di</strong>atamente: Bene, bene, mio signor spirito del<br />

fuoco e capo cannoniere, si moderi un po'! Altrimenti Lei darà fuoco al palazzo con i Suoi<br />

razzi.<br />

TUTTI Buttatelo fuori. Fuori!<br />

SPIRITO DEL FUOCO Cosa? Buttar fuori uno spirito del fuoco?<br />

SECONDO MAGO Tanto ne abbiamo già buttati fuori altri.<br />

SPIRITO DEL FUOCO Per l'incen<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Mosca, questo è troppo - Con il pugno serrato: A<br />

colui che mi verrà vicino, getterò una palla <strong>di</strong> fuoco sulla testa, cosicché gli schizzi fuori<br />

dagli occhi il fuoco del Bengala -<br />

SCENA SECONDA<br />

Pamphilius. Detti.<br />

PAMPHILIUS con tono misurato, entra al centro, proprio in veste <strong>di</strong> cortigiano del<br />

principe <strong>degli</strong> incantesimi: Ehi, ehi! Cosa sta succedendo? Stanno tenendo una vera e<br />

propria corrida nell'anticamera del re <strong>degli</strong> incantesimi.<br />

PRIMO MAGO molto cor<strong>di</strong>almente: Ah, il nostro caro Pamphilius!


53<br />

TUTTE LE DONNE Il nostro bel Pamphilius. Lo vezzeggiano.<br />

SECONDO MAGO Salve, signor von Pamphilius! Spinge via le donne e lo abbraccia.<br />

PAMPHILIUS Vengo ad annunciar Loro che il signore ha terminato le sue ventiquattro ore <strong>di</strong><br />

riposo e si alzerà imme<strong>di</strong>atamente da letto con velocità incre<strong>di</strong>bile.<br />

PRIMO MAGO Ah, affascinante!<br />

ENTRAMBE LE FATE L'amabile signore!<br />

SECONDO MAGO O fidelibus! Fidelibus!<br />

SPIRITO DEL FUOCO Ora mi scappa la pazienza. Signor Pamphilius! Per tutta la pece e lo zolfo<br />

del mondo, io sono un servo fedele del re <strong>degli</strong> incantesimi, non posso tacere.<br />

PAMPHILIUS Ma cosa strepita, signor capo artificiere?<br />

SPIRITO DEL FUOCO Oh, per tutta la pece e lo zolfo del mondo -<br />

PAMPHILIUS Basta che mi stia lontano con la Sua pece, sono già tutto appiccicoso.<br />

SECONDO MAGO Egli deve credere che siamo calzolai.<br />

SPIRITO DEL FUOCO Bene! Allora ascolti un po' senza pece e zolfo, questa onorata riunione è<br />

fatta da brutta gentaglia, che impreca contro il principe <strong>degli</strong> spiriti e lo rimprovera <strong>di</strong><br />

affidare tutto agli uomini.<br />

TUTTI Non è vero.<br />

SPIRITO DEL FUOCO Cosa? Lo giuro su tutti gli accen<strong>di</strong>ni d'Inghilterra -<br />

PAMPHILIUS E io su tutti gli estintori <strong>di</strong> Francia, se non modera il Suo ardore insensato, La farò<br />

annaffiare così tanto, che si ricorderà <strong>di</strong> me. Fuori!<br />

TUTTI Fuori!<br />

SPIRITO DEL FUOCO Vado! Ma per il fuoco greco <strong>di</strong> Cardano, lo riferirò al re <strong>degli</strong> spiriti. Per<br />

tutti gli accen<strong>di</strong>ni e i bossoli infuocati! Per tutto lo spirito <strong>di</strong> zinco e il sale ammonico! Esce.<br />

SCENA TERZA<br />

Detti senza lo spirito del fuoco.<br />

PAMPHILIUS Parlate uno alla volta! Cosa è successo?<br />

PRIMO MAGO Lodato Pamphilius, Lei è già da lungo tempo al servizio del re <strong>degli</strong> spiriti.<br />

PAMPHILIUS Il giorno <strong>di</strong> S. Martino saranno duemila anni.<br />

PRIMO MAGO Non si è accorto Lei stesso che egli ricolma gli uomini <strong>di</strong> opere <strong>di</strong> bene, <strong>di</strong> cui<br />

essi abusano, e lo ricompensano con ingratitu<strong>di</strong>ne? E a noi invece nega tante cose.<br />

PAMPHILIUS Ha ragione.<br />

SECONDO MAGO Si, e non sarebbe meglio se si facesse ricompensare da noi in maniera tanto<br />

ingrata invece che dagli altri?<br />

PRIMO MAGO Taccia.<br />

SECONDO MAGO Posso esprimere la mia opinione, anche io un tempo sono stato uno spirito<br />

forte, ora sono svaporato.


54<br />

FATA APRIKOSA E' la fata Diskantine colpevole <strong>di</strong> tutto ciò, la sua bella voce lo ha<br />

incantato.<br />

PAMPHILIUS Questa è dunque l'unica lamentela contro il re <strong>degli</strong> incantesimi? Bene, allora<br />

dovrò aiutar Loro a uscire dal sogno. Non è vero, per mezzo del suo canto, Diskantine ha<br />

ottenuto molto da lui per gli uomini, ma poiché essa con la sua protezione si è imbattuta<br />

solamente in persone indegne, egli è così a<strong>di</strong>rato che l'ha esiliata sulla cima <strong>di</strong> una montagna<br />

e lassù l'ha trasformata in un albero.<br />

SECONDO MAGO Cosa <strong>di</strong>ce?<br />

PAMPHILIUS Ma poiché la sua stupenda voce lo ha spesso estasiato, non ha voluto sottrargliela<br />

neppure sotto forma <strong>di</strong> albero.<br />

PRIMO MAGO Allora questo albero canta?<br />

PAMPHILIUS Tutto a braccio. Tuttavia egli ha emesso la sentenza che da quel momento nessun<br />

mortale avrebbe potuto avvicinarsi al suo palazzo, prima <strong>di</strong> aver risalito questo monte senza<br />

girarsi in<strong>di</strong>etro e aver spezzato un ramo dell'albero canterino.<br />

FATA AMARILLIS E a che cosa serve questo ramo?<br />

PAMPHILIUS Protegge da tutti i pericoli e conduce in maniera sicura al suo regno.<br />

SECONDO MAGO Non mi vuole <strong>di</strong>re cosa succede se uno si gira in<strong>di</strong>etro, mio gentilissimo?<br />

PAMPHILIUS Subito, mio stupi<strong>di</strong>ssimo - Viene trasformato o in un animale o in un fiore. Il genio<br />

cattivo Koliphonius è impiegato là per duemila rubli all'anno, per indurre le persone a girarsi<br />

in<strong>di</strong>etro per mezzo <strong>di</strong> un astuto incantesimo - se gli riesce, esse sono in suo potere e poi non<br />

le lascia più andare via. In poco tempo ha già messo insieme un sontuoso giar<strong>di</strong>no<br />

zoologico. E allora? Cosa <strong>di</strong>cono ora del re <strong>degli</strong> incantesimi, è giustificato ai Loro occhi?<br />

TUTTI Viva il re <strong>degli</strong> incantesimi!<br />

PAMPHILIUS Allora mi seguano, Li annuncerò.<br />

Coro<br />

Escono tutti.<br />

SCENA QUARTA<br />

Come ci rianima ardentemente la gioia,<br />

come ci risolleva potentemente la speranza,<br />

una sollecita accoglienza sarà il nostro compenso,<br />

se portiamo le istanze davanti al trono.<br />

Levate grida <strong>di</strong> gioia per il re che lascia il suo riposo,<br />

un eterno evviva risuoni per lui.<br />

Stanza della magia. Longimanus giace su un letto ideale, ornato riccamente, sul quale<br />

sono adagiate delle nuvole anziché la biancheria. I geni sono occupati a mettere in or<strong>di</strong>ne<br />

i suoi vestiti, a preparare un lavabo, poi rimangono ubbi<strong>di</strong>enti in gruppo ad attendere il<br />

suo risveglio. Longimanus si muove, i geni fuggono, la musica cessa.


55<br />

LONGIMANUS in vestaglia con figure magiche in oro, allontana da sé il piumino <strong>di</strong> nubi, si<br />

siede sul letto e sba<strong>di</strong>glia: Ah, si! Che ora si è già fatta? Guarda l'orologio a pendolo che è<br />

accanto al suo letto su un tavolino d'oro. Lo ve<strong>di</strong>, lo ve<strong>di</strong>, già le <strong>di</strong>eci e mezza! Ho<br />

<strong>di</strong>menticato nuovamente <strong>di</strong> mettere la sveglia. E neppure Pamphilius mi sveglia.<br />

Scampanella. Pamphilius! Dove si è cacciato?<br />

SCENA QUINTA<br />

Pamphilius. Detto.<br />

PAMPHILIUS entra <strong>di</strong> corsa con un balzo: Cosa comanda Vostra Altezza Serenissima?<br />

LONGIMANUS Dove ti sei rintanato? Perché non mi hai svegliato? E chi mi ha fatto il letto<br />

stanotte?<br />

PAMPHILIUS Io, sultano più potente del mondo.<br />

LONGIMANUS Non rifarmi più il letto con nubi tanto umide. Voglio giacere asciutto, ho il forte<br />

sospetto che tu abbia preso nubi <strong>di</strong> pioggia. E che mormorio sento mai là fuori<br />

nell'anticamera?<br />

PAMPHILIUS Là fuori ci sono ogni sorta <strong>di</strong> fate e <strong>di</strong>versi maghi, anche alcune streghe e altri<br />

gruppi <strong>di</strong> volgari spiriti.<br />

LONGIMANUS E che cosa vogliono ancora?<br />

PAMPHILIUS Deporre ai tuoi potentissimi pie<strong>di</strong> le loro suppliche e lamentele.<br />

LONGIMANUS Non è possibile, sono ancora troppo in <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne. Mi porti dentro solo le istanze<br />

scritte.<br />

Pamphilius esce.<br />

SCENA SESTA<br />

Longimanus da solo.<br />

LONGIMANUS Il popolo non fa altro che litigare, non posso proprio salvarmi, alla fine erigerò<br />

un arsenale personale, dove non entreranno altro che fruste e bastoni <strong>di</strong> nocciolo.<br />

SCENA SETTIMA<br />

Pamphilius con gli scritti. Detto. Pamphilius consegna gli scritti.<br />

LONGIMANUS Che cosa volevo <strong>di</strong>re ora <strong>di</strong> tanto importante? - Si, una poltrona. Pamphilius<br />

porta una poltrona. Longimanus si siede. Saranno <strong>di</strong> nuovo delle belle storie. Legge. Eccoci<br />

ora, non sono altro che colpevoli l'uno verso l'altro. "La fata Tritschitratschi ha preso in<br />

prestito un talismano dal mago Rutschiputschi e non vuole riportarlo." Deve restituirlo, lo<br />

or<strong>di</strong>no, subito! Prende un altro scritto. "I do<strong>di</strong>ci segni zo<strong>di</strong>acali si sono azzuffati. Il


56<br />

Sagittario ha cavato un occhio con una fucilata al Capricorno, questo è saltato sulla Bilancia<br />

e l'ha spaccata in due. I Gemelli si sono intromessi e sarebbero stati quasi sbranati dal Leone<br />

se non si fossero nascosti <strong>di</strong>etro la Vergine. Tutti hanno riportato danni. Solo il Cancro si è<br />

ritirato. Si prega <strong>di</strong> farli riparare". Anche questo costerà una bella cifra. Prende il terzo<br />

scritto. Cos'è questo, cosa vogliono ancora quelle là? "Le due <strong>di</strong>rettrici della stimata<br />

corporazione delle streghe chiedono per la loro associazione la reintroduzione del loro<br />

precedente ufficio nel mondo." Maledetta gentaglia! Le streghe vogliono <strong>di</strong> nuovo scendere<br />

giù nel mondo. Per il momento falle entrare.<br />

Pamphilius esce.<br />

SCENA OTTAVA<br />

Longimanus da solo.<br />

LONGIMANUS Sarebbe un bel pasticcio! Già ci sono i debiti a opprimere gli uomini, non hanno<br />

affatto bisogno anche <strong>di</strong> streghe. Bussano da fuori. Aha! Avanti! Avanti!<br />

SCENA NONA<br />

Detto. Pamphilius. Le due streghe tutte vestite <strong>di</strong> grigio sporco, con veli aperti che coprono<br />

la testa e il petto. Il vestito è guarnito in fondo con i segni del cosiddetto pentacolo e ne<br />

portano anche uno sul petto come medaglione. Il volto coperto con vecchie maschere da<br />

donna. Si gettano piangendo ai pie<strong>di</strong> <strong>di</strong> Longimanus.<br />

LE STREGHE Potente sovrano, abbi pietà!<br />

LONGIMANUS Guarda, che bello! Proprio le più carine hanno scelto. In che cosa posso servirle,<br />

mie belle dame?<br />

PRIMA STREGA Signore! Ora sono già cinquanta anni che ci hai richiamate dalla terra, e non<br />

sappiamo in che modo siamo state causa <strong>di</strong> ciò.<br />

LONGIMANUS Si, mia cara signorina strega, mi <strong>di</strong>spiace, ma non può essere altrimenti.<br />

PRIMA STREGA Ascolta le nostre suppliche! Dacci nuovamente il nostro potere, gli uomini<br />

hanno nostalgia <strong>di</strong> noi.<br />

LONGIMANUS Vuoi stare zitta, o no? - Cosa vi viene in mente? Nessun uomo parla più <strong>di</strong> Loro,<br />

nessun uomo pensa più a Loro e ora vogliono tutt'a un tratto riavere la loro precedente<br />

libertà <strong>di</strong> stampa! Anno 1824 una strega! La gente non potrebbe fare a meno <strong>di</strong> riderne.<br />

PRIMA STREGA Ma non ci hanno ad<strong>di</strong>rittura immortalato in un'opera: Das Neusonntagskind!<br />

LONGIMANUS Ah, quale opera, quale Sonntagskind! La gente è infantile tutta la settimana non<br />

solo la domenica. E' inutile! Non ho niente contro <strong>di</strong> voi, ogni ceto merita considerazione,<br />

quin<strong>di</strong> anche una strega.<br />

PRIMA STREGA Ma non abbiamo sempre fatto il nostro dovere? Ecco i nostri attestati da parte<br />

del genio dei sogni.


57<br />

LONGIMANUS Si, questo è vero, siete state delle brave streghe, avete importunato la gente in<br />

modo vergognoso e beffardo. Ma ora è finito, avete la vostra pensione e quin<strong>di</strong> potete essere<br />

sod<strong>di</strong>sfatte. E ora fuori subito!<br />

Entrambe le streghe gli baciano il vestito piangendo ed escono.<br />

SCENA DECIMA<br />

Longimanus. Pamphilius.<br />

LONGIMANUS E ora basta per oggi con le lamentele, mi irrito troppo. Gli altri dovranno venire<br />

dopodomani o fra un anno. Fai venire <strong>di</strong> qua Zephises, colui che ho accolto tra gli spiriti.<br />

Cosa sta facendo?<br />

PAMPHILIUS E' seduto con tre spiriti del fuoco a una tavola <strong>di</strong> nubi e gioca con loro a whist.<br />

LONGIMANUS Giocano a whist? E' un bel gioco lo whist, basterebbe non perdere così tanto.<br />

Una volta giù sulla terra mi hanno buttato fuori da cinque caffè perché avevo giocato<br />

davvero proprio male. Si! A quel tempo ero ancora un vero libertino ma ora non mi piace<br />

più. Bene, allora fallo venire pure <strong>di</strong> qua, anche se perderà un paio <strong>di</strong> fiches, non succederà<br />

niente, non giocano con fiches d'oro.<br />

Pamphilius esce.<br />

SCENA UNDICESIMA<br />

Longimanus da solo.<br />

LONGIMANUS Gli voglio proprio bene a Zephises! Venti anni fa quando ero in giro sulla terra,<br />

lo conobbi in Egitto dove stu<strong>di</strong>ava magia, era appena al terzo anno. Poi andai in Austria con<br />

lui, gli ho comprato una casa e un giar<strong>di</strong>no e ho arredato il suo gabinetto delle magie. Bene,<br />

poi è morta sua moglie - era proprio una bella donna -, e visto che si lamentava così tanto gli<br />

ho promesso <strong>di</strong> accoglierlo, una volta morto, tra gli spiriti, e ora tutto ad un tratto sento che<br />

lo ha ucciso un fulmine, allora me lo sono fatto spe<strong>di</strong>re quassù dai miei spiriti. Eccolo che<br />

arriva!<br />

SCENA DODICESIMA<br />

Zephises. Detto.<br />

ZEPHISES sotto forma <strong>di</strong> spirito, in bianco talare magico con figure nere: Principe dell'aria!<br />

Dove posso trovare parole <strong>di</strong> ringraziamento?<br />

LONGIMANUS Va bene così! Nessun complimento tra buoni amici. Mi rallegro <strong>di</strong> cuore, vecchio<br />

mio. La morte ti ha acciuffato alla fine, ti ha colto <strong>di</strong> sorpresa? Certo, il fulmine lo ha<br />

sfiorato <strong>di</strong>ffondendo odore <strong>di</strong> zolfo. Ti piace quassù da me? C'è una bella arietta fresca?


58<br />

ZEPHISES Signore, posso confessarti che perfino nel sontuoso mare <strong>di</strong> delizie che mi avvolge nel<br />

tuo regno magico, il mio cuore paterno sente un profondo dolore che non posso celarti?<br />

LONGIMANUS Aha! Passa la mano sulla fronte <strong>di</strong> Zephises. Lo ha già ghermito! Sta già<br />

sussultando!<br />

ZEPHISES Quando concedesti la grazia della tua visita a noi poveri mortali, la tua benevolenza mi<br />

donò gran<strong>di</strong> tesori.<br />

LONGIMANUS Si giusto! Li hai venduti tutti?<br />

ZEPHISES No, signore! Li ho nascosti nel mio stanzino segreto che ho coperto con una magia,<br />

affinché nessun mortale possa aprirlo se non gli in<strong>di</strong>co io i mezzi per farlo.<br />

LONGIMANUS Bene, nel mio regno non hai bisogno <strong>di</strong> alcun tesoro, qui si vive <strong>di</strong> aria affinché<br />

sia solo gioia.<br />

ZEPHISES Ma non ho un figlio che ho lasciato inerme?<br />

LONGIMANUS Hai un figlio?<br />

ZEPHISES Non ti ricor<strong>di</strong> più del piccolo Eduard?<br />

LONGIMANUS Giusto! Ha giocato ai miei pie<strong>di</strong> e mi pizzicava sempre nei polpacci, quando<br />

ancora a quei tempi ne avevo.<br />

ZEPHISES Una morte repentina mi ha strappato alla terra, non ho potuto lasciare a mio figlio<br />

alcun segno della mia ultima volontà, per cui esau<strong>di</strong>sci la mia supplica, mandagli uno dei tuoi<br />

spiriti, fagli scoprire i segreti <strong>di</strong> quello stanzino e permetti poi che si getti davanti al tuo<br />

trono e osi implorare la concessione <strong>di</strong> una supplica che non è stata concessa a suo padre.<br />

LONGIMANUS Non è possibile, non può venire su da me se non porta un ramo del mio albero<br />

canterino, desidererei vederlo proprio volentieri una volta, il piccolo Eduard, ma non posso<br />

capovolgere la mia parola.<br />

ZEPHISES Mio figlio non rifuggirà alcun pericolo per avvicinarsi a te.<br />

LONGIMANUS Non mi interessa affatto.<br />

ZEPHISES Salvalo almeno dall'in<strong>di</strong>genza e dalla <strong>di</strong>sperazione.<br />

LONGIMANUS Ve<strong>di</strong>, ora ti viene paura, ma è così, certi genitori, quando hanno i sol<strong>di</strong>, lasciano<br />

che i figli non imparino niente. Succedesse in seguito un piccolo incidente e una persona<br />

simile dovesse guadagnarsi qualcosa da sola, ecco che si <strong>di</strong>mostra un sempliciotto. Dunque<br />

verremo subito in aiuto. Pamphilius!<br />

SCENA TREDICESIMA<br />

Compare Pamphilius. Detti.<br />

LONGIMANUS Presto, un paio <strong>di</strong> spiriti benefattori giù da suo figlio, egli <strong>di</strong>rà loro cosa devono<br />

fare.<br />

PAMPHILIUS Si, ma è imbarazzante -<br />

LONGIMANUS Lo so già, è certamente imbarazzante, ora sono tutti a lavoro, non c'è nessuno in<br />

casa. Ma è inutile, così deve essere, guarda un po' se ne pren<strong>di</strong> un paio da qualche parte.<br />

Allez!<br />

Pamphilius va.<br />

ZEPHISES Signore, come posso ringraziarti?


59<br />

LONGIMANUS Chiu<strong>di</strong> il becco! Ehi, Pamphilius, ancora una cosa! Pamphilius torna in<strong>di</strong>etro<br />

velocemente. Quanti ne abbiamo oggi?<br />

PAMPHILIUS E' il 25 <strong>di</strong>cembre.<br />

LONGIMANUS Davvero? Maledetta storia! L'ho sempre pensato: <strong>di</strong>cembre! E avete avuto un<br />

gran temporale, tu sei stato colpito da un fulmine, mentre doveva nevicare?<br />

PAMPHILIUS Si, gran sultano! Il lamento generale <strong>degli</strong> uomini è che in inverno è caldo e in<br />

estate freddo.<br />

LONGIMANUS Si, per che cosa pago dunque le mie stagioni se mi fanno una confusione simile?<br />

Allora dovrò vedermela con quel confusionario del temporale. Pamphilius, presto, fai venire<br />

su l'inverno. Pamphilius esce in fretta. Anche le altre stagioni, presto!<br />

PAMPHILIUS Mah, oggi da tanto che ho corso mi sono consumato i pie<strong>di</strong>. Maledetto servizio.<br />

Esce <strong>di</strong> corsa.<br />

LONGIMANUS Fa proprio una bella vita tranquilla presso <strong>di</strong> me, quel Pamphilius, ma sopporta<br />

come un cavallo russo. Ora sono già duemila anni che corre ed ha ancora gli zoccoli sani,<br />

non prende lo spavenio, la schienella, e non ha avuto neppure la malandra.<br />

SCENA QUATTORDICESIMA<br />

Le quattro stagioni. Detti.<br />

L'Inverno indossa una pelliccia nera, berretto <strong>di</strong> pelliccia, un piccolo manicotto, tutto<br />

innevato. L'Estate in frac <strong>di</strong> nanchino, calzoni, un moderno cappello <strong>di</strong> paglia con sopra<br />

dei fiordalisi e in mano un parasole. L'Autunno con guance grasse e corpulento, ha una<br />

giacca da oste, un grembiule, un cappuccio con dei pampini appuntati, sotto braccio una<br />

piccola botticella con il mosto, in mano una gran<strong>di</strong>ssima ciocca d'uva. La Primavera, una<br />

giovane giar<strong>di</strong>niera con delle rose sul cappello e un rosaio in mano: entrano impauriti.<br />

LONGIMANUS Più vicini, su, quattro figli <strong>di</strong> Aimone! Cosa mai devo u<strong>di</strong>re? Perché non vi<br />

comportate come si conviene alle oneste stagioni? Che condotta <strong>di</strong> vita <strong>di</strong>ssoluta è mai<br />

questa? Signor Inverno, non si vergogna? Un simile uomo <strong>di</strong> ghiaccio che tutt'a un tratto<br />

comincia ad ardere! Perché ci sono stati fulmini a <strong>di</strong>cembre? Voglio saperlo!<br />

INVERNO con voce da basso: Signore Illustrissimo, non posso farci niente. L'Estate mi fa tutto<br />

apposta, desidera essere al corrente <strong>di</strong> tutto e poi getta sempre i fulmini su <strong>di</strong> me.<br />

LONGIMANUS L'Estate non deve affatto intromettersi, da alcuni anni è come cambiata. Credo<br />

che si <strong>di</strong>a al bere, visto che è sempre così bagnata.<br />

AUTUNNO Vostra Altezza Serenissima, chiedo la parola! L'Estate non può farci nulla, l'Inverno<br />

non le lascia pace. Quando gli avanzano dei ghiaccioli, glieli manda, cosicché in estate si<br />

rabbrivi<strong>di</strong>sce. Poi cominciano a <strong>di</strong>scutere, l'Estate si arrabbia e così ogni giorno c'è un<br />

temporale.<br />

ESTATE con grande affettazione: Si, anche questo è vero, l'Autunno è ormai il mio unico amico,<br />

mi rimette in or<strong>di</strong>ne, la gente impreca contro <strong>di</strong> me e io non posso farci niente.


60<br />

LONGIMANUS E ora basta! Voglio che an<strong>di</strong>ate d'accordo. Alla fine mi si rovina anche la mia<br />

Primavera, che è ancora la più brava. E' ancora la mia stagione preferita, la Primavera. La<br />

pizzica sulla guancia e le dà una moneta d'oro. Eccoti qualcosa, un chifel, ragazza in<br />

gamba!<br />

PRIMAVERA Bacio la mano, Signore Illustrissimo! Mi comporterò bene certamente. Gli bacia<br />

la mano.<br />

LONGIMANUS E adesso in marcia! E se sentirò ancora una volta una lamentela, so cosa dovrò<br />

fare. In particolare l'Estate, si concentri, se l'anno prossimo a Baden non saranno<br />

abbandonati tutti i quartieri, gliela farò vedere io. E anche l'Inverno faccia sì che nevichi oggi<br />

stesso e che domani defluisca la piena. Ora fuori. Le quattro stagioni escono con <strong>degli</strong><br />

inchini. Vieni, mio caro Zephises, ora mi occuperò <strong>di</strong> tuo figlio, lo renderò felice, ma te lo<br />

<strong>di</strong>co, se ti azzar<strong>di</strong> a dargli un cenno segreto o un consiglio, allora avrai a che fare con me. E<br />

ora puoi fare una piccola colazione alla forchetta con me, ho comperato un po' <strong>di</strong> sugo <strong>di</strong><br />

coccodrillo giovane.<br />

Escono entrambi.<br />

SCENA QUINDICESIMA<br />

FLORIAN<br />

Gabinetto segreto <strong>di</strong> Zephises. Il fondale, sgombro da qualsiasi mobile, è <strong>di</strong>pinto con<br />

figure e segni magici. Lateralmente viene fatto avanzare un tavolo magico sul quale si<br />

trova un piccolo mago, accanto a lui una campana sulla quale egli batte con un martello.<br />

Sul lato opposto una porta. Florian Waschblau entra con un mastello sulle spalle, nel<br />

quale si trovano svariati capi d'abbigliamento, lo depone all'entrata.<br />

Aria<br />

Sono il caro Florian,<br />

così mi chiama la gente,<br />

e se qualcuno può avere bisogno <strong>di</strong> me,<br />

sono subito a <strong>di</strong>sposizione.<br />

In testa non ho molto onore,<br />

nel sacco ancora meno,<br />

non voglio nient'altro che mangiare,<br />

e questo è il mio maggior tormento.<br />

Appartengo solo a Mariandel,<br />

<strong>di</strong> notte come <strong>di</strong> giorno,<br />

e Loro sanno perché lo faccio?<br />

Perché altrimenti non piaccio a nessun'altra.<br />

E se qualcuno mi deride, cosa che può fare,<br />

allora non provo alcuna invi<strong>di</strong>a,<br />

poiché la gente comincia a ridere,<br />

e questa è la mia più grande gioia.


61<br />

Si, si, mio caro Florian, presto dovrai uscire dalla casa in cui per te il tempo è passato in<br />

un'ebbrezza eterna. Mio povero giovanotto, cosa gli accadrà? Sol<strong>di</strong> il vecchio non ce ne ha<br />

lasciati, se non questa casa appartata. Anche se otterrà qualcosa in prestito da qualche parte,<br />

non potrà neppure accendere un'ipoteca sulla casa. Ha una fama assai brutta, chi mai<br />

comprerebbe una casa, dove le streghe hanno svolazzato dentro e fuori come le ron<strong>di</strong>ni?<br />

Non so cosa farà. Non sto in pena per me, mi farò appoggiare a una staccionata o da<br />

qualche altra parte. Se solo riuscissi a sistemarlo, a un bancone presso un ven<strong>di</strong>tore <strong>di</strong> crauti,<br />

o da qualche parte - Si trova nella più completa <strong>di</strong>sperazione! Ieri ha pianto, mi ha dato<br />

l'ultimo biglietto da tre fiorini e ha detto che devo <strong>di</strong>stribuirne quattro tra i poveri e con<br />

quello che avanza posso andare dove voglio. Ma io non posso abbandonarlo, è impossibile!<br />

Recentemente ho letto una bella storia <strong>di</strong> un leone romano che era tanto affezionato al suo<br />

padrone, Androclo, e se un animale del genere può comportarsi in questo modo, dovrei<br />

senz'altro anch'io venirne a capo. Ho già cominciato: ho impacchettato tutti i miei vestiti,<br />

anche a Mariandel, la nostra cuoca, ho svuotato tutta la cassa, ho preso in prestito questo<br />

mastello da quella lattaia là, affinché non si facciano chiacchiere, ci ho infilato per bene tutti i<br />

vestiti e poiché nello stanzino, che era il laboratorio delle magie del nostro vecchio signore,<br />

raramente entra qualcuno, ho mandato a chiamare l'ebreo al quale li venderò e i sol<strong>di</strong> li<br />

infilerò in segreto nella borsetta del mio signore. Guarda il piccolo mago. Ora il piccolo<br />

monello ha sentito tutto. Dirai qualcosa a qualcuno? Il piccolo mago fa cenno <strong>di</strong> no con la<br />

testa. Questo <strong>di</strong>rà tutto. Accadrà una <strong>di</strong>sgrazia al mio signore? Il mago fa cenno <strong>di</strong> no. A me<br />

forse? Il mago fa cenno <strong>di</strong> si. Florian minaccioso: Ehi tu! Ma quante sciocchezze farò<br />

ancora? Il mago batte sulla campana uno, due, tre, poi velocissimo e a ripetizione. Smetti,<br />

maledetto! Gli tiene la mano. Tanto a lungo non vivrò affatto.<br />

SCENA SEDICESIMA<br />

Detto. Mariandl bussa da fuori.<br />

FLORIAN Aha, ecco l'ebreo. Apre, entra Mariandl. No, guarda un po', è un'ebrea.<br />

MARIANDL Ah, me infelice, cosa farò? Eccolo là dentro, invece <strong>di</strong> fare attenzione alla casa. Ah,<br />

perché il cielo mi ha punito tanto da farmi avere un simile babbeo come innamorato.<br />

FLORIAN Sarà proprio una bella stoccata!<br />

MARIANDL Cosa ci fai lì? - Cosa ci fai lì, miserabile, e intanto mi svuotano tutta la cassa. Sono<br />

stata derubata!<br />

FLORIAN Smetti! Non ti avranno mica rubato il tuo cattivo umore?<br />

MARIANDL No, i miei vestiti, la mia biancheria, le mie cuffie preziose - Ti prego, il furto - la<br />

bella biancheria!<br />

FLORIAN No, tesoro mio, è biancheria <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>nata.<br />

MARIANDL E le mie belle perle.<br />

FLORIAN tra sé: Ah si? Ho preso anche quelle? Neppure lo sapevo.


62<br />

MARIANDL Dico io, continui a ridere? Ora vado subito dal gentile signore e gli racconterò tutto.<br />

Il ladro deve essere inseguito. Fa per uscire.<br />

FLORIAN Ferma, ho detto, - tu rimarrai qui! Conosco il ladro.<br />

MARIANDL Cosa?<br />

FLORIAN E' un buonissimo amico.<br />

MARIANDL Ah si? Uomo perfido, alla fine sei anche un capitano dei masna<strong>di</strong>eri? Ti denuncio,<br />

subito. Fa per uscire.<br />

FLORIAN Tu rimarrai qui, ho detto, o -<br />

MARIANDL Non serve a niente - voglio riavere la mia roba -<br />

FLORIAN La roba è là -<br />

MARIANDL Dove?<br />

FLORIAN Nel mastello.<br />

MARIANDL Ah, che spettacolo! Tiramela fuori!<br />

FLORIAN Un po' <strong>di</strong> pazienza!<br />

MARIANDL Che non mi venga sgualcito niente.<br />

FLORIAN E' tutto nel più bell'or<strong>di</strong>ne. Rovescia il mastello, i vestiti <strong>di</strong> entrambi cadono fuori nel<br />

più grande <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne. Con molta freddezza: Cercati le tue cose.<br />

MARIANDL Ma Florian, ma cosa hai fatto, sei indemoniato?<br />

FLORIAN Zitta, Marianne! Tu sai che i nostri cuori sono legati?<br />

MARIANDL Si, purtroppo sono tanto sfortunata ad essere la tua amata! Oh, che sciocca sono<br />

stata! Che partiti ho respinto! Recentemente avrei ancora potuto sposare un ricco<br />

commerciante <strong>di</strong> buoi, sarei <strong>di</strong>ventata una ricca signora che avrebbe avuto tanti buoi e con te<br />

non ne ho che uno solo.<br />

FLORIAN Chi non si accontenta del poco non è degno del molto. Via, basta con questo<br />

argomento, è troppo delicato per parlarne a lungo. Siamo ormai da sette anni in questa casa,<br />

io ti ho procurato queste cose, quin<strong>di</strong> posso anche riprendermele, io volevo mandarle via <strong>di</strong><br />

qui.<br />

MARIANDL Dove?<br />

FLORIAN A Judenburg. In breve, volevo venderle a un ebreo polacco, per togliere<br />

momentaneamente il nostro giovane signore dalle <strong>di</strong>fficoltà finanziare. Siamo i suoi due unici<br />

domestici, dobbiamo essergli un po' affezionati.<br />

MARIANDL Ma Florian, guarda, che fai? Ma perché non mi hai detto niente, avremmo trovato<br />

un sistema. Gli hai anche abbassato il cane della pistola, egli mi ha chiesto dove fosse finito.<br />

FLORIAN Il cane? Avresti dovuto <strong>di</strong>rgli che lo hai scannato perché non avevi un pollastro.<br />

MARIANDL Beh! Ora son <strong>di</strong> nuovo calma! Rimpacchetta pure i vestiti, arriva il signore.<br />

SCENA DICIASSETTESIMA<br />

Eduard. Detti.<br />

EDUARD infasti<strong>di</strong>to: Cosa fate qui? Lasciatemi solo.<br />

MARIANDL Guarda un po' che aspetto ha.


63<br />

FLORIAN Come è pallido in faccia. Illustrissimo, sta forse producendo uno spirito <strong>di</strong> Malis o una<br />

polvere calmante?<br />

EDUARD Vi ringrazio, andate pure.<br />

FLORIAN Pover' uomo! Illustrissimo, se dovesse svenire, basta che scampanelli, saremo subito<br />

qui.<br />

EDUARD Vuoi farmi arrabbiare? Si calma. Vai, Florian!<br />

FLORIAN Ha detto Florian, hai sentito? Che sfortuna.<br />

MARIANDL Beh, come deve <strong>di</strong>rti allora! Se ti chiami cosi? Annamiedel orse? Ora vai pure!<br />

FLORIAN Mariandl, quello ha chiuso, non vivrà altri cento anni.<br />

Escono entrambi.<br />

SCENA DICIOTTESIMA<br />

Eduard.<br />

EDUARD da solo: Ora sono solo, tutto solo nel vero senso della parola, poiché la morte <strong>di</strong> mio<br />

padre ha <strong>di</strong>strutto tutta la mia felicità. Che meraviglie mi circondano dall'infanzia! Il suo<br />

corpo improvvisamente è sparito davanti ai nostri occhi per mezzo <strong>di</strong> potenze<br />

sovrannaturali. Mi aveva spesso promesso che avrebbe lasciato gran<strong>di</strong> ricchezze dopo la sua<br />

morte, eppure in tutta la casa non c'è traccia <strong>di</strong> testamento. Che devo fare? Non trovo aiuto<br />

neppure presso gli amici, come figlio <strong>di</strong> mago malfamato, mi evitano tutti, che ne sarà <strong>di</strong> me?<br />

Che situazione tremenda! Destino <strong>di</strong>sperato! Si getta su una se<strong>di</strong>a. Bussano da basso come<br />

a una porta. Chi bussa? Avanti!<br />

La Speranza appoggiata a un sostegno d'oro esce dalla botola.<br />

SPERANZA vestita in modo ideale, parla molto animatamente e con vivacità: Perdoni, mio<br />

signore, se ho mancato la porta giusta, ma una cameriera che ha tante faccende quante ne ho<br />

io, l'ha presa un po' sottogamba. Beh, mi dà il benvenuto in questo modo! E' proprio<br />

sbalor<strong>di</strong>to!.<br />

EDUARD Che piacevole apparizione! Mi sento così bene vicino a Lei!<br />

SPERANZA Come? Non mi conosce, giovanotto?<br />

EDUARD Veramente non ho l'onore -<br />

SPERANZA Oh, vergogna! Non lo <strong>di</strong>ca! Non conoscere una persona che è rappresentata su tutti i<br />

calendari e le agende fino alla noia. Veramente non mi conosce? Io l'ho portata in braccio da<br />

piccolo, ho addolcito i Suoi dolori quando era un ragazzo, allorché doveva prendere le<br />

bastonate, da giovanotto le ho tenuto la scala quando saliva sulla terrazza per andare dalla<br />

Sua amata -<br />

EDUARD Ah, Lei è -<br />

SPERANZA La Speranza, per servirLa umilmente e non sono solo Sua, bensì del mondo intero.<br />

EDUARD Oh, lasciami cadere ai tuoi pie<strong>di</strong>. Figlia del Cielo -<br />

SPERANZA Piano, mio signore, non così in fretta! Guarda, guarda, che esaltazione. Ha già<br />

abbandonato la mia nemica, la paura, visto che giura così velocemente <strong>di</strong> nuovo alla mia<br />

ban<strong>di</strong>era? Sa piuttosto che è molto scortese far stare in pie<strong>di</strong> una signora davanti a sé, senza<br />

farla accomodare a sedere? Oppure crede che, poiché così tante persone si appoggiano a me,<br />

io non abbia


64<br />

bisogno <strong>di</strong> un sostegno? No, signore mio, una se<strong>di</strong>a. Eduard le porge una poltrona. Bene! Ora si<br />

metta bene davanti a me e ascolti cosa devo <strong>di</strong>rLe.<br />

EDUARD Sono tutt'orecchi.<br />

SPERANZA tossisce: Monsieur! Devo portarLe un bellissimo complimento da parte <strong>di</strong> mia<br />

sorella. Chi crede che possa essere? Eduard alza le spalle. La Fortuna.<br />

EDUARD La Fortuna? Che bel nome fa risuonare al mio orecchio!<br />

SPERANZA Ciò potrebbe rendermi gelosa. Con un sospiro: Eppure sono abituata a essere<br />

scacciata da lei. Ella ha promesso <strong>di</strong> prenderLa a protezione, potrei certamente <strong>di</strong>rLe che è<br />

una sventata, che si imbelletta molto pesantemente ed è bella solo da lontano, ma Lei non<br />

pretenderà da me che io sia capace <strong>di</strong> denigrare mia sorella. Adesso al mio incarico. Mia<br />

sorella Le fa <strong>di</strong>re: Lei può aprire sans façon il pavimento della stanza in quell'angolo, tirare<br />

fuori una chiave d'oro e con essa aprire questa parete, il resto le volerà in bocca da sé come<br />

un pollo arrosto. Io comunque ho l'onore <strong>di</strong> offrirLe i miei servigi quale serva devota.<br />

EDUARD Come? Lei potrebbe lasciarmi -<br />

SPERANZA Inizia la Sua fortuna - la mia parte è terminata. Si guar<strong>di</strong> bene dal richiamarmi<br />

presto. O forse crede che io non abbia altro da fare, se non passare il tempo chiacchierando<br />

con Lei? In questo momento sono prenotata da milioni <strong>di</strong> persone che si struggono per me.<br />

Avvocati che vogliono vincere le loro cause, prigionieri che sperano nella liberazione,<br />

ambiziosi che ogni minuto desiderano parlarmi, per non rammentare l'esercito <strong>degli</strong><br />

innamorati che mi tortura quasi a morte con in<strong>di</strong>cibili esortazioni: perciò a<strong>di</strong>eu - adesso mi<br />

baci la mano, giovane pieno <strong>di</strong> speranza, a<strong>di</strong>eu! Birbante, non si <strong>di</strong>mentichi <strong>di</strong> una cameriera<br />

che porta su <strong>di</strong> sé la piaga <strong>di</strong> doverLa accompagnare per tutta la vita. Gli fa una riverenza<br />

ed esce dalla porta.<br />

SCENA DICIANNOVESIMA<br />

Eduard.<br />

EDUARD da solo: Che apparizione bizzarra! Devo prestarle fede? E' una donna - dunque, sarei<br />

l'unico uomo a questo mondo che deve la sua fortuna a una donna? Fammi vedere, bella<br />

Speranza! Ti metteremo alla prova, se le tue estrose promesse sono meno illusorie <strong>degli</strong><br />

eroici giuramenti d'amore delle ragazze d'oggi. Ecco là il punto. Apre una piccola porticina<br />

nel pavimento. E' vero! Per poco non avrei reso ingiustizia al mio angelo <strong>di</strong> smeraldo. Ecco<br />

la chiave. Evviva, Eduard! Presto, all'opera! Apre la parete che si libra in alto e lascia<br />

<strong>di</strong>etro <strong>di</strong> sé una cornice attraverso la quale ci si affaccia in una sala blu scura, rotonda,<br />

decorata in oro, nella quale lateralmente si ergono sei statue mitologiche <strong>di</strong> alabastro a<br />

grandezza umana, su pie<strong>di</strong>stalli dello stesso materiale, sui quali sono scritte le parole:<br />

Ducati, Luigi d'oro, Talleri, Sovrani d'oro, Perle, Granati. Nel mezzo invece c'è un<br />

pie<strong>di</strong>stallo rosa, vuoto, che chiude il semicerchio, su cui non c'è alcuna parola, bensì un<br />

rotolo <strong>di</strong> pergamena. L'intero gruppo deve essere ben illuminato. Sono in un palazzo delle<br />

fate? Sono miei questi tesori? E' un sogno? Apre una delle


65<br />

porticine dei pie<strong>di</strong>stalli, si vedono delle monete d'oro ammucchiate. No! O realtà dorata!<br />

Cosa significa questo rotolo <strong>di</strong> pergamena? Lo srotola e legge: "Caro figlio! I tesori che<br />

scoprirai in questa volta segreta, erano <strong>di</strong> mia proprietà, ora sono tuoi. Le sei statue hanno<br />

un grande valore. Le ho ricevute in regalo dalla grazia del re <strong>degli</strong> spiriti in un'ora benevola,<br />

fanne un uso saggio. Ma se nella felice abbondanza <strong>di</strong> desideri ai quali ti stimola la gioventù,<br />

dovesse sorgerti nel petto anche quello <strong>di</strong> possedere la settima statua <strong>di</strong> <strong>di</strong>amante rosa, che è<br />

il più grande tesoro che tu possa possedere sulla terra, rivolgiti allora, pregando, al re <strong>degli</strong><br />

spiriti. Nelle opere magiche che ti lascio, troverai più precise in<strong>di</strong>cazioni sulla strada, per<br />

mezzo della quale tu potrai giungere ai gra<strong>di</strong>ni del suo trono". Ripone lo scritto. Che fila <strong>di</strong><br />

meraviglie si affolla nei miei sensi stupiti. Esce, la parete si chiude. Sarà vero questo<br />

improvviso cambiamento della mia situazione nei confronti della fortuna? Ero un<br />

men<strong>di</strong>cante, ora sono un Creso! Ma cosa è questa settima statua <strong>di</strong> <strong>di</strong>amante rosa? Che<br />

oscuro desiderio mi prende <strong>di</strong> possedere anch'essa! Ah, perché non posso cadere ai pie<strong>di</strong> del<br />

re <strong>degli</strong> spiriti in questo minuto! Ci fosse almeno un genio benevolo che potesse portarmi<br />

all'istante nelle sue vicinanze!<br />

La statua del piccolo mago sul tavolo si trasforma nel piccolo genio Kolibri.<br />

KOLIBRI fa fatica a parlare a causa delle lacrime: Io!<br />

EDUARD Che grazioso fanciullo! Come ti chiami, caro fanciullo?<br />

KOLIBRI sempre piagnucolante e infasti<strong>di</strong>to: Sono il piccolo Kolibri.<br />

EDUARD E che cosa sei?<br />

KOLIBRI infasti<strong>di</strong>to: Un genio, non lo ve<strong>di</strong>?<br />

EDUARD Ma perché sei così arrabbiato?<br />

KOLIBRI Perché mia madre mi ha sgridato.<br />

EDUARD Perché?<br />

KOLIBRI Perché devo aiutarti.<br />

EDUARD E tu dunque non mi vuoi aiutare?<br />

KOLIBRI Oh, si - ma stavo giocando con gli altri geni con le mele d'oro, quando la mamma mi ha<br />

or<strong>di</strong>nato <strong>di</strong> lasciare tutto e venire da te, perché lo aveva comandato il principe <strong>degli</strong><br />

incantesimi e visto che io non sono andato subito, mi ha sistemato in malo modo.<br />

EDUARD Povero fanciullo! E chi è tua madre?<br />

KOLIBRI Una fata che vive dei suoi propri mezzi.<br />

EDUARD Ora stai pure tranquillo! Ve<strong>di</strong>, se mi aiuterai, ti prometto non solo una, bensì molte<br />

centinaia <strong>di</strong> mele d'oro.<br />

KOLIBRI improvvisamente gioioso: Ma è vero? Ah, che bello. Fa salti <strong>di</strong> gioia. Ora fai<br />

attenzione a cosa farò.<br />

EDUARD Dimmi, in che modo puoi aiutarmi?<br />

KOLIBRI Ti mostrerò i mezzi grazie ai quali potrai giungere dal re <strong>degli</strong> spiriti. Prima dovrai<br />

scalare un'alta montagna e il seguito te lo rivelerò segretamente. Dovrai superare molti<br />

pericoli, faremo un viaggio attraverso i cieli. Rimarrai imperturbabile?<br />

EDUARD I pericoli temprano il coraggio! Il mio desiderio del tesoro magico si fa sempre più<br />

incandescente. Vieni e accompagnami.


66<br />

KOLIBRI Oh, ma non così in fretta, è una strada assai lunga, prima devo vedere <strong>di</strong> trovare una<br />

carrozza. Non devi temere che io ti rovesci, sono un buon postiglione e suonerò in modo<br />

che ti salteranno via le orecchie.<br />

EDUARD Va bene, mi preparerò al viaggio.<br />

KOLIBRI Puoi portare con te anche un servitore, poiché mi sembra che tu sia un signore molto<br />

comodo. Allora siamo intesi. Ad<strong>di</strong>o! Tra un quarto d'ora ritornerò. E per le mele - un uomo,<br />

una parola!<br />

Eduard gli porge la mano aperta, Kolibri gliela stringe ed esce pieno <strong>di</strong> sussiego.<br />

EDUARD da solo, gioioso: Bravissimo! Così va splen<strong>di</strong>damente! Colpo su colpo! La mia fortuna<br />

comincia ad essere sfrenata e a quanto vedo, ho a che fare con spiriti veramente gioiosi e<br />

allora la mia gaiezza dovrà risvegliarsi.<br />

SCENA VENTESIMA<br />

Mariandel. Entra Florian con un gruppo <strong>di</strong> vicini. Detto.<br />

Coro<br />

Entrate! Entrate!<br />

Sarete i benvenuti.<br />

I nemici si insinuano furtivamente,<br />

gli amici entrano gagliar<strong>di</strong>.<br />

FLORIAN Signore! Eccoli, li ho liberati. Adesso parli con loro.<br />

EDUARD Che cosa combini, mi porti nella stanza questo gruppo <strong>di</strong> persone?<br />

MARIANDL Si, prego Vostra Grazia - sta <strong>di</strong>ventando bizzarro. Quanta gente! A Florian: Io ne<br />

avrei portati ancora <strong>di</strong> più, se fossi stata in te.<br />

FLORIAN Si, ma da dove prenderli senza rubarli? Li ho messi insieme cercando ovunque e li ho<br />

spinti qui.<br />

EDUARD arrabbiato: Ma che cosa vogliono qui? Babbeo!<br />

FLORIAN Così parla il signore!<br />

UN VICINO Benevolo Signore, Florian ci ha adunati e ci ha raccontato delle Sue <strong>di</strong>fficoltà<br />

finanziarie, con noi Lei è sempre stato un buon signore, qualche volta ci ha pagato un<br />

bicchierino <strong>di</strong> vino, anche se con il vecchio signore non è andata bene, non importa. Se<br />

possiamo aiutarLa e possiamo renderLe un servizio, si accor<strong>di</strong> con noi, del resto siamo i<br />

Suoi vicini, non si sa mai, anche Lei potrebbe fare qualcosa per i nostri figli.<br />

TUTTI Si, si! Si accor<strong>di</strong>, benevolo signore!<br />

EDUARD Brava gente, accettate il mio cor<strong>di</strong>ale ringraziamento! Comunque non posso fare alcun<br />

uso dei vostri sentimenti <strong>di</strong> amicizia, ma vi scriverò con riconoscenza nel mio cuore. E' stato<br />

ritrovato un testamento <strong>di</strong> mio padre, che mi induce a intraprendere un lungo viaggio oggi<br />

stesso e se ritornerò felicemente, trascorrerò la prima sera del mio arrivo nella vostra gioiosa<br />

compagnia.<br />

TUTTI I VICINI Viva! Evviva il nostro vicino!


67<br />

UN VICINO Quin<strong>di</strong> Vostra Grazia, amici come prima e poi io ho ancora una preghiera: non getti<br />

alcuna male<strong>di</strong>zione su Florian, non è cattivo, anzi è solo un buon sempliciotto.<br />

FLORIAN tra sé: O che meschino!<br />

UN VICINO E ora parta ben contento e ritorni sano.<br />

TUTTI Buon viaggio! Escono con <strong>degli</strong> inchini.<br />

SCENA VENTUNESIMA<br />

Eduard. Florian. Marianne.<br />

EDUARD Florian! Hai sentito la mia decisione. Preparati per il viaggio, mi accompagnerai. A te,<br />

Marianne, consegno la chiave della mia casa, posso fidarmi della tua fedeltà.<br />

FLORIAN Più <strong>di</strong> me!<br />

MARIANDL Dunque Vostra Grazia vuole proprio andare? E parte anche Florian?<br />

FLORIAN Si, parte anche Florian e la Florianina rimane qua.<br />

EDUARD Devo solo informarti che il nostro viaggio passa attraverso il cielo.<br />

FLORIAN Per me va bene, non sono forse un ragazzo con la testa fra le nuvole?<br />

EDUARD Allora congedatevi teneramente e poi coraggio, Florian! Fra un quarto d'ora ci<br />

<strong>di</strong>rigeremo verso le stelle. Esce.<br />

SCENA VENTIDUESIMA<br />

Mariandl. Florian.<br />

MARIANDL Ah, che spettacolo! Dunque il nostro giovane signore è alleato anche con gli spiriti?<br />

E tu vuoi veramente andare in giro per i cieli con lui? Per quanto tempo resteremo separati?<br />

FLORIAN Alcuni trimestri.<br />

MARIANDL Così tanto? Ma se cadete giù?<br />

FLORIAN Allora saremo qua prima.<br />

MARIANDL No, la paura non la sopporto, mi annegherò.<br />

FLORIAN Vuoi rendermi vedovo?<br />

MARIANDL Che uomo insensibile! Non provi affatto <strong>di</strong>spiacere per me?<br />

FLORIAN Ve<strong>di</strong> Mariandl, ti voglio bene, tu sei la mia terza vita, ma se si tratta del mio signore,<br />

vendo tutte quante le Mariandl per due centesimi.<br />

MARIANDL Vedo già che devo cedere. Intrapren<strong>di</strong> pure il tuo viaggio aereo, ma per lo meno<br />

bada a te stesso, cerca <strong>di</strong> non cadermi da qualche parte in un buco d'aria e <strong>di</strong> non romperti<br />

un braccio o i pie<strong>di</strong>.<br />

FLORIAN Non mi dai un ricor<strong>di</strong>no?<br />

MARIANDL Si, ma che cosa?<br />

FLORIAN Un biglietto da <strong>di</strong>eci fiorini.<br />

MARIANDL Hai già il mio cuore. Ad<strong>di</strong>o.<br />

FLORIAN Che Dio ti protegga e pensami quando ti avanzerà un po' <strong>di</strong> tempo.


68<br />

Duetto<br />

FLORIAN<br />

Mariandel, zucchero can<strong>di</strong>to<br />

del mio cuore, stammi bene.<br />

MARIANDEL<br />

Florian, per te piangerò<br />

ogni ora, quando sarai via.<br />

FLORIAN<br />

La mia vita stessa darò<br />

per te se morirò.<br />

Insieme<br />

MARIANDL<br />

La sua vita stessa darà<br />

per me se morirà.<br />

FLORIAN<br />

La mia vita stessa darò<br />

per te se morirò.<br />

MARIANDL<br />

Mi rimarrai fedele, mio Florel,<br />

visto che anche il mio cuore non ti <strong>di</strong>menticherà mai?<br />

FLORIAN<br />

Ti scriverò con il prossimo giro <strong>di</strong> posta,<br />

che sei il rifugio del mio cuore.<br />

MARIANDL<br />

Ti nomino mio unico erede,<br />

se i miei occhi non dovessero vederti più.<br />

FLORIAN<br />

Se nel frattempo tu dovessi morire,<br />

preferisco che tu mi <strong>di</strong>a tutto subito.<br />

MARIANDL<br />

Solo quando posso stringerti al cuore,<br />

i miei occhi brillano chiari e luminosi.<br />

FLORIAN<br />

Certo non scorgerai allora niente <strong>di</strong> nuovo,<br />

visto che rimango sempre il vecchio buffone.<br />

MARIANDL<br />

Oh, sarà davvero splen<strong>di</strong>do,<br />

salterò con tutte le forze<br />

in alto dalla gioia<br />

come un giovane cerbiatto!<br />

FLORIAN<br />

Poi andrai da Sperl<br />

con il tuo amato,<br />

oh, hurrà, evviva!<br />

Sarà uno spasso!


ENTRAMBI<br />

FLORIAN<br />

MARIANDL<br />

Insieme<br />

FLORIAN<br />

MARIANDL<br />

Escono entrambi.<br />

SCENA VENTITREESIMA<br />

69<br />

Là sbevazzeremo entrambi al gioioso banchetto.<br />

E se prenderò una sbornia, tu mi condurrai a casa!<br />

Vai pure, vai pure! Ti condurrò a casa.<br />

E se prenderò una sbornia, tu mi condurrai in casa.<br />

E se prenderai una sbornia, ti condurrò in casa.<br />

Piccolo paesaggio coperto <strong>di</strong> neve davanti alla casa <strong>di</strong> Eduard. Si sente una musica con<br />

accompagnamento <strong>di</strong> corno del postiglione, che esprime il giungere del carro postale.<br />

Kolibri, vestito da postiglione, giunge su un calesse postale attaccato a due volpi russe,<br />

suona il suo corno, scende, fa schioccare la frusta e batte i pie<strong>di</strong> davanti alla porta <strong>di</strong><br />

casa.<br />

KOLIBRI Per mille <strong>di</strong>avoli! Ecco il postale, aprite! Bussa alla porta <strong>di</strong> casa.<br />

EDUARD esce <strong>di</strong> casa con una sopravveste foderata <strong>di</strong> pelliccia: Ah, mio piccolo cocchiere, già<br />

qui? Bravo! Questo lo chiamo mantenere la parola!<br />

KOLIBRI Si, da noi va tutto per posta. E' già tar<strong>di</strong>, altrimenti viaggeremo <strong>di</strong> notte.<br />

EDUARD chiama: Florian, sbrigati!<br />

FLORIAN da <strong>di</strong>etro le quinte: Sto arrivando! Entra, pronto per partire, con una livrea e sopra<br />

un caldo spencer. Manopole, un berretto da viaggio. Porta <strong>di</strong>verse scatole, due ombrelli,<br />

un cavastivali, un guanciale e un macinino da caffè. Tutto a posto!<br />

EDUARD ride: Maledetto! Perché ti sei caricato tutta questa roba? La scaricherai subito? Sembri<br />

proprio un somaro!<br />

FLORIAN Devo pur prendere lo stretto necessario.<br />

KOLIBRI Scaricala subito! Non sei abbastanza pesante da solo con quel testone?<br />

FLORIAN Va bene! Butta la roba in casa. Sarà un bel viaggio, neppure una valigia, e che<br />

postiglione! Il corno è più grosso <strong>di</strong> lui, lo perderemo per strada.<br />

SCENA VENTIQUATTRESIMA<br />

Mariandl. Detti.<br />

MARIANDL esce <strong>di</strong> casa, ha una scatola rotonda, nella quale c'è una focaccia e una grossa<br />

cesta della biancheria: Per amor del cielo, Vostra Grazia non


70<br />

partirà in questo modo? Vostra Grazia, portate con Voi un po' <strong>di</strong> biancheria. E' tutto scritto qui:<br />

do<strong>di</strong>ci camicie, otto paia <strong>di</strong> calze, venti fazzoletti per il collo, due dozzine <strong>di</strong> colletti e -<br />

KOLIBRI Per tutti i <strong>di</strong>avoli! Non ne avremo bisogno! Dentro! I cavalli non attenderanno oltre.<br />

MARIANDL bacia la mano a Eduard: Auguro allora a Vostra Grazia un felice viaggio! Io<br />

baderò alla casa.<br />

EDUARD Sali, ragazzo!<br />

FLORIAN Mariandl, stammi bene!<br />

MARIANDL Florian, riguardati bene dal non prendere una brutta tosse. Eccoti una mia vecchia<br />

palatina. Gliela mette addosso. E nella scatola c'è una focaccia, ma non romperti un dente<br />

mordendola. Tiene la scatola davanti a sé. E ora ad<strong>di</strong>o, caro Florian. Forse non ti rivedrò<br />

mai più.<br />

FLORIAN O Mariandel, mi si spezza il cuore. Piange.<br />

MARIANDL Non mi <strong>di</strong>menticherai, non è vero?<br />

FLORIAN piangendo: No! Ma dove è la focaccia?<br />

MARIANDL Florian!<br />

FLORIAN piange più forte: La focaccia!<br />

MARIANDL Se tu potessi guardare nel mio cuore!<br />

FLORIAN C'è l'uvetta dentro?<br />

MARIANDL Bene, eccola, ghiottone. Gli dà la scatola.<br />

KOLIBRI scalpita: Ora avanti, in nome del <strong>di</strong>avolo! Con la frusta colpisce Florian sotto i pie<strong>di</strong> e<br />

lo spinge in questo modo sul cocchio.<br />

Sono tutti seduti e tra le esclamazioni:<br />

Florian, ad<strong>di</strong>o! Mariandl, pensami! partono al suono del corno del postiglione.<br />

SCENA VENTICINQUESIMA<br />

Mariandel da sola.<br />

MARIANDL Ora se ne sono andati e, povera cuoca, mi lasciano da sola nei guai! Se almeno il<br />

mio Florian non si ammalasse, è tanto magro, per questo gli ho sistemato ben bene il petto,<br />

visto che è così debole. In primavera ha avuto bisogno <strong>di</strong> una cura, ha bevuto il siero del<br />

latte e inoltre ha mangiato delle pere dolcissime, per alleviare un po' il suo male. Ma se<br />

ritorneranno felicemente, cucinerò un pasto eccezionale.<br />

Aria<br />

Non è affatto poca cosa avere l'onore<br />

<strong>di</strong> essere proprio una buona cuoca,<br />

eppure quando le frulla l'amore in testa,<br />

succede che ella sali troppo la minestra.<br />

Quando dei bei signori pranzano da noi,<br />

il nostro padrone deve mostrar le stanze,


Esce.<br />

71<br />

eppure spesso, con tutti i sensi completamente stor<strong>di</strong>ti,<br />

essi rimangono nel bel mezzo della cucina.<br />

E poi <strong>di</strong>cono: "Bella Mariandel,<br />

oh, dammi dunque la tua cara manina!"<br />

Eppure io, io non mi volto,<br />

e continuo a girare il contorno.<br />

Se qualcuno vuol <strong>di</strong>mostrarmi amore<br />

e vuol nutrirsi <strong>di</strong> baci dalle labbra,<br />

a costui <strong>di</strong>verrà nota la mia fedeltà,<br />

non otterrà, cortesemente, un bel niente.<br />

SCENA VENTISEIESIMA<br />

Paesaggio cupo con un alto monte, sul quale si snoda un'ampia strada in modo da<br />

costituire tre piani. In alto, alla fine della terza strada, un portale con l'iscrizione<br />

trasparente: giar<strong>di</strong>no incantato. Ancora più lontano, in prospettiva, si vede fumare il<br />

Vesuvio del re <strong>degli</strong> incantesimi. Alle quinte sono collocate tante colline sporgenti su cui<br />

crescono, così come ai pie<strong>di</strong> del monte, molti fiori colorati a forma <strong>di</strong> girasole, ma al posto<br />

del capolino centrale sono <strong>di</strong>pinti piccoli volti umani. Al cambiamento <strong>di</strong> scena il fondo<br />

del palco è occupato da <strong>di</strong>versi animali, un tacchino, alcune scimmie, un orso, un cane<br />

mastino ecc., che ascoltano tutti il canto dell'albero. L'albero canta una polonaise<br />

qualsiasi proprio al cambiamento <strong>di</strong> scena. Koliphonius entra con un annaffiatoio e un<br />

cesto con dei frutti. Appena entra, l'albero tace. Egli indossa un ampio vestito guarnito <strong>di</strong><br />

fiamme rosse e una corona <strong>di</strong> serpenti sulla testa.<br />

KOLIPHONIUS Bene, canaglie quadrupe<strong>di</strong>, come va? Gli animali si riuniscono intorno a<br />

lui. Ora devo dare da mangiare ai miei dannati! Che bella impresa! Pazzi, perché avete teste<br />

così mobili fatte per girarsi in<strong>di</strong>etro? Koliphonius è proprio un bel tipo. Li ho condotti tutti<br />

nella mia rete. Nessuno è giunto al re <strong>degli</strong> incantesimi. Ecco! E adesso andatevene. Lascia<br />

loro i frutti ed escono lentamente mangiandoseli. Quelle bestie erano uomini, adesso<br />

annaffieremo i fiori incantati. Queste erano tutte donne vanitose che volevano chiedere al re<br />

<strong>degli</strong> spiriti l'eterna bellezza. Li annaffia. Cosa vedo? Per lo Stige dalle nove braccia, stanno<br />

arrivando <strong>degli</strong> uomini laggiù! Allegria, Koliphonius concentrati! Non mi sfuggirete.<br />

All'opera <strong>di</strong> buona lena! Fate il vostro dovere, rami canterini, attirateli quassù. Cantate,<br />

cantate melo<strong>di</strong>e ammaliatrici, cantate qualcosa <strong>di</strong> Rossini. A teatro sono davvero seducenti,<br />

non perderanno certo qui il loro effetto. Esce.


SCENA VENTISETTESIMA<br />

Kolibri. Eduard. Florian.<br />

72<br />

EDUARD Dunque questa è la tua famigerata montagna incantata?<br />

FLORIAN Che profondo precipizio si apre laggiù.<br />

EDUARD E quel monte in eruzione, hai detto che è l'appartamento del re <strong>degli</strong> spiriti?<br />

FLORIAN Alloggia in una cappa <strong>di</strong> camino?<br />

KOLIBRI Ecco là il suo appartamento.<br />

EDUARD E dovrei scalare questo monte senza girarmi in<strong>di</strong>etro? E dovrei spezzare un ramo<br />

dall'albero più alto <strong>di</strong> quel giar<strong>di</strong>no?<br />

KOLIBRI Si! Dunque adesso devo lasciarti e potrò rivederti solo se sarai arrivato al termine<br />

felicemente.<br />

L'albero canta alcune battute <strong>di</strong> una famosa opera <strong>di</strong> Rossini.<br />

EDUARD Che melo<strong>di</strong>e piacevoli odo! Vi conosco, mi avete spesso <strong>di</strong>lettato. L'albero canta<br />

alcune battute <strong>di</strong> Mozart. Alt! Questo è Mozart! O tonalità patrie, non solo sapete <strong>di</strong>lettare,<br />

sapete anche entusiasmare. Ad<strong>di</strong>o! Scalerò la montagna.<br />

KOLIBRI Fai attenzione! Non guardare in<strong>di</strong>etro, io non potrò proteggerti. A Florian: Vieni,<br />

ragazzo!<br />

FLORIAN Avanti, ragazzo! Io rimango presso il mio signore.<br />

Kolibri esce.<br />

Melodramma<br />

Eduard intraprende il cammino. Entra nella prima strada. <strong>Quattro</strong> ninfe seducenti<br />

danzano <strong>di</strong>etro <strong>di</strong> lui e cercano con cenni e danze <strong>di</strong> farlo girare, infine a una battuta<br />

d'arresto della musica, esse formano un gruppo che gli si stringe intorno con <strong>di</strong>screzione.<br />

EDUARD se ne libera senza girarsi in<strong>di</strong>etro e grida: Lasciatemi, baiadere! Le ninfe spariscono<br />

rapidamente. Eduard entra nella seconda strada, improvvisamente si fa buio. Rimbomba<br />

un tuono e si abbatte su un albero davanti a lui che brucia in un attimo. Pausa della<br />

musica. Non mi spaventi! Avanti!<br />

L'albero si spegne, il palco si illumina <strong>di</strong> nuovo. Eduard entra nella terza strada, un greco<br />

con un pugnale sguainato insegue una<br />

RAGAZZA che da <strong>di</strong>etro si aggrappa a Eduard e grida: Aiuto! Aiuto!<br />

EDUARD se ne libera e grida: In<strong>di</strong>etro! Entrambi sprofondano. Vittoria, ce l'ho fatta! Si affretta<br />

verso il portale.<br />

Attraverso un megafono si ode<br />

LA VOCE DI KOLIPHONIUS Maledetto!<br />

La musica esprime il trionfo.<br />

FLORIAN durante tutta la scena ha espresso mimicamente le sue sensazioni, fa un salto <strong>di</strong><br />

gioia. Evviva! E' un mandorlo con il rafano, signore mio! E io


73<br />

dovrei rimanere qui fermo come uno spaventapasseri? No! Avanti, sul Leopoldsberg! Forse riesco<br />

anche ad afferrare una ra<strong>di</strong>ce d'unghia incantata o qualcosa <strong>di</strong> simile. Corre verso la<br />

montagna. Musica. Motivo ballabile. <strong>Quattro</strong> cameriere con cuffie <strong>di</strong> Linz e grembiuli neri<br />

ripetono la danza precedente.<br />

Pausa della musica. In<strong>di</strong>etro! Sguattere!<br />

Le quattro ragazze spariscono. Inizia a percorrere la seconda strada, verso <strong>di</strong> lui avanzano<br />

due soldati con fucili puntati.<br />

IL CAPORALE lì vicino, or<strong>di</strong>na: Puntate! Attenzione! Fuoco!<br />

Alla parola "fuoco", Florian cade in avanti sul viso. I soldati sparano alto sopra <strong>di</strong> lui e<br />

spariscono.<br />

FLORIAN si tira su e grida: E' bene essere lontani dal colpo!<br />

Entra nella terza strada.<br />

UN CAMERIERE lo tira in<strong>di</strong>etro e grida: I miei <strong>di</strong>eci fiorini!<br />

FLORIAN si sposta in<strong>di</strong>etro: In<strong>di</strong>etro, mostro! E lo getta a terra. Il cameriere fugge. Trionfo! Ce<br />

l'ho fatta! Fa per entrare nel portone.<br />

In quell'attimo appare<br />

LA FIGURA DI MARIANDEL rappresentata da lei stessa, <strong>di</strong>etro <strong>di</strong> lui che grida: Florian!<br />

Florian!<br />

FLORIAN si gira in<strong>di</strong>etro <strong>di</strong> scatto e grida: Mariandel!<br />

Fa per andare da lei, ella sparisce, una furia lo sbatte in<strong>di</strong>etro.<br />

KOLIPHONIUS compare ai pie<strong>di</strong> del monte: E' mio! Trasformati in un cane barbone!<br />

Una cuccia da cani si erge sopra Florian, che scende giù dal monte trasformato in cane<br />

barbone e cerca impaurito il suo padrone. In quell'attimo arriva dal giar<strong>di</strong>no del monte<br />

EDUARD esultante, con il ramo in mano, e grida: Florian! Florian! Il cane barbone gli salta<br />

addosso e gli fa festa. Pausa. Che cosa è, cosa vuole questo barboncino?<br />

KOLIBRI esce fuori: E' il tuo servitore!<br />

EDUARD Sventurato, cosa hai fatto? Pausa. Anche così non ti abbandonerò. Vieni, simbolo <strong>di</strong><br />

fedeltà! Via da questo luogo. Prende il barboncino per il collare e fa per tirarlo via.<br />

KOLIPHONIUS grida: Alt! Questo rimane qui! E' il mio cane! Qui il padrone sono io.<br />

EDUARD Lo <strong>di</strong>fenderò con la mia vita - non rimarrà qui.<br />

KOLIPHONIUS No? Si trasforma in un cacciatore. Allora gli sparo.<br />

Si piega per prendere la sua arma e alza il cane del fucile. Kolibri fa un cenno.<br />

Improvvisamente saltano sul palco almeno otto barboncini vivaci, rappresentati allo stesso<br />

modo <strong>di</strong> Florian, e formano con lui un tableau, tutto il resto del palco invece è riempito, su<br />

tutte le montagne e tutte le colline laterali, <strong>di</strong> tanti barboncini <strong>di</strong>pinti, che in prospettiva, a<br />

seconda del rapporto <strong>di</strong> profon<strong>di</strong>tà, appaiono più piccoli, in gruppi bizzarri che<br />

completano il tableau. Koliphonius fa per prendere la mira, fa un balzo in<strong>di</strong>etro.<br />

EDUARD Bravo, Kolibri! Adesso spara a quello giusto se lo riconosci, ma veloce, perché li porto<br />

tutti con me!<br />

KOLIPHONIUS Allora li rovinerò tutti.


74<br />

Fa un cenno. Il palco si oscura. Sfolgorano lampi, pioggia impetuosa. L'acqua sale sempre<br />

più alta, Kolibri ed Eduard si trovano nel mezzo <strong>di</strong> una rupe che emerge dall'acqua e si<br />

erge imponente. I barboncini nuotano intorno a essa. Pausa della musica.<br />

EDUARD E' perduto!<br />

KOLIBRI Gettagli il ramo.<br />

EDUARD getta il ramo nell'acqua e grida: Florian, riportalo! Il barboncino cerca <strong>di</strong><br />

acchiapparlo, con il ramo in bocca sale a fatica sulla rupe, dove si trova Eduard. Appena<br />

è in cima, al suono della musica Eduard grida: E' salvo!<br />

La rupe si trasforma in una nave a vela che parte con i tre.<br />

KOLIPHONIUS grida: Male<strong>di</strong>zione e rovina su <strong>di</strong> voi!<br />

Il barboncino, allontanandosi, abbaia con rabbia verso <strong>di</strong> lui.<br />

Cala il sipario.<br />

FINE DEL PRIMO ATTO


ATTO SECONDO<br />

SCENA PRIMA<br />

75<br />

Palazzo <strong>di</strong> Longimanus con un trono posto lateralmente. Longimanus è seduto sul trono.<br />

Intorno a lui numerosi spiriti domestici. Gran ballo <strong>di</strong> spiriti, alla fine un gruppo.<br />

TUTTI Viva Longimanus!<br />

LONGIMANUS Va bene, va bene. Ringrazio nel migliore dei mo<strong>di</strong>. Tra sé: Mi fa proprio<br />

piacere che oggi mi abbiano fatto una piccola danza, visto che domani è il mio onomastico.<br />

Gli spiriti escono.<br />

SCENA SECONDA<br />

Pamphilius. Detto.<br />

PAMPHILIUS consegna a Longimanus alcuni biglietti da visita: Mago Vanill, Fata<br />

Maraschino!<br />

LONGIMANUS Aha! I biglietti arrivano già ubriachi. Legge: La Fée Marasquin et sa famille.<br />

Monsieur Vanille, Professeur de la Magie. Li ringrazio, i miei ossequi. Nel giorno del mio<br />

onomastico mi rallegro sempre come un bambino anche solo per un biglietto del treno.<br />

Prende un biglietto del treno. Guarda un po', come è attraente quel tizio, allunga il piede in<br />

alto. Ride. Non è gran<strong>di</strong>oso?<br />

PAMPHILIUS anch'egli ride: Oh, affascinante! E' un pensiero stupendo.<br />

LONGIMANUS Come il primo giorno dell'anno, mi piace tanto, quando la gente viene a<br />

fare gli auguri. Perché? Perché si è convinti che vengano dal cuore. Da fuori si sente<br />

abbaiare il cane barbone. Chi sta abbaiando là fuori?<br />

PAMPHILIUS guarda fuori: Un enorme cane barbone!<br />

LONGIMANUS Anch'esso forse vuole farmi gli auguri per l'onomastico? Guarda un po'<br />

fuori. Pamphilius esce. Sarebbe veramente troppo se volesse farmi una visita <strong>di</strong> cortesia,<br />

dovrei protestare.<br />

SCENA TERZA<br />

Pamphilius. Detti.<br />

PAMPHILIUS ritorna: Signore! Il figlio <strong>di</strong> Zephises ha concluso felicemente il viaggio verso<br />

il giar<strong>di</strong>no incantato e osa gettarsi ai tuoi pie<strong>di</strong>.


76<br />

LONGIMANUS Basta! E' un uomo in gamba! Non si è voltato in<strong>di</strong>etro! Alla fine magari gli è<br />

venuto il torcicollo, visto che non ha potuto girare la testa. Entri pure, ma <strong>di</strong>' a suo padre <strong>di</strong><br />

non venire <strong>di</strong> qua, egli non può parlargli. Ma come mai ha un barboncino?<br />

PAMPHILIUS Forse è un ven<strong>di</strong>tore <strong>di</strong> barboncini. Lo farò entrare subito. Va verso le quinte e fa<br />

entrare Eduard.<br />

SCENA QUARTA<br />

Eduard. Detti.<br />

EDUARD Tiene in mano il ramo e si getta ai pie<strong>di</strong> <strong>di</strong> Longimanus: Potente principe <strong>degli</strong><br />

incantesimi.<br />

LONGIMANUS La prego vivamente, si alzi, questo è troppo. Lo solleva. A Pamphilius: Porti<br />

delle poltrone! Adesso vai pure! Pamphilius esce. E ora si accomo<strong>di</strong>!<br />

EDUARD Sole del mondo! Mi imbarazzi e mi schiacci con la tua bontà.<br />

LONGIMANUS Ad<strong>di</strong>rittura! Parli pure liberamente a cuore aperto. In che cosa posso servirLa?<br />

Lei è dunque il piccolo Eduard?<br />

EDUARD Si, sono il povero orfano -<br />

LONGIMANUS Beh, per lo meno nel Suo orfanotrofio deve aver avuto un buon vitto. E' davvero<br />

ingrassato.<br />

EDUARD Solo grazie al testamento <strong>di</strong> mio padre sventurato sono venuto da poco tempo in<br />

possesso <strong>di</strong> quella grande ricchezza che egli ha ottenuto per mezzo del tuo favore. Io sono<br />

qui a chiederti una grande grazia, ma prima <strong>di</strong> osare questa preghiera, ne ho un'altra -<br />

Il barboncino abbaia.<br />

LONGIMANUS Si a proposito! Hai un compagno con te. Fallo pure entrare. Ehi, fate entrare il<br />

barboncino. Il barboncino salta dentro, prima va da Eduard e gli fa le feste, poi dal re<br />

<strong>degli</strong> incantesimi. Beh, mi fa piacere fare la Sua conoscenza. E' un tipo spassoso. Che lingua<br />

parla il cane? Guarda! Non dà alcuna risposta. Ah, deve regalarmelo, gli farò subito tagliare<br />

le orecchie. Ehi -<br />

Il barboncino inizia a lamentarsi e si rintana <strong>di</strong>etro a Eduard.<br />

EDUARD Per niente al mondo! Era proprio il destino <strong>di</strong> questo povero barboncino il motivo per<br />

cui volevo chiederti la grazia.<br />

LONGIMANUS E' davvero terribile, ciò che fa il destino, adesso colpisce perfino i cani barboni.<br />

EDUARD Questo poveretto è il mio servitore, il suo attaccamento a me lo ha spinto a scalare la<br />

montagna incantata al mio seguito e un unico sguardo in<strong>di</strong>etro lo ha gettato in questa<br />

tremenda situazione.<br />

LONGIMANUS Ma come se l'è cavata con Koliphonius? Il piccolo birbantello, Kolibri, ha<br />

certamente <strong>di</strong> nuovo ripetuto la sua magia. A quel ragazzo, una buona volta, farò dare una<br />

bella lezione.<br />

EDUARD Abbi pietà, restituiscigli il suo aspetto precedente.<br />

LONGIMANUS Beh, per me - fallo entrare in quella cassa magica. Prego da questa parte. Apre<br />

la cassa, fa entrare il barboncino e la chiude. A Eduard: E adesso chiamalo tre volte per<br />

nome.


77<br />

EDUARD Florian! Florian! Florian!<br />

FLORIAN nella cassa: Bene, aprite, accidenti! Eduard apre la cassa. Florian ne esce in preda<br />

all'ira. Ah, è proprio impertinente, come si può trattare un uomo in questo modo! Per tutti i<br />

<strong>di</strong>avoli! Urta improvvisamente contro il re <strong>degli</strong> incantesimi e cade intimorito sulle<br />

ginocchia. Od<strong>di</strong>o! Vi prego mille volte <strong>di</strong> perdonarmi, Vostra magnanimità.<br />

LONGIMANUS Che <strong>di</strong>avoletto a<strong>di</strong>rato - quando si fa una gentilezza a certe persone, si<br />

<strong>di</strong>mostrano veramente molto sgarbate.<br />

EDUARD E ringrazia, giovanotto screanzato! E' al re <strong>degli</strong> spiriti che devi il tuo attuale aspetto.<br />

FLORIAN Bacio la mano, Vostra Altezza potentissima!<br />

LONGIMANUS Non so se ne ha tratto molto vantaggio da questa trasformazione, come cane<br />

barbone mi è sembrato molto più assennato <strong>di</strong> ora. Dunque ora sa come si sente un<br />

barboncino?<br />

FLORIAN Ah! Era proprio una vita da cani, non la augurerei al mio peggior nemico. Ma come è<br />

sopraggiunta la mia Mariandel?<br />

LONGIMANUS Non era la Sua Mariandel, ho una buona scorta <strong>di</strong> Mariandel, qualora ne<br />

desiderassimo una. Basta! In avvenire sia più giu<strong>di</strong>zioso. A Eduard: Dunque mio caro<br />

Eduard, ce l'abbiamo fatta. Cosa vuoi ancora, ragazzo mio?<br />

EDUARD Fammi prostrare e -<br />

LONGIMANUS L'uomo ha dei nervi talmente deboli che in ogni momento si lascia cadere.<br />

EDUARD Tu hai fatto dono a mio padre <strong>di</strong> sei statue, eppure la settima, la più preziosa - potente<br />

re <strong>degli</strong> spiriti, non a<strong>di</strong>rarti, se oso rivolgermi alla tua inesauribile generosità per ottenere il<br />

suo possesso, quale bene sommo <strong>di</strong> questa terra.<br />

LONGIMANUS sgrana gli occhi e <strong>di</strong>ce con tono solenne: Vuoi la settima statua? Si, ha un certo<br />

valore, se potrebbe ricavare un bel po' <strong>di</strong> sol<strong>di</strong> presso qualsiasi monte <strong>di</strong> pietà.<br />

EDUARD Oh, regalamela.<br />

FLORIAN La tiri fuori!<br />

LONGIMANUS Un po' <strong>di</strong> pazienza! Sai una cosa? Gratuita è solo la morte! Se si vuole avere<br />

qualcosa bisogna anche fare qualcosa per ottenerlo. Non è vero?<br />

FLORIAN Si, si deve sempre offrire qualcosa.<br />

LONGIMANUS Dunque <strong>di</strong>fficoltà contro <strong>di</strong>fficoltà. Potrai avere la statua <strong>di</strong> <strong>di</strong>amanti, ma - in<br />

cambio dovrai cercarmi una ragazza <strong>di</strong> <strong>di</strong>ciotto anni, dalle cui labbra, durante la sua vita, non<br />

siano ancora uscite bugie.<br />

FLORIAN Allora non l'avremo, la statua!<br />

EDUARD Signore illustre, tu preten<strong>di</strong> troppo da me, debole mortale, eppure oserò anche<br />

l'improbabile per il possesso <strong>di</strong> questo tesoro magico.<br />

LONGIMANUS Lo farai dunque? Eh bien! Ma quando l'avrai trovata, portala imme<strong>di</strong>atamente<br />

qui e aspettami ai pie<strong>di</strong> del mio palazzo fumante. Ma se ti azzarderai a indugiare un attimo a<br />

consegnarla, la tua vita sarà perduta. Si, guardami pure! Non scherzo! Imme<strong>di</strong>atamente, non<br />

ci sarà perdono.<br />

EDUARD Mi sottometto alla tua parola. Ma come mi sarà possibile riconoscere questa<br />

sacerdotessa della verità? Come posso sapere se una ragazza, magari anche solo per<br />

scherzo, ha mentito? Chi potrà <strong>di</strong>rmelo in tutto l'e<strong>di</strong>ficio?


78<br />

FLORIAN Basta informarsi dal portiere.<br />

LONGIMANUS Questa volta hai ragione. Devo darti un segno <strong>di</strong> riconoscimento.<br />

FLORIAN Mi interroghi pure ogni volta, Le risponderò sempre.<br />

LONGIMANUS Giusto, lo saprai da lui, poiché ne prova perfino gioia, il nostro amico.<br />

FLORIAN Si, prego Vostra Altezza - già me ne rallegro.<br />

LONGIMANUS Se vuoi esaminare una donna, pren<strong>di</strong>le la mano, se ha già mentito una volta,<br />

questo giovanotto sentirà dei dolori tremen<strong>di</strong> in tutto il corpo.<br />

FLORIAN irrigidendosi tutto: Che mi prenda un colpo!<br />

LONGIMANUS Lo sbranerà, lo scannerà, per farla breve, gli farà tutto quello che è possibile<br />

immaginarsi.<br />

FLORIAN Vi prego, questo è veramente troppo.<br />

LONGIMANUS E quante più bugie ella ha detto in vita sua, tanti più dolori egli sentirà.<br />

FLORIAN Scusino, ma devo uscire. Fa per uscire.<br />

EDUARD Alt! E perché mai?<br />

FLORIAN Non mi sento bene.<br />

LONGIMANUS Tu rimani qui.<br />

FLORIAN Vostra Altezza, non va - ciò mi porterà <strong>di</strong>retto all'ospedale.<br />

LONGIMANUS Taci! Dunque - dove eravamo rimasti? Giusto - tanti più dolori reumatici egli -<br />

FLORIAN Non lo sopporto. Fa per uscire. Vostra Altezza, smettetela con i dolori reumatici o<br />

verranno tutti a me. E chi mai potrebbe resistere a un servizio tanto reumatizzante?<br />

LONGIMANUS Piano! Alla pioggia segue il sole. Ma qualora tu ne trovassi una che non ha<br />

ancora mai mentito, egli avvertirà uno straor<strong>di</strong>nario senso <strong>di</strong> benessere. Si sentirà così bene e<br />

così felice come una persona che balla un Langaus per la prima volta.<br />

FLORIAN Si, quando ha avuto la gotta per sette anni. Bene, in nome del cielo, lasciamoci<br />

scuotere un po'.<br />

EDUARD Stai calmo, Florian! Se troverò il mio ideale, ti ricompenserò riccamente.<br />

FLORIAN Me? O beh, ma chissà dove sarò allora! Per arrivare fino a quel momento non le<br />

basteranno trecento domestici.<br />

LONGIMANUS E ora fate in modo <strong>di</strong> andare avanti. Come vuoi viaggiare dunque? Aspettate.<br />

Grida: Ehi!<br />

Arriva Pamphilius.<br />

SCENA QUINTA<br />

Pamphilius. Detti.<br />

LONGIMANUS a Pamphilius: Fai attaccare loro i miei due vecchi draghi che sono davanti alla<br />

mia carrozza <strong>di</strong> gala, sono veramente un paio <strong>di</strong> bestie sicure.<br />

PAMPHILIUS Potente signore, è impossibile! Il cavallo <strong>di</strong> destra si è rotto un'ala.<br />

LONGIMANUS Eccoci. E' dovuto al viaggiare veloce. Ora dovrò cercare pazientemente fino a<br />

che non ne troverò uno uguale. Sai una cosa? Viaggia in


79<br />

pallone aerostatico e nel punto in cui scenderete, là tenta la sorte. Vai lassù nel capannone a<br />

cercare un pallone aerostatico. Kolibri guiderà la carrozza. Pamphilius esce. Allora buona<br />

fortuna - farò in modo che sia tempo buono. E qualora voleste altri abiti, basta <strong>di</strong>rlo al mio<br />

sarto <strong>di</strong> là, e in cinque minuti saranno pronti.<br />

EDUARD Illustre principe <strong>degli</strong> spiriti! Con coraggiosa fiducia intraprendo il mio viaggio, la mia<br />

massima fortuna è riposta nelle tue mani. Si inchina ed esce.<br />

FLORIAN Potente principe <strong>degli</strong> incantesimi e illustrissimo capo dell'encomiabile corporazione <strong>di</strong><br />

spiriti. Con la tremarella più miserevole intraprendo il mio viaggio, abbia pietà della mia<br />

debole costituzione e pensi che una persona che solo fino a poco fa è stata trattata come un<br />

cane, non è più in grado <strong>di</strong> sopportare tali dolori. Fa per uscire.<br />

LONGIMANUS Allora aspetti ancora un po'! Che pazzo! Non succederà proprio niente, perché si<br />

lamenta in questo modo?<br />

FLORIAN Vedete Vostra Altezza, è solo che se mi si sciupasse la fisionomia, la mia Mariandl non<br />

mi guarderebbe più in vita sua.<br />

LONGIMANUS E che persona è mai questa Mariandl? E' davvero così graziosa?<br />

FLORIAN No, se osserva bene è una bellezza barbara. Anche percorrendo il mondo intero non se<br />

ne trovano - Ah, non credo che se ne trovi una neppure in Valacchia.<br />

LONGIMANUS Beh, bravo! Me la presenterà un giorno.<br />

FLORIAN Ah, no! Vostra Altezza è proprio un buontempone! Me la potrebbe sviare.<br />

LONGIMANUS Ma non sia così infantile, che mai Le salta in mente?<br />

FLORIAN No, no! A cosa gioverebbe? Io non la darò via. Colui che mi ruberà la mia Mariandel,<br />

sarà figlio della pallida morte! Ah! Ci sarebbe una vera baruffa! Vostra Altezza è un uomo<br />

imponente, ma non vorrei augurarVi le botte, poiché la mia Mariandel è la mia unica<br />

passione!<br />

Aria<br />

Mariandel è tanto bella,<br />

Mariandel è tutto per me,<br />

e se solo potessi prenderla,<br />

le cadrei al collo.<br />

Ce ne sono certamente tante <strong>di</strong> Mariandel<br />

in questo grande mondo,<br />

eppure nessuna che sia tanto graziosa<br />

e che mi piaccia così tanto.<br />

Mariandel è tanto delicata,<br />

si, lo ammetto francamente,<br />

tranne quando mangia mezza polpetta,<br />

mentre io ne ho già mangiate tre.<br />

E quando, spesso, ho proprio tanta fame,<br />

quasi le si spezza il cuore,<br />

allora corre veloce nella cucina<br />

e mi cuoce un tritello.


Esce.<br />

Ripetizione<br />

Esce.<br />

80<br />

Mariandel è tanto fedele,<br />

Mariandel è tanto devota<br />

e se non riesco a vederla presto,<br />

va a finire che mi ammazzo.<br />

Poiché solo chi ha una Mariandel<br />

lo sa come lo so io,<br />

non è vero? Tutte le volte che si pensa a lei<br />

dà volta il cervello!<br />

Mariandel è giu<strong>di</strong>ziosa,<br />

Mariandel non è sciocca,<br />

Mariandel pensa che qui a Vienna<br />

ci sia il pubblico migliore!<br />

Perciò credo anch'io a Mariandel,<br />

non mi ha preso in giro,<br />

ho avuto fiducia nelle sue parole<br />

e non mi son sbagliato!<br />

LONGIMANUS da solo: Ora hanno già avuto il tempo per andarsene. Non si può neppure bere in<br />

pace una tazza <strong>di</strong> caffè. Grida: Pamphilius!<br />

SCENA SESTA<br />

Pamphilius. Detto.<br />

LONGIMANUS Porta i libri nuovi, che ho preso in prestito dalla biblioteca, su nella stanza <strong>di</strong><br />

lettura e metti tutto in or<strong>di</strong>ne, voglio leggere.<br />

PAMPHILIUS Desideri anche del vapore aromatico nella stanza?<br />

LONGIMANUS Più tar<strong>di</strong> con il vapore potrai anche farmi vedere lucciole per lanterne. E ora <strong>di</strong><br />

sopra, sistema tutto. Il mio tavolino, quattro candele <strong>di</strong> cera e poi l'opera Agnes Bernauerin.<br />

Sto leggendo questo libro già per la quattor<strong>di</strong>cesima volta e ancora non so perché l'abbiano<br />

effettivamente gettata nell'acqua. Ora vieni, Pamphilius.<br />

Escono entrambi.<br />

SCENA SETTIMA<br />

Piazza, circondata da e<strong>di</strong>fici alti e belli, ma tutti senza finestre, costruiti con gusto greco,<br />

girata <strong>di</strong> spalle la statua della virtù con la testa coperta e con uno stelo <strong>di</strong> giglio in mano.


81<br />

A destra l'ingresso del palazzo <strong>di</strong> Veritatius. A sinistra, in primo piano, un rialzo <strong>di</strong> gra<strong>di</strong>ni<br />

in pietra, su cui si trova una poltrona <strong>di</strong>etro alla quale si erge la statua della verità. Una<br />

figura nera con il sole sul petto.<br />

Coro <strong>degli</strong> abitanti<br />

SCENA OTTAVA<br />

Silenzio, silenzio! Attendete con <strong>di</strong>screzione,<br />

finché non risuonerà il richiamo del corno.<br />

L'insolente che schernisce la parola dell'araldo,<br />

dovrà soffrire tremendamente.<br />

Cosa mai ci annuncerà,<br />

cosa sarà accaduto?<br />

Presto pur lo scopriremo,<br />

vedete, eccolo, sta già arrivando.<br />

Detti. Due servitori dell'araldo entrano per primi e suonano tre volte il loro corno d'oro<br />

che assomiglia alla tuba romana. Poi al centro entra l'araldo.<br />

ARALDO<br />

Recitativo<br />

ARALDO<br />

CORO<br />

ARALDO<br />

Abitanti <strong>di</strong> questa terra onesta!<br />

Sono comparso per annunciarvi<br />

gli or<strong>di</strong>ni del nostro signore.<br />

Al suonare della prossima ora<br />

dovrete radunarvi qui per or<strong>di</strong>ne suo.<br />

Oggi punirà una ragazza<br />

e la allontanerà dai confini del paese,<br />

poiché ella si beffa impudentemente dei buoni costumi,<br />

che pur con benevolenza ci colmano <strong>di</strong> gioia<br />

e che soli sono l'orgoglio della nostra terra.<br />

Aria con coro.<br />

Qui nella silenziosa terra solitaria,<br />

dove troneggia la pace dorata,<br />

l'amicizia tesse sal<strong>di</strong> vincoli,<br />

e l'amore viene ricompensato dolcemente.<br />

L'amicizia tesse sal<strong>di</strong> vicoli,<br />

e l'amore viene ricompensato dolcemente.<br />

Perciò fratelli miei, recatevi<br />

al lavoro con avvedutezza,


CORO<br />

82<br />

de<strong>di</strong>cate i canti solo alla prudenza,<br />

poiché la fretta non porta mai guadagno.<br />

De<strong>di</strong>cate i canti solo alla prudenza,<br />

poiché la fretta non porta mai guadagno.<br />

Escono tutti. La musica dopo il coro <strong>di</strong>venta più allegra, all'incirca una graziosa<br />

variazione sul tema: "Tre sarti escono dalla porta, ad<strong>di</strong>o!".<br />

SCENA NONA<br />

Il pallone aerostatico, che è costituito da una sfera blu scura ma non con i consueti nastri,<br />

bensì con un paio <strong>di</strong> guarnizioni bianche <strong>di</strong> traverso e due ali bianche applicate a<br />

entrambi i lati, scende giù lentamente. Eduard, Kolibri, in veste <strong>di</strong> autista dell'aria con una<br />

ban<strong>di</strong>erina rosa, e Florian, scendono dalla navicella dorata che vi è appesa. Eduard<br />

indossa un'uniforme civile verde, pantaloni bianchi e un cappello <strong>di</strong> piume. Florian una<br />

livrea rossa con galloni d'oro.<br />

KOLIBRI Dunque eccoci qua. Mongolfier ha fatto il suo dovere. Adesso porta tu a termine il<br />

resto.<br />

EDUARD Ma dove siamo?<br />

KOLIBRI Lo saprai subito, io faccio tutto per il tuo bene. Kolibri non è uno sciocco. Adesso ti<br />

lascio e se avrai bisogno <strong>di</strong> me, sarò subito pronto. Assume un altro tono e si toglie il<br />

cappello. Vostra Grazia, chiedo la mancia!<br />

EDUARD Si giusto! Ecco, mio piccolo barcaiolo! Gli dà una moneta d'oro.<br />

KOLIBRI Vostra Grazia, perdonate, ho ancora qualcosa in buono dalla prima stazione, sa, gli<br />

zecchini? Erano due zecchini d'oro e Lei me ne ha dato solamente uno. Gli mette davanti la<br />

moneta d'oro.<br />

EDUARD gliene dà un'altra: Si ecco! Sei dunque così avido?<br />

KOLIBRI Si capisce! Devo pur mettere da parte qualcosa per la mia vecchiaia. Vorrei<br />

congedarmi. Fa una riverenza e sale sul pallone aerostatico che parte subito con lui.<br />

EDUARD Che città strana! E' tutto così silenzioso per le strade, come se fosse <strong>di</strong>sabitata. Bene<br />

amico Florian, perché sei così mesto? Non ti piace qui?<br />

FLORIAN che per tutta la scena è apparso molto triste e ripetutamente pensoso: No! Per me su<br />

questa terra non fioriscono rose.<br />

EDUARD irritato: E non essere così sciocco! Non ne andrà della tua vita.<br />

FLORIAN Oh, La prego - taccia! Crede che sia un <strong>di</strong>vertimento quando si viene sottoposti a tale<br />

tortura? Ho sopportato tanto a lungo. Questo è il destino del bello sulla terra!<br />

EDUARD Adesso ti or<strong>di</strong>no <strong>di</strong> tacere e <strong>di</strong> suonare a quel palazzo per sentire dove siamo.<br />

FLORIAN Beh, è giusto. Farò tutto. Disperazione pren<strong>di</strong> la tua vittima. Suona.


SCENA DECIMA<br />

83<br />

Ala<strong>di</strong>n, il guar<strong>di</strong>ano del palazzo, apre il portone ed esce. Detti.<br />

ALADIN Cosa vedo? Forestieri? Con quale potere magico siete giunti qui e cosa desiderate da<br />

noi?<br />

EDUARD Rispettabile sconosciuto, vuoi prima però rispondere alla mia domanda, dove mi trovo?<br />

ALADIN Ti trovi nel paese della verità e dei costumi rigorosi e il tuo piede tocca il suolo della<br />

nostra capitale.<br />

EDUARD Rallegrati, Florian, siamo vicini alla nostra meta.<br />

FLORIAN Io vorrei essere ancora lontano dalla mia meta.<br />

ALADIN Questo è il palazzo del nostro signore, io sono solo il suo servitore.<br />

FLORIAN Anch'egli è solo un domestico.<br />

EDUARD Vuoi annunciarmi al tuo signore? Molto al <strong>di</strong> là del mare io sono principe del paese<br />

della sincerità e con il mio fedele servitore Florian si inchina ho fatto il viaggio fino al<br />

vostro paese su una macchina aerea recentemente inventata, per condurre a casa una sposa<br />

che intendo rendere felice con fedele amore ed enormi ricchezze.<br />

ALADIN I tuoi sentimenti sono buoni e io li riferirò fedelmente al nostro signore.<br />

EDUARD Adesso ren<strong>di</strong>mi note le abitu<strong>di</strong>ni del vostro paese insulare.<br />

FLORIAN Si, ci racconti qualcosa.<br />

ALADIN Invano sulla nostra isola cercherai la lite, non abbiamo alcun rapporto con altri paesi.<br />

Non <strong>di</strong>amo mai feste, risplen<strong>di</strong>amo solo grazie alla verità.<br />

FLORIAN Molto bello da parte Loro.<br />

ALADIN Per le strade è deserto poiché si esce solamente quando è strettamente necessario.<br />

EDUARD Ma non vedo finestre alle case.<br />

ALADIN Danno sul giar<strong>di</strong>no, la vista è sul <strong>di</strong>etro.<br />

FLORIAN Avranno gli occhi <strong>di</strong> <strong>di</strong>etro, visto che sul davanti avrebbero fatto troppo scalpore.<br />

ALADIN La menzogna da noi viene punita con grande severità a seconda delle conseguenze<br />

dannose che provoca e comunque si è più indulgenti verso le donne che verso gli uomini.<br />

Sull'isola della verità e della morigeratezza conosciamo la calunnia solo <strong>di</strong> nome.<br />

FLORIAN Mi scusi, mio caro, se qualcuno nella sua morigeratezza ruba qualcosa, viene arrestato<br />

in modo del tutto riservato?<br />

ALADIN Chi pecca, deve essere punito.<br />

FLORIAN E quin<strong>di</strong> poi prende le sue oneste cinquanta bastonate?<br />

ALADIN Questo non succede. Noi bastoniamo solo gli abiti <strong>di</strong> colui che deve essere punito, non<br />

l'uomo, e questo da noi è la più grande infamia.<br />

FLORIAN Questo succede ovunque. Anche se si picchiano solo i vestiti, si aspetta però il<br />

momento in cui li indossa colui che - mima l'azione del bastonare.<br />

EDUARD E com'è riguardo ai vostri matrimoni?<br />

ALADIN Le nostre ragazze vengono fatte sposare nel loro ventesimo anno <strong>di</strong> età. Nessuna può<br />

uscire da sola, devono essere per lo meno in quattro, inoltre non possono guardarsi intorno.<br />

FLORIAN Ciò vuol <strong>di</strong>re che non possono guardare nessuno dall'alto in basso.


84<br />

ALADIN Ed escono sempre accompagnate da due mori.<br />

EDUARD Ti ringrazio per le informazioni e compatisco queste infelici, <strong>di</strong>venterebbero<br />

probabilmente creature più preziose, se si imponesse meno costrizione alle loro azioni.<br />

ALADIN Compatire? Non pronunciare questa parola alla presenza del mio signore al quale ora ti<br />

annuncerò. Nel paese della verità nessuno è da compatire eccetto colui che gli dei hanno<br />

colpito con la cecità, tanto da non vedere il valore assoluto delle nostre azioni. Entra nel<br />

palazzo.<br />

FLORIAN Il signore mi preceda.<br />

SCENA UNDICESIMA<br />

Eduard. Florian.<br />

EDUARD Da tutto ciò che ho sentito, nutro poca speranza <strong>di</strong> trovare qui una ragazza che possa<br />

adempiere alle severe esigenze del mio magico benefattore. Una simile costrizione innaturale<br />

risveglia la riservatezza e la riservatezza è la madre della menzogna. Ma guarda, stanno<br />

arrivando alcune donne. Tenterò la sorte. Florian, tieniti saldo.<br />

FLORIAN Per tutto l'oro del mondo, signore, sia umano! Per tutto il tempo in cui ne terrà una per<br />

mano, pensi che mi sta afferrando per i capelli, bisogna che lasci andare subito dopo.<br />

SCENA DODICESIMA<br />

<strong>Quattro</strong> ragazze velate appaiono accompagnate da due mori. Si ritraggono un po' alla<br />

vista <strong>di</strong> Eduard. Detti.<br />

EDUARD si inginocchia. Alla prima: Tulipano <strong>di</strong> bellezza, perdona un forestiero che osa renderti<br />

i suoi più alti omaggi.<br />

FLORIAN Ho la sensazione <strong>di</strong> venir trascinato via.<br />

OSILLIS Un gentiluomo.<br />

AMAZILLI Che strano abito!<br />

EDUARD Permettimi <strong>di</strong> baciare la tua leggiadra mano. Le prende la mano.<br />

FLORIAN grida: Ohi, ohi, ohi! La lasci andare! Più debolmente. La lasci andare! Sospira.<br />

Eduard le lascia la mano.<br />

OSILLIS si spaventa: Che significa? A Florian: Che ti succede, straniero?<br />

FLORIAN Niente! E' già passato! Sappiamo già come stanno le cose.<br />

OSILLIS Ma tu ci spaventi con -<br />

FLORIAN Non è vero, è tutto falso.<br />

EDUARD Perdonalo, e anche tu, graziosa fanciulla! Prende la mano della seconda.<br />

FLORIAN Ahi, ahi, ahi! Questa mente ancora <strong>di</strong> più. Oh, accidenti! Eduard le lascia andare la<br />

mano. Florian completamente spossato: Ah, questa si che è una comme<strong>di</strong>a!


EDUARD Taci, giovanotto!<br />

OSILLIS E' pazzo?<br />

EDUARD No, belle ragazze! Va tra le altre due e prende insieme le loro mani.<br />

FLORIAN Per tutto l'oro del mondo! Non lo sopporto! Muoio!<br />

Le ragazze tolgono via la mano e inorri<strong>di</strong>scono.<br />

OSILLIS Che audacia! Scappate sorelle, questo è un pazzo furioso!<br />

Tutte e quattro le ragazze fuggono nel palazzo con i mori.<br />

SCENA TREDICESIMA<br />

Eduard. Florian.<br />

85<br />

EDUARD Bene amico Florian, cosa <strong>di</strong>ce il tuo barometro?<br />

FLORIAN In<strong>di</strong>ca menzogne. Diventerò un miserabile! Se torneremo in<strong>di</strong>etro, potrà mandarmi<br />

subito per <strong>di</strong>ciassette anni a Gastein o a Bründelbad.<br />

EDUARD Povero <strong>di</strong>avolo, mi fai pena.<br />

FLORIAN E' gentaglia onesta. Le ultime due devono aver mentito già prima <strong>di</strong> venire al mondo,<br />

non è possibile il contrario.<br />

EDUARD La richiesta però rasenta l'impossibile. Ma non abbandoneremo la speranza.<br />

FLORIAN Si, non abbandoniamo la speranza! Accenna ai dolori.<br />

EDUARD Vorresti che abbandonassimo questo paese e ci trasferissimo in un altro?<br />

FLORIAN Ah, smetta, mentono dappertutto, è quin<strong>di</strong> più ragionevole che io muoia qui invece <strong>di</strong><br />

dover andare ancora chissà dove, sempre per lo stesso motivo.<br />

EDUARD Non sarà però ovunque così grave.<br />

FLORIAN Si, è giusto! Ora, se Lei si imbattesse in una che ha un amante ricco, che ella considera<br />

sciocco, costei può solamente mentire! Avrò allora dei dolori laceranti allo stomaco.<br />

EDUARD Zitto! Sta arrivando qualcuno.<br />

SCENA QUATTORDICESIMA<br />

Ala<strong>di</strong>n. <strong>Quattro</strong> sentinelle con frecce. Detti.<br />

ALADIN Forestiero! Il signore comparirà qui in questo istante per tenere pubblica u<strong>di</strong>enza e in<br />

questa occasione ti darà il benvenuto e ascolterà le tue richieste.<br />

EDUARD Accetta il mio ringraziamento per la tua ambasciata.<br />

ALADIN Abbiamo però ricevuto l'or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> portare il tuo servitore al manicomio e <strong>di</strong> incatenarlo<br />

come si ad<strong>di</strong>ce a un pazzo furioso.<br />

FLORIAN Cosa? Vogliono rinchiudermi in manicomio, io che sono più assennato <strong>di</strong> tutti loro -<br />

ALADIN Prendetelo.<br />

FLORIAN Lo <strong>di</strong>cevo, dovunque io vada, la gente mi prende per matto. Si occupi un po' <strong>di</strong><br />

me, ci sarà pure qualcuno che si prende cura <strong>degli</strong> altri.<br />

EDUARD Alt! E' il mio servitore e nessuno ha <strong>di</strong>ritto su <strong>di</strong> lui eccetto me. Garantisco io per la sua<br />

ragione e per la sua futura condotta.


86<br />

FLORIAN Si, rischiamo un po'.<br />

ALADIN Bene! Però al più piccolo attacco eseguiremo i nostri or<strong>di</strong>ni.<br />

EDUARD Dunque fai attenzione!<br />

FLORIAN Adesso sono anche costretto a trasformare in onore i dolori che mi <strong>di</strong>laniano.<br />

ALADIN Forestiero! Seguimi affinché possa presentarti al sovrano. Esce con Eduard.<br />

EDUARD uscendo: Florian, stai attento. Esce.<br />

FLORIAN Non <strong>di</strong>ca niente sul mio conto, mi ha già congedato. Da solo: Me infelice, cosa faccio?<br />

Se anche tagliassi la corda, non servirebbe a niente, poiché se egli ne prende per mano una in<br />

Inghilterra, i dolori inizieranno a <strong>di</strong>laniarmi in Olanda. Non c'è altro mezzo se non esaurirsi<br />

piano piano, <strong>di</strong>venire sempre più fiacco finché non sarà finita.<br />

Quodlibet<br />

Allora dovrò morire qui?<br />

Non potrò rivedere quel bel paesaggio<br />

là fuori presso Währing?<br />

Non potrò più andare a passeggio,<br />

sulla vivace riva del canale del Danubio?<br />

No, povero tonto,<br />

la morte arriva con la falce! -<br />

Come è triste il mio destino!<br />

Non mi aspetta alcuna fortuna in questo mondo,<br />

nessuna ragazza che <strong>di</strong>ca sempre la verità,<br />

oh, ahimè, questa storia non mi piace. -<br />

Che piacere offre il dolore,<br />

se una persona mente proprio tanto.<br />

Mi credano!<br />

Ah, è proprio così <strong>di</strong>fficile<br />

trovare una ragazza,<br />

che possieda un cuor fedele<br />

da poter esplorare?<br />

O gente pazza, o mondo bizzarro!<br />

Un tempo era tutto <strong>di</strong>verso!<br />

C'erano ancora ragazze che sedevano alla conocchia<br />

e filavano all'arcolaio.<br />

Adesso si fanno belle e si agghindano come scimmie<br />

e si fanno ammirare davanti e <strong>di</strong> <strong>di</strong>etro.<br />

Non ho ragione?<br />

Bene, con permesso!<br />

E la mia Mariandel chiederà a casa:<br />

ma cosa farà Florel, <strong>di</strong>' un po', starà davvero bene?


SCENA QUINDICESIMA<br />

87<br />

E' la fuori all'ospedale, è completamente rovinato.<br />

E' vero?<br />

Povero pazzo!<br />

Caro signor spettatore,<br />

niente balletti ora!<br />

La forza del primo amore rimane<br />

una passione eterna!<br />

E il suo Florel, ella pensa,<br />

vuol <strong>di</strong>re tutto per lei<br />

da Amstetten, ella pensa,<br />

fino a Hernals,<br />

come lui, ella pensa,<br />

sarei bella, ella pensa, au contraire!<br />

Perciò sarò allegro<br />

e mi rallegrerò della vita!<br />

Mi basterebbe essere già<br />

nel paese<br />

dove la mia Mariandel<br />

aspetta con nostalgia.<br />

Inoltre non mi importa nulla né <strong>di</strong> Stammersdorf né <strong>di</strong> Parigi,<br />

solo a Vienna si sta davvero bene, questa è una certezza.<br />

Si sa anche che tra cento anni sarà ancora così!<br />

Ma se saremo morti non si sa con certezza.<br />

Perciò se io dovessi morire qui e non vederLi più,<br />

prego Loro <strong>di</strong> cuore <strong>di</strong> pensare a me!<br />

Si sente una marcia. Entra tutto il popolo che si <strong>di</strong>spone a semicerchio, lasciando libero il<br />

centro. Le donne stanno davanti, senza velo. Quando tutto è a posto compare Veritatius<br />

con sua figlia Modestina. Ala<strong>di</strong>n. Sentinelle. Poi Eduard e Florian.<br />

Coro<br />

Disponetevi intorno al trono della verità,<br />

mettete in lu<strong>di</strong>brio la sfrontata menzogna.<br />

VERITATIUS sale con Modestina sul suo trono imponente: Popolo <strong>di</strong> questa città! Ti ho fatto<br />

radunare per essere testimone dell'esilio <strong>di</strong> una creatura che già da tanto tempo, con maniere<br />

<strong>di</strong>ssolute, ha dato un calcio alle usanze della nostra isola.<br />

TUTTI Evviva Veritatius!<br />

VERITATIUS Ma prima <strong>di</strong> aprire il sipario <strong>di</strong> questa spiacevole scena: Ala<strong>di</strong>n, conduci lo<br />

straniero. Ala<strong>di</strong>n va e porta Eduard e Florian. Benvenuto


88<br />

forestiero. Dunque tu sei il signore del paese della sincerità? - Ma che figura pietosa è quella lì al<br />

tuo fianco?<br />

EDUARD E' il mio servitore. Fa cenno a Florian <strong>di</strong> parlare.<br />

FLORIAN Mi permetta <strong>di</strong> porgerLe i miei più devoti servigi.<br />

VERITATIUS Che in<strong>di</strong>viduo spassoso, mi vien da riderne. Ride. Agli altri: Ridete un po' <strong>di</strong> lui.<br />

Tutti ridono.<br />

FLORIAN Che nazione sciocca!<br />

VERITATIUS E ora veniamo ai fatti. Ho sentito che vuoi sceglierti una moglie e poiché mi piaci<br />

molto e sei anche <strong>di</strong> nobile ceto, ti presento mia figlia.<br />

MODESTINA Straniero! Abituata a ubbi<strong>di</strong>re agli or<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> mio padre, con gioia ti concederò la<br />

mia mano, se prima mi convincerai che la tua magnanimità se la merita.<br />

FLORIAN Hurrà, ne sono già contento.<br />

EDUARD Accetta i miei omaggi, tu che sei la più leggiadra tra le donne.<br />

Le prende la mano. Florian sente un gran dolore, ma cerca <strong>di</strong> nasconderlo con suoni<br />

inarticolati e mordendosi le labbra. Eduard guarda Florian, che fa cenno <strong>di</strong> no. Le lascia<br />

andare la mano con garbo.<br />

MODESTINA Mi piace proprio.<br />

Rumore sordo da fuori scena, si sente<br />

LA VOCE DI AMINE Lasciatemi, lasciatemi!<br />

SCENA SEDICESIMA<br />

Amine. Sentinelle. Detti.<br />

AMINE si precipita dentro, <strong>di</strong>etro <strong>di</strong> lei la sentinella: Lasciatemi, uomini <strong>di</strong>sgustosi! Si getta ai<br />

pie<strong>di</strong> <strong>di</strong> Veritatius: Gentile signore! Di cosa si è resa colpevole la povera Amine, tanto da<br />

venire esposta a tali maltrattamenti? Sono una povera ragazza innocente che non ha ancora<br />

mai fatto del male a nessuno a questo mondo.<br />

VERITATIUS Come puoi osare comparire davanti ai miei occhi senza che io ti abbia fatto<br />

chiamare? Creatura <strong>di</strong>ssoluta, davanti al cui crimine inorri<strong>di</strong>scono tutti gli abitanti <strong>di</strong> questa<br />

città.<br />

AMINE Ma in che cosa consistono dunque i miei crimini? Nel fatto che ho riso del naso a punta<br />

del tuo portiere, perché sono andata in giro per strada ad acchiappare il mio pappagallo,<br />

perché non voglio legarmi un fazzoletto intorno al capo, poiché mi fa venire mal <strong>di</strong> testa, e<br />

perché infine non riesco a fare la faccia triste visto che in petto ho un cuore contento? Ve<strong>di</strong>,<br />

non posso farne a meno, mi viene da ridere e se tu continui ancora a guardarmi in maniera<br />

così astiosa e a tirare su le sopracciglia in questo modo, mi verrà <strong>di</strong> nuovo da ridere.<br />

VERITATIUS Che impertinenza inau<strong>di</strong>ta! Arrabbiatevi insieme a me. Pausa. No, non<br />

arrabbiatevi, non sta bene arrabbiarsi a causa <strong>di</strong> questa delinquente. Da povera orfanella è<br />

stata accolta qui, poiché suo padre, un capitano inglese, naufragò con la sua nave su<br />

quest'isola e trovò la morte tra le onde e questa persona arrivata a terra a nuoto osa<br />

<strong>di</strong>ventare lo scandalo <strong>di</strong> un'intera città?


89<br />

Prendetela, mettetela in una barchetta e spingetela in mare aperto, lontano dal paese della verità,<br />

affinché le onde facciano con lei il gioco che ella ha fatto anche troppo a lungo con noi.<br />

Le sentinelle fanno per prenderla.<br />

ALADIN Portatela via.<br />

EDUARD Alt! Tra sé: Un sentimento irresistibile mi spinge a metterla alla prova.<br />

FLORIAN Ah, è proprio spaventoso, non finirà mai.<br />

EDUARD a voce alta: Permettimi, potente sovrano, <strong>di</strong> porre un'unica domanda a questa ragazza.<br />

VERITATIUS La si faccia.<br />

EDUARD Brava fanciulla, hai fiducia in me?<br />

AMINE Ah si, non hai un volto cattivo e sembri essere un buon uomo, Amine lo sente subito.<br />

EDUARD Dammi la mano.<br />

AMINE Eccotela. Gliela dà.<br />

FLORIAN inizia a esprimere un'infinita letizia e un'allegria interiore: E' proprio quella giusta.<br />

Portiamola con noi.<br />

TUTTI Cosa significa questo?<br />

AMINE Ah, pren<strong>di</strong>ti cura <strong>di</strong> me, io non sono affatto colpevole!<br />

EDUARD No, non lo sei, brava ragazza. La vera morigeratezza non consiste solo nella forma<br />

esteriore, abita nell'intimo del cuore e la spontaneità e l'ingenuità dovranno essere sempre le<br />

sue amabili sorelle.<br />

VERITATIUS Lo avete capito?<br />

TUTTI Si!<br />

VERITATIUS Io no. Non dovete capirlo neppure voi!<br />

EDUARD Ascoltami, Veritatius! Io rinuncio alla mano <strong>di</strong> ogni ragazza del tuo paese, lasciami<br />

Amine e io la condurrò nel mio regno come mia sposa.<br />

MODESTINA Come? Osi fare ciò?<br />

TUTTI Spaventoso!<br />

VERITATIUS Calma! Tacete! Ve<strong>di</strong>, cieco, poiché osi ricompensare la mia ospitalità con una tale<br />

ingratitu<strong>di</strong>ne, punirò anche te per questo. Potrai averla, ma fuggi imme<strong>di</strong>atamente da questo<br />

paese e non infamarlo mai più entrandovi nuovamente.<br />

EDUARD Grazie della tua bontà! Kolibri! Leva le ancore, gonfia le vele!<br />

KOLIBRI scende giù con il pallone aerostatico: Eccomi, sono già qua.<br />

EDUARD E ora vieni, Amine, e tu, Veritatius, affliggiti, poiché ti porto via un gioiello raro, <strong>di</strong> cui<br />

non hai saputo apprezzare il valore.<br />

Risuona la musica. Eduard, Amine, Florian e Kolibri salgono e vanno via. Veritatius<br />

ritorna nel palazzo con sua figlia e Ala<strong>di</strong>n. Gli altri rimangono in<strong>di</strong>etro.<br />

Coro<br />

Andate, andate via!<br />

Dirigetevi nel mondo<br />

fino al luogo, fino al luogo,<br />

in cui vi tormenterà il rimorso.


90<br />

Scende un paracadute su cui è scritto: "Cestini per le belle <strong>di</strong> questo paese." Due geni<br />

scendono e <strong>di</strong>stribuiscono i cestini d'oro alle donne.<br />

Coro<br />

Guardate questi bellimbusti impertinenti,<br />

donarci dei cestini!<br />

La vendetta mi cuoce in petto,<br />

dovrà finire nel sangue!<br />

Colpo forte della musica. Fanno per <strong>di</strong>rigersi contro i geni, questi alzano un <strong>di</strong>to in segno<br />

<strong>di</strong> ammonimento: tableau momentaneo. I geni tirano fuori dai cestini <strong>di</strong>versi monili, le<br />

donne li afferrano con gioia. La musica e le voci cantanti molto piano.<br />

Coro<br />

Ebbene piano, fermatevi!<br />

Nel paese del decoro<br />

si deve essere ben educati,<br />

qui non si litiga.<br />

Perciò lasciate questo luogo,<br />

smettete <strong>di</strong> strepitare,<br />

portate via i vostri cestini,<br />

riempiteli <strong>di</strong> rose.<br />

Escono tutti <strong>di</strong> soppiatto. I geni partono <strong>di</strong> nuovo in volo.<br />

SCENA DICIASSETTESIMA<br />

Bosco sinistro. Notte. Sfolgorio <strong>di</strong> lampi. Si sente il rumoreggiare del vulcano. Entrano<br />

Eduard, Amine, Kolibri, Florian.<br />

KOLIBRI Siamo alla meta, ecco il Vesuvio.<br />

AMINE Che bosco spaventoso!<br />

KOLIBRI Ve<strong>di</strong> là quel fumo?<br />

FLORIAN Aha, è una fornace!<br />

KOLIBRI Folle! E' un vulcano, quella è la nostra meta. Ad<strong>di</strong>o Eduard! Ora vi precedo a cavallo<br />

come corriere e preparerò tutto per la tua accoglienza. Esce.<br />

SCENA DICIOTTESIMA<br />

Detti senza Kolibri.<br />

AMINE Cosa significa tutto ciò? Perché sei così chiuso in te stesso? Ti ha fatto del male Amine?


91<br />

EDUARD Si, Amine, tu procuri un dolore amaro al mio cuore. Tra sé: La mia sventura è decisa:<br />

la amo.<br />

AMINE Non ti capisco, parli in maniera così misteriosa. Ve<strong>di</strong>, io non so perché, ma in questo<br />

poco tempo mi sei <strong>di</strong>ventato tanto caro, che non conosco nessuno a questo mondo con il<br />

quale potrei essere più buona che con te, eppure durante tutto il viaggio ti sei mostrato<br />

infasti<strong>di</strong>to. Vieni, proseguiamo, e se anche fosse attraverso il vulcano, con te verrei<br />

ovunque.<br />

EDUARD E' inutile devo rivelarglielo. Ad alta voce: Dunque sappi, povera creatura, che ti ho<br />

ingannato. Non sarai la mia consorte.<br />

AMINE No?<br />

EDUARD No. Ve<strong>di</strong> quel vulcano dove i lampi si snodano nel fumo? Quella sarà la tua <strong>di</strong>mora, ho<br />

giurato sulla mia vita <strong>di</strong> consegnarti al principe <strong>degli</strong> spiriti che abita là.<br />

AMINE Tu hai fatto questo? Tu? Malinconica: No, è impossibile! Tu menti - non devi, Amine<br />

non ha mai mentito ancora.<br />

EDUARD O h, se tu lo avessi fatto, ora saremmo entrambi più felici!<br />

AMINE Veramente? Bene, rime<strong>di</strong>erò per il futuro e mi darò molto da fare per impararlo, basta<br />

che io sappia che ciò ti rende felice.<br />

EDUARD Troppo tar<strong>di</strong>, non posso più tornare in<strong>di</strong>etro. Amine, devi seguirmi. Ho prestato questo<br />

giuramento prima ancora <strong>di</strong> conoscerti. Se non ti consegnerò al re <strong>degli</strong> incantesimi, l'attimo<br />

in cui prenderò questa decisione mi farà cadere morto ai tuoi pie<strong>di</strong>.<br />

AMINE Terribile! Terribile! Ah, perché non mi hai lasciata alle onde? Forse adesso ci sarebbe già<br />

la pace eterna nel petto <strong>di</strong> Amine. Eppure comprendo la tua tremenda situazione e mi<br />

rassegno al mio inesorabile destino che mi perseguita così duramente già dall'infanzia. Ecco<br />

la mia mano, conducimi dal re <strong>degli</strong> incantesimi.<br />

EDUARD Eccellente fanciulla!<br />

FLORIAN che si era tirato in<strong>di</strong>etro durante tutta la scena ed era stato molto calmo, viene<br />

avanti: O mio caro e benigno padrone, non ce la faccio più! Consegni me invece <strong>di</strong> lei al re<br />

<strong>degli</strong> incantesimi e gli <strong>di</strong>a un paio <strong>di</strong> centinaia <strong>di</strong> fiorini o anche qualcos'altro: il nostro<br />

vecchio padrone è sempre stato un uomo giu<strong>di</strong>zioso e anch'egli era pieno <strong>di</strong> incantesimi,<br />

potrà aiutarci? Faccia un sortilegio, solletichiamolo a uscire da un buco, come un grillo,<br />

affinché ci <strong>di</strong>a un buon consiglio.<br />

EDUARD Si, hai ragione, Florian, uno spirito benevolo ti ha ispirato questo pensiero. Ascoltami,<br />

padre, se riconosci ancora la voce <strong>di</strong> tuo figlio, sali a me e salvami dalla <strong>di</strong>sperazione. Padre,<br />

padre, ascoltami! Tuona. Gau<strong>di</strong>o, Amine, mi ha sentito, viene!<br />

SCENA DICIANNOVESIMA<br />

Zephises esce dalla botola centrale con i suoi precedenti abiti da spirito. Detti.<br />

EDUARD Spirito <strong>di</strong> mio padre, dai un consiglio a tuo figlio <strong>di</strong>sperato. Cosa devo fare?


92<br />

ZEPHISES con aria seria: Sono Zephises, tuo padre, e non ho altro che questo da <strong>di</strong>rti. Sparisce<br />

<strong>di</strong> nuovo.<br />

EDUARD parla lentamente: E' Zephises, mio padre, -<br />

FLORIAN E non ha da <strong>di</strong>rci altro che questo. Beh, questo potremo farlo, non rischieremo niente.<br />

EDUARD furibondo: L'inferno si fa beffe <strong>di</strong> me? Orsù, si concluda la comme<strong>di</strong>a. Longimanus,<br />

mantengo la mia parola. Tremendo tuono. Il palcoscenico si trasforma in un paesaggio<br />

roccioso, al centro si erge il vulcano, la lava fuoriesce dal cratere, scorre sul monte e ai<br />

pie<strong>di</strong> vi forma un lago <strong>di</strong> fiamme. Tutti gli elementi sono in agitazione. Musica. Dove sei,<br />

vittima della mia <strong>di</strong>sperazione? Amine!<br />

AMINE Cielo, che scena terribile!<br />

EDUARD Per me non lo è, io sono per me stesso la cosa più spaventosa. Re <strong>degli</strong> spiriti, ti<br />

invoco, mostrati!<br />

Violento tuono a cui segue un silenzio totale, - accompagnata da una musica soave la<br />

scena si trasforma, le rocce sullo sfondo <strong>di</strong>ventano ver<strong>di</strong> colline cosparse <strong>di</strong> fiori, il<br />

Vesuvio <strong>di</strong>venta una verde montagna che invece della lava, butta fuori dei fiori colorati,<br />

che si vedono serpeggiare giù, al posto delle strisce <strong>di</strong> lava. Il mare <strong>di</strong> lava <strong>di</strong>venta un lago<br />

d'argento. Infine dal cratere del monte saltano fuori sei spiriti vestiti <strong>di</strong> rosso acceso, che<br />

eseguono una danza grottesca.<br />

SCENA VENTESIMA<br />

Compare il re <strong>degli</strong> spiriti con il seguito. Detti.<br />

LONGIMANUS Bene, sono un tipo galante o no? Credevi che avrei ricevuto la mia sposa con<br />

tuoni e fulmini? No! Son piovuti dei pazzi, ma ecco qua dei fiori!<br />

EDUARD La sua sposa?<br />

AMINE Cielo!<br />

LONGIMANUS Dunque ne hai trovata una? Ve<strong>di</strong>, quando io <strong>di</strong>co una cosa! - Di che paese è?<br />

AMINE timidamente: Inglese.<br />

LONGIMANUS Un'on<strong>di</strong>na dunque. Bravo! Beh, allora? La faccenda è a posto, non è vero? Agli<br />

spiriti del fuoco: Conducetela dentro.<br />

EDUARD tra sé: No, questo tormento è troppo grande. A voce alta: Alt! Longimanus, non puoi<br />

portarmela via! Lasciatela qui!<br />

LONGIMANUS sgrana gli occhi e quasi si irrigi<strong>di</strong>sce dall'ira: Che <strong>di</strong>scorso è questo? Severo:<br />

Portatela dentro all'istante.<br />

Gli spiriti del fuoco la portano via.<br />

EDUARD Tornate in<strong>di</strong>etro o - Fa per uscire.<br />

LONGIMANUS fa un cenno: tuono. Sopraggiungono nubi temporalesche dalle quali dei mostri<br />

volanti sogghignano a Eduard: Sono già qui. Allora che cosa c'è? Di cosa ti azzar<strong>di</strong>?<br />

Minacci? Ehi, giovanotto, vagabondo che arrivi volando! Appena è arrivato, aveva già fatto<br />

un bel chiasso tanto che l'ho sentito fin dentro la terza stanza, e ora ad<strong>di</strong>rittura si azzarda a<br />

insorgere seriamente contro <strong>di</strong> me. Ah, questo mi sembra troppo! In modo brusco: Parla,<br />

cosa vuoi?


93<br />

EDUARD Grazia, Longimanus! Cade in ginocchio.<br />

LONGIMANUS E mi <strong>di</strong>ce così solo Longimanus in tutta fretta, come se ci conoscessimo già da<br />

cento anni.<br />

EDUARD Perdono, potente principe <strong>degli</strong> spiriti! Sono un pazzo, non posso vivere senza Amine.<br />

Abbi pietà e donami la sua mano.<br />

LONGIMANUS Non azzardarti a <strong>di</strong>re una parola <strong>di</strong> più! Ora guardatelo, <strong>di</strong> colpo fa il serio. Gira<br />

la mano aperta. E' un pazzo? Vai, vai, vai, vai, buffone! Ciò che hai bramato, ti viene dato.<br />

Hai desiderato ricchezza e la troverai. Tu prenderai il <strong>di</strong>amante e io la fanciulla, ognuno avrà<br />

così il suo tesoro.<br />

EDUARD O principe <strong>degli</strong> incantesimi, ripren<strong>di</strong>ti tutti i tuoi tesori, io non li voglio, non li<br />

desidero, dammi la mano <strong>di</strong> Amine e io rinuncerò a tutto.<br />

LONGIMANUS Adesso comincia ad<strong>di</strong>rittura a trattare con me come se fossimo nello Judenplatz.<br />

Ciò che è stato pattuito rimane così, tu pren<strong>di</strong> la statua <strong>di</strong> <strong>di</strong>amanti e nient'altro, e affinché tu<br />

arrivi veloce a casa, guiderò io la carrozza. Allons! Fa un cenno. Le nubi si alzano e<br />

compare la sala magica <strong>di</strong> Zephises con le sei statue. Sul pie<strong>di</strong>stallo rosso, su cui ora è<br />

scritta la parola: Diamante, c'è Amine in abito color rosa, con un velo riccamente<br />

ricamato <strong>di</strong> pagliette che non le copre il volto, bensì cade con un bel drappeggio intorno a<br />

tutto il corpo, la sua figura deve essere illuminata con luce vivissima. Eccola, te la<br />

consegno. Siamo pari.<br />

EDUARD senza guardarla: E' <strong>di</strong> mia proprietà?<br />

LONGIMANUS Si!<br />

EDUARD Allora la <strong>di</strong>struggerò, poiché essa è la causa della mia <strong>di</strong>sperazione, non la voglio, la<br />

spacco! Corre con furore verso la statua.<br />

AMINE scende dal supporto e cade nelle sue braccia: Eduard, sono tua!<br />

EDUARD Amine, Amine mia!<br />

FLORIAN Stai a vedere, non la fracasserà.<br />

EDUARD si getta con ardore ai pie<strong>di</strong> <strong>di</strong> Longimanus: Signore, come posso ringraziarti?<br />

LONGIMANUS Si, ora! Eh, ti ci ho preso, <strong>di</strong>avolo <strong>di</strong> un uomo! Ti ho solo messo alla prova, se tu<br />

avessi preferito il denaro a lei, non l'avresti mai avuta in vita tua. Ora ce l'hai. Una donna,<br />

come lei, è il <strong>di</strong>amante più bello che avrei potuto darti.<br />

FLORIAN Evviva! Ora vado a prendere la mia Mariandel. Fa per uscire.<br />

SCENA VENTUNESIMA<br />

Kolibri. Mariandel. Gente del vicinato. Detti.<br />

KOLIBRI Allora porterò <strong>degli</strong> ospiti al matrimonio.<br />

EDUARD Venite, amici, partecipate alla mia gioia.<br />

MARIANDL Florian!<br />

FLORIAN Mariandl, sei mia! Tu non sei certo un <strong>di</strong>amante, ma - <strong>di</strong> dove sei?<br />

MARIANDL Di Praga.<br />

FLORIAN Sei una pietra <strong>di</strong> Boemia.<br />

LONGIMANUS E affinché ci sia un ballo al matrimonio, esse dovranno in<strong>di</strong>cando le statue<br />

saltellare un po' intorno.


Le sei statue scendono dai pie<strong>di</strong>stalli e danzano al suono del ritornello.<br />

Canto finale<br />

Inizia con la danza, poi:<br />

94<br />

MARIANDL Il piccolo <strong>di</strong>o dell'amore -<br />

FLORIAN ripetendo tutto: Il piccolo <strong>di</strong>o dell'amore -<br />

MARIANDL Si fa beffe <strong>di</strong> tutti noi -<br />

FLORIAN Si fa beffe <strong>di</strong> tutti noi -<br />

MARIANDL Appena ci colpisce al cuore -<br />

FLORIAN Appena ci colpisce al cuore -<br />

MARIANDL Il piccolo birbante vola via -<br />

FLORIAN Vola via -<br />

CORO<br />

Il piccolo <strong>di</strong>o dell'amore,<br />

si fa beffe <strong>di</strong> tutti noi,<br />

appena ci colpisce al cuore,<br />

il piccolo birbante vola via,<br />

vola via.<br />

MARIANDL La cosa più bella <strong>di</strong> tutte -<br />

FLORIAN La cosa più bella <strong>di</strong> tutte -<br />

MARIANDL Allora ripeti tutto?<br />

FLORIAN Allora ripeti tutto?<br />

MARIANDL Ma smettila un po'!<br />

FLORIAN Ma smettila un po'!<br />

MARIANDL Sciocco, babbeo!<br />

FLORIAN Babbeo!<br />

CORO<br />

La cosa più bella <strong>di</strong> tutte -<br />

allora ripete tutto?<br />

Ma smettila un po',<br />

sciocco, babbeo,<br />

babbeo!<br />

Intermezzo danzante. Gruppo.<br />

MARIANDL Sarò presto sposa -<br />

FLORIAN Sarò presto sposa -<br />

MARIANDL Poi certo non ripeterai -<br />

FLORIAN Poi certo non ripeterai -<br />

MARIANDL Parlerò tutto il giorno -<br />

FLORIAN Parlerò tutto il giorno -<br />

MARIANDL E tu starai zitto zitto.<br />

FLORIAN Si, zitto zitto!<br />

CORO<br />

Sarà presto sposa,<br />

poi certo egli non ripeterà,


ella parlerà tutto il giorno,<br />

ed egli starà zitto zitto,<br />

si, zitto zitto.<br />

95<br />

FLORIAN Perciò chiedo rapidamente -<br />

MARIANDL Perciò chiedo rapidamente -<br />

FLORIAN Se sono sod<strong>di</strong>sfatti -<br />

MARIANDL Se sono sod<strong>di</strong>sfatti -<br />

FLORIAN Se noi interrompiamo adesso -<br />

MARIANDL Se noi interrompiamo adesso -<br />

FLORIAN Le rimane l'ultima parola.<br />

MARIANDL L'ultima parola.<br />

CORO<br />

Perciò chiedo rapidamente,<br />

se sono sod<strong>di</strong>sfatti,<br />

se noi interrompiamo adesso,<br />

le rimane l'ultima parola,<br />

l'ultima parola.<br />

Danza. Alla fine tutti si raggruppano. Le statue risalgono sui pie<strong>di</strong>stalli, Amine su quello<br />

centrale, Eduard si inginocchia davanti a lei, Longimanus in pie<strong>di</strong> dall'altra parte. Florian<br />

si inginocchia davanti a Marianne. I vicini si raggruppano con lieta meraviglia.<br />

Cala il sipario.<br />

FINE


La fantasia incatenata<br />

Fèerie originale in due atti<br />

(Die gefesselte Phantasie. Original-Zauberspiel in zwei Aufzügen.)


PERSONAGGI<br />

APOLLO<br />

LA FANTASIA POETICA<br />

ERMIONE, regina della penisola Flora<br />

AFFRIDURO, gran sacerdote <strong>di</strong> Apollo<br />

VIPRIA<br />

le sorelle incantatrici<br />

ARROGANTIA<br />

DISTICHON, poeta <strong>di</strong> corte<br />

IL BUFFONE<br />

ODI, un cortigiano<br />

UN POETA<br />

AMPHIO, pastore del can<strong>di</strong>do gregge<br />

NACHTIGALL, arpista viennese<br />

L'OSTE della taverna Zum Hahn<br />

UN CALZOLAIO<br />

UNO STAGNAIO<br />

UNO STRANIERO<br />

UN CAMERIERE<br />

Il seguito <strong>di</strong> Ermione. Sacerdoti <strong>di</strong> Apollo. Coa<strong>di</strong>utori nei riti sacrificali. Poeti.<br />

Abitanti dell'isola. Diversi avventori.<br />

98


ATTO PRIMO<br />

SCENA PRIMA<br />

99<br />

Giar<strong>di</strong>no nel palazzo <strong>di</strong> Ermione. Al centro un trono imponente con ghirlande <strong>di</strong> violette su<br />

gra<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> fiori. Affriduro. O<strong>di</strong>. Coa<strong>di</strong>utori nei riti sacrificali. Abitanti dell'isola. Tutti in<br />

preda allo sgomento.<br />

Coro<br />

O dei, scagliate i vostri fulmini!<br />

Inviateli alla schiera delle Eumeni<strong>di</strong>!<br />

Dall'imponente trono <strong>di</strong> nubi<br />

punite l'insolente coppia <strong>di</strong> incantatrici.<br />

AFFRIDURO Avete riferito a Ermione che la preghiamo <strong>di</strong> presentarsi?<br />

ODI Già fatto.<br />

AFFRIDURO Non possiamo più tollerare l'impertinenza <strong>di</strong> queste sorelle incantatrici. Ce lo<br />

or<strong>di</strong>na Apollo stesso.<br />

ODI Ecco che arriva il poeta <strong>di</strong> corte.<br />

SCENA SECONDA<br />

Detti. Distichon con una grande quantità <strong>di</strong> rotoli <strong>di</strong> poesie.<br />

TUTTI gridano: Benvenuto, Distichon.<br />

DISTICHON solennemente: Rovina per queste ninfe incantatrici! La mia fantasia ha<br />

smaniato tutta la notte e ha quasi sfiancato il cavallo alato, finché Aurora non ha<br />

rischiarato le quaranta poesie ingiuriose, che il mio spirito creativo ha partorito<br />

questa notte.<br />

NUMEROSE PERSONE Eccone altre ancora. Le mostrano.<br />

DISTICHON Vi credo, poeti non ne mancano sulla nostra isola. Si chiama Flora perché<br />

questa dea l'ha ricoperta <strong>di</strong> fiorellini <strong>di</strong> tutte le specie. Non sappiamo cosa sia la neve,<br />

se non quando Zefiro ci cosparge <strong>di</strong> fiori bianchi, e questo eterno odore <strong>di</strong> fiori ci<br />

riempie <strong>di</strong> entusiasmo e ci consacra sacerdoti <strong>di</strong> Apollo. Anche il calzolaio, con una<br />

mano lavora al suo stivale e con l'altra tiene alta la lira dorata.<br />

Il suo spirito audace è affine a quello <strong>di</strong> Apollo,<br />

la cui lira ha corde simili al filo del calzolaio.<br />

AFFRIDURO Eppure adesso è tempo <strong>di</strong> scambiare la lira con il coraggio. Le sorelle<br />

incantatrici devono cadere.<br />

DISTICHON Le ucciderò con versi <strong>di</strong> quattro pie<strong>di</strong> a rime accoppiate.


100<br />

AFFRIDURO E' già passato un anno da quando le due sorelle incantatrici sono arrivate<br />

sulla nostra isola su una carrozza <strong>di</strong> nubi tirata da due leoni bianchi. Credevamo che<br />

le avessero mandate gli dei, ma presto venimmo a sapere che le aveva sputate l'Orco.<br />

Subito il loro potere magico e<strong>di</strong>ficò un castello, davanti al quale stanno <strong>di</strong> guar<strong>di</strong>a<br />

quei due leoni che uccidono chiunque si avvicini. Devastano i nostri campi e<br />

scagliano frecce avvelenate ai servitori del tempio.<br />

TUTTI Guai, guai a loro!<br />

SCENA TERZA<br />

Detti. Il buffone.<br />

BUFFONE con pathos: Guai, guai a loro! In realtà non so guai a chi, ma io sono un<br />

buffone e devo essere presente ovunque. Dunque guai a tutti voi, ma non a me.<br />

AFFRIDURO Ci fa piacere, buffone, che tu sia così giocondo.<br />

BUFFONE Sono sempre così in mezzo ai miei simili.<br />

DISTICHON Parla in modo assennato, si presenterà la sovrana?<br />

AFFRIDURO Abbiamo gran<strong>di</strong> cose da riferire.<br />

BUFFONE Arriva subito. Sta organizzando una festa generale alla quale, questa volta, non<br />

sono invitati solo tutti i poeti come sempre, ma anche la gente comune. Capito,<br />

Distichon?<br />

DISTICHON Non inviterà mica anche gli artigiani?<br />

BUFFONE Aha, temi che ce ne siano alcuni tra <strong>di</strong> loro a cui sei debitore.<br />

DISTICHON Non ho paura, sono orgoglioso che ci sia qualcuno che mi fa ancora cre<strong>di</strong>to.<br />

Chi non fa cre<strong>di</strong>to? A questo mondo tutto è in prestito. La vita stessa è solo merce<br />

data in prestito. La terra sulla quale camminiamo non è esente da debiti. Lo spazio in<br />

cui essa fluttua appartiene all'atmosfera, sarebbe cieca se il sole non le aprisse gli<br />

occhi. E anche il sole, quel <strong>di</strong>ssipatore, con quella casa tanto splendente, riceve<br />

sicuramente il suo oro raggiante da un mondo <strong>di</strong> usurai.<br />

BUFFONE Parli proprio come Socrate.<br />

DISTICHON Non invi<strong>di</strong>armi per la mia genialità. L'attività estetica regna su Flora, tu non<br />

sei dei nostri, noi lottiamo indefessamente per l'immortalità.<br />

BUFFONE O laboriosi abitanti <strong>di</strong> Flora, ozio si chiama il vostro mestiere. Voglio suggerirti<br />

un mezzo che ti renderà immortale. Il tempo che trascorri in ozio, capitalizzalo, e<br />

quando la tua misera vita si concluderà, cuciglielo <strong>di</strong>etro a mo' <strong>di</strong> toppa, così<br />

continuerai a vivere per tutta l'eternità.<br />

AFFRIDURO O buffone, come osi scherzare in modo tanto villano in mia presenza?<br />

BUFFONE Scusa, non mi riferivo a te, ti prenderò <strong>di</strong> mira un'altra volta. Egli ha fatto una<br />

poesia satirica su <strong>di</strong> me, perciò lo sobillerò finché avrò fiato.<br />

ODI Fate la pace, ho una cosa da rivelarvi.<br />

BUFFONE Cosa? Una novità? Nel frattempo armistizio. Forse ci sarà nuovo materiale per<br />

imprecare.<br />

ODI Dunque ascoltate! La nostra principessa è innamorata.<br />

DISTICHON Di chi?<br />

ODI Beh, guardate, questo non lo so.<br />

BUFFONE Ti prego, mantieni il segreto.<br />

AFFRIDURO Che cosa hai detto?


101<br />

ODI Quando ieri entrò nel silenzioso boschetto dove si intrattiene tanto volentieri, quatto<br />

quatto le andai <strong>di</strong>etro e vi<strong>di</strong> che tirò fuori dal petto una poesia, che baciò sicuramente<br />

più <strong>di</strong> venti volte.<br />

DISTICHON sospirando: Oh, fossi stato quella poesia!<br />

BUFFONE Allora sicuramente non l'avrebbe letta.<br />

ODI Poi entusiasta ha gridato: Solo un genio, capace <strong>di</strong> descrivere l'amore in questo modo,<br />

è degno del mio amore.<br />

DISTICHON in <strong>di</strong>sparte: Era una mia poesia? Sono io il fortunato?<br />

ODI Però in quel momento arrivò Amphio con il suo can<strong>di</strong>do gregge e mi sono<br />

allontanato.<br />

AFFRIDURO Dimmi un po' O<strong>di</strong>, come ha avuto Amphio, un forestiero in questo paese,<br />

l'onore <strong>di</strong> custo<strong>di</strong>re gli agnelli pre<strong>di</strong>letti <strong>di</strong> Ermione?<br />

ODI Ve lo racconterò. Questo pastore non mi sembra un tipo usuale. Un anno fa il<br />

guar<strong>di</strong>ano del gregge della principessa è stato assalito da un serpente, che lo avrebbe<br />

ucciso se non fosse saltato fuori da un cespuglio un giovane viandante che ammazzò<br />

l'animale. Era Amphio, l'audace giovanotto, e non ha chiesto alcun compenso se non<br />

un piccolo impiego nel nostro paese. Disse <strong>di</strong> essere un orfano che stava cercando<br />

fortuna tra i popoli stranieri, poiché non l'aveva trovata nel suo paese natio. Il<br />

guar<strong>di</strong>ano, mosso da gratitu<strong>di</strong>ne, si ricordò <strong>di</strong> possedere un toro dalle corna d'oro.<br />

DISTICHON Corna d'oro? L'avessi io questo toro, sarebbe un capitale.<br />

BUFFONE Io preferirei <strong>di</strong> gran lunga un cervo dalle corna d'oro, tutti gli anni frutterebbe<br />

interessi. Fa finta <strong>di</strong> deporre le corna.<br />

ODI Ora pensate, mosso da gratitu<strong>di</strong>ne, lo nomina tutore <strong>di</strong> questo toro.<br />

BUFFONE piange: O che delicata veglia, che bella tutela!<br />

ODI E poiché egli ha compiuto il proprio servizio tanto fedelmente, si è elevato presto a<br />

pastore del nostro can<strong>di</strong>do gregge. Eppure c'è qualcosa <strong>di</strong> misterioso in quel ragazzo,<br />

e non credo proprio che sia nato per fare il pastore.<br />

AFFRIDURO Si avvicina Ermione, tiratevi in<strong>di</strong>etro.<br />

SCENA QUARTA<br />

Detti. Ermione. Seguito.<br />

Coro<br />

Viva Ermione!<br />

Felice la regione<br />

in cui ella troneggia!<br />

ERMIONE E' veramente insolita l'ora in cui richiedete la mia presenza, ma non esiste<br />

tempo in cui io non vi appartenga. I nostri desideri si sono sempre salutati<br />

benevolmente, non credo che oggi si separeranno con ostilità. Esprimete ciò che<br />

desiderate!<br />

AFFRIDURO Per or<strong>di</strong>ne tuo, o regina, ho interpellato l'oracolo <strong>di</strong> Apollo, su come debba<br />

essere domata la superbia delle sorelle incantatrici e per sapere in che modo, per<br />

causa loro, un oscuro futuro minacci il nostro paese.<br />

ERMIONE E il responso dell'oracolo - ?<br />

AFFRIDURO La guerra e la rovina minacciano il vostro regno fiorito se non caccerete<br />

fuori le sorelle incantatrici.


102<br />

TUTTI Poveri noi!<br />

ERMIONE Cosa consigliano i miei saggi?<br />

DISTICHON avanza: Dunque ascoltami, nobile Ermione.<br />

BUFFONE salta nel mezzo: Per l'amor del cielo, ti lasci proprio andare. Devono parlare i<br />

saggi. Hai capito il contrario. Saresti un saggio, tu?<br />

DISTICHON Lo sono - oppure mi consideri un buffone?<br />

BUFFONE replicando in modo <strong>di</strong>screto: Mi hai risparmiato la fatica.<br />

DISTICHON Come mai?<br />

BUFFONE Cre<strong>di</strong> davvero fermamente <strong>di</strong> essere un saggio?<br />

DISTICHON in<strong>di</strong>gnato: Ebbene si.<br />

BUFFONE Sei tu stesso a considerarti un buffone, cosa posso farci io? Ho sempre pensato<br />

che tu fossi un saputello, ma <strong>di</strong> altra saggezza non ti credo capace.<br />

DISTICHON Penserò io a ricordartelo, bastardo <strong>di</strong> un giullare.<br />

ERMIONE Concludete la vostra <strong>di</strong>sputa. Parla, Affriduro. La violenza potrà salvarci?<br />

AFFRIDURO La violenza? Per la prima volta sento questa parola provenire da te.<br />

Discendente dalla stirpe del tuo benigno padre, hai sempre regnato con mitezza. Qui<br />

conosciamo solo poesia, canto e danza, il suono tagliente delle armi ci è sconosciuto,<br />

finora abbiamo condotto solo una vita arca<strong>di</strong>ca. Da una parte lo scudo <strong>di</strong> onde del<br />

mare protegge la spiaggia fiorita, dall'altra ripide montagne ci <strong>di</strong>vidono dal nostro<br />

potente vicino, il re <strong>di</strong> Athunt. Le armi ci sono estranee, conosciamo solo l'astuzia.<br />

BUFFONE Anch'io consiglio l'astuzia, qui si stanno facendo troppo insolenti, perciò<br />

bisogna catturarli come topi. In <strong>di</strong>sparte: Io piazzo una trappola adamantina e invece<br />

del lardo vi appendo due reti enormi.<br />

AFFRIDURO Ascolta dunque il decreto dell'oracolo. Il potere delle sorelle incantatrici non<br />

si lascerà vincere, fintanto che Ermione non si sposerà dando al paese un sovrano che<br />

sia degno <strong>di</strong> regnare al pari <strong>di</strong> lei. Quando ciò accadrà, quel potere scomparirà.<br />

Perciò ascolta la supplica <strong>di</strong> tutto il tuo regno e pren<strong>di</strong> il re <strong>di</strong> Athunt come tuo<br />

sposo, egli aspira alla tua mano. Tu possie<strong>di</strong> lo spirito, egli il coraggio e la potenza.<br />

Sceglilo prima che le sorelle incantatrici finiscano per spargere nel suo petto i semi<br />

dell'o<strong>di</strong>o ed egli pretenda con la forza ciò che tu hai rifiutato alla sua nobiltà d'animo.<br />

Non sfuggirai al destino, poiché le stelle profetizzano al nostro paese un sovrano<br />

della casa <strong>di</strong> Athunt.<br />

ERMIONE Quando due anni fa il re <strong>di</strong> Athunt comparve con suo figlio alla mia corte per<br />

chiedere la mia mano, gli confessai apertamente che, entusiasmata dal valore della<br />

poesia, avevo fatto voto al tempio <strong>di</strong> Apollo, <strong>di</strong> abbracciare come sposo solo un<br />

cantore <strong>di</strong> nobili canti, sia egli pure il più povero del mio popolo, basta che sia ricco<br />

<strong>di</strong> sentimento e <strong>di</strong> spirito nobile. Il re <strong>di</strong> Athunt derise quel giuramento, confessò che<br />

sapeva scrivere versi solo con la spada insanguinata. Se ne andò dalla mia corte,<br />

lasciandomi però la promessa che egli non avrebbe mai <strong>di</strong>sturbato la bella pace del<br />

mio paese. Cre<strong>di</strong> che abbia <strong>di</strong>menticato il mio giuramento? Solo a un figlio delle<br />

Muse concederò la mia mano.<br />

DISTICHON con orgoglio: La mia patria è il Parnaso.<br />

BUFFONE La mia è il Kahlenberg.<br />

AFFRIDURO Rifletti sul verdetto dell'oracolo e anche se non vuoi lui, fai comunque una<br />

scelta e salva con ciò i tuoi fedeli.<br />

ERMIONE tra sé: Che penoso imbarazzo. Che fare? - Il mio cuore non è libero.<br />

TUTTI si inginocchiano: Ti supplichiamo, sovrana.<br />

ERMIONE Orsù, sceglierò. Quando la luna ci mostrerà <strong>di</strong> nuovo la falce dorata, donerò la


103<br />

mia mano.<br />

TUTTI Viva Ermione!<br />

ERMIONE Fino ad allora rivestirò la corazza del mio orgoglio con il morbido velluto<br />

dell'astuzia e cercherò <strong>di</strong> sconfiggere le sorelle incantatrici con parole delicate.<br />

Correte al loro castello e invitatele qui.<br />

ODI guarda fuori e si spaventa: O dei, guardate, sono già là. Vagano per la campagna e<br />

danno la caccia ai corvi bianchi.<br />

ERMIONE Dunque corri fuori e chiamale.<br />

ODI impaurito: Io?<br />

ERMIONE Si, tu!<br />

ODI Perdono, non oso.<br />

AFFRIDURO Allora sei proprio un coniglio bell'e buono?<br />

BUFFONE O no, è solo una zampa <strong>di</strong> coniglio.<br />

ERMIONE Nessuno lo fa vergognare?<br />

DISTICHON ar<strong>di</strong>tamente, tra sé: Coraggio, Distichon! Le ruberai il cuore. A voce alta:<br />

Vado a chiamarle io. Esce <strong>di</strong> corsa.<br />

BUFFONE fa finta <strong>di</strong> raccogliere qualcosa da terra: Pss! Pss! Fa cenno a Distichon <strong>di</strong><br />

tornare in<strong>di</strong>etro. Amico!<br />

ERMIONE Che fai, buffone?<br />

BUFFONE Nell'andare via ha perso la paura, intanto gliela raccolgo. Fa finta <strong>di</strong> infilarla<br />

nel sacco.<br />

ODI E' già là che sta parlando con loro, - lo minacciano, sta scappando via.<br />

ERMIONE Vergogna!<br />

ODI Gli scagliano <strong>di</strong>etro delle frecce. Grida: E' stato colpito.<br />

ERMIONE impaurita: O dei!<br />

ODI Ha una freccia nel polpaccio.<br />

BUFFONE Adesso abbiamo anche un coniglio lardellato.<br />

ERMIONE Allora è caduto?<br />

ODI No, sta correndo, è già qui.<br />

SCENA QUINTA<br />

Detti. Distichon con una freccia infilata nel polpaccio.<br />

DISTICHON senza fiato: Ecco fatto!<br />

ERMIONE si copre il viso: Sei ferito, figlio della sventura?<br />

DISTICHON Al cuore, regina.<br />

ERMIONE Ma no, alla gamba.<br />

DISTICHON Non è possibile! Si guarda e si sorprende: Ah, Questo proprio non l'avevo<br />

notato!<br />

BUFFONE gli sfila via la freccia: Che fortuna quando si hanno le gambe finte.<br />

Invulnerabile come Achille.<br />

DISTICHON<br />

Un astuto condottiero sa trincerarsi,<br />

il braccio si consacra alla battaglia, il piede serve per ballare.


SCENA SESTA<br />

104<br />

Detti. Le sorelle incantatrici, Vipria e Arrogantia in abiti tigreschi, con archi e frecce,<br />

entrano veloci e con audacia. Generale grido <strong>di</strong> sgomento.<br />

TUTTI con terrore: Le sorelle incantatrici!<br />

Si fermano tutti irrigi<strong>di</strong>ti formando dei gruppi.<br />

VIPRIA Hahaha! Hai sentito? Siamo state annunciate.<br />

ARROGANTIA con <strong>di</strong>sprezzo: Ah, popolo pauroso. La paura è <strong>di</strong> casa qui.<br />

VIPRIA Beh? Cosa c'è? Avete guardato la testa <strong>di</strong> Medusa tanto che la vostra si è<br />

impietrita? -<br />

ARROGANTIA Siamo state invitate a una comme<strong>di</strong>a visto che ci viene presentato un<br />

tableau? Dove sei, Ermione, tu che ci hai fatto chiamare?<br />

ERMIONE Chie<strong>di</strong> con più delicatezza, se desideri saperlo, tale domanda ha per risposta la<br />

morte.<br />

VIPRIA con scherno: Dove si trattiene dunque l'illustrissima signora padrona? Con tono <strong>di</strong><br />

comando: Chi sei tu dunque? Se sei la domestica <strong>di</strong> casa, sciogli i lacci della mia<br />

scarpa. Aha, tu qui sei la bella damigella <strong>di</strong> camera, vuoi essere vezzeggiata,<br />

annunciaci allora, <strong>di</strong>spensa il perdono, ti preghiamo: annuncia due povere sorelle<br />

incantatrici, baceremo la polvere all'orlo del tuo vestito. Lo simulano.<br />

ERMIONE a<strong>di</strong>rata: Fatele uscire. Sono io in persona, sono Ermione.<br />

VIPRIA Non è possibile! Ah perdono, non ti avevo proprio riconosciuta, ti avevamo<br />

immaginata completamente <strong>di</strong>versa. Ad Arrogantia: Ha proprio delle belle guance.<br />

ARROGANTIA Una figura normale.<br />

VIPRIA Ha un aspetto così <strong>di</strong>messo.<br />

ARROGANTIA Direi quasi alla buona.<br />

VIPRIA abbracciando Ermione con ipocrisia: Ci fa infinitamente piacere.<br />

ARROGANTIA fa altrettanto: Sono sommamente affascinata.<br />

BUFFONE O erbaccia <strong>di</strong> cicuta cosparsa <strong>di</strong> zucchero!<br />

AFFRIDURO Come puoi sopportarlo, Zeus?<br />

BUFFONE Eccolo, ora viene fuori con il suo Zeus.<br />

ERMIONE tra sé: Battiti, orgoglio mio! E' per la buona sorte del mio paese.<br />

VIPRIA Abiti qui, graziosissima? Un bel boschetto <strong>di</strong> fiori.<br />

ERMIONE E' il mio giar<strong>di</strong>no preferito.<br />

VIPRIA E una servitù gentile. Il buffone le fa un inchino. Quelle figure? Guarda<br />

attraverso una lorgnette.<br />

ARROGANTIA E' costruito come un telegrafo.<br />

VIPRIA E' stato messo qui nel giar<strong>di</strong>no per far da spaventapasseri?<br />

BUFFONE Devo scacciare i pipistrelli, ma oggi ne sono entrati dentro un paio.<br />

ARROGANTIA Chi sei tu, amico sfrontato?<br />

BUFFONE E' meglio non <strong>di</strong>rlo.<br />

ERMIONE E' il mio buffone.<br />

VIPRIA Bravissimo. Sei l'unico buffone su quest'isola?<br />

BUFFONE No. In<strong>di</strong>cando Distichon: Ho qui l'onore <strong>di</strong> presentartene un altro.<br />

VIPRIA Bene, Ermione, ci piace il tuo regno.<br />

ARROGANTIA Eppure abbiamo viaggiato per tutto il mondo. Abbiamo visto i campi <strong>di</strong><br />

spezie dell'In<strong>di</strong>a.<br />

VIPRIA E i terreni <strong>di</strong> Matzleinsdorf.


105<br />

ARROGANTIA Le pirami<strong>di</strong> d'Egitto -<br />

VIPRIA La Spinnerin am Kreuz.<br />

ARROGANTIA La cima del Monte Bianco -<br />

VIPRIA Il Tiefer Graben a Vienna.<br />

ARROGANTIA Il deserto dell'Arabia -<br />

VIPRIA E i bei prati rivieraschi <strong>di</strong> Nu?dorf.<br />

ARROGANTIA Ma fra tutti questi mon<strong>di</strong> ci siamo scelte due isole pre<strong>di</strong>lette.<br />

VIPRIA La mia si trova sul Danubio.<br />

ARROGANTIA La mia si chiama Flora.<br />

ERMIONE Se amate quest'isola rispettate anche la sua pace e non <strong>di</strong>sturbatela con<br />

sfrontata superbia.<br />

ARROGANTIA con impeto: Chi?<br />

VIPRIA arrabbiandosi: Cosa? -<br />

ERMIONE Perdonatemi se ho scelto questa espressione dura, vi prego, risparmiate la<br />

felicità <strong>di</strong> questa terra.<br />

VIPRIA Non parlare oltre! Dunque per questo ci hai fatto chiamare?<br />

ARROGANTIA Per far qui la parte <strong>di</strong> un mentore.<br />

VIPRIA Sappi dunque che ti o<strong>di</strong>amo come veleno <strong>di</strong> serpente.<br />

ERMIONE Cosa vi ho fatto?<br />

VIPRIA Quando siamo arrivate sulla tua isola, avresti dovuto supplicarci per avere<br />

protezione. Invece ci hai accolte con <strong>di</strong>sprezzo.<br />

ARROGANTIA Non ci hai invitate neppure al tè, questo ha irritato molto mia sorella.<br />

VIPRIA ad Arrogantia: Non <strong>di</strong>re sciocchezze, taci.<br />

ARROGANTIA Perché? Il tè è il tuo lato debole.<br />

BUFFONE in <strong>di</strong>sparte: Ne ha già avuto abbastanza.<br />

VIPRIA ad Arrogantia: Non mandarmi in collera e taci.<br />

ARROGANTIA Che cosa hai da or<strong>di</strong>narmi?<br />

VIPRIA con veemenza: Voglio che sia così!<br />

ARROGANTIA allo stesso modo: Io no!<br />

BUFFONE Ora le signore cominciano ad azzuffarsi.<br />

VIPRIA ad Arrogantia: Un'altra volta. A Ermione: A te, donna impudente!<br />

ERMIONE Fermatevi, questo è troppo, la forza non deve poter nulla contro <strong>di</strong> voi?<br />

Prendetele, presto.<br />

Tutti fanno per andare verso <strong>di</strong> loro.<br />

VIPRIA e ARROGANTIA tendono i loro archi velocemente: Chi osa? -<br />

DISTICHON si tira in<strong>di</strong>etro impaurito: Io no -<br />

BUFFONE allo stesso modo: Io neppure.<br />

VIPRIA Allontanatevi alla svelta, venderemo all'asta la vostra vita. Minaccia con l'arco<br />

teso.<br />

BUFFONE Non attenderò la fine della licitazione. Corre via.<br />

ODI Io sono fuori già alla prima offerta. Esce <strong>di</strong> corsa.<br />

ARROGANTIA a Distichon: Quanto offri per la tua? Presto!<br />

DISTICHON esce impaurito: Alzo i tacchi.<br />

VIPRIA ad Affriduro: E tu, hai una vita in più per la nostra freccia?<br />

AFFRIDURO Ne ho una sola e ne ho bisogno io stesso. Ad<strong>di</strong>o. Esce<br />

ARROGANTIA E voi?<br />

TUTTI Noi scappiamo!<br />

Escono tutti in modo <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>nato.


106<br />

VIPRIA trionfante: Hahaha, virtuosi in preda al terrore.<br />

ARROGANTIA Adesso sei stata abbandonata.<br />

VIPRIA Riconosci il nostro potere.<br />

ERMIONE piangendo: Povera me!<br />

ARROGANTIA sarcastica: Perché piangi?<br />

VIPRIA allo stesso modo: Oh, povera tortorella che non sei altro.<br />

ERMIONE Lo scherno si ritorca sulle vostre teste, infime serve della magia! E nel<br />

<strong>di</strong>leguarvi, non avvelenate il boschetto con il vostro alito.<br />

VIPRIA Dai vieni. Lasciamola.<br />

ARROGANTIA Ma il nostro o<strong>di</strong>o le rimarrà.<br />

VIPRIA E questo terreno, variopinto testimone della <strong>di</strong>scor<strong>di</strong>a a cui ha assistito con occhio<br />

vivace, dovrà essere trasformato in deserto. Tira fuori una stella. Stella magica,<br />

sottratta all'Ecate oscura, sii adesso con me. A Ermione: Ami questo tempio fiorito?<br />

Abbatterò le sue colonne e al loro posto metterò un'ortica coperta <strong>di</strong> melma, segno <strong>di</strong><br />

putrefazione. Solleva lo sguardo.<br />

Il giar<strong>di</strong>no crolla, compaiono una palude e alberi <strong>di</strong>sseccati sui cui rami si trovano alcuni<br />

corvi mentre altri svolazzano nello spazio oscuro. L'insieme forma una scena orribile. Il<br />

vento sibila in modo spaventoso.<br />

ERMIONE rabbrividendo: Terribile!<br />

VIPRIA La mia vendetta sarà insaziabile, uguale alla fame <strong>di</strong> Erisittone, ovunque ti<br />

punzecchierò e ti perseguiterò, ti spierò da ogni filo d'erba.<br />

ARROGANTIA Da ogni erbaccia tenderò il collo.<br />

VIPRIA Finché la <strong>di</strong>sperazione non ti trascinerà supplice ai miei pie<strong>di</strong>. Solo allora Vipria si<br />

placherà. Estenuata: Ah, che ne sarà <strong>di</strong> me. Sono troppo debole per il mio furore.<br />

ARROGANTIA delicatamente: Ti sei stancata cara sorellina. Oh, appoggiati al mio<br />

braccio.<br />

VIPRIA beffarda: Ti ringrazio! Di soppiatto: Come sei giunta a questa tenerezza?<br />

ARROGANTIA <strong>di</strong> soppiatto: Dalla malvagità, è ciò che la fa a<strong>di</strong>rare. A voce alta: E'<br />

l'armonia dei nostri cuori. Se tu soffri, soffro anche io.<br />

VIPRIA teneramente: Oh, che brava bambina! La abbraccia affettuosamente. Poi con<br />

sguardo penetrante verso Ermione: Aspetta, vipera! Debolmente ad Arrogantia:<br />

Accompagnami, Arrogantia! Esce appoggiata ad Arrogantia.<br />

ERMIONE da sola: O dei, cosa ho fatto per meritarmi la vostra male<strong>di</strong>zione? Umiliata e da<br />

chi? Dal mio stesso sesso. Fosse almeno un potente mago, ma il fatto che siano<br />

donne a vincermi, mi offende proprio gravemente e se, come Argo, avessi cento<br />

occhi, si riempirebbero tutti <strong>di</strong> lacrime <strong>di</strong> fronte a questo <strong>di</strong>sonore. O Amphio, se tu<br />

potessi aiutarmi a sopportare questo dolore! Ma basta! L'oracolo non ha stabilito che<br />

se scelgo un marito, si annienta il potere della genia incantatrice? Allora posso <strong>di</strong>re al<br />

mio popolo che amo un pastore? E potrei mai sceglierne un altro? Non ne sono<br />

capace, non sono le ghirlande <strong>di</strong> rosa <strong>di</strong> Amore che mi legano a lui, bensì <strong>di</strong> ferro<br />

sono i lacci che incatenano il mio cuore al suo. Ma come? Minerva mi ha toccato? Si,<br />

è così - dunque egli deve vincere, così sarà mio, posso fare affidamento sul suo<br />

spirito. Il buffone si affaccia alle quinte. Cosa cerchi, buffone?


SCENA SETTIMA<br />

107<br />

Detti. Buffone. Poi Distichon, Affriduro, O<strong>di</strong>, il popolo.<br />

BUFFONE Devo fare una perlustrazione, non osano entrare. Entrate pure, eroi <strong>di</strong> Flora, il<br />

nemico è andato via, avete vinto.<br />

TUTTI entrano correndo e si gettano ai pie<strong>di</strong> <strong>di</strong> Ermione: Viva Ermione! Ti giuriamo<br />

fedeltà eterna.<br />

DISTICHON Solo per un attimo ci ha vinti la paura, è passata, adesso conta pure sulla<br />

nostra forza.<br />

ERMIONE Conto su <strong>di</strong> loro come sulle bellezze <strong>di</strong> questo territorio.<br />

TUTTI danno un'occhiata: Ah! Che cosa è?<br />

DISTICHON da un'occhiata: Maledetta stregoneria, la fulgida natura trasformata in<br />

melma!<br />

ERMIONE Una fiorente immagine del vostro coraggio. E' affidabile quanto questa palude,<br />

chi si fida, sprofonda. Perciò non gli affiderò più il mio benessere. Seguirò il segno<br />

dell'oracolo, già questa sera la mia terra dovrà essere salvata, mi sposerò oggi stesso,<br />

affinché già il sole <strong>di</strong> domani illumini l'impotenza <strong>di</strong> quelle incantatrici. Affriduro corri<br />

ad adornare il tempio <strong>di</strong> Apollo, fra un'ora siate là riuniti per ascoltare il mio<br />

giuramento: concederò oggi stesso la mia mano a colui il quale, entro il battere della<br />

settima ora, comporrà una poesia per me, il cui valore sia superiore a tutte le altre.<br />

Non importa quale terra lo abbia generato, se lo adorna un alloro o se ha scelto un<br />

bastone da pastore. Sfido dunque la vostra poesia, visto che non siete capaci <strong>di</strong><br />

combattere per me con la forza dei vostri ten<strong>di</strong>ni, allora combattete per me con il<br />

vigore dei pensieri. La fantasia vi porti la ban<strong>di</strong>era, l'intelletto si attacchi all'elmo,<br />

l'arguzia sia il vostro dardo, sistemate i versi in righe serrate, invece della tromba fate<br />

suonare la rima, dunque avanzate e combattete per il premio!<br />

Tre corone al contempo:<br />

il mio cuore, l'alloro e questo regno.<br />

Esce.<br />

Dalla parte opposta escono anche Affriduro con gli idolatri.<br />

NUMEROSE PERSONE Ah! Ci siamo!<br />

DISTICHON in estasi, rapidamente:<br />

Spiriti dei poeti,<br />

ascoltate il maestro,<br />

spronate il cavallo,<br />

non siate pigri!<br />

Tirate fuori le vostre penne<br />

dagli astucci <strong>di</strong> cuoio,<br />

iniziate a scrivere,<br />

il premio è grande.<br />

Lo sguardo <strong>di</strong> Fortuna<br />

annuncia successo.<br />

BUFFONE Ahimè, sogno o son desto? Questo è troppo! Ora comincia con dei <strong>di</strong>sgustosi<br />

giambi. Hahaha!<br />

DISTICHON Cosa ri<strong>di</strong>, imbecille, testa <strong>di</strong> rapa nata dalla luna?


108<br />

BUFFONE Vergogna della vergogna, dovrete conquistare la mano della sovrana con una<br />

poesia, visto che siete tanto paurosi da fuggire alla vista <strong>di</strong> un ragno. Oh, eroi della<br />

preistoria! Prendete un po' esempio dal Teseo <strong>di</strong> Canova che tiene per la chioma il<br />

Minotauro già da <strong>di</strong>eci anni e non lo molla. Questo è un eroe.<br />

E voi bricconi<br />

scrivete poesie<br />

piene <strong>di</strong> piagnucolii,<br />

o teste <strong>di</strong> rapa<br />

<strong>di</strong> questa isola.<br />

Apollo, capo <strong>di</strong> tutti i poeti, sbatti la tua lira sulle loro teste, i padri dalla tomba provano<br />

vergogna per loro.<br />

DISTICHON Mio padre era un eroe.<br />

BUFFONE Anche il mio, era Hanswurst che ha battuto Arlecchino.<br />

ODI Lo siamo anche noi.<br />

BUFFONE grida spaventato: Le sorelle incantatrici!<br />

TUTTI spaventati, fanno per scappare: Aiuto!<br />

BUFFONE Haha, probatum est! O spille ornamentali venute al mondo per tremare. Fatevi<br />

costruire un asino grande come il cavallo <strong>di</strong> Troia e rintanatevi lì dentro con il vostro<br />

coraggio.<br />

DISTICHON No, questo è il colmo!<br />

Su, fratelli<br />

<strong>di</strong> nobili canti,<br />

gettatelo a terra.<br />

Cominciano a picchiarlo.<br />

BUFFONE cadendo: Adesso scrivono sulla mia gobba.<br />

ODI Trionfo, il mostro è vinto.<br />

DISTICHON Io gli ho dato un colpo alla testa.<br />

ODI con gioia maligna: Io gliene ho dato uno sulle costole.<br />

DISTICHON Facciamo incidere il nostro nome su rame.<br />

TUTTI Viva Distichon, eroe valoroso.<br />

Escono tutti.<br />

BUFFONE fregandosi la schiena: Il campo <strong>di</strong> battaglia è vuoto. Ah! Questo si che è uno<br />

scontro, ce ne sono state per tutti, nessuno escluso. Ma - onore al merito, uno tra<br />

loro ce l'ha. Se è un poeta ha una forza shakespeariana. Pensieroso: O destino <strong>di</strong> un<br />

buffone! Nato fra i grassi pascoli d'Austria, istruito fino al collo, poi cameriere<br />

particolare <strong>di</strong> un lord sconosciuto, gettato su questa spiaggia della codar<strong>di</strong>a e della<br />

stupi<strong>di</strong>tà. Per misericor<strong>di</strong>a mi hanno assunto come buffone <strong>di</strong> corte, io che ho più<br />

spirito nei pollici <strong>di</strong> quanto ne sia, da centomila anni, in tutte le teste <strong>di</strong> questo paese<br />

delle favole. E ora a voi, velenosi rospi incantatori, poiché non siete donne. Rispetto<br />

per tutte le altre donne: onorate le signore, esse intrecciano e tessono. Basta, il resto<br />

non mi viene più in mente - ma queste non sono donne, sono figlie del cortese<br />

Cerbero e dell'affascinante Idra. Perciò vi imploro, o quattro venti del cielo,<br />

chiamatemi a raccolta a suon <strong>di</strong> tromba, tutte le malattie <strong>di</strong> questo secolo tisico e<br />

lasciatele a mia <strong>di</strong>sposizione. Venite qui, do<strong>di</strong>ci mesi <strong>di</strong> questo anno profondamente<br />

offeso, male<strong>di</strong>rò l'intero calendario e ne farò loro dono per capodanno.<br />

Molto dolcemente inizia Gennaio<br />

con raffreddore, mal <strong>di</strong> collo e catarro.<br />

Di sera lievi dolori articolari,


Esce.<br />

109<br />

da far mordere le labbra per il dolore.<br />

Poi, visto che entrambe sono vanesie,<br />

<strong>di</strong>venteranno una sorda, l'altra cieca<br />

e che i loro graziosi visetti<br />

si ricoprano <strong>di</strong> brufoletti.<br />

A Febbraio lascio la scelta<br />

<strong>di</strong> pensare la sua propria pena.<br />

La gotta va bene, ma preferirei augurare<br />

la clorosi o la febbre gialla.<br />

Marzo e Aprile procurate fitte ai fianchi,<br />

Maggio dovrà ven<strong>di</strong>carsi con i crampi.<br />

A Giugno tutt'al più pioggia,<br />

in modo che abbiano l'idropisia al collo.<br />

Luglio è il momento dell'estate<br />

in cui ci si <strong>di</strong>verte nella verde campagna.<br />

Solo per loro non fiorisca alcuna valle,<br />

tutto il mondo <strong>di</strong>venti il loro ospedale.<br />

Ad Agosto la fame si farà ardente,<br />

ma il loro stomaco rimanga freddo come ghiaccio.<br />

Niente ostacoli il progre<strong>di</strong>re del loro appetito,<br />

magari l'una <strong>di</strong>vorerà l'altra.<br />

Settembre spargi rugiada avvelenata,<br />

che colori <strong>di</strong> grigio i loro capelli.<br />

Ottobre richiama a casa la foglia,<br />

e i loro denti si spezzeranno.<br />

A Novembre cade il loro onomastico,<br />

manderò in dono la peste.<br />

E prima che arrivi Dicembre<br />

già saranno in agonia.<br />

Eppure il <strong>di</strong>vertimento non è ancora guastato.<br />

Appena crederanno <strong>di</strong> essere morte,<br />

facendo inorri<strong>di</strong>re il mondo, vomiteranno ancora<br />

due draghi velenosi.<br />

Allora il tempo, per loro supplizio, apporrà<br />

il sigillo dell'eternità.<br />

Il mio buon cuore porge lieto alle sorelle<br />

l'augurio per il nuovo anno.


SCENA OTTAVA<br />

110<br />

Cambiamento <strong>di</strong> scena.<br />

Valle romantica. Alcuni agnelli bianchi pascolano sulle colline. Amphio è seduto su una<br />

pietra e suona un canto delicato con il suo flauto. In primo piano si trovano due naia<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

pietra su pie<strong>di</strong>stalli, a grandezza naturale, poste su recipienti d'acqua.<br />

AMPHIO da solo: Dove ti attar<strong>di</strong> oggi, nobile Fantasia, tanto che la tua immagine ancora<br />

non si <strong>di</strong>pinge nell'azzurro etere e non si abbassa a me con vivaci oscillazioni? Come<br />

il me<strong>di</strong>co, che ogni giorno visita i malati, ogni mattino tu scen<strong>di</strong> dolcemente su <strong>di</strong> me,<br />

per guarire il mio spirito malato d'amore. Ispirato da te, ho intonato quei canti che<br />

conquistarono il cuore della regina, a te devo la bella speranza <strong>di</strong> governare questo<br />

regno per la mano a Ermione. Il suo amore può <strong>di</strong>rsi mio, ella stessa me lo ha<br />

confessato. Adesso rivelerò il mio rango per condurre a casa la sposa regale. Prima<br />

però devo confidartelo, nobile Fantasia, tu hai addomesticato in me il coraggio, mi<br />

hai fatto <strong>di</strong>ventare un pastore silenzioso e solo il tuo consiglio dovrà stabilire se potrò<br />

tirare via il velo da questa immagine illusoria. Ma cosa vedo? Un altro sole risplende<br />

là verso <strong>di</strong> me, è Ermione che corre su quella collina. E' la gioia? E' la paura, che<br />

accelera così il suo passo?<br />

SCENA NONA<br />

Detto. Ermione.<br />

AMPHIO le corre incontro e cade ai suoi pie<strong>di</strong>: Sovrana!<br />

ERMIONE per tutta la scena parla velocemente e in modo concitato: Non oggi, ho<br />

ceduto il potere al tempo, sono schiava della mia fretta.<br />

AMPHIO Sono preoccupato per te. Cosa combatte in te?<br />

ERMIONE La fiducia contro la paura. Il mio popolo, il furore delle ninfe incantatrici, è<br />

Apollo stesso a or<strong>di</strong>nare che io leghi il mio cuore oggi stesso.<br />

AMPHIO Il tuo cuore, è ancora tuo?<br />

ERMIONE con delicatezza: Tu lo sai. Ma la mia mano -<br />

AMPHIO Povero me!<br />

ERMIONE Stai calmo, Amphio, una bella vittoria arride al tuo spirito. Nuovamente<br />

convinta dalla poesia che mi hai consegnato ieri, che in confronto a tutti i poeti del<br />

mio regno tu sei un Creso della fantasia, ho osato l'ar<strong>di</strong>to giuramento <strong>di</strong> nominarti<br />

sposo questa sera stessa: chi entro la settima ora mi consegnerà la più bella lirica,<br />

otterrà oggi stesso la mia mano e questo regno.<br />

AMPHIO Oh, come mi ren<strong>di</strong> felice. In <strong>di</strong>sparte, in fretta: Ah, segno della Fantasia, solo<br />

l'arte poetica dovrà conquistare l'alto premio. No, non mi scoprirò ancora, la più alta<br />

felicità dovrà <strong>di</strong>ventare mia solo grazie a me stesso.<br />

ERMIONE Perché confi<strong>di</strong> le tue parole ai venti? Sei turbato?<br />

AMPHIO Perdono, la gioia danza con i miei sensi, confida in me e nella forza del mio<br />

amore, mia sarà la vittoria, io combatterò per te, per questo motivo la sensibilità dei<br />

poeti del tuo paese sarà rugiada in confronto al mare dei miei sentimenti.<br />

ERMIONE Si, ho fiducia in te, la speranza agita la ban<strong>di</strong>era dorata. Ma ora ad<strong>di</strong>o, corro al<br />

tempio per convalidare il giuramento. E quando il sole scenderà nel grembo argentato


111<br />

del mare, io cadrò riconoscente al tuo petto, o vincitore. Ma ora nascon<strong>di</strong>ti in fretta,<br />

mi stanno cercando. Poi corri al tempio. Là, per bocca dell'oracolo, ti sarà reso noto<br />

il soggetto del componimento encomiastico.<br />

AMPHIO Ad<strong>di</strong>o, abbi fiducia in me. Esce <strong>di</strong> corsa.<br />

SCENA DECIMA<br />

Detta. Buffone.<br />

BUFFONE Perdono, sono corso prima, profon<strong>di</strong>ssimamente devoto, per venirti a<br />

prendere.<br />

ERMIONE Sei venuto da solo?<br />

BUFFONE O no, un buffone ne porta <strong>di</strong>eci. In<strong>di</strong>ca la scena.<br />

AFFRIDURO entra e si inchina: Io sono il secondo - breve pausa - e porto la notizia che<br />

Apollo ti sta aspettando.<br />

O<strong>di</strong> e otto abitanti dell'isola entrano e si inchinano.<br />

ODI Noi siamo gli altri - e veniamo a prenderti.<br />

Poi si mettono cinque da una parte, quattro dall'altra in modo che Affriduro sia il decimo.<br />

BUFFONE Mantengo la parola, il numero è completo.<br />

ERMIONE Seguitemi dunque. Esce.<br />

Tutti <strong>di</strong>etro <strong>di</strong> lei.<br />

BUFFONE Voi buffoni andate avanti, il saggio vi seguirà. Esce con sussiego <strong>di</strong>etro <strong>di</strong><br />

loro.<br />

SCENA UNDICESIMA<br />

Le due statue <strong>di</strong>stese spariscono e al loro posto, sui pie<strong>di</strong>stalli, nella stessa posizione, si<br />

trovano le sorelle incantatrici, che saltano su rabbiosamente e vanno avanti e in<strong>di</strong>etro.<br />

VIPRIA No, questo è troppo. Ama un pastore. Neppure il sole ha mai visto una cosa<br />

simile. E' veramente bello? Non l'ho osservato con attenzione.<br />

ARROGANTIA Ha l'occhio brillante.<br />

VIPRIA Sul serio?<br />

ARROGANTIA E labbra come rubini.<br />

VIPRIA Allora avrebbe dovuto innamorarsi <strong>di</strong> noi, non <strong>di</strong> lei.<br />

ARROGANTIA Sono della stessa opinione.<br />

VIPRIA Non potrà averlo. Come posso impe<strong>di</strong>rlo?<br />

ARROGANTIA Ah, rifletti sorellina, ti prego.<br />

VIPRIA Pazienza. Con una poesia la sua mano gli apparterrà? Non è così? Dobbiamo fargli<br />

perdere il gusto <strong>di</strong> poetare. Ma come? Lo chiedo a te, stella magica. Tira fuori la<br />

stella e vi guarda dentro, fa un balzo: Ehi, cosa si riflette in te? Cosa oscilla là nel<br />

blu del cielo? Guarda su!<br />

ARROGANTIA guarda in alto: E' un'aquila.<br />

VIPRIA Ti sbagli, è la Fantasia, va da Amphio, ha lodato per lui la mano <strong>di</strong> Ermione.<br />

ARROGANTIA Così egli ha detto.<br />

VIPRIA Ora riprendo vigore, il mio piano è maturo. La prenderemo e poi la<br />

imprigioneremo. Poi voglio vedere chi scriverà una poesia qui.


112<br />

ARROGANTIA Io ho molto ingegno, eppure non ti capisco.<br />

VIPRIA Capisco! Chi può comporre poesie? E' la Fantasia che crea pensieri poetici. Se la<br />

teniamo prigioniera, a nessun poeta verrà in mente qualcosa.<br />

ARROGANTIA Allora non verrà fatta alcuna gara <strong>di</strong> poesia?<br />

VIPRIA Verrà fatta questa sera stessa. Però costringerò la Fantasia a ispirare colui, che io<br />

avrò destinato quale sposo <strong>di</strong> Ermione e come sarà il suo aspetto puoi certo<br />

immaginartelo ed ella dovrà prenderlo, se egli offrirà il miglior componimento<br />

poetico, lo sta giurando in questo istante nel tempio <strong>di</strong> Apollo.<br />

ARROGANTIA Un bel piano. Nascon<strong>di</strong>amoci ora.<br />

VIPRIA Vola pure, uccellino mio, volerai nella nostra rete.<br />

Entrambe si nascondono, ricompaiono le statue al loro posto precedente. Inizia il<br />

ritornello dell'aria. La Fantasia scende dolcemente sulla nebbia rosea ad ali spiegate<br />

color dell'iride.<br />

LA FANTASIA<br />

Sono una creatura dalle maniere semplici,<br />

un bimbo dai mille capricci,<br />

che unisce la cosa più umile a quella più nobile,<br />

è davvero sorprendente.<br />

Per farla breve sono uno spirito forte,<br />

in me vedono la Fantasia.<br />

Al pubblico<br />

Se la cruda realtà<br />

ferisse i Loro cuori,<br />

si rifugino nel mio regno,<br />

allevierò i Loro dolori.<br />

Poiché tutta la felicità, anche se non lo si crede,<br />

alla fine è davvero solo fantasia.<br />

Nella sfrenatezza poetica<br />

percorro in volo gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>stanze.<br />

Il sole lo infilo nel cappello<br />

e gioco a da<strong>di</strong> con le stelle,<br />

ma prima della melo<strong>di</strong>a dell'applauso<br />

la Fantasia si inchina profondamente.<br />

Fa un profondo inchino.<br />

Ma è proprio una vergogna che la Fantasia, che viene dall'alto, appaia come me<strong>di</strong>atrice in<br />

un romanzo d'amore. Apollo stesso unirà questa coppietta, poiché, detto tra noi, egli<br />

è un vanesio, come molti poeti e il giuramento <strong>di</strong> Ermione <strong>di</strong> scegliere solamente un<br />

poeta, lo ha talmente entusiasmato, che mi ha raccomandato <strong>di</strong> educare per lei<br />

Amphio come poeta e buon marito, educare - nota bene, perché <strong>di</strong> solito i poeti più<br />

educati, sono i mariti più maleducati. Ecco che arriva il mio can<strong>di</strong>dato, lo prenderò<br />

un po' in giro.


SCENA DODICESIMA<br />

Amphio. La Fantasia.<br />

113<br />

FANTASIA Bene, mio poetico amico, come ci siamo comportati? Il nostro sonetto <strong>di</strong> ieri<br />

ha strettito più saldamente i lacci <strong>di</strong> Afro<strong>di</strong>te?<br />

AMPHIO E' in tuo potere legarli per l'eternità.<br />

FANTASIA piange in modo infantile: Io, povera bambina, devo sposare gli altri e per me<br />

stessa mai brillerà la fiaccola <strong>di</strong> Imene. Nasconde il volto.<br />

AMPHIO preoccupato: Chi <strong>di</strong>sdegnerebbe la tua mano?<br />

FANTASIA scoppia in una sonora risata: Pensi che lo <strong>di</strong>ca sul serio? Cosa me ne importa<br />

<strong>degli</strong> uomini <strong>di</strong> questo mondo terreno, cosa conta per me un Apollo umano! Io sono<br />

la Fantasia, con la mia stessa forza posso creare un'immagine della più alta bellezza,<br />

poiché dall'etere roseo, posso plasmarmi lo sposo secondo l'affascinante figura <strong>di</strong><br />

Adone, nel cervello gli metto la saggezza <strong>di</strong> Minerva, alla lingua dono l'eloquenza <strong>di</strong><br />

Polinnia, nel suo petto effondo la dolcezza <strong>di</strong> Latona. Posso costruire dunque il mio<br />

ideale dalle forze <strong>di</strong>vine e fuggire con lui verso un mondo celeste in sfere sconosciute.<br />

Là e<strong>di</strong>ficherei il tempio <strong>di</strong> Amore con rubino brillante e lo farei illuminare da mille<br />

raggi <strong>di</strong> sole. Poi ruberei a Saturno la falce del suo tempo e la spezzerei in due per il<br />

nostro amore, affinché ogni bacio si trasformi per me in eterna letizia.<br />

AMPHIO Ah, scherzi ancora, non sai come sia poeticamente importante questa ora.<br />

FANTASIA Non offendermi, io stessa oggi ho indotto Ermione a prendere la decisione <strong>di</strong><br />

chiedere un componimento encomiastico, affinché questo noioso affare <strong>di</strong> cuore<br />

termini una buona volta.<br />

AMPHIO Oh, allora non mi negherai il tuo aiuto. La giornata o<strong>di</strong>erna è decisiva.<br />

FANTASIA Eppure sei ancora modesto, ricorri al mio aiuto solo alla luce del giorno, ma<br />

alcuni poeti sono talmente pazzi da scrivere tutta la notte e se la Fantasia non è già<br />

seduta sul calamaio, mi implorano <strong>di</strong> comparire per mezzo <strong>di</strong> ponce e champagne e<br />

chi può resistere all'invito <strong>di</strong> un francese tanto buono come lo champagne? Io no.<br />

AMPHIO La sovrana sta giurando in quel tempio, corro per riferirti cosa dovremo<br />

celebrare. Come sono contento, come tremo, oh, che angoscia questa alternanza <strong>di</strong><br />

gioia e paura.<br />

FANTASIA Ah, come ti angoscia questa piccola alternanza e come prenderebbe volentieri<br />

il tuo posto qualcuno che oggi deve pagare una grossa cambiale. La gioia è un banco<br />

<strong>di</strong> cambio, deve cambiare, poiché la gioia sta nel cambiamento. Ma per<br />

tranquillizzarti emetterò in tuo favore una cambiale al grande banco <strong>di</strong> cambio Amor<br />

et Compagnie. Bene, l'avrai proprio al sicuro, poiché se l'amore smetterà <strong>di</strong> pagare, il<br />

mondo farà bancarotta. Vai dunque e pren<strong>di</strong> il soggetto. La Fantasia rimarrà qui e<br />

quando ritornerai, cingerò il tuo spirito e la lirica infantile sarà pronta.<br />

AMPHIO E otterrà la mano <strong>di</strong> Ermione?<br />

FANTASIA Lo giuro sulla testa <strong>di</strong> Schiller nella quale ho troneggiato orgogliosamente.<br />

AMPHIO Ho fiducia in questo giuramento. Cade ai suoi pie<strong>di</strong>.<br />

FANTASIA lo solleva: Torna presto, ti aspetto. Amphio esce. Fantasia da sola. Oggi è<br />

un'allegra giornata per me. Come sta bene la Fantasia quando può riposarsi dal<br />

poetare e può parlare in semplice prosa. Canta una <strong>di</strong>vertente melo<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Rossini. La<br />

Fantasia può tutto. Saltella tutto intorno. E' una creatura spavalda.


SCENA TREDICESIMA<br />

114<br />

Detta. Vipria e Arrogantia, armate l'una con una freccia, l'altra con arco e freccia.<br />

VIPRIA sbarrando il passo alla Fantasia: Fermati! Qui vive?<br />

FANTASIA Bonne amie, la Fantasia.<br />

VIPRIA Nessuno può passare, datti prigioniero, corvo variopinto!<br />

FANTASIA Ma non così facilmente. Le strappa <strong>di</strong> mano la freccia e la ferisce.<br />

VIPRIA Maledetta vipera! Si tiene il braccio.<br />

FANTASIA corre verso una bassa collina e fa l'atto <strong>di</strong> alzarsi in volo: Strega, pensa a<br />

me.<br />

ARROGANTIA ha teso l'arco, colpisce la Fantasia a una spalla, ferendole un'ala: E tu a<br />

me!<br />

FANTASIA cade: Povera me! Mi ha colpito!<br />

ARROGANTIA con gioia maligna: Ora conosci il mio dardo!<br />

VIPRIA Portiamola via.<br />

Entrambe la incatenano.<br />

FANTASIA O sorte infelice!<br />

VIPRIA Rinchiu<strong>di</strong>la in gabbia. Vado a trovarle un poeta.<br />

Arrogantia trascina la Fantasia per le catene.<br />

FANTASIA Apollo!<br />

ARROGANTIA Seguimi!<br />

Arrogantia esce con la Fantasia.<br />

VIPRIA da sola: Adesso avvolgimi, magica oscurità. Calano delle nere nubi che al centro<br />

formano una stella. Si fa notte. Ora stella magica, profana il tuo splendore e irra<strong>di</strong>a<br />

perfi<strong>di</strong>a e cattiveria come bramano i miei sensi assetati <strong>di</strong> vendetta. La stella si apre,<br />

sulla parete si vede la trasparente immagine colorata <strong>di</strong> un arpista, seduto con la<br />

sua arpa. Hahaha, benvenuto, brutto ceffo, ti nomino suo sposo. Compare una<br />

carrozza tirata da sei corvi, con due fiaccole al posto delle lanterne. Via, attraverso<br />

i cieli, affinché io possa rapire velocemente quest'essere, frutto <strong>di</strong> un'ora ipocondriaca<br />

della natura. Esce volando.<br />

SCENA QUATTORDICESIMA<br />

Cambiamento <strong>di</strong> scena.<br />

L'interno <strong>di</strong> una birreria. Vari avventori ai tavoli. Il calzolaio. Lo stagnaio. Un forestiero.<br />

L'oste. Il cameriere. Da una parte una credenza con misurini per bevande. In fondo è<br />

appesa un fogliettino <strong>di</strong> carta nera su cui si legge in trasparenza: Oggi suonerà il famoso<br />

arpista Nachtigall. Breve musica adatta al cambiamento <strong>di</strong> scena.<br />

Coro<br />

In effetti i cibi sono<br />

magnifici, splen<strong>di</strong><strong>di</strong>, squisiti<br />

e l'unico neo è<br />

che manca ancora l'arpista.<br />

Dicci un po', buon oste,<br />

ma dov'è Nachtigall?


115<br />

NUMEROSI AVVENTORI Ma cosa succede, signor oste?<br />

OSTE Prego, signori miei, non arrabbiatevi se non c'è ancora l'arpista. Lo so che persone<br />

del genere sono insopportabili.<br />

CALZOLAIO Se almeno non fosse così villano con gli avventori.<br />

STAGNAIO No, è proprio vero, c'è <strong>di</strong> che ridere <strong>di</strong> lui, ha delle belle idee, eccome!<br />

CALZOLAIO Recentemente ha chiamato asino quel signore, è stata una bella pensata.<br />

OSTE Si, è vero, è il secondo buffone, ho un gran numero <strong>di</strong> avventori grazie a lui, alla<br />

gente piace la sua grossolanità, ma egli strafà, gliel'ho già detto, se offenderà ancora<br />

qualcuno, non dovrà più venire.<br />

FORESTIERO E' l'arpista che ha cantato ieri? Ma non è affatto capace, ora ne arriverà un<br />

altro da Linz, dovranno ascoltare quello. Ehi, cameriere, una porzione <strong>di</strong> testina <strong>di</strong><br />

agnello.<br />

CAMERIERE Subito, Vostra Grazia. Sta arrivando Nachtigall.<br />

TUTTI Era proprio l'ora.<br />

SCENA QUINDICESIMA<br />

Detti. Arriva Nachtigall con l'arpa, vestito in modo caricaturale.<br />

NACHTIGALL<br />

Canto<br />

Non c'è niente <strong>di</strong> più bello al mondo<br />

<strong>di</strong> un arpista,<br />

se è gra<strong>di</strong>to ai suoi ospiti<br />

ed è sempre allegro.<br />

Se anche prende una sbornia,<br />

canta arzillo più che mai,<br />

e se non può più cantare,<br />

passa sotto silenzio.<br />

E' sensibile solo alla sua arpa,<br />

è ad<strong>di</strong>rittura la sua donna,<br />

può suonarla come vuole,<br />

tanto non lo prende per i capelli.<br />

Così canterella per tutta la vita,<br />

un bel giorno sarà tutto finito<br />

ed egli sarà morto, si <strong>di</strong>rà <strong>di</strong> lui:<br />

era un buon burlone.<br />

OSTE Ma perché proprio così tar<strong>di</strong>, signor Nachtigall?<br />

NACHTIGALL Chiedo perdono, avevo mal <strong>di</strong> testa, mi sono ubriacato. Ieri ho preso una<br />

sbornia. E il nostro portiere, se uno suona alle do<strong>di</strong>ci, apre solo all'una e allora per<br />

questo mi sono appoggiato al portone e mi sono addormentato, improvvisamente<br />

apre <strong>di</strong> scatto e io cado lungo <strong>di</strong>steso dentro al portone. Butto in terra lui e io mi<br />

rialzo.<br />

CALZOLAIO Perché ha <strong>di</strong> nuovo preso la sbornia. Adesso si inizi pure.


116<br />

NACHTIGALL Subito, Hansel, la mia colofonia per bagnarmi l'ugola.<br />

CAMERIERE Già lo so. In <strong>di</strong>sparte: Sono sei boccali <strong>di</strong> birra.<br />

NACHTIGALL E il piatto <strong>di</strong> stagno per riscuotere.<br />

FORESTIERO Cameriere!<br />

NACHTIGALL Aha, sei già qui, uccellaccio, oggi succederà qualcosa.<br />

FORESTIERO Quando potrò avere finalmente la mia testina <strong>di</strong> agnello?<br />

NACHTIGALL Bene, dai dunque al signore la sua testa d'agnello, non far stare la gente lì<br />

seduta così a lungo senza testa.<br />

Il cameriere porta la testina d'agnello.<br />

OSTE Ricominci pure. Signor Nachtigall, glielo consiglio.<br />

NACHTIGALL Signor oste, ci sarà una lite con quello. Lo conosco, vuole rubarmi il pane.<br />

OSTE Non si azzar<strong>di</strong>.<br />

NACHTIGALL E' inutile, sono un uomo litigioso, che si litighi.<br />

OSTE Se mi offende un avventore -<br />

NACHTIGALL Non è un avventore, glielo <strong>di</strong>rò io il perché.<br />

CALZOLAIO Inizi una buona volta e canti qualcosa <strong>di</strong> nuovo.<br />

NACHTIGALL Senz'altro. Canta e suona l'arpa.<br />

Canto<br />

Il vino nuovo è proprio nettare <strong>degli</strong> dei,<br />

spesso fa ubriacare le persone migliori<br />

e chi vorrà vedere splendere il sole <strong>di</strong> notte,<br />

basta che vada molto tar<strong>di</strong> all'osteria del vino nuovo.<br />

Perciò, compagni, vi consiglio <strong>di</strong> andare all'osteria del vino nuovo!<br />

Il vino nuovo dona solo allegria ad una persona,<br />

le rinvigorisce il fegato e le <strong>di</strong>vora il petto,<br />

porta la gente in cielo più presto,<br />

poiché qualcuno che ne ha bevuto un po', sarà già là.<br />

Perciò, compagni, vi consiglio <strong>di</strong> bere del vino nuovo!<br />

Il vino nuovo non conosce alcun favoritismo,<br />

non si lascia corrompere, fa il suo dovere,<br />

si tratti <strong>di</strong> un conte o <strong>di</strong> un men<strong>di</strong>cante, in quel caso il nome non protegge,<br />

il vino nuovo lo afferra e lo <strong>di</strong>lania.<br />

Perciò, compagni, vi consiglio <strong>di</strong> bere del vino nuovo!<br />

E se non volete pagare molto, fatelo in modo ingegnoso,<br />

facendo ubriacare l'oste con il vino nuovo.<br />

Nell'ebbrezza vedrà doppio, quin<strong>di</strong> pagatelo velocemente,<br />

così ne uscirete pagando metà della bevuta.<br />

Perciò, compagni, vi consiglio <strong>di</strong> bere del vino nuovo!<br />

FORESTIERO ride ad alta voce: Non si può proprio ascoltare. Cameriere, il conto!<br />

NACHTIGALL Ah! Smette improvvisamente. Oh, oggi non mi sfuggirai. Prende il<br />

piattino e fa il giro. Abbiano la bontà, signori miei. Al forestiero: La prego<br />

umilmente.<br />

FORESTIERO Cosa c'è? Non ha ancore cantato un bel niente.


117<br />

NACHTIGALL Ho appena smesso.<br />

CALZOLAIO Si, ma il signore aveva già cessato prima <strong>di</strong> cominciare.<br />

NACHTIGALL Non mi interessa, ieri ha richiesto due canzoni e non ha pagato niente.<br />

FORESTIERO Impertinente.<br />

NACHTIGALL Lei è impertinente.<br />

FORESTIERO Non mi irriti.<br />

NACHTIGALL Non mi tormenti.<br />

FORESTIERO Tutt'altro. Cameriere, il conto!<br />

NACHTIGALL Macché cameriere il conto, arpista il conto.<br />

CALZOLAIO Calma, quel signore ha ragione. Chi pagherebbe prima <strong>di</strong> aver ascoltato<br />

qualcosa? Come calzolaio, io porto la merce in casa e spesso non ricevo denaro, men<br />

che mai in anticipo.<br />

NACHTIGALL Perché il signore è <strong>di</strong>ventato calzolaio? La gente prende a calci questo<br />

signore con la sua stessa merce. Ma questo non lo sopporto, è un arpista <strong>di</strong> Linz<br />

travestito, costui vuole soppiantarmi.<br />

FORESTIERO E' una bugia. Gli getta una monetina d'oro. Eccola, e ora marsc'.<br />

NACHTIGALL Niente marsc', alt! E' un or<strong>di</strong>ne. Ecco i suoi due groschen. Con questi non<br />

mi comprerà gli sgarbi che oggi stesso Le farò. Lei ha imprecato contro la mia voce,<br />

ha detto che mi chiamo Nachtigall proprio per il fatto che la gente è sempre piena <strong>di</strong><br />

livore quando canto <strong>di</strong> notte.<br />

FORESTIERO Ragazzo, prendo il mio bastone spagnolo e -<br />

NACHTIGALL Come - per un canto tedesco vuole dare colpi spagnoli? Se Lei fosse un<br />

abile arpista, farebbe uscire un paio <strong>di</strong> bei trilli, invece Lei è un cantante dell'epoca<br />

primitiva che in quella attuale non sa più far niente.<br />

FORESTIERO Signori miei, <strong>di</strong>ano retta a me, io sono un viaggiatore.<br />

NACHTIGALL E io sono un pazzo e anche se Lei è andato molto lontano, ai miei occhi<br />

non è poi tanto lontano.<br />

OSTE Ora il signore stia zitto o cambierò tono.<br />

NACHTIGALL Allora si accor<strong>di</strong> su uno, io mi intonerò in fa.<br />

OSTE E io allora in sol. In<strong>di</strong>ca la porta.<br />

NACHTIGALL Quale sol? Pronuncia tali sillabe? La, ora in qualità <strong>di</strong> arpista dovrò<br />

cambiare tono.<br />

CALZOLAIO Dunque ora se la prende anche con l'oste.<br />

OSTE Le inter<strong>di</strong>co tutta la mia osteria.<br />

NACHTIGALL Tutta? Non può farlo, perché deve ancora pagarne la metà. Del resto ai<br />

miei occhi Lei è un brav' uomo, ma la Sua birra non è buona a nulla.<br />

OSTE Visto che non smette con le Sue villanie, se ne vada subito.<br />

NACHTIGALL Visto che non smetto con le mie villanie, rimango ugualmente. I miei<br />

rispetti, ai miei stimati avventori, ma signori miei, esorto Loro sul Loro onore, sono<br />

capaci <strong>di</strong> <strong>di</strong>rmi qualcosa <strong>di</strong> cortese?<br />

TUTTI No, questo è vero.<br />

NACHTIGALL Vedano. Una sola voce. Sono un uomo retto, mi faccio buttar fuori dalla<br />

porta <strong>di</strong>ritto come un fuso, ma rientro dentro, so già il perché, ma due lire in<br />

un'osteria non stanno bene. Costui è un arpista e deve andarsene.<br />

TUTTI Deve andarsene.<br />

NACHTIGALL Voglio vedere chi mi porterà fuori dall'osteria.<br />

Tuono. Notte. Vipria esce dalla botola.


118<br />

VIPRIA forte: Io!<br />

NACHTIGALL Dio mio, l'uomo nero!<br />

Entrambi sprofondano. Tutti rimangono stupefatti.<br />

Coro<br />

Che trambusto, che fragore,<br />

trema tutta l'osteria,<br />

santo cielo, assistici,<br />

è una stregoneria <strong>di</strong> Satana.<br />

Violento tuono, un fulmine attraversa il fondale e lo <strong>di</strong>vide in modo che la metà inferiore<br />

formi una sorta <strong>di</strong> triangolo, la parte superiore crolla e si vede, in luminosa lontananza,<br />

ondeggiare piccolissimo il carro <strong>di</strong> nuvole con Nachtigall e Vipria. Mentre sul davanti<br />

rimane buio, lo sfondo è illuminato dal fuoco ellenico.<br />

Cala il sipario.<br />

FINE DEL PRIMO ATTO<br />

Ahimè, ahimè, siamo perduti,<br />

vedete, la strega e il furfante<br />

volano nel cielo veloci come frecce.


119<br />

SECONDO ATTO<br />

SCENA PRIMA<br />

Paesaggio romantico davanti al colossale palazzo delle sorelle incantatrici. Due leoni<br />

bianchi stanno davanti all'entrata. Al suono <strong>di</strong> una debole musica, con la sua carrozza <strong>di</strong><br />

nubi, Vipria scende a terra con Nachtigall. Continuano a litigare durante la <strong>di</strong>scesa.<br />

NACHTIGALL Lasci perdere, io non rimango affatto.<br />

VIPRIA Taci!<br />

La carrozza <strong>di</strong> nubi è a terra, Nachtigall salta fuori arrabbiato.<br />

NACHTIGALL Ma se non voglio. Eccoci, ora scen<strong>di</strong>amo in un paese dove io non mi<br />

troverò mai a mio agio, dovrò allora morire <strong>di</strong> fame, è un'isola inospitale, dove potrò<br />

trovare un oste che abbia bisogno <strong>di</strong> un arpista?<br />

VIPRIA Calmati, provvederò io alla tua tavola.<br />

NACHTIGALL Lei? Bene, allora ho già mangiato se do ascolto a questo. Lei non mi<br />

abbindolerà più.<br />

VIPRIA Frena la lingua e abbraccia la ragione.<br />

NACHTIGALL Quale ragione? Io ragiono abbastanza. Come può Lei essere una persona<br />

per bene? Entra sola soletta nell'osteria come un ussaro, mi carica e mi rapisce,<br />

proprio me, uomo innocente, non si vergogna?<br />

VIPRIA Ti ho rapito per portarti verso la tua fortuna.<br />

NACHTIGALL Davvero? E per questo motivo viene con un simile equipaggio? Si arriva<br />

con sei morelli, ma non con sei corvi, uno si arrabbia per forza.<br />

VIPRIA Eppure io ti porterò in alto.<br />

NACHTIGALL La ringrazio per un simile innalzamento. Quando sarò appeso in aria e i<br />

corvi mi voleranno intorno. Vuol fare <strong>di</strong> me un pendaglio da forca?<br />

VIPRIA Ora sei un men<strong>di</strong>cante, <strong>di</strong>venterai un Creso.<br />

NACHTIGALL Ah, La prego, ora mi chiama ad<strong>di</strong>rittura accattone. Non ha notato le mie<br />

stupende conoscenze, non ha sentito quale lustro mi ha conferito l'oste? Ora Lei verrà<br />

subito con me e mi condurrà in un luogo dove io possa querelarLa.<br />

VIPRIA Ti dono in pasto ai leoni se non ti piegherai alla mia volontà.<br />

NACHTIGALL Che tipo <strong>di</strong> leoni? Si guarda intorno e scorge l'e<strong>di</strong>ficio insieme ai leoni,<br />

trema. O accidenti, sono due cani bolognesi. In<strong>di</strong>cando un leone: Questa qui deve<br />

essere una femmina, fa la civettuola con me. Ora cambio tono. Carissima! Cade in<br />

ginocchio. Ora sono quel che Lei vuole, sono un accattone, un'accattona, un'intera<br />

famiglia <strong>di</strong> accattoni, se Lei comanda, anzi La prego, mi doni anche solo un po' della<br />

mia vita.<br />

VIPRIA Alzati, dai occhi alla tua cieca paura e guardati intorno nella patria dei fiori.


120<br />

NACHTIGALL rimane in ginocchio: Lo so, i miei rispetti, un bel paese, gli bacio la mano,<br />

ricco <strong>di</strong> fiori, mi è piaciuto già da lontano, l'avevo preso per un grande vaso <strong>di</strong> fiori.<br />

VIPRIA Non sei rapito dal buon profumo?<br />

NACHTIGALL Come no! Tutto il paese è un recipiente pieno <strong>di</strong> brillantina.<br />

VIPRIA Alzati. In <strong>di</strong>sparte: Questo sciocco è proprio adatto al mio piano. Ad alta voce:<br />

Questo paese non è <strong>di</strong>sabitato come te lo figuri. Qui vivono migliaia <strong>di</strong> persone e su<br />

essi regna una giovane e bella regina.<br />

NACHTIGALL Due regine dunque? Una giovane e una bella? Allora se quella giovane è<br />

anche bella e quella bella anche giovane, la scelta è davvero <strong>di</strong>fficile. Sarebbe una<br />

fortuna se potessi <strong>di</strong>ventare arpista qui.<br />

VIPRIA Oh, che creatura modesta! Regnerai al suo fianco, già da domani.<br />

NACHTIGALL La smetta. Burlona, Lei mi prende in giro. Dovrei prendere una regina?<br />

Un coniglio forse.<br />

VIPRIA Ti ho rapito come strumento della mia vendetta, oggi stesso scriverai qui un<br />

componimento encomiastico, per mezzo del quale la mano della sovrana dovrà essere<br />

tua. Tra migliaia consegnerai il migliore.<br />

NACHTIGALL Consegnare il migliore? Rara virtù <strong>di</strong> un fornitore.<br />

VIPRIA Ora corri e presentati a quel sontuoso palazzo, là dai ad intendere che sei un<br />

menestrello, un cantore dalla lontana Inghilterra, che ti è apparso Apollo in un sogno<br />

delirante e che ti avrebbe or<strong>di</strong>nato <strong>di</strong> navigare verso questo paese per salvare qui<br />

l'onore della poesia e conseguire la <strong>di</strong>gnità che spetta al tuo spirito e al tuo orgoglio.<br />

NACHTIGALL Sarà un entrata pomposa, con il cappello stracciato e la giacca rattoppata.<br />

VIPRIA Una mia parola ti avvolgerà in abiti d'oro e io ti regalerò un'arpa d'oro.<br />

NACHTIGALL Ah, allora avrò un coraggio da leone, faccia quin<strong>di</strong> attenzione. La più<br />

recente scoperta in me<strong>di</strong>cina è che l'oro rinvigorisce i nervi. E come l'hanno scoperto?<br />

A un povero <strong>di</strong>avolo, che dalla fame non ce la faceva quasi più a camminare, hanno<br />

riempito le tasche <strong>di</strong> ducati e improvvisamente si è manifestata in lui una tale forza ed<br />

è <strong>di</strong>ventato così impertinente, che ha buttato fuori dalla porta le persone più <strong>di</strong>stinte.<br />

Pum, gli hanno riportato via tutto l'oro ed egli è <strong>di</strong>ventato nuovamente un miserabile<br />

come prima.<br />

VIPRIA Voglio mettere alla prova questa forza su <strong>di</strong> te. Vai! Là incontrerai molti poeti,<br />

ri<strong>di</strong> pure del loro scherno. Fatti condurre da Ermione, così si chiama la regina, là<br />

mena vanto, con millanteria aumenta la bruttezza che la natura ti ha conferito,<br />

affinché il tuo aspetto rovini la sua allegria. Poi ritorni in<strong>di</strong>etro velocemente e bussi a<br />

questa porta, qui, con l'aiuto della Fantasia, comporrai la poesia che ti bollerà a<br />

eterno tormento <strong>di</strong> Ermione, quale sovrano del suo regno e del suo fascino mezzo<br />

spento.<br />

NACHTIGALL Devo bussare al portone <strong>di</strong> fronte al quale si trovano quei due portinai? Io<br />

lascio stare. Se uno capisce male invece della porta apre le fauci. Che ci vada Aken,<br />

io no davvero.<br />

VIPRIA Il topo non si occupa del leone. Vai, provaci. La sorella ti aprirà.<br />

NACHTIGALL Ora i leoni hanno anche una sorella. Che fare? Qui due leoni maschi,<br />

in<strong>di</strong>cando Vipria, là una tigre femmina. Chi è ora il più mordace? Si cominci pure a<br />

mordere. Risoluto: Parteggio per i leoni. Forse sono tanto generosi quanto io sono<br />

pusillanime. Coraggio, Riccardo Cuor <strong>di</strong> Leone! Corre, bussa rapidamente e balza<br />

subito in<strong>di</strong>etro. L'ho toccato, cosa ho toccato lo saprà il cielo.


SCENA SECONDA<br />

121<br />

I battenti del portone si aprono <strong>di</strong> scatto. Arrogantia viene avanti. Detti.<br />

ARROGANTIA Chi osa bussare a questa porta?<br />

NACHTIGALL E' proprio così. Una non era abbastanza per tormentarmi, esce anche la<br />

continuazione.<br />

ARROGANTIA Cosa vuoi tu, essere a metà tra la scimmia e l'uomo?<br />

NACHTIGALL Eccoci, lo sapevo io, la seconda parte è sempre peggio della prima.<br />

VIPRIA Come puoi oltraggiare colui, che il mio sguardo ha scelto tra milioni come suo<br />

strumento.<br />

NACHTIGALL Ha preso proprio me, è una bella fortuna, come quando viene ucciso un<br />

uomo su <strong>di</strong>eci.<br />

VIPRIA Ecco, ti presento l'eroe <strong>di</strong> questo giorno, il futuro sceicco dell'isola.<br />

ARROGANTIA Che magnifica caricatura! Hahaha, amico, sei il più bell'essere deforme<br />

che io abbia mai visto.<br />

NACHTIGALL La prego moltissimo, mia gentile Bella Donna, Lei è troppo benevola. No,<br />

la descrizione che quella dà <strong>di</strong> me, è scandalosa.<br />

VIPRIA Cosa sta facendo la Fantasia, non ha <strong>di</strong>strutto la gabbia?<br />

ARROGANTIA La <strong>di</strong>sperazione ha imperversato in lei, ma adesso si guarda intorno<br />

tranquilla e ora splende il suo occhio, ora una lacrima si specchia in esso.<br />

VIPRIA Mi fa pena, quel povero usignolo.<br />

NACHTIGALL Hanno un usignolo anche là dentro? Alla fine andranno in giro ad<br />

acchiappare tutti gli usignoli. Oh, povero usignolo che non sono altro, alla fine<br />

entrerò in una voliera e dovrò bere da una vaschetta e per me un misurino sarà<br />

troppo piccolo.<br />

VIPRIA Come sta il nostro branco <strong>di</strong> poeti, fa effetto su <strong>di</strong> loro la prigionia della Fantasia?<br />

ARROGANTIA Magnificamente. Tutti i poeti <strong>di</strong> quest'isola corrono <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>natamente in<br />

sciocca confusione, neppure un verso è a <strong>di</strong>sposizione delle loro teste vuote, da<br />

quando la Fantasia se ne è allontanata.<br />

VIPRIA Vieni dunque, voglio annunciare alla Fantasia come può conquistarsi la libertà.<br />

Nel frattempo costui comparirà nel palazzo <strong>di</strong> Ermione. Toccalo con la tua freccia.<br />

ARROGANTIA Risplen<strong>di</strong>, sassolino, e trasformati in pietra preziosa, per lo meno<br />

all'esterno.<br />

Tocca Nachtigall, che si trova indosso un abito da cerimonia ricamato in oro,<br />

contemporaneamente sul se<strong>di</strong>le erboso, sotto un albero, compare un cappello ornato <strong>di</strong><br />

piume che gli viene dato da Arrogantia. Vipria tocca un albero dal quale pende<br />

improvvisamente un'arpa d'oro.<br />

VIPRIA<br />

E io ti dono quest'arpa,<br />

vai e falla risuonare.<br />

Per mezzo della sua musica condurrai al dolore un cuore allegro.<br />

Per mezzo <strong>di</strong> essa conquista il premio poetico, cantore del piacere lieto,<br />

e pianta così il dardo della vendetta nel petto <strong>di</strong> Ermione.<br />

Entrambe entrano nel palazzo.


122<br />

NACHTIGALL da solo: Adesso fuggono via tutt'e due e mi lasciano qui. Se ho capito una<br />

sola parola <strong>di</strong> tutto quel chiacchiericcio, sono un uomo malvagio. Non so proprio<br />

cosa vogliano da me, visto che avrei preferito stare nella mia birreria, la lombata che<br />

avevo or<strong>di</strong>nato mi <strong>di</strong>venterà fredda. E se non faccio ciò che esse comandano, alla fine<br />

mi uccideranno ad<strong>di</strong>rittura, quelle due litigiose. Mi hanno vestito bene, se ne potrebbe<br />

ricavare qualcosa. Non ci capisco niente. Mi manca il senno e dovrei fare un<br />

componimento encomiastico. A nessun costo, non posso. Canzoni ne ho fatte<br />

abbastanza, sono stato molto scanzonato, anzi <strong>di</strong>rei prolifico <strong>di</strong> canti. Ma versi<br />

funesti, toccanti, non ho ancora provato a comporne. Macché, mi affido alle mie due<br />

sorelle snaturate, adesso mi reco al palazzo e andrò a ricevere rispetto come si deve,<br />

o delle belle botte. Il caso è uno strano protettore, ha già tratto d'impaccio molte<br />

persone.<br />

Aria<br />

Esce.<br />

Il caso manda in giro molti uccellini<br />

<strong>di</strong> due generi <strong>di</strong>versi,<br />

svolazzano intorno al naso al mondo intero<br />

e gli recano benessere o dolore.<br />

Quelli felici hanno un'uniforme rossa,<br />

quelli cattivi sono neri come corvi,<br />

mentre quelli rossi volano sulla campagna fiorita,<br />

quelli neri volano a valle.<br />

Perciò, o caso, ti prego cortesemente, mandami<br />

oggi un uccellino roseo,<br />

che voli dentro la sala dei miei ascoltatori<br />

e li pre<strong>di</strong>sponga all'indulgenza e alla gioia.<br />

Poi farò vibrare l'arpa, conquisterò la sposa<br />

e la condurrò a casa in giubilo.<br />

Se sarà davvero la mia mogliettina, griderò forte,<br />

amico caso, sparisci ora.<br />

La fedeltà non può mai esistere solo per caso,<br />

il caso porta spesso un accompagnatore<br />

e i casi fortuiti che guar<strong>di</strong>amo con gelosia,<br />

in verità non ci rendono felici.<br />

Se però la mia mogliettina morisse, esperienza funesta,<br />

non sarà mai il mio desiderio,<br />

allora, o caso fortunato, non <strong>di</strong>menticarmi,<br />

presentati con un'altra.


SCENA TERZA<br />

123<br />

Cambiamento <strong>di</strong> scena.<br />

Palazzo <strong>di</strong> Ermione. O<strong>di</strong>. Tutti i poeti dell'isola entrano precipitosi.<br />

CORO a O<strong>di</strong>:<br />

Facci entrare, corri,<br />

chiama svelto la sovrana.<br />

Non sopportiamo il tormento,<br />

ella rinvia la scelta.<br />

ODI Ma siete <strong>di</strong>ventati pazzi? Il poetare vi ha confuso i sensi?<br />

UN POETA Si è esaurito l'alto dono dell'arte poetica, siamo stati stregati, non ci viene in<br />

mente più alcun verso. Prega Ermione <strong>di</strong> venire qui se ti sono care le spalle.<br />

TUTTI Si, hai sentito, furfante.<br />

ODI gridando: Ho sentito. Uscendo, tra sé: Rozzo popolo <strong>di</strong> poeti. Esce.<br />

SCENA QUARTA<br />

Buffone. Detti.<br />

BUFFONE entra <strong>di</strong> corsa: E' vero ciò che ho sentito? L'Ippocrene si è esaurita, tutta l'arte<br />

poetica si è inari<strong>di</strong>ta! Ahimè, ahimè, ahimè!<br />

TUTTI Ermione è perduta per noi.<br />

BUFFONE Non vi viene in mente proprio niente?<br />

TUTTI Proprio niente.<br />

BUFFONE O poveri orfani <strong>di</strong> Apollo, andrò in Germania e farò una colletta in vostro<br />

ricordo presso i nostri poeti.<br />

Distichon sconvolto, entra precipitosamente.<br />

DISTICHON Tra<strong>di</strong>mento, tra<strong>di</strong>mento! Il mio spirito si è ribellato.<br />

BUFFONE Sia ringraziato il cielo, ecco il sapientone.<br />

DISTICHON O fratelli, unitevi al mio lamento, Apollo mi ha maledetto, <strong>di</strong>sperazione,<br />

accettami come figlio.<br />

BUFFONE Si prende un bel figlio.<br />

DISTICHON Il mio spirito è perduto. Dove lo ritrovo?<br />

BUFFONE Te lo rendo noto a suon <strong>di</strong> tamburo, ognuno lo porta volentieri, ma in tal modo<br />

non è utile a nessuno.<br />

DISTICHON Niente, proprio niente mi viene in mente. E oggi dovrei conquistare il<br />

premio.<br />

BUFFONE si inginocchia: O Ercole <strong>di</strong> tutti i poeti, mi contorco nella polvere e ammiro la<br />

tua inettitu<strong>di</strong>ne.<br />

DISTICHON battendosi la fronte <strong>di</strong>speratamente: Oh, avessi conservato i miei pensieri<br />

sotto spirito.<br />

BUFFONE allo stesso modo: Oh, avessi venduto la mia arguzia a un asinaio.<br />

DISTICHON Non dovrei così provare l'umiliazione <strong>di</strong> essere il buffone <strong>di</strong> questo buffone.<br />

BUFFONE Non dovrei così rendergli il <strong>di</strong>sonore <strong>di</strong> farlo davanti a voi.


SCENA QUINTA<br />

Detti. Ermione rapida.<br />

124<br />

ERMIONE Chi è che mi desidera, cosa vuole da me questa folla vivace?<br />

BUFFONE La <strong>di</strong>sperazione blocca qui il suo ingresso trionfale.<br />

ERMIONE Non è questo il vostro posto, ci vedremo al tempio. Il vostro spirito è stato<br />

troppo precipitoso.<br />

DISTICHON O regina, fammi morire ai tuoi pie<strong>di</strong>.<br />

ERMIONE Muori nella poesia, non nella realtà. Un <strong>di</strong>stico può finire solo in versi.<br />

DISTICHON Finirò per restare soffocato dai versi a rime accoppiate. Oggi ci è impossibile<br />

celebrarti, Altezza. E' come se tutti quanti avessimo solo un'unica testa vuota, dalla<br />

quale la stupi<strong>di</strong>tà in persona spazza via l'intelletto con un'enorme scopa. Un crampo<br />

magico contrae il nostro cervello in un fitto groviglio.<br />

ERMIONE Se sei il mio poeta <strong>di</strong> corte, perché parli in maniera così or<strong>di</strong>naria?<br />

DISTICHON E' pur sempre la cosa più bella che io abbia detto in tutto il giorno, non<br />

riesco più a pensare niente <strong>di</strong> elevato e ovunque guar<strong>di</strong>, vedo brutte facce. Guarda il<br />

buffone.<br />

BUFFONE Anch'io.<br />

DISTICHON Perciò, o sovrana, rimanda l'o<strong>di</strong>erno premio, oggi non potremo conquistarti,<br />

dacci tempo fino a domani, se non vuoi affrettarti a uscire dal tempio senza essere<br />

stata celebrata.<br />

ERMIONE E' la paura che imprigiona il vostro spirito. Come? Osate affermare che qui,<br />

oltre a voi, non vive alcun poeta? Sia punito il vostro orgoglio, io mantengo il mio<br />

giuramento e lo rinnovo qui, anche se si trattasse <strong>di</strong> un men<strong>di</strong>cante. Voglio sentir<br />

risuonare versi. L'argomento è Ermione. Le sette è l'ora stabilita. Ora affrettatevi e<br />

implorate una poesia visto che siete troppo vili per comporla.<br />

DISTICHON Ad<strong>di</strong>o allora, superba sposa <strong>di</strong> poeta! Venite, figli <strong>di</strong>seredati della musa<br />

lirica, alleviamo i nostri nobili cuori imprecando. Siamo pur sempre geni a <strong>di</strong>spetto<br />

del mondo e anche se non sapessimo niente, questo però lo sappiamo. Ci<br />

presenteremo al tempio, forse la notte magica potrebbe rischiararsi nelle nostre teste,<br />

poi urleremo i nostri versi contro la sua cupola affinché risuoni e la sua triplice eco ci<br />

gri<strong>di</strong> <strong>di</strong> rimando il premio. Esce precipitosamente.<br />

TUTTI Si, lo faremo.<br />

Tutti <strong>di</strong>etro <strong>di</strong> lui.<br />

BUFFONE Adesso gli hanno dato il fatto suo. O prosaici accattoni poveri <strong>di</strong> versi.<br />

ERMIONE Questa è opera <strong>di</strong> Apollo. Amphio, adesso hai gioco più facile.<br />

SCENA SESTA<br />

Detti. O<strong>di</strong>.<br />

ODI Sovrana, un forestiero chiede u<strong>di</strong>enza, porta tanti saluti da parte <strong>di</strong> Apollo che lo ha<br />

inviato. E' il nuotatore più veloce che il mare abbia mai portato, in una notte è giunto<br />

qui a nuoto dall'Inghilterra. E' un tipo spassoso.<br />

BUFFONE E' forse Apollo stesso?


125<br />

ERMIONE E' un bell'uomo?<br />

ODI Da lontano mi sembrava un babbuino. Lo potrai osservare tu stessa da vicino.<br />

SCENA SETTIMA<br />

Detti. Nachtigall con l'arpa d'oro.<br />

NACHTIGALL<br />

Aria<br />

Riverenza, riverenza!<br />

Onore a Lei da ogni dove.<br />

Sono un grande poeta,<br />

ogni buffone se ne accorge subito,<br />

e vengo a nuoto dall'Inghilterra,<br />

attraverso il Mar Rosso, come un ciprino dorato.<br />

Apollo stesso è il mio signor compare,<br />

ogni tanto corro in cielo<br />

e con gli altri dei<br />

sono ad<strong>di</strong>rittura in confidenza.<br />

In breve, sono giunto qui<br />

poiché ho appreso la notizia<br />

che, colui che compone una lirica encomiastica,<br />

conquista imme<strong>di</strong>atamente la sposa.<br />

Perciò me la rido a crepapelle,<br />

la vittoria, ci scommetto, sarà mia,<br />

ho sottratto la sfera alla Fortuna<br />

e come poeta butterò giù tutti i birilli.<br />

Ho l'onore <strong>di</strong> ammirare la principessa Ermione?<br />

ERMIONE Proprio così, amico, non ti sei sbagliato.<br />

NACHTIGALL Sono immensamente lieto. In <strong>di</strong>sparte: Ah, che persona gentile, se sarà<br />

mia moglie, per quattor<strong>di</strong>ci giorni non guarderò altre donne. Al buffone: E questo<br />

signore come si chiama?<br />

BUFFONE Mi chiamo Muh!<br />

NACHTIGALL Un bel nome, così facile, così scorrevole, qualsiasi mucca può<br />

pronunciarlo.<br />

BUFFONE L'ho già sentito anche in bocca a un asino.<br />

NACHTIGALL E' forse un congiunto della principessa?<br />

BUFFONE Sono il buffone <strong>di</strong> corte.<br />

NACHTIGALL Buffone <strong>di</strong> corte? Fidonc! Allora della corte inferiore, amico, e non <strong>di</strong><br />

questa sala alta.<br />

BUFFONE Oggi è proprio il giorno in cui vengono ammessi tutti i buffoni. Altrimenti non<br />

saresti qui anche tu.<br />

NACHTIGALL Dunque, che ne è <strong>di</strong> noi due carissima?<br />

ERMIONE Di noi due? Parli in modo molto sfrontato, amico mio.<br />

NACHTIGALL Si, perché fare tante cerimonie, visto che questa sera saremo marito e<br />

moglie.<br />

ERMIONE sorridendo: Lo sai per certo?


126<br />

NACHTIGALL Senza alcun dubbio. Lei è il premio che viene celebrato e io il più<br />

riprovevole tra i poeti del mondo. Ci se ne accorge subito da - ma come si <strong>di</strong>ce -<br />

ebbene, da <strong>di</strong>verse cose.<br />

BUFFONE Dalla ricchezza <strong>di</strong> idee soprattutto.<br />

NACHTIGALL Voglio sperarlo, le idee piene sono sempre migliori <strong>di</strong> quelle vuote, è<br />

proprio come con i Krapfen. Del resto, in quanto poeta, ho una straor<strong>di</strong>naria<br />

<strong>di</strong>sinvoltura. Ho già scritto oltre cinquecento trage<strong>di</strong>e e più scrivo, più il pubblico<br />

<strong>di</strong>venta triste.<br />

ERMIONE Conosci Omero?<br />

NACHTIGALL No, però conosco l'umorismo che dovrà conquistare per me il Suo cuore.<br />

E non si creda affatto che sono un povero <strong>di</strong>avolo, in Inghilterra ho dei buoni<br />

proventi.<br />

BUFFONE Dunque non è il poeta povero <strong>di</strong> Kotzebue?<br />

NACHTIGALL No, quello ricco, ma non tutti sono così ricchi. Ci sono bravi poeti che<br />

quando aprono la bocca hanno delle uscite molto <strong>di</strong>vertenti, ma quando aprono le<br />

tasche, non esce mai niente. Ma ora veniamo ai fatti. Il mio signor compare, un certo<br />

Apollo, mi è apparso in sogno la scorsa notte e mi ha promesso la Sua mano e ha<br />

fissato la serata o<strong>di</strong>erna per il matrimonio. Non faccia dunque cerimonie e si rassegni<br />

alla sua volontà. Ho fatto la mia visita <strong>di</strong> cortesia. Ora farò anche un piccolo<br />

sonnellino e poi comincerò a comporre versi, tanto da farmi uscire il fumo dalla testa.<br />

Con entusiasmo poetico: E prima che il sole con un tonfo cada nel mare, sarò<br />

felicissimo <strong>di</strong> essere Suo sposo. Fa per uscire.<br />

ERMIONE Ad<strong>di</strong>o allora, <strong>di</strong>mostrerai presto se sei un maestro nella costruzione del verso.<br />

NACHTIGALL Quale costruzione? Mi perdoni, allora devo ritornare in<strong>di</strong>etro. Non sono<br />

costruttore e<strong>di</strong>le, lo <strong>di</strong>co subito.<br />

ERMIONE La poesia non è nella forma affine all'architettura? Poiché come il costruttore<br />

congiunge blocco a blocco <strong>di</strong> marmo prezioso, anche il poeta mette in fila pensieri su<br />

pensieri e li unisce con la malta della sua arguzia.<br />

NACHTIGALL Si sbaglia. Sa quale <strong>di</strong>fferenza c'è tra un poeta e un costruttore e<strong>di</strong>le? Se a<br />

un poeta viene in mente qualcosa, è un onore per lui, se invece a un costruttore e<strong>di</strong>le<br />

crolla qualcosa, è una bella vergogna. Creda a me che ho l'onore <strong>di</strong> prendere<br />

congedo. Esce.<br />

ERMIONE Una persona bizzarra, è un avventuriero che tenta la fortuna qui, eppure mi<br />

<strong>di</strong>verte.<br />

BUFFONE con invi<strong>di</strong>a: Se costui vincerà il premio, allora ti dai via a basso prezzo.<br />

ERMIONE Taci, buffone, non è un poeta, eppure il suo animo sembra essere migliore del<br />

tuo. E la sua <strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> spirito potrebbe facilmente essere pericolosa per te. Ora<br />

lasciami.<br />

BUFFONE tra sé: Un buffone a par mio deve tremare? O mondo ingrato, spesso qualcuno<br />

pensa <strong>di</strong> essere l'unico buffone della corte, poi ne arriva un altro che lo taglia fuori e<br />

quest'altro verrà poi scacciato da un altro ancora e allora i poveri buffoni litigheranno<br />

per la conquista della triste con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> buffone. Ognuno vuole essere il più grande<br />

e ognuno prende in giro se stesso. Oh, vana buffoneria, oh, vanità buffonesca, vorrei<br />

avere dei bei sol<strong>di</strong>, poi il buffone lo faccia chi vuole. Esce.<br />

ERMIONE da sola: Volgare invi<strong>di</strong>a che spesso <strong>di</strong>sonora il savio stesso. O Amphio, come<br />

sarai invi<strong>di</strong>ato, quando il mirto e l'alloro ti orneranno.


SCENA OTTAVA<br />

Detti. Amphio, sconvolto e pallido.<br />

127<br />

AMPHIO O Ermione, sei tu? Se veramente mi hai amato, guardami in modo benevolo.<br />

ERMIONE Cosa ti tormenta, Amphio, cosa ti conduce qui adesso?<br />

AMPHIO immobile: Fammi guardare nei tuoi occhi, ti prego, finché il mio spirito non si sia<br />

infiammato al loro splendore. Ermione lo guarda stupita. Ti ringrazio. Finge <strong>di</strong><br />

ispirarsi alla poesia dallo sguardo <strong>di</strong> lei, ma non ci riesce. Va quin<strong>di</strong> ad un passo<br />

da lei e <strong>di</strong>ce pensieroso, guardando il cielo: Si - si - ora va bene. Sempre più<br />

agitato: Infiammati, animo, infiammati! Disperandosi: E' inutile, per me ella è<br />

perduta! Fa per uscire.<br />

ERMIONE Dove vuoi andare?<br />

AMPHIO In mare. Ride in modo sguaiato. Voglio votarmi a Nettuno.<br />

ERMIONE Ma non al suo infido abisso?<br />

AMPHIO Non è più profondo del mio dolore e posso pure confidare alle sue onde il<br />

perché vengo trascinato sul loro fondo.<br />

ERMIONE Sei tu il mio Amphio? Ermione è l'argomento, lo ha detto oggi l'oracolo e tu mi<br />

celebri in questo modo?<br />

AMPHIO Allora sappi che non posso celebrarti, il mio spirito è arido, il mio cuore freddo,<br />

da quando mi hai parlato, non sono più Amphio.<br />

ERMIONE Fatti coraggio, ti manca fiducia nelle tue capacità.<br />

AMPHIO Sono stato ingannato dalla Fantasia, è una donna, non avrei mai dovuto fidarmi<br />

<strong>di</strong> lei.<br />

ERMIONE in<strong>di</strong>gnata: Oh, potessi comporre io versi per te, per <strong>di</strong>mostrarti quali bei<br />

pensieri possa avere una donna per amore.<br />

AMPHIO Si è esaurita, si è esiliata da sola.<br />

ERMIONE Oh, non imprecare, non hai detto tu stesso con la tua poesia:<br />

La Fantasia è un profondo pozzo magico,<br />

dal quale attingiamo il nettare dei pensieri.<br />

Si estende dall'Olimpo fino alle più profonde voragini dell'Orco,<br />

con il suo alone circonda il mondo<br />

e inesauribile è la sua sorgente eterna,<br />

poiché ogni flusso della passione<br />

si riversa sul suo fondo.<br />

AMPHIO O regina, perché hai osato tenere l'ar<strong>di</strong>to giuramento? Non fosse stata necessaria<br />

la poesia, avrei avuto bisogno <strong>di</strong> conquistare solo il tuo amore, poiché sappi che -<br />

anzi no, ora è troppo tar<strong>di</strong>, tu sarai la sposa del vincitore e io farò morire con me il<br />

mio segreto.<br />

ERMIONE Oh, fermo, ho ancora un raggio <strong>di</strong> speranza. Come te si lamentano tutti i miei<br />

poeti, forse si tratta <strong>di</strong> un'apparizione delle sorelle incantatrici, perciò coraggio,<br />

perché nel tempio <strong>di</strong> Apollo questo incantesimo deve scomparire. Allegria, Amphio,<br />

me lo <strong>di</strong>ce il cuore.<br />

AMPHIO L'infelicità è avida <strong>di</strong> qualsiasi illusione <strong>di</strong> speranza. Quin<strong>di</strong> sposerò la mia fiducia<br />

con la tua speranza e attenderò un figlio che si chiama compimento.<br />

ERMIONE Interpellerò ancora l'oracolo prima della cerimonia, <strong>di</strong> più non posso fare per la<br />

nostra serenità. Io non appartengo a me stessa, no, appartengo ad Apollo, ripongo la<br />

mia più grande fiducia in lui, raggio <strong>di</strong> luce che illumina il mondo, poiché egli ha


128<br />

posto nel mio cuore il presentimento che nessun altro potrà conquistarmi, se non tu.<br />

Perciò ti aspetterò nel tempio. Coraggio, Amphio, gli dei ci sono vicini. Confida nella<br />

loro protezione. Esce.<br />

AMPHIO da solo: Ebbene, confiderò nella fortuna all'ultimo istante e se la nobile Fantasia<br />

mi tra<strong>di</strong>sse, lascia che io me ne vada da te, o mondo, in cui la nobiltà è illusione e<br />

solo le cose volgari si conservano. Esce.<br />

SCENA NONA<br />

Cambiamento <strong>di</strong> scena.<br />

Stanza nel palazzo delle sorelle incantatrici. Di lato uno scrittoio greco, posto su un<br />

gra<strong>di</strong>no. Vipria e Arrogantia entrano precipitosamente.<br />

VIPRIA Dov'è il babbeo?<br />

ARROGANTIA guarda dalla finestra: Eccolo che arriva.<br />

VIPRIA Adesso porta la Fantasia.<br />

Arrogantia esce.<br />

SCENA DECIMA<br />

Vipria. Nachtigall.<br />

NACHTIGALL Eccomi qui, ho svolto magnificamente il mio lavoro. Bene, come si mette<br />

con la poesia ora? Facciamola rapidamente insieme. Non vedo proprio l'ora, la regina<br />

è bella, e se Loro non hanno niente in contrario, io sono innamorato <strong>di</strong> lei, non vedo<br />

proprio l'ora <strong>di</strong> essere re.<br />

Arrogantia trascina dentro la Fantasia in catene, le ali le sono state recise.<br />

ARROGANTIA L'ho portata, ha tentato <strong>di</strong> sfuggire appena ho aperto la gabbia.<br />

VIPRIA Dove sono le tue ali?<br />

ARROGANTIA Gliele ho tagliate.<br />

VIPRIA Sei stata accorta. Beffardamente: Dove volevi andare, colombella?<br />

FANTASIA allo stesso modo: Volevo volare dall'avvoltoio, perché non mi piaceva stare<br />

dalla civetta.<br />

ARROGANTIA Voglio recarmi in avanscoperta, fai <strong>di</strong> lei ciò che vuoi. Esce.<br />

VIPRIA a Nachtigall: Per mezzo <strong>di</strong> lei scriverai la poesia, questa è la Fantasia.<br />

NACHTIGALL Ah, mi fa piacere aver l'onore <strong>di</strong> farne la conoscenza. Di nascosto a<br />

Vipria: Ma che cos'è la Fantasia?<br />

VIPRIA E' lo spirito che imperversa nel cervello dei poeti.<br />

NACHTIGALL Allora saltella nel cervello dei poeti e non c'è da meravigliarsi se danno i<br />

numeri, per questo si <strong>di</strong>ce che i poeti sono delle teste matte.<br />

VIPRIA Te la incateno a questa scrivania. Aggancia la catena della Fantasia a un anello<br />

fissato su un lato dello scrittoio, in modo che la Fantasia sia seduta al lato del<br />

tavolo, circa al centro del palco, sull'ampio gra<strong>di</strong>no, ma non proprio sul pavimento.<br />

Sii orgoglioso <strong>di</strong> ciò, nessun poeta può vantarsi <strong>di</strong> essere stato servito da


129<br />

lei come schiava. Annota con solerzia ciò che ella ti suggerirà. Ermione è il titolo della<br />

poesia. Lo scriverai in cima.<br />

NACHTIGALL Sono dunque un poeta che scrive solamente, senza pensare? Allora non<br />

sono l'unico. Ed ella è colei che pensa per tutti i poeti?<br />

VIPRIA E' così.<br />

NACHTIGALL Deve essere un supplizio. Per questo è tanto esile.<br />

SCENA UNDICESIMA<br />

Detti. Arrogantia.<br />

ARROGANTIA preoccupata: Ermione sta andando dai due sacerdoti per interpellare<br />

nuovamente l'oracolo prima della scelta, sul perché la notte dello spirito gravi sui suoi<br />

poeti. Se ciò accadrà, il nostro piano sarà sventato.<br />

VIPRIA Deve essere impe<strong>di</strong>to. Vieni, trasformeremo rapidamente in pietra questi due<br />

sacerdoti e noi ci siederemo al loro posto. Con le sembianze <strong>di</strong> Affriduro ti porrò le<br />

domande e tu <strong>di</strong>rai, con la voce dell'oracolo, che Apollo ha donato il suo favore a un<br />

forestiero, che Ermione dovrà scegliere. A Nachtigall: Intanto tu rimani qui e scrivi la<br />

tua poesia. Ma prima che trascorra mezz'ora, presentati al tempio e recitala con<br />

l'arpa. Anche se risulterà brutta, sarà comunque la migliore, essendo l'unica. Alla<br />

Fantasia: Mantieni il tuo giuramento, ispiralo per quanto è in tuo potere. A<br />

Nachtigall: Non liberarla se ami la vita e se non vorrà servirti, costringila, sei il suo<br />

padrone.<br />

Escono entrambe.<br />

FANTASIA tra sé: O Amphio! Che destino atroce, non posso salvarti.<br />

NACHTIGALL si siede al tavolo: Adesso vedremo che qualcosa riusciremo a comporre.<br />

Sarà un bel lavorone. Su. Ermione. E mi hanno messo qua un inchiostro rosso, sarà<br />

una poesia sanguigna. Su, inizia alla svelta. Viene qualcosa o no?<br />

FANTASIA sospira: Ahimè!<br />

NACHTIGALL Ahimè? E' una bella idea, ahimè? Fa veramente paura. Impaziente:<br />

Continua, io non faccio un passo avanti. Beh? La scuote.<br />

FANTASIA Cosa vuoi babbeo? La Fantasia deve alzarsi liberamente nell'azzurro spazio,<br />

mai sarò al tuo servizio incatenata.<br />

NACHTIGALL Che <strong>di</strong>scorso è questo? Dove è un bastone? Prende un tirso da un drappo.<br />

Eccolo, ora è là sul tavolo, se non ci si mette per bene a improvvisare con fantasia,<br />

verrà messo da qualche altra parte.<br />

FANTASIA ride <strong>di</strong>speratamente: Hahaha!<br />

NACHTIGALL Che risata sciocca.<br />

FANTASIA come una folle:<br />

C'era una volta un uccellino dorato<br />

che si chiamava Fantasia.<br />

NACHTIGALL Ma che cos'è? Questa improvvisa proprio senza ardore.<br />

FANTASIA salta su impetuosamente:<br />

Non lo sopporto.<br />

NACHTIGALL intinge la penna e scrive velocemente: Era l'ora.<br />

FANTASIA<br />

Lampi, scagliatevi.


130<br />

NACHTIGALL annota rapidamente: Ora si comincia.<br />

FANTASIA<br />

E il vostro ardente bacio -<br />

NACHTIGALL come sopra: Olà, hai visto.<br />

FANTASIA<br />

Imprimete sulla fronte irriverente.<br />

NACHTIGALL La fronte irriverente. Non così velocemente, non tengo il passo.<br />

FANTASIA furiosamente:<br />

Taci, testa <strong>di</strong> rapa.<br />

NACHTIGALL si ferma, senza scrivere: Che verso è questo?<br />

FANTASIA Vuoi sentirlo due volte?<br />

NACHTIGALL Cosa ha composto! Che <strong>di</strong>amine ho scritto qui? Legge ciò che ha scritto.<br />

"Non lo sopporto, zucche, precipitate. E imprimete il vostro ardente piede sul toro<br />

irriverente - Pausa. Taci, testa <strong>di</strong> legno." Cos'è mai questo vaneggiamento? Allora<br />

vaneggio meglio io quando ho la febbre tifoide.<br />

FANTASIA Troppo bello per te, volgare briccone.<br />

NACHTIGALL Questa donna mi ritiene un buffone. Il tempo passa e io non riesco a<br />

comporre niente. Se almeno ci fossero qui le due sorelle <strong>di</strong> Praga, già tutta la<br />

faccenda è impostata in modo sciocco, uno ha la Fantasia in testa, io l'ho qui ai pie<strong>di</strong>,<br />

come può venirne fuori qualcosa? Mi vengono già tutti i bollori. Si toglie la giacca.<br />

O cielo, che supplizio è questo per un poeta al quale non viene in mente niente. Devi<br />

aiutarmi o sarò <strong>di</strong>sperato.<br />

FANTASIA Non mi costringerai, vigliacco.<br />

NACHTIGALL Che persona malvagia. Io l'ammazzo, le taglio la testa e le tiro fuori i<br />

pensieri. Si <strong>di</strong>rige verso il tavolo. Mi rimetto nuovamente a sedere. Legge il titolo:<br />

Ermione. Continua a dettare. Tamburellando malignamente sul tavolo: Ermion. In<br />

<strong>di</strong>aletto: Tanto non mi capisce. Monto in collera. Ho qui ora in<strong>di</strong>cando la Fantasia<br />

una fabbrica <strong>di</strong> pensieri in persona - e non ho ancora scritto niente della poesia, se<br />

non la parola Ermione. Con questa non potrò certo ricevere il premio. Sono <strong>di</strong>sperato<br />

FANTASIA Hahaha, ciò rallegra la Fantasia.<br />

NACHTIGALL furibondo: Ora mi deride, <strong>di</strong>venterò pazzo. Si inginocchia davanti a lei:<br />

Ti imploro, per tutte le stelle, improvvisa qualcosa.<br />

FANTASIA anch'essa si inginocchia: E io imploro te, per tutti gli astri, lasciami libera.<br />

NACHTIGALL Ti imploro, per tutti i poeti greci e valacchi, improvvisa qualcosa.<br />

FANTASIA Ti costruirò un mondo <strong>di</strong> pensieri felici, lasciami libera.<br />

NACHTIGALL Non posso proprio, tuttavia ho compassione. Piange.<br />

FANTASIA piange: Bestia insensibile.<br />

NACHTIGALL Ora comincia a piangere, siamo entrambi nei guai. Se almeno piangesse in<br />

versi, per amor del cielo, limpida prosa le scorre sul viso. Un campanellino risuona<br />

tenue in lontananza. Ora devo andare, scoccano le sette nel salone <strong>di</strong> Apollo.<br />

Rallegrati, quando tornerò. O sudore della morte, che stai sulla mia fronte! Non<br />

conosco altro mezzo. Conosco un canto della bella Magellone. Lo mo<strong>di</strong>ficherò e<br />

canterò Ermioni invece <strong>di</strong> Mageroni e se non piacerà, mi sparerò, mi impiccherò, mi<br />

ucciderò quattro volte <strong>di</strong> seguito, stupido senza alcuna fantasia! Esce <strong>di</strong> corsa<br />

<strong>di</strong>sperato.


FANTASIA da sola:<br />

Quodlibet<br />

131<br />

Inizia la musica, batte un quarto alle sette. La Fantasia balza su impaurita.<br />

Afflitta<br />

Si inginocchia.<br />

Ah, cosa è, suona l'ora,<br />

e Amphio è perduto!<br />

Apollo, se non mi salverai<br />

sarò preda della pazzia.<br />

Nell'etere, nei cieli<br />

mi libravo in leggero volo.<br />

Infide ali, solo per un attimo<br />

avrei desiderato possedervi, sareste state la mia somma fortuna.<br />

Terribile, terribile!<br />

Se la Fantasia ce la facesse<br />

a cantare magari un quodlibet.<br />

Eppure per me splende in cielo una luce consolatrice,<br />

invoco gli dei, essi non ci ingannano.<br />

O Giove, un tempo mi partoristi,<br />

sei sempre stato per me un padre benevolo,<br />

riesci a vedere questa figlia incatenata?<br />

Oh, scaglia la tua saetta e fammi morire!<br />

O Giove, o Giove, ascoltami!<br />

Viene giù un fulmine che <strong>di</strong>strugge la sua catena.<br />

Ah, sono libera, un sommo grazie a voi, dei,<br />

ah, come mi pervade questo stato <strong>di</strong> letizia!<br />

Adesso quelle catene fasti<strong>di</strong>ose sono lontane da me,<br />

presto, da Amphio, per liberarlo.<br />

Amphio, fermati! Amphio, fermati!<br />

La Fantasia è libera!<br />

Getta a terra la greca delle sorelle incantatrici ed esce <strong>di</strong> corsa.<br />

SCENA DODICESIMA<br />

Cambiamento <strong>di</strong> scena.<br />

L'interno del tempio <strong>di</strong> Apollo. Lo sfondo aperto offre la vista sul mare. Al centro la statua<br />

<strong>di</strong> Apollo, davanti ad essa un'ara sacrificale sulla quale <strong>di</strong>vampa una fiamma. In primo<br />

piano un trono posto lateralmente, su cui siede Ermione. Accanto a lei alcuni cortigiani, <strong>di</strong><br />

fronte a lei, la schiera dei poeti. Di fronte al trono, sul pie<strong>di</strong>stallo sporgente <strong>di</strong> una


132<br />

colonna, è seduto Amphio in atteggiamento <strong>di</strong> <strong>di</strong>sperazione. Popolo. Vipria, Arrogantia<br />

vestite da sacerdoti sacrificanti. Numerosi sacerdoti <strong>di</strong> Apollo.<br />

TUTTI I POETI<br />

Coro<br />

Invano arride la fortuna del premio,<br />

la Fantasia non ritorna,<br />

e umiliati qui ammettiamo<br />

l'impotenza del nostro spirito.<br />

VIPRIA con la voce <strong>di</strong> Affriduro: Copriti il volto, nobile Musa! Ermione, ascolta<br />

l'inau<strong>di</strong>to! Tutti i poeti del tuo paese <strong>di</strong>chiarano ad alta voce <strong>di</strong> non essere stati capaci <strong>di</strong><br />

scrivere una poesia in tua lode e neppure il <strong>di</strong>vino sguardo <strong>di</strong> Apollo riesce a ispirarli.<br />

ERMIONE Sono questi i saggi del mio paese, gli uomini eru<strong>di</strong>ti?<br />

UN POETA Perdono, o regina, l'eru<strong>di</strong>zione da sola non compone poesie. Il sapere è un<br />

tesoro d'oro che riposa su un terreno solido, eppure solo la Fantasia, araba fenice, ci<br />

conduce nel regno dei canti leggiadri.<br />

ERMIONE guarda Amphio: Dunque su Flora non vive più nessuno che possa salvare<br />

l'onore <strong>di</strong> Ermione?<br />

AMPHIO Lo senti, Nemesi?<br />

BUFFONE Trattandosi <strong>di</strong> una poesia encomiastica non vinco alcun premio, io sono venuto<br />

al mondo per scherzare.<br />

ERMIONE si alza: Abolite dunque la cerimonia!<br />

ARROGANTIA Ferma, ancora non è suonata la settima ora. Tu conosci il responso<br />

dell'oracolo, sarà un forestiero.<br />

ERMIONE Anche l'oracolo è stato stregato.<br />

VIPRIA Non imprecare. Tra sé: Ma dove si trova quel tra<strong>di</strong>tore?<br />

NACHTIGALL da <strong>di</strong>etro le quinte: Ehi, ehi, fermatevi, una poesia, una poesia! Entra<br />

precipitosamente senza fiato: Fermatevi, una poesia e anche un poeta, eccoli<br />

entrambi.<br />

TUTTI Che sta succedendo?<br />

VIPRIA Come, tu avresti una poesia?<br />

NACHTIGALL Una poesia spaventosa.<br />

BUFFONE Che mi prenda un attacco <strong>di</strong> nervi.<br />

TUTTI Leggila allora.<br />

DISTICHON Si, leggi.<br />

NACHTIGALL Non posso, non l'ho imparata. La canterò visto che sono un cantore angloscozzese.<br />

Il premio sarà mio. Fate attenzione.<br />

BUFFONE Ne vedremo delle belle.<br />

NACHTIGALL si mette al centro, suona l'arpa e canta:<br />

Care personcine, venite presso <strong>di</strong> me,<br />

vi canterò qualcosa,<br />

porgerò qui rapidamente<br />

una lode a Ermione.<br />

Chiunque la scorga appena,<br />

languisce d'amore,


CORO<br />

NACHTIGALL<br />

CORO<br />

NACHTIGALL<br />

CORO<br />

NACHTIGALL<br />

CORO<br />

133<br />

anche il saggio ne resta ammaliato,<br />

mi avete capito?<br />

Quanto sono volgari, quanto sono volgari,<br />

che versi son questi?<br />

Se si mostra nel regno dei fiori,<br />

ogni cosa emana delizia,<br />

i fiorellini gridano tutti insieme:<br />

salve, Ermione.<br />

Se anche passeggia nella notte oscura<br />

senza alcuna lanterna,<br />

i suoi occhietti pieni <strong>di</strong> splendore<br />

rifulgono come due stelle.<br />

Hahaha! Hahaha!<br />

Ma questo fa ridere.<br />

E lo stormo dei cari uccellini<br />

le è davvero affezionato,<br />

anche un vecchio usignolo<br />

arriva in volo.<br />

In breve, il suo grazioso nome si <strong>di</strong>ffonde<br />

alto in ogni regione,<br />

anche gli orsi del bosco<br />

mormorano Ermione.<br />

U<strong>di</strong>te questo furfante,<br />

osa cantare qui una simile poesia.<br />

Tutti gli animali, sul mio onore,<br />

sono conquistati da lei,<br />

infine anche io per questo<br />

arrivo a nuoto pieno d'amore,<br />

la conduco velocemente all'altare matrimoniale,<br />

ella risplende come il sole<br />

e io sono folle dalla gioia.<br />

Evviva Ermione!<br />

Ah, è troppo! Ah, è troppo!<br />

Punite quell'insolente.<br />

ERMIONE Sono <strong>di</strong>ventata lo scherno <strong>di</strong> questo buffone? Questa dovrebbe essere una<br />

poesia?<br />

DISTICHON Questo significa deridere Apollo, trascinatelo fuori dal tempio.<br />

TUTTI Fuori!


134<br />

VIPRIA Fermatevi. Ermione, devi mantenere il tuo giuramento. Egli ti ha portato la<br />

miglior poesia, sarà tuo sposo.<br />

ERMIONE Impossibile, no!<br />

TUTTI Tra<strong>di</strong>mento, la sua poesia è troppo brutta.<br />

VIPRIA Chi ne conosce una migliore qui? Vi esorto ancora una volta.<br />

AMPHIO a bassa voce: Povero me, non ci riesco.<br />

Silenzio generale.<br />

VIPRIA Questo silenzio pronuncia la tua sentenza. Arrogantia fa un cenno, tuona. E<br />

Apollo la conferma.<br />

NACHTIGALL Ora tuona ad<strong>di</strong>rittura per causa mia.<br />

VIPRIA Osate contrad<strong>di</strong>rlo?<br />

TUTTI lentamente: No, sarà il suo sposo.<br />

AMPHIO Destino spaventoso!<br />

BUFFONE Più stupido è l'uomo, più grande la sua fortuna.<br />

ERMIONE Non c'è più scampo dunque?<br />

NACHTIGALL cammina a piccoli passi in modo infantile: Sarò re, sarò re!<br />

Entra la Fantasia avvolta in un mantello, afferra la mano <strong>di</strong> Amphio.<br />

FANTASIA a lui nell'orecchio a bassa voce: Amphio, la Fantasia è libera, ispirerà te<br />

soltanto.<br />

AMPHIO balza su, improvvisamente ispirato: Fermi, salverò l'onore <strong>di</strong> questo tempio,<br />

oserò una poesia. Troppo prezioso è il premio, te lo sottrarrò.<br />

TUTTI Apollo, noi ti lo<strong>di</strong>amo.<br />

AMPHIO<br />

La notte si allontana verso la patria eternamente oscura,<br />

il mondo incorona la sua testa con la raggiera <strong>di</strong> Febo,<br />

e come Aurora avvolge la terra <strong>di</strong> porpora,<br />

essa scopre un fanciullo afflitto.<br />

E' figlio <strong>di</strong> un re e passa la notte piangendo<br />

e unisce la rugiada dei suoi occhi a quella del mattino.<br />

Aurora lo saluta soavemente e irra<strong>di</strong>a conforto nel suo cuore,<br />

egli allora invoca Apollo <strong>di</strong> dare parola al suo dolore.<br />

Nel paese delle meraviglie, che confina con il regno <strong>di</strong> mio padre,<br />

dove la natura risplende <strong>di</strong> ornamenti dai mille colori,<br />

troneggia la regina del mio caldo amore.<br />

A un tenero fascino unisce un grande animo,<br />

le leggiadre Muse hanno eletto come loro sede il suo incantevole petto.<br />

E come una volta Dafne si sottrasse al <strong>di</strong>o dei poeti,<br />

così ella porge la sua mano solo a un poeta.<br />

Perciò Apollo, se vuoi inviare velocemente la Musa,<br />

l'amaro tormento <strong>di</strong> Amore non dovrà porre presto termine alla mia vita.<br />

Si lamenta e male<strong>di</strong>ce la sua vita,<br />

allora un in<strong>di</strong>cibile tremore ghermisce il suo cuore,<br />

sente lottare il suo dolore con la gioia,<br />

nelle nubi ode risuonare armonie,<br />

la Fantasia scende dolcemente su una nebbia <strong>di</strong> rose<br />

e agita le sue splendenti piume nel raggio mattutino.


135<br />

Mi ha inviato Apollo, lo commuovono le tue pene,<br />

le commuterai con le <strong>di</strong>vine gioie d'Imene.<br />

Così parla la Fantasia, prendete la sua mano<br />

e fluttuate con lui verso il paese <strong>di</strong> Ermione.<br />

Due aquile audaci li guidano attraverso i cieli<br />

e scendono fruscianti nel regno dei profumi.<br />

Là, il principe si trasforma in un quieto pastore<br />

e cerca <strong>di</strong> fondare la sua gloria per mezzo della poesia.<br />

La regina lo vede, egli le de<strong>di</strong>ca la sua poesia.<br />

Allora la prende un sentimento, il suo cuore non se lo spiega.<br />

Il suo orgoglio è in lotta, ella vorrebbe o<strong>di</strong>are quel temerario.<br />

Ma Eros <strong>di</strong>ce: Non potrai lasciarlo mai.<br />

Ella fa in<strong>di</strong>re nel paese una gara <strong>di</strong> poesia,<br />

solo con il vincitore si legherà.<br />

Come la roccia nel mare sfida le onde agitate dalla tempesta,<br />

così ella vuole mettere alla stessa prova l'animo dell'amato.<br />

Già attende il popolo, ecco che si avvicina il pastore,<br />

espone la verità, non ciò che detta la poesia.<br />

Poi entra in scena e chiede il suo compenso,<br />

la mano della regina e il trono <strong>di</strong> Flora.<br />

Osate ar<strong>di</strong>tamente la cessione e stringete con lui il vincolo <strong>di</strong> sovranità,<br />

poiché, sappiate infatti che io sono il figlio del re <strong>di</strong> Athunt!<br />

TUTTI gioiosi: Salute al figlio del re <strong>di</strong> Athunt! Evviva il nostro nuovo sovrano!<br />

SORELLE INCANTATRICI Male<strong>di</strong>zione!<br />

DISTICHON La poesia è piena <strong>di</strong> imperfezioni.<br />

ERMIONE cadendo nelle braccia <strong>di</strong> Amphio: O Amphio - mio principe, oh, prendete il<br />

mio cuore, il mio regno e la mia eterna gratitu<strong>di</strong>ne.<br />

NACHTIGALL Ora sto fresco.<br />

AMPHIO cade ai pie<strong>di</strong> della Fantasia: Solo a lei spetta la nostra riconoscenza.<br />

TUTTI Chi è costei?<br />

FANTASIA si toglie il mantello: Sono la benevola Fantasia, che non ha potuto salvarvi,<br />

finché Giove non mi ha liberata, poiché ero prigioniera nelle mani delle vostre sorelle<br />

incantatrici.<br />

Vipria e Arrogantia riprendono velocemente le loro vere sembianze.<br />

ARROGANTIA State trionfando troppo presto.<br />

VIPRIA Vipria e la sua ira incantatrice sono ancora in vita. Ti invio come sposa alla morte.<br />

Crolli quin<strong>di</strong> questo tempio e sotto le sue macerie ti sotterri l'eterna notte <strong>di</strong> nozze.<br />

Fa un cenno con la stella magica.<br />

TUTTI Poveri noi!<br />

Si fa notte, tra il tempio e il mare calano oscuri veli <strong>di</strong> nubi, tuoni e fulmini. La statua <strong>di</strong><br />

Apollo sprofonda insieme all'ara sacrificale.<br />

VIPRIA Perché questi saloni resistono, chi impe<strong>di</strong>sce il loro crollo?


136<br />

Violento tuono. Il palco si illumina, la nebbia scorre su entrambi i lati, si ha <strong>di</strong> nuovo la<br />

vista sul mare, come prima. Apollo sta per cadere nel grembo <strong>di</strong> Tetide, con i destrieri del<br />

sole. Il carro del sole continua a scivolare sulla superficie del mare.<br />

APOLLO Chi osa <strong>di</strong>struggere il mio tempio?<br />

TUTTI Apollo!<br />

SORELLE INCANTATRICI Povere noi, proprio lui.<br />

Apollo scende e viene avanti. La Fantasia cade ai suoi pie<strong>di</strong>.<br />

FANTASIA La Fantasia implora protezione per la tua isola, qui imperversano due<br />

incantatrici, sono stata fatta prigioniera.<br />

APOLLO Chi ha osato mettere in catene la Fantasia?<br />

FANTASIA Queste qui.<br />

APOLLO L'Orco le punisca per questo.<br />

Le sorelle incantatrici sprofondano.<br />

BUFFONE Ora hanno finito <strong>di</strong> soffrire.<br />

APOLLO a Ermione: Sono stato io stesso a destinarti Amphio. L'oracolo si è compiuto, il<br />

tuo paese ha un sovrano della casa <strong>di</strong> Athunt. Sono stato io a inviare la Fantasia.<br />

TUTTI Salute a te, Apollo!<br />

APOLLO Il mio tempio è stato profanato, costruitene uno nuovo e de<strong>di</strong>catelo alla<br />

Fantasia. Sarà unita a me in futuro per proteggere questa vostra isola, che si chiamerà<br />

da oggi stesso l'isola dei poeti.<br />

NACHTIGALL Questo nome non lo prende grazie a me.<br />

BUFFONE Ora mi cercherò un paese dove siano tutti buffoni.<br />

NACHTIGALL E io vedrò <strong>di</strong> trovare un'isola <strong>di</strong> usignoli.<br />

APOLLO Chi è questo forestiero?<br />

NACHTIGALL Ora ce l'ha con me. Ora ne vedremo delle belle.<br />

DISTICHON Un menestrello inglese.<br />

NACHTIGALL si inginocchia: E un arpista viennese. Quelle sorelle snaturate mi hanno<br />

rapito.<br />

ERMIONE Ti assumo come secondo buffone.<br />

NACHTIGALL Bacio la mano.<br />

BUFFONE Ucciderò quest'in<strong>di</strong>viduo.<br />

NACHTIGALL Io sono quello che canta, egli, quello che parla, spero che sarete<br />

sod<strong>di</strong>sfatti <strong>di</strong> entrambi.<br />

APOLLO alla Fantasia: Ti hanno rubato le ali variopinte, in futuro ti orneranno ali d'oro.<br />

Il tuo primo volo sia dal padre <strong>di</strong> Amphio, riferisci al re <strong>di</strong> Athunt la sorte del figlio.<br />

FANTASIA viene avanti:<br />

La Fantasia pronuncia un epilogo.<br />

Oh, compensate con indulgenza il suo sforzo,<br />

anche se ha generato una piccola cosa,<br />

pensate che era incatenata.<br />

APOLLO<br />

Gli dei vegliano sul vostro destino,<br />

la notte mi chiama, scendo nel grembo <strong>di</strong> Tetide.


137<br />

In<strong>di</strong>etreggia, sale sul carro del sole con il quale lentamente sprofonda. Un <strong>di</strong>ffuso rossore<br />

vespertino si espande su tutto il palco. Le onde del mare scintillano su uno sfondo rosso e<br />

il coro dura fin tanto che Febo non sia completamente sommerso dal mare. In cielo<br />

risplende la stella vespertina.<br />

Coro<br />

FINE<br />

Cala, giorno ardente<br />

e indora il tuo sepolcro.<br />

Ma per rendere più bello il corso della vita<br />

risplen<strong>di</strong> nuovamente domani.


138<br />

La fatale corona magica<br />

ovvero<br />

re senza regno, eroe senza coraggio, bellezza<br />

senza gioventù'.<br />

Féerie tragicomica originale in due atti.<br />

(Die unheilbringende Zauberkrone oder König ohne Reich, Held ohne Mut,<br />

Schönheit ohne Jugend. Tragisch-komisches Original-Zauberspiel in zwei<br />

Aufzügen.)


PERSONAGGI<br />

LUCINA, dea protettrice <strong>di</strong> Agrigento<br />

ADE, principe <strong>degli</strong> Inferi<br />

THANATOS, genio della morte<br />

TISIFONE<br />

MEGERA le furie ven<strong>di</strong>catrici<br />

ALETTO<br />

LULU geni<br />

FANFU<br />

TRE SPIRITI dell'Orco<br />

Geni<br />

CREONTE, re <strong>di</strong> Agrigento<br />

PHALARIUS, generale<br />

ANTROG?US, vicecomandante<br />

ANTROKLES<br />

capitani<br />

CLITONIUS<br />

OCTAVIAN, un conta<strong>di</strong>no<br />

UN CACCIATORE del seguito <strong>di</strong> Phalarius<br />

139<br />

Popolo. Soldati. Cacciatori. Nobili. Danzatori e danzatrici.<br />

HERAKLIUS, principe <strong>di</strong> Massana<br />

HARMODIUS, suo primo ministro<br />

ADRASTO, primo servitore del tempio<br />

THESTIUS, un nobile <strong>di</strong> Massana<br />

ARETE, sua nipote<br />

EPAMINONDA<br />

HIPPOMEDON abitanti <strong>di</strong> Massana<br />

ARGOS<br />

SILLIUS<br />

UN SERVITORE <strong>di</strong> Thestius<br />

UNA DONNA <strong>di</strong> Massana<br />

Popolo. Portatori. Gran<strong>di</strong> del regno. Servitori del tempio.<br />

DARDONIUS, principe <strong>di</strong> Kallidalos<br />

UN CORTIGIANO<br />

OLIMAR<br />

ASTRACHAN abitanti <strong>di</strong> Kallidalos<br />

ABUKAR<br />

NIMMELOT<br />

ALOE<br />

ATRITIA, sua nipote


140<br />

Popolo. Guerrieri. Cortigiani. Uomini e donne della nobiltà. Sacerdotesse <strong>di</strong> Venere. Do<strong>di</strong>ci<br />

ragazze.<br />

EWALD, un poeta<br />

SIMPLIZIUS ZITTERNADEL, un povero sarto <strong>di</strong> paese<br />

RIEGELSAM, un commerciante <strong>di</strong> vino<br />

Due uscieri giu<strong>di</strong>ziari.


ATTO PRIMO<br />

SCENA PRIMA<br />

141<br />

Bosco tenebroso. A sinistra un ampio sfondo roccioso con un antro chiuso da un portone<br />

<strong>di</strong> ferro. Accanto alla porta, scolpite nella pietra, si trovano le due Eumeni<strong>di</strong>, Tisifone e<br />

Aletto, armate <strong>di</strong> fiaccola e pugnale, Megera, la terza, è sopra <strong>di</strong> esse, seduta. La porta è<br />

ornata <strong>di</strong> serpenti, davanti ad essa un altare sacrificale <strong>di</strong> pietra. Sullo sfondo un lago<br />

circondato da rocce aspre ricoperte <strong>di</strong> alberi. In primo piano a destra, dei cespugli. Un<br />

tuono attraversa echeggiando il CORO FESTOSO che risuona in lontananza:<br />

Come il vigoroso piumaggio dell'aquila<br />

porta il suo corpo al sole,<br />

i nostri canti avanzano in volo,<br />

mossi dallo slancio della gioia.<br />

Felice, come nelle regioni del cielo,<br />

separati dal dolore della terra,<br />

superbi troneggiano gli dei eterni,<br />

regna Creonte ad Agrigento!<br />

Phalarius entra precipitosamente rivolgendo feroci sguar<strong>di</strong> all'in<strong>di</strong>etro. Ha una pelle <strong>di</strong><br />

pantera sulle spalle ed è armato <strong>di</strong> arco e freccia.<br />

PHALARIUS<br />

Non sono dunque andato ancora abbastanza lontano,<br />

città tra<strong>di</strong>trice, che mi ha ingannato,<br />

anche la cupa solitu<strong>di</strong>ne del bosco<br />

sarà profanata dal rumore sfacciato del tuo giubilo?<br />

Risuonano ancora le ultime parole: Regna Creonte!<br />

Regna pure, Creonte! Popolo! Grida <strong>di</strong> gioia fino a seccarti la gola!<br />

Non costringerete la sorte a un patto eterno.<br />

Impostori, vi vantate della corona che io ho conquistato,<br />

poiché solo il mio coraggio ha smorzato il fervore della guerra.<br />

Fatemi tessere la porpora <strong>di</strong> ingratitu<strong>di</strong>ne,<br />

e coloratela con la vita defluita<br />

che ho sprecato alla spiaggia espugnata,<br />

spezzando l'alloro con la mano insanguinata.<br />

Credete che io abbia combattuto per Agrigento,<br />

affinché il Consiglio, secondo consuetu<strong>di</strong>ni inique,<br />

venda a quel fanciullo minorenne il regno<br />

sul quale solo io posso vantare un vero <strong>di</strong>ritto?<br />

Anche se egli è legato al trono per <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> sangue,


142<br />

io ne sono più degno per eroismo.<br />

Io non credo a ciò che <strong>di</strong>ssero i servitori del tempio,<br />

allorché interpellarono con astuzia l'oracolo <strong>di</strong> Giove,<br />

per sapere se il regno appartenesse a me o proprio a Creonte.<br />

Il <strong>di</strong>o, tuonando, si è in<strong>di</strong>gnato<br />

perché ho osato chiedere il trono dorato <strong>di</strong> Agrigento,<br />

quale ricompensa per la mia vittoria,<br />

e ha detto, fra interminabili bagliori,<br />

che io non avrei mai posseduto un regno nel mondo,<br />

e che Agrigento avrebbe potuto conquistare la felicità,<br />

solo se sul trono avesse agitato lo scettro Creonte.<br />

Dunque mentivano quando sono ritornato,<br />

dalla sanguinosa battaglia, al focolare conquistato con fervida lotta,<br />

dunque mentivano, <strong>di</strong>sabituato ad ogni onta,<br />

come ringraziamento per la vittoria, ho trovato Creonte incoronato.<br />

Io ho combattuto il nemico del paese,<br />

e uno del posto mi ha sconfitto nell'intimo.<br />

Per questo fuggirò da te, o<strong>di</strong>ato paese,<br />

ma pren<strong>di</strong> questo giuramento come un pegno minaccioso:<br />

tornerò per ven<strong>di</strong>care l'onore sottrattomi con l'inganno.<br />

Fa per uscire e scorge inorri<strong>di</strong>to l'antro delle Furie ven<strong>di</strong>catrici.<br />

Ah, quale sentiero mi ha condotto a voi,<br />

sorelle esangui, che siete sempre pronte<br />

a soffocare i violenti peccatori <strong>di</strong> questo mondo,<br />

quali terribili garanti della vendetta.<br />

Io vi esorto, a voi mi rivolgerò,<br />

forzate il portone, con le mani scarnite<br />

porgetemi una spada per ven<strong>di</strong>carmi del mondo<br />

che mi ha schernito, e per spezzare le sue strutture.<br />

Tuono spaventoso, la porta rintrona e trema, poi deboli lampi rifulgono sui cespugli <strong>di</strong><br />

destra che si <strong>di</strong>vidono al centro. Dentro si scorge Ade, avvolto <strong>di</strong> stracci, con il volto<br />

pallido, seduto su una pietra, ha un sacco appeso sulle spalle. Ghignando guarda<br />

Phalarius, che lo osserva con orrore.<br />

PHALARIUS<br />

Che figura ripugnante, chi sei?<br />

ADE con la voce un po' cavernosa, in agguato e inquieto: Io?<br />

PHALARIUS<br />

Sei una delle Furie ven<strong>di</strong>catrici? Con impeto: Parla!<br />

ADE alzandosi lentamente, cammina piegato e parla lentamente con tono cupo. Non è<br />

mai brusco nella parola o nel movimento; per una volta sola è tra<strong>di</strong>to dall'enfasi del<br />

<strong>di</strong>scorso. Ma lo sguardo vigila con vivacità:<br />

Non sono una delle Furie ven<strong>di</strong>catrici,<br />

a malapena riesco a stare in pie<strong>di</strong> sulle mie ossa marce.<br />

Non sono Tisifone! Megera! Aletto!<br />

No! No, sono -, perdono, mi vengono i brivi<strong>di</strong>.<br />

PHALARIUS<br />

Non puoi appartenere completamente alla terra,<br />

altrimenti potresti <strong>di</strong>sturbare la bella credenza


ADE<br />

143<br />

che l'uomo sia stato plasmato da Prometeo,<br />

secondo la nobile immagine <strong>di</strong>vina <strong>di</strong> Zeus.<br />

La terra non è più del tutto la mia patria,<br />

giù nel profondo vengo chiamato alla spiaggia stigia.<br />

Arpie, lamentose come usignoli,<br />

annunciano che le Furie chiedono <strong>di</strong> me.<br />

PHALARIUS<br />

Hai vissuto tanto malvagiamente in questo mondo,<br />

che alla fine ti viene a mancare ogni consolazione?<br />

E un tempo hai pure scialato in sfrenatezza?<br />

ADE<br />

E' così, hai parlato in modo tremendamente veritiero,<br />

ma ora il bastone della mia fortuna si è spezzato,<br />

un tempo possedevo molte cose su questa terra,<br />

ero amato, non lo <strong>di</strong>menticherò mai,<br />

ma ora sono o<strong>di</strong>ato e non ho una donna.<br />

Piangendo:<br />

Tanto povero che ormai non mi rimane altro che una corona.<br />

PHALARIUS dopo una pausa <strong>di</strong> stupore:<br />

Cosa <strong>di</strong>ci, una corona? Animale folle!<br />

ADE<br />

Vuoi vederla? La porto con me.<br />

Con voce più acuta:<br />

Te la regalo, vuoi provarla?<br />

Ti ho sentito prima imprecare per una corona.<br />

Portala pure, non togliertela mai.<br />

Rimarrà fedele alla tua testa fino alla tomba.<br />

PHALARIUS<br />

A cosa mi serve la corona, <strong>di</strong>mmi il nome del suo regno.<br />

ADE con impeto:<br />

Il mondo! - Ti basta? Perché impalli<strong>di</strong>sci?<br />

PHALARIUS<br />

Non dovrei? Mi afferra il terrore.<br />

Chi può scrutare in tali immensità celesti?<br />

La terra, per quanto grande sia, immagine infinita,<br />

non ha mai placato la curiosità dello sguardo.<br />

Fuggi, abbandonami, spirito illusorio,<br />

che concede l'Inferno, mentre guida al cielo.<br />

Mostra la corona, se non ti stai facendo beffe <strong>di</strong> me.<br />

ADE<br />

E' nascosta nel mio sacco da men<strong>di</strong>cante,<br />

come il drago, rannicchiato nell'antro,<br />

che fa la posta al ricco bottino con il dente avvelenato.<br />

PHALARIUS<br />

Un <strong>di</strong>adema in una borsa da men<strong>di</strong>cante?


144<br />

ADE<br />

In una urna sobria riposano le ceneri regali.<br />

Per mezzo <strong>di</strong> questa corona, se ostentata sulla testa,<br />

colui che la guarda verrà derubato della forza del coraggio.<br />

Si, basta che il suo possessore faccia dei lievi cenni,<br />

chi gli si avvicina sprofonderà nella polvere.<br />

L'albero con i ver<strong>di</strong> rami rigogliosi inclinerà<br />

la sua chioma odorosa davanti a questa corona.<br />

Gli animali del bosco tremeranno inquieti<br />

e ululando la fiuteranno da molto lontano.<br />

Ciò che or<strong>di</strong>na dovrà essere compiuto severamente,<br />

e non esiste nessuno sulla terra che possa trafugarla.<br />

Anche quando egli dorme, con gli occhi chiusi, la notte silenziosa,<br />

scrupolosamente sorveglia che non venga sottratta.<br />

Nessun giavellotto, nessun pugnale, nessun dardo potrà raggiungerlo,<br />

la potenza della corona cederà solo alla luce lunare.<br />

Fintanto che essa la irra<strong>di</strong>erà, egli è perduto,<br />

e la spada <strong>di</strong> qualsiasi nemico potrà penetrarlo.<br />

Questo cerchio procura tale fortuna e tale angoscia.<br />

Ora parla, la tua sete <strong>di</strong> potere ha ancora il desiderio <strong>di</strong> possederlo?<br />

PHALARIUS<br />

Placa la tempesta con il relitto <strong>di</strong> una nave,<br />

nascon<strong>di</strong> il tesoro <strong>di</strong> Golkonda nel sacco da men<strong>di</strong>cante,<br />

comanda al dardo <strong>di</strong> prendere la via del ritorno,<br />

impe<strong>di</strong>sci al fuoco dell'Etna <strong>di</strong> defluire,<br />

ma non persuadermi a lasciare la corona,<br />

tirala fuori, dovrà cingere questa testa.<br />

Si toglie l'elmo.<br />

ADE<br />

Orsù! Non guardare il cielo, guarda la terra.<br />

Ti supplica con un gesto lamentevole.<br />

Prende una corona d'oro dal sacco, dal quale fuoriesce il fuoco. Tuono lontano.<br />

Ma non ascoltare il suo lamento, porgimi la fronte.<br />

rimani forte, preserva il tuo cervello dalla pazzia.<br />

Gli mette in testa la corona. Tuono spaventoso. Breve musica. Il palco <strong>di</strong>venta più<br />

luminoso, la terra trema, gli alberi piegano i rami in modo da formare una cupola verde<br />

sopra la testa <strong>di</strong> Phalarius e si specchiano nel lago.<br />

Bene, bene, il bosco trema <strong>di</strong> fronte alla testa del re,<br />

ti rendono omaggio i fusti riccamente ricoperti <strong>di</strong> foglie.<br />

PHALARIUS<br />

E' la verità? Che estasi in<strong>di</strong>cibile!<br />

ADE tra sé:<br />

Opprimerà la tua fronte con il suo ardore ancora intenso.<br />

PHALARIUS<br />

Ah, ora il più grande tesoro <strong>di</strong> questa terra è mio.<br />

Parla, miserabile, cosa posso offrirti per ricompensa?<br />

ADE<br />

Non ho bisogno <strong>di</strong> alcunché, portala pure via felicemente.


145<br />

Ci incontreremo nel luogo della vendetta,<br />

quando la tomba della tua illusione sarà ben aperta<br />

e tu un giorno parlerai come ho parlato io:<br />

piangendo:<br />

e sono tanto povero che non mi resta altro che la corona.<br />

Con rabbia:<br />

Solo quell'attimo conservo come ricompensa.<br />

Esce strisciando con il sacco sulle spalle.<br />

SCENA SECONDA<br />

Phalarius.<br />

PHALARIUS da solo:<br />

Vai, spirito menzognero, mai parlerò in questo modo,<br />

il solo pensarlo sarebbe un delitto ai danni della fortuna.<br />

Avanti ora, Phalarius, esci dal bosco,<br />

affinché la tua fama riecheggi in Sicilia.<br />

Ma potrò fare affidamento sul potere <strong>di</strong> questa corona? -<br />

Olà! Chi incede nella notte?<br />

Antrogäus con dei soldati regali, armati <strong>di</strong> lance.<br />

ANTROG?US da <strong>di</strong>etro le quinte:<br />

Antrogäus e la guar<strong>di</strong>a del re.<br />

PHALARIUS<br />

Benvenuti giavellotti, prestate servizio alla mia vendetta!<br />

Tu, Antrogäus, dovrai essere il primo<br />

che consacrerò all'o<strong>di</strong>o a lungo represso.<br />

Corrono tutti verso Phalarius.<br />

Coro<br />

Devi tornare alla corte, Phalar,<br />

lo vuole il re -<br />

Scorgendo la corona e in<strong>di</strong>etreggiando spaventati:<br />

Ah, che stella<br />

scorgo sulla tua fronte?<br />

Minacciosa mi tiene lontano da te,<br />

come è sconvolgente la sua vista!<br />

Mi spinge a terra con angoscioso tremore,<br />

la paura mi strappa un grido:<br />

sii clemente, principe, ti rendo omaggio!<br />

Cadono tutti in ginocchio tremando.<br />

PHALARIUS ridendo in modo sguaiato:<br />

Haha! Cosa mi or<strong>di</strong>na Creonte?<br />

ANTROG?US<br />

Guardaci con indulgenza, il tuo sguardo può uccidere.


146<br />

Creonte ci ha mandati a cercarti,<br />

parla con cuore oppresso:<br />

per ricondurti alla casa principesca,<br />

dove frulla la gioia, le baccanti danno il benvenuto,<br />

là dovrai cadergli al petto pentito<br />

e dare l'ad<strong>di</strong>o al tuo bieco rancore,<br />

per questo egli ti eleverà a nuova <strong>di</strong>gnità.<br />

PHALARIUS<br />

Sia maledetto colui che mi parla <strong>di</strong> pentimento.<br />

Sfodera la sua spada e lo ferisce.<br />

Tu pentiti, quando ti si chiuderanno gli occhi.<br />

Antrogäus viene portato nei cespugli.<br />

Conservate il petto, la mia lama assetata vuole bere.<br />

Scenderà ancora e ancora nel fodero purpureo.<br />

Ora balzate in pie<strong>di</strong> e obbe<strong>di</strong>te ai miei or<strong>di</strong>ni:<br />

racconterò alla città la favola<br />

<strong>di</strong> una festa della vittoria, dove le Mena<strong>di</strong> infuriano,<br />

solamente il vincitore, da solo, deve attendere fuori nel bosco.<br />

Di una corona che risplende potente, che l'Orco gli ha donato,<br />

del furibondo sentimento <strong>di</strong> vendetta che guida il suo braccio.<br />

Dell'aureo palazzo presso il lago <strong>di</strong> <strong>di</strong>amanti,<br />

dove regna l'ebbrezza della gioia, ignara dell'imminente dolore.<br />

Dell'ardore che lo coglie, delle atroci grida <strong>di</strong> paura,<br />

dell'ultima ora <strong>di</strong> Creonte, del rimorso <strong>di</strong>sperato,<br />

<strong>di</strong> nemici inermi, che felici vagano nella danza,<br />

<strong>di</strong> guerrieri rozzi e selvaggi, che li afferrano come carnefici,<br />

del balcone lucente, dal quale, a un mio cenno,<br />

vengono gettati in selvaggia esultanza, affinché anneghino in mare.<br />

Racconteremo questa favola per il bene della città,<br />

e se essa per questo impalli<strong>di</strong>rà, la letizia dovrà rianimarci.<br />

Poi dalle rovine del palazzo, carbonizzate dall'incen<strong>di</strong>o,<br />

la coppa brillante risplenderà come un'aurora.<br />

E la nostra favola <strong>di</strong>a infine l'insegnamento al mondo,<br />

che la fortuna incusto<strong>di</strong>ta non dura a lungo sulla terra.<br />

Tra sé con ira repressa:<br />

Io preserverò la mia, nessuno mi vedrà cadere.<br />

E anche se dovesse succedere, la mia fama non potrà mai smorzarsi,<br />

io lotto contro il tempo, ancora dopo mille anni<br />

i posteri dovranno conoscere la leggenda della corona.<br />

Escono tutti. Gli alberi si piegano in avanti.


SCENA TERZA<br />

147<br />

Musica. Lucina scende in fretta sulla terra su veli rosei che poggiano su bianche nubi. La<br />

paura mette ali alle sue parole.<br />

LUCINA<br />

Quali male<strong>di</strong>zioni odo risuonare in questo boschetto?<br />

Tremano i cieli, le rocce rintronano.<br />

Sfreccia il sacrilego attraverso la notte boschiva,<br />

per provocare l'orrenda battaglia infernale.<br />

Doveva dunque crescere sulla terra uno scellerato,<br />

che osasse afferrare quella terribile corona.<br />

Agrigento sarà perduta, il mondo si lamenterà<br />

se non lo coglierà la potenza delle Erinni.<br />

Cosa devo fare, o voi, ore sanguinose,<br />

per punire l'empio, per sanare le ferite?<br />

Egli deve prima compiere l'atroce fatto,<br />

e io sveglierò le Furie ven<strong>di</strong>catrici.<br />

Solo la morte farà saltare le imponenti catene del fato.<br />

Perciò dovrò trarre in salvo la vita del re.<br />

Per le strade già corre l'avido carriaggio.<br />

La nube si trasformerà in un rapido destriero!<br />

La nube si trasforma in un nero destriero con briglie d'oro, al gran galoppo. Lucina vi si<br />

siede velocemente.<br />

Su morello, ora fremerai attraverso i cieli,<br />

ruberai il bottino all'assassino!<br />

Il destriero vola via veloce come una freccia.<br />

SCENA QUARTA<br />

Ade, in qualità <strong>di</strong> principe <strong>degli</strong> Inferi, vestito <strong>di</strong> nero alla greca, una corona nera in testa,<br />

in mano una fiaccola con la fiamma rossa, che egli pone sull'altare sacrificale delle<br />

Eumeni<strong>di</strong>.<br />

ADE<br />

Bene, adesso farò risuonare la caccia<br />

e non farò affaticare i cacciatori,<br />

affinché molte schiere vadano per me in pellegrinaggio<br />

verso il regno delle ombre oscure.<br />

Poiché ho giurato presso lo Stige,<br />

<strong>di</strong> spopolare questa terra,<br />

per questo ho scelto Phalar,<br />

egli è degno <strong>di</strong> questo compito.<br />

Presto cadrà Massana,<br />

dove ho inchiodato la sfortuna.<br />

Allegramente risuonerà l'Orco,<br />

quando il superbo paese sprofonderà.<br />

Dall'isola calidonia


148<br />

ove <strong>di</strong>mora il mio enorme cinghiale,<br />

u<strong>di</strong>rò un mugolio lamentevole,<br />

che il mare non riuscirà a soffocare col rumore.<br />

Ma già il cielo si tinge <strong>di</strong> rosso,<br />

si vedono delle fiammate rosse<br />

il fumo ribolle! La torre scoppia!<br />

Nel palazzo regna il trambusto,<br />

rapidamente avrai compiuto l'impresa.<br />

Oltrepassa tuonando la porta dell'antro delle Eumeni<strong>di</strong>. I fulmini penetrano attraverso le<br />

aperture.<br />

Alt! Le Eumeni<strong>di</strong> strepitano<br />

dal loro trono della vendetta.<br />

Non appena, tuonanti, infurieranno più vicine,<br />

i loro pugnali si agiteranno.<br />

Ah! Non potrete <strong>di</strong>struggere<br />

l'eroismo del mio spirito.<br />

Dovrete u<strong>di</strong>re le sue imprese.<br />

La vostra vendetta rimanga muta.<br />

Afferrando la fiaccola:<br />

Per mezzo <strong>di</strong> questo potere, <strong>di</strong>venuto mio<br />

da quando Saturno svolazza intorno al mondo,<br />

queste porte raccapriccianti rimangono<br />

sigillate alle sue Furie.<br />

Batte tre volte la fiaccola contro la porta, appaiono tre sigilli <strong>di</strong> fuoco.<br />

Solo attraverso questo portone spaventoso<br />

potranno irrompere sulla terra.<br />

Perciò dovrà essere chiuso,<br />

egli dovrà lottare contro il destino.<br />

Se ciò che voglio sarà compiuto,<br />

io stesso lo invierò alla notte.<br />

Musica. Crepitìo e urla terribili all'interno della porta. Il lago <strong>di</strong>venta rosso chiaro e<br />

fluttua spaventosamente.<br />

Ah, come urlano in<strong>di</strong>gnate ora<br />

e come colorano <strong>di</strong> sangue questo lago!<br />

Rimanete prigioniere, civette velenose,<br />

solo alla luce lunare egli potrà morire.<br />

Ma vedo Creonte libero<br />

che scende giù con Lucina,<br />

era già consacrato alla morte,<br />

ella mi defrauda della sua vita.<br />

In<strong>di</strong>etreggia.


SCENA QUINTA<br />

149<br />

Detto. Lucina e Creonte scendono a terra su delle nubi. Creonte si inchina davanti a<br />

Lucina.<br />

LUCINA<br />

Sei salvo, principe benigno. Tu vivi grazie a me.<br />

E' stato lo spirito protettore del paese che non ti abbandonerà mai.<br />

CREONTE<br />

Il mio cuore palpitante ringrazia, i miei sensi non ne sono ancora capaci,<br />

poiché dallo stupore quasi mi viene meno la memoria.<br />

Chissà chi è che guida la mia infida sorte, punirò l'alto tra<strong>di</strong>mento<br />

che è stato commesso contro <strong>di</strong> me e il mio popolo.<br />

O tempo ipocrita, chi lo avrebbe creduto,<br />

in un attimo potresti rubarci tutto.<br />

A stento i minuti sanno che mi ha colto la miseria.<br />

E' stato Phalarius che stava davanti a me in modo minaccioso?<br />

Da dove viene la corona spaventosa, della quale sfacciatamente si vanta,<br />

e che oscura ad<strong>di</strong>rittura un incen<strong>di</strong>o con il suo magico splendore?<br />

Da dove viene questa sommossa, chi governa ora nel paese?<br />

Dei, rinvigoritemi, il mio intelletto vacilla.<br />

Sono prostrato davanti a lui, davanti a questo scellerato?<br />

LUCINA<br />

Il tuo furore è inutile, gli dei non lo odono.<br />

Ve<strong>di</strong> quell'altare, deponi lì sopra i tuoi lamenti,<br />

potrai chieder consiglio a quelle irrequiete.<br />

CREONTE<br />

Dunque ascoltatemi, potenti Eumeni<strong>di</strong> -<br />

Batte alla porta che rintrona.<br />

ADE viene avanti:<br />

Invano le invochi, <strong>di</strong>sturbi soltanto la loro quiete.<br />

CREONTE<br />

Chi pronuncia queste parole, <strong>di</strong> cui dovrebbe pentirsi anche la follia?<br />

LUCINA in<strong>di</strong>etreggia:<br />

Non riconosci Ade, colui che gli dei stessi rifuggono?<br />

CREONTE anch'egli in<strong>di</strong>etreggia per lo spavento:<br />

Sei tu, Ade?<br />

ADE<br />

Sono proprio io colui che sorveglia questo portone.<br />

LUCINA piano a Creonte:<br />

Ti ha rubato il regno e il popolo.<br />

CREONTE<br />

Le Erinni sono sorde, visto che ancora non compaiono?<br />

ADE<br />

Riconoscete questi sigilli, l'Orco or<strong>di</strong>na loro <strong>di</strong> tacere.<br />

LUCINA piagnucolando, a Creonte:<br />

O povero principe, impossibilità si chiama il tuo territorio,


150<br />

dal quale la speranza stessa fugge con ansioso terrore.<br />

A Ade:<br />

Si, ti meriti che gli dei e gli uomini ti o<strong>di</strong>no,<br />

l'ardore della palude eterna deve spegnersi accanto a te.<br />

Ma quel lago <strong>di</strong> sangue rimanga testimone della tua ira.<br />

Il potere <strong>di</strong>vino <strong>di</strong> Lucina manterrà il suo ardore,<br />

finché un giorno l'immagine <strong>di</strong> Giove si specchierà nelle sue onde<br />

e la sua saetta onnipotente <strong>di</strong>sserrerà quella porta.<br />

ADE con sarcasmo:<br />

O dea, benevola e bella, come puoi irritarti in questo modo!<br />

Ve<strong>di</strong>, il tuo pro<strong>di</strong>gio porta nuova fioritura <strong>di</strong> morte.<br />

Io non ho paura <strong>di</strong> Zeus, perciò sia maledetto il tuo lago.<br />

E chi cercherà <strong>di</strong> placare la sete con i suoi flutti,<br />

da quel momento <strong>di</strong>sprezzerà la genia umana<br />

e come una tigre attenterà alla sua vita.<br />

Ma solo fino al momento in cui egli non spargerà tanto sangue,<br />

quanto la sua bocca assetata ne assaporerà dal lago pro<strong>di</strong>gioso.<br />

LUCINA<br />

Fermo, questo è troppo, mostro notturno,<br />

niente ti è caro dunque, su questa bella terra?<br />

Afferra il cielo e rubagli le stelle,<br />

caccia via gli dei stessi verso lontananze prive <strong>di</strong> luce,<br />

annienta pure me, prova! Rubami l'immortalità,<br />

dai inizio alla battaglia, attacca, sono pronta.<br />

Si mette davanti a lui con atteggiamento maestoso.<br />

CREONTE<br />

Perché ti lamenti ancora, terra, dalla malvagia lotta<br />

non sono ancora liberi né il grande Orco e neppure l'Olimpo.<br />

ADE freddo e in<strong>di</strong>fferente:<br />

Ti definisci immortale, puoi esserlo nell'ingiuria.<br />

Non mi invischierò in un duello con te.<br />

Sei una donna <strong>di</strong>vina, non c'è bisogno <strong>di</strong> replicare ulteriormente,<br />

con <strong>di</strong>stinta noncuranza:<br />

o meglio, sei una donna e non puoi umiliarmi.<br />

LUCINA con la più solenne <strong>di</strong>gnità:<br />

Lo sono, e poiché lo sono, il petto mi palpita in modo più superbo.<br />

Sono una donna, il più grande piacere della energica sfera terrestre,<br />

una donna, per la quale è scoppiato l'incen<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Troia,<br />

una donna, per la quale l'occhio <strong>di</strong> Giove tonante si inumi<strong>di</strong>sce teneramente,<br />

una donna, davanti alla quale l'intera Persia si è profondamente prostrata,<br />

una donna, che un giorno un <strong>di</strong>o ha generato dalla propria testa,<br />

una donna, che agita lo scettro dell'amore nel mondo,<br />

dell'amore che penetra anche nel tuo cuore roccioso,<br />

una donna, che può paralizzare il tuo braccio con un bacio:<br />

o meglio, tu sei un uomo e non puoi mortificarmi.<br />

ADE<br />

Con le belle parole potrai vincere facilmente il premio.<br />

Però una grande impresa riesce solo con spirito virile.


151<br />

LUCINA<br />

Orsù, non litighiamo per mezzo <strong>degli</strong> elementi<br />

e non causiamo la nostra rovina me<strong>di</strong>ante fiamme, flutti, tempesta,<br />

usiamo la lama affilata dell'arguzia,<br />

forse così mi sarà possibile conquistare la vittoria.<br />

ADE<br />

Ma perché ti tormenta il desiderio <strong>di</strong> combattere l'Orco?<br />

Come sarebbe facile per la mia arguzia smorzare la sua superbia!<br />

LUCINA con astuzia:<br />

Se il tuo spirito ne è capace, perché vuole evitarlo?<br />

Gli dei dovrebbero invi<strong>di</strong>arti per la tua arguzia.<br />

Non credere che in seguito gli dei ti rispettino,<br />

essi denigrano il tuo spirito, che già spesso hanno deriso.<br />

ADE con stizzita vanità:<br />

Allora mostrerò a te e agli dei dell'Olimpo,<br />

che la mia furbizia non dovrà inchinarsi alla loro astuzia.<br />

Potrà esserti possibile svegliare quelle terribili Furie,<br />

ma dovrai eseguire esattamente ciò che io ti or<strong>di</strong>no:<br />

potrai servirti delle Eumeni<strong>di</strong> per la sua caduta,<br />

se farai consumare un triplice sacrificio sull'altare.<br />

Innanzitutto una corona, che abbia ornato la testa <strong>di</strong> un re,<br />

il quale non abbia mai posseduto un regno e non ne possederà alcuno.<br />

Poi una corona d'alloro che venga dalla fronte <strong>di</strong> un eroe,<br />

il cui coraggio può svanire appena l'albero stormisce,<br />

ma che abbia compiuto tale immane impresa,<br />

da meritare che la schiera <strong>di</strong> guerrieri gli intrecciasse quella corona.<br />

Ora ci sarebbe ancora la terza cosa, un <strong>di</strong>adema,<br />

trionfo della vanità, che Giunone stessa prenderebbe.<br />

Sia esso intrecciato <strong>di</strong> fiori <strong>di</strong> mirto e gigli bianchi<br />

e poggi su una testa che vive da sessanta anni.<br />

Una donna molto anziana con rughe che si intrecciano fittamente,<br />

dovrà ottenerla come premio <strong>di</strong> bellezza per il suo fascino.<br />

Ma non solo gli uomini, che la pietà potrebbe rendere accomodanti,<br />

le donne dovranno incoronarla con sguar<strong>di</strong> invi<strong>di</strong>osi.<br />

Queste sono le rarità che desidero da te,<br />

e se le reperirai, cre<strong>di</strong>mi, ti onorerò.<br />

Portale qui in sacrificio, poi quei sigilli si scioglieranno,<br />

la porta si spalancherà con fragore, i suoi catenacci salteranno via,<br />

le Eumeni<strong>di</strong> saranno libere, Phalarius potrà cadere.<br />

E se u<strong>di</strong>rò risuonare presso l'Acheronte il suo continuo sospirare,<br />

prenderò allora io stesso la corona dalla sua pallida fronte<br />

e mi allontanerò da te umiliato, <strong>di</strong>sprezzando il mio intelletto.<br />

LUCINA<br />

Per Giove, sono stupita.<br />

CREONTE<br />

Ma non essere tanto crudele<br />

da gravare quella possibilità con un simile giogo.


ADE<br />

152<br />

Vuoi che voliamo e incateni le nostre ali,<br />

sproni il cavallo e tiri le sue briglie.<br />

Ella lo ha voluto, io non cambio mai la sentenza.<br />

Credete che l'austro dell'inferno non generi alcuna fantasia?<br />

Hai forse creduto, o più immortale tra le Ninfe,<br />

che Ade si lasciasse ingiuriare in modo tanto impunito?<br />

Sono giunto, come tanto astutamente hai voluto,<br />

ma se la mia triplice richiesta rimarrà inesau<strong>di</strong>ta,<br />

ti giuro sul funebre sentiero del Cocito,<br />

che tu <strong>di</strong>verrai lo scherno dell'Orco e Creonte sarà perduto.<br />

Esce con solennità.<br />

CREONTE<br />

Sono perduto, si, la mia caduta era già compiuta,<br />

quando il suo sguardo furibondo si è rivolto verso il mio regno.<br />

L'enigma è chiaro ora, so come è accaduto,<br />

la mia sventura sta lì smascherata e denudata in modo vergognoso.<br />

Ma cos'è la vita, come sarei da compatire,<br />

se non fossi mortale e dovessi essere eternamente afflitto!<br />

LUCINA<br />

Oh, non affliggerti troppo presto, il mio spirito genera pensieri,<br />

che lo avvolgono <strong>di</strong> nuove speranze, ver<strong>di</strong> come l'edera.<br />

Gli dei non tollerano che un simile regno scompaia,<br />

quando un popolo tanto nobile invoca il suo re.<br />

Pensierosa:<br />

Il principe <strong>di</strong> Massana è malato e non guarirà,<br />

la sventura vi <strong>di</strong>mora troppo malignamente, il paese andrà in rovina.<br />

Inoltre questo lago sanguinoso, il cinghiale calidonio,<br />

il mio rime<strong>di</strong>o pro<strong>di</strong>gioso funzionerà, non può essere altrimenti.<br />

La carrozza <strong>di</strong> nubi scende giù <strong>di</strong> nuovo.<br />

Perciò ora corriamo insieme verso i miei campi celesti,<br />

cambia questa visione con un'immagine più bella.<br />

Creerò con arte magica una luce incantata,<br />

poi cercherò <strong>di</strong> introdurre l'inganno con l'aiuto <strong>di</strong> forestieri.<br />

Tu però non potrai fare niente qui per la tua salvezza,<br />

perciò aspettami in compagnia dei miei elfi.<br />

CREONTE<br />

Tanto volentieri, dea, vai verso la tua patria,<br />

tanto doloroso è per me fuggire dalla mia.<br />

Con profonda commozione:<br />

O mio regno fedele, devo separarmi da te,<br />

solo alle aspre rupi potrò confessare il mio tormento.<br />

Dove potrà vivere bene un re che ha sopportato un dolore<br />

tale da non poter <strong>di</strong>re ad<strong>di</strong>o al suo popolo?<br />

O Eco, la cui risonanza riecheggia su ogni monte,<br />

annuncia la parola luttuosa: ad<strong>di</strong>o, mia Agrigento.<br />

Adesso ti seguirò, dea, in quel felice paese <strong>di</strong> sogno,<br />

abbandono quello mio vero, dal quale sono stato esiliato,


153<br />

ma quando le nubi copriranno il mio popolo fedele,<br />

l'occhio del re si riempirà <strong>di</strong> calde lacrime.<br />

Anche se tu ritieni che sia una piccola sofferenza,<br />

è un dolore sacro, non devi sottovalutarlo.<br />

Si inginocchia davanti a lei.<br />

LUCINA commossa, ponendo la mano sulla testa <strong>di</strong> lui:<br />

Rispetto profondamente la tua pena, un giorno ti condurrà verso la ricompensa,<br />

il dolore appartiene al mondo, perciò lo sopporta anche la corona.<br />

Lo solleva.<br />

Alzati, mio principe.<br />

Lo fa salire sulla carrozza <strong>di</strong> nubi.<br />

Un trono dovrà racchiuderti.<br />

La nube si apre e forma un baldacchino da trono sopra la testa <strong>di</strong> Creonte.<br />

Se la Fortuna mi sarà favorevole, dovrai presto sostituirlo.<br />

Accompagnati da una tenera musica lamentosa, si allontanano entrambi lentamente in<br />

volo.<br />

SCENA SESTA<br />

La scena si trasforma in un paesaggio romantico. In primo piano, sulla sinistra, una<br />

piccola casetta con una targa sulla quale è <strong>di</strong>pinta una forbice d'oro. Di fronte un se<strong>di</strong>le<br />

erboso, ombreggiato da un albero. Dopo il cambiamento <strong>di</strong> scena la musica si trasforma<br />

nell'arietta <strong>di</strong> Simplizius.<br />

SIMPLIZIUS in abiti borghesi:<br />

Arietta<br />

Sono pochi i fortunati<br />

come me a questo mondo,<br />

non ho moglie e non ho figli<br />

e non ho un soldo.<br />

Se non avessi neppure debiti,<br />

dalla gioia non saprei cosa fare.<br />

Non camminerò impettito troppo presto,<br />

la mia fortuna inizia solo adesso,<br />

mi sa che perderò il lavoro,<br />

allora starò meravigliosamente.<br />

E la cosa più sorprendente sarà<br />

quando verranno a mettermi in prigione.<br />

Allora mi guarderò intorno per trovare un amico,<br />

che mi consoli nel bisogno,<br />

che faccia sì che io arrivi alla fortezza,<br />

dove mi manterrò ben saldo.<br />

E se là mi picchieranno ancora,<br />

sarà una fortuna - insopportabile.


154<br />

Sì, sì, chi mi sente parlare così potrebbe <strong>di</strong>re: santo cielo! Ecco che ne arriva un altro che<br />

si lamenta <strong>di</strong> non avere sol<strong>di</strong> e <strong>di</strong> essere pieno <strong>di</strong> debiti e che verrà rinchiuso in<br />

prigione, santo cielo, è una vecchia storia. In alto tedesco: Si, ma cosa ci si può fare?<br />

E' così, una volta non ho sol<strong>di</strong> e mi mettono in prigione, forse anche due volte, se essi<br />

sono <strong>di</strong> buon umore. In <strong>di</strong>aletto: E se va avanti <strong>di</strong> questo passo, non uscirò più <strong>di</strong><br />

prigione. Io sono un uomo onesto, ma con che cosa devo pagare? E' vero che sono il<br />

sarto più apprezzato <strong>di</strong> questo posto, ma ho un unico cliente ed è mio cre<strong>di</strong>tore, un<br />

commerciante <strong>di</strong> vino che piange per i suoi cinquecento talleri tutte le volte che mi<br />

vede. Sono già sette anni che gli devo quei sol<strong>di</strong>. Ma è già stato pagato da tempo,<br />

poiché invece <strong>degli</strong> interessi, abbiamo stabilito che devo fare gratuitamente tutto il<br />

lavoro che viene or<strong>di</strong>nato in casa sua. Ma così vengono in casa sua le persone <strong>di</strong> tutto<br />

il paese, si fanno prendere le misure, io devo lavorare per loro gratuitamente ed egli<br />

si fa pagare. - Ora là dentro ho un inquilino, in<strong>di</strong>ca la sua casa - con fare misterioso:<br />

anch'egli non paga mai. E' un fabbro. Un fabbro <strong>di</strong> rime. Ora sta scrivendo ad<strong>di</strong>rittura<br />

un'opera teatrale. Alla fine riuscirà a infilarmi in un pezzo. Ho sentito che ora non si<br />

possono più rappresentare opere che non contengano un qualcosa <strong>di</strong> un sarto. E<br />

anch'egli ne sta scrivendo una che si intitola: Die getrennten Brüder. Si tratterà<br />

certamente <strong>di</strong> cucito. Egli aspetta sempre il denaro dalla posta, ma è una strada tanto<br />

brutta che rimane impantanato. Grida dentro alla finestra: Buongiorno, Monsieur<br />

Ewald, <strong>di</strong> nuovo al lavoro? Scribendum?<br />

EWALD dall'interno batte sul tavolo: Non mi <strong>di</strong>sturbi con le sue sciocche chiacchiere.<br />

Esce fuori in semplice finanziera, con un manoscritto, inchiostro e penna. Non mi è<br />

possibile cogliere un pensiero sensato se Lei mi è <strong>di</strong>ntorno. Entri pure dentro, io<br />

scriverò qui.<br />

SIMPLIZIUS Scriva dove vuole e a chi vuole, ma non sia scortese con me.<br />

EWALD Caro maestro, non prenda la mia veemenza in questo modo, vede, io sono un<br />

poeta, una persona ispirata. Quando si lavora con i giambi - Lei non lo comprende, si<br />

tratta <strong>di</strong> versi <strong>di</strong> cinque pie<strong>di</strong>.<br />

SIMPLIZIUS Si, è proprio una sfortuna quando i versi hanno così tanti pie<strong>di</strong> e neppure una<br />

testa. Non rende niente. Vorrei avere tanti pie<strong>di</strong> quanti ne hanno le sue ciabatte, o<br />

giambi, o quello che sta scrivendo! Sarei già scappato da tempo, dei miei non mi<br />

posso più fidare.<br />

EWALD Sta <strong>di</strong>cendo sciocchezze. Mi lasci tranquillo. Si siede sul se<strong>di</strong>le erboso e pensa.<br />

L'ultimo atto. Mi manca il materiale.<br />

SIMPLIZIUS Anche a me. Se avessi un paio <strong>di</strong> centinaia <strong>di</strong> cubiti <strong>di</strong> gros de Naples,<br />

metterei in ghingheri i Suoi Getrennten.<br />

EWALD Ora devo smettere. Adesso l'intero <strong>di</strong>alogo è rovinato.<br />

SIMPLIZIUS Vorrei che fosse tutto lacerato, almeno avrei del lavoro.<br />

EWALD saltando su: Ma caro maestro, quando Lei taglia una giacca, desidera rimanere<br />

tranquillo?<br />

SIMPLIZIUS Però permette che si tratta <strong>di</strong> un altro compito, tra quando io taglio una<br />

giacca e quando Lei riflette mezz'ora e poi non Le viene in mente proprio niente. Se<br />

Lei fa un verso un paio <strong>di</strong> cubiti troppo lungo, li cancella, ma se io faccio una manica<br />

mezzo cubito troppo corta - si tira su la manica della giacca, cosa succede dopo?<br />

EWALD batte i pie<strong>di</strong>: Per l'ultima volta, Le consiglio <strong>di</strong> lasciarmi tranquillo, o mi renderà<br />

furibondo.<br />

SIMPLIZIUS impaurito: Bene, bene, ma non con tanta veemenza, La prego <strong>di</strong> risparmiare<br />

i miei deboli nervi. D'altra parte le mie con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong>sagiate mi


155<br />

costringono a parlarLe in modo tragico. Io non posso proprio <strong>di</strong>re niente contro <strong>di</strong> Lei,<br />

Lei è un uomo per bene, rimane debitore dei miei interessi, come è giusto. Ma Lei è<br />

un poeta che ha delle belle idee, perché non Le viene anche l'idea <strong>di</strong> pagarmi?<br />

EWALD Avrà i Suoi sol<strong>di</strong>.<br />

SIMPLIZIUS Si quando? Verrò messo in prigione oggi stesso.<br />

EWALD Perché?<br />

SIMPLIZIUS Perché sono stato querelato e non posso pagare - in<strong>di</strong>ca il conto. Ma se<br />

accadrà, se mi metteranno in prigione - Signor von Ewald - Lei mi è debitore, farò<br />

valere il mio <strong>di</strong>ritto - Lei deve venirmi incontro. Siamo uomini, sapremo sopportare il<br />

nostro destino. Entra in casa con sussiego.<br />

SCENA SETTIMA<br />

Ewald.<br />

EWALD da solo: Hahaha! Una persona <strong>di</strong> buon cuore se non fosse tanto<br />

insopportabilmente ingenuo. Mi fa compassione la sua spiacevole situazione, domani<br />

riceverò la metà del mio onorario, con ciò lo sovvenzionerò. Ma ora sii attivo,<br />

spirito!<br />

Mentre scrive:<br />

Scena se<strong>di</strong>cesima. Prigione. Artur da solo.<br />

Perché devo <strong>di</strong>morare in questa tetra torre,<br />

intorno alla quale mugghiano le operose onde del mare?<br />

Ah, mentre l'amore placa il suo gioioso desiderio,<br />

l'o<strong>di</strong>o mi tiene qui prigioniero e afflitto.<br />

O spirito protettore, che compari nel mio sogno<br />

e chini dolcemente la testa su <strong>di</strong> me,<br />

conducimi fuori dalla cupa pena del mio carcere,<br />

affinché io possa agire invece <strong>di</strong> me<strong>di</strong>tare inutilmente.<br />

Nel frattempo Lucina scende a terra sulle nubi, accompagnata da musiche molto tenui e<br />

soavi. Un genio porta la fiaccola rosata.<br />

LUCINA<br />

Se vuoi riferire a te stesso il senso della poesia,<br />

io potrò esau<strong>di</strong>re il vivo impulso del tuo desiderio.<br />

Dovrai venire con me verso terre lontanissime<br />

e sfogare nel <strong>di</strong>namismo l'ardore del desiderio.<br />

Ho destinato il tuo coraggio a nobili azioni,<br />

perché riconosco puri il tuo cuore e il tuo spirito.<br />

EWALD<br />

O occhio colpito dal fulgore, nato per la rara gioia<br />

<strong>di</strong> poter scorgere il fascino <strong>di</strong> una dea tanto benevola!<br />

LUCINA<br />

Non stupirti, non delineare alcuna immagine del mio fascino!<br />

Sei stato destinato alla salvezza <strong>di</strong> un potente regno.<br />

Ti basti questo compito, per cercare <strong>di</strong> risparmiare tempo,<br />

ti <strong>di</strong>rò io le cose necessarie.


156<br />

Delle nubi dovranno condurti sulla spiaggia <strong>di</strong> Massana,<br />

un paese in cui la sventura piange in ogni casa<br />

e che tra pochi giorni sarà inghiottito dal mare.<br />

Là ti farai passare per un saggio,<br />

originario delle sacre pirami<strong>di</strong> d'Egitto,<br />

che è giunto a Massana per salvare quel paese.<br />

E se il re concluderà il cammino su questa terra,<br />

tu indorerai le terribili catene della morte<br />

e proprio per questo servizio chiederai la corona del regno.<br />

EWALD<br />

Come eseguirò tutto ciò, non è ancora dato saperlo.<br />

LUCINA<br />

Pren<strong>di</strong> questa fiaccola, si infiamma in ogni luogo.<br />

Se la agiti con forza, si accenderà da sola.<br />

L'oggetto, sul quale <strong>di</strong>rigerai il suo bagliore,<br />

passerà, leggero come uno zefiro, nella sua luce incantata,<br />

dei profumi narcotici si <strong>di</strong>ffonderanno intorno ad esso<br />

e assumerà l'aspetto che tu vorrai conferirgli.<br />

Apparirà nella luce rosea più incantevole,<br />

come solo la più tenera fantasia potrebbe <strong>di</strong>pingerlo,<br />

tanto che tutti i cuori innamorati si inchineranno <strong>di</strong> fronte ad esso<br />

e una lieve commozione rifulgerà da ogni occhio.<br />

Gli dà la fiaccola.<br />

Custo<strong>di</strong>scila bene, un giorno la loderai con gratitu<strong>di</strong>ne,<br />

quando ti consolerà il suo bagliore pro<strong>di</strong>gioso che allieta il mondo.<br />

Ma non potrai attraversare da solo la strada della salvezza,<br />

all'ar<strong>di</strong>to coraggio dovrà star <strong>di</strong> fianco l'angoscioso timore.<br />

Conoscerai certamente da qualche parte un umile sempliciotto,<br />

che si spaventa già al lieve pigolio <strong>di</strong> un passero?<br />

EWALD<br />

O dea, non potrei nominartene uno migliore<br />

<strong>di</strong> quell'uomo che si nasconde timidamente alla tua vista.<br />

In<strong>di</strong>ca Simplizius in casa.<br />

LUCINA<br />

Or bene, potrai trattare con lui stesso la faccenda.<br />

EWALD<br />

Posso già essere sicuro <strong>di</strong> lui, conosco ciò che lo muove.<br />

LUCINA<br />

La fiaccola trasformerà questa pietra in una nebbia leggera,<br />

che vi condurrà in rapido volo attraverso i cieli azzurri.<br />

Fai come ho or<strong>di</strong>nato.<br />

EWALD<br />

Posso garantirlo solennemente.<br />

LUCINA<br />

Orsù! Mi <strong>di</strong>rigerò anticipatamente a Massana.<br />

Vola via.<br />

EWALD da solo:<br />

Questo è proprio un incarico degno <strong>di</strong> un poeta,


157<br />

poiché la vera poesia aspira a una corona.<br />

E' degna <strong>degli</strong> dei stessi per il nobile slancio<br />

che la innalza sopra agli astri fino al trono <strong>di</strong> Giove.<br />

Il mio spirito è povero, le mie azioni solo un sogno sconsacrato.<br />

Perciò la corona che oggi oserò chiedere,<br />

si scioglierà nel niente come la fugace schiuma dei flutti.<br />

Solo il fatto <strong>di</strong> averla voluta mi concederà una ricompensa.<br />

E chi non sognerà con piacere cose d'oro,<br />

se può lasciarsi sfuggire la misera realtà!<br />

Entra in casa.<br />

SCENA OTTAVA<br />

Cambiamento <strong>di</strong> scena.<br />

Piccola stanza con mobili brutti, un tavolo con strumenti per scrivere. Alla parete sono<br />

appesi alcuni brutti pezzi <strong>di</strong> vestiario, un metro e un paio <strong>di</strong> quadri grattati. A destra una<br />

porta laterale, a sinistra una piccola finestra che dà sull'esterno. Simplizius.<br />

SIMPLIZIUS Non ci mancherà molto prima che il cannone da ottanta libbre della mia<br />

sfortuna spari i suoi colpi. Dalla paura mi prendo anche la febbre gialla, quella nera ce<br />

l'ho già in tutte le tasche. Che ora sarà già? Potrei saperlo subito, dovrei solo<br />

guardare l'orologio che ho impegnato due anni fa. Alle un<strong>di</strong>ci e mezza viene il<br />

commerciante <strong>di</strong> vino che cercherà <strong>di</strong> spillarmi i sol<strong>di</strong> che gli devo e se non potrò<br />

pagarlo, vuol <strong>di</strong>re: in marcia verso la Kamschatka!<br />

SCENA NONA<br />

Detto. Ewald.<br />

EWALD Gau<strong>di</strong>o! Gau<strong>di</strong>o, caro Simplizius!<br />

SIMPLIZIUS Si, si, sarà una gioia immensa a pane e acqua.<br />

EWALD No, caro Simplizius, andremo via da qui, in un regno lontano.<br />

SIMPLIZIUS Fuori dal regno? Ci sono già stato. A Norimberga e a Leutomischel.<br />

EWALD Non proprio. Un'affascinante dea ha destinato me e Lei a salvare un regno.<br />

SIMPLIZIUS Me?<br />

EWALD Si, Lei. Nubi orlate d'oro ci porteranno via da questa vita volgare e ci<br />

condurranno in una terra meravigliosa. Lasci qui a smaniare il Suo cre<strong>di</strong>tore. Non ha<br />

comunque più niente da chiedere. Si prepari per il viaggio. Lei è destinato a gran<strong>di</strong><br />

cose.<br />

SIMPLIZIUS Di che tipo?<br />

EWALD Non lo so. So solo che si tratta <strong>di</strong> una corona.<br />

SIMPLIZIUS E dovrei salvarla? Allora andrà bene. Ella non mi conosce.<br />

EWALD No, l'ha vista e ha lodato il Suo coraggio.<br />

SIMPLIZIUS La dea? Ah, è <strong>di</strong>vino! Ma ella sa che io -?<br />

EWALD Cosa?<br />

SIMPLIZIUS Ebbene! Mima l'azione <strong>di</strong> cucire.


158<br />

EWALD Oh, si capisce. Sa tutto. Venga pure!<br />

SIMPLIZIUS Devo salvare un paese! Non riesco a immaginarmi nient'altro, se non che il<br />

paese sia lacerato da <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ni e che io debba rattopparlo. Oppure temono che il<br />

paese geli, e io dovrei fargli un soprabito. E staremo seduti su una nuvola? Allora<br />

cadremo <strong>di</strong> sicuro.<br />

EWALD Per carità, non si preoccupi.<br />

SIMPLIZIUS Ebbene, se cadessimo non sarebbe poi una vergogna. Io sto già cadendo<br />

dalle nuvole.<br />

EWALD Garantisco tutto io per Lei.<br />

SIMPLIZIUS Oh, che persona buona è Lei. Che candela è quella lì rovesciata?<br />

EWALD E' proprio questa la nostra fiaccola pro<strong>di</strong>giosa. Ciò che illuminerò per mezzo <strong>di</strong><br />

essa, apparirà, secondo il mio desiderio, nella forma più sontuosa. E una nebbia<br />

rosata ingannerà ogni sguardo in modo delizioso.<br />

SIMPLIZIUS La cosa più importante è usare queste invenzioni per abbindolare la gente.<br />

Beh, per me, sono pronto, preferisco star seduto su una nuvola che in prigione.<br />

An<strong>di</strong>amo dunque. Guarda dalla finestra. Per l'amor del cielo, sta arrivando il<br />

commerciante <strong>di</strong> vino e due geni tutelari sono con lui con una lancia lunga una tesa.<br />

EWALD Che circostanza imbarazzante. Cosa faccio adesso?<br />

SIMPLIZIUS Monsieur Ewald, dalla paura mi viene in mente una cosa. Proviamo la<br />

fiaccola, sistemiamo la stanza in maniera sfarzosa. Tappezziamola. Forse il<br />

commerciante <strong>di</strong> vino avrà rispetto e crederà <strong>di</strong> poter avere i suoi sol<strong>di</strong>. Aspetti,<br />

intanto chiudo la porta con il catenaccio, affinché non possa entrare subito. Lo fa.<br />

EWALD Non è un'idea malvagia. Comunque non sarà tanto facile, chiederà dove abbiamo<br />

preso quei bei mobili. Allora la fiaccola lo colpirà. Silenzio!<br />

RIEGELSAM bussa da fuori: Su, aprite. So che c'è qualcuno in casa.<br />

SIMPLIZIUS Subito, subito. Di soppiatto: Allora cosa facciamo?<br />

EWALD allo stesso modo: Mi faccia passare per un inglese a cui appartengono i mobili e<br />

che pagherà per Lei.<br />

RIEGELSAM Sfonderò la porta se non apre.<br />

SIMPLIZIUS Giusto, inizi pure a sistemare i mobili. Grida: Aspetti un po'!<br />

RIEGELSAM Aspettare, maledetto mascalzone? Tu aspetta il mio bastone, appena<br />

entrerò.<br />

Ewald intanto ha agitato la fiaccola che si è accesa da sola. Musica. Ad un tratto la stanza<br />

sporca si trasforma in una stanza <strong>di</strong>pinta sontuosamente e riccamente ammobiliata.<br />

Compaiono dei gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>pinti con cornici dorate insieme a un bell'orologio da parete.<br />

Nello stesso modo si trasformano anche la porta, la finestra, il tavolo e le se<strong>di</strong>e. L'insieme<br />

appare tuttavia in una pallida luce rosea. Questa trasformazione non deve avvenire<br />

tirando su il telone, sia il telone che le quinte devono rimanere al loro posto e solo la metà<br />

del fondale deve scendere giù velocemente e le quinte devono ribaltarsi, in modo che<br />

l'occhio possa notare appena questa trasformazione.<br />

SIMPLIZIUS si spaventa: Che mi prenda un colpo! Sarà proprio un bell'inganno. Che<br />

persona fortunata sono, non mi appartiene niente <strong>di</strong> tutto ciò.<br />

EWALD mette la fiaccola tra le quinte dove si trova la scrivania, vi si siede sopra<br />

velocemente e appoggia la testa sulla mano: Ora apra! Dica che sto componendo e<br />

che vorrei rimanere tranquillo! E che Lei stava dormendo.<br />

RIEGELSAM Forzate la serratura!


159<br />

Battono alla porta.<br />

SIMPLIZIUS apre velocemente: E' già aperto.<br />

SCENA DECIMA<br />

Detti. Riegelsam, un uomo molto corpulento, <strong>di</strong> temperamento violento.<br />

RIEGELSAM ancora alla porta: Per aprire non è pronto, ma per fare debiti si. Aspetta,<br />

maledet - entra dentro e si ferma irrigi<strong>di</strong>to. Due uscieri giu<strong>di</strong>ziari fanno la guar<strong>di</strong>a<br />

alla porta. Ma che sontuosità incantevole. Mi stupisco. A chi appartiene la mobilia?<br />

EWALD balzando su <strong>di</strong> scatto: A me.<br />

RIEGELSAM A Lei!? Ah, i miei rispetti.<br />

EWALD Allora chiuda la bocca. Si rimette a sedere e continua a scrivere.<br />

RIEGELSAM Cosa? Chiudere la bocca? Per cinquecento talleri? Per cinquecento talleri la<br />

bocca non si può neppure aprire bene.<br />

SIMPLIZIUS Che gli venga la trisma, in modo da non riuscire mai più a chiuderla, la<br />

bocca!<br />

RIEGELSAM Niente viene chiuso se non - in<strong>di</strong>cando Simplizius: colui che viene rinchiuso<br />

- <strong>di</strong>etro le sbarre. Come sta la faccenda, signor scapestrato? Si paga o non si paga?<br />

SIMPLIZIUS Si! Si paga.<br />

RIEGELSAM Chi paga?<br />

SIMPLIZIUS Io no.<br />

RIEGELSAM Uscieri giu<strong>di</strong>ziari!<br />

Vengono avanti.<br />

EWALD Fermi. Si alza <strong>di</strong> scatto. Pago io. Si rimette a sedere e scrive.<br />

RIEGELSAM Veramente? I miei rispetti. Chi è questo signore?<br />

SIMPLIZIUS Un lord libero.<br />

RIEGELSAM E abita in questa casa miserevole?<br />

SIMPLIZIUS Fisime.<br />

RIEGELSAM Ma perché scrive a lume <strong>di</strong> una fiaccola in pieno giorno?<br />

SIMPLIZIUS Fisime.<br />

RIEGELSAM E cosa otterrò dunque per i miei debiti?<br />

SIMPLIZIUS Fisime.<br />

RIEGELSAM Vada al <strong>di</strong>avolo con le sue fisime. Se potessi almeno avere quei bei mobili,<br />

mi sono proprio innamorato <strong>di</strong> loro. Allora cosa facciamo? O i miei cinquecento<br />

talleri o farò sgombrare la stanza.<br />

SIMPLIZIUS Farebbe un bell'affare.<br />

EWALD con veemenza: Signore, non si azzar<strong>di</strong> a impossessarsi delle mie cose. In questa<br />

stanza sono io il padrone poiché l'ho affittata e se Lei non la lascia subito, farò valere<br />

l'inviolabilità del domicilio e la butterò fuori dalla finestra.<br />

RIEGELSAM Che modo <strong>di</strong> trattare! Cosa significa? Guarda Simplizius con fare<br />

interrogativo.<br />

SIMPLIZIUS con in<strong>di</strong>fferenza: Fisime.<br />

RIEGELSAM Chiuda il becco con le sue dannate fisime. Ha offerto <strong>di</strong> pagare, lo faccia. Io<br />

sono pronto.


160<br />

EWALD Io non ancora. Fra un'ora avrà i Suoi sol<strong>di</strong>. Attendo la posta. Ora si allontani e<br />

ritorni fra un'ora.<br />

RIEGELSAM Non ha neppure i sol<strong>di</strong>. Nient'altro che fisime.<br />

SIMPLIZIUS L'uomo delle fisime.<br />

RIEGELSAM Ma quei bei mobili, questi mobili sontuosi. Bene, io vado, ma le guar<strong>di</strong>e<br />

rimangono qui.<br />

SIMPLIZIUS Mi vedo già in gattabuia.<br />

EWALD Impertinente. Via le guar<strong>di</strong>e all'istante, altrimenti non avrà un centesimo del suo<br />

debito.<br />

RIEGELSAM No? Allora lo farò imprigionare, in<strong>di</strong>cando Simplizius.<br />

EWALD Lo porti pure via, è la miglior cosa che Lei possa fare.<br />

SIMPLIZIUS spaventato: E' giusto. Sarebbe la miglior cosa per lui.<br />

RIEGELSAM in <strong>di</strong>sparte: Non si riesce a convincerlo. Vorrei infuriarmi. Ma questi bei<br />

mobili! Solo questi mobili potrebbero sedurmi.<br />

SIMPLIZIUS Ah, se li vedesse davvero nella giusta luce e non con questa fiaccola che<br />

abbaglia.<br />

RIEGELSAM Sono ancora più belli?<br />

SIMPLIZIUS Oh, non si riesce neppure a guardarli, tanto sono belli.<br />

RIEGELSAM Bene, le guar<strong>di</strong>e si allontaneranno a con<strong>di</strong>zione che Lei mi ceda per iscritto<br />

questi mobili.<br />

SIMPLIZIUS contento, <strong>di</strong> nascosto: Abboccate pure.<br />

RIEGELSAM Se tra un'ora non avrò il mio denaro, questi saranno miei.<br />

SIMPLIZIUS Lo abbiamo già in pugno.<br />

EWALD Sulla mia parola.<br />

RIEGELSAM No, deve essere scritto. Basta re<strong>di</strong>gerlo. Tutto scritto.<br />

SIMPLIZIUS <strong>di</strong> soppiatto: E' già nostro.<br />

EWALD scrive: Dunque tutto ciò che si trova in questa stanza.<br />

SIMPLIZIUS Noi esclusi. Perché sarebbe capace <strong>di</strong> includere anche noi. E' proprio un<br />

furbacchione.<br />

RIEGELSAM Non saprei cosa farne <strong>di</strong> un miserabile impiccio come Lei. Silenzio! Vostra<br />

Altezza si degni <strong>di</strong> sottoscrivere.<br />

EWALD lo fa: Ecco.<br />

RIEGELSAM Anche il sarto!<br />

SIMPLIZIUS lo fa. Tra sé: Ti taglierai.<br />

RIEGELSAM esultando: Bravo! Ora sono a posto.<br />

SIMPLIZIUS Che persona fortunata, ha fatto proprio un affare.<br />

RIEGELSAM Alle guar<strong>di</strong>e: Potete andare a casa.<br />

Le guar<strong>di</strong>e escono.<br />

SIMPLIZIUS Ah! Per ora è andata via solo la sorveglianza.<br />

EWALD Ora vada via anche Lei!<br />

RIEGELSAM Io? Cosa Le viene in mente? Io rimarrò qui finché non arriverà il denaro.<br />

EWALD Che arbitrarietà! Devo andare a prendere il denaro. Ho fretta.<br />

SIMPLIZIUS A <strong>di</strong>re il vero da noi arriva con la posta. Tra sé: Siamo noi che partiamo.<br />

RIEGELSAM Può fare come vuole. Si siede su una se<strong>di</strong>a. Nessuno mi porterà via da<br />

questa stanza. Devo sorvegliare i miei mobili. Neppure uno potrà sfuggirmi. Per mille<br />

<strong>di</strong>avoli!<br />

EWALD <strong>di</strong> soppiatto a Simplizius: Che bella storia. Cosa facciamo ora?


161<br />

SIMPLIZIUS Lo lasci seduto, noi prenderemo la nostra fiaccola, usciremo e lo<br />

rinchiuderemo. Egli deve sorvegliare i suoi mobili.<br />

EWALD Un'idea squisita. Prende la fiaccola dalle quinte. Or bene, rimanga qui e mi sia<br />

garante <strong>di</strong> tutto.<br />

SIMPLIZIUS E faccia attenzione che non Le sfugga niente, altrimenti dovrà pagarlo.<br />

Ewald e Simplizius escono velocemente <strong>di</strong> casa e chiudono la porta con il catenaccio.<br />

Appena la fiaccola esce dalla stanza, gli addobbi si trasformano in un batter d'occhio<br />

nella misera stanza.<br />

RIEGELSAM salta su <strong>di</strong> scatto e <strong>di</strong>ce con sommo stupore: Tuoni e fulmini, che accidente<br />

è questo? Son finito in un antro magico? Dove sono andati a finire i mobili? Quel<br />

bell'orologio, quei sontuosi <strong>di</strong>pinti, è sparito tutto, ci sono solo stracci. Strappa i<br />

vestiti. Nient'altro che stracci ci sono e quei pezzenti se ne sono andati. Ah! Devo<br />

inseguirli. La porta è chiusa con il catenaccio, non posso uscire. Scoppio dalla rabbia.<br />

I miei cinquecento talleri! Cade sulla se<strong>di</strong>a.<br />

SIMPLIZIUS guarda dalla finestrina: Amico, sono perduti.<br />

RIEGELSAM O stregone, entrerai prima o poi! Riporta qui i miei mobili.<br />

SIMPLIZIUS Vuole vederli ancora una volta? Eccoli.<br />

Mette la fiaccola dentro la finestra, la stanza ritorna come prima.<br />

RIEGELSAM si precipita su <strong>di</strong> essi a braccia spalancate: Alt! Adesso non li lascio più<br />

scappare.<br />

Simplizius ritira la fiaccola, repentina trasformazione. Riegelsam in<strong>di</strong>etreggia sbigottito.<br />

SIMPLIZIUS Li tenga stretti. Il debitore Simplizius si ven<strong>di</strong>ca così!<br />

RIEGELSAM corre furibondo verso la finestra che Simplizius gli sbatte sul naso:<br />

Farabutti, briganti, assassini, ladri! Frantuma i vetri della finestra. Scoppio dalla<br />

rabbia. Devo inseguirli. Fa per uscire dalla finestra e rimane bloccato. Non riesco a<br />

passare, sono troppo grasso, soffoco. Cosa vedo - o magia infernale! Fuggono via su<br />

una nuvola. Che abiti lussuosi! Il sarto è ricoperto d'argento, se riuscissi almeno a<br />

strappargli il vestito <strong>di</strong> dosso! I miei cinquecento talleri! Divento pazzo, esplodo. No,<br />

farò saltare la porta. Lo fa. Aiuto, aiuto! Briganti, ladri, guar<strong>di</strong>e! Esce.<br />

SCENA UNDICESIMA<br />

Cambiamento <strong>di</strong> scena.<br />

Grande piazza a Massana in stile greco. Su un lato il palazzo reale. Alcuni gra<strong>di</strong>ni<br />

conducono in alto, dove è seduta la morte greca, un giovane pallido con la fiaccola<br />

capovolta e spenta, gli occhi chiusi e la testa chinata. Molte persone in lutto, altre no,<br />

vanno per la strada torcendosi le mani.<br />

Breve coro<br />

Escono afflitti.<br />

Di', o dolore, quando te ne andrai<br />

dai terreni sventurati <strong>di</strong> Massana?<br />

Gran<strong>di</strong> dei, frenate le sofferenze,<br />

solo il vostro potere ne è capace.


162<br />

Arriva Lucina che osserva il palazzo con malinconia. Tutta la scena deve essere recitata<br />

da entrambi i lati, lentamente e in modo solenne.<br />

LUCINA<br />

Un brivido ostile mi coglie,<br />

se getto lo sguardo su questo castello funesto.<br />

Già vedo il giovane in agguato.<br />

Povero principe, grande è la tua pena.<br />

A voce più alta:<br />

Genio della morte,<br />

tu potresti rendermi felice con una risposta,<br />

imprimerai oggi il gelido bacio<br />

sulle labbra <strong>di</strong> Massana?<br />

IL GENIO DELLA MORTE alza la testa, la fiaccola rimane sempre capovolta, parla in<br />

modo freddo e serio con tono profondo:<br />

Quando la notte scaccerà via il giorno,<br />

come richiede la sete <strong>di</strong> vendetta <strong>di</strong> Ade,<br />

Massana avrà sfogato il proprio dolore -<br />

breve pausa<br />

il mare vi mugghierà sopra.<br />

LUCINA<br />

E che fine farà il re?<br />

Lo abbraccerai cor<strong>di</strong>almente?<br />

GENIO<br />

Ade può mandare solo spavento.<br />

Più cupa si avvicinerà la sua fine.<br />

LUCINA<br />

Dalla tua testimonianza traspira malinconia,<br />

eppure giova al mio piano.<br />

L'ora della sventura mi renderà felice,<br />

se riuscirò a commuoverti.<br />

Donami la vita <strong>di</strong> due persone<br />

non colpite dalla male<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> Ade,<br />

che non siano tra la schiera <strong>di</strong> coloro<br />

che non sperano nella pietà.<br />

GENIO<br />

Pren<strong>di</strong> la vita <strong>di</strong> questi due.<br />

Sorridendo:<br />

Ciò nonostante non me la sottrarrai.<br />

LUCINA<br />

Vorrai concedermi inoltre<br />

che si chiuda l'occhio <strong>di</strong> Heraklius,<br />

prima che tremino le fortezze del paese?<br />

GENIO<br />

Prima ancora che l'onda baci la torre<br />

si spegnerà la vita del re sofferente.<br />

LUCINA<br />

Massana dovrà allora sprofondare velocemente,


163<br />

prima che il tempo rubi dei secon<strong>di</strong>,<br />

nel momento in cui,<br />

la corona del re,<br />

brillerà sulla testa <strong>di</strong> uno straniero.<br />

GENIO fa ricadere la testa, in modo tetro e lentamente <strong>di</strong>ce:<br />

Sprofonderà -<br />

Pausa, poi ancora con la testa chinata:<br />

Fammi ascoltare.<br />

LUCINA<br />

Il tuo occhio si è già chiuso per dormire?<br />

LAMENTI <strong>di</strong> numerose voci sulla scena:<br />

Aiuto! Sta morendo.<br />

GENIO<br />

Senti questo mormorio?<br />

Alza la testa.<br />

Laggiù il gelido dovere mi chiama.<br />

Si alza, la sua testa è leggermente reclinata. Allunga la mano destra verso il luogo in cui il<br />

rumore riecheggia, come a in<strong>di</strong>carlo. La mano sinistra pende giù <strong>di</strong>ritta, tenendo la<br />

fiaccola rovesciata. In questo modo si <strong>di</strong>rige con passo misurato verso le quinte, proprio<br />

sul lato opposto del palazzo.<br />

LUCINA guarda il cielo:<br />

O dei, che governate con clemenza<br />

e tuttavia comandate in modo incomprensibile!<br />

Esce lentamente dalla parte opposta.<br />

SCENA DODICESIMA<br />

Thestius, Epaminonda, numerosi abitanti <strong>di</strong> Massana, arrivano dalla parte da cui è uscito<br />

il genio.<br />

THESTIUS Per lui è finita, è muto, gli dei gli hanno chiuso la bocca.<br />

EPAMINONDA Un destriero solitamente tanto docile lo ha scaraventato giù, tanto che<br />

dalla caduta ha tuonato la terra. Le donne piangono. Ma non piangete in questo<br />

modo. Non ci siete già abituate? Da sette anni interi la sventura si è accampata su<br />

questa terra e ha montato la sua tenda nera su questa città. Sono già stremato, non<br />

potrò più commuovermi neppure se il tetto del mio vicino gli precipitasse sulla testa.<br />

Solo le donne non riescono ad abituarsi a cose del genere.<br />

THESTIUS O Ade, principe ingiusto <strong>degli</strong> Inferi, che perseguiti questo povero regno per<br />

vendetta, perché Massana non ha eletto il re che tu gli avevi fatto destinare dal tuo<br />

oracolo infernale! Cosicché noi non possiamo fare un passo sulla vasta strada, senza<br />

che, come su un crepaccio <strong>di</strong> ghiaccio mai battuto, vi sia collegato pericolo <strong>di</strong> vita.<br />

EPAMINONDA Guardate! Perché accorre il popolo? Conducono due stranieri.<br />

THESTIUS Adesso nel paese sono rari come comete. Li conduce Hippomedon.


SCENA TREDICESIMA<br />

164<br />

Detti. Ewald, Simplizius, entrambi in costume egiziano. Hippomedon. Popolo.<br />

HIPPOMEDON Finalmente abbiamo <strong>di</strong> nuovo la fortuna <strong>di</strong> avere due stranieri nella nostra<br />

città. Quale meraviglia! Arrivano ad<strong>di</strong>rittura dall'Egitto, per apprendere da noi il<br />

<strong>di</strong>sprezzo della vita.<br />

EWALD Salute a te, popolo <strong>di</strong> Massana, ho delle cose importanti da trattare nel tuo regno.<br />

SIMPLIZIUS Da trattare, <strong>di</strong>ce. Alla fine ci prenderanno per ebrei.<br />

THESTIUS Salute a voi. Ci <strong>di</strong>spiace per voi.<br />

SIMPLIZIUS spalanca gli occhi: Gli <strong>di</strong>spiace per noi.<br />

THESTIUS Delle stelle malvagie vi hanno condotto in questo paese.<br />

SIMPLIZIUS Ah, questa poi, ma se siamo arrivati in pieno giorno.<br />

EWALD lo prende da una parte: Non essere così volgare. Comportati <strong>di</strong>stintamente, sii<br />

astuto, modesto ed esprimiti con parole migliori.<br />

SIMPLIZIUS Deve mettermelo per iscritto. Perché in questo modo non riesco a<br />

ricordarmelo.<br />

EWALD Non cre<strong>di</strong>ate che io abbia lasciato inutilmente il misterioso soggiorno presso le<br />

pirami<strong>di</strong>, onorerete solennemente gli astri che mi hanno illuminato la strada per<br />

Massana, poiché sono stato inviato a voi dagli dei misericor<strong>di</strong>osi.<br />

THESTIUS Allora lo<strong>di</strong>amo la tua missione. Il tuo occhio è tenero e nobile il tuo<br />

atteggiamento, il tuo volto infonde fiducia e la tua fronte rotonda e piena <strong>di</strong> audacia<br />

potrebbe certamente essere il trono della più sublime saggezza.<br />

SIMPLIZIUS No, ciò che tutti notano in lui non mi sarebbe venuto in mente neanche nel<br />

sonno. Ha sulla fronte un trono su cui è seduta la saggezza. Fa finta <strong>di</strong> mettersi<br />

seduto. Ora cosa mai vedranno sulla mia fronte!<br />

THESTIUS Se vuoi eleggere come tua <strong>di</strong>mora la mia casa sventurata, segui il mio timido<br />

incedere, ma fai che l'attenzione controlli <strong>di</strong>ligentemente il tuo sentiero e<br />

l'apprensione guar<strong>di</strong> alle tue spalle. Fa un profondo inchino.<br />

EWALD La mia gratitu<strong>di</strong>ne saluta la soglia <strong>di</strong> casa tua. Di lieta verde speranza l'ospite ti<br />

adornerà le sale. Simplizius seguimi subito.<br />

Esce con decoro. Thestius lo segue.<br />

SIMPLIZIUS stupito, lo segue con lo sguardo: Mi congedo da Lei. Ah, che cosa noiosa è<br />

la saggezza, non lo avrei mai creduto in vita mia. Per una volta voglio essere allegro.<br />

A Epaminonda. In modo signorile: Mi <strong>di</strong>ca, mio nobilissimo abitante <strong>di</strong> Massana, che<br />

passeggiate ci sono qui?<br />

EPAMINONDA La strada più frequentata conduce alla miseria.<br />

SIMPLIZIUS Davvero? Deve essere una bella passeggiata.<br />

HIPPOMEDON La vedrai.<br />

SIMPLIZIUS Mi farà piacere. Hanno anche un teatro?<br />

EPAMINONDA Oh, si. Sospirando: Il teatro si chiama Massana.<br />

SIMPLIZIUS Cosa viene rappresentato?<br />

HIPPOMEDON Una grande trage<strong>di</strong>a.<br />

SIMPLIZIUS Di chi?<br />

EPAMINONDA E' un'opera dell'Orco.<br />

SIMPLIZIUS Non conosco questo poeta. Deve essere uno straniero.<br />

HIPPOMEDON Dura già da sette anni.


165<br />

SIMPLIZIUS Che spettacolo! Allora bisognerebbe venire al mondo tre o quattro volte per<br />

poter assistere a una simile opera. Chi ne è l'interprete?<br />

EPAMINONDA Tutto il popolo.<br />

SIMPLIZIUS Teatro popolare dunque. E chi ne è spettatore?<br />

EPAMINONDA L'Inferno.<br />

SIMPLIZIUS Allora ci deve essere un gran caldo insopportabile nel teatro. In generale la<br />

gente qui non sembra essere sfrenatamente allegra. Perché piangono quelle donne?<br />

UNA DONNA Piangiamo il vostro destino.<br />

SIMPLIZIUS Il nostro destino? Ma che destino abbiamo? Una portantina coperta da un<br />

panno verde viene condotta sulla scena. Chi portano quelli là?<br />

HIPPOMEDON E' solo uno che è stato abbattuto da un destriero.<br />

SIMPLIZIUS Lo ha solo abbattuto? Oh, allora se la caverà. Qui c'è aria sana. Ma chi abita<br />

in quella grande casa?<br />

HIPPOMEDON Purtroppo è vuota. Le persone sono tutte estinte.<br />

SIMPLIZIUS Davvero? Ma <strong>di</strong> cosa soffrivano?<br />

EPAMINONDA Beh, è una malattia singolare, non è proprio una febbre g i a l l a.<br />

SIMPLIZIUS Bene, se ha solo un colore, sono ben contento. Una portantina identica<br />

all'altra viene condotta velocemente sulla scena dalla parte opposta. Ehi, ne portano<br />

già un altro?<br />

EPAMINONDA E' tutta la mattina che va avanti così, oggi è un giorno pieno <strong>di</strong> pericoli.<br />

Dovrete badare a voi stessi.<br />

SIMPLIZIUS Badare a noi stessi? Si, ma per caso non ci sarà mica la peste?<br />

EPAMINONDA Beh, ora non più così tanta.<br />

SIMPLIZIUS Non più così tanta? Smetta, mi riempio <strong>di</strong> paura. - La prego, mio caro -<br />

come si chiama?<br />

EPAMINONDA Epaminonda.<br />

SIMPLIZIUS Epaminonda? Anche questo è un nome pericoloso. Dunque mio caro<br />

Epaminonda, abbia la bontà <strong>di</strong> condurmi da qualche parte, affinché possa<br />

rasserenarmi un po', poiché mi sento molto male.<br />

EPAMINONDA Ti condurrò in un luogo in cui forse troverai dei conoscenti.<br />

SIMPLIZIUS Ah, sarebbe stupendo. Dove dunque?<br />

EPAMINONDA Al cimitero <strong>degli</strong> stranieri.<br />

SIMPLIZIUS Dove?<br />

EPAMINONDA Al cimitero <strong>degli</strong> stranieri. Là giacciono sotterrati tutti gli stranieri che da<br />

sette anni sono giunti nella nostra città.<br />

SIMPLIZIUS Tutti? Senza eccezioni?<br />

EPAMINONDA Si si, tutti. Potai prenotarti subito un posto là.<br />

SIMPLIZIUS Dovrei prenotarmi un posto? Come su una carrozza per comitive? Che<br />

persona insana! Cosa Le viene in mente? Che paese è mai questo? E' proprio una vera<br />

trappola per martore da cui non si esce più. E Lei lo racconta anche, <strong>di</strong>sgus - come si<br />

chiama? Me ne sono già <strong>di</strong>menticato.<br />

EPAMINONDA in modo brutale: Epaminonda.<br />

SIMPLIZIUS Già il nome uccide. Allora ritratti, Epaminonda, se non vuole che la paura mi<br />

consumi.


SCENA QUATTORDICESIMA<br />

Detti. Sillius <strong>di</strong> corsa.<br />

166<br />

SILLIUS Aiuto! Aiuto! C'è una casa in fiamme.<br />

TUTTI uscendo <strong>di</strong> corsa: Aiuto, in salvo, via!<br />

EPAMINONDA ride: Haha, quei pazzi spengono l'incen<strong>di</strong>o e si dolgono a più non posso<br />

per la ignota sventura. Per questo rido. Io sono uno stoico, chi potrà rubare la mia<br />

felicità?<br />

SCENA QUINDICESIMA<br />

Detti. Argos in tutta fretta.<br />

ARGOS Devi tornare a casa, Epaminonda. Tuo figlio è morto.<br />

EPAMINONDA piange torcendosi le mani: Mio figlio, mio figlio, o giorno sventurato!<br />

Questo è troppo. Esce precipitosamente con Argos.<br />

SIMPLIZIUS da solo, trema tutto: Terribile, terribile, si sta già estinguendo un'altra<br />

famiglia. Lo stoico è stato punito per la sua superbia. Cado in deliquio. Si siede sui<br />

gra<strong>di</strong>ni del palazzo. Dove avranno il liquore ano<strong>di</strong>no <strong>di</strong> Hoffmann? Aiuto! Svengo!<br />

Aiuto!<br />

Esce <strong>di</strong> casa un servitore <strong>di</strong> Thestius.<br />

SERVITORE Forestiero, desideri salire per ristorarti?<br />

SIMPLIZIUS spossato: Ristorarmi? E' proprio ora che mi ristorino. Vengo subito, fammi<br />

strada.<br />

SERVITORE Ma fai molta attenzione. La scala è molto ripida, tre casigliani si sono già<br />

rotti una gamba.<br />

SIMPLIZIUS con grande paura: Per l'amor del cielo! Non c'è proprio fine. Gli si piegano<br />

le ginocchia dalla debolezza. Non ho proprio più coraggio <strong>di</strong> appoggiare i pie<strong>di</strong>.<br />

Conducimi dentro. Il servitore lo accompagna sotto braccio. Mentre esce <strong>di</strong>ce: O<br />

popolo malvagio! Hanno un cimitero per gli stranieri, la febbre gialla, un po' <strong>di</strong> peste,<br />

Epaminonda. - E anche le gambe rotte! O che paura, se morirò qui, non mi vedranno<br />

più per tutta la mia vita. Esce trascinandosi, accompagnato dal servitore.<br />

SCENA SEDICESIMA<br />

Cambiamento <strong>di</strong> scena.<br />

Piccola stanza nella casa <strong>di</strong> Thestius con due porte laterali. Thestius. Ewald.<br />

THESTIUS Sei stato annunciato al re, saggio forestiero, quale meraviglioso salvatore del<br />

nostro paese. Già dal mattino presto tutti i ministri sono riuniti intorno a lui. Di un<br />

male insanabile langue il Magnifico e, come l'uomo a causa <strong>di</strong> un grande dolore non<br />

sente quello più piccolo, allo stesso modo il popolo si lamenta con nobile amore per<br />

la grande pena del suo re, <strong>di</strong>menticando la propria sventura.<br />

EWALD Oh, com'è affascinante essere amati in questo modo.


167<br />

THESTIUS Anche il re ama in questo modo il suo popolo che si è mantenuto fedele, e il<br />

suo nobile cuore ottiene la stessa ricompensa. Come sarebbe felice questo paese se lo<br />

spietato principe delle ombre infernali non -<br />

SCENA DICIASSETTESIMA<br />

Detti. Il ministro Harmo<strong>di</strong>us <strong>di</strong> corsa e sbigottito.<br />

HARMODIUS Dov'è il saggio della magica terra d'Egitto, che offre salvezza al popolo<br />

sgomento?<br />

THESTIUS Eccolo qui pieno <strong>di</strong> soave <strong>di</strong>gnità.<br />

HARMODIUS Ora potrai <strong>di</strong>mostrare che i buoni dei ti hanno dotato <strong>di</strong> meravigliosa forza<br />

magica. Devi recarti rapidamente dal re, il suo spirito conquisterà l'Elisio, ma Ade<br />

manda immagini raccapriccianti con notti terribili, per irretire i suoi occhi, e le Furie,<br />

tremende da guardare, riccamente avvolte <strong>di</strong> serpenti, fluttuando su vapori putri<strong>di</strong>,<br />

gorgogliano nella stanza. Adesso parla, potrai rischiarare la notte dell'Orco con il<br />

raggio <strong>di</strong> Aurora?<br />

EWALD Non io, ma gli dei, e ciò che io sono, lo sono solo grazie ad essi.<br />

HARMODIUS Allora corri con me, è il momento giusto.<br />

EWALD abbraccia Thestius con commozione: Thestius mio, ad<strong>di</strong>o, Osiris ti ricompenserà<br />

per la tua bontà. Tra sé con sofferenza: Massana sprofonda! - Non lo vedrò mai più.<br />

Ora vieni, accompagnami, mi aspetta un grande momento.<br />

Escono entrambi da una parte.<br />

THESTIUS Ritorna presto, il mio cuore ti attende. Esce dalla parte opposta.<br />

SCENA DICIOTTESIMA<br />

Simplizius. Arete.<br />

ARETE Ah, pover'uomo! Entra pure. Ma perché non vuoi toccar cibo?<br />

SIMPLIZIUS Sono oltremodo sazio, ho tutto il paese sullo stomaco, perciò non riesco a<br />

farci entrare niente. Finirò con il morire <strong>di</strong> fame dalla paura.<br />

ARETE Puah, vergognati! Sei un uomo?<br />

SIMPLIZIUS Io stesso non so più cosa sono. Presumibilmente.<br />

ARETE Osservami, io sono una ragazza. Noi abbiamo veramente grossi motivi per avere<br />

paura. Oggi si sono sentite delle scosse terrestri tali, che le mura della città hanno<br />

tremato.<br />

SIMPLIZIUS Ora se le mura della città cominciano a tremare, cosa dovrebbe fare uno<br />

come me?<br />

ARETE Ma perché sei venuto proprio a Massana?<br />

SIMPLIZIUS tremando: Perché devo salvare il paese.<br />

ARETE Tu? Ah, dei benevoli! Se almeno tu non tremassi come una foglia già da prima!<br />

SIMPLIZIUS Cre<strong>di</strong>? Sarebbe davvero spiacevole.<br />

ARETE Povero pazzo, mi fai pena.


168<br />

SIMPLIZIUS Ringrazio molto devotamente. Questa ragazza sarebbe proprio carina. Se<br />

almeno non mi si piegassero le ginocchia dalla debolezza! Dalla gran paura darei<br />

inizierei a corteggiarla.<br />

ARETE Perché mi osservi con quello sguardo scrutatore? Cosa desideri?<br />

SIMPLIZIUS tra sé: Se mai fosse presa da una passione repentina per me, stamani stesso<br />

potremmo scappare e io uscirei finalmente con le buone da questo paese maledetto.<br />

Dimmi, cara bambina, cosa provi effettivamente per me?<br />

ARETE Pietà. Intima pietà.<br />

SIMPLIZIUS Intima pietà? Aha! Ha un po' <strong>di</strong> simpatia per me. Potresti ben deciderti.<br />

ARETE A far che?<br />

SIMPLIZIUS A <strong>di</strong>ventare mia.<br />

ARETE Tua, Arete?<br />

SIMPLIZIUS Si! Arete, tu hai irretito il mio cuore.<br />

ARETE piena d'orgoglio: Chi sei tu che osi chiedere la mano <strong>di</strong> una nobile <strong>di</strong> Massana?<br />

SIMPLIZIUS in <strong>di</strong>sparte: Devo svelarle la mia con<strong>di</strong>zione? No. Su questa faccenda dovrà<br />

stendersi un velo mistico.<br />

A voce alta:<br />

Io non sono ciò che appaio e non appaio neppure ciò che sono,<br />

e se fossi ciò che desidererei,<br />

non apparirei ciò che non sono.<br />

ARETE Ti capisco.<br />

SIMPLIZIUS Ci vorrebbe un genio per questo. Io stesso non mi capisco.<br />

ARETE Tu desidereresti apparire ciò che non sei.<br />

Eppure sei proprio ciò che anche appari.<br />

SIMPLIZIUS Hai già indovinato, è incre<strong>di</strong>bile. Dimmi, fanciulla, avresti il coraggio <strong>di</strong><br />

rapirmi?<br />

ARETE Io rapire te?<br />

SIMPLIZIUS O viceversa.<br />

ARETE Cioè: io dovrei lasciare la mia patria con te. Ti capisco bene.<br />

SIMPLIZIUS Mi ha capito <strong>di</strong> nuovo.<br />

ARETE Ma affinché anche tu mi capisca, ti <strong>di</strong>rò come ti considero: sei una persona<br />

sfrontata e miserevole, che osa aprire, per una <strong>di</strong>chiarazione d'amore, le sua labbra<br />

tremanti dalla paura della morte, e offrire a una nobile fanciulla <strong>di</strong> Massana la sua<br />

storpia figura. Allontanati! Parlare con te è un delitto contro il tempo. E se in futuro<br />

vorrai conquistare un altro cuore <strong>di</strong> fanciulla, prima tempra il tuo con il coraggio. Gli<br />

uomini coraggiosi vengono amati. I pusillanimi vengono <strong>di</strong>sprezzati.<br />

SIMPLIZIUS Si deve essere stoici per sopportare tutto ciò. Ad<strong>di</strong>o, apprenderai troppo<br />

tar<strong>di</strong> chi hai offeso. Ah! Adesso Massana può cadere, certamente io non la<br />

risolleverò.<br />

ARETE Fermati, rimani ancora un po', spiegati, affinché io apprenda da chi veniva la<br />

proposta <strong>di</strong> matrimonio che mi ha umiliata.<br />

Duetto<br />

ARETE<br />

Di' in fretta chi sei.<br />

SIMPLIZIUS<br />

L'ho già detto, sono un uomo.<br />

ARETE<br />

Sei un uomo, ma che tipo d'uomo?


169<br />

SIMPLIZIUS<br />

Migliore <strong>di</strong> qualunque altro.<br />

ARETE<br />

Come ti chiami, sei un nobile?<br />

SIMPLIZIUS<br />

Mi chiamo Simplizius Zitternadel.<br />

ARETE<br />

Il nome mi sembra molto volgare.<br />

SIMPLIZIUS<br />

Non può essere tutto nobile.<br />

ARETE<br />

Come puoi <strong>di</strong>re tali sciocchezze?<br />

SIMPLIZIUS<br />

La stessa cosa volevo chiederla a te.<br />

ARETE<br />

Già il tuo aspetto mi ripugna.<br />

SIMPLIZIUS<br />

Ciò colpisce profondamente il mio animo.<br />

ARETE<br />

Nessun uomo è tanto orrendo su questa terra.<br />

SIMPLIZIUS<br />

Per fortuna i gusti sono <strong>di</strong>versi.<br />

ARETE<br />

Com'è insulso il taglio <strong>degli</strong> abiti!<br />

SIMPLIZIUS iracondo:<br />

Non è vero, io sono - si domina e canta rilassato:<br />

Continua pure.<br />

ARETE<br />

E' mancato poco che tu ti tra<strong>di</strong>ssi.<br />

SIMPLIZIUS<br />

Si, per Giove, questa volta mi è andata bene.<br />

ARETE<br />

Devi <strong>di</strong>rmelo chi sei.<br />

SIMPLIZIUS<br />

Sono un eroe come nessun altro.<br />

ARETE beffarda:<br />

Il tuo coraggio in battaglia è ben grande?<br />

SIMPLIZIUS<br />

Spesso infilzo tutto il giorno.<br />

ARETE<br />

SIMPLIZIUS<br />

ARETE<br />

SIMPLIZIUS<br />

Inutilmente intrecci il filo con astuzia.<br />

Mi sembra che questa astuta abbia sentore <strong>di</strong> qualche cosa.<br />

La mia <strong>di</strong>ffidenza non si lascia più vincere.<br />

Ora manca solo che nomini le forbici.


170<br />

ARETE<br />

Tu non sei un principe, confessalo!<br />

SIMPLIZIUS arrabbiato:<br />

Sono un ingegnere della stoffa.<br />

ARETE<br />

Ah!<br />

Entrambi allo stesso tempo.<br />

ARETE<br />

O dei, cosa odo, mi si appanna la vista.<br />

Un simile plebeo mi parla d'amore.<br />

Che ardore<br />

brucia nel sangue,<br />

un dolore furibondo<br />

<strong>di</strong>vampa nel cuore.<br />

Velocemente fuggirò via <strong>di</strong> qua, per nascondermi timidamente.<br />

O tortura infernale, rimorso vergognoso.<br />

SIMPLIZIUS<br />

Perché dovrei negare, non è una vergogna,<br />

poiché la mia agiata con<strong>di</strong>zione merita attenzione.<br />

Lo sto <strong>di</strong>cendo,<br />

appartengo alla corporazione dei sarti<br />

e muovo le mie forbici<br />

con onore.<br />

Lo griderò al mondo, è mio dovere.<br />

non sono affatto un guastamestieri, per ciò non mi vergogno.<br />

Escono entrambi.<br />

SCENA DICIANNOVESIMA<br />

Cambiamento <strong>di</strong> scena.<br />

Stanza regale. Sullo sfondo c'è un grande arco aperto, <strong>di</strong>etro <strong>di</strong> esso, situato a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong><br />

una quinta, pende un fondale con nubi oscure, attraverso cui si vede, come nella nebbia,<br />

una gigantesca figura bronzea <strong>di</strong> Furia alata, con gli occhi scintillanti, che sta in agguato.<br />

Il tutto è <strong>di</strong>pinto sulla parete posteriore ed è illuminato da una luce bluastra. Alcuni spettri<br />

sogghignando, escono qua e là dalle nubi che li circondano. Tra questa parete e l'apertura<br />

dell'arco si vedono quattro ombre oscure indaffarate presso una tomba aperta (grande<br />

botola), dalla quale emerge ancora un po' una bara dorata appena affondata. L'insieme<br />

forma un imponente tableau. La stanza è buia. Rimbomba un tuono. Su una poltrona<br />

dorata riposa Heraklius, intorno a lui a lutto, i gran<strong>di</strong> del regno e i servitori del tempio.<br />

Accanto a lui, su un tavolo <strong>di</strong> marmo, la corona. Presso la quinta <strong>di</strong> fronte alla poltrona<br />

del re, un modesto se<strong>di</strong>le rialzato su tre gra<strong>di</strong>ni. Ewald. Harmo<strong>di</strong>us.


171<br />

Breve coro delle Furie.<br />

Ovunque lo scellerato possa trovarsi,<br />

la vendetta dell'Orco lo colpirà,<br />

e il suo pugnale lo raggiungerà<br />

anche nella sfarzosa stanza dorata.<br />

HERAKLIUS spossato e inquieto:<br />

Via, via <strong>di</strong> qui, mostruoso vampiro,<br />

che succhia dall'anima la pia speranza!<br />

HARMODIUS a Ewald:<br />

Qui ve<strong>di</strong> le sofferenze del buon re,<br />

un'immagine non adatta all'occhio umano.<br />

HERAKLIUS<br />

Chi <strong>di</strong>sturba il mio tormento?<br />

HARMODIUS<br />

Il tuo salvatore, signore!<br />

HERAKLIUS<br />

Inutile, inutile, chi può far retrocedere l'Inferno?<br />

O supplizio! Non fossi mai nato!<br />

EWALD<br />

Mio principe, io posso scacciarti quella visione.<br />

HERAKLIUS<br />

Se ne sei capace, per ricompensa ti darò un principato.<br />

EWALD<br />

Anche il premio che ho deciso fluttua così alto.<br />

Chiedo molto - chiedo la tua corona.<br />

HERAKLIUS<br />

Era il mio orgoglio! - Finito! Via- ! Pren<strong>di</strong>! Pren<strong>di</strong>!<br />

EWALD ai nobili:<br />

Lo avete sentito, ne siete sod<strong>di</strong>sfatti?<br />

TUTTI cupi e a mezza voce:<br />

Se ti elegge il re, ti elegge il regno.<br />

EWALD<br />

Dominerò dunque su questo orrore.<br />

Per il tuono <strong>di</strong> Iside, fuggi via, nuvolaglia illusoria!<br />

Tuono. Ewald agita la fiaccola. Il fondale si <strong>di</strong>legua. La tomba e le ombre spariscono.<br />

Compare uno scenario <strong>di</strong> spesse nubi che formano una montagna. In alto, trasversalmente,<br />

davanti al telone posteriore, un muro e un portone dorati. Dietro al portone, <strong>di</strong>pinto sul<br />

telone, brilla una chiara luce solare che si perde nel blu del cielo, che è cosparso <strong>di</strong> stelle<br />

trasparenti. Ai pie<strong>di</strong> <strong>di</strong> questa montagna presso la salita, Thanatos è seduto su un<br />

pie<strong>di</strong>stallo come nella scena precedente, ma con la fiaccola accesa. Risuona una musica<br />

delle sfere celesti. La figura <strong>di</strong> Heraklius viene condotta dai geni con catene <strong>di</strong> rose, sul<br />

monte <strong>di</strong> nubi, fino al portone dorato. Là, scende a terra. La musica prosegue molto lieve.<br />

HERAKLIUS<br />

O dolce bevanda dell'anima dal <strong>di</strong>vino recipiente!<br />

O piacere avvertito dai sensi rigenerati!<br />

Se anche possedessi ancora mille corone,<br />

le cederei volentieri per questa visione.<br />

Oh, incoronatelo al mio letto <strong>di</strong> morte.


172<br />

Egli renderà felice il mio regno <strong>di</strong>ssestato dal castigo.<br />

In quel momento si apre il portone d'oro, esce fuori una scintillante figura <strong>di</strong>vina.<br />

Mi sento proprio bene, la catena terrestre si scioglie,<br />

il mio spirito fugge, o in - <strong>di</strong>cibile - estasi!<br />

Thanatos sorridendo dolcemente, rovescia la fiaccola, che si smorza, allo stesso tempo la<br />

figura <strong>di</strong>vina stringe il re solennemente al petto. I suoi abiti spariscono ed egli rimane con<br />

un vestito <strong>di</strong> velo bianco, che viene illuminato <strong>di</strong> luce rosa. I geni formano un gruppo. La<br />

testa <strong>di</strong> Heraklius cade leggera sul petto, Ewald spegne la fiaccola e il telone, che chiude<br />

la stanza, scende giù frusciando lentamente e delicatamente. La musica si attenua. Pausa<br />

solenne. Commozione in ogni volto.<br />

HARMODIUS<br />

Se n'è andato - doveva <strong>di</strong>rci ad<strong>di</strong>o.<br />

Una fine regale, rischiarata dalla fama.<br />

Colui che trapassa così colmo <strong>di</strong> gioia,<br />

è degno d'invi<strong>di</strong>a.<br />

Per Giove, in questo modo la morte vale una vita.<br />

Heraklius viene coperto con un manto <strong>di</strong> seta.<br />

Adesso traiamo rapidamente profitto dalla sua ultima preghiera.<br />

Poiché senza re il paese non può stare.<br />

Adrasto, primo servitore del tempio, prende la corona e si pone davanti a Ewald.<br />

ADRASTO<br />

Come gli dei fanno con te, così tu proteggerai noi.<br />

Pren<strong>di</strong> dunque posto su quei gra<strong>di</strong>ni.<br />

Ewald sale i gra<strong>di</strong>ni sui quali è collocato il modesto se<strong>di</strong>le.<br />

EWALD tra sé:Mi trema il cuore, mi coglie un terrore <strong>di</strong> morte -<br />

Si inginocchia.<br />

TUTTI<br />

Quale sovrano, ti ren<strong>di</strong>amo omaggio rispettosamente.<br />

Si inginocchiano.<br />

ADRASTO<br />

La corona coprirà dunque la tua saggia testa,<br />

Sii re! Regna! -<br />

All'ultima parola gli ha posto la corona sulla testa, ma senza la minima pausa, con un<br />

terribile fragore, il salone crolla. L'arco e le quinte formano montagne <strong>di</strong> macerie che<br />

sottraggono gli attanti agli occhi del pubblico. Sullo sfondo compare il mare che si insinua<br />

tra le montagne <strong>di</strong> macerie del salone e dal quale emergono le torri <strong>di</strong> Massana<br />

sprofondate. I gra<strong>di</strong>ni, carrozza aerea sui quali si era inginocchiato<br />

EWALD, si trasformano in nubi, sulle quali egli si libra fino al centro del palco e grida<br />

malinconico: Massana, ad<strong>di</strong>o!<br />

Agita la sua fiaccola per abbellire la triste visione e parte. Le rovine che emergono dal<br />

mare e le macerie del salone si trasformano in dolci colline <strong>di</strong> rose, l'aria si fa pura e<br />

l'insieme risplende nella più deliziosa luce rosea.<br />

Il sipario scende lentamente.<br />

FINE DEL PRIMO ATTO


ATTO SECONDO<br />

SCENA PRIMA<br />

173<br />

Agrigento. Un'altra parte del bosco, presso il lago rosso. Antrokles, Clitonius, numerosi<br />

cacciatori entrano armati <strong>di</strong> giavellotti.<br />

Coro dei cacciatori<br />

Il piacere dei cacciatori verrebbe presto meno,<br />

se si cacciassero solo scimmie codarde.<br />

Ma quando nel silenzio dei boschi,<br />

imponente risuona il ruggito del leone,<br />

qui la iena crudele<br />

<strong>di</strong>grigna i denti assassini,<br />

là, prima che si bran<strong>di</strong>sca il giavellotto,<br />

dal cespuglio salta fuori la tigre:<br />

allora inizia la guerra del bosco.<br />

Ca<strong>di</strong> o vinci! Cacciatore!<br />

ANTROKLES ai cacciatori: Disponetevi come volete. Il re caccia da solo. Dovrete<br />

guardarvi dall'avvicinarvi al suo sguardo <strong>di</strong> fuoco che riluce fiammante d'ira<br />

nell'oscurità della foresta.<br />

Escono tutti tranne Clitonius e Antrokles.<br />

ANTROKLES O mio Clitonius, cosa ci è toccato vedere! I sommi dei hanno abbandonato<br />

Agrigento.<br />

CLITONIUS Ma dove potrà mai essere il nostro nobile re, salvato fedelmente dai Lari<br />

della sua casa? Potesse almeno vedere come si affligge il suo povero popolo.<br />

ANTROKLES Chi gioisce ora ad Agrigento? Solo la pazzia ride. La mente sana non può<br />

che rattristarsi. E' Phalarius in persona, da quando la corona infernale arde sulla sua<br />

testa, come se il pugnale dell'in<strong>di</strong>gnazione avesse trafitto il suo infido cuore. Sai<br />

perché adesso si scatena la caccia? Aspasia è morta.<br />

CLITONIUS Aspasia? La sorella del nostro fedele re Creonte? La magnifica principessa<br />

Aspasia?<br />

ANTROKLES Era l'unica che Phalarius aveva lasciato in vita nel giorno funesto dell'orribile<br />

aggressione, poiché quando era generale, si era infiammato d'amore peccaminoso per<br />

lei. Da quando egli possiede il regno, la tempesta <strong>di</strong> suppliche e minacce, ella<br />

vorrebbe concedergli la mano, egli vorrebbe per questo offrirle tre regni. Ma appena<br />

ella getta lo sguardo su <strong>di</strong> lui e sulla sua corona, cade a terra tremando davanti a lui e<br />

piega il nobile corpo ai pie<strong>di</strong> <strong>di</strong> questo pazzo furioso, lo scongiura con le lacrime <strong>di</strong><br />

abbandonarla, visto che sulla terra non esiste amore per la sua corona. Ma egli la trae<br />

con impeto al suo petto taurino e vuole sottrarre a quella casta bocca il


174<br />

primo bacio, allora gli ardenti coralli delle labbra si trasformano in pallide perle, lo<br />

splendore <strong>degli</strong> occhi svanisce, i brivi<strong>di</strong> della morte ghermiscono le sue membra, la<br />

paura <strong>di</strong> essere tanto vicina a quella corona le spezza il cuore, fredda ed esanime,<br />

Phalarius la tiene tra le braccia, impallidendo <strong>di</strong> terrore.<br />

CLITONIUS Che sorte terribile, sapersi incoronato in questo modo.<br />

ANTROKLES Allora lo ha colto l'ira, si è scatenato tanto da far tremare le colonne della<br />

stanza. Alla caccia, gridava, aizzate su <strong>di</strong> me tutte le tigri del bosco. Scuotete la terra,<br />

affinché ne escano fuori i mostri che non hanno ancora mai osato uscire alla luce del<br />

sole, date nutrimento al mio dardo, affinché possa abbracciarlo il mio o<strong>di</strong>o, poiché<br />

l'amore sfugge al mio cuore in maniera tanto spietata. Così è scappato via, a caccia, e<br />

la nera foresta tremante ha piegato <strong>di</strong> fronte a lui la testa solitamente tanto<br />

minacciosa.<br />

CLITONIUS Ma il raggio mattutino ci saluterà nel bosco?<br />

ANTROKLES A stento la sera. Poiché prima che la luna si specchi ancora sulle torri del<br />

palazzo, egli si nasconderà in una stanza con volte <strong>di</strong> marmo compatto,<br />

completamente senza aperture, affinché nessun raggio <strong>di</strong> luna possa raggiungere la<br />

sua testa. Perché la sua corona, così <strong>di</strong>ce il saggio servitore <strong>di</strong> Diana, perde i poteri<br />

fin tanto che la luce della luna si posa sulle sue punte. E poiché in questo momento la<br />

sua vita non è al sicuro, dalla paura egli ha chiuso con il catenaccio le porte <strong>di</strong> solido<br />

ebano. Infatti senza il bagliore della luna nessuna freccia potrà mai ucciderlo. E senza<br />

energia esse cadono a terra ai suoi pie<strong>di</strong>.<br />

CLITONIUS Non parlare così ad alta voce, c'è qualcosa che fruscia là nel cespuglio.<br />

ANTROKLES bran<strong>di</strong>sce il giavellotto: E' una tigre.<br />

CLITONIUS Ti sbagli - e non ti sbagli, è Phalarius. Ti inganna la sua pelle <strong>di</strong> leopardo.<br />

Poveri noi! Siamo perduti se ci ha sentiti.<br />

ANTROKLES Taci! E' là che smania <strong>di</strong>etro al leone che sta fuggendo davanti a lui. Vieni,<br />

fuggiamo anche noi <strong>di</strong> fronte a questa tigre del Bengala, se si allontanano i leoni, gli<br />

uomini non devono vergognarsi della fuga.<br />

Escono entrambi intimoriti.<br />

SCENA SECONDA<br />

Musica. Lulu e Fanfu, geni alati, trasportano Simplizius attraverso i cieli in un grande<br />

scialle che sorreggono a entrambe le estremità, come se portassero qualcosa in un<br />

fazzoletto. Sono sopra a delle nubi e lo scialle è una carrozza aerea fatta in modo tale che<br />

Simplizius vi stia dentro rannicchiato come un bambino e sia appena percettibile.<br />

Scendono a terra.<br />

LULU Bene! Scen<strong>di</strong> pure intrepido coniglio. Qui siamo già al sicuro.<br />

FANFU Ora serpente, tira fuori la testa.<br />

SIMPLIZIUS tira fuori la testa: Ma dove siamo? Per prima cosa devo raccogliere tutte le<br />

mie membra. Scende, i geni lo aiutano. Lo scialle riparte in volo. Bene! Ringrazio<br />

umilmente, questi fanciulli sono come colombi. Ahimè, un simile terremoto vorrei<br />

riaverlo presto. Guardo fuori dalla finestra in tutta innocenza, improvvisamente inizia<br />

a schiantarsi tutto come se il mondo intero fosse un cassettone che si frantuma e io<br />

precipito giù dal settimo piano, quei due fanciulli però mi afferrano al volo e fuggono<br />

volando insieme a me. Appena siamo in alto si sente un tonfo e tutta la città


175<br />

scivola via e precipita nell'acqua. O giorno sventurato! Il povero poeta si è immerso<br />

con la sua saggezza. Visto che solo io non sono caduto in acqua, ci saranno finiti gli<br />

altri piccoli pesciolini-sarti. D'altra parte, quando quei pesci vedranno le stanze<br />

sott'acqua, si metteranno a loro agio. C'è da meravigliarsi se una balena <strong>di</strong> quel<br />

genere dorme sotto un letto a baldacchino, ma del resto ho già constatato io stesso<br />

che uno stoccafisso può stare su una canapè. Basta che nessuno si insinui nuotando in<br />

una biblioteca, perché là, una bestia simile non ci si orienta. O santo cielo, <strong>di</strong>venterò<br />

io stesso un pesce da tanta sete che ho. Si inginocchia. Cari fanciulli, siate<br />

caritatevoli, fatemi avere qualcosa da bere. Altrimenti dovrò morire <strong>di</strong> sete.<br />

LULU La tua sete ci è altamente cara, ti abbiamo appunto portato qui per bagnarti.<br />

SIMPLIZIUS Allora bagnatemi un po', già non vedo l'ora.<br />

LULU Bevi a quel lago. Ecco qui una conchiglia. Ne prende una dalla riva.<br />

SIMPLIZIUS Il lago dai capelli rossi? Io non mi azzardo a bere lì.<br />

LULU<br />

severamente: Devi.<br />

FANFU<br />

SIMPLIZIUS cade sulle ginocchia: O miei cari fanciulli, non siate cattivi, io farò tutto per<br />

gratitu<strong>di</strong>ne. Per me posso scolare tutto il mar Rosso e anche quello Nero, se così<br />

deve essere.<br />

LULU gli porge una conchiglia piena <strong>di</strong> acqua: Bevi. Sembra rossa ma è più limpida del<br />

cristallo.<br />

SIMPLIZIUS Dammela dunque. Trema con la conchiglia. Tremo come un vegliardo <strong>di</strong><br />

cento anni. Beve.<br />

LULU Sta bevendo, ora <strong>di</strong>venterà assetato <strong>di</strong> sangue.<br />

SIMPLIZIUS Ah, è una bevanda ardente. Come un rosolio alla vaniglia. Rotea gli occhi.<br />

Ma cosa succede dentro <strong>di</strong> me? Accidenti accidentaccio!<br />

LULU a Fanfu: Ve<strong>di</strong>, funziona, userà subito un altro linguaggio. Entrambi si avvicinano<br />

dolcemente a lui. Cosa ti succede, caro Zitternadel?<br />

SIMPLIZIUS furibondo: Silenzio! Non <strong>di</strong>temi niente. Che sciocchi siete! Non capite cos'è.<br />

Mi viene una rabbia come un gallo d'In<strong>di</strong>a e non so come mai. Se potessi almeno<br />

scaricarla su qualcuno! Portatemi un bastone, me le suonerò da me. I geni ridono <strong>di</strong><br />

nascosto. Si, che significa questo? Siete proprio due empi monelli. Siete proprio due<br />

buoni a nulla. Vi si dovrebbe percuotere ogni volta che vi si guarda. Me ne accorgo<br />

solo adesso.<br />

I GENI si avvicinano supplici: Ma caro Zitternadel -<br />

SIMPLIZIUS spezza un ramo da un albero: Non venitemi vicino, altrimenti vi massacrerò<br />

entrambi.<br />

LULU Ma allora ascoltaci, devi volare a Kallidalos, là troverai il poeta, il tuo amico.<br />

SIMPLIZIUS Ebbene egli dovrà fidarsi <strong>di</strong> me, o lo spezzerò in giambi, tanto che i pie<strong>di</strong><br />

rotoleranno tutto intorno. Adesso andatevene e procuratemi un cavallo furioso che io<br />

possa cavalcare in cielo.<br />

LULU Un cavallo f u r i o s o ? Ti getterà a terra!<br />

SIMPLIZIUS Allora portatemi un toro selvaggio che mi riporti su.<br />

LULU Bene, come vuoi. Fa un cenno, nelle nubi appare un toro selvaggio. E' già qua.<br />

SIMPLIZIUS Ah, ecco il mio cavallo arabo. Ora si parte al galoppo. Sedetevi sulle due<br />

corna.<br />

LULU Oh, non ci azzar<strong>di</strong>amo. Parti pure per primo, noi ti seguiremo. Escono <strong>di</strong> corsa.


176<br />

SIMPLIZIUS Ah, razza <strong>di</strong> vigliacchi. Monta su. Io sono <strong>di</strong> un altro tipo. Ora la carne <strong>di</strong><br />

manzo può rincarare, io ne sono fornito. Arrì, cavallo bianco! Non lo capisce.<br />

Bruaho! Il toro si alza in volo. Ora ci siamo.<br />

SCENA TERZA<br />

Cambiamento <strong>di</strong> scena.<br />

Cupo paesaggio roccioso nel Bosco Remoto. Su un lato una capanna boschiva. Al centro,<br />

armato <strong>di</strong> giavellotto dorato, si trova Phalarius, davanti a lui giace tremante un leone.<br />

PHALARIUS<br />

Perché tremi estenuato, spregevole leone?<br />

E pieghi vilmente la testa davanti allo splendore della mia corona?<br />

Mi <strong>di</strong>sgusta la mansuetu<strong>di</strong>ne, poiché io non rifuggo la lotta.<br />

Mai un simile lauro appassito <strong>di</strong>sonori la mia fronte.<br />

A qual fine Giove ti ha dotato tanto riccamente,<br />

perché ti ha dato la criniera, simbolo <strong>di</strong> forza superiore,<br />

quella superba dentatura minacciosa, davanti alla quale la forza indebolisce,<br />

il tuono <strong>di</strong> quel ruggito, la corazza della tua pelle?<br />

Hai ricevuto tutta quella potenza per fremere più potentemente?<br />

Vergognati, natura, che gli hai costruito un simile trono!<br />

Ecco che il tuo sovrano giace e trema per la sua vita.<br />

Con più veemenza:<br />

Hai lottato contro i serpenti, linci e pantere.<br />

Muoviti dunque e minaccia pure me con i potenti artigli!<br />

Animale magnanimo, ce<strong>di</strong> dunque alle preghiere,<br />

<strong>di</strong>fen<strong>di</strong>ti, affinché io possa scorgere resistenza!<br />

Come può ancora un re parlare ad un altro?<br />

Non rendermi furibondo, pensa che sei nato per la lotta.<br />

Ancora no? Orsù, allora, dei, io vi ven<strong>di</strong>cherò.<br />

Esso non rende onore alla sua esistenza, perciò gli sia tolta.<br />

Lo uccide. Suona il corno. Compaiono i cacciatori che si inchinano spaventati.<br />

Portatemi via il leone, non posso più vederlo.<br />

Il leone viene portato via. Egli se ne sta pensieroso con le braccia conserte.<br />

A cosa mi serve la forza, se essa mi eleva in questo modo?<br />

Potrei facilmente far girare la terra come un fuso,<br />

non sarebbe un trionfo, visto che essa non si oppone.<br />

Aspasia è morta, uccisa dal pugnale della mia corona!<br />

Inferno <strong>di</strong>sgustoso, in questo modo esau<strong>di</strong>sci i miei desideri?<br />

Chi può essere ancora felice, se gli viene a mancare l'amore?<br />

Il piacere più grande è la fama, eppure l'amore può moltiplicarlo.<br />

Ma il mio amore si chiama morte, chi mi abbraccia, spira.<br />

Diadema fatale che hai entusiasmato i miei occhi!<br />

Regalo profondamente straziante, già ti detesto.<br />

Ero ancora più lieto <strong>di</strong> quanto tu non mi abbia reso felice.<br />

Eolo, che spesso spezza la maestà delle querce,


177<br />

e <strong>di</strong>venta in questo modo usurpatore, alla guida del bosco,<br />

<strong>di</strong>mmi, perché non man<strong>di</strong> l'esuberante bufera,<br />

affinché rapisca la corona quale sposa ardente?<br />

I cacciatori ritornano. Egli si siede su una roccia.<br />

Desidero ristorarmi con del succo d'uva.<br />

Anche il corpo egoista vuole essere appagato.<br />

UN CACCIATORE Sommo principe, potrai averlo in quella capanna.<br />

Bussa.<br />

Ehi, vecchio, vieni un po' fuori e porta del vino.<br />

PHALARIUS<br />

Chi è quell'uomo che vive qui nel folto del bosco?<br />

UN CACCIATORE<br />

Una volta era un generale, adesso vive come un conta<strong>di</strong>no.<br />

PHALARIUS<br />

Che umiliazione, chi lo ha ricompensato tanto <strong>di</strong>sonorevolmente?<br />

Il vecchio Octavian esce allegro dalla capanna portando una coppa <strong>di</strong> vino.<br />

OCTAVIAN<br />

Vengo subito, un animo felice sta sempre all'erta.<br />

Scorge la corona e cade a terra.<br />

Ah, che fulmine infuocato serpeggia intorno ai miei occhi!<br />

Le mie ossa si spezzano e cadono nella polvere.<br />

PHALARIUS<br />

Fai vedere, se il tuo vino è adatto alla mia sete -<br />

Fa per bere.<br />

Dimmi un po', perché ti nascon<strong>di</strong> così profondamente tra le fronde?<br />

OCTAVIAN<br />

Garantiscimi che io possa <strong>di</strong>stogliere lo sguardo dalla tua corona,<br />

se vuoi u<strong>di</strong>r la verità e se fa piacere al tuo orecchio.<br />

PHALARIUS<br />

O<strong>di</strong>o l'inganno. Alzati e parla senza indugiare.<br />

Octavian si alza senza però guardare Phalarius.<br />

OCTAVIAN allegro:Il verde bosco mi rallegra, la solitu<strong>di</strong>ne mi rende felice,<br />

l'ho scelta io stesso, la amo come un figlio.<br />

Non sono senza una compagna, il mio cuore palpita caldo <strong>di</strong> vita,<br />

ardo per la mia patria, derido i suoi nemici<br />

e se essa ha bisogno <strong>di</strong> me, le de<strong>di</strong>co anima e corpo.<br />

Altrimenti coltivo felice la mia terra e mi rallegro della semina dorata.<br />

PHALARIUS<br />

Un progetto <strong>di</strong> vita giu<strong>di</strong>zioso se tu fossi solamente un agricoltore.<br />

Allora coltiva pure il tuo campo, in questo modo servi fedelmente lo stato.<br />

Come generale, spero che tu ambisca a comandare.<br />

OCTAVIAN<br />

Certo che comando. Chi <strong>di</strong>ce che sono solo un servitore?<br />

Non sai dunque che ogni cosa del mondo è sovrana?<br />

Gli dei comandano sull'Olimpo con grande animo,<br />

i re sulla terra per quanto si estende il loro regno,<br />

l'intero stato, come comandano la legge e il principe.<br />

ognuno è servitore e ha tuttavia il suo piccolo territorio.


178<br />

E in questo modo si placa la bramosia <strong>di</strong> ogni servo.<br />

Il cantore regna sul suo canto con nobile spirito,<br />

l'amante sul cuore debole dell'amata,<br />

il padre veglia nella casa per la salute dei propri figli,<br />

il me<strong>di</strong>co domina i dolori ribelli della malattia,<br />

il pescatore la sua barca, il cacciatore la sua freccia.<br />

In breve, ognuno ha il suo regno in cui riluce la sua corona.<br />

Anche lo schiavo sulla spiaggia <strong>di</strong> Algeri, l'uomo più miserevole,<br />

che non possiede sulla terra altro che il proprio tormento,<br />

ha un trono, poiché egli può - si batte sul petto - dominare se stesso.<br />

PHALARIUS che durante il <strong>di</strong>scorso ha lottato contro lo stupore, scaraventa via la<br />

coppa:<br />

Basta, non berrò questo vino avvelenato dalle parole.<br />

Non mi porgi refrigerio, mi dai da bere veleno.<br />

Tu saresti contento senza comandare? Non può essere!<br />

OCTAVIAN<br />

Lo sono, signore, anche se poi la tua ira mi colpirà.<br />

PHALARIUS<br />

Impossibile! Smentisci <strong>di</strong> sentirti felice.<br />

Per una forza del genere non c'è altrettanta pace dell'anima.<br />

Tu non sai quanto profondamente hai sconvolto il mio animo.<br />

O dei, che pena soffro quaggiù,<br />

non poter essere contento e dover guardare la letizia.<br />

Confessa, tu non sei un eroe - non ti sei mai adagiato sulla fama,<br />

non sei mai stato un generale, no! Hai sempre condotto l'aratro.<br />

OCTAVIAN<br />

Eri appena un fanciullo quando io salvai il regno.<br />

Io sono Octavian.<br />

PHALARIUS<br />

Colui che un tempo sconfisse i Persiani?<br />

OCTAVIAN<br />

Proprio così.<br />

PHALARIUS spaventato, come svegliandosi da un sogno, si mette a gridare:<br />

Via dal mio regno! O<strong>di</strong>ata meteora!<br />

Affinché la luce della mia fama non si spenga <strong>di</strong> fronte alla tua!<br />

Ti presenti a me come un vin<strong>di</strong>ce demone malizioso,<br />

che esce sibilando come un serpente velenoso dal grembo <strong>di</strong> una rosa.<br />

Fuggi via! Sei stato ban<strong>di</strong>to. Tu non appartieni al regno.<br />

La tua sorte è l'ipocrisia, non potrà affermarsi.<br />

Via questa folle illusione dal mio regno!<br />

Tu non hai il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> essere felice, altrimenti dovrei onorarti.<br />

Esce. I cacciatori lo seguono intimoriti.<br />

OCTAVIAN da solo:<br />

Ecco che va, più infelice <strong>di</strong> colui al quale dà la caccia.<br />

Sei stato ban<strong>di</strong>to, con quale facilità vengono pronunciate quelle parole.<br />

Prima tanto allegro, ora tanto amareggiato da lamentarmi -<br />

Ma no - sono un uomo - non mi spezzerai il cuore.<br />

Entra nella capanna.


SCENA QUARTA<br />

179<br />

Cambiamento <strong>di</strong> scena.<br />

Paesaggio romantico sull'isola <strong>di</strong> Kallidalos. Metà delle quinte rappresentano delle case,<br />

le altre un bosco. Entrano Lucina e Ewald, con la corona sulla testa.<br />

LUCINA Eccoti sull'isola <strong>di</strong> Kallidalos. Ripren<strong>di</strong>ti dallo spavento.<br />

EWALD Perdona se mi scuotono i nervi dalla paura, quella scena atroce non si è ancora<br />

allontanata dalla mia mente, e non voglio mai più vedere uno spettacolo simile.<br />

LUCINA Qui affronterai battaglie più facili, mio povero re senza regno. Adesso stammi a<br />

sentire. Su quest'isola regna l'abitu<strong>di</strong>ne che il re e le persone più nobili del popolo si<br />

riuniscano il primo giorno <strong>di</strong> primavera nel tempio <strong>di</strong> Venere. Fra tutte le ragazze <strong>di</strong><br />

questo regno, che compariranno teneramente adornate agli occhi del re, egli elegge la<br />

più bella regina della festa e le orna l'incantevole testa con una ghirlanda <strong>di</strong> rose. Poi<br />

tra la vivace schiera <strong>di</strong> giovani, egli sceglie il più valoroso che non può rifiutarsi e gli<br />

dona la mano <strong>di</strong> lei, dopo avergli prima conferito una carica. La coppia viene fatta<br />

sposare subito all'altare <strong>di</strong> Afro<strong>di</strong>te. In questo modo termina la festa e l'allegrezza <strong>di</strong><br />

questo giorno. Tu fai in modo che questo premio posi su una testa che ha già<br />

sopportato per sessanta anni le fatiche della vita. Però non dovranno essere delle rose<br />

ad ornarla, sulla sua fronte dovrà splendere un <strong>di</strong>adema <strong>di</strong> mirto posto dalle donne<br />

che guarderanno con invi<strong>di</strong>a quella corona, per la quale, invano, esse stesse hanno<br />

lottato. Per che cosa tu mirerai a ciò, lo indovinerai facilmente. Adesso togliti la<br />

corona, la custo<strong>di</strong>rò io stessa.<br />

Ewald si inginocchia. Dalla botola appaiono due geni. Ella gli toglie la corona.<br />

Non si ad<strong>di</strong>ce alla tua fronte. La dà ai geni. Conservatela bene, anche se non governa<br />

alcun regno, ne salverà comunque molti. I geni sprofondano con la corona. Se ora<br />

hai un desiderio, esprimilo.<br />

EWALD Desidererei proprio sapere se il mio accompagnatore è vivo. Anche lo scopo della<br />

sua missione è un enigma per me.<br />

LUCINA E' vivo. A cosa l'ho destinato si scoprirà oggi stesso. Presto lo vedrai, però non<br />

dovrai stupirti del cambiamento che ha sofferto il suo spirito, ciò durerà solo fino a<br />

che, per mezzo della sua mano, fluirà tanto sangue quanta è l'acqua che egli ha<br />

bevuto dal mio lago magico.<br />

EWALD Come! Scorgerò in lui un assassino?<br />

LUCINA Stai pure tranquillo, guido io il suo braccio. Tu esegui solo il mio or<strong>di</strong>ne e poi<br />

richie<strong>di</strong> il compenso. Per tutto il resto lascia che provvedano i sommi dei, che spesso<br />

nobilitano bassi mezzi con una scelta saggia, affinché servano ad alti scopi. Esce.<br />

SCENA QUINTA<br />

Ewald.<br />

EWALD da solo: Mi sembra che queste siano le ultime case <strong>di</strong> una grande città. Busserò a<br />

uno <strong>di</strong> questi portoni, forse comparirà una donna anziana la cui loquacità mi potrà<br />

dare rapide informazioni che potrò adoperare subito per il mio piano. Bussa alla<br />

porta della prima casa.<br />

Atritia guarda giù dalla finestra.


180<br />

ATRITIA Chi bussa con tanto impeto? Ancora non sai che questa porta non si apre ad<br />

alcun uomo?<br />

EWALD tra sé: Cielo, che amabile volto <strong>di</strong> fanciulla!<br />

ATRITIA Il tuo stupore è inutile.<br />

EWALD tra sé: La dolcezza traspare dai suoi occhi -<br />

ATRITIA Non ti illudere!<br />

EWALD tra sé: E mostra la strada del suo cuore.<br />

ATRITIA E' chiuso troppo bene.<br />

EWALD tra sé: Devo servirmi della mia fortuna.<br />

ATRITIA Non entrerai da me. Te lo <strong>di</strong>co.<br />

EWALD Bella fanciulla! Apri pure la porta, scivolerò tanto lievemente sulla tua soglia<br />

come se un sospiro sfiorasse le tue dolci labbra.<br />

ATRITIA E' un uomo delicato e mi ha detto delle cose dolci. Adesso però non potrò più<br />

<strong>di</strong>rgli niente <strong>di</strong> aspro. Ti farei entrare volentieri, ma non posso.<br />

EWALD Chi te lo ha proibito?<br />

ATRITIA Mia zia. Ha detto <strong>di</strong> non far passare alcun uomo oltre questa soglia. E' un duro<br />

or<strong>di</strong>ne, ma devo seguirlo, altrimenti starei volentieri vicino a te. Poiché tu mi piaci<br />

molto.<br />

EWALD Va bene, allora vieni tu da me. Non ti ha mica detto che non puoi oltrepassare<br />

questa soglia per andare da un uomo?<br />

ATRITIA in modo innocente: Questo non l'ha detto. Allora sono già contenta e vengo da<br />

te.<br />

EWALD La vista <strong>di</strong> una fanciulla non mi aveva ancora mai entusiasmato in questo modo.<br />

ATRITIA salta fuori: Eccomi qui dunque, cosa devi chiedermi?<br />

EWALD Se mi ami!<br />

ATRITIA Ma come posso amarti, non so ancora se sei amabile?<br />

EWALD Si, se devo manifestartelo prima, mi hai già dato la risposta.<br />

ATRITIA Per prima cosa sei fedele? Ricopri una carica? Se per caso sei un eroe, esci e<br />

combatti contro il cinghiale e quando lo avrai abbattuto, ritorna in<strong>di</strong>etro e chie<strong>di</strong> la<br />

mia mano.<br />

EWALD Qui c'è un cinghiale da combattere?<br />

ATRITIA Per <strong>di</strong> più grande e potente. Grande quasi come una casa, in questo modo per lo<br />

meno me lo ha <strong>di</strong>pinto la mia paura.<br />

EWALD Lo hai già visto?<br />

ATRITIA Eh, ma certo, si avvicina alla città, devasta tutti i terreni ad ha appena <strong>di</strong>laniato<br />

una ragazza, che oggi sarebbe certamente stata eletta la più bella.<br />

EWALD E' oggi questa festa?<br />

ATRITIA Si, sarà oggi, il tempio è già riccamente ornato e tutte le ragazze sono riunite là,<br />

ma proprio quando il re vi si stava recando, con un solenne corteo <strong>di</strong> guerrieri<br />

rilucenti, è arrivata velocemente la notizia che stava comparendo il cinghiale e che<br />

infieriva sui campi. Allora il re ha abbandonato tutti coloro che portavano armi e si è<br />

avviato verso la sanguinosa lotta contro il cinghiale. Per questo hai trovato le strade<br />

vuote.<br />

EWALD E' dunque ora che mi incammini all'opera. Sono un uomo d'onore e degno del tuo<br />

amore. Ma, <strong>di</strong>mmi, graziosa fanciulla, dove posso trovare un'anziana sessantenne che<br />

sia ancora tanto vanitosa da considerarsi bella?<br />

ATRITIA Dove non posso trovarla, dovresti chiedermi. Ce ne sono dappertutto, l'ho letto<br />

spesso. Sebbene la domanda non sia molto garbata, non dovrai affatto cercare a


181<br />

lungo se parlerai ancora un po' con me, poiché mia zia, tra poco, tornerà a casa e ti<br />

caccerà via dalla sua porta.<br />

EWALD E' così cattiva?<br />

ATRITIA Purtroppo si. Quando mia madre morì, io fui affidata a lei e per <strong>di</strong> più con molto<br />

denaro, ella doveva tirarmi su. Questo lo ha fatto, ma dell'oro che la mamma le aveva<br />

affidato per la mia dote nuziale, non vuole sentirne più parlare. Inoltre mi picchia<br />

quando si arrabbia, anche ieri stesso, perché volevo adornarmi per andare alla festa.<br />

Ma non me lo ha concesso, <strong>di</strong>cendo che non avrebbe dovuto vedermi alcun uomo.<br />

Ciò mi ha molto addolorato, io desidererei davvero un uomo, ma come può un uomo<br />

chiedermi in sposa, se non mi vede mai nessuno?<br />

EWALD Allora hai ragione. Eppure uno ti ha vista!<br />

ATRITIA E sei tu? Ma quando mi rivedrai?<br />

EWALD Lo desideri?<br />

ATRITIA Oh, non chiederlo. Cre<strong>di</strong> che sarei scesa da te, se tu non mi fossi piaciuto?<br />

Staresti ancora per del tempo davanti alla porta serrata, se con il tuo sguardo non<br />

avessi prima <strong>di</strong>schiuso il mio cuore. Ma ora ad<strong>di</strong>o e per questo non pensare male <strong>di</strong><br />

me, poiché ti <strong>di</strong>co che ti trovo amabile. Perciò non lo <strong>di</strong>rò più a nessun altro, come<br />

non lo avevo ancora detto a nessuno.<br />

EWALD Creatura incantevole, già mi abbandoni?<br />

ATRITIA Devo. Cerca pure la tua vecchia, dai retta! E appena l'avrai trovata, minaccia<br />

scherzosamente con il <strong>di</strong>to: non <strong>di</strong>menticarti della giovane. Corre in casa.<br />

SCENA SESTA<br />

Ewald.<br />

EWALD da solo: Ecco che corre via. Lucina, se bramo una ricompensa da te, è<br />

l'affascinante possesso <strong>di</strong> questa ragazza.<br />

SIMPLIZIUS grida in aria: Bruaho!<br />

EWALD Chi sta galoppando in cielo? E' Simplizius. Su un toro!<br />

SIMPLIZIUS scende a terra: Si fermi! Scende. Ecco! Eccoci qua entrambi. Torniamo pure<br />

a casa, in ufficio. Il toro vola via. Simplizius gli grida <strong>di</strong>etro: I miei ossequi agli altri.<br />

EWALD Simplizius, dove trova il coraggio <strong>di</strong> avventurarsi in questo modo nei cieli?<br />

SIMPLIZIUS La riguarda forse, perché se ne occupa? Non posso cavalcare su ciò che mi<br />

pare? Crede forse, visto che Lei ha cavalcato su una cuffia da notte <strong>di</strong> flanella, che io<br />

debba rinnegare la mia natura erculea? Ah, non è una cosa che si fa in quattro e<br />

quattr'otto!<br />

EWALD Che condotta!<br />

SIMPLIZIUS Quale condotta? E chi si conduce contro <strong>di</strong> Lei? Io no davvero. Per niente al<br />

mondo.<br />

EWALD Ma con quale <strong>di</strong>ritto - ?<br />

SIMPLIZIUS Cosa? Lei mi parla <strong>di</strong> un <strong>di</strong>ritto? Allora capita male. Diritto? Vuole forse<br />

avviare un processo? Oh, anche se non sono un giurista non mi faccio raggirare in<br />

questo modo. Lei si sbaglia.<br />

EWALD sprezzante: Perfido furfante!<br />

SIMPLIZIUS Niente offese, giovanotto! Se non devo <strong>di</strong>menticare chi sono.


182<br />

EWALD ride forte: E' da ammazzare.<br />

SIMPLIZIUS Parla <strong>di</strong> ammazzare? Vuole battersi con me a duello con i razzi <strong>di</strong> Congreve?<br />

O forse sono troppo piccoli per Lei. Venga qui dunque, pren<strong>di</strong>amo ciascuno una casa<br />

e tiriamocela in testa l'un l'altro, affinché la cosa abbia un peso. Vuol farlo?<br />

EWALD Per carità, se Lucina non mi avesse avvertito, dovrei punirlo.<br />

SIMPLIZIUS Punire? Ah, per - come si chiama quell'in<strong>di</strong>viduo? - Ah, per Giove! Ora<br />

inizieranno i colpi. Con il piede spezza in due il suo ramo e gliene dà mezzo. Ne<br />

prenda uno, gli altri verranno dopo.<br />

EWALD Ma cosa vuole?<br />

SIMPLIZIUS Voglio sod<strong>di</strong>sfazione. Fabbro <strong>di</strong> rime! Lo afferra al petto.<br />

EWALD Che forza! Mi lasci, Lei è un violento. Fugge.<br />

SIMPLIZIUS da solo: Aspetta, mi capiterai tra le mani. E' terribile! Non posso farne a<br />

meno, appena vedo un uomo, vorrei subito <strong>di</strong>laniarlo. Se almeno avessi una spada, o<br />

uno stiletto! O se da qualche parte trovassi due cannoni economici da poter<br />

comperare sottobanco, sparerei alla città intera e anche ai sobborghi. Stanno<br />

arrivando alcune persone. Avranno <strong>di</strong> che rallegrarsi.<br />

SCENA SETTIMA<br />

Detto. Olimar e Astrachan.<br />

OLIMAR un uomo grasso: Chi schiamazza in questo modo qui per strada? E' una persona<br />

del tutto sconosciuta?<br />

SIMPLIZIUS Mi si tendono tutti i nervi quando si parla <strong>di</strong> me.<br />

OLIMAR Sembra davvero un brigante! Quell'in<strong>di</strong>viduo non ha in mente niente <strong>di</strong> buono.<br />

SIMPLIZIUS Devo ancora trattenermi fino a che non avrò delle armi. Prima li sonderò.<br />

ASTRACHAN bruscamente: Perché ti scateni in un modo simile in questo giorno solenne?<br />

Vattene da qui, sfrontato.<br />

SIMPLIZIUS appostato: In quale modo mi parla? Non La interpello invano.<br />

ASTRACHAN Non ce n'è bisogno, poiché io non ti devo alcuna risposta, te la darò sul<br />

groppone.<br />

SIMPLIZIUS stupito: Davvero? E subito? Tra sé: Per il momento va bene. Verrà ucciso<br />

subito. Sarà il primo che spe<strong>di</strong>rò. Devo solo farmi un nodo nel fazzoletto per non<br />

<strong>di</strong>menticarmelo. Lo fa.<br />

ASTRACHAN Hai sentito, devi sgombrare la strada. Fila via.<br />

SIMPLIZIUS Devo sgombrare la strada? Deve credermi uno spazzino. Nessuno mi<br />

comanda, io rimango qui. Si siede su una pietra. E chi apre bocca, non se ne andrà<br />

più via <strong>di</strong> qui in buona salute.<br />

ASTRACHAN fa per scagliarsi contro <strong>di</strong> lui: Cosa?<br />

Olimar lo trattiene.<br />

OLIMAR intimorito ad Astrachan: Prudenza, amico, ha un randello in mano.<br />

ASTRACHAN Cosa me ne importa! Non avrai mica paura?<br />

OLIMAR Ehi, per carità.<br />

ASTRACHAN Vergognati, sei un magistrato. Vai subito a <strong>di</strong>mostrare il tuo coraggio.<br />

OLIMAR tremando: Chi, chi io? Ma cosa devo fare?<br />

ASTARCHAN Cacciarlo via <strong>di</strong> qui.<br />

OLIMAR Si, ma solo se si fa cacciare. Ma vedrai -


183<br />

ASTARCHAN Rivolgiti a lui in modo sostenuto.<br />

OLIMAR a Simplizius: Pregiatissimo amico -<br />

SIMPLIZIUS salta su in<strong>di</strong>gnato: Cosa c'è?<br />

OLIMAR si spaventa fortemente: Ecco fatto ora, l'ho detto.<br />

SIMPLIZIUS Cosa vuole il signore?<br />

ASTARCHAN sostenendo Olimar: Coraggio, coraggio, ti aiuto io.<br />

OLIMAR Si, basta che tu non mi lasci. Si domina. A voce alta: Villano -<br />

ASTRACHAN Avanti, così sta andando bene.<br />

OLIMAR Se osa ancora parlare con un tono simile -<br />

ASTARCHAN con gioia: Eccellente! Ve<strong>di</strong> come trema?<br />

OLIMAR Ti sbagli, amico, sono io che sto tremando. A Simplizius: Allora io Le - Ad<br />

Astrachan: Si, cosa devo fare? Presto!<br />

ASTARCHAN <strong>di</strong> nascosto: Stringerò la gola con una corda, affinché si ricor<strong>di</strong> <strong>di</strong> me!<br />

OLIMAR Stringerò la gola con una corda, affinché si ricor<strong>di</strong> <strong>di</strong> me. Ah! Si asciuga il<br />

sudore. C'è voluto molto coraggio.<br />

SIMPLIZIUS Stringere la gola con una corda? E' un cordaio. Bene, possiamo prendere<br />

anche lui con noi. Fa un nodo. Idem. Fa la mossa <strong>di</strong> pugnalare.<br />

ASTARCHAN Ti sei comportato bene. Ora lascia parlare me. Ascolta, se non vai via<br />

all'istante e ti fai vedere ancora una volta nella nostra città, vedrai quale punizione la<br />

nostra giustizia stabilisce per un mascalzone del genere.<br />

SIMPLIZIUS Ah, che severità. Deve morire quattro volte <strong>di</strong> seguito.<br />

ASTARCHAN Ah, bene. Ecco che arrivano Abukar e Nimmelot.<br />

OLIMAR Sono due giovani audaci.<br />

SIMPLIZIUS Giovani audaci? Allora i no<strong>di</strong> li farò in anticipo. Li fa.<br />

SCENA OTTAVA<br />

Detti. Abukar e Nimmelot armati.<br />

ABUKAR Cosa hai, Astrachan, stai facendo un chiasso tremendo?<br />

ASTRACHAN Ci <strong>di</strong>vertiamo con questo monello. E' la persona più arrogante che io abbia<br />

mai visto.<br />

OLIMAR spigliato: Si, si è un farabutto matricolato. Tra sé: Adesso noi siamo in quattro,<br />

ora dovrà fidarsi <strong>di</strong> me.<br />

SIMPLIZIUS Io li ascolto solo un po', d'un tratto me ne vado.<br />

Abukar e Nimmelot si mettono <strong>di</strong> fianco a Simplizius, gli battono sulle spalle e ridono.<br />

ABUKAR Hahaha, sembra proprio un orango.<br />

NIMMELOT ridendo: Che naso largo e che bocca enorme!<br />

SIMPLIZIUS Bravo, avanti, ne ho già preso nota. In<strong>di</strong>ca il suo fazzoletto. L'esecuzione<br />

avrà luogo, non mancherà.<br />

Ridono tutti.<br />

OLIMAR placido: Solo adesso la cosa comincia a farsi <strong>di</strong>vertente, solo ora mi rallegro <strong>di</strong><br />

essere stato tanto coraggioso.<br />

SIMPLIZIUS <strong>di</strong> nascosto: Beh, aspetta, ti salasserò.<br />

OLIMAR Ne arrivano altri quattro.<br />

SIMPLIZIUS Altri quattro?


SCENA NONA<br />

Detti. Entrano quattro abitanti, armati.<br />

184<br />

SIMPLIZIUS Ora mi si accumulano troppi no<strong>di</strong>. So già cosa fare, ne faccio uno grosso che<br />

vale per quattro. Sarà un massacro il momento in cui li cucirò tutti insieme.<br />

ABUKAR Guardatelo, è la faccia più sciocca che mi sia mai capitata.<br />

SIMPLIZIUS Ah, adesso dovrò colpire pure quel ribelle. A voce alta: Ma cosa crede?<br />

Crede che io sia il Suo buffone e che Lei possa prendersi gioco della mia fisionomia?<br />

Che cosa manca al mio viso? La bruttezza forse? Quella non si trova più da nessuna<br />

parte, visto che ce l'ha tutta Lei sul Suo volto.<br />

TUTTI ridono: Che tipo scherzoso!<br />

SIMPLIZIUS Bene, eccoci, non riescono neppure a ridere per bene con quei visi. Rido<br />

meglio io con il gomito sinistro che quelli con la bocca. Mi <strong>di</strong>ca, chi Le ha recato<br />

l'offesa <strong>di</strong> addossarLe una fisionomia simile? La natura forse? La destituirò, se mi farà<br />

ancora volti simili. E' una sfacciataggine da parte sua, non ho bisogno <strong>di</strong> lei se lavora<br />

in modo tanto maldestro. A cosa ci serve una natura? Il mondo è stato abbastanza a<br />

lungo innaturale, può continuare ad esserlo.<br />

ABUKAR Il giovanotto dovrà <strong>di</strong>ventare buffone <strong>di</strong> corte, mi fa terribilmente ridere.<br />

SIMPLIZIUS Buffone <strong>di</strong> corte? Questa è un'offesa. Sod<strong>di</strong>sfazione!<br />

OLIMAR Ha un coraggio da leone.<br />

SIMPLIZIUS Leone? Questa è ad<strong>di</strong>rittura un'offesa bestiale. Doppia sod<strong>di</strong>sfazione!<br />

ASTRACHAN Questo in<strong>di</strong>viduo supera persino gli spartani.<br />

SIMPLIZIUS Gli spartani? Saranno un altro tipo <strong>di</strong> animali ancora. Non mi riconosco<br />

proprio più dalla rabbia. Si faccia avanti chi ha coraggio! Uno dovrò trafiggerlo.<br />

Afferra Olimar. Come la mettiamo con Lei? Vuole battersi con me o vuol farsi<br />

battere?<br />

OLIMAR Aiuto! Aiuto!<br />

ABUKAR afferra Simplizius per la collottola e lo scuote: Adesso avrai tempo, monello.<br />

ASTRACHAN In prigione, portatelo via.<br />

SIMPLIZIUS sottrae a Olimar la sciabola dal fodero: Ora mi scappa la pazienza.<br />

Colpisce Abukar che gli oppone la lancia e gliela fa cadere <strong>di</strong> mano. Maledetti<br />

abitanti <strong>di</strong> Kallidalos! Ora la vostra vita si venderà a buon mercato!<br />

Combatte contro tutti mettendoli in fuga. Alcuni perdono le armi, uno l'elmo.<br />

OLIMAR correndo via: Lo avevo predetto, o dei, siateci benevoli!<br />

SIMPLIZIUS da solo: Ah! Pompei è conquistata. Vittoria sui Calmucchi. Ci sono delle<br />

armi. Si mette l'elmo in testa. Qua l'elmo! Prende la spada, la infila nel cinto e leva<br />

in alto la lancia. Mi metto addosso tutto l'arsenale. Così! Ora Stephan Fä<strong>di</strong>nger è<br />

pronto. Vendetta! Vendetta! Tutti dovranno sanguinare. Che o<strong>di</strong>o provo! Credo che<br />

qualcuno dovrebbe infilzarmi, se non riuscissi a fargli la festa. Il mondo intero mi<br />

ripugna.<br />

Canto<br />

Se mi offrissero <strong>di</strong> comprare il mondo<br />

non so se lo prenderei.<br />

Ci sarebbe da sopportare un gran fasti<strong>di</strong>o<br />

e tutto andrebbe <strong>di</strong> traverso.<br />

E se lo si rivendesse all'asta,<br />

quale vantaggio si potrebbe trarne?


in<strong>di</strong>ca se stesso<br />

Esce.<br />

Ripetizione<br />

185<br />

In primo luogo è una vecchia costruzione,<br />

chissà per quanto tempo potrà stare ancora in pie<strong>di</strong>.<br />

Lo si può vedere in Massana stessa,<br />

che sicuramente sprofonderà.<br />

E se un mondo ci cade in mare in questo modo,<br />

dove se ne può trovare subito un altro?<br />

Neppure i popoli mi si confanno,<br />

i calmucchi, gli ugonotti,<br />

e chi proprio non posso soffrire<br />

sono gli ottentotti.<br />

Mi fanno proprio morire <strong>di</strong> rabbia<br />

senza neppure averne visto uno.<br />

Anche con gli animali è una miseria,<br />

una semplice derisione,<br />

perché mai camminano sulle quattro zampe?<br />

Io vado anche su due.<br />

La maggior parte non può che tormentarci -<br />

Mi piacciono solo le sar<strong>di</strong>ne.<br />

Il sole è già da tempo la mia morte<br />

con il suo fulgore monotono.<br />

Il chiaro <strong>di</strong> luna si mette ad<strong>di</strong>rittura comodo,<br />

splendendo solo <strong>di</strong> notte.<br />

E poi quelle miserabili stelle,<br />

non si sa proprio a cosa servano.<br />

Per farla breve, o<strong>di</strong>o il mondo intero,<br />

d'estate come d'inverno.<br />

Non mi importa proprio <strong>di</strong> niente neppure del denaro.<br />

Non ha grande valore.<br />

Conoscessi almeno un singolo uomo -<br />

al quale poter ancora far del bene.<br />

E' un <strong>di</strong>vertimento bizzarro,<br />

cosa mai vorrà <strong>di</strong>re?<br />

Tutto il mio o<strong>di</strong>o è sparito,<br />

adesso amo tutte le persone.<br />

Il mio cuore vuole riscaldarsi sempre <strong>di</strong> più,<br />

vorrei poter abbracciare tutti.<br />

Prima non avrei dovuto arrabbiarmi?<br />

Non potevo certo lodarlo,


Esce.<br />

SCENA DECIMA<br />

186<br />

la gente deride il mio volto<br />

e se ne sta quassù.<br />

Ah, se poi sento ridere là sotto,<br />

è per me il più grande onore.<br />

Prima ho <strong>di</strong>sprezzato anche il denaro,<br />

ragazzino inesperto.<br />

Adesso ci ho riflettuto, non è affatto tanto spregevole.<br />

E se ne ricavassi un guadagno,<br />

credo che lo accetterei.<br />

Ewald. Aloe deve essere rappresentata da una giovane attrice con i capelli grigi. Ha la<br />

testa avvolta in un fazzoletto come una matrona greca e cammina un po' ricurva.<br />

ALOE No, no, caro il mio bel signore! Non così in fretta, la ragazza è troppo giovane, non<br />

ha ancora bisogno <strong>di</strong> un corteggiatore. Ah, o casta dea Diana, sono uscita appena<br />

un'ora <strong>di</strong> casa per ammirare gli uomini valorosi e la ragazza intraprende un affare <strong>di</strong><br />

cuore. Dove avete parlato con quella fanciulla snaturata?<br />

EWALD Alla finestra le ho parlato.<br />

ALOE Guardate un po'. E allora pensate che da noi si sposino le ragazze solo dopo averle<br />

viste dalla finestra? Così come si colgono i limoni? Lasciate perdere questo desiderio.<br />

Sono già cinquanta anni che guardo fuori dalla finestra e non ho scorto alcun uomo.<br />

Anch'ella può aspettare tutto questo tempo. Non Vi conosco neppure, chi siete<br />

dunque?<br />

EWALD Sono un forestiero.<br />

ALOE Oh, lo vedo, poiché i nostri uomini li conosco tutti. Cosa possedete dunque<br />

all'estero?<br />

EWALD Un bene che nessuna <strong>di</strong>sgrazia potrà rubarmi, uno spirito fedele e un intelletto<br />

vigoroso.<br />

ALOE Chi Vi <strong>di</strong>ce che l'intelletto sia un'ere<strong>di</strong>tà sicura, come potrebbero allora esserci così<br />

tanti pazzi?<br />

EWALD E un'arte che supera tutte le arti.<br />

ALOE Forse l'arte <strong>di</strong> abbindolarmi?<br />

EWALD Al contrario, vorrei far splendere la Vostra bellezza nel fulgore più solenne.<br />

ALOE Non ascolto volentieri quando si parla del mio fascino. Non mi è nuova ormai.<br />

L'abitu<strong>di</strong>ne uccide le nostre gioie più belle. Avanti, dunque? Ah, la mia memoria è<br />

tanto debole. Che cosa avete detto da ultimo?<br />

EWALD Si parlava appunto della Vostra bellezza.<br />

ALOE Si, si, era questo ciò che non volevo sentire. Volete elevarla?<br />

EWALD Al rango <strong>di</strong> Venere. Se mi promettete solennemente la mano <strong>di</strong> Vostra nipote.<br />

ALOE Cosa Vi viene in mente? Atritia? E' una fanciulla senza mezzi, per niente al mondo.<br />

EWALD Nemmeno per il premio che oggi il re conferirà in quel tempio là?


187<br />

ALOE spaventata: Siete fuori <strong>di</strong> senno? Sono spaventata proprio come se mi avesse<br />

colpita il dardo <strong>di</strong> Amore. Io sono già una rosa sfiorita che non brilla più nello<br />

splendore primaverile.<br />

EWALD Con la mia arte Vi conferirò questo splendore. Di fronte a tutte le fanciulle <strong>di</strong><br />

questo regno Voi dovrete conseguire il premio <strong>di</strong> bellezza. Però Vostra nipote poi<br />

sarà mia, la porterò via con me.<br />

ALOE Voi, mortale, potreste ottenere ciò per cui io ho già fatto voto a Cerbero affinché<br />

potesse riuscire a farlo?<br />

EWALD Vi do la mia parola, e se la romperò, non dovrete mantenere la Vostra.<br />

ALOE Non fatemi impazzire! Vorreste ringiovanire Aloe?<br />

EWALD E perché no? Se l'aloe, la pianta, a cento anni produce nuovi fiori, perché Aloe, la<br />

donna, non dovrebbe fiorire a sessanta?<br />

ALOE Sessanta anni, si, avete ragione, è il momento giusto per la fioritura. Mi sento già<br />

fiorire, inizio già a profumare. O cielo, che fortuna, mi sento già giovane, solo gli<br />

anni mi sono d'impiccio.<br />

EWALD Calmatevi però. Non è ancora il momento. Aspettatemi in casa. Prima devo<br />

mostrarmi al re. Entrate pure e <strong>di</strong>te ad Atritia che <strong>di</strong>venterà mia moglie.<br />

ALOE Si si. Avrete Atritia. Ve la regalo. Ah, se ne avessi una quantità <strong>di</strong> ragazze simili,<br />

potreste portarle tutte nel Vostro paese. Ma avanti, via, la più bella rimane in<strong>di</strong>etro.<br />

La più bella - un mondo <strong>di</strong> piacere vive in questa parola. E se io sono la più bella, mio<br />

sarà l'uomo più bello. L'uomo più bello, ah, quanti mon<strong>di</strong> si riuniscono. Verso la<br />

casa: Atritia, Atritia, avremo entrambe un uomo. O dei, siate con me, ne va della<br />

ragione. Esce lieta <strong>di</strong> corsa.<br />

EWALD da solo:<br />

Il giovane avverte doppiamente il valore del leggiadro amore,<br />

se sente la vecchiaia compiangerne la per<strong>di</strong>ta.<br />

GRIDA da fuori: Il cinghiale è stato abbattuto, viva il grande eroe!<br />

EWALD Il cinghiale è stato abbattuto! La piaga più ispida del paese. Ecco che arriva<br />

Simplizius! Pieno <strong>di</strong> paura! Il suo furore si è vaporizzato?<br />

SCENA UNDICESIMA<br />

Detto. Simplizius senza fiato.<br />

SIMPLIZIUS E' qui?<br />

EWALD Che notizie mi porti, Simplizius?<br />

SIMPLIZIUS Pensi, ho ucciso il cinghiale.<br />

EWALD Tu? Impossibile.<br />

SIMPLIZIUS Beh, lo <strong>di</strong>cono tutti!<br />

EWALD Tutti? Chi?<br />

SIMPLIZIUS La popolazione che è stata a guardarmi.<br />

EWALD E' proprio un cinghiale enorme.<br />

SIMPLIZIUS Si capisce, più grande <strong>di</strong> noi due.<br />

EWALD Non lo hai abbattuto da solo, qualcuno deve averti aiutato.<br />

SIMPLIZIUS Ora sì che va bene. Se a qualcuno riesce bene qualcosa, allora Lei <strong>di</strong>ce che<br />

deve essere stato aiutato. Ha una sola ferita, si può vedere subito.<br />

EWALD Ma come è avvenuto?


188<br />

SIMPLIZIUS Molto brevemente, infatti chi vuole impegolarsi in un lungo <strong>di</strong>scorso con un<br />

cinghiale? Sa che oggi era stata organizzata una caccia grossa contro <strong>di</strong> lui. Erano<br />

tutti riuniti là fuori presso l'albero verde, dove tutti i giorni viene il cinghiale a<br />

colazione. Tutti i guerrieri erano pieni <strong>di</strong> ardore e io ero già in ebollizione. Tutto ad<br />

un tratto arriva uno, pallido come un morto, che grida: "Arriva il cinghiale.<br />

Prendetelo ora! Prendetelo!" Ma nella lingua locale la parola prendetelo deve avere<br />

un altro significato e deve voler <strong>di</strong>re scappate. Poiché la parola era appena stata<br />

pronunciata, che tutti sono scappati via. Un coniglio dopo l'altro, io son rimasto<br />

l'ultimo. Erano appena fuggiti via, chi arriva? Il cinghiale. Appena lo scorgo, mi<br />

prende il furore, mi precipito su <strong>di</strong> lui e lo trafiggo da sinistra a destra.<br />

EWALD Inau<strong>di</strong>to. E appena è caduto, cosa è successo?<br />

SIMPLIZIUS Poi sono scappato via anch'io, cosa è successo in seguito non lo so.<br />

Probabilmente hanno raccolto il cinghiale.<br />

EWALD Dopo l'impresa hai dunque perso il coraggio?<br />

SIMPLIZIUS Si capisce, è proprio questa la cosa gran<strong>di</strong>osa. Bella forza, prima. Appena il<br />

cinghiale si è <strong>di</strong>steso sul suo sangue, mi è apparso venti volte più grande <strong>di</strong> prima,<br />

tanto che ho cominciato a tremare e non ho più potuto guardarlo. Ma tutti gridavano:<br />

"Fermo, trattieniti, grande eroe!" Ma io ho pensato: "Gridate quanto volete, non sono<br />

il primo eroe che è fuggito via e non sarò neppure l'ultimo" e sono scappato.<br />

EWALD Simplizius, otterrai una ricca ricompensa.<br />

SIMPLIZIUS Crede che ne verrà fuori qualcosa? Farò subito un conto equo: la mia<br />

prestazione nell'uccidere il cinghiale. Oppure devono pagarmi a peso. Lo farò pesare<br />

dal mercante <strong>di</strong> bestiame, quanto pesa, pesa. Punto e basta.<br />

GRIDA da fuori: Viva il più grande <strong>di</strong> tutti gli eroi.<br />

SIMPLIZIUS Sente, gridano <strong>di</strong> nuovo. Questo popolo non dà pace. Compare Aloe alla<br />

finestra. Ma mi <strong>di</strong>ca, quando salveremo il regno una buona volta, se succede sempre<br />

qualche cosa nel frattempo? Ora un terremoto, ora un cinghiale.<br />

EWALD Lasci che se ne occupi la dea. Noi ubbi<strong>di</strong>amo solamente. Guar<strong>di</strong> un po' là verso<br />

quella finestra.<br />

SIMPLIZIUS Ah, io non guardo in su.<br />

EWALD E perché no?<br />

SIMPLIZIUS Perché c'è una vecchia che guarda in giù.<br />

EWALD Amico, questo è il mio sogno. Oggi stesso ella dovrà risplendere come la più<br />

grande bellezza.<br />

SIMPLIZIUS Quella là? Allora ha da lucidare bene, prima che quella cominci a splendere.<br />

EWALD Lo farà la luce magica della fiaccola. Il re deve porgerle il premio, perciò mi<br />

presenti a lui come Suo amico, affinché egli mi conceda u<strong>di</strong>enza. Guar<strong>di</strong>, si stanno<br />

avvicinando i guerrieri in marcia solenne. Cercano Lei.<br />

SIMPLIZIUS Ah, possono marciare dove vogliono, io non ho bisogno <strong>di</strong> loro.<br />

Coro <strong>di</strong> guerrieri che avanzano sul palco.<br />

Coro<br />

Formano un cerchio.<br />

Grazie all'eroe che gli dei<br />

hanno temprato con un coraggio da leone<br />

e che hanno benignamente eletto,<br />

salvatore del regno.


SCENA DODICESIMA<br />

189<br />

Detti. Dardonius e cortigiani. Inoltre Nimmelot. Abukar. Astrachan. Olimar.<br />

DARDONIUS con gioioso entusiasmo: Dove? Dite, dove è il meraviglioso salvatore del<br />

mio paese?<br />

UN CORTIGIANO Ecco qui l'eccellente giovanotto, nobile principe.<br />

SIMPLIZIUS tra sé: Intende me?<br />

OLIMAR E' lui che ha abbattuto il cinghiale?<br />

ABUKAR Chi lo avrebbe pensato?<br />

DARDONIUS Fatti abbracciare, straniero. Lo abbraccia. Accetta la riconoscenza del re.<br />

SIMPLIZIUS La prego veramente <strong>di</strong> non suscitare un simile scalpore, non ne vale la pena<br />

per quella piccolezza, per quel po' <strong>di</strong> cinghiale.<br />

DARDONIUS osservandolo con meraviglia: Tu hai dunque abbattuto questo mostro?<br />

SIMPLIZIUS Ciò mi lusinga.<br />

I GUERRIERI Noi tutti siamo stati testimoni.<br />

DARDONIUS Uomo eroico, guarda le lacrime <strong>di</strong> riconoscenza negli occhi del mio popolo.<br />

I cortigiani piangono.<br />

SIMPLIZIUS in <strong>di</strong>sparte: Mi è inconcepibile come si possa piangere per un cinghiale.<br />

DARDONIUS Dei! Come può risiedere tale forza gigantesca in un corpo tanto debole.<br />

SIMPLIZIUS Si, questo è proprio il gioco d'azzardo della natura, come quando si apre il<br />

guscio <strong>di</strong> un'ostrica e ne viene fuori un elefante.<br />

DARDONIUS Parla! Come posso ricompensarti?<br />

SIMPLIZIUS Beh, prima dovrei fare un calcolo approssimativo. Ci vuole troppo. Affido il<br />

tutto all'in<strong>di</strong>screzione <strong>di</strong> Vostra Maestà, non avremo bisogno <strong>di</strong> alcun giu<strong>di</strong>ce.<br />

DARDONIUS tra sé: Non comprendo il modo <strong>di</strong> esprimersi <strong>di</strong> quest'uomo. A voce alta:<br />

Guerrieri, il cui coraggio spesso <strong>di</strong>mostrato deve cedere al vigore eroico <strong>di</strong> questo<br />

giovane, <strong>di</strong>te voi stessi se quest'impresa merita <strong>di</strong> essere ricompensata con l'alloro?<br />

TUTTI Si, lo merita.<br />

SIMPLIZIUS Accidenti! Mi danno ad<strong>di</strong>rittura un alloro. Avrei preferito mezzo litro <strong>di</strong> vino<br />

nuovo.<br />

DARDONIUS Orsù, incoronatelo dunque con l'alloro.<br />

I guerrieri spezzano dei rami d'alloro dall'albero e intrecciano una corona.<br />

SIMPLIZIUS a Ewald: Amico, ma devo accettare questa verdura? Ma non vale due sol<strong>di</strong>.<br />

EWALD Quale verdura?<br />

SIMPLIZIUS Vogliono darmi un alloro. Avrei preferito <strong>degli</strong> spinaci. Mi sembra che<br />

vogliano imbrogliarmi, vero?<br />

EWALD Ma cosa Le viene in mente? L'alloro è l'onorificenza più alta, per la quale hanno<br />

combattuto i più gran<strong>di</strong> uomini <strong>di</strong> tutti i tempi.<br />

SIMPLIZIUS Per l'alloro? Deve essere proprio caduto in basso, ora lo adoprano<br />

ad<strong>di</strong>rittura per la lombata.<br />

EWALD Si lasci istruire. Lei deruba l'umanità della sua nobiltà.<br />

SIMPLIZIUS Ma l'umanità è <strong>di</strong> famiglia nobile? Voglio vedere l'albero genealogico.<br />

EWALD O intelletto, quanto innalza il tuo valore la relazione con gli animali.<br />

DARDONIUS Lo avete preparato?<br />

UN CORTIGIANO Eccolo. Porta su uno scudo la corona con delle bacche rosse.


190<br />

SIMPLIZIUS Ma non è neppure un alloro.<br />

DARDONIUS Adesso inginocchiati, ti incoronerò io stesso.<br />

SIMPLIZIUS Va a finire che mi incoronano con le coccole delle rose <strong>di</strong> macchia. Si<br />

inginocchia.<br />

OLIMAR Una sorte spietata.<br />

DARDONIUS In nome mio e <strong>di</strong> tutto il regno, cingo la tua fronte eroica con questo serto<br />

onorifico.<br />

SIMPLIZIUS Ora sono rifornito per tutta la vita, scuote la testa, speriamo almeno che non<br />

arrivino le mosche.<br />

DARDONIUS Come ti chiami?<br />

SIMPLIZIUS Simplizius!<br />

DARDONIUS Tutto l'esercito esalti questo nome.<br />

TUTTI I GUERRIERI Viva Simplizius, il salvatore del nostro paese.<br />

DARDONIUS Alzati! La corona è tua.<br />

SIMPLIZIUS si alza. Tra sé: Mi è andata proprio male. Che popolo ingrato. Devo<br />

assomigliare a un salice.<br />

DARDONIUS E affinché tu riconosca quanto vale la mia più grande gratitu<strong>di</strong>ne, <strong>di</strong>venterai<br />

vicecomandante.<br />

SIMPLIZIUS Che spettacolo! Ora mi prendono ad<strong>di</strong>rittura per un militare. Diventerò<br />

vicecerusico.<br />

EWALD Quest'uomo mi porta alla pazzia.<br />

OLIMAR E' un in<strong>di</strong>viduo estremamente sciocco.<br />

TUTTI Salute a te, Simplizius!<br />

CORTIGIANO Viene portato il cinghiale, nobile principe.<br />

SIMPLIZIUS Cosa? Ora non riuscirei a sopportarlo. Mi prenderà un colpo.<br />

Sei guerrieri portano un enorme cinghiale su una barella, che viene posta al centro del<br />

palco.<br />

EWALD Un animale degno <strong>di</strong> essere visto.<br />

SIMPLIZIUS Io non lo guardo davvero.<br />

DARDONIUS Ammira la tua gigantesca impresa.<br />

SIMPLIZIUS Ah, è terribile, è cresciuto ancora. A Ewald: Quell'animale non ha fine. Lo<br />

guar<strong>di</strong> un po', mi sembra che si muova ancora, non è morto.<br />

DARDONIUS Go<strong>di</strong>ti la tua vittoria.<br />

SIMPLIZIUS a Ewald: Mi sostenga, non mi sento bene, dalla paura perdo la corona<br />

d'alloro. Mi afferra, ha gli occhi su <strong>di</strong> me. Lo guar<strong>di</strong> un po'.<br />

EWALD Ma si riprenda, su.<br />

SIMPLIZIUS Non parli <strong>di</strong> riprendersi, altrimenti quello sarà subito qui. Non lo sopporto.<br />

Grida: Vostra Maestà! Vostra Maestà porti via il cinghiale.<br />

NUMEROSI CORTIGIANI Il re?<br />

SIMPLIZIUS Per me è uguale, per me va bene anche la regina. Purché vada via. Altrimenti<br />

accadrà una <strong>di</strong>sgrazia.<br />

DARDONIUS Perché tremi in questo modo?<br />

SIMPLIZIUS Dalla troppa forza, è il coraggio superfluo. Una lancia! Gliene porgono una<br />

- a voce bassa: Affinché possa sorreggermi, altrimenti crollo. Che se ne vada, avanti,<br />

lo trafiggerò ancora una volta, quel <strong>di</strong>avolo, sono fuori <strong>di</strong> me dalla rabbia. In<br />

<strong>di</strong>sparte: E dalla paura.


191<br />

DARDONIUS Allora portate via il cinghiale. Tra sé: Quest'uomo è un enigma per me.<br />

OLIMAR Se il coraggio si manifesta in questo modo, allora anch'io sono un eroe.<br />

DARDONIUS Siete sicuri che egli, egli solamente, abbia abbattuto il cinghiale?<br />

I GUERRIERI Lo siamo.<br />

DARDONIUS Per me è inconcepibile.<br />

SIMPLIZIUS a voce bassa al re: Per me lo è da tempo.<br />

CORTIGIANO a voce bassa al re: E' privo <strong>di</strong> intelletto e volgare.<br />

DARDONIUS Che importa! In questo modo noi ricompensiamo l'impresa, non chi l'ha<br />

compiuta. Innalzatelo e portatelo in trionfo verso il tempio. Là adornatelo come esige<br />

l'usanza. Ad<strong>di</strong>o, mio eroe, verrò tra breve. I guerrieri formano una scala con i loro<br />

scu<strong>di</strong>.<br />

SIMPLIZIUS Ma che onori mi rendono! Prima portano il cinghiale e poi me. Lassù? Ah,<br />

sarà un trionfo se mi faranno cadere da lassù. Allora riposerò sul mio alloro. Sale su.<br />

GUERRIERI Viva Simplizius!<br />

SIMPLIZIUS Ora mi hanno messo su uno stemma, poi mi daranno delle botte. Si ha una<br />

bella vista da quassù. Basta fare attenzione, altrimenti ci sarà da raccogliere<br />

qualcos'altro. Inizia la marcia, fanno per portarlo via - egli grida: Ehi, accidenti, ho<br />

<strong>di</strong>menticato qualcosa! Fermi! Deve fermarsi tutta l'armata. Si fermano. Vostra<br />

Maestà, chiedo la parola.<br />

DARDONIUS si avvicina: Cosa desideri?<br />

SIMPLIZIUS a Ewald: Venga un po' qui. Vostra Maestà permette che io presenti Vostra<br />

Maestà al mio amico, desidera fare la Vostra conoscenza e a causa <strong>di</strong> tanto trionfo,<br />

stavo per <strong>di</strong>menticarmene. Hahaha! Riverisco! Ai guerrieri: Avanti pure con il<br />

corteo.<br />

Il CORO ripete:<br />

Grazie all'eroe che gli dei<br />

hanno temprato con un coraggio da leone<br />

e che hanno eletto benignamente,<br />

salvatore del regno.<br />

Escono tutti tranne Dardonius, i cortigiani, Ewald. Aloe si allontana dalla finestra.<br />

I CORTIGIANI Un uomo bizzarro, del tutto indegno <strong>di</strong> tale onore.<br />

DARDONIUS Sei amico <strong>di</strong> quell'uomo valoroso?<br />

EWALD in <strong>di</strong>sparte: Cosa devo <strong>di</strong>re? A voce alta: Si, nobile principe. Tra sé: La vergogna<br />

<strong>di</strong> dover essere amico <strong>di</strong> quello stolto mi schiaccia quasi a terra.<br />

DARDONIUS E' un eroe come non me ne era ancora capitato alcuno e ha compiuto una<br />

cosa importante per il paese, perciò anche tu puoi contare sull'esau<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> un<br />

desiderio.<br />

EWALD E' un desiderio che si accorda bene con l'onore <strong>di</strong> questo paese. Condurrò i tuoi<br />

occhi verso la più grande bellezza del tuo regno, che ha vissuto fino a ora in<br />

silenzioso isolamento.<br />

DARDONIUS Portala alla festa, se meriterà il premio, non le sfuggirà. Però io non posso<br />

agire iniquamente.<br />

EWALD La mia preghiera non è così ar<strong>di</strong>ta. Solo che non dovrai essere tu stesso ad<br />

ornarla con una ghirlanda <strong>di</strong> rose, dovranno essere le nobildonne del tuo paese a<br />

porre un <strong>di</strong>adema <strong>di</strong> mirto sulla sua testa.


192<br />

DARDONIUS Sarà fatto. Presentati tra breve al tempio, poiché prima che il destriero <strong>di</strong><br />

Febo beva dai flutti <strong>di</strong> Poseidone, la nostra festa dovrà essere terminata, affinché la<br />

notte, che oscura lo splendore <strong>di</strong> tutte le bellezze, non sottragga la vittoria al giorno<br />

glorioso.<br />

Esce. I cortigiani lo seguono.<br />

EWALD Mi addolora il cuore doverti ingannare, nobile re, poiché un momento ar<strong>di</strong>to ti<br />

mostrerà in modo sconvolgente, come sessanta anni impietosi trasformino in<br />

bruttezza, la graziosa immagine della bellezza. Entra in casa <strong>di</strong> Aloe.<br />

SCENA TREDICESIMA<br />

Cambiamento <strong>di</strong> scena.<br />

Ingresso dell'abitazione <strong>di</strong> Aloe. Sullo sfondo, un ampio pilastro sorregge al centro la<br />

volta, cosicché si formano due aperture, il cui ingresso sul lato destro è chiuso da una<br />

balaustra alta tre pie<strong>di</strong>, che dalle quinte giunge fino al pilastro centrale. In quest'atrio, che<br />

è <strong>di</strong>pinto <strong>di</strong> scuro, una porta laterale conduce alla camera <strong>di</strong> Atritia. L'atrio <strong>di</strong> sinistra è<br />

illuminato, poiché su questo lato si trova una finestra.<br />

ALOE uscendo dalla camera <strong>di</strong> Atritia e gridando in quella <strong>di</strong>rezione: Tu rimani nella<br />

stanza, chiude la porta a chiave, egli non potrà parlarti finché non avrò rior<strong>di</strong>nato del<br />

tutto la mia bellezza. Si inginocchia. O dei! Che avete adornato migliaia <strong>di</strong> cieli con<br />

la bellezza, aprite la vostra <strong>di</strong>spensa e versate sulla mia testa la cornucopia della<br />

tenera gioventù. Sopporterò tutto <strong>di</strong> buon grado: gettatemi nel cratere dell'Etna,<br />

basta che esso mi sputi fuori bella. Fatemi languire nel profondo del mare, basta che<br />

possa risorgere nuovamente dalla sua schiuma leggiadra come Venere! Donatemi<br />

milioni <strong>di</strong> conchiglie, <strong>di</strong> cui una sola nasconda la bellezza, e io le aprirò tutte, finché<br />

non arriverò a quella giusta. O dei, cedete alle preghiere - Alt, lo straniero si sta già<br />

avvicinando.<br />

SCENA QUATTORDICESIMA<br />

Detta. Ewald.<br />

EWALD Eccomi qui, presto all'opera. Imperioso: Adesso preparateVi a <strong>di</strong>ventare bella.<br />

ALOE in modo patetico: Chi non sarebbe pronto? L'attesa eccita ogni fibra e l'impazienza<br />

mi fa esplodere il cuore.<br />

EWALD InginocchiateVi.<br />

ALOE Ora mi inginocchio.<br />

EWALD RialzateVi, adesso siete bella.<br />

ALOE si alza <strong>di</strong> scatto: Mi volete far <strong>di</strong>ventare pazza, non vedo in me il minimo<br />

cambiamento.<br />

EWALD Qui è troppo buio, fatemi usare la torcia. Agita la fiaccola e la infila in un anello<br />

del pilastro, in modo che venga illuminato l'atrio <strong>di</strong> sinistra e l'altro rimanga buio.<br />

Aloe si trasforma all'istante in una giovane e affascinante ragazza greca,


193<br />

vestita <strong>di</strong> rosa, ornata <strong>di</strong> rose bianche. Adesso guardateVi allo specchio. Le tiene<br />

davanti uno specchietto che stava su un tavolino.<br />

ALOE No! Impossibile. Traspare Venere da questo specchio. Giuratemi che sono proprio<br />

io.<br />

EWALD Si, siete Voi, ci scommetto la testa.<br />

ALOE con improvviso orgoglio: Adesso donne, che il mondo cieco <strong>di</strong>chiara belle, abbiate<br />

il coraggio <strong>di</strong> misurarvi con me! Siete tutte delle men<strong>di</strong>canti. Ah, la mia gioia è tanto<br />

grande che devo abbracciarti. Lo bacia.<br />

EWALD Quasi quasi piace anche a me, ma non potrà sedurmi, basterà spegnere la fiaccola<br />

per <strong>di</strong>struggere questo amore. Teso: Ascoltatemi, bella Aloe.<br />

ALOE rapita: Cosa desideri, bell'uomo?<br />

EWALD Adesso mantenete anche Voi la parola, visto che io ho tenuto fede alla mia.<br />

Fatemi parlare con Atritia. Chiamatemela.<br />

ALOE Aspettate un po', l'ho rinchiusa. Ebbene, scoppierà <strong>di</strong> collera quando vedrà la mia<br />

bellezza.<br />

Passa attraverso l'apertura illuminata dell'arco. Appena passa <strong>di</strong>etro il pilastro, si ferma e<br />

un'altra della stessa misura, vestita come Aloe vecchia, va al suo posto, senza fermarsi,<br />

verso la porta laterale dell'atrio buio, la apre ed entra. Appena apre la porta<br />

EWALD <strong>di</strong>ce ridendo: Haha! Adesso è <strong>di</strong> nuovo vecchia, poiché la fiaccola non lo sta<br />

illuminando.<br />

Aloe esce <strong>di</strong> corsa dalla stanza. Appena giunge al pilastro, le figure cambiano.<br />

ALOE Come è possibile che Atritia non mi abbia ammirata?<br />

EWALD tra sé: Lo credo bene. A voce alta: Vi sbagliate sicuramente. Grida: Atritia! Esci<br />

pure.<br />

Atritia esce dalla stanza, corre verso Ewald, senza far attenzione ad Aloe.<br />

ATRITIA Arrivo! E' la sua voce. Di un po', straniero, è vero che <strong>di</strong>venterò la tua<br />

mogliettina?<br />

EWALD Proprio così! Ma girati!<br />

ATRITIA Ah, cielo, cosa vedo! E' la dea Venere in persona. Cade in ginocchio. No, non<br />

ho mai visto una bellezza simile.<br />

ALOE trionfante: O conforto! Ciò solletica il mio orgoglio! Ecco che ora si inginocchia<br />

colei che tanto spesso mi ha deriso.<br />

ATRITIA tiene le mani unite: Grande dea, assistici.<br />

EWALD Alzati, è solo tua zia.<br />

ATRITIA Ma cosa <strong>di</strong>ci? La zia?<br />

EWALD Proprio così. L'ho abbellita io in questo modo.<br />

ATRITIA si alza: La vecchia e brutta Aloe? Impossibile.<br />

ALOE esplode: Maleducata, osi definirmi brutta? Togliti dalla mia vista, altrimenti ti<br />

metterò le mani addosso. La rabbia mi uccide.<br />

ATRITIA Si, hai proprio ragione, è lei. La dea Venere non parla in questo modo. Oh,<br />

<strong>di</strong>mmi, farai <strong>di</strong>ventare anche me bella così?<br />

EWALD Per me sei già bella abbastanza.<br />

ATRITIA Allora non voglio esserlo ancora <strong>di</strong> più.<br />

EWALD Ma ora ad<strong>di</strong>o. La bacia. Appena ritornerò, sarai mia moglie e mi seguirai nella<br />

mia patria. Lucina! Conce<strong>di</strong>le la tua protezione.<br />

ALOE ancora furente: Definirmi vecchia! Creatura <strong>di</strong>sgustosa! Minaccia con il pugno.


194<br />

EWALD Adesso calmateVi, la collera <strong>di</strong>minuisce la Vostra bellezza. Seguitemi nel tempio.<br />

ALOE si domina: Si, mi calmerò, poiché la bellezza è la cosa più importante per me. Vi<br />

seguo. Di nuovo con irruenza: Ma quando tornerò! A Ewald: Vada pure avanti, sono<br />

la dolcezza in persona. Di nuovo con irruenza: Ragazza sacrilega! Io - si calma - no,<br />

non mi ruberai la mia bellezza. Vai pure avanti, io seguirò docilmente, molto<br />

docilmente. Cammina irrigi<strong>di</strong>ta a piccoli passi e getta una furiosa occhiata <strong>di</strong><br />

sbieco ad Atritia. Definirmi vecchia! Trema, quando tornerò! Molto docilmente -<br />

molto docilmente.<br />

Esce.<br />

ATRITIA da sola: Ah, il mio amato è un mago.<br />

Scendono delle nubi. Lulu esce dalla botola.<br />

LULU E per questo lo lascerai?<br />

ATRITIA Non lo farò. Ha incantato anche me.<br />

LULU Allora seguimi. Ti terrò in custo<strong>di</strong>a per lui.<br />

Sprofonda con lei.<br />

SCENA QUINDICESIMA<br />

Cambiamento <strong>di</strong> scena.<br />

Tempio <strong>di</strong> Venere. A ogni lato un trono e al centro del fondale l'immagine della dea,<br />

ondeggiante sulle nubi, <strong>di</strong> fronte a essa alcuni gra<strong>di</strong>ni. Olimar, Astrachan ecc.<br />

Sacerdotesse <strong>di</strong> Venere con fiaccole d'oro. Donne e uomini della nobiltà <strong>di</strong> Kallidalos sono<br />

riuniti nel tempio. Il re sale sul trono <strong>di</strong> destra.<br />

Breve coro<br />

Guardate, la dea ci è benigna,<br />

amabilmente scintilla l'oro della chioma<br />

e il suo sguardo pieno <strong>di</strong> grazia,<br />

annuncia fortuna al nostro paese.<br />

DARDONIUS La dea ci è benigna. Ha accettato benevolmente le offerte. Adesso<br />

conducete davanti al mio trono l'eroe <strong>di</strong> questa importante giornata.<br />

SCENA SEDICESIMA<br />

Detti. Simplizius, ornato <strong>di</strong> una corazza greca d'oro e con la grossa pelle del cinghiale<br />

addosso, viene introdotto dai nobili.<br />

SIMPLIZIUS Cosa vogliono tutti questi da me? Ora in piena estate mi cuciono in una pelle<br />

<strong>di</strong> cinghiale, tanto da non star più nella pelle.<br />

DARDONIUS Uomini e donne della nobiltà <strong>di</strong> Kallidalos, ecco qui il cacciatore più audace<br />

del suo tempo.<br />

SIMPLIZIUS Vorrei esserlo, così vi caccerei via tutti.<br />

DARDONIUS Ha avuto la ventura <strong>di</strong> sconfiggere quel mostro che ha devastato il nostro<br />

paese. Adesso potete audacemente vagare per il bosco e la semina dei vostri campi è<br />

salva grazie a lui.


195<br />

SIMPLIZIUS Ah! Per questo mi hanno fatto cerusico.<br />

DARDONIUS Sulla sua fronte è già stato posto il segno della più alta fama e le sue spalle<br />

sono coperte dalla ruvida corazza dell'animale. Niente eguaglia il suo coraggio.<br />

SIMPLIZIUS tra sé: Mi assalgono già tutte le angosce. Sto sudando da morire.<br />

DARDONIUS Perciò la speranza <strong>di</strong> tutto il mio popolo è riposta solo in te.<br />

SIMPLIZIUS tra sé: Bene, mi congratulo.<br />

DARDONIUS Presto inizierà la guerra contro Agrigento e il campo <strong>di</strong> battaglia si riempirà<br />

<strong>di</strong> guerrieri. Sali su quel trono e annuncia tu stesso, cosa ti ho nominato.<br />

SIMPLIZIUS O male<strong>di</strong>zione, mi manca la parola e devo tenere un <strong>di</strong>scorso. Ma no, <strong>di</strong>rò<br />

qualcosa <strong>di</strong> sconnesso, spesso piace <strong>di</strong> più delle cose assennate. Sale sul trono e<br />

sospira: Dunque popolo al <strong>di</strong> sopra <strong>di</strong> tutti i popoli, il re mi ha assegnato ai militari e<br />

benché io non possegga la giusta misura, mi sento commosso sopra ogni misura e<br />

talmente toccato che devo sedermi su questo trono, per tacere tutto ciò che la mia<br />

riservatezza non mi permette mai <strong>di</strong> <strong>di</strong>re. Si siede.<br />

DARDONIUS L'ho nominato vicecomandante. Sei più grande come eroe che come<br />

oratore. Adesso porgete il <strong>di</strong>adema <strong>di</strong> mirto alle donne come ho <strong>di</strong>sposto oggi e<br />

lasciate che le ragazze aspirino al premio della bellezza.<br />

Musica da ballo melo<strong>di</strong>osa. Do<strong>di</strong>ci ragazze, vestite come Aloe dopo la trasformazione, ma<br />

con abiti bianchi ornati <strong>di</strong> rose rosse, formano graziosi raggruppamenti davanti al trono<br />

del re. Infine il gruppo forma un tableau che lascia al suo centro uno spazio, in cui entra<br />

Aloe, introdotta da Ewald con la fiaccola, che chiude il gruppo. Un fanciullo porta alle<br />

donne la corona <strong>di</strong> mirto su un cuscino.<br />

DARDONIUS con trasporto: E' colei che, simile a una rosa adamantina, supera nel<br />

bagliore le perle delicate. Scende dal trono e conduce avanti Aloe. Donne,<br />

incoronatela, solo a lei spetta il premio.<br />

SIMPLIZIUS tra sé: La vecchia è <strong>di</strong>ventata matura. Ora la si vende per giovane.<br />

DARDONIUS Dite voi stessi, quale paese può mostrare una ragazza simile?<br />

GLI UOMINI Lo stupore incatena i nostri sensi.<br />

SIMPLIZIUS tra sé: Questo è l'inganno più bello che mi sia mai capitato.<br />

DARDONIUS Perché indugiate, signore onorate, non è degna della vostra corona? Pausa.<br />

Rispondete.<br />

LE DONNE Si, ci è -<br />

DARDONIUS Cosa vi è?<br />

SIMPLIZIUS E' troppo bella per loro, questo è tutto.<br />

LE DONNE Ci è superiore in bellezza.<br />

SIMPLIZIUS Ci è voluto un po' perché venisse fuori. Domani saranno tutte malate.<br />

LE DONNE le mettono il <strong>di</strong>adema: Più bella <strong>di</strong> tutte noi, sii la regina della festa.<br />

SIMPLIZIUS Ora riceve anche una corona. Io le darei qualcos'altro.<br />

Le donne conducono Aloe verso lo sfondo sui gra<strong>di</strong>ni del trono e si <strong>di</strong>spongono in fila su<br />

entrambi i lati.<br />

TUTTI Salute alla regina della festa!<br />

SIMPLIZIUS Ma cosa hanno da gridare oggi, va a finire che verrà la rauce<strong>di</strong>ne a tutti.<br />

DARDONIUS Simplizius, solo adesso posso ricompensarti <strong>di</strong>gnitosamente. Pren<strong>di</strong> la mano<br />

<strong>di</strong> questa ragazza. Sarà tua moglie.


196<br />

SIMPLIZIUS Questa vecchia? Per poco ora non cado giù dal trono per lo spavento. Non<br />

la voglio.<br />

DARDONIUS Sei sconcertato? Questa creatura incantevole?<br />

SIMPLIZIUS Non mi affascina. L'ho già vista con il suo vecchio negligé.<br />

DARDONIUS Devi prenderla. Se non vuoi perdere la tua carica.<br />

SIMPLIZIUS Per me va bene. Scende dal trono - tra sé: Preferisco perdere la carica <strong>di</strong><br />

cerusico che avere noie con la vecchia.<br />

DARDONIUS Come, osi contrad<strong>di</strong>re la legge?<br />

EWALD a bassa voce: La prenda. Basta che non riveli niente. Le presto la fiaccola.<br />

SIMPLIZIUS La smetta, voglio avere una donna che sia bella anche al buio, non una che<br />

debba prima essere illuminata. A voce alta: Non la prendo. Vuole forse prenderla un<br />

altro?<br />

GLI UOMINI Siamo tutti pronti a sposarla.<br />

SIMPLIZIUS Bene, dunque. Andate via adulatori. La donna trae in inganno il paese intero.<br />

DARDONIUS Non è ancora abbastanza. Per <strong>di</strong>mostrare come a Kallidalos si onori la<br />

bellezza, la eleggo io stesso mia sposa.<br />

TUTTI Viva la nostra regina!<br />

SIMPLIZIUS Ora <strong>di</strong>venta ad<strong>di</strong>rittura regina. Sarà un giubilo quando regnerà.<br />

DARDONIUS E mi sposo all'istante.<br />

Aloe fa gesti <strong>di</strong> entusiasmo.<br />

SIMPLIZIUS Il re esagera. A Ewald: Spenga pure la fiaccola, sposerà a scatola chiusa.<br />

EWALD Che tremendo imbarazzo. Cosa devo fare ora?<br />

Tuono. L'immagine <strong>di</strong> Venere cade giù. Al suo posto è visibile Lucina in un'aureola <strong>di</strong><br />

nubi.<br />

LUCINA L'inganno sta oltrepassando i limiti, toglietevi le corone che non vi spettano.<br />

Toglie la corona ad Aloe che è sotto <strong>di</strong> lei e l'alloro <strong>di</strong> Simplizius le vola tra le<br />

mani. Ora via, ad Agrigento.<br />

Ewald e Simplizius spariscono. Appena la fiaccola si eclissa, Aloe si ritrasforma<br />

riassumendo le sue vere sembianza. Compare <strong>di</strong> nuovo l'immagine <strong>di</strong> Venere.<br />

TUTTI Cosa è accaduto?<br />

DARDONIUS Sono spariti i forestieri? Dov'è la sposa che ho scelto?<br />

ALOE sui gra<strong>di</strong>ni: Eccomi qui, nobilissimo sposo.<br />

DARDONIUS Che donna orrenda! Come sei giunta al tempio?<br />

ALOE Sono io, Aloe, colei che hai scelto. Lo giuro sulla mia gioventù.<br />

TUTTI Inganno!<br />

DARDONIUS Magia! Scacciatela dal tempio con la frusta. O infamia, annientami! Cade<br />

giù.<br />

Aloe viene trascinata via dai gra<strong>di</strong>ni.<br />

Coro<br />

Viene cacciata fuori.<br />

Fuori, fuori, mostro,<br />

non profanare il tempio.<br />

Trema <strong>di</strong> fronte al furore del re.<br />

Su, trascinatela davanti al tribunale.


SCENA DICIASSETTESIMA<br />

197<br />

Cambiamento <strong>di</strong> scena.<br />

Il bosco con il portale delle Eumeni<strong>di</strong> su cui ardono i tre sigilli. Chiaro <strong>di</strong> luna. Lucina<br />

con le corone. Creonte.<br />

LUCINA<br />

Vieni, mio Creonte, abbiamo ottenuto la vittoria.<br />

CREONTE<br />

Avresti dunque conquistato l'impossibile?<br />

LUCINA<br />

Fra breve la gioia più solenne compenserà il tuo dolore.<br />

L'Orco è stato umiliato, ecco le corone.<br />

CREONTE<br />

Tre astri le illumineranno con chiarezza nella notte.<br />

Come fugge veloce l'angoscia quando ci arride la speranza.<br />

LUCINA<br />

Adesso inginocchiati e abbassa gli occhi sulla terra,<br />

affinché non li danneggi l'atroce vista.<br />

Perché Rea geme e le stelle piangono<br />

nel veder risplendere il pugnale delle Eumeni<strong>di</strong>.<br />

Creonte si inginocchia e piega la testa. Ella pone le corone sulla pietra sacrificale.<br />

Tre corone riposano sulla fredda pietra.<br />

Le offro in sacrificio!<br />

Una fiamma <strong>di</strong>vampa sull'altare e <strong>di</strong>strugge apparentemente le corone.<br />

Ebbene, fiamma, cingile.<br />

Scioglietevi, sigilli; portale, apri le tue fauci.<br />

I sigilli spariscono. Il portale si apre con un terribile crepitìo.<br />

Su, su, draghi assetati <strong>di</strong> vendetta!<br />

Non sollevare lo sguardo, ti costerà la vita,<br />

le Eumeni<strong>di</strong> si avvicinano - Mugghiare del vento <strong>di</strong> tempesta. Il tremito coglie anche<br />

me.<br />

Ella piega il corpo verso la terra. Musica lamentosa <strong>di</strong> tempesta. Un lampo blu guizza<br />

dalla cavità. Tisifone, Megera, Aletto, le Furie tutte vestite <strong>di</strong> verde, la testa avvolta <strong>di</strong><br />

vipere, escono <strong>di</strong> corsa dal portale, agitando fiaccole bluastre e pugnali luccicanti.<br />

TUTTE E TRE guardano la luna. Con tono profondo:<br />

La luna, la luna, brilla all'ora esatta.<br />

Svegliatevi, svegliatevi, la vendetta fa la ronda.<br />

Percorrono il palco con passi misurati.<br />

LUCINA<br />

E' avvenuto, fra poco il tuo nemico sarà giustiziato<br />

e così sarà appianata la lite con il mondo turbato.<br />

Adesso seguimi, per or<strong>di</strong>ne mio ti attendono<br />

i nobili con amore, tutti <strong>di</strong>sposti in cerchio.<br />

Di mille lampade riluce il tuo palazzo,<br />

che riesce appena a trattenere il giubilo dei suoi ospiti.<br />

Escono entrambi.


SCENA DICIOTTESIMA<br />

198<br />

Cambiamento <strong>di</strong> scena.<br />

L'atrio rotondo ornato d'oro, la camera da letto <strong>di</strong> Phalarius, illuminata da due candelabri<br />

ricchi <strong>di</strong> candele. Su un lato il suo giaciglio, accanto ad esso su un pie<strong>di</strong>stallo brilla una<br />

luce. Di fronte una porta <strong>di</strong> ebano. Phalarius entra, <strong>di</strong>etro <strong>di</strong> lui Antrokles profondamente<br />

chinato.<br />

PHALARIUS<br />

Fatemi vedere per quanto tempo si vanta ancora il mio orgoglioso vicino.<br />

Dove sono i generali? E' tutto armato il mio esercito?<br />

ANTROKLES<br />

La vigorosa schiera <strong>di</strong> guerrieri attende con coraggioso ardore.<br />

PHALARIUS ridendo:<br />

Invano arde il coraggio, se il pericolo lo evita.<br />

Adesso spegni le luci, fai entrare l'oscurità.<br />

Poi allontanati. In <strong>di</strong>sparte con furore: E lasciami alla mia sofferenza.<br />

Antrokles spegne le luci tranne la lampada, si inchina profondamente ed esce preoccupato.<br />

La stanza si fa buia.<br />

PHALARIUS da solo:<br />

Un padrone <strong>di</strong> casa accorto, <strong>di</strong> notte chiude la porta.<br />

Io lo imito - Chiude. Ecco. Adesso sono solo con me stesso.<br />

Si spaventa.<br />

Da solo? E' una parola sbagliata. Chi può <strong>di</strong>rlo?<br />

La solitu<strong>di</strong>ne non ci manda pensieri che ci tormentano?<br />

Quali sono i pensieri che si uniscono in rivolta,<br />

che minacciano la mente e sbarrano la porta alla ragione?<br />

E' un inutile seguito, al quale non si deve prestare attenzione.<br />

La regina dei pensieri è solo la decisione,<br />

perciò ho preso, risoluto, questa ferma decisione,<br />

come Febo solenne e imponente con destrieri sputafuoco<br />

attraversa il regno del cielo su una carrozza <strong>di</strong> raggi dorata,<br />

allo stesso modo porterò attraverso la terra, la luce della corona.<br />

Il sole sulla volta <strong>di</strong> zaffiro non risplende da solo,<br />

io sarò il secondo su un terreno <strong>di</strong> smeraldo.<br />

Dalla spiaggia <strong>di</strong> Etiopia, dove <strong>di</strong>mora l'ardente simun,<br />

fino al ghiaccio del Polo Nord, dove risuona la borea,<br />

il mio vessillo dovrà campeggiare con orgoglio lungimirante.<br />

Batti più calmo, cuore mio, il tuo desiderio sarà placato.<br />

Depone la pelle <strong>di</strong> pantera e le armi, ma non la corona e si <strong>di</strong>stende sul giaciglio.<br />

Vieni a trovarmi, sonno bugiardo, che raramente si ricorda <strong>di</strong> me,<br />

e cala volentieri solo su occhi spensierati.<br />

Spegniti, o lampada, spegni pure il sole un giorno,<br />

così sarà buio nella grande <strong>di</strong>mora del mondo.<br />

Spegne la lampada. All'improvviso si vedono seduti sulla sua testa tre spiriti rosso fuoco,<br />

che guardano fissi la sua corona. Prima erano nascosti <strong>di</strong>etro il <strong>di</strong>vano e solo ora alzano<br />

la testa insieme. Pausa.


199<br />

Che silenzio <strong>di</strong>sgustoso! - Cosa sarebbe la vita senza liti?<br />

Il fodero senza spada - sussulta: Chi è là?<br />

Scorge gli spiriti.<br />

Ah, voi! Anche oggi?<br />

I TRE SPIRITI insieme, uniformemente e cupi:<br />

Sorvegliamo la corona con sguardo da gufo.<br />

Dormi tranquillo, dormi tranquillo, niente <strong>di</strong>sturbi la tua felicità.<br />

PHALARIUS scoppiando in una sonora risata:<br />

La mia felicità! Come sono felice ora grazie a voi.<br />

Il desiderio impoverisce, la sod<strong>di</strong>sfazione è ricchissima.<br />

O follia, che costruisce ponti sopra l'abisso del dolore,<br />

guai a colui che si fida con coraggio del suo arco fatuo!<br />

Felicità <strong>di</strong>speratissima, che si toglie la vita da sola!<br />

Mi ren<strong>di</strong> tanto povero che non mi rimane altro che la corona.<br />

La corona! Per lo Stige, la utilizzerò in modo terribile,<br />

la rovina dovrà brillare dalle sue punte ardenti.<br />

Ven<strong>di</strong>cherò il mio tormento, chi me lo impe<strong>di</strong>rà?<br />

Bussano alla porta.<br />

ALETTO con tono cupo:<br />

Il pugnale delle Eumeni<strong>di</strong>!<br />

MEGERA<br />

Distruzione <strong>di</strong> tutti i peccatori!<br />

I TRE SPIRITI<br />

Le Eumeni<strong>di</strong> sono qui! L'Orco è perduto.<br />

Spariscono.<br />

PHALARIUS balza su:<br />

Chi bussa tanto spudoratamente, parla, chi ti manda così tar<strong>di</strong>?<br />

Bussano piano.<br />

TUTTE E TRE<br />

Apri, grazioso reuccio, desideriamo parlarti.<br />

PHALARIUS<br />

Cosa volete da me?<br />

La porta si apre <strong>di</strong> scatto con un boato.<br />

TUTTE E TRE entrano insieme:<br />

Puniamo il tuo crimine.<br />

PHALARIUS inorri<strong>di</strong>to:<br />

Ah, le Erinni!<br />

TUTTE E TRE<br />

Pentiti! Devi morire.<br />

PHALARIUS<br />

Le terribili ven<strong>di</strong>catrici!<br />

TUTTE E TRE<br />

Che portano a compimento ogni impresa.<br />

PHALARIUS<br />

In<strong>di</strong>etro, maledette Furie! La corona mi protegge.


200<br />

ALETTO<br />

Non ti protegge. L'Orco tace. Pensa a Creonte!<br />

PHALARIUS<br />

Lo o<strong>di</strong>o come o<strong>di</strong>o voi.<br />

TISIFONE<br />

Pensa ad Aspasia!<br />

MEGERA<br />

All'incen<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Agrigento!<br />

ALETTO<br />

Ricorda! Devi morire.<br />

Lo spingono sul giaciglio.<br />

PHALARIUS<br />

Non penso a nient'altro che al sangue.<br />

ALETTO<br />

Allora pensa al lago insanguinato!<br />

Una parte della cupola crolla e appare una spaccatura circolare, attraverso la quale la<br />

luna piena risplende, proiettandosi sul giaciglio.<br />

PHALARIUS<br />

Povero me! Il raggio della luna!<br />

Le Erinni gli affondano i loro pugnali nel petto.<br />

TUTTE E TRE<br />

Muori! Muori! Muori!<br />

Pausa, durante la quale esse vanno al centro del palco.<br />

La luna, la luna, brilla all'ora esatta.<br />

tremate peccatori, la vendetta fa la ronda.<br />

Escono con passi misurati. Ade esce dalla botola, si avvicina lentamente al giaciglio <strong>di</strong><br />

Phalarius.<br />

ADE solenne:<br />

Ridammi la corona, pallida testa d'eroe.<br />

Gliela toglie.<br />

Ecco che giace l'albero orgoglioso, frantumato e sfrondato.<br />

Luminosa splende la corona, adesso voglio domandare all'avido mondo:<br />

dov'è l'ar<strong>di</strong>to che la porterà dopo <strong>di</strong> lui?<br />

Sprofonda.<br />

SCENA DICIANNOVESIMA<br />

Cambiamento <strong>di</strong> scena.<br />

Sala del trono riccamente ornata, molto illuminata da dorate lampade ad alcool <strong>di</strong> ogni<br />

tipo. Il trono si trova sullo sfondo, al centro. Attraverso le colonne della sala si vede un<br />

incantevole giar<strong>di</strong>no altrettanto illuminato. Creonte sul trono. Tutti i nobili del suo regno<br />

lo circondano giubilanti. In primo piano, <strong>di</strong> lato, Lucina, Atritia. Sul lato opposto Ewald<br />

con la fiaccola e Simplizius. Due geni che portano una corona su un cuscino. Musica<br />

trionfale.<br />

TUTTI Grazie agli dei! Eterna felicità al nostro amato re Creonte!


201<br />

CREONTE Salute ai miei nobili amici. Il mio cuore impazza, dal mio occhio sprizza la<br />

gioia. Accettate il gioioso ringraziamento del vostro re, che in mezzo a voi si sente<br />

felicissimo.<br />

Tutti si inginocchiano formando graziosi gruppi intorno al trono.<br />

TUTTI Salute al nostro buon re!<br />

EWALD Povera fiaccola, il tuo potere è esaurito, non puoi abbellire niente <strong>di</strong> ciò che<br />

ve<strong>di</strong>amo.<br />

SIMPLIZIUS Per me questo è il miglior re tra tutti quelli che ho visto oggi.<br />

CREONTE Ma ora fateci ringraziare la dea benevola che ha salvato trono e regno.<br />

TUTTI Grazie alla dea sublime.<br />

LUCINA Sii felice, mio Creonte, Phalarius è morto.<br />

Prende la corona <strong>di</strong> mirto.<br />

Pren<strong>di</strong> questa corona <strong>di</strong> mirto intrecciata con amore,<br />

fai che cinga delicatamente la nobile fronte!<br />

Grazie a lei il tuo animo non sarà afflitto da alcun dolore<br />

e il tuo popolo ti amerà sempre con fedeltà.<br />

CREONTE<br />

Perdona, Lucina, non posso prendere la corona.<br />

Ripren<strong>di</strong>la, mi farebbe vergognare.<br />

Devo riuscire anche senza la magia<br />

a conquistare l'amore del mio popolo.<br />

E se lo opprime il dolore in giorni sventurati,<br />

è dovere del re, piangere insieme a lui.<br />

LUCINA a Ewald, verso il quale conduce Atritia:<br />

Pren<strong>di</strong>la, per ricompensa, tuoi siano la mano e il cuore <strong>di</strong> Atritia.<br />

Utilizza con intelligenza la luce rosea della fiaccola magica.<br />

Non puoi pretendere niente <strong>di</strong> più elevato dalla tua sorte,<br />

una ti ama veramente, l'altra ti ingannerà.<br />

SIMPLIZIUS Se non succede un po' il contrario.<br />

LUCINA E ora a te, Simplizius.<br />

SIMPLIZIUS Ora tocca anche a me.<br />

LUCINA Sei stato un docile strumento del mio potere. Il re ricompenserà anche te<br />

secondo il merito.<br />

SIMPLIZIUS Va a finire che mi metteranno un altro alloro in testa.<br />

CREONTE Consegnategli mille monete d'oro.<br />

SIMPLIZIUS in <strong>di</strong>sparte: L'ho detto subito che costui è il mio preferito. A voce alta:<br />

Bacio la mano, Vostra Maestà. In <strong>di</strong>sparte: Adesso metto su un laboratorio <strong>di</strong><br />

sartoria e sposo la dea. Sarà una vita <strong>di</strong>vina.<br />

CREONTE a Ewald: Straniero, ti onorerò sempre alla mia corte e ti ricompenserò con una<br />

carica.<br />

EWALD Grazie, mio grande re.<br />

LUCINA<br />

E se volete possedere ancora a lungo la fortuna meritata,<br />

Lucina vi proteggerà sempre con grazia e amore.


202<br />

Scende giù un roseo giaciglio <strong>di</strong> nubi, circondato da geni in volo. Lucina vi si <strong>di</strong>stende<br />

graziosamente e si libra nell'aria. Creonte sale sul trono, si uniscono tutti in gruppo.<br />

Danzatori e danzatrici greci costituiscono dei gruppi, accompagnati dal seguente coro.<br />

Coro<br />

FINE<br />

Ornate queste sale con gioia,<br />

fate risuonare il grido <strong>di</strong> giubilo.<br />

Viva Lucina! Viva Creonte!<br />

La virtù trova lietamente la ricompensa.


203<br />

JACQUES E I SUOI QUADERNI <strong>Pisa</strong><br />

Direttore responsabile: Enrico De Angelis<br />

1 Jean François MELON, Opere I* e II** (2 volumi), a cura <strong>di</strong><br />

Onofrio NICASTRO e Severia PERONA, 1983.<br />

2 Carlo CARMASSI, La letteratura tedesca nei perio<strong>di</strong>ci letterari<br />

italiani del primo Ottocento (1800-1847), 1984, (rist.1986).<br />

3 Enrico DE ANGELIS, Crisi, tempo, liberazione: Saggi su Robert<br />

Musil, I, 1984.<br />

3* Enrico DE ANGELIS, Crisi, tempo, liberazione: Saggi su Robert<br />

Musil, II, 1984.<br />

4 Sandro BARBERA, La comunicazione perfetta. Wagner tra<br />

Feuerbach e Schopenhauer, 1984, (rist. 1987).<br />

4* Enrico DE ANGELIS, Più lumi. Spinoza, Montesquieu,<br />

Rousseau, Diderot, Haydn, 1985.<br />

4** Andreas GRYPHIUS, Poesie con testo a fronte, trad. <strong>di</strong> Lucia<br />

MANCINI, 1985.<br />

5 Seminario su Stephan George, <strong>di</strong> Ralph-Rainer WUTHENOW,<br />

Wolfgang KAEMPFER, Gert MATTENKLOTT, Wendelin<br />

SCHMIDT-DENGLER, Horst Albert GLASER, Enrico DE<br />

ANGELIS, 1985.<br />

5* Stephan George Colloquium, mit Beiträgen von Ralph-Rainer<br />

WUTHENOW, Wolfgang KAEMPFER, Gert MATTENKLOTT,<br />

Wendelin SCHMIDT-DENGLER, Horst Albert GLASER, Enrico<br />

DE ANGELIS, 1985.<br />

5** Marina FOSCHI, Due ottiche, una realtà. Sul tema ‘Für - in’ in<br />

Robert Musil, 1985.<br />

6 Enrico DE ANGELIS, Dal mito al progetto. Note su Adalbert<br />

Stifter, 1986.<br />

7 Germana BONSIGNORI, Paola COLOMBO, Giulia PAZZAGLIA,<br />

Paola CECCARELLI, <strong>Stu<strong>di</strong></strong> su Stifter, 1986.<br />

8 Marina FOSCHI, Sulla teoria della metafora in Robert Musil,<br />

1987.<br />

9 Marianne HEPP, Kommentar zu ausgewählte Ge<strong>di</strong>chte Georg<br />

Trakls, 1987.<br />

9* Lettura del ‘Simplicissimus’ <strong>di</strong> Grimmelshausen come<br />

Enciclope<strong>di</strong>a Popolare, a cura <strong>di</strong> Linda BIANCOTTI, Federica<br />

ROSSI, Tiziana VALLE, introduzione <strong>di</strong> Enrico DE ANGELIS,


204<br />

1987.<br />

10 Carlo CARMASSI, La letteratura tedesca nei perio<strong>di</strong>ci letterari<br />

italiani del Seicento e del Settecento (1668-1799), 1988.<br />

11 Un<strong>di</strong>ci conferenze sul tempo, a cura <strong>di</strong> Enrico DE ANGELIS,<br />

1988.<br />

12 Giovanna CERMELLI, Il viaggiatore <strong>di</strong>sincantato. Fantasia e<br />

<strong>di</strong>stanza nelle novelle del tardo Tieck, 1989.<br />

13 Deutsche und italienische Romantik. Referate des Bad<br />

Homburger Colloquiums in der Werner- Reimers- Stiftung,<br />

herausgegeben von Enrico DE ANGELIS und Ralph-Rainer<br />

WUTHENOW unter Mitwirkung von Remo CESERANI, 1989.<br />

14-15 Loretta LARI, Esercizi sui Tedeschi (F. Schiller, J. W. v.<br />

Goethe, C. Brentano, E.T.A. Hoffmann, F. Grillparzer, Th.<br />

Fontane), 1990.<br />

16 Clemens BRENTANO, Godwi ovvero La statua in pietra della<br />

madre. Un romanzo selvaggio <strong>di</strong> Maria, trad. <strong>di</strong> Fulvia PERUZZI,<br />

1991.<br />

17 Ludwig Achim von Arnim, Povertà, ricchezza, colpa ed<br />

espiazione della contessa Dolores. Una storia vera per intrattenere<br />

in maniera istruttiva signorine povere, trad <strong>di</strong> Angela MASI, 1991.<br />

18 Joseph Freiherr von EICHENDORFF, Poeti e compagnia, trad. <strong>di</strong><br />

Linda BIANCOTTI, 1992.<br />

19 Adalbert STIFTER, Il castello dei pazzi, introduzione, traduzione<br />

e nota <strong>di</strong> Paola COLOMBO, 1992.<br />

20 Jeremias GOTTHELF, Lo specchio del villano ovvero Biografia<br />

<strong>di</strong> Jeremias Gotthelf scritta da lui stesso, trad. <strong>di</strong> Monica IORI,<br />

1993.<br />

21 Gottfried KELLER, Heinrich il verde (prima versione), trad. <strong>di</strong><br />

Rossella Zeni, 1993.<br />

22 Loretta LARI, Commento a 40 sonetti <strong>di</strong> Andreas Gryphius,<br />

1994.<br />

22* Eduard MÖRIKE, Poesie, trad. <strong>di</strong> Liliana CUTINO e Enrico DE<br />

ANGELIS, 1994.<br />

23 Wilhelm RAABE, L'ingordo. Un racconto <strong>di</strong> mare e <strong>di</strong> morte,<br />

trad. <strong>di</strong> Antonella FANTONI, 1994.<br />

23* Enrico DE ANGELIS, Sistema inquietu<strong>di</strong>ni utopie. La<br />

Germania e le sue istituzioni, 1994.<br />

24 Wilhelm RAABE, Cronaca della Sperlingsgasse, trad. <strong>di</strong><br />

Maurizia MARGIACCHI, 1995.<br />

24* Marina FOSCHI ALBERT- Mùarianne HEPP, Breve storia


205<br />

della lingua tedesca, 1995.<br />

25 Enrico DE ANGELIS, Dal mito al progetto. Note su Adalbert<br />

Stifter. Seconda e<strong>di</strong>zione, riveduta e ampliata, 1995.<br />

25* Enrico DE ANGELIS, Perorazioni metafisiche ovvero Bilancio<br />

<strong>di</strong> interpretazioni empiriche, 1995.<br />

26 JEAN PAUL, La cometa ovvero Nikolaus Marggraf. Una storia<br />

comica, trad. <strong>di</strong> Ilaria GIOVACCHINI.<br />

27 Karl Philipp MORITZ, Anton Reiser. Romanzo psicologico, trad.<br />

<strong>di</strong> Simonetta CANTAGALLI, 1996.<br />

27* HANS RUDOLF VELTEN, Elemente der Sprachlehrforschung,<br />

Ein Grundriß, 1996.<br />

28 Enrico DE ANGELIS, Der späte Musil: über den Schlußband des<br />

Mann ohne Eigenschaften, 1997.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!