Quattro commedie - Università degli Studi di Pisa
Quattro commedie - Università degli Studi di Pisa Quattro commedie - Università degli Studi di Pisa
Jacques e i suoi quaderni ____________________________________________________ Ferdinand Raimund QUATTRO COMMEDIE l 1997 28*
- Page 2 and 3: Jacques e i suoi quaderni 28* _____
- Page 4 and 5: lJacques e i suoi quaderni ________
- Page 6 and 7: Il fabbricante di barometri sull'is
- Page 8 and 9: ATTO PRIMO SCENA PRIMA 11 Palazzo d
- Page 10 and 11: 13 è stato il mio nuovo tipografo;
- Page 12 and 13: 15 QUECKSILBER Lasciate stare le co
- Page 14 and 15: 17 HASSAR Le sue navi sono d'oro pu
- Page 16 and 17: 19 Euphemia, Amarantia o Rosel? Qua
- Page 18 and 19: 21 QUECKSILBER Ho studiato botanica
- Page 20 and 21: 23 QUECKSILBER Permette? E' uno str
- Page 22 and 23: ATTO SECONDO SCENA PRIMA 25 Salone
- Page 24 and 25: SCENA QUARTA Zoraide. Detti. 27 ZOR
- Page 26 and 27: SCENA SESTA Detti. Sei amazzoni con
- Page 28 and 29: LINDA CORO 31 e rischieremo la vita
- Page 30 and 31: 33 QUECKSILBER E' un gioco da bambi
- Page 32 and 33: 35 HASSAR in disparte: Questa è in
- Page 34 and 35: SCENA SEDICESIMA 37 Paesaggio india
- Page 36 and 37: 39 ZADI Ma che cosa hai? QUECKSILBE
- Page 38 and 39: 41 ZORAIDE con orgoglio: Vi ringraz
- Page 40 and 41: SCENA VENTIDUESIMA 43 Zoraide entra
- Page 42 and 43: 45 uomo che aveva avuto ventisette
- Page 44 and 45: 47 LINDA Bene, è una fortuna per t
- Page 46 and 47: 49 Il diamante del re degli spiriti
- Page 48 and 49: ATTO PRIMO SCENA PRIMA 51 Atrio del
- Page 50 and 51: 53 TUTTE LE DONNE Il nostro bel Pam
Jacques e i suoi quaderni<br />
____________________________________________________<br />
Fer<strong>di</strong>nand Raimund<br />
QUATTRO COMMEDIE<br />
l<br />
1997 28*
Jacques e i suoi quaderni 28*<br />
____________________________________________________
Perio<strong>di</strong>co semestrale, registrato presso il<br />
Tribunale <strong>di</strong> <strong>Pisa</strong> il 3 settembre 1983, n ー 16.<br />
Direttore responsabile: Enrico De Angelis<br />
Redazione: Marianne Hepp<br />
___________________________________<br />
Numero 28*, 1997<br />
© 1997 Jacques e i suoi quaderni, <strong>Pisa</strong>
lJacques e i suoi quaderni<br />
____________________________________________________<br />
Fer<strong>di</strong>nand Raimund<br />
lQUATTRO COMMEDIE<br />
l<br />
1997 28*
INDICE<br />
Il fabbricante <strong>di</strong> barometri sull'isola incantata 9<br />
l<br />
Il <strong>di</strong>amante del re <strong>degli</strong> spiriti 49<br />
La fantasia incatenata 97<br />
La fatale corona magica, ovvero re senza regno,<br />
eroe senza coraggi, bellezza senza gioventù 139
Il fabbricante <strong>di</strong> barometri sull'isola incantata<br />
Féerie con canto e ballo in due atti<br />
(Paro<strong>di</strong>a della fiaba<br />
“Il principe Tutu.”*)<br />
(Der Barometermacher auf der Zauberinsel. Zauberposse mit Gesang und Tanz in<br />
zwei Aufzügen als Paro<strong>di</strong>e des Märchens: Prinz Tutu.)<br />
* Protagonista della fiaba Die Prinzessin mit der langen Nase <strong>di</strong> Friedrich<br />
Hildebrand von Einsiedel, rielaborata e pubblicata da C. M. Wieland, nella<br />
raccolta <strong>di</strong> fiabe Dschinnistan, oder auserlesene Feen- und Geistermärchen<br />
(1810).
Personaggi<br />
10<br />
LA FATA ROSALINDE<br />
LIDI, prima ninfa<br />
BARTHOLOM?US QUECKSILBER, fabbricante <strong>di</strong> barometri viennese<br />
TUTU, sovrano <strong>di</strong> un'isola incantata<br />
ZORAIDE, sua figlia<br />
LINDA, la sua cameriera<br />
HASSAR, cameriere particolare <strong>di</strong> Tutu<br />
ZADI, un abitante del bosco<br />
PRIMO MARINAIO<br />
UN COMANDANTE dell'armata incantata<br />
PRIMO PICCOLO USSARO<br />
UNA SENTINELLA<br />
SEI AMAZZONI<br />
UNO SCHIAVO<br />
IL MEDICO PERSONALE <strong>di</strong> Tutu<br />
SCIARPA<br />
CORNO<br />
voci<br />
BACCHETTA<br />
TRE GENI<br />
Ninfe e schiave. Danzatori e danzatrici.. Marinai. Servitù <strong>di</strong> Tutu. Popolo. Soldati<br />
dell'armata incantata. Piccoli ussari. Schiavi
ATTO PRIMO<br />
SCENA PRIMA<br />
11<br />
Palazzo delle fate. La Fata Rosalinde, seduta su un trono <strong>di</strong> fiori, collocato <strong>di</strong> lato. Alcune<br />
ninfe si radunano attorno a lei.<br />
LIDI Fata sublime, ti ricordo che con oggi sono passati altri cento anni e devi deciderti a<br />
concedere <strong>di</strong> nuovo i doni magici a uno dei mortali.<br />
FATA Ma gli uomini <strong>di</strong> oggi meritano che una fata pensi ancora a loro?<br />
LIDI Talora si trovano uomini veramente buoni, verso i quali non riesco ad essere ostile.<br />
FATA Da sempre sembri pre<strong>di</strong>ligere il mondo <strong>degli</strong> uomini rispetto a quello delle fate.<br />
Conoscendo quel mondo, ho pena <strong>di</strong> te. La mania che hanno gli uomini <strong>di</strong> schernire,<br />
non risparmia più neppure noi fate. Non dovessi seguire i precetti del destino, lascerei<br />
per sempre quei magici doni al loro eterno oblio.<br />
LIDI Orsù, a chi li concederai dunque? Devi pur deciderti!<br />
FATA Che o<strong>di</strong>osa costrizione! Chi merita ancora la felicità? Io sono sempre stata<br />
ingannata! Se ho reso felice un povero, costui ha abusato dei miei doni con sfrontata<br />
superbia, se li ho concessi a un ricco, ne ha fatto solamente un nuovo motivo per<br />
beffarsi del povero. A chi dovrei concederli?<br />
LIDI Lascia decidere al caso. Fai sì che li rinvenga colui che in questo momento si trova<br />
nei pressi delle rovine nella Valle delle Palme, dove sono custo<strong>di</strong>ti i doni magici.<br />
FATA Li<strong>di</strong> ha ragione! Sarà il caso ad elargire i miei doni; voglio vedere chi si trastulla in<br />
questo momento presso le rovine.<br />
Musica. Il fondale si alza, attraverso un'apertura ovale si vede la scena successiva<br />
raffigurata in miniatura e Quecksilber, rappresentato da un fanciullo, seduto su un rudere.<br />
La musica <strong>di</strong> sottofondo accompagna l'aria del successivo canto <strong>di</strong> Quecksilber.<br />
TUTTE LE NINFE Che buffo personaggio!<br />
FATA Se la mia forza fatata non mi inganna, costui è un uomo giocondo, de<strong>di</strong>to allo<br />
scherzo; uomini del genere <strong>di</strong> solito non sono i peggiori.<br />
LIDI Deve avere appena escogitato qualcosa <strong>di</strong> <strong>di</strong>vertente.<br />
FATA fa un cenno, l'apparizione svanisce: Cercate nel <strong>di</strong>zionario dell'umanità chi sia<br />
veramente quel forestiero.<br />
LIDI esegue sfogliando un libro che spunta dalla terra su un pie<strong>di</strong>stallo: Si chiama<br />
Bartholomäus Quecksilber, è un fabbricante <strong>di</strong> barometri andato in rovina, <strong>di</strong> umore<br />
molto allegro ed è in cerca <strong>di</strong> fortuna.<br />
Il pie<strong>di</strong>stallo scompare.
12<br />
FATA Dobbiamo aiutarlo. Venite intorno a me! Concedo i doni a quel forestiero. Traccia<br />
un cerchio con la sua bacchetta.<br />
Melodramma<br />
Deve rinvenire corno, bacchetta e sciarpa!<br />
Tu, Li<strong>di</strong>, devi rendergliene noto l'uso!<br />
Raccomandagli inoltre <strong>di</strong> usarli saggiamente,<br />
se vuole possederli a lungo traendone vantaggio.<br />
Tutti si allontanano.<br />
SCENA SECONDA<br />
Rovine come si vedevano prima in miniatura. Sullo sfondo il mare. Si sente il ritornello<br />
dell'aria <strong>di</strong> Quecksilber. Arriva Quecksilber.<br />
QUECKSILBER<br />
Aria<br />
A cosa servono ancora<br />
i barometri su questa terra?<br />
Ognuno si fa il tempo<br />
come gli piace.<br />
Ai ricchi si mostra bello,<br />
ventoso ai bellimbusti,<br />
Pioggia sarà,<br />
per i poveri <strong>di</strong>avoli.<br />
Ai belli <strong>di</strong> solito<br />
si mostra variabile,<br />
al villano tempestoso<br />
e per me altro non è che neve.<br />
Eppure, oh destino, è un peccato<br />
che tu mi perseguiti con violenza,<br />
fino al momento in cui la grazia dei benefattori<br />
non <strong>di</strong>minuirà tanto da congelarsi.<br />
Oh, che bel mestiere fabbricare barometri, c'è da morirne <strong>di</strong> fame giorno dopo giorno. Son<br />
dovuto andare per mare, me sventurato, per stupire con la mia arte i popoli selvaggi della<br />
terra e adesso il destino mi scaraventa su quest'isola incantata, dove non ho ancora visto<br />
altro che un paio <strong>di</strong> canarini o quel che erano e un elefante in pensione con tre zampe - Beh,<br />
quelli non avranno certo bisogno <strong>di</strong> barometri. Io non sono andato in rovina, ma la nave è<br />
affondata, proprio perché c'ero sopra io, uccello del malaugurio. I marinai avevano<br />
maledetto quest'isola fatata già da lontano, visto che ogni nave che vi si avvicina naufraga.<br />
Proprio così - si sono salvati su una barchetta, io mi sono tenuto al mio barometro e me ne<br />
sono andato a nuoto; ho avuto la gran<strong>di</strong>ssima fortuna <strong>di</strong> essere stato l'estate scorsa due volte<br />
al Prater alla scuola <strong>di</strong> nuoto e <strong>di</strong> aver osservato; così ho imitato, altrimenti non mi sarebbe<br />
stato possibile salvarmi. La mia prima sventura
13<br />
è stato il mio nuovo tipografo; sfortunatamente mi sbaglia sempre una lettera nelle etichette<br />
dei barometri - Per esempio, invece <strong>di</strong> vento gelato, sbaglia la G e si ritrova vento pelato,<br />
con tempo caldo, sbaglia la D e si ha tempo calvo. Io non me ne accorgo, li vendo, la gente<br />
crede che io sia un folle e non si fanno fare più nulla da me. Non si guadagna più. Che fare<br />
allora se non vendere le mie ultime cosette e andare per il vasto mondo? - Eccomi qui ora,<br />
solo e abbandonato, un albero da frutta nel deserto. Piange. Però <strong>di</strong> tutto quel chiassoso<br />
seguito chi è rimasto con me con atteggiamento benevolo? Questo nobile stomaco! L'unico<br />
scroccone che mi dà la seccatura <strong>di</strong> rimanere fedele. Sta or ora dettando una nuova supplica<br />
per avere qualcosa da mangiare. - Destino! Se possie<strong>di</strong> una <strong>di</strong>gnità, non farmi morire <strong>di</strong><br />
fame! Si sente risuonare una musica sotterranea. Che cos'è? - Un'accademia musicale sotto<br />
terra?<br />
VOCE DEL CORNO Chi mi vuole suonare?<br />
QUECKSILBER Che domanda curiosa!<br />
VOCE DELLA SCIARPA Chi mi vuole portare?<br />
QUECKSILBER Portarla? Peserà settanta libbre.<br />
VOCE DELLA BACCHETTA Chi vuol farmi oscillare?<br />
QUECKSILBER E questa che vuole anche essere oscillata? Cosa vuol <strong>di</strong>re tutto ciò?<br />
TUTTE E TRE LE VOCI INSIEME<br />
Dai suona!<br />
Dai portami!<br />
Dai muovimi!<br />
Sarà la tua fortuna!<br />
QUECKSILBER Non so cosa pensare. Si può pensare quello che si vuole. Ma deve essere<br />
la mia fortuna? Orsù!<br />
Ti suono io!<br />
Ti porto io!<br />
Ti muovo io!<br />
Su! Su!<br />
Tuono. Musica. Spuntano dalla terra tre pie<strong>di</strong>stalli sui quali si trovano un corno da caccia<br />
d'argento, una fascia nera con segni magici e una bacchetta d'oro.<br />
QUECKSILBER Un piccolo corno da caccia? Eh, mi piace. Una fascia guarnita <strong>di</strong> occhi <strong>di</strong><br />
bue e una bacchetta d'oro per percuotere? Beh, che bambinate son mai queste?<br />
Prendere un uomo per un folle. Chi è mai questo villano sotterraneo? Se solo venisse<br />
su, mi prenderei la libertà <strong>di</strong> sbattergli il mio barometro in testa, tanto da farne volare<br />
via i pezzi.<br />
Tuono. Le rovine si trasformano in una tenda <strong>di</strong> nubi color rosso chiaro, guarnita <strong>di</strong> rose<br />
bianche. Breve musica. Li<strong>di</strong> entra in compagnia <strong>di</strong> tre geni.<br />
LIDI Ingrato! Non peccare!<br />
QUECKSILBER Cielo! Che c'è? Che persona <strong>di</strong> straor<strong>di</strong>naria bellezza! Ninfa del bosco o<br />
Donna del Lago? A te l'ossequio del più miserabile <strong>di</strong> tutti i fabbricanti <strong>di</strong> barometri!<br />
I tre geni ridono. Adesso guarda quei maledetti monelli botocu<strong>di</strong>, si prendono gioco<br />
<strong>di</strong> uomo colto.<br />
I geni arrivando hanno preso i doni, i pie<strong>di</strong>stalli spariscono.
14<br />
LIDI Ascolta attentamente!<br />
I doni che tu ve<strong>di</strong>, <strong>di</strong> gran valore nel campo della magia,<br />
ti vengono regalati dal potere della fortuna, affinché tu li usi.<br />
Se muoverai questa bacchetta, ti sarà propizio l'incantesimo,<br />
ciò che con essa toccherai, si muterà in oro.<br />
Con la tua potenza potrai<br />
procacciarti il più gran<strong>di</strong>oso sfarzo<br />
<strong>di</strong> abiti e brillanti,<br />
se solo agiterai la bacchetta.<br />
E se magari tu bramassi azioni <strong>di</strong> guerra,<br />
suonando il corno giungeranno valorosi soldati.<br />
Se la fascia ti coprirà e desiderassi andar lontano,<br />
ti troverai in un baleno nel luogo bramato.<br />
Conserva con cura i doni, se mai ti sparissero,<br />
dovrai ritrovarli quaggiù con le tue sole forze.<br />
In<strong>di</strong>etreggia, la tenda si trasforma nuovamente in rovine.<br />
I GENI gli danno i regali e lo richiamano minacciosi con il <strong>di</strong>to: Ehi tu! E si allontanano<br />
ridendo.<br />
QUECKSILBER gridando: Ehi voi! Che genia screanzata! Eh già, tali sono i figli delle fate<br />
- i genitori non li controllano - e poi li lasciano andare in giro tutti scalzi. Ma la<br />
fortuna! La fortuna! Chi lo avrebbe mai pensato stamani che oggi sarei stato così<br />
fortunato? Se in quest'attimo ci fosse qui qualcuno da poter abbracciare lo<br />
massacrerei dalla gioia!<br />
SCENA TERZA<br />
I marinai vengono trasportati su una barca. Detto.<br />
MARINAI<br />
Coro<br />
Scendono tutti a terra.<br />
Gau<strong>di</strong>o! Gau<strong>di</strong>o! Gau<strong>di</strong>o!<br />
Amici ecco la terra!<br />
Lasciate mugghiare il mare<br />
e i venti sibilare,<br />
affrettatevi verso la spiaggia.<br />
PRIMO MARINAIO Questa volta l'abbiamo scampata bella. Che tempesta! Invano<br />
abbiamo remato in lungo e in largo un giorno intero e il caso ci ha fatto approdare<br />
proprio su questa maledetta isola fatata. Incontrare un uomo qui, per quel che vedo,<br />
è una vana speranza.<br />
QUECKSILBER Allora io devo assomigliare a un merlo!<br />
PRIMO MARINAIO vede in terra un barometro: Compagni, guardate, là c'è un<br />
barometro. Lo raccoglie.
15<br />
QUECKSILBER Lasciate stare le cose <strong>degli</strong> altri.<br />
TUTTI I MARINAI Il fabbricante <strong>di</strong> barometri!<br />
PRIMO MARINAIO Ma come può essere arrivata qui questa canaglia? E' senz'altro lui,<br />
quell'elefante marino che avevamo a bordo, il responsabile della nostra sventura.<br />
QUECKSILBER Questo sarà il primo che abbronzerò, si prenderà dei bei colpi d'oro!<br />
PRIMO MARINAIO Cosa? Tricheco, marsovino!<br />
QUECKSILBER La prego <strong>di</strong> smetterla con i Suoi raffinati appellativi. Adesso parleremo<br />
subito con un altro tono. Maledetti voi marinai <strong>di</strong> bassa lega! Riconoscete in me il<br />
vostro dominatore se non volete crepare <strong>di</strong> fame. Una potente fata mi ha donato<br />
questa bacchetta magica, tutto ciò che con essa tocco, lo posso trasformare in oro!<br />
Tutti ridono.<br />
PRIMO MARINAIO Quel giovanotto deve aver mangiato le foglie della pazzia; è<br />
<strong>di</strong>ventato matto.<br />
QUECKSILBER Cosa? C'è qualcosa a portata <strong>di</strong> mano? Corre alla barca, la tocca ed<br />
essa si trasforma rapidamente in una nave d'oro puro, pronta a far vela. Ebbene?<br />
TUTTI I MARINAI cadono in ginocchio intorno a lui: Signore, riconosciamo la tua<br />
potenza. Potrai perdonarci?<br />
QUECKSILBER fa un cenno con orgoglio: Oui. Alzatevi! Da ora in poi sarete al mio<br />
servizio. Denaro non dovrà farvi <strong>di</strong>fetto e chi si comporterà particolarmente bene, per<br />
ricompensa lo farò indorare al fuoco.<br />
TUTTI Hurrà!<br />
QUECKSILBER E adesso <strong>di</strong>temi, cosa sapete <strong>di</strong> questa terra?<br />
PRIMO MARINAIO E' sotto la protezione <strong>di</strong> una fata potente. Capita raramente che uno<br />
straniero riesca ad approdarvi e già migliaia <strong>di</strong> persone hanno trovato la loro tomba<br />
tra queste onde. - Solo il nostro capitano è stato tanto ar<strong>di</strong>to da arrivare sulla<br />
spiaggia dal lato orientale e ha raccontato che là c'è un potente regno, il cui principe<br />
ha per figlia una bellissima principessa, che la natura deve aver dotato <strong>di</strong> straor<strong>di</strong>nario<br />
ingegno.<br />
QUECKSILBER Deve averci una porzione anche del mio; per questo me ne mancava<br />
sempre un po'. Bon, questo pro<strong>di</strong>gio voglio proprio conoscerlo: visto che quest'isola<br />
è priva <strong>di</strong> un ufficio informazioni faremo il giro <strong>di</strong> tutta la costa finché non troveremo<br />
qualcuno. - In quel luogo mi farò chiamare Principe Maikäfer e sarò padrone <strong>di</strong><br />
numerose isole <strong>di</strong> cavallette. Orsù, alla nave! Altrimenti tutto il seguito morirà <strong>di</strong><br />
fame.<br />
TUTTI Evviva!<br />
Coro<br />
Alla nave! Si gonfia la vela,<br />
già spira un vento propizio.<br />
Presto vedremo li<strong>di</strong> abitati,<br />
confidate nella cieca sorte.<br />
Salgono tutti sulla nave e partono.
SCENA QUARTA<br />
16<br />
Una stanza. Entrano gli schiavi e preparano una specie <strong>di</strong> giaciglio con dei cuscini.<br />
Danzando, entrano le schiave con grosse casse; infine Tutu con un grande parasole, si<br />
siede sui cuscini già approntati.<br />
TUTU Silenzio! Soccombo sotto il peso <strong>degli</strong> impegni. State zitti, cosicché dormendo io<br />
possa de<strong>di</strong>carmi a tali impegni. Voglio proprio <strong>di</strong>stendermi dove mi pare????: mi fa<br />
male dappertutto a forza <strong>di</strong> star <strong>di</strong>steso; devo trascorrere così tutto il giorno in<br />
occupazioni del genere. Si sente un rumore <strong>di</strong>etro le quinte. Cosa sta succedendo?<br />
Chi <strong>di</strong>sturba la mia saggezza? Sarà certamente <strong>di</strong> nuovo mia figlia, la Principessa, che<br />
ha combinato qualcosa!<br />
SCENA QUINTA<br />
Linda. Tutu.<br />
LINDA entra precipitosamente e si getta ai pie<strong>di</strong> <strong>di</strong> Tutu: Ah! Mi protegga, benevolo<br />
signore!<br />
TUTU Se non mi procurerà troppo lavoro, ti proteggerò.<br />
LINDA Sua figlia la Principessa, è proprio insopportabile, va a finire che tutti non potranno<br />
fare altro che sfuggirla.<br />
SCENA SESTA<br />
Zoraide. Detti.<br />
ZORAIDE Cosa vedo? Lei stesso prende sotto la Sua protezione questa peccatrice che<br />
<strong>di</strong>ssuade i miei pretendenti? Ma rallegrati <strong>di</strong> come sistemerò il tuo fascino. Da domani<br />
in poi non dovrà più esistere in tutto il paese un solo bel visetto.<br />
TUTU Tu? Ciò non avverrà senza un bel trambusto; se tu porterai un attacco alla bellezza<br />
delle donne, quelle si <strong>di</strong>fenderanno fino all'ultima goccia <strong>di</strong> sangue.<br />
ZORAIDE Ma io lo voglio! Lo voglio e lo voglio! Tutti, proprio tutti li voglio vedere ai<br />
miei pie<strong>di</strong>, tutti dovranno amare solo me e per me struggersi d'amore.<br />
SCENA SETTIMA<br />
Hassar. Detti.<br />
HASSAR Potente Tutu! Perdona se la mia bellezza si getta ai tuoi pie<strong>di</strong>. E' arrivato uno<br />
straniero che suscita uno scalpore terribile.<br />
ZORAIDE Un altro ancora dunque? Oh, gli uomini innamorati non si estinguono.<br />
TUTU Continua pure! Che scalpore suscita? Si può anche far scalpore andando a testa in<br />
giù o facendo capriole. Dunque che tipo <strong>di</strong> scalpore è il suo?
17<br />
HASSAR Le sue navi sono d'oro puro; la prua è tutta incastonata <strong>di</strong> solitari. Quest'uomo e<br />
il suo seguito hanno <strong>di</strong>sseminato ducati sonanti sulla strada dalla riva al palazzo.<br />
ZORAIDE Deve essere un bell'uomo.<br />
HASSAR Mi perdoni Zoraide! Per bellezza egli non può sostenere paragoni con me; ma<br />
deve essere <strong>di</strong>vertente. Vuole vederLa e sposarLa.<br />
ZORAIDE Guarda un po', troppa grazia!<br />
TUTU Dunque dobbiamo <strong>di</strong> nuovo logorarci. Vogliamo vederlo. Zoraidel, vai, metti fine a<br />
questa storia e pren<strong>di</strong>lo; altrimenti alla fine farai tappezzeria; è andata così a tutte<br />
quelle che hanno cercato tanto a lungo. Esce. Il seguito <strong>di</strong>etro <strong>di</strong> lui. Hassar uscendo<br />
butta baci a Linda.<br />
SCENA OTTAVA<br />
Zoraide. Linda<br />
ZORAIDE Se veramente costui possiede tali ricchezze, dovranno essere mie. Poi se ne può<br />
tornare da dove è venuto. Esce.<br />
LINDA Aspetta, vipera! Lo metterò in guar<strong>di</strong>a, non dovrai prenderlo in giro.<br />
Aria<br />
Deridere un po' gli uomini<br />
va bene!<br />
Visto che ci scherniscono<br />
e non poco.<br />
Ma canzonarli tutti<br />
proprio senza sentimento<br />
e prenderli in giro,<br />
questo no, è troppo.<br />
Esce<br />
Un po' li schernisco volentieri<br />
è così che deve essere.<br />
Tuttavia sono loro i signori<br />
e prendono la rivincita,<br />
quando fanno gli sguar<strong>di</strong> cupi<br />
e ahimè sospirano!<br />
Allora non si può neppure ridere<br />
ed è meglio cambiare tono.
SCENA NONA<br />
18<br />
Piazza davanti al palazzo. Una folla <strong>di</strong> gente arraffa i sol<strong>di</strong> gettati. Il seguito <strong>di</strong><br />
Quecksilber, vestito con livree molto eleganti, lancia denaro.<br />
Coro<br />
SERVITORI<br />
Ci cascano sopra, ci si tuffano dentro,<br />
si potrebbe infilargliele anche negli occhi, le monete!<br />
POPOLO<br />
E non mi smuovo, mi rompo anche una gamba,<br />
i ducati devono essere miei in quantità.<br />
SCENA DECIMA<br />
Tutu. Zoraide. Hassar. Detti.<br />
TUTU Ecco, stanno succedendo cose spaventose! Avrà veramente lanciato ducati? O forse<br />
saranno semplicemente fiches?<br />
HASSAR Signore! D'oro purissimo!<br />
TUTU Subito all'opera dunque. Ora però devo anche farmi vedere un po' ????, costui, più<br />
tar<strong>di</strong>, potrà essere ricoperto <strong>di</strong> oggetti d'oro del mio tesoro.<br />
ZORAIDE Sta passando la servitù! Ma dov'è rimasto quel bellimbusto straniero, deve forse<br />
stu<strong>di</strong>arsi un <strong>di</strong>scorso?<br />
HASSAR Ah! Si avvicina!<br />
TUTU Si avvicina? Un bell'amante, appena si avvicina - ????<br />
HASSAR Per la mia bellezza, non ho mai visto uno splendore simile.<br />
TUTU Chiuda il becco, con la Sua bellezza. Esultate!<br />
POPOLO Evviva il principe Tutu!<br />
SERVITORI DI QUECKSILBER Sbraitando: Hurrà!<br />
ZORAIDE Che voci da orsi. Papà, ma che lingua è quella? Hurrà!<br />
TUTU Hurrà! - E' francese e in italiano significa: basta! - Silenzio, sta arrivando qualcuno.<br />
SCENA UNDICESIMA<br />
Detti. Quecksilber come un bellimbusto. Indossa un moderno frac <strong>di</strong> matassina d'oro, un<br />
panciotto d'argento con galloni ricamati in blu e pantaloni dello stesso tipo, un cappello a<br />
tre punte guarnito <strong>di</strong> <strong>di</strong>amanti. All'entrata si ode la melo<strong>di</strong>a del ritornello della prima aria<br />
<strong>di</strong> Figaro nel Barbiere <strong>di</strong> Siviglia.<br />
QUECKSILBER<br />
Recitativo<br />
Principessa! Per la quale si infiammano perfino i Calmucchi!<br />
Come devo chiamarti?
19<br />
Euphemia, Amarantia o Rosel?<br />
Qualunque sia il tuo nome, per me è lo stesso.<br />
Il Reno e la Mosella mi hanno condotto<br />
nel tuo regno su uno scafo a vapore.<br />
Aria<br />
Melo<strong>di</strong>a: Il mio animo è alquanto pre<strong>di</strong>sposto all'amore etc. etc.<br />
Possiedo molte migliaia <strong>di</strong> milioni<br />
e vado per mezzo mondo;<br />
nelle regioni più fredde e in quelle più calde,<br />
dappertutto ho menato tesori.<br />
Per <strong>di</strong>ssipare ben bene in Inghilterra,<br />
ho regalato sterline a libbre,<br />
inoltre per pagarmi, la banca<br />
finirà per ammalarsi dagli strapazzi.<br />
Per <strong>di</strong>ventare potente in Italia,<br />
ho comprato i giar<strong>di</strong>ni più splen<strong>di</strong><strong>di</strong>,<br />
melangole d'oro, ebbene si,<br />
perfino un bosco <strong>di</strong> salumi.<br />
In un pascolo del Tirolo,<br />
se vorrai essere felice,<br />
ho tre capanne,<br />
anche se sono piccole,<br />
là i tesori non servono,<br />
non te ne fai <strong>di</strong> niente,<br />
là solo un cuor fedele<br />
ti rende il più felice tra gli uomini.<br />
E nella bella terra d'Ungheria<br />
sono conosciuto come un Creso,<br />
sulla mia puszta<br />
conto <strong>di</strong>ecimila bufali, me escluso.<br />
In terra austriaca<br />
son <strong>di</strong> casa,<br />
la fortuna e la gioia<br />
non mi abbandonano mai.<br />
Là possiedo campi rivieraschi e boschi,<br />
fuori Auf der Schmelz possiedo splen<strong>di</strong><strong>di</strong> terreni,<br />
e la Brühl, bella come la Svizzera,<br />
mi appartiene fino a Heiligenkreuz<br />
E a Vienna possiedo case in gran copia,<br />
questo è un po' il mio capriccio,
20<br />
costruire sempre senza posa<br />
anche se la maggior parte si trova nella Ro?au.<br />
A Thury possiedo intere strade,<br />
della Wieden potrei abbandonarne la metà,<br />
e per un prezzo irrisorio<br />
ne ho comprate venti a Lerchenfeld.<br />
La Jägerzeile la amo in particolar modo,<br />
auguro alle persone <strong>di</strong> finire là,<br />
là ho un'unica casa,<br />
da dove non mi muoverò per tutta la vita.<br />
ZORAIDE Dunque questo è l'uomo così <strong>di</strong>sumanamente ricco? Sembra una scimmia<br />
rivestita.<br />
TUTU Mi è stato annunciato il tuo arrivo sulla nostra isola. Cosa cerchi qui, non c'è molto<br />
da trovare.<br />
QUECKSILBER Mi dà del tu? La fama della terribile bellezza <strong>di</strong> Mademoiselle Sua figlia<br />
mi ha attirato qui.<br />
TUTU Ecco la <strong>di</strong>mostrazione <strong>di</strong> come girano le fandonie. Guardala. Guardare non costa<br />
niente, eccola qui, guardala.<br />
ZORAIDE Spero mi troverai molto bella!<br />
QUECKSILBER Anch'ella mi dà del tu. Devono essere tirolesi emigrati, visto che danno<br />
del tu a tutti. A voce alta: Principessa, Lei è un magnifique Personage come il Suo<br />
signor padre, è <strong>di</strong>fficile scegliere tra un re e un jolly. Ma se volesse avere almeno la<br />
compiacenza <strong>di</strong> non darmi sempre del tu. Se non vuole <strong>di</strong>re Signore <strong>di</strong>, mi <strong>di</strong>a almeno<br />
del lei.<br />
ZORAIDE Che impertinente.<br />
TUTU Stai zitta. - Finché non ve<strong>di</strong>amo se ha denaro, <strong>di</strong>amogli del lei - se non ne ha,<br />
potremo continuare con le villanie.<br />
ZORAIDE Bene dunque - Mi <strong>di</strong>ca un po' - Lei mio caro Lei! - Visto che non vuole essere<br />
il mio tu: che cosa desidera veramente da me?<br />
QUECKSILBER Sono qui per chiedere la Sua bella mano.<br />
ZORAIDE Per questo ci vogliono tre qualità: spiritoso come il rum giamaicano - ricco<br />
come un inca del Perù - e bello come l'Adone greco -<br />
QUECKSILBER Beh, per quanto riguarda l'ingegno e la ricchezza, nessuna esitazione, ma<br />
per l'Adone greco, c'è qualcosa che non va, dovrà accontentarsi <strong>di</strong> uno della<br />
Valacchia.<br />
ZORAIDE Ma Lei che professione esercita?<br />
QUECKSILBER Sono un Millioneur.<br />
TUTU Non è una brutta professione.<br />
ZORAIDE Ha stu<strong>di</strong>ato?<br />
QUECKSILBER Duecento scuole.<br />
TUTU E' tanto! Qui ne abbiamo solo una e casualmente anche lì non ho imparato niente. -<br />
Dove ha stu<strong>di</strong>ato dunque?<br />
QUECKSILBER Di fatto ho frequentato i Ginnasi <strong>di</strong> Alsterbach, poi ho fatto importanti<br />
progressi nell'arte veterinaria, se Lei un giorno fosse in<strong>di</strong>sposto -<br />
TUTU La prego <strong>di</strong> tenermi presente -
21<br />
QUECKSILBER Ho stu<strong>di</strong>ato botanica nella Krautgasse, l'astronomia all'osteria dei do<strong>di</strong>ci<br />
segni zo<strong>di</strong>acali e le restanti scienze le ho apprese così <strong>di</strong> passaggio.<br />
TUTU Si, ma dove ha completato la Sua istruzione?<br />
QUECKSILBER Laggiù nella Valacchia -<br />
TUTU Allora ha fatto una bella carriera.<br />
ZORAIDE Ma come sta la faccenda delle prove della ricchezza? I ducati che Lei ha tirato<br />
fuori potrebbero essere anche gli ultimi in Suo possesso. Si è già vista ogni sorta <strong>di</strong><br />
imbroglione qui da noi.<br />
QUECKSILBER Devo trasformare in oro il Suo palazzo?<br />
TUTU No! Altrimenti <strong>di</strong> notte me lo portano via.<br />
QUECKSILBER Almeno i battenti dei portoni devono essere d'oro! Tocca il portone, che<br />
subito si trasforma in oro. Stupore generale.<br />
TUTU Mi viene meno l'intelletto!<br />
QUECKSILBER Queste colonne sono <strong>di</strong> legno? Ah, queste colonne <strong>di</strong> legno devono<br />
trasformarsi in argento. Tocca le colonne, che si trasformano in argento.<br />
ZORAIDE tra sé: Quel talismano dovrà essere mio.<br />
HASSAR Dovrebbe <strong>di</strong>ventare ven<strong>di</strong>tore <strong>di</strong> legname presso le nostre cataste in<strong>di</strong>ane.<br />
QUECKSILBER a Hassar: Ah! - Mi <strong>di</strong>ca, Le è in<strong>di</strong>spensabile l'uso della testa?<br />
HASSAR Si - prima <strong>di</strong> tutto ho solo quella e poi non si sa mai se ne esce qualcosa!<br />
QUECKSILBER Sarebbe una magnifica testina <strong>di</strong> agnello da indorare, non è vero, signor<br />
suocero?<br />
TUTU E perché? Egli non ha bisogno <strong>di</strong> alcunché <strong>di</strong> speciale, non si può indorare subito<br />
ogni testa <strong>di</strong> cretino, in fondo anche la sua non è dorata.<br />
QUECKSILBER Lei punzecchia!<br />
TUTU Oh, La prego, è inevitabile - Via, Zoraidel, che ti pare?<br />
ZORAIDE Straniero, hai conquistato il mio cuore. Una potenza irresistibile mi attira verso<br />
<strong>di</strong> te. Potrei piangere lacrime d'oro.<br />
QUECKSILBER Dunque - voulez-vous essere mia?<br />
ZORAIDE Se mi dai le prove dell'amore che pretendo da te.<br />
TUTU Con permesso! Va al centro. Il <strong>di</strong>scorso dura un po' troppo per me. Su, mio gentile<br />
signor genero, vulgo orafo, au revoir! Impartirò l'or<strong>di</strong>ne che si puliscano le Sue<br />
stanze a palazzo; a tappezzarle può pensarci anche da sé. Poi devo coricarmi e<br />
riposare, questo appassionato <strong>di</strong>verbio mi ha affaticato troppo. Ad<strong>di</strong>o! Indori per me<br />
tutto il mio regno, e se oggi dovessi ancora essere <strong>di</strong> buonumore, avrò il piacere <strong>di</strong><br />
vederLa - si, si, facciamo così, così - Allora, au revoir! - e poiché ora non mi viene in<br />
mente nient'altro in francese - ancora una volta au revoir! Esce .<br />
Tutti lo seguono, tranne Zoraide e Quecksilber.<br />
SCENA DODICESIMA<br />
Zoraide. Quecksilber.<br />
ZORAIDE Allora sei veramente deciso, giovanotto, ad andartene in giro per la mano a me<br />
sull'accidentata strada <strong>di</strong> questa vita? Senza stancarti? Oh, come ti chiami?<br />
QUECKSILBER Bartholomäus!
22<br />
ZORAIDE Bartholomäus e Zoraide, si annuncia un romanzo stupendo. Io sono una<br />
poetessa, ho tradotto in in<strong>di</strong>ano tutti i poeti europei.<br />
QUECKSILBER Deve essere bello.<br />
ZORAIDE Deve raccontarmi la storia della Sua vita; la rielaborerò in giambi <strong>di</strong> quattro<br />
pie<strong>di</strong>.<br />
QUECKSILBER Sia buona! Se la gente dovesse leggere tutte le sciocchezze che ho<br />
combinato in vita mia, non potrei più farmi vedere per strada.<br />
ZORAIDE No, mi perdoni! Per chiacchierare con Lei ci vuole una pazienza singolare, non<br />
ha neppure sei centesimi <strong>di</strong> galanteria addosso. Io desidero un uomo galante. Tra sé:<br />
Se potessi almeno agguantare quella bacchettina! - Teneramente: Facciamo la pace.<br />
Carissimo Bartholomäus! Avvinghierò il tuo cuore come fanno i tralci con il<br />
castagno. Lo abbraccia. O dei! Voi che abitate laggiù, gettate uno sguardo su <strong>di</strong> noi.<br />
E' vero che non lascerai mai la tua Zoraide? Il tuo cuore non chiederà un biglietto <strong>di</strong><br />
andata e ritorno e si farà rimborsare il prezzo d'ingresso della sua fedeltà alla cassa <strong>di</strong><br />
Amore?<br />
QUECKSILBER Eppure è un'anima buona!<br />
ZORAIDE tra sé: Desidero solo avere la bacchettina.<br />
QUECKSILBER Allora, qua la mano, ma non sul viso! Mi <strong>di</strong>a solo un bacetto come<br />
balzello e saremo d'accord.<br />
ZORAIDE Non ora, lo riceverà dopo il pranzo come pasticcino.<br />
QUECKSILBER Bene, è anche giusto. Quali pasticcini mangia Lei?<br />
ZORAIDE I frutti in<strong>di</strong>ani più squisiti.<br />
QUECKSILBER Mi fa piacere. Per me i frutti più squisiti sono le coccole delle rose <strong>di</strong><br />
macchia. Il mio cibo preferito però sono le pere. Sa quelle piccole, le perine moscate,<br />
sono buonissime.<br />
ZORAIDE Chi può avere un gusto tanto volgare! In puro alto tedesco: Come può<br />
mangiare mosche?<br />
QUECKSILBER Io non mangio affatto insetti. E' già tanto se non mi pungono! Pere! E' un<br />
cattivo gusto allora? Tutto il mondo mangia pere; ognuno una qualità <strong>di</strong>versa. I<br />
patrioti mangiano le pere imperatore, i ricchi le pere ducate, chi si profuma<br />
fortemente, le pere bergamotte, i calzolai la pelle <strong>di</strong> pera, i cocchieri le pere avena, i<br />
falegnami le pere selvatiche, i barbieri le pere barbine e chi commette un errore,<br />
mangia delle pere dolcissime. - In breve, sei mia e la cosa finisce qui.<br />
ZORAIDE Nuoto in un mare <strong>di</strong> gioia come una balena nel Danubio. Lo abbraccia.<br />
SCENA TREDICESIMA<br />
Detti. Linda.<br />
LINDA esce dal palazzo: Principessa, deve salire, affinché l'aria notturna non Le nuocia.<br />
In <strong>di</strong>sparte: Se solo potessi fargli un cenno. E' proprio un bell'uomo.<br />
ZORAIDE Cosa? Tra sé: Occasione desiderata! A voce alta: Come osa arrivare davanti ai<br />
miei occhi in questo momento per me così stupendo. Che sfrontata!<br />
LINDA Ma sovrana!<br />
QUECKSILBER Allora è pure ragionevole. Ma che cosa Le ha fatto?<br />
ZORAIDE Chiuda il becco! - Vuole anche contrad<strong>di</strong>rmi? Io le metto le mani addosso! -<br />
Cielo, che cosa sto facendo! Mi perdoni questo fervore!
23<br />
QUECKSILBER Permette? E' uno strano fervore. Da noi fanno questa baldoria i facchini<br />
della dogana centrale.<br />
ZORAIDE La prende a protezione? Ho la sensazione perfino che Lei le stia facendo<br />
l'occhiolino! Le piace? E' vero che questa figura ha delle belle forme? Anzi che queste<br />
forme hanno una bella figura? Così Lei può scre<strong>di</strong>tarmi con questo cercopiteco?<br />
QUECKSILBER Quale cercopiteco? E' più bella <strong>di</strong> Lei!<br />
ZORAIDE Che offesa! Che ne sarà <strong>di</strong> me? Sto perdendo i sensi. - Svengo -<br />
QUECKSILBER Per tutto l'oro del mondo -<br />
LINDA Sviene - Fa per sostenere Zoraide.<br />
ZORAIDE <strong>di</strong> scatto: Osa toccarmi. Via all'istante dalla mia vista. Via, ho detto. Indugia<br />
ancora - Linda fugge, Zoraide strappa la bacchetta <strong>di</strong> mano a Quecksilber. La<br />
trasformerò in un drago, se la raggiungo! Via! Via! Rincorre Linda nel palazzo, le<br />
porte si chiudono.<br />
QUECKSILBER Beh, che cosa mai è questo? Che persona maligna - Ehi! La mia<br />
bacchetta! E' capace <strong>di</strong> spezzarla, dopo<strong>di</strong>ché, in qualità <strong>di</strong> indoratore, potrei<br />
annunciare bancarotta stregata. Non mi resta che correrle <strong>di</strong>etro. Va alla porta. E'<br />
proprio chiusa. Si, eppure non sono ancora le <strong>di</strong>eci! Qui serrano il portone già prima<br />
<strong>di</strong> pranzo. Ehi, portiere! Aprite! Su! Bussa.<br />
SCENA QUATTORDICESIMA<br />
Quecksilber. Una sentinella.<br />
UNA SENTINELLA compare sulle mura: Che rumore è mai questo?<br />
QUECKSILBER Su, aprite, devo entrare!<br />
SENTINELLA Ti do un consiglio <strong>di</strong> tutto cuore, scappa!<br />
QUECKSILBER Perché dovrei scappare? Non ho ancora debiti nel paese. Devo entrare,<br />
sono il marito della Principessa.<br />
SENTINELLA Un folle devi essere! La Principessa è andata con suo padre sulla sua isola<br />
preferita e ti fa <strong>di</strong>re: se non tagli la corda, faranno uscire alcune giovani tigri contro <strong>di</strong><br />
te. Non entrerai! Sparisce dalle mura.<br />
QUECKSILBER da solo: Oh, gentaglia in<strong>di</strong>ana! Povero sventurato fabbricante <strong>di</strong><br />
barometri! Cosa ho fatto? Indoro le loro porte e loro me le sbattono sul naso. Sono<br />
stato imbrogliato. Se potessi entrare, li massacrerei tutti insieme. - Fermo! Mi viene<br />
in mente una cosa. Posso richiamare un'armata. Vittoria - Oh, Pizichi! Pizichi! Suona<br />
al posto del mio fagotto! Aspetta, popolo ingrato. Suona il corno.<br />
SCENA QUINDICESIMA<br />
Attacca una marcia vivace. Uno stuolo <strong>di</strong> soldati ideali entra velocemente schierato, la<br />
guar<strong>di</strong>a del corpo è composta da piccoli ussari. Quecksilber. Comandante.<br />
COMANDANTE Generale! Cosa coman<strong>di</strong>?<br />
QUECKSILBER Disponetevi! - No, non <strong>di</strong>sponetevi ancora, c'è ancora tempo. Vede i<br />
piccoli ussari. Beh, che squadra è mai questa? Questi devono averli appena piantati e<br />
non sono ancora cresciuti. Sono soldati anche questi?
24<br />
COMANDANTE Questa è la tua guar<strong>di</strong>a del corpo.<br />
QUECKSILBER Quella? Pensavo fossero rane in uniforme.<br />
COMANDANTE Ti proteggerà.<br />
QUECKSILBER si mette accanto ai più piccoli: Allora sono sicuro fino a qui in<strong>di</strong>cando il<br />
petto. Beh, mi va bene - Ora vedremo se sanno anche fare qualcosa. Ai piccoli che<br />
stanno da una parte: Attenzione - Obliqu'a destr'! Marsc'! Marcia con loro intorno<br />
al palco venendo a trovarsi davanti ai più gran<strong>di</strong>. Alt! - Beh, si può fare - Portate i<br />
cannoni puntati verso il palazzo. Due cannoni appaiono in aria tra le nubi, c'è anche<br />
un genio come cannoniere. Alt! Cannon' alt - Attenzione! Presentat'arm - Uno! -<br />
Due! - Tre! - La squadra fa il presentat'arm con la sciabola già al numero due. Ah<br />
si, allora niente tre - sono addestrati solo al due - Ancora una volta presentat'arm -<br />
Uno! - Due! - In ginocchio! - Marsc' - avanti marsc'! La prima fila <strong>di</strong> ussari saltella<br />
come le rane. Alt, alt! Accidenti, sono esercitati, allora voglio veder marciare un<br />
intero reggimento. In<strong>di</strong>etro! Su dunque. Attenzione! - Marciate con tutt'e due i pie<strong>di</strong><br />
insieme verso il palazzo, fate prigionieri Zoraide e suo padre. Saranno massacrati<br />
tutti! I bambini nella culla non verranno risparmiati! Guardare a destra! Marciare a<br />
sinistra! Attaccare! Cannoneggiare! Imbracciat'arm! Pied'arm!<br />
COMANDANTE Generale, tu non capisci niente <strong>di</strong> tattica, fai comandare a me. Alla<br />
carica!<br />
Musica marziale. I più gran<strong>di</strong> portano delle scale, le appoggiano al palazzo e salgono<br />
furiosamente. Gli ussari portano un grosso ariete e con esso sfondano la porta d'oro.<br />
Quecksilber è da una parte con due piccoli ussari che osserva. Quando tutto è finito esce<br />
dal portone uno <strong>degli</strong> uomini <strong>di</strong> Tutu che assesta a Quecksilber un colpo <strong>di</strong> sciabola sulla<br />
schiena. Quecksilber solleva velocemente il piccolo ussaro che lo <strong>di</strong>fende con la sciabola<br />
fino al retroscena. I cannoni sparano due colpi contro il palazzo, che è tutto in fiamme. Lo<br />
scontro sulla scena <strong>di</strong>venta generale. Tutu e Zoraide vengono portati fuori. Gruppo<br />
vittorioso della squadra magica. Quecksilber entra in quel momento con i due piccoli<br />
ussari e si erge a vincitore su uno <strong>degli</strong> uomini <strong>di</strong> Tutu a terra. Su questo gruppo cala una<br />
bella tenda <strong>di</strong> nubi. Nel mezzo c'è la dea della guerra circondata da alcuni geni, che<br />
agitano delle piccole ban<strong>di</strong>ere, hanno l'elmo in testa, ognuno dei quali presenta una lettera<br />
trasparente che dà luogo alla parola: Vittoria. Tableau generale.<br />
FINE DEL PRIMO ATTO
ATTO SECONDO<br />
SCENA PRIMA<br />
25<br />
Salone <strong>di</strong> gusto in<strong>di</strong>ano. Di lato un trono rialzato dove è seduto Quecksilber, accanto a lui<br />
la sua servitù, al centro gli ussari, <strong>di</strong> fronte gli uomini <strong>di</strong> Tutu inginocchiati. Hassar.<br />
Coro<br />
Rendete tutti omaggio al vincitore,<br />
consacrate a lui vita e sangue,<br />
contro guerrieri fatati<br />
il vostro coraggio combatte invano.<br />
HASSAR Nobile straniero! Tu che sei sotto la protezione <strong>di</strong> potenze sovrannaturali, ricevi<br />
dall'indegna bocca del tuo più umile schiavo, l'omaggio <strong>di</strong> tutti gli abitanti <strong>di</strong><br />
quest'isola. Tutti si prostrano <strong>di</strong> fronte alla tua superiorità.<br />
QUECKSILBER Capisco; si è voltato pagina.<br />
HASSAR Signore! Adesso, come se non bastasse, il tuo schiavo osa gettarsi ai tuoi pie<strong>di</strong>,<br />
conscio della sua bellezza, e ti presenta i suoi ossequi in maniera del tutto speciale.<br />
Desidero anche ar<strong>di</strong>re esporti in versi la mia sottomissione.<br />
QUECKSILBER Cosa? Vuol parlarmi in versi? Amico, non me lo faccia, preferirei farmi<br />
picchiare.<br />
HASSAR Quant'è vero che sono un bell'uomo, questo è il colmo.<br />
QUECKSILBER Per adesso basta. Per la notte verrà allestito un grande spettacolo<br />
pirotecnico; una piramide infuocata con duemila girandole e in<strong>di</strong>cando Hassar lui<br />
verrà posto in cima insieme alla sua bellezza. Adesso via tutti. Escono tutti tranne<br />
quattro ussari. A loro: E voi conducetemi Tutu quassù. Gli ussari escono. Per prima<br />
cosa leggerò per bene il testo al vecchio, poi a lei, a quella ingrata.<br />
SCENA SECONDA<br />
Detti. Tutu, in catene, viene condotto dai quattro piccoli ussari.<br />
PRIMO USSARO Alt! Resta fermo, ho detto.<br />
TUTU guardandolo dall'alto in basso: Che rumore è mai quello laggiù? Adesso ne ho<br />
abbastanza.<br />
PRIMO USSARO Silenzio, non fiatare o ti faccio sbassare <strong>di</strong> venticinque centimetri.<br />
TUTU Che <strong>di</strong>amine è questo? Signor genero, dove sta scritto che mi si tratti in modo tanto<br />
vergognoso? E' per Suo or<strong>di</strong>ne che avviene tutto ciò?<br />
QUECKSILBER Oui!<br />
TUTU Oui? Allora non posso risponderLe altro che vergogna!
26<br />
QUECKSILBER Non posso impe<strong>di</strong>rlo; questi uomini valorosi ti hanno sconfitto. Sei in<br />
mano alla mia armata.<br />
TUTU ai piccoli: Mia ottima armata, mi fa piacere conoscerVi. Se lo avessi saputo, Vi<br />
avrei presi tutti, bastava mettere alcune trappole per topi.<br />
PRIMO USSARO Taci, o ti costerà la testa. Sguaina la sciabola.<br />
TUTU Tornate <strong>di</strong> nuovo al quarto piano ai miei coman<strong>di</strong>.<br />
QUECKSILBER Toglietegli le catene - Lasciateci soli!<br />
PRIMO USSARO Certamente! Passa a<strong>di</strong>rato davanti a Tutu. Ehi, basta! Rinfodera la<br />
sciabola ed esce con arroganza insieme agli altri.<br />
TUTU Lo segue con lo sguardo. Ah, uomo della <strong>di</strong>mensione <strong>di</strong> un ribes.<br />
SCENA TERZA<br />
Tutu. Quecksilber.<br />
QUECKSILBER Adesso salderemo i conti. Ma Lei e la signorina Sua figlia, dove avete<br />
imparato l'educazione <strong>di</strong> rubare le cose preziose alle persone oneste? Sono forse<br />
venuto per questo nel vostro paese?<br />
TUTU E chi glielo ha fatto fare <strong>di</strong> venire? Magari fosse rimasto lontano.<br />
QUECKSILBER E' questo il ringraziamento per averLe indorato tutte le voliere e tutti i<br />
pollai? Per aver trasformato tutte le carpe <strong>di</strong> lago in carassi dorati, allo scopo <strong>di</strong><br />
poterli impegnare, qualora Le venisse a mancare il denaro?<br />
TUTU Perché se la prende con me? Cosa mi importa della Sua bacchetta? Faccia più<br />
attenzione alle Sue cose; l'ha sbattuta in qua e in là mettendo a repentaglio la vita <strong>di</strong><br />
chi Le stava vicino.<br />
QUECKSILBER Perché non gliel'ha portata via? Avrebbe dovuto far educare meglio Sua<br />
figlia.<br />
TUTU Ormai cosa posso fare? Ha avuto tre governanti: una <strong>di</strong> Parigi, l'altra <strong>di</strong> Lione e una<br />
del Breitenfeld. E' educata molto bene, per questo non posso <strong>di</strong>rle niente, altrimenti<br />
mi mette a posto ben bene.<br />
QUECKSILBER Insomma, Lei è un ingrato e io ora non voglio più Sua figlia.<br />
TUTU Allora Lei è un uomo sporco!<br />
QUECKSILBER Oh, non mi offende! Non posso essere sporco, sono ricco e perciò uno<br />
che si è lavato; da dove dovrebbe provenire lo sporco?<br />
TUTU Lei è giunto sulla mia isola senza neppure avere il passaporto?<br />
QUECKSILBER Non c'entra proprio niente! Anche se non ho né un basso né un tenore,<br />
ho pur sempre una voce più bella della Sua.<br />
TUTU Si, si immagini pure quel che vuole, se un simile bellimbusto può fare osservazioni<br />
mordaci su un uomo vecchio come me! Mia figlia non è colpevole dell'imbroglio, Lei<br />
è colpevole; perché ha portato proprio una bacchetta d'oro? Avesse sbattuto in giro<br />
un bastone <strong>di</strong> nocciolo, nessuno l'avrebbe voluto e chiunque La avrebbe evitata. E se<br />
Lei si mette a fare l'occhiolino alla cameriera, ella deve pur essere gelosa; non deve<br />
farlo, - non è bello - La mia povera Zoraidel è pazza d'amore per Lei. Non so che<br />
cosa trovi <strong>di</strong> bello in Lei. Le devo <strong>di</strong>re francamente: a me Lei non piace, niente è<br />
spontaneo in Lei, non ha una fisionomia leale; guar<strong>di</strong> la mia faccia, come è tutta<br />
aperta. Spalanca gli occhi e la bocca.<br />
QUECKSILBER Si, fino a lì; ma qua è chiuso. In<strong>di</strong>ca la fronte.
SCENA QUARTA<br />
Zoraide. Detti.<br />
27<br />
ZORAIDE palli<strong>di</strong>ssima, entra lentamente: Ci lasci soli, padre.<br />
TUTU La guar<strong>di</strong>, tiranno! Dal patire non si è neppure imbellettata. Per questo le ho fatto<br />
leggere romanzi tanto sentimentali? Ha stu<strong>di</strong>ato le quattro materie fondamentali,<br />
affinché ai suoi trentadue anni vissuti felicemente -<br />
ZORAIDE irrompendo <strong>di</strong> scatto: Ventiquattro!<br />
TUTU Voglio <strong>di</strong>re ventiquattro - per otto anni è andata a scuola, quelli non contano -<br />
debba assommare i momenti sventurati della Sua conoscenza? Avrei da farle ancora<br />
<strong>di</strong>versi rimproveri, ma adesso devo coricarmi un po' per riposare; ma glielo <strong>di</strong>co<br />
tant'è vero che Lei se ne sta nel Suo frac <strong>di</strong> carta d'oro: qui siamo su un'isola<br />
incantata. Ora andrò subito a vedere e se in un angolo incantato troverò una vecchia<br />
fata consunta, che si prenderà cura <strong>di</strong> me, allora vedrà chi sono io. Scellerato! Esce.<br />
SCENA QUINTA<br />
Zoraide. Quecksilber.<br />
QUECKSILBER Comment vous portez-vous, ma chère Princesse?<br />
ZORAIDE Oh, capisco! Visto che vuol proprio tormentarmi, allora parla in francese, sa già<br />
che nessuno può sopportarlo. Ecco Le riporto in<strong>di</strong>etro la Sua bacchetta d'oro -<br />
L'avrebbe riavuta anche se non avesse devastato il nostro palazzo con la Sua armata<br />
<strong>di</strong> nanerottoli.<br />
QUECKSILBER Non mi ha sbattuto il portone sul naso? Non mi ha fatto <strong>di</strong>re che dovevo<br />
tagliare la corda altrimenti avrebbe fatto uscire delle giovani tigri contro <strong>di</strong> me?<br />
ZORAIDE Non ne sapevo niente. E' stato un equivoco.<br />
QUECKSILBER No, il portiere così mi ha riferito sul Suo conto.<br />
ZORAIDE Allora non posso farci niente, una particolare concomitanza <strong>di</strong> circostanze -<br />
QUECKSILBER Che sono? -<br />
ZORAIDE Il portiere ha preso una sbornia.<br />
QUECKSILBER Una volta è successo anche a me.<br />
ZORAIDE Davvero! Ha preso una sbornia?<br />
QUECKSILBER Si, non è stata una bella mossa da parte mia? - Ma ci scostiamo dalla cosa<br />
principale. Le perdonerò generosamente ciò che Lei mi ha causato. Ho <strong>di</strong> nuovo la<br />
mia bacchetta e con questo ci conge<strong>di</strong>amo, e affinché la mia piccola armata non<br />
procuri più seccature nel Suo palazzo, la farò sparire. Ehi là! Appare il primo ussaro.<br />
Potete suonare la ritirata, se avrò bisogno <strong>di</strong> voi, vi richiamerò. In<strong>di</strong>ca il corno.<br />
PRIMO USSARO Giustissimo! Esce.<br />
ZORAIDE nota il corno, tra sé: Ah! Devo avere anche questo corno.<br />
QUECKSILBER Adesso salirò sul mio mercantile pronto a far vela e quin<strong>di</strong><br />
Mademoiselle, a<strong>di</strong>eu pour jamais! Fa per uscire.<br />
ZORAIDE Come? Vuole lasciarmi?<br />
QUECKSILBER Ha qualcosa da obiettare?
28<br />
ZORAIDE Chie<strong>di</strong> se ho qualcosa da obiettare? Non ti sei impegnato ad essere lo schiavo<br />
del mio cuore? E ora non rassegni neppure le <strong>di</strong>missioni come si conviene, scappi via<br />
senza attendere i tuoi quattor<strong>di</strong>ci giorni.<br />
QUECKSILBER Non sono mica una cuoca!<br />
ZORAIDE Eppure vuoi guastarmi la gioia e piantarmi, me, innocente come un agnello.<br />
QUECKSILBER Se non fosse così carina. Ahimè! Mi lasci, falso Personage ! Che prove<br />
ha della Sua innocenza?<br />
ZORAIDE Hai <strong>di</strong>menticato la sbornia del portiere?<br />
QUECKSILBER Ah, sciocchezze! La sbornia per me non è una scusa!<br />
ZORAIDE No? Non è un'ebbrezza anche l'amore? E Schiller non <strong>di</strong>ce a proposito: chi non<br />
ha mai preso una sbornia, non è un uomo retto?<br />
QUECKSILBER E Lei lo ha detto Schiller? A me lo canta il portiere nel Neusonntagskind.<br />
ZORAIDE Che importa ? Che mi importa <strong>di</strong> tutti i portieri del mondo se la doppia porta<br />
del tuo cuore è serrata. Aprila alla tua Zoraide!<br />
QUECKSILBER Non ne ho la chiave; man<strong>di</strong> a chiamare il fabbro.<br />
ZORAIDE Mi schernisci ancora?<br />
QUECKSILBER Mi lasci andare!<br />
ZORAIDE Fermo! Tra sé: Ora non conosco più altro mezzo se non cadere svenuta. A<br />
voce alta. Povera me! Che ne sarà <strong>di</strong> me?<br />
QUECKSILBER Ora che c'è?<br />
ZORAIDE Svengo!<br />
QUECKSILBER Sviene <strong>di</strong> nuovo! Cade nelle sue braccia. Eccola già <strong>di</strong>stesa. Lei - Lei è<br />
proprio abile! - Tengo qui dunque, tra le mie braccia, il brillante incastonato à jour<br />
nella falsità. - Si può <strong>di</strong>re a ragione che questo è un momento <strong>di</strong> un certo peso. -<br />
Eppure sono innamorato <strong>di</strong> lei. Però mi sembra che questo svenimento duri un po'<br />
troppo. Devo <strong>di</strong> nuovo formulare una domanda. Ehi Lei! Non desidera alzarsi un po'?<br />
Su, si svegli pure! Le dò la mia parola, rimarrò da Lei e La amerò <strong>di</strong> nuovo come<br />
prima.<br />
ZORAIDE si sveglia: Ah, cosa sento! Parli sul serio? Oh dei, vi ringrazio! E' <strong>di</strong> nuovo mio.<br />
Mai <strong>di</strong>menticherò questo momento!<br />
QUECKSILBER Neppure io!<br />
ZORAIDE Allora niente potrà più <strong>di</strong>viderci! Ma mio padre è irritato; se si oppone alla<br />
nostra unione?<br />
QUECKSILBER Oh, non preoccuparti <strong>di</strong> ciò; gli suonerò qualcosa io, finché ne avrà<br />
abbastanza.<br />
ZORAIDE Suonare? Non ti capisco!<br />
QUECKSILBER Appena si agita, suonerò il mio corno e la mia armata <strong>di</strong> nanerottoli sarà<br />
<strong>di</strong> nuovo qui.<br />
ZORAIDE Ah, che bello. Desidero vederlo. Oh, dammene una piccola prova; non posso<br />
crederci.<br />
QUECKSILBER No? Ti richiamerò subito un battaglione. Tira giù il corno.<br />
ZORAIDE Oh! Fammi un po' provare se ci riesco anch'io. Ti prego, ne chiamerò solo<br />
alcuni.<br />
QUECKSILBER Va bene, ma attenzione che non ne esca fuori un suono sbagliato. Su,<br />
adulatrice. Le dà il corno. Zoraide lo suona. Musica.
SCENA SESTA<br />
Detti. Sei amazzoni con lancia e scudo.<br />
29<br />
ZORAIDE Proteggetemi dal furore <strong>di</strong> questo pazzo! Il corno è mio! Ora riconosci<br />
Zoraide? Hahaha! Esce <strong>di</strong> corsa.<br />
QUECKSILBER Ah, vipera! Fa per andarle <strong>di</strong>etro.<br />
LE AMAZZONI tendono avanti le loro lance e lo spingono in<strong>di</strong>etro: In<strong>di</strong>etro!<br />
Breve musica. Quecksilber cade a terra, le amazzoni escono <strong>di</strong> corsa.<br />
SCENA SETTIMA<br />
Linda. Quecksilber.<br />
LINDA Che rumore è mai quello che sento? Chi giace là a terra? Lo straniero! Ah, il<br />
povero pazzo! Non si muove proprio. Non sarà mica morto? Ho una gran paura! Lo<br />
scuote. Ehi, gentile signore! E' ancora vivo? Non mi metta questa paura, se è morto,<br />
lo <strong>di</strong>ca!<br />
QUECKSILBER si rialza: Dove sono? Sono ancora vivo?<br />
LINDA impaurita: Non lo so!<br />
QUECKSILBER Chi c'è qui? Ah, una donna? Via dai miei occhi, vipera.<br />
LINDA Oh, santo cielo, ha perso la ragione.<br />
QUECKSILBER Io la ragione? Hahaha! Può l'elefante perdere le ali? Il gatto la sincerità?<br />
Il coniglio il coraggio? Il cammello l'esile taglia?<br />
LINDA Vada e non denigri gli animali in questo modo.<br />
QUECKSILBER Puoi rubare la delicatezza a un facchino, la <strong>di</strong>screzione a una pasticciera e<br />
la riservatezza a un garzone <strong>di</strong> calzolaio? Puoi strappare la sod<strong>di</strong>sfazione a un uomo<br />
che sta per compiere venticinque anni?<br />
LINDA No, ma cosa sta <strong>di</strong>cendo -<br />
QUECKSILBER Prima che io perda la ragione, la luna si farà fare un cappello alla<br />
calabrese e il sole una pelliccia <strong>di</strong> lupo.<br />
LINDA La prego, la smetta con questi <strong>di</strong>scorsi insensati. La ritenevo una brava persona!<br />
QUECKSILBER Oh, anch'io la ritenevo brava!<br />
LINDA Chi?<br />
QUECKSILBER Chi? La tua padrona, la graziosa signorina.<br />
LINDA Cosa mai Le ha fatto?<br />
QUECKSILBER Mi ha sottratto il corno magico.<br />
LINDA Ecco, ci siamo! Allora sono arrivata troppo tar<strong>di</strong>; volevo avvertirLa della sua<br />
astuzia; fa così con tutti. Se almeno non si fosse innamorato <strong>di</strong> lei, sarebbe venuto<br />
subito da me!<br />
QUECKSILBER Se avesse detto qualcosa.<br />
LINDA Lei mi piace proprio.<br />
QUECKSILBER Mi lasci andare! Sono troppo <strong>di</strong>sperato.<br />
LINDA Sia buono, La prego! Dia retta! -<br />
QUECKSILBER in collera: Ingannare me, me, in questo modo. Guarda Linda. Lei è una<br />
ragazza per bene. Arrabbiato: Abbindolarmi in questo modo. Guarda Linda.
30<br />
Che occhi belli ha! Come sopra: No! No! Come sopra: Questa ragazza mi piace,<br />
rimango da lei! -<br />
LINDA Io Le vorrò davvero bene. Ha perso il Suo corno? Non si preoccupi.<br />
QUECKSILBER Me ne dà un altro?<br />
LINDA Al suo posto Le darò il mio cuore, con esso non potrà certo richiamare un'armata -<br />
ma avrà eternamente in esso un unico <strong>di</strong>fensore. Non ci saranno mai più mille persone<br />
al Suo servizio, ma quando Lei busserà alla porticina del cuore, Le verrà incontro una<br />
persona fedele e vedrà se mi sposerà: allora sarà veramente felice e <strong>di</strong>menticherà tutti<br />
i corni.<br />
QUECKSILBER Oh, cara ragazza! Ma come ti chiami?<br />
LINDA Linda!<br />
QUECKSILBER Oh, che pazzerello! Linda? Già il nome è soave come una cuffia da notte<br />
vellutata. Or bene, sarai mia. Ma devo ven<strong>di</strong>carmi. Devo riconquistare il mio corno,<br />
la bacchetta mi aiuterà. Raduna rapidamente la mie genti e tutti gli uomini nel<br />
palazzo. A ciascuno farò un dono <strong>di</strong> un milione se con l'astuzia o la violenza<br />
conquisteranno il mio corno; e a te per ricompensa prometto montagne d'oro.<br />
LINDA Evviva! Prendo marito. Oh che uomo d'oro.<br />
QUECKSILBER toccandosi il vestito: Si può proprio <strong>di</strong>re che uomo d'oro!<br />
LINDA Non lo lascerò mai più! Torno subito! Esce.<br />
SCENA OTTAVA<br />
Quecksilber.<br />
QUECKSILBER da solo: E' una brava ragazza, la sposo! Aspetta, principessa, devi<br />
imparare a conoscermi non appena riavrò il mio corno. Linda deve cercare <strong>di</strong> capire<br />
dove ha nascosto il corno magico, deve cercare <strong>di</strong> attirarla via, io assalirò il castello<br />
con la mia gente, conquisterò il corno e farò rinchiudere Zoraide e suo padre nella più<br />
profonda prigione; su in soffitta o tra le controfinestre - Pren<strong>di</strong> il corno sotto braccio,<br />
la fanciulla sulle spalle e poi via dalla casa della falsità e <strong>degli</strong> imbrogli. In<strong>di</strong>etreggia.<br />
SCENA NONA<br />
Quecksilber. Linda con i servitori <strong>di</strong> Quecksilber e <strong>di</strong>verse persone del seguito <strong>di</strong> Tutu.<br />
Coro<br />
LINDA<br />
CORO<br />
O amici, ubbi<strong>di</strong>te,<br />
siete sulla traccia d'oro,<br />
non ve ne pentirete,<br />
il suo compenso vi renderà felici.<br />
Ci daremo da fare<br />
per il prezioso metallo
LINDA<br />
CORO<br />
31<br />
e rischieremo la vita stessa,<br />
basta che tu ci esponga il caso.<br />
A caro prezzo,<br />
in modo astuto,<br />
gli fu sottratto<br />
un corno argentato.<br />
Dobbiamo<br />
procurartelo con le armi,<br />
dacci pure gli or<strong>di</strong>ni,<br />
inizieremo subito.<br />
QUECKSILBER avanza in mezzo a loro:<br />
Vi ricompenserò<br />
con milioni,<br />
basta che giuriate fedeltà<br />
nella mia mano.<br />
CORO<br />
Giuriamo subito,<br />
restiamo a te fedeli,<br />
ma procura velocemente<br />
i tesori.<br />
QUECKSILBER<br />
Tenete in alto i vostri turbanti,<br />
quaggiù non vi schiaccia alcun giogo,<br />
esultate in lieta congrega,<br />
una pioggia dorata cadrà su <strong>di</strong> voi.<br />
Cara bacchettina,<br />
che tu mi sia propizia.<br />
CORO e LINDA<br />
Cara bacchettina,<br />
che tu gli sia propizia.<br />
QUECKSILBER<br />
Una grande gioia<br />
procura il tuo oro.<br />
CORO e LINDA<br />
Una grande gioia<br />
procura il tuo oro.<br />
QUECKSILBER<br />
Presto, in alto i berretti,<br />
bacchetta, fai scendere una neve d'oro.<br />
Tutti tengono in alto i turbanti. Quecksilber fa numerosi movimenti con la bacchetta. Sono<br />
tutti in trepida attesa. Pausa della musica. Egli <strong>di</strong>ce:<br />
Si deve essere rotta una molla! Fa gli stessi movimenti <strong>di</strong> prima. Attacca la musica.
32<br />
QUECKSILBER. LINDA. CORO<br />
Non viene niente dall'alto,<br />
non viene niente dal basso,<br />
<strong>di</strong> questa<br />
il potere bacchetta<br />
della sua<br />
è completamente sparito.<br />
QUECKSILBER ha osservato bene la bacchetta:<br />
Qualunque cosa voi <strong>di</strong>ciate,<br />
la bacchetta è stata cambiata,<br />
la mia era forte,<br />
e questa è come burro.<br />
Spezza la bacchetta in piccoli pezzettini.<br />
CORO<br />
Escono tutti sghignazzando.<br />
SCENA DECIMA<br />
Quecksilber. Linda. Poi Hassar.<br />
Ha!<br />
Milionario rovinato,<br />
vieni un po' qua da noi,<br />
restiamo a te fedeli,<br />
ti spezziamo la schiena in due.<br />
LINDA Ma che cosa mai ha fatto? Ma perché non sono piovuti ducati?<br />
QUECKSILBER Silenzio, sono già contento che non siano piovute bastonate, aveva già<br />
iniziato a gocciolare. Ma a che serve? Son proprio un uomo sconfitto; quella falsa ha<br />
scambiato la mia bacchetta.<br />
LINDA Non si preoccupi. Ci sono ancora molti bastoni al mondo. Non si lasci andare per il<br />
suo, sia allegro.<br />
QUECKSILBER A che mi servono tutti i bastoni del mondo! Tutti i tralci <strong>di</strong> vite, tutte le<br />
teste <strong>di</strong> legno, tutti i tronchi - questo era il primo -.<br />
LINDA Beh, ora lasci un po' stare il primo e ritiriamoci su al secondo o al terzo piano, da<br />
dove avremo una vista più bella.<br />
QUECKSILBER Ah, sei ancora l'unica anima fedele che io abbia. La mia servitù mi ha<br />
abbandonato.<br />
Hassar origlia alla porta.<br />
LINDA Faccia affidamento su <strong>di</strong> me, fuggirò con Lei, se vuole.<br />
HASSAR Ora aspetta, gatta!<br />
QUECKSILBER Adesso non mi viene in mente altro mezzo che mandare la mia nave<br />
dorata al monte <strong>di</strong> pietà per avere i sol<strong>di</strong> per il viaggio.<br />
LINDA Ma come potremo andare via?
33<br />
QUECKSILBER E' un gioco da bambini. Ci se<strong>di</strong>amo accanto, ci mettiamo la fascia magica<br />
e potremo giungere dove vogliamo.<br />
HASSAR Quell'in<strong>di</strong>viduo usa i talismani con estrema facilità.<br />
LINDA Beh, e dunque sei tanto pusillanime da voler scappare via? E' proprio un gioco da<br />
bambini. A questa fascia chiederai <strong>di</strong> andare nella stanza della principessa, quando è<br />
sola - minacci <strong>di</strong> massacrarla se non ti restituirà il tuo corno e la tua bacchetta e<br />
vedrai che ti pregherà <strong>di</strong> perdonarla.<br />
HASSAR Un bel piano, lo rivelo all'istante alla mia sovrana. Aspetta, strega! Esce.<br />
QUECKSILBER Giusto, hai ragione; è splen<strong>di</strong>do! Con la mia zucca non ci sarei arrivato!<br />
Ragazza, tu rimarrai con me e quando sarò <strong>di</strong> nuovo ricco, trasformerò in oro il<br />
Trattnerhof e te lo regalerò.<br />
Duetto<br />
QUECKSILBER<br />
LINDA<br />
QUECKSILBER<br />
LINDA<br />
QUECKSILBER<br />
ENTRAMBI<br />
LINDA<br />
O cara fanciulla, guardami<br />
e immagina che il bell'uomo<br />
con i pie<strong>di</strong>ni da pavone,<br />
ti renderà una graziosa signora.<br />
Allora ogni giorno terrò riunione,<br />
e i miei calici per il caffè<br />
dovranno essere <strong>di</strong> brillante<br />
e d'oro i chifel da inzupparvi.<br />
Poi viaggeremo con carrozza e destriero,<br />
I cavalli li farò ferrare d'argento.<br />
Inviterò a casa i signori più <strong>di</strong>stinti.<br />
E io, io li caccerò fuori.<br />
I mobili saranno d'ebano,<br />
e saremo entrambi terribilmente orgogliosi,<br />
poi monterò su come un gallo<br />
e non guarderò più in faccia nessuno.<br />
Questa fascia ci porterà con senso fuggevole<br />
QUECKSILBER<br />
In un sol giorno attraverso i quattro angoli della terra.<br />
LINDA<br />
In Oriente faremo colazione,<br />
QUECKSILBER<br />
E io berrò rapidamente un bicchier <strong>di</strong> vino a Grinzing.<br />
LINDA<br />
Poi ci fermeremo un po' in Olanda<br />
QUECKSILBER<br />
E in Brasile ci affacceremmo dalla finestra.
34<br />
LINDA<br />
A mezzogiorno pranzeremo entrambi da soli,<br />
QUECKSILBER<br />
Poi faremo un salto da Sperl in Africa.<br />
LINDA<br />
Un gelato andrà bene per merenda.<br />
QUECKSILBER<br />
Allora ti tufferò nel Mar Glaciale.<br />
LINDA<br />
E quando la sera a cena farà fresco,<br />
QUECKSILBER<br />
Mangeremo a Ofen per non raggelare.<br />
LINDA<br />
Andremo pure a dormire, ma non mi viene in mente<br />
dove sarà più sicuro il nostro riposo.<br />
QUECKSILBER<br />
Questo dovresti ben saperlo, è risaputo,<br />
il riposo più tranquillo si fa in terra austriaca.<br />
Entrambi escono ballando.<br />
SCENA UNDICESIMA<br />
Stanza <strong>di</strong> Zoraide con due finestre laterali. Notte. Solo una lampada illumina il tutto.<br />
Entrano Zoraide e Hassar.<br />
ZORAIDE Ma ha capito bene? Che in seguito non ne venga fuori una nuova sciocchezza,<br />
se come al solito Le si dà fiducia.<br />
HASSAR No, mia sovrana! Giuro sulla mia bellezza che ogni parola sta in questo modo.<br />
Egli possiede la fascia magica e ti assalirà nella tua stanza per riven<strong>di</strong>care i suoi<br />
talismani.<br />
ZORAIDE E la mia cameriera amoreggia davvero con lui?<br />
HASSAR Vero! E' quella strega che lo ha indotto a questa astuzia.<br />
ZORAIDE Che ingrata! E' in questo modo che mi ricompensa? Non le ho regalato proprio<br />
per il suo onomastico cinque fiorini e un abito <strong>di</strong> mussolina?<br />
HASSAR Vero! E' eccessivo!<br />
ZORAIDE Tutto ciò che ho fatto per quella persona -<br />
HASSAR Se penso ai tanti ceffoni che le hai dato.<br />
ZORAIDE Ah, questo è il meno!<br />
HASSAR Per me sarebbe il più!<br />
ZORAIDE E ora osa superarmi?<br />
HASSAR E preferire un altro a me.<br />
ZORAIDE Per tutti gli dei, questo è troppo!<br />
HASSAR Per la mia bellezza, questo è troppo!<br />
ZORAIDE Adesso via <strong>di</strong> qui, marsc'. Perché ci mancherebbe altro che mi arrabbiassi anche<br />
con Lei. Avanti marsc', fuori tutti e due, Lei e la Sua bellezza.
35<br />
HASSAR in <strong>di</strong>sparte: Questa è invi<strong>di</strong>a. Come se potessi farci qualcosa se la natura mi ha<br />
dotato <strong>di</strong> queste attrattive. Fa per uscire.<br />
ZORAIDE Fermo! Si <strong>di</strong>a subito l'or<strong>di</strong>ne che le sentinelle vigilino nell'ingresso e quando<br />
chiamo che venga preso e trattenuto; io cercherò già prima <strong>di</strong> sottrargli la fascia. Via!<br />
Hassar esce.<br />
SCENA DODICESIMA<br />
ZORAIDE da sola: Ora innalzatevi, Furie della vendetta, con quei capelli irsuti nei vostri<br />
caffettani verdastri! Non deve farsi troppo furbo e anche se egli avesse a <strong>di</strong>sposizione<br />
ancora cento mezzi magici, l'incanto che la nostra grazia fa sorgere, rende <strong>di</strong>sonore a<br />
tutti. Musica. Cos'è che fruscia nel giar<strong>di</strong>no? Che vedo? Sono sul Blocksberg? Chi<br />
mai sta cavalcando nel cielo? Ah, proprio lui! Musica. Si sente cantare un gallo.<br />
Musica. Cavalca su un gallo! E come siede in bel modo là sopra, come un cavaliere<br />
inglese. O splen<strong>di</strong>do talismano, mi servirò <strong>di</strong> te. Ora aspetta. Si getta su un <strong>di</strong>vano e<br />
fa finta <strong>di</strong> dormire.<br />
SCENA TREDICESIMA<br />
Detta. Quecksilber entra dalla finestra volando su un grosso gallo. Appena il gallo è<br />
dentro la stanza, Quecksilber scende e il gallo vola via dalla parte opposta cantando.<br />
QUECKSILBER Silenzio! Animale fasti<strong>di</strong>oso! Quell'essere canta tanto da rompere i<br />
timpani. Se la fata non ha altri cavalli nella stalla, non importa, perché questa è una<br />
spe<strong>di</strong>zione fatale! Non cavalcherò mai più un gallo, meglio un pollo arrosto che non<br />
fa una confusione simile.<br />
Melodramma<br />
Vede Zoraide. Ah, eccola! - Dorme - La musica riproduce il russare. Che sonno soave -<br />
Ah, perché è così falsa e così bella!<br />
ZORAIDE E' ancora innamorato <strong>di</strong> me, l'allocco!<br />
QUECKSILBER Parla nel sonno. Deve avermi sognato, ha pronunciato il mio nome.<br />
Suvvia, Quecksilber, concentrati! Ehi là, in pie<strong>di</strong>!<br />
ZORAIDE balza su: Cosa c'è? Chi c'è qui?<br />
QUECKSILBER Ego sum!<br />
ZORAIDE Cosa vuoi qui?<br />
QUECKSILBER Voglio regolare i conti con Lei.<br />
ZORAIDE Che sfrontatezza, fammi uscire.<br />
QUECKSILBER Non si muova! Appena chiamerà aiuto, La butterò fuori dalla finestra.<br />
Riavrò il mio corno e il mio tubicino spagnolo o Lei non uscirà intera dalla stanza.<br />
ZORAIDE Che impertinenza inau<strong>di</strong>ta, fuggi, o questo pugnale -<br />
QUECKSILBER Aspetta, carassio spergiuro.<br />
Musica. Lottano per il possesso del pugnale.<br />
ZORAIDE intravede un momento favorevole e gli strappa la fascia, nello stesso istante<br />
grida: Guar<strong>di</strong>e! Guar<strong>di</strong>e!<br />
Musica.
SCENA QUATTORDICESIMA<br />
36<br />
Detti. Le guar<strong>di</strong>e si precipitano dentro e rapidamente afferrano Quecksilber.<br />
ZORAIDE Tenetelo stretto! Corre con la fascia verso la camera.<br />
QUECKSILBER Lasciatemi! Sono Ludwig il Saltatore. Si libera e salta fuori dalla<br />
finestra. Musica. Hassar si affretta a suon <strong>di</strong> musica.<br />
HASSAR Lo avete già preso? Non mollatelo, Ve lo consiglio!<br />
SENTINELLA E' fuggito!<br />
HASSAR Cosa?<br />
SENTINELLA Dalla finestra.<br />
HASSAR Vero! Eccolo là che corre. Grida: Ehi, aspetti un po', devo raggiungerlo.<br />
ZORAIDE ritorna: Che se ne vada!<br />
HASSAR E' già andato - In<strong>di</strong>ca la finestra.<br />
ZORAIDE Cosa? Fuggito! Non è possibile!<br />
HASSAR Per la mia bellezza, è così!<br />
ZORAIDE E va bene; tanto ho io i suoi doni.<br />
SCENA QUINDICESIMA<br />
Detti. Tutu.<br />
TUTU con una specie <strong>di</strong> vestaglia, una grossa lanterna colorata in mano: Ma che<br />
tumulto è mai questo proprio nel cuore della notte? Non si può neppure riposare<br />
come si deve.<br />
ZORAIDE Padre, si rallegri con me!<br />
TUTU E <strong>di</strong> cosa dovrei rallegrarmi? Non so niente.<br />
ZORAIDE Ho carpito i doni magici allo straniero ed egli adesso non ha più niente; sono<br />
tutti in mano mia. Egli stesso è fuggito, dalla finestra.<br />
TUTU Affari suoi! Ma perché nessuno mi ha detto qualcosa al proposito?<br />
ZORAIDE E quando si può <strong>di</strong>rLe qualcosa? Si sveglia una volta ogni tre settimane,<br />
dopo<strong>di</strong>ché si mette a mangiare e dopo aver mangiato si corica subito un'altra volta.<br />
TUTU Ognuno ha la sua passione; quando dormo sono al massimo dell'allegria.<br />
ZORAIDE Nessuno dormirà più questa notte. Verrà preparato un gran tripu<strong>di</strong>o che non<br />
dovrà terminare per tutta la giornata <strong>di</strong> domani. Su tutte le strade dovranno essere<br />
<strong>di</strong>ffuse poesie sulla grandezza del mio ingegno. La gioia dovrà animare quest'isola! E<br />
allora si rallegri un po' anche Lei, con quella Sua vestaglia <strong>di</strong> canapa.<br />
TUTU Bene, il perché non mi rallegri non lo so neppure io. Dice con molta flemma:<br />
Hurrà! - Dalla gioia mi fa già molto male lo stomaco.<br />
ZORAIDE Ora vado a cambiarmi. Trionfo! E' andata bene. Con questa vittoria <strong>di</strong>venterò<br />
sempre più bella. Esce <strong>di</strong> corsa.<br />
TUTU E io sempre più furioso. - Ma cosa volevo <strong>di</strong>re ora? Si. Ora preparate tutto per la<br />
festa. E non <strong>di</strong>menticate i miei cuscini <strong>di</strong> crine. Nel pa<strong>di</strong>glione cinese c'è da mangiare<br />
per centocinquanta persone. Dopo il pasto ci sarà un gran ballo e nel caso dovessi<br />
appisolarmi, suonatemi un minuetto con i timpani, <strong>di</strong> quello là, ma come si chiama?<br />
Si, <strong>di</strong> Haydn.<br />
Escono tutti.
SCENA SEDICESIMA<br />
37<br />
Paesaggio in<strong>di</strong>ano. Da una parte un fico, dall'altra una sorgente facilmente raggiungibile,<br />
sullo sfondo una capanna <strong>di</strong> paglia. Quecksilber è <strong>di</strong>etro il fico, si guarda tutto intorno,<br />
poi avanza.<br />
QUECKSILBER Sia ringraziato il cielo! Nessuno mi segue! Ora sto fresco. Tutti i regali<br />
della fata son perduti e anche la cameriera è all'inferno! Non mi rimane altro che la<br />
bella consapevolezza <strong>di</strong> essere stato un somaro e <strong>di</strong> essermi fatto prendere in giro.<br />
Ma son volato via come un levriero italiano e ho una fame che mangerei tutti i galloni<br />
del mio gilet. Ora salgo dritto sul fico, tra cinque minuti lassù non ce ne sarà più<br />
neanche uno. Sale su: Ah, ora alla fame mostreremo i fichi. Mangia. Stupendo!<br />
Meraviglioso! Formidabile! Ne coglie alcuni e scende. Il suo naso si ingrossa molto<br />
ma riamane ancora proporzionato e non <strong>di</strong>venta una caricatura, continua a<br />
mangiare. Non so, ma c'è sempre qualcosa davanti al naso che mi abbaglia? Si tocca<br />
il naso. Che mai è questo? Ho un vero nasone. O me uomo sventurato, che cosa mi<br />
succederà ancora? Va a finire che su quest'isola perderò tutto e dovrò anche<br />
andarmene con il naso lungo! I nasi! Se prendo il raffreddore <strong>di</strong>venta una malattia<br />
mortale. Se potessi almeno vedermi! Ora dovrei essere proprio nella Spiegelgasse.<br />
Ma non c'è nessuno qui? Ehi! Bussa alla capanna.<br />
SCENA DICIASSETTESIMA<br />
Za<strong>di</strong>. Detto.<br />
ZADI dall'interno: Chi bussa?<br />
QUECKSILBER Io!<br />
ZADI Cosa vuoi?<br />
QUECKSILBER La prego, non ha una specchiera?<br />
ZADI Mascalzone, se esco fuori ti spacco il naso in due.<br />
QUECKSILBER Costui vuole spaccarmi il naso in due! Questo naso. Domando: come è<br />
possibile?<br />
ZADI esce <strong>di</strong> casa: Aspetta, maledetto - hahaha! Ecco che aspetto ha un matto.<br />
QUECKSILBER Se ne è già accorto.<br />
ZADI Specchiati là in quella fonte, per vedere il tuo aspetto.<br />
QUECKSILBER lo fa: O che spettacolo! Mi trovo una bella pera proprio sul viso!<br />
Arrivare a Vienna con questo naso non sarà possibile, non mi lasceranno<br />
assolutamente superare le frontiere.<br />
ZADI Hai sicuramente mangiato quei fichi!<br />
QUECKSILBER Certamente.<br />
ZADI Avrei potuto <strong>di</strong>rtelo prima. Ma come sei arrivato in questo luogo, in cui abito solo<br />
io? E a quest'albero?<br />
QUECKSILBER Il problema ora non è come io sia arrivato a quest'albero, bensì il<br />
problema è come io possa liberarmi <strong>di</strong> questo naso.<br />
ZADI Questo strano naso e il tuo strano aspetto ti hanno salvato, visto che è la misantropia<br />
ad avermi condotto in questa valle magica che non abbandonerò mai e che, per un<br />
pregiu<strong>di</strong>zio, non è mai stata calpestata da piede umano per cento anni. Io preferisco
38<br />
vivere qui tra gli animali e ti avrei cacciato via se non mi fosse venuto da ridere per<br />
via del tuo naso. Guarda <strong>di</strong>etro le quinte. Sta arrivando ancora qualcuno.<br />
QUECKSILBER E' la mia cameriera. Presto! Ebbene? Non si muove.<br />
ZADI Ma non ve<strong>di</strong>, non può oltrepassare quel profondo fossato.<br />
QUECKSILBER Allora dovrà passare dal Kohlmarkt.<br />
ZADI L'aiuterò io. Esce <strong>di</strong> corsa.<br />
QUECKSILBER Ora quando mi vedrà con questo naso, non potrà più volermi bene; non è<br />
possibile!<br />
SCENA DICIOTTESIMA<br />
Linda. Za<strong>di</strong>. Quecksilber.<br />
LINDA Ti ho trovato finalmente! Lo guarda e grida: Ah, cielo! Che aspetto hai?<br />
QUECKSILBER L'ha già visto! Ha l'occhio <strong>di</strong> falco!<br />
LINDA O uomo <strong>di</strong>sgustoso! Che cosa hai fatto?<br />
QUECKSILBER si inginocchia: Linderl, ti prego per tutto l'oro del mondo, perdonami<br />
almeno questa volta, non lo farò mai più in vita mia. Ho mangiato quei fichi là e poi<br />
mi è cresciuto il naso.<br />
LINDA No, così non mi piaci. Gli sono corsa <strong>di</strong>etro, sono morta <strong>di</strong> paura fino al momento<br />
in cui non l'ho raggiunto e ora mi si presenta in quello stato.<br />
QUECKSILBER Linderl, ti prego, sii ragionevole. Ora puoi ben menarmi per il naso. Se<br />
qualcuno mi prende per il naso, non gli sfuggo più.<br />
LINDA O uccello del malaugurio! Vattene, non riesco più a guardarti.<br />
ZADI Bene, non ti farò soffrire ulteriormente. Bevi a quella fonte là e perderai questo<br />
naso. Appena sono entrato in questa regione, è successo così anche a me.<br />
QUECKSILBER E' vero? Sia lodato il cielo! Corre alla fonte e beve, il naso sparisce, egli<br />
salta fuori. Se ne è già andato! Ah, che gioia è questa!<br />
QUECKSILBER e LINDA insieme: Che gioia è questa!<br />
Entrambi saltellano <strong>di</strong> gioia e ridono, ma appena si guardano in viso, smettono.<br />
Quecksilber si ferma, improvvisamente serio, e Linda ne è colpita.<br />
QUECKSILBER Cosa c'è? Cosa vuole? Davvero non Le piaccio più?<br />
LINDA Ma si, adesso mi piaci <strong>di</strong> nuovo!<br />
QUECKSILBER Ecco qua! Appena la mia bellezza ha <strong>di</strong>chiarato fallimento, non ha voluto<br />
più saperne <strong>di</strong> me, ora, poiché sono <strong>di</strong> nuovo a posto, ora le piaccio <strong>di</strong> nuovo. Che<br />
intenzioni hai adesso nei miei confronti? Sono proprio una nullità. A Za<strong>di</strong>: Caro<br />
amico, come posso renderLe grazie - vuole forse prestarmi duecento fiorini?<br />
ZADI O si! Duecento bastonate potrà avere.<br />
QUECKSILBER Non so da Lei come si chiamano le monete.<br />
LINDA Ah, non moriremo <strong>di</strong> fame. Sai una cosa? Venderò alla gente quei fichi e quando si<br />
saranno sfigurati, arriverai tu come dottore e li guarirai con l'acqua, così faremo sol<strong>di</strong><br />
a palate.<br />
QUECKSILBER Alt! Fammi riflettere. - Come? - Cosa? Balza su entusiasta, Linda e Za<strong>di</strong><br />
si spaventano. Ce l'ho! Ce l'ho!<br />
LINDA Sei pazzo?
39<br />
ZADI Ma che cosa hai?<br />
QUECKSILBER La mia fortuna! L'ho afferrata.<br />
ZADI Allora tienila stretta.<br />
QUECKSILBER Caro amico, fammi solo un piacere, pren<strong>di</strong> un cesto, riempilo <strong>di</strong> quei fichi<br />
e riempi una bottiglia con l'acqua magica, ti ricompenserò lautamente; ma fai presto.<br />
ZADI Bene, bene, questo piacere posso fartelo. Entra nella capanna.<br />
LINDA Ma che significa?<br />
QUECKSILBER Linderl! Adesso concentrati. Si saranno già accorti della tua assenza al<br />
palazzo?<br />
LINDA O no! E' tutto sottosopra per via della festa!<br />
QUECKSILBER Una festa? Magnifico! Sull'isola si conosce l'effetto <strong>di</strong> questi fichi? -<br />
LINDA Non ne ho mai sentito parlare. Questo luogo è stregato, per cui nessuno si azzarda<br />
a venire qui e io ti ho seguito solo perché da lontano ti ho visto correre. Dunque puoi<br />
vedere quanto io ti voglia bene.<br />
QUECKSILBER Devi ritornare alla festa. Pren<strong>di</strong> un cesto pieno <strong>di</strong> quei fichi e offrili alla<br />
tua principessa e a suo padre come pasticcini. Sono così belli che certamente li<br />
mangeranno.<br />
LINDA Va bene, e poi?<br />
QUECKSILBER Poi si ritroveranno dei bei nasoni. E quando, <strong>di</strong> conseguenza, la<br />
principessa si <strong>di</strong>spererà, mi introdurrai come guaritore e io non la guarirò prima che<br />
ella mi abbia restituito i miei regali.<br />
LINDA E' un piano stupendo! Mi farebbe piacere se <strong>di</strong>ventasse davvero orrenda, visto che<br />
vuole sempre essere la più bella. Le starebbe proprio bene.<br />
QUECKSILBER Questa porta acqua al suo mulino. Si, le donne. Se potessero<br />
reciprocamente cavarsi gli occhi, lo farebbero.<br />
SCENA DICIANNOVESIMA<br />
Za<strong>di</strong>. Detti.<br />
ZADI nel frattempo ha riempito il cesto <strong>di</strong> fichi e una bottiglia <strong>di</strong> acqua dalla sorgente,<br />
avanza: Bene, ecco il tutto.<br />
QUECKSILBER Fratello, ti ringrazio. Lo abbraccia. Per il momento non posso darti<br />
nient'altro che questo fazzolettino d'argento, ciò che mi è ancora rimasto <strong>di</strong> tutta la<br />
mia ricchezza. Ne tira fuori uno dalla tasca dell'abito.<br />
ZADI Non ho bisogno <strong>di</strong> niente.<br />
QUECKSILBER da' il cesto a Linda: Tu pren<strong>di</strong> questo - bene, e se la cosa riesce, vittoria<br />
in Svevia!<br />
ZADI Ma <strong>di</strong> che te ne fai?<br />
QUECKSILBER Questo non ti riguarda. Ho un buon amico che deve beccarsi un naso tale<br />
da dover essere misurato con il cubito. Ora vieni, Linderl, non c'è tempo da perdere.<br />
Diavolo del bosco, a<strong>di</strong>eu!<br />
ZADI Che pazzerello che sei. Ad<strong>di</strong>o. Esce.<br />
QUECKSILBER A<strong>di</strong>eu, mon ange - Linderl, ora parti! Io verrò subito dopo, non<br />
dobbiamo partire insieme, se non vogliamo essere visti.<br />
LINDA Fidati pure <strong>di</strong> me, una ragazza giu<strong>di</strong>ziosa si fa sempre valere. Esce.
40<br />
QUECKSILBER da solo: Ah! Ora mi sento <strong>di</strong> nuovo bene. Niente è più importante della<br />
speranza. Adesso sono così contento che potrei prendere tutti gli uomini per la testa<br />
e baciarli. Questo mondo è proprio il migliore a questo mondo.<br />
Esce.<br />
Esce.<br />
SCENA VENTESIMA<br />
Aria<br />
Nel mondo si sta proprio bene,<br />
credetemi!<br />
Anche se si balla un Langaus per tutta la vita,<br />
si mantiene sempre lo spirito allegro.<br />
Credetemi.<br />
E le donne sono davvero buone,<br />
credetemi!<br />
E se anche il matrimonio mette la libertà al giogo,<br />
le donne comunque ci addolciscono la vita.<br />
Credetemi.<br />
E anche agli uomini succede,<br />
credetemi!<br />
Non lasciatevi catturare, signore mie, da sguar<strong>di</strong> infedeli,<br />
infatti appena ce ne accorgiamo facciamo marcia in<strong>di</strong>etro.<br />
Credetemi.<br />
Ripetizione<br />
E il mio cuore è ricolmo,<br />
credetemi!<br />
Qualcosa batte là dentro e vorrebbe uscire<br />
per accompagnarvi fino a casa con un grazie.<br />
Credetemi.<br />
Grande giar<strong>di</strong>no in<strong>di</strong>ano. Da una parte un trono <strong>di</strong> fiori per Zoraide, dall'altra l'ingresso<br />
accessibile <strong>di</strong> un pa<strong>di</strong>glione cinese ben decorato. Solenne entrata. Danzatori e danzatrici<br />
davanti. Poi il seguito. Poi Tutu e Zoraide, Hassar, due servitori portano una grande<br />
poltrona per Tutu, che viene posta <strong>di</strong> fronte al trono. Poi <strong>di</strong> nuovo il seguito. I doni magici<br />
vengono portati davanti a Zoraide da tre fanciulli, su dei cuscini. Zoraide sale sul trono.<br />
Tutu si siede sulla poltrona e comincia a sonnecchiare.<br />
Coro<br />
Governi a lungo Zoraide<br />
con l'aureola dello spirito!<br />
Il nostro giubilo non si stancherà<br />
<strong>di</strong> annunciare il suo splendore!
41<br />
ZORAIDE con orgoglio: Vi ringrazio! Sebbene non sia più del tutto una novità per me che<br />
il mio spirito e la mia bellezza possano misurarsi con tutti i pregi femminili, tuttavia<br />
non voglio essere così presuntuosa da non ascoltare oggi, ancora una volta, ciò che<br />
<strong>di</strong>cono le vostre voci esultanti.<br />
TUTTI Viva Zoraide!<br />
ZORAIDE Padre! Hm! Padre -<br />
TUTU riprendendosi: Si, si -<br />
ZORAIDE Prenda la parola ora.<br />
TUTU Sarà subito fatto. - Silenzio! - Adesso prendo la parola. - Voi tutti miei signori e<br />
signore, lasciatevelo <strong>di</strong>re: siamo qui riuniti per celebrare una festa che abbiamo<br />
organizzato, poiché mia figlia, grazie alle straor<strong>di</strong>narie doti del suo intelletto che<br />
ad<strong>di</strong>rittura superano anche le mie, ha sottratto allo spavaldo straniero che è venuto<br />
sulla nostra isola, tre doni magici <strong>di</strong> grande valore. Poiché questo straniero ora - non<br />
è vero, figlia mia? - poiché questo straniero ora - così - ci ha trattato in modo così<br />
ingrato - così - così - dalla rabbia non so nemmeno più cosa devo <strong>di</strong>re! In<strong>di</strong>cando<br />
Zoraide: Seguirà la continuazione. Si rimette a sedere.<br />
ZORAIDE a mezza voce: Bell'affare quando Le si fa prendere la parola.- Ad alta voce:<br />
Ecco qui i doni magici. Per mezzo <strong>di</strong> questo corno la nostra isola è sicura da qualsiasi<br />
assalto. Questa bacchetta racchiude un mondo d'oro e questa fascia conduce colui<br />
che la porta, nel luogo più lontano con velocità fulminea. Tutti questi doni li userò in<br />
modo prioritario per la vostra felicità.<br />
TUTTI Viva Tutu! Viva Zoraide!<br />
HASSAR Ecco a Lei, magnifica sovrana, i frutti delle nostre Muse che sono maturati<br />
proprio stamani nelle più eccelse menti in<strong>di</strong>ane.<br />
ZORAIDE Dove sono?<br />
<strong>Quattro</strong> schiavi portano una grossissima cesta d'oro in cui è ammucchiata una grande<br />
quantità <strong>di</strong> rotoli <strong>di</strong> poesie <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi colori.<br />
HASSAR Ecco questo ragù poetico. Ne presenta alcune a Zoraide.<br />
ZORAIDE le prende senza guardarle: Cosa contengono?<br />
HASSAR I più gran<strong>di</strong> elogi per la Sua amabilità e per il Suo ingegno.<br />
ZORAIDE con sorriso compiaciuto: Mi piacciono, - una bella scrittura! Sono molto<br />
sod<strong>di</strong>sfatta.<br />
Con una pantomima, Hassar invita anche Tutu a prenderne alcune.<br />
TUTU Bene - Si alza e ne prende alcune. Ah, si! Sono belle, proprio belle - Le soppesa<br />
nella mano. Ce ne sono talune proprio fresche, come si <strong>di</strong>ce ora, con umoristica<br />
freschezza - Si siede <strong>di</strong> nuovo.<br />
HASSAR E adesso permetti che anche la mia bellezza osi presentarti una poesia.<br />
ZORAIDE E cos'è questa?<br />
HASSAR E' un'elegia sulla tua amabilità.<br />
TUTU Certamente l'ha copiata da qualche parte, non ho fiducia che possa fare una<br />
negligée, o come si chiama.<br />
HASSAR Signore! Sulla mia bellezza, l'ho composta io stesso.<br />
ZORAIDE Basta! Dopo Le regalerò io qualcosa. Portate le poesie nella mia stanza. Lo<br />
fanno. I doni qui dentro, li sorveglierò io.<br />
Arriva uno schiavo.<br />
SCHIAVO Signore, la tavola è pronta.
42<br />
TUTU Ah! Hai pronunciato una bella parola! Si alza, a tutti a voce alta: La tavola è<br />
pronta!<br />
TUTTI Ah!<br />
TUTU Vieni, figlia mia. Lo spirito ha avuto il suo pasto, adesso terremo una piccola<br />
conferenza allo stomaco. - Gridate tutti: viva Zoraide, viva Tutu!<br />
TUTTI Viva Zoraide! Viva Tutu!<br />
TUTU commosso: Mi avete sorpreso.<br />
Escono tutti tranne Hassar e i danzatori.<br />
HASSAR ai danzatori: Al mio battere <strong>di</strong> mani inizierà la danza.<br />
I danzatori si inchinano ed escono.<br />
SCENA VENTUNESIMA<br />
Linda. Hassar.<br />
LINDA con un piatto <strong>di</strong> fichi: Hassar! Psst, Hassar!<br />
HASSAR Che c'è? - Ah, gatta, dove ti eri nascosta? Aspetta un po', Zoraide darà il<br />
benvenuto alle tue guance quando le arriverai davanti agli occhi.<br />
LINDA Non essere arrabbiato, caro Hassar! Mi sono già pentita <strong>di</strong> essermi fatta incantare<br />
da quel vagabondo a rinnegarti.<br />
HASSAR Bene, è la tua fortuna. - Ma che bei fichi hai?<br />
LINDA Sono del nostro giar<strong>di</strong>no <strong>di</strong> corte e sono solo per Tutu e Zoraide, sono<br />
estremamente rari. - Portali sulla tavola e consegnali solo al nostro signore e alla<br />
principessa, spero <strong>di</strong> renderli nuovamente benevoli nei miei confronti.<br />
HASSAR Per la mia bellezza, sono frutti stupen<strong>di</strong>. - Hm, con questi mi accattiverò le<br />
simpatie - giusto, <strong>di</strong>rò che li ho piantati io stesso.<br />
LINDA Presto.<br />
HASSAR Si, si, sto andando. Linda torna in<strong>di</strong>etro. Sono fichi meravigliosi. Ah, devo<br />
sottrarne un paio anche per me. Infila due fichi nella cintura. Con grande piacere:<br />
Questa sarà una stupenda delizia per la mia bellezza. Entra nel pa<strong>di</strong>glione.<br />
LINDA viene avanti: Aspetta, mascalzone, sarai ben accolto. Sta già arrivando. Allora?<br />
HASSAR torna in<strong>di</strong>etro: Tutto a posto. Tutu è in preda a una gioia pazzesca.<br />
LINDA sei stato giu<strong>di</strong>zioso. Tra sé: E' andata bene. Adesso dal mio amato. Esce.<br />
HASSAR batte le mani e grida: Dovete iniziare la danza. Ora mangerò i miei fichi e farò<br />
attenzione che nessuno mi spii. Esce.<br />
Inizia una grande danza: alla fine un gruppo.
SCENA VENTIDUESIMA<br />
43<br />
Zoraide entra precipitosamente. Le si è ingrossato il naso, ma solo come quando si mette<br />
un naso posticcio per maschera a un ballo pubblico, per niente caricaturale. Subito dopo il<br />
seguito.<br />
ZORAIDE Aiuto! Aiuto! Cosa ho visto, non è possibile! Deve essere un'allucinazione.<br />
Guardate un po' il mio volto! Tutti i danzatori si spaventano. Che cos'è? Cercano <strong>di</strong><br />
nascondere il riso. Cosa? Scherno! Divento pazza. Portate uno specchio!<br />
Viene portato rapidamente uno specchio, Zoraide si guarda e cade svenuta con un grido.<br />
SCENA VENTITREESIMA<br />
Tutu. Detti.<br />
TUTU entra con il naso ingrossato: Cosa è successo? Son seduto là dentro tranquillo con i<br />
miei fichi e dormicchio un po' e tutt'a un tratto succede tutto questo trambusto.<br />
Ridono tutti. Ora cosa significa tutto questo ridere? E' svenuta! Figlia! Cosa ti è<br />
successo? Accorre da lei e fa un balzo in<strong>di</strong>etro. Cielo, che aspetto ha! Ah, ma questo<br />
è uno scherzo, hahaha!<br />
ZORAIDE si sveglia: O me infelice! Piange. Chi mi ha fatto questo? Vede Tutu. Ma padre!<br />
Hahaha!<br />
TUTU Si <strong>di</strong>verte, ha un viso spassoso, mi piace. Ride.<br />
ZORAIDE Ma si guar<strong>di</strong> un po' allo specchio.<br />
Gli porgono uno specchio.<br />
TUTU Tenetemi, mi prende un colpo. Via veloci a chiamare il mio me<strong>di</strong>co particolare!<br />
Presto, un consulto.<br />
ZORAIDE Chiamate tutti i dottori dell'isola. Non lo sopporto. Ora deve cominciare il<br />
ballo.<br />
TUTU O me infelice, sono tutto deturpato.<br />
ZORAIDE Deve essere un incantesimo.<br />
SCENA VENTIQUATTRESIMA<br />
Linda. Detti.<br />
LINDA Sovrana! Si spaventa. Ah, che aspetto ha?<br />
ZORAIDE Via dai miei occhi, se ti sono cari i tuoi.<br />
TUTTI gridano: Il me<strong>di</strong>co particolare!
SCENA VENTICINQUESIMA<br />
Il me<strong>di</strong>co particolare. Detti.<br />
44<br />
TUTU<br />
insieme: Ah, ci aiuti!<br />
ZORAIDE<br />
IL MEDICO PARTICOLARE si spaventa: Perdono, potente Zoraide! Non posso far<br />
niente. Dove la natura fa tali capriole, finisce la mia arte.<br />
ZORAIDE Me <strong>di</strong>sperata!<br />
TUTU Io taglio la corda, insieme al naso.<br />
SCENA VENTISEIESIMA<br />
Hassar. Detti.<br />
HASSAR anch'egli con il naso grosso: Potente Tutu - Si spaventa del naso <strong>di</strong> Tutu e va<br />
allora incontro a Zoraide, alla cui vista si spaventa altrettanto e va quin<strong>di</strong> al centro<br />
del palco, in<strong>di</strong>ca con entrambe le mani i due nasi. Cosa significano questi nasi?<br />
Ridono tutti.<br />
ZORAIDE Chiuda il becco, non si azzar<strong>di</strong> a <strong>di</strong>re male dei nostri nasi.<br />
TUTU Lei lo ha anche più grande!<br />
HASSAR porta entrambe le mani al naso: Per la mia bellezza! Pieno <strong>di</strong> paura: E' una<br />
stregoneria.<br />
TUTU Cosa voleva annunciare?<br />
HASSAR C'è qui un dottore straor<strong>di</strong>nario che ti vuol parlare.<br />
ZORAIDE<br />
Dove? Dove?<br />
TUTU<br />
HASSAR Eccolo, è già qui!<br />
SCENA VENTISETTESIMA<br />
Detti. Quecksilber in veste <strong>di</strong> dottore, con una cassettina d'oro.<br />
QUECKSILBER parla velocemente: Servus humilissimus. Loro vedono in me il famoso<br />
dottor Barometrianus, che si è reso famoso in tutte le parti del mondo. Di tutte<br />
queste zone del mondo avrò in seguito l'onore <strong>di</strong> raccontar Loro <strong>di</strong>verse storie.<br />
Adesso mi <strong>di</strong>cano, sono così fortunato da vedere davanti a me il potente Tutu?<br />
TUTU Si trova al posto giusto e non potrà sbagliarsi, basta che si occupi dei nasi.<br />
QUECKSILBER Poiché parla proprio del naso, non mi faccia <strong>di</strong>menticare che in seguito<br />
Le racconterò una storia al proposito. Ho l'alto onore, mia adorata, <strong>di</strong> ammirare in<br />
Lei la bella Zoraide?<br />
ZORAIDE sghignazzando: Si, io - sono - la bella - Zoraide!<br />
QUECKSILBER Hm! Mi sembra che Lei abbia una nevrosi. E' una brutta malattia; allora<br />
potrei raccontar Loro una storia che si è svolta in Nordamerica. C'era una volta un
45<br />
uomo che aveva avuto ventisette figlie; ora racconterò Loro velocemente le storie <strong>di</strong><br />
tutte queste ventisette figlie!<br />
TUTU Scusi, glielo chiederemo un'altra volta. Per prima cosa desideriamo ascoltare il Suo<br />
consiglio.<br />
QUECKSILBER Ascoltino, visto che stanno parlando <strong>di</strong> consiglio, mi permettano, mi<br />
viene in mente anche una storia meravigliosa, nel raccontare la quale però, mi<br />
trattiene l'osservazione che i Loro nasi si manifestano in una forma un po' grossolana.<br />
Perciò sorge la grande domanda se Loro sono venuti al mondo già così o se ciò è<br />
accaduto solo <strong>di</strong> recente.<br />
ZORAIDE Che persona noiosa! Si si, solo <strong>di</strong> recente -<br />
TUTU Li abbiamo avuti così <strong>di</strong> sottobanco - ma ci aiuti.<br />
QUECKSILBER Bene dunque! Posso <strong>di</strong>r Loro per consolazione, che non sono le uniche<br />
persone al mondo ad avere il naso grosso; ci sono persone che ad<strong>di</strong>rittura si fanno<br />
prendere per il naso. Aspettino, ora racconterò Loro una storia -<br />
TUTU Ci può curare o no? Solo questo vogliamo sapere.<br />
QUECKSILBER Permettano! Come possono osare dubitarne? Io Li curerò anche se i<br />
Loro nasi fossero grossi come il Chimborazo in America; è la montagna più alta del<br />
mondo. I Loro nasi devono essere curati secondo le regole <strong>di</strong> Aristotele.<br />
ZORAIDE Per noi è del tutto uguale -<br />
QUECKSILBER Permettano, non è del tutto uguale! A questo proposito racconterò Loro<br />
una storia. Ippocrate e Galeno hanno scritto un'intera risma <strong>di</strong> carta, poiché<br />
all'università è sorta la controversia se l'uomo ha il naso nel mezzo al viso o no -<br />
TUTU Ma noi non conosciamo questi signori.<br />
QUECKSILBER Permettano, non conoscono Ippocrate e Galeno? Allora racconterò Loro<br />
una storia. Ippocrate era un famoso farmacista <strong>di</strong> Straubing e Galeno era un grande<br />
me<strong>di</strong>co militare presso le truppe cinesi. Ora abbiano solo la bontà <strong>di</strong> farmi sentire il<br />
polso.<br />
TUTU Ma che c'entra mai il polso con i nostri nasi?<br />
QUECKSILBER Permettano! Tutto è collegato in natura. Infatti la Loro gola influisce sul<br />
Loro stomaco, le Loro mani sulle guance, la bocca sui pie<strong>di</strong>. Darò Loro subito la<br />
<strong>di</strong>mostrazione che la Loro bocca può mettere in movimento i Loro pie<strong>di</strong>. Per esempio<br />
nell'una hanno una lingua lunga che comanda un bastone che ???? Li picchia <strong>di</strong> santa<br />
ragione, in modo che non rimane Loro altro che scappare. Quin<strong>di</strong> la Loro bocca si è<br />
resa colpevole del fatto che i Loro pie<strong>di</strong> si sono messi in movimento.<br />
TUTU Ma non stiamo affatto parlando <strong>di</strong> botte.<br />
QUECKSILBER Permettano! Ma io parlo molto volentieri <strong>di</strong> botte. Allora racconterò<br />
Loro velocemente una piccola storia.<br />
ZORAIDE No, è insopportabile! Ma la smetta un po' con le Sue storie! Non vogliamo<br />
ascoltare storie; il nostro naso è la storia più infelice che si possa vivere.<br />
QUECKSILBER Vogliono dunque perdere il Loro naso? Perché allora non lo hanno detto<br />
subito? Una coppa! Gliene porgono una, prende una bottiglietta dalla sua<br />
cassettina e ne versa il contenuto nella coppa. A Tutu: Ecco, beva!<br />
ZORAIDE Finalmente tira fuori qualcosa.<br />
TUTU Ora sono curioso! Beve, il naso rimane nel bicchiere.<br />
QUECKSILBER Bene, cosa <strong>di</strong>ce ora? Il nasone è sparito.<br />
TUTU Per Giove, eccolo che galleggia -<br />
TUTTI Miracolo su miracolo!<br />
TUTU O dottore d'oro! Questa è la storia più bella che mi abbia raccontato finora.
46<br />
ZORAIDE E' possibile! Oh, caro ometto! Anche a me, ma presto, presto.<br />
QUECKSILBER Allora prima dovrei raccontarLe ancora una storia -<br />
ZORAIDE gli tappa la bocca: No! - No! - Sia un bravo ometto - non racconti alcuna<br />
storiellina - mi faccia bere.<br />
QUECKSILBER tra sé: A questa darò solo un po' <strong>di</strong> innocua acqua <strong>di</strong> fonte! - A voce<br />
alta: Una coppa! Gliene porgono una più piccola della prima. Beva dunque alla<br />
salute del Suo naso.<br />
ZORAIDE Viva la bellezza!<br />
HASSAR fa un inchino: Gratias!<br />
ZORAIDE beve: Allora? - - Non funziona? -<br />
QUECKSILBER Beva ancora una volta!<br />
ZORAIDE beve: Non funziona, è inutile!<br />
TUTU Non si riducono, quei nasi.<br />
QUECKSILBER Non capisco, questo naso deve avere un particolare attaccamento a Lei.<br />
Sono sorpreso che non mi venga in mente nemmeno una storia con la quale poterLa<br />
consolare.<br />
ZORAIDE Devo riavere la mia bellezza. Lei deve aiutarmi.<br />
QUECKSILBER Si, se almeno sapessi come! - Questo è l'unico mezzo - Permette!<br />
Possiede forse un talismano che per potenza si contrapponga ai miei poteri magici? -<br />
Deve gettarlo via!<br />
ZORAIDE Come? I miei doni magici?<br />
QUECKSILBER Deve regalarli.<br />
ZORAIDE E' impossibile!<br />
QUECKSILBER Altrimenti non Le può essere prestato aiuto.<br />
ZORAIDE Cosa devo fare?<br />
TUTU Vai, gettali via -<br />
ZORAIDE guarda vagamente lo specchio che Linda ha in mano: Ah! - Risoluta: Orsù!<br />
Farò anche questo sacrificio per il mio fascino. Esce.<br />
TUTU E' un affare ingarbugliato!<br />
QUECKSILBER Si chiarirà subito; racconterò Loro oggi ulteriori storie singolari.<br />
ZORAIDE porta i doni: Orsù! ecco, eccoli qui, se mi restituirai l'aspetto <strong>di</strong> un tempo,<br />
saranno tuoi.<br />
QUECKSILBER raccoglie velocemente i doni da terra: Sono proprio i miei! Suona il<br />
corno e getta via la maschera. Compaiono guerrieri ideali a suon <strong>di</strong> musica.<br />
Proteggetemi! Mi riconoscono? Dal guaritore è venuto fuori Quecksilber. Riprendo<br />
ciò che mi ha sottratto con l'inganno e a Lei lascio il Suo cuore falso e il Suo grosso<br />
naso.<br />
TUTU Ecco qua, ora le cose sono chiare.<br />
ZORAIDE Dunque ora sarei io ingannata? E da Lei, da una persona della quale non si sa se<br />
tra le spalle ha una testa o un cocomero? Spera forse <strong>di</strong> leggere ancora il Suo nome<br />
nel libro dell'umanità? No! No! Al suo posto ci sarà una orecchia ripiegata.<br />
Ingran<strong>di</strong>re in tal modo questo piccolo naso! Allontanatevi, elementi, in<strong>di</strong>cando il suo<br />
naso, da questa degenerata figlia della natura. Dovrà dominare in modo tirannico nel<br />
regno della bellezza. Tutti gli specchi dovranno esserle sacrificati. Trasformerò<br />
quest'isola in un ballo in maschera e tutti i belli dovranno portare nasi posticci, io<br />
soltanto mi rinchiuderò in una camera obscura e coverò vendetta, vendetta! Nei tuoi<br />
confronti, fabbricante <strong>di</strong> nasi! Esce in modo precipitoso.<br />
QUECKSILBER Linderl, hai ben eseguito il tuo compito, siamo una coppia.
47<br />
LINDA Bene, è una fortuna per te mantenere la parola.<br />
QUECKSILBER Ora come la mettiamo, giovane signore?<br />
TUTU Facciamo <strong>di</strong> nuovo la pace. Da quando Lei ha nuovamente la bacchetta io ho<br />
avvertito un vero e proprio amore nei suoi confronti. Forse la cura per mia figlia è<br />
davvero buona.<br />
HASSAR si inginocchia: Vostra Grazia! Sono anch'io un inquilino che si annida in questa<br />
fetida corte <strong>di</strong> vermi.<br />
QUECKSILBER gli getta la cassettina: Su, pren<strong>di</strong> l'acqua e ubriacatene.<br />
HASSAR Gratias! La mia bellezza è salva. Esce <strong>di</strong> corsa.<br />
QUECKSILBER Evviva! adesso il mio barometro in<strong>di</strong>ca bel tempo. Domani lasceremo la<br />
Sua isola, ma oggi voglio festeggiare il mio fidanzamento proprio qui sulle colline<br />
dorate. Linderl, ti ho promesso montagne d'oro, le avrai.<br />
Fa un cenno. Lo scenario si trasforma in colline d'oro con fonti d'argento. Sulla più alta al<br />
centro, si erge un tempio d'argento con un altare sacrificale, dove sta Imene con la<br />
fiaccola. I geni si radunano sulla collina. Le quinte sono alberi con frutti dorati. L'insieme<br />
forma un tableau imponente.<br />
Canto finale<br />
Si deve essere sempre allegri<br />
e compiacersi della vita.<br />
Ma se non si hanno sol<strong>di</strong>,<br />
dopo viene a mancare tutto.<br />
Non ho ragione?<br />
Ebbene, con permesso.<br />
Le ragazze amano essere gentili,<br />
specialmente con i giovani;<br />
basta che una non ne ami due,<br />
il suo cuore a uno rimane fedele.<br />
Non ho ragione?<br />
Ebbene, con permesso.<br />
Le donne talvolta sono cattive,<br />
spesso fanno un gran chiasso,<br />
e se vengono contraddette,<br />
sappiamo già cosa accade.<br />
Non ho ragione?<br />
ebbene, con permesso.<br />
Gli uomini magari sono superbi,<br />
hanno già le professioni più belle,<br />
appena vedono da qualche parte una fanciulla,<br />
non hanno più posa.<br />
Non ho ragione?<br />
Ebbene, con permesso.
Per la beneficiata<br />
48<br />
Oggi non sto affatto male,<br />
magari fosse così tutti i giorni,<br />
ci sarà pur qualcosa <strong>di</strong> buono,<br />
se si guadagna onestamente il denaro.<br />
Non ho ragione?<br />
Ebbene, con permesso.<br />
FINE
49<br />
Il <strong>di</strong>amante del re <strong>degli</strong> spiriti<br />
Féerie in due atti<br />
(Der Diamant des Geisterkönigs. Zauberspiel in zwei Aufzügen)
Personaggi<br />
LONGIMANUS, re <strong>degli</strong> spiriti<br />
PAMPHILIUS, suo primo cameriere particolare<br />
LA FATA APRIKOSA<br />
LA FATA AMARILLIS<br />
PRIMO MAGO<br />
SECONDO MAGO<br />
UNO SPIRITO DEL FUOCO<br />
PRIMA STREGA<br />
SECONDA STREGA<br />
L'INVERNO<br />
L'ESTATE<br />
L'AUTUNNO<br />
LA PRIMAVERA<br />
LA SPERANZA<br />
KOLIBRI', un genio<br />
KOLIPHONIUS, un genio malvagio, guar<strong>di</strong>ano del giar<strong>di</strong>no incantato<br />
LA VOCE DELL'ALBERO CANTERINO<br />
50<br />
ZEPHISES, un mago, sotto forma <strong>di</strong> spirito<br />
EDUARD, suo figlio<br />
FLORIAN WASCHBLAU, suo servitore<br />
MARIANDL, cuoca<br />
UN VICINO <strong>di</strong> Eduard<br />
VERITATIUS, sovrano dell'isola della verità<br />
MODESTINA, sua figlia<br />
ALADIN, suo primo cortigiano<br />
AMINE, una inglese<br />
OSILLIS, AMAZILLI, BITTA, LIRA, quattro fanciulle velate<br />
UN ARALDO<br />
Maghi. Fate. Spiriti dell'aria. Spiriti del fuoco. Geni. Seguito del re <strong>degli</strong> spiriti.<br />
Dannati del giar<strong>di</strong>no incantato. Vicini <strong>di</strong> Eduard. Abitanti dell'isola. Due servitori<br />
dell'araldo. Due mori.
ATTO PRIMO<br />
SCENA PRIMA<br />
51<br />
Atrio del palazzo del re <strong>degli</strong> spiriti. Maghi. Fate. Spiriti. Alcuni con delle suppliche. Uno<br />
spirito del fuoco.<br />
Coro<br />
Dobbiamo ancora aspettare a lungo?<br />
Presto la pazienza ci abbandonerà!<br />
Noi spiriti siamo i suoi buffoni?<br />
La colpa è imperdonabile.<br />
FATA APRIKOSA Che offesa, far attendere così a lungo delle signore, come se fossero le<br />
sue domestiche.<br />
TUTTI E' inau<strong>di</strong>to!<br />
PRIMO MAGO Domando, come si può essere re <strong>degli</strong> spiriti e dormire così a lungo?<br />
SECONDO MAGO E io domando, come si può essere ragionevoli e parlare così<br />
irragionevolmente? Egli è il re <strong>degli</strong> spiriti e deve vegliare per tutti noi, inoltre deve anche<br />
dormire per tutti noi.<br />
PRIMO MAGO Il suo dovere però è anche quello <strong>di</strong> ascoltare le nostre suppliche.<br />
FATA AMARILLIS Ed egli non si preoccupa per niente <strong>di</strong> noi, mette in serbo il suo favore<br />
solo per gli uomini.<br />
PRIMO MAGO Ha già sottratto all'aria enormi tesori e li ha donati alla terra.<br />
SECONDO MAGO Vedano, per questo ora la gente si costruisce così tanti castelli in aria.<br />
Se non fosse ancora <strong>di</strong> moda morire, quel popolo starebbe meglio <strong>di</strong> noi.<br />
FATA APRIKOSA Ma cosa vogliono? Proprio ieri egli ha assunto tra gli spiriti un uomo<br />
che ha conosciuto sulla terra, poiché nell'ultimo temporale è stato colpito da un fulmine.<br />
PRIMO MAGO Si giusto, si chiama Zephises, era prestigiatore e inoltre deve essere un<br />
in<strong>di</strong>viduo molto sciocco.<br />
SECONDO MAGO E' più che naturale! Sciocco lo era già, lo ha anche colpito un fulmine,<br />
chissà come è <strong>di</strong>ventato.<br />
FATA AMARILLIS Il re <strong>degli</strong> spiriti sperpera troppo.<br />
FATA APRIKOSA E non organizza tutto il regno secondo il modello terrestre? Finiremo<br />
con il dover adottare le mode <strong>di</strong> Parigi e <strong>di</strong> Vienna.<br />
FATA AMARILLIS Si, se si parlasse ancora francese alla sua corte incantata, sarebbe sì<br />
una cosa nobile, ma da quando è stato a Vienna, parla viennese e noi dobbiamo imitarlo.<br />
SECONDO MAGO Io l'ho già imitato.
52<br />
FATA AMARILLIS Si vergogni, se si sapesse all'estero. Sarebbe tremendo.<br />
PRIMO MAGO<br />
insieme: Si, inau<strong>di</strong>to!<br />
SECONDO MAGO<br />
SECONDO MAGO So che potrebbe scoppiare una guerra solo per questo. Ma Loro sanno,<br />
egli la pensa così e tutti devono pensarla allo stesso modo: meglio parlar bene il <strong>di</strong>aletto che<br />
male l'alto tedesco.<br />
FATA APRIKOSA In breve, gli uomini lo hanno completamente rovinato, non si riconosce<br />
più.<br />
PRIMO MAGO Li lascia salire a sé a schiere ed esau<strong>di</strong>sce le loro preghiere.<br />
TUTTI E' vero!<br />
SPIRITO DEL FUOCO vestito tutto <strong>di</strong> rosso, viso rosso e mani rosse, ha ascoltato tutta la<br />
scena: Per tutta la pece e lo zolfo del mondo, questo è troppo! Sono uno spirito del fuoco,<br />
artificiere capo e cannoniere del re <strong>degli</strong> spiriti! Chi può <strong>di</strong>re che da tre anni un'anima umana<br />
è venuta nel suo palazzo? Non ho viaggiato a sue spese fino a Napoli per fotografare il<br />
Vesuvio e costruirne uno simile sul suo palazzo? Non è stato così? Per tutto l'acido<br />
cianidrico e l'olio al vetriolo del mondo!<br />
FATA APRIKOSA E perché è stato così? Affinché noi non lo <strong>di</strong>sturbassimo tanto spesso,<br />
mentre ora dobbiamo attraversare il cratere con le nostre carrozze <strong>di</strong> nubi come le streghe<br />
attraversano la cappa del camino.<br />
SPIRITO DEL FUOCO No, per tutta la pece e lo zolfo del mondo! Per non essere<br />
<strong>di</strong>sturbato dall'umanità che ha abusato della sua fiducia e si è insinuata con l'inganno nel suo<br />
regno, per mezzo <strong>di</strong> svariate arti magiche, allo scopo <strong>di</strong> infasti<strong>di</strong>rlo con l'accattonaggio.<br />
SECONDO MAGO Si, si, le cose stanno così.<br />
PRIMO MAGO Macché, questo <strong>di</strong>a ad intenderlo ai pazzi -<br />
SPIRITO DEL FUOCO Ma in nome del <strong>di</strong>avolo, proprio questo io faccio. E chi non vorrà<br />
crederlo, sarà colpito dai razzi <strong>di</strong> Congreve!<br />
SECONDO MAGO sopravvenendo imme<strong>di</strong>atamente: Bene, bene, mio signor spirito del<br />
fuoco e capo cannoniere, si moderi un po'! Altrimenti Lei darà fuoco al palazzo con i Suoi<br />
razzi.<br />
TUTTI Buttatelo fuori. Fuori!<br />
SPIRITO DEL FUOCO Cosa? Buttar fuori uno spirito del fuoco?<br />
SECONDO MAGO Tanto ne abbiamo già buttati fuori altri.<br />
SPIRITO DEL FUOCO Per l'incen<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Mosca, questo è troppo - Con il pugno serrato: A<br />
colui che mi verrà vicino, getterò una palla <strong>di</strong> fuoco sulla testa, cosicché gli schizzi fuori<br />
dagli occhi il fuoco del Bengala -<br />
SCENA SECONDA<br />
Pamphilius. Detti.<br />
PAMPHILIUS con tono misurato, entra al centro, proprio in veste <strong>di</strong> cortigiano del<br />
principe <strong>degli</strong> incantesimi: Ehi, ehi! Cosa sta succedendo? Stanno tenendo una vera e<br />
propria corrida nell'anticamera del re <strong>degli</strong> incantesimi.<br />
PRIMO MAGO molto cor<strong>di</strong>almente: Ah, il nostro caro Pamphilius!
53<br />
TUTTE LE DONNE Il nostro bel Pamphilius. Lo vezzeggiano.<br />
SECONDO MAGO Salve, signor von Pamphilius! Spinge via le donne e lo abbraccia.<br />
PAMPHILIUS Vengo ad annunciar Loro che il signore ha terminato le sue ventiquattro ore <strong>di</strong><br />
riposo e si alzerà imme<strong>di</strong>atamente da letto con velocità incre<strong>di</strong>bile.<br />
PRIMO MAGO Ah, affascinante!<br />
ENTRAMBE LE FATE L'amabile signore!<br />
SECONDO MAGO O fidelibus! Fidelibus!<br />
SPIRITO DEL FUOCO Ora mi scappa la pazienza. Signor Pamphilius! Per tutta la pece e lo zolfo<br />
del mondo, io sono un servo fedele del re <strong>degli</strong> incantesimi, non posso tacere.<br />
PAMPHILIUS Ma cosa strepita, signor capo artificiere?<br />
SPIRITO DEL FUOCO Oh, per tutta la pece e lo zolfo del mondo -<br />
PAMPHILIUS Basta che mi stia lontano con la Sua pece, sono già tutto appiccicoso.<br />
SECONDO MAGO Egli deve credere che siamo calzolai.<br />
SPIRITO DEL FUOCO Bene! Allora ascolti un po' senza pece e zolfo, questa onorata riunione è<br />
fatta da brutta gentaglia, che impreca contro il principe <strong>degli</strong> spiriti e lo rimprovera <strong>di</strong><br />
affidare tutto agli uomini.<br />
TUTTI Non è vero.<br />
SPIRITO DEL FUOCO Cosa? Lo giuro su tutti gli accen<strong>di</strong>ni d'Inghilterra -<br />
PAMPHILIUS E io su tutti gli estintori <strong>di</strong> Francia, se non modera il Suo ardore insensato, La farò<br />
annaffiare così tanto, che si ricorderà <strong>di</strong> me. Fuori!<br />
TUTTI Fuori!<br />
SPIRITO DEL FUOCO Vado! Ma per il fuoco greco <strong>di</strong> Cardano, lo riferirò al re <strong>degli</strong> spiriti. Per<br />
tutti gli accen<strong>di</strong>ni e i bossoli infuocati! Per tutto lo spirito <strong>di</strong> zinco e il sale ammonico! Esce.<br />
SCENA TERZA<br />
Detti senza lo spirito del fuoco.<br />
PAMPHILIUS Parlate uno alla volta! Cosa è successo?<br />
PRIMO MAGO Lodato Pamphilius, Lei è già da lungo tempo al servizio del re <strong>degli</strong> spiriti.<br />
PAMPHILIUS Il giorno <strong>di</strong> S. Martino saranno duemila anni.<br />
PRIMO MAGO Non si è accorto Lei stesso che egli ricolma gli uomini <strong>di</strong> opere <strong>di</strong> bene, <strong>di</strong> cui<br />
essi abusano, e lo ricompensano con ingratitu<strong>di</strong>ne? E a noi invece nega tante cose.<br />
PAMPHILIUS Ha ragione.<br />
SECONDO MAGO Si, e non sarebbe meglio se si facesse ricompensare da noi in maniera tanto<br />
ingrata invece che dagli altri?<br />
PRIMO MAGO Taccia.<br />
SECONDO MAGO Posso esprimere la mia opinione, anche io un tempo sono stato uno spirito<br />
forte, ora sono svaporato.
54<br />
FATA APRIKOSA E' la fata Diskantine colpevole <strong>di</strong> tutto ciò, la sua bella voce lo ha<br />
incantato.<br />
PAMPHILIUS Questa è dunque l'unica lamentela contro il re <strong>degli</strong> incantesimi? Bene, allora<br />
dovrò aiutar Loro a uscire dal sogno. Non è vero, per mezzo del suo canto, Diskantine ha<br />
ottenuto molto da lui per gli uomini, ma poiché essa con la sua protezione si è imbattuta<br />
solamente in persone indegne, egli è così a<strong>di</strong>rato che l'ha esiliata sulla cima <strong>di</strong> una montagna<br />
e lassù l'ha trasformata in un albero.<br />
SECONDO MAGO Cosa <strong>di</strong>ce?<br />
PAMPHILIUS Ma poiché la sua stupenda voce lo ha spesso estasiato, non ha voluto sottrargliela<br />
neppure sotto forma <strong>di</strong> albero.<br />
PRIMO MAGO Allora questo albero canta?<br />
PAMPHILIUS Tutto a braccio. Tuttavia egli ha emesso la sentenza che da quel momento nessun<br />
mortale avrebbe potuto avvicinarsi al suo palazzo, prima <strong>di</strong> aver risalito questo monte senza<br />
girarsi in<strong>di</strong>etro e aver spezzato un ramo dell'albero canterino.<br />
FATA AMARILLIS E a che cosa serve questo ramo?<br />
PAMPHILIUS Protegge da tutti i pericoli e conduce in maniera sicura al suo regno.<br />
SECONDO MAGO Non mi vuole <strong>di</strong>re cosa succede se uno si gira in<strong>di</strong>etro, mio gentilissimo?<br />
PAMPHILIUS Subito, mio stupi<strong>di</strong>ssimo - Viene trasformato o in un animale o in un fiore. Il genio<br />
cattivo Koliphonius è impiegato là per duemila rubli all'anno, per indurre le persone a girarsi<br />
in<strong>di</strong>etro per mezzo <strong>di</strong> un astuto incantesimo - se gli riesce, esse sono in suo potere e poi non<br />
le lascia più andare via. In poco tempo ha già messo insieme un sontuoso giar<strong>di</strong>no<br />
zoologico. E allora? Cosa <strong>di</strong>cono ora del re <strong>degli</strong> incantesimi, è giustificato ai Loro occhi?<br />
TUTTI Viva il re <strong>degli</strong> incantesimi!<br />
PAMPHILIUS Allora mi seguano, Li annuncerò.<br />
Coro<br />
Escono tutti.<br />
SCENA QUARTA<br />
Come ci rianima ardentemente la gioia,<br />
come ci risolleva potentemente la speranza,<br />
una sollecita accoglienza sarà il nostro compenso,<br />
se portiamo le istanze davanti al trono.<br />
Levate grida <strong>di</strong> gioia per il re che lascia il suo riposo,<br />
un eterno evviva risuoni per lui.<br />
Stanza della magia. Longimanus giace su un letto ideale, ornato riccamente, sul quale<br />
sono adagiate delle nuvole anziché la biancheria. I geni sono occupati a mettere in or<strong>di</strong>ne<br />
i suoi vestiti, a preparare un lavabo, poi rimangono ubbi<strong>di</strong>enti in gruppo ad attendere il<br />
suo risveglio. Longimanus si muove, i geni fuggono, la musica cessa.
55<br />
LONGIMANUS in vestaglia con figure magiche in oro, allontana da sé il piumino <strong>di</strong> nubi, si<br />
siede sul letto e sba<strong>di</strong>glia: Ah, si! Che ora si è già fatta? Guarda l'orologio a pendolo che è<br />
accanto al suo letto su un tavolino d'oro. Lo ve<strong>di</strong>, lo ve<strong>di</strong>, già le <strong>di</strong>eci e mezza! Ho<br />
<strong>di</strong>menticato nuovamente <strong>di</strong> mettere la sveglia. E neppure Pamphilius mi sveglia.<br />
Scampanella. Pamphilius! Dove si è cacciato?<br />
SCENA QUINTA<br />
Pamphilius. Detto.<br />
PAMPHILIUS entra <strong>di</strong> corsa con un balzo: Cosa comanda Vostra Altezza Serenissima?<br />
LONGIMANUS Dove ti sei rintanato? Perché non mi hai svegliato? E chi mi ha fatto il letto<br />
stanotte?<br />
PAMPHILIUS Io, sultano più potente del mondo.<br />
LONGIMANUS Non rifarmi più il letto con nubi tanto umide. Voglio giacere asciutto, ho il forte<br />
sospetto che tu abbia preso nubi <strong>di</strong> pioggia. E che mormorio sento mai là fuori<br />
nell'anticamera?<br />
PAMPHILIUS Là fuori ci sono ogni sorta <strong>di</strong> fate e <strong>di</strong>versi maghi, anche alcune streghe e altri<br />
gruppi <strong>di</strong> volgari spiriti.<br />
LONGIMANUS E che cosa vogliono ancora?<br />
PAMPHILIUS Deporre ai tuoi potentissimi pie<strong>di</strong> le loro suppliche e lamentele.<br />
LONGIMANUS Non è possibile, sono ancora troppo in <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne. Mi porti dentro solo le istanze<br />
scritte.<br />
Pamphilius esce.<br />
SCENA SESTA<br />
Longimanus da solo.<br />
LONGIMANUS Il popolo non fa altro che litigare, non posso proprio salvarmi, alla fine erigerò<br />
un arsenale personale, dove non entreranno altro che fruste e bastoni <strong>di</strong> nocciolo.<br />
SCENA SETTIMA<br />
Pamphilius con gli scritti. Detto. Pamphilius consegna gli scritti.<br />
LONGIMANUS Che cosa volevo <strong>di</strong>re ora <strong>di</strong> tanto importante? - Si, una poltrona. Pamphilius<br />
porta una poltrona. Longimanus si siede. Saranno <strong>di</strong> nuovo delle belle storie. Legge. Eccoci<br />
ora, non sono altro che colpevoli l'uno verso l'altro. "La fata Tritschitratschi ha preso in<br />
prestito un talismano dal mago Rutschiputschi e non vuole riportarlo." Deve restituirlo, lo<br />
or<strong>di</strong>no, subito! Prende un altro scritto. "I do<strong>di</strong>ci segni zo<strong>di</strong>acali si sono azzuffati. Il
56<br />
Sagittario ha cavato un occhio con una fucilata al Capricorno, questo è saltato sulla Bilancia<br />
e l'ha spaccata in due. I Gemelli si sono intromessi e sarebbero stati quasi sbranati dal Leone<br />
se non si fossero nascosti <strong>di</strong>etro la Vergine. Tutti hanno riportato danni. Solo il Cancro si è<br />
ritirato. Si prega <strong>di</strong> farli riparare". Anche questo costerà una bella cifra. Prende il terzo<br />
scritto. Cos'è questo, cosa vogliono ancora quelle là? "Le due <strong>di</strong>rettrici della stimata<br />
corporazione delle streghe chiedono per la loro associazione la reintroduzione del loro<br />
precedente ufficio nel mondo." Maledetta gentaglia! Le streghe vogliono <strong>di</strong> nuovo scendere<br />
giù nel mondo. Per il momento falle entrare.<br />
Pamphilius esce.<br />
SCENA OTTAVA<br />
Longimanus da solo.<br />
LONGIMANUS Sarebbe un bel pasticcio! Già ci sono i debiti a opprimere gli uomini, non hanno<br />
affatto bisogno anche <strong>di</strong> streghe. Bussano da fuori. Aha! Avanti! Avanti!<br />
SCENA NONA<br />
Detto. Pamphilius. Le due streghe tutte vestite <strong>di</strong> grigio sporco, con veli aperti che coprono<br />
la testa e il petto. Il vestito è guarnito in fondo con i segni del cosiddetto pentacolo e ne<br />
portano anche uno sul petto come medaglione. Il volto coperto con vecchie maschere da<br />
donna. Si gettano piangendo ai pie<strong>di</strong> <strong>di</strong> Longimanus.<br />
LE STREGHE Potente sovrano, abbi pietà!<br />
LONGIMANUS Guarda, che bello! Proprio le più carine hanno scelto. In che cosa posso servirle,<br />
mie belle dame?<br />
PRIMA STREGA Signore! Ora sono già cinquanta anni che ci hai richiamate dalla terra, e non<br />
sappiamo in che modo siamo state causa <strong>di</strong> ciò.<br />
LONGIMANUS Si, mia cara signorina strega, mi <strong>di</strong>spiace, ma non può essere altrimenti.<br />
PRIMA STREGA Ascolta le nostre suppliche! Dacci nuovamente il nostro potere, gli uomini<br />
hanno nostalgia <strong>di</strong> noi.<br />
LONGIMANUS Vuoi stare zitta, o no? - Cosa vi viene in mente? Nessun uomo parla più <strong>di</strong> Loro,<br />
nessun uomo pensa più a Loro e ora vogliono tutt'a un tratto riavere la loro precedente<br />
libertà <strong>di</strong> stampa! Anno 1824 una strega! La gente non potrebbe fare a meno <strong>di</strong> riderne.<br />
PRIMA STREGA Ma non ci hanno ad<strong>di</strong>rittura immortalato in un'opera: Das Neusonntagskind!<br />
LONGIMANUS Ah, quale opera, quale Sonntagskind! La gente è infantile tutta la settimana non<br />
solo la domenica. E' inutile! Non ho niente contro <strong>di</strong> voi, ogni ceto merita considerazione,<br />
quin<strong>di</strong> anche una strega.<br />
PRIMA STREGA Ma non abbiamo sempre fatto il nostro dovere? Ecco i nostri attestati da parte<br />
del genio dei sogni.
57<br />
LONGIMANUS Si, questo è vero, siete state delle brave streghe, avete importunato la gente in<br />
modo vergognoso e beffardo. Ma ora è finito, avete la vostra pensione e quin<strong>di</strong> potete essere<br />
sod<strong>di</strong>sfatte. E ora fuori subito!<br />
Entrambe le streghe gli baciano il vestito piangendo ed escono.<br />
SCENA DECIMA<br />
Longimanus. Pamphilius.<br />
LONGIMANUS E ora basta per oggi con le lamentele, mi irrito troppo. Gli altri dovranno venire<br />
dopodomani o fra un anno. Fai venire <strong>di</strong> qua Zephises, colui che ho accolto tra gli spiriti.<br />
Cosa sta facendo?<br />
PAMPHILIUS E' seduto con tre spiriti del fuoco a una tavola <strong>di</strong> nubi e gioca con loro a whist.<br />
LONGIMANUS Giocano a whist? E' un bel gioco lo whist, basterebbe non perdere così tanto.<br />
Una volta giù sulla terra mi hanno buttato fuori da cinque caffè perché avevo giocato<br />
davvero proprio male. Si! A quel tempo ero ancora un vero libertino ma ora non mi piace<br />
più. Bene, allora fallo venire pure <strong>di</strong> qua, anche se perderà un paio <strong>di</strong> fiches, non succederà<br />
niente, non giocano con fiches d'oro.<br />
Pamphilius esce.<br />
SCENA UNDICESIMA<br />
Longimanus da solo.<br />
LONGIMANUS Gli voglio proprio bene a Zephises! Venti anni fa quando ero in giro sulla terra,<br />
lo conobbi in Egitto dove stu<strong>di</strong>ava magia, era appena al terzo anno. Poi andai in Austria con<br />
lui, gli ho comprato una casa e un giar<strong>di</strong>no e ho arredato il suo gabinetto delle magie. Bene,<br />
poi è morta sua moglie - era proprio una bella donna -, e visto che si lamentava così tanto gli<br />
ho promesso <strong>di</strong> accoglierlo, una volta morto, tra gli spiriti, e ora tutto ad un tratto sento che<br />
lo ha ucciso un fulmine, allora me lo sono fatto spe<strong>di</strong>re quassù dai miei spiriti. Eccolo che<br />
arriva!<br />
SCENA DODICESIMA<br />
Zephises. Detto.<br />
ZEPHISES sotto forma <strong>di</strong> spirito, in bianco talare magico con figure nere: Principe dell'aria!<br />
Dove posso trovare parole <strong>di</strong> ringraziamento?<br />
LONGIMANUS Va bene così! Nessun complimento tra buoni amici. Mi rallegro <strong>di</strong> cuore, vecchio<br />
mio. La morte ti ha acciuffato alla fine, ti ha colto <strong>di</strong> sorpresa? Certo, il fulmine lo ha<br />
sfiorato <strong>di</strong>ffondendo odore <strong>di</strong> zolfo. Ti piace quassù da me? C'è una bella arietta fresca?
58<br />
ZEPHISES Signore, posso confessarti che perfino nel sontuoso mare <strong>di</strong> delizie che mi avvolge nel<br />
tuo regno magico, il mio cuore paterno sente un profondo dolore che non posso celarti?<br />
LONGIMANUS Aha! Passa la mano sulla fronte <strong>di</strong> Zephises. Lo ha già ghermito! Sta già<br />
sussultando!<br />
ZEPHISES Quando concedesti la grazia della tua visita a noi poveri mortali, la tua benevolenza mi<br />
donò gran<strong>di</strong> tesori.<br />
LONGIMANUS Si giusto! Li hai venduti tutti?<br />
ZEPHISES No, signore! Li ho nascosti nel mio stanzino segreto che ho coperto con una magia,<br />
affinché nessun mortale possa aprirlo se non gli in<strong>di</strong>co io i mezzi per farlo.<br />
LONGIMANUS Bene, nel mio regno non hai bisogno <strong>di</strong> alcun tesoro, qui si vive <strong>di</strong> aria affinché<br />
sia solo gioia.<br />
ZEPHISES Ma non ho un figlio che ho lasciato inerme?<br />
LONGIMANUS Hai un figlio?<br />
ZEPHISES Non ti ricor<strong>di</strong> più del piccolo Eduard?<br />
LONGIMANUS Giusto! Ha giocato ai miei pie<strong>di</strong> e mi pizzicava sempre nei polpacci, quando<br />
ancora a quei tempi ne avevo.<br />
ZEPHISES Una morte repentina mi ha strappato alla terra, non ho potuto lasciare a mio figlio<br />
alcun segno della mia ultima volontà, per cui esau<strong>di</strong>sci la mia supplica, mandagli uno dei tuoi<br />
spiriti, fagli scoprire i segreti <strong>di</strong> quello stanzino e permetti poi che si getti davanti al tuo<br />
trono e osi implorare la concessione <strong>di</strong> una supplica che non è stata concessa a suo padre.<br />
LONGIMANUS Non è possibile, non può venire su da me se non porta un ramo del mio albero<br />
canterino, desidererei vederlo proprio volentieri una volta, il piccolo Eduard, ma non posso<br />
capovolgere la mia parola.<br />
ZEPHISES Mio figlio non rifuggirà alcun pericolo per avvicinarsi a te.<br />
LONGIMANUS Non mi interessa affatto.<br />
ZEPHISES Salvalo almeno dall'in<strong>di</strong>genza e dalla <strong>di</strong>sperazione.<br />
LONGIMANUS Ve<strong>di</strong>, ora ti viene paura, ma è così, certi genitori, quando hanno i sol<strong>di</strong>, lasciano<br />
che i figli non imparino niente. Succedesse in seguito un piccolo incidente e una persona<br />
simile dovesse guadagnarsi qualcosa da sola, ecco che si <strong>di</strong>mostra un sempliciotto. Dunque<br />
verremo subito in aiuto. Pamphilius!<br />
SCENA TREDICESIMA<br />
Compare Pamphilius. Detti.<br />
LONGIMANUS Presto, un paio <strong>di</strong> spiriti benefattori giù da suo figlio, egli <strong>di</strong>rà loro cosa devono<br />
fare.<br />
PAMPHILIUS Si, ma è imbarazzante -<br />
LONGIMANUS Lo so già, è certamente imbarazzante, ora sono tutti a lavoro, non c'è nessuno in<br />
casa. Ma è inutile, così deve essere, guarda un po' se ne pren<strong>di</strong> un paio da qualche parte.<br />
Allez!<br />
Pamphilius va.<br />
ZEPHISES Signore, come posso ringraziarti?
59<br />
LONGIMANUS Chiu<strong>di</strong> il becco! Ehi, Pamphilius, ancora una cosa! Pamphilius torna in<strong>di</strong>etro<br />
velocemente. Quanti ne abbiamo oggi?<br />
PAMPHILIUS E' il 25 <strong>di</strong>cembre.<br />
LONGIMANUS Davvero? Maledetta storia! L'ho sempre pensato: <strong>di</strong>cembre! E avete avuto un<br />
gran temporale, tu sei stato colpito da un fulmine, mentre doveva nevicare?<br />
PAMPHILIUS Si, gran sultano! Il lamento generale <strong>degli</strong> uomini è che in inverno è caldo e in<br />
estate freddo.<br />
LONGIMANUS Si, per che cosa pago dunque le mie stagioni se mi fanno una confusione simile?<br />
Allora dovrò vedermela con quel confusionario del temporale. Pamphilius, presto, fai venire<br />
su l'inverno. Pamphilius esce in fretta. Anche le altre stagioni, presto!<br />
PAMPHILIUS Mah, oggi da tanto che ho corso mi sono consumato i pie<strong>di</strong>. Maledetto servizio.<br />
Esce <strong>di</strong> corsa.<br />
LONGIMANUS Fa proprio una bella vita tranquilla presso <strong>di</strong> me, quel Pamphilius, ma sopporta<br />
come un cavallo russo. Ora sono già duemila anni che corre ed ha ancora gli zoccoli sani,<br />
non prende lo spavenio, la schienella, e non ha avuto neppure la malandra.<br />
SCENA QUATTORDICESIMA<br />
Le quattro stagioni. Detti.<br />
L'Inverno indossa una pelliccia nera, berretto <strong>di</strong> pelliccia, un piccolo manicotto, tutto<br />
innevato. L'Estate in frac <strong>di</strong> nanchino, calzoni, un moderno cappello <strong>di</strong> paglia con sopra<br />
dei fiordalisi e in mano un parasole. L'Autunno con guance grasse e corpulento, ha una<br />
giacca da oste, un grembiule, un cappuccio con dei pampini appuntati, sotto braccio una<br />
piccola botticella con il mosto, in mano una gran<strong>di</strong>ssima ciocca d'uva. La Primavera, una<br />
giovane giar<strong>di</strong>niera con delle rose sul cappello e un rosaio in mano: entrano impauriti.<br />
LONGIMANUS Più vicini, su, quattro figli <strong>di</strong> Aimone! Cosa mai devo u<strong>di</strong>re? Perché non vi<br />
comportate come si conviene alle oneste stagioni? Che condotta <strong>di</strong> vita <strong>di</strong>ssoluta è mai<br />
questa? Signor Inverno, non si vergogna? Un simile uomo <strong>di</strong> ghiaccio che tutt'a un tratto<br />
comincia ad ardere! Perché ci sono stati fulmini a <strong>di</strong>cembre? Voglio saperlo!<br />
INVERNO con voce da basso: Signore Illustrissimo, non posso farci niente. L'Estate mi fa tutto<br />
apposta, desidera essere al corrente <strong>di</strong> tutto e poi getta sempre i fulmini su <strong>di</strong> me.<br />
LONGIMANUS L'Estate non deve affatto intromettersi, da alcuni anni è come cambiata. Credo<br />
che si <strong>di</strong>a al bere, visto che è sempre così bagnata.<br />
AUTUNNO Vostra Altezza Serenissima, chiedo la parola! L'Estate non può farci nulla, l'Inverno<br />
non le lascia pace. Quando gli avanzano dei ghiaccioli, glieli manda, cosicché in estate si<br />
rabbrivi<strong>di</strong>sce. Poi cominciano a <strong>di</strong>scutere, l'Estate si arrabbia e così ogni giorno c'è un<br />
temporale.<br />
ESTATE con grande affettazione: Si, anche questo è vero, l'Autunno è ormai il mio unico amico,<br />
mi rimette in or<strong>di</strong>ne, la gente impreca contro <strong>di</strong> me e io non posso farci niente.
60<br />
LONGIMANUS E ora basta! Voglio che an<strong>di</strong>ate d'accordo. Alla fine mi si rovina anche la mia<br />
Primavera, che è ancora la più brava. E' ancora la mia stagione preferita, la Primavera. La<br />
pizzica sulla guancia e le dà una moneta d'oro. Eccoti qualcosa, un chifel, ragazza in<br />
gamba!<br />
PRIMAVERA Bacio la mano, Signore Illustrissimo! Mi comporterò bene certamente. Gli bacia<br />
la mano.<br />
LONGIMANUS E adesso in marcia! E se sentirò ancora una volta una lamentela, so cosa dovrò<br />
fare. In particolare l'Estate, si concentri, se l'anno prossimo a Baden non saranno<br />
abbandonati tutti i quartieri, gliela farò vedere io. E anche l'Inverno faccia sì che nevichi oggi<br />
stesso e che domani defluisca la piena. Ora fuori. Le quattro stagioni escono con <strong>degli</strong><br />
inchini. Vieni, mio caro Zephises, ora mi occuperò <strong>di</strong> tuo figlio, lo renderò felice, ma te lo<br />
<strong>di</strong>co, se ti azzar<strong>di</strong> a dargli un cenno segreto o un consiglio, allora avrai a che fare con me. E<br />
ora puoi fare una piccola colazione alla forchetta con me, ho comperato un po' <strong>di</strong> sugo <strong>di</strong><br />
coccodrillo giovane.<br />
Escono entrambi.<br />
SCENA QUINDICESIMA<br />
FLORIAN<br />
Gabinetto segreto <strong>di</strong> Zephises. Il fondale, sgombro da qualsiasi mobile, è <strong>di</strong>pinto con<br />
figure e segni magici. Lateralmente viene fatto avanzare un tavolo magico sul quale si<br />
trova un piccolo mago, accanto a lui una campana sulla quale egli batte con un martello.<br />
Sul lato opposto una porta. Florian Waschblau entra con un mastello sulle spalle, nel<br />
quale si trovano svariati capi d'abbigliamento, lo depone all'entrata.<br />
Aria<br />
Sono il caro Florian,<br />
così mi chiama la gente,<br />
e se qualcuno può avere bisogno <strong>di</strong> me,<br />
sono subito a <strong>di</strong>sposizione.<br />
In testa non ho molto onore,<br />
nel sacco ancora meno,<br />
non voglio nient'altro che mangiare,<br />
e questo è il mio maggior tormento.<br />
Appartengo solo a Mariandel,<br />
<strong>di</strong> notte come <strong>di</strong> giorno,<br />
e Loro sanno perché lo faccio?<br />
Perché altrimenti non piaccio a nessun'altra.<br />
E se qualcuno mi deride, cosa che può fare,<br />
allora non provo alcuna invi<strong>di</strong>a,<br />
poiché la gente comincia a ridere,<br />
e questa è la mia più grande gioia.
61<br />
Si, si, mio caro Florian, presto dovrai uscire dalla casa in cui per te il tempo è passato in<br />
un'ebbrezza eterna. Mio povero giovanotto, cosa gli accadrà? Sol<strong>di</strong> il vecchio non ce ne ha<br />
lasciati, se non questa casa appartata. Anche se otterrà qualcosa in prestito da qualche parte,<br />
non potrà neppure accendere un'ipoteca sulla casa. Ha una fama assai brutta, chi mai<br />
comprerebbe una casa, dove le streghe hanno svolazzato dentro e fuori come le ron<strong>di</strong>ni?<br />
Non so cosa farà. Non sto in pena per me, mi farò appoggiare a una staccionata o da<br />
qualche altra parte. Se solo riuscissi a sistemarlo, a un bancone presso un ven<strong>di</strong>tore <strong>di</strong> crauti,<br />
o da qualche parte - Si trova nella più completa <strong>di</strong>sperazione! Ieri ha pianto, mi ha dato<br />
l'ultimo biglietto da tre fiorini e ha detto che devo <strong>di</strong>stribuirne quattro tra i poveri e con<br />
quello che avanza posso andare dove voglio. Ma io non posso abbandonarlo, è impossibile!<br />
Recentemente ho letto una bella storia <strong>di</strong> un leone romano che era tanto affezionato al suo<br />
padrone, Androclo, e se un animale del genere può comportarsi in questo modo, dovrei<br />
senz'altro anch'io venirne a capo. Ho già cominciato: ho impacchettato tutti i miei vestiti,<br />
anche a Mariandel, la nostra cuoca, ho svuotato tutta la cassa, ho preso in prestito questo<br />
mastello da quella lattaia là, affinché non si facciano chiacchiere, ci ho infilato per bene tutti i<br />
vestiti e poiché nello stanzino, che era il laboratorio delle magie del nostro vecchio signore,<br />
raramente entra qualcuno, ho mandato a chiamare l'ebreo al quale li venderò e i sol<strong>di</strong> li<br />
infilerò in segreto nella borsetta del mio signore. Guarda il piccolo mago. Ora il piccolo<br />
monello ha sentito tutto. Dirai qualcosa a qualcuno? Il piccolo mago fa cenno <strong>di</strong> no con la<br />
testa. Questo <strong>di</strong>rà tutto. Accadrà una <strong>di</strong>sgrazia al mio signore? Il mago fa cenno <strong>di</strong> no. A me<br />
forse? Il mago fa cenno <strong>di</strong> si. Florian minaccioso: Ehi tu! Ma quante sciocchezze farò<br />
ancora? Il mago batte sulla campana uno, due, tre, poi velocissimo e a ripetizione. Smetti,<br />
maledetto! Gli tiene la mano. Tanto a lungo non vivrò affatto.<br />
SCENA SEDICESIMA<br />
Detto. Mariandl bussa da fuori.<br />
FLORIAN Aha, ecco l'ebreo. Apre, entra Mariandl. No, guarda un po', è un'ebrea.<br />
MARIANDL Ah, me infelice, cosa farò? Eccolo là dentro, invece <strong>di</strong> fare attenzione alla casa. Ah,<br />
perché il cielo mi ha punito tanto da farmi avere un simile babbeo come innamorato.<br />
FLORIAN Sarà proprio una bella stoccata!<br />
MARIANDL Cosa ci fai lì? - Cosa ci fai lì, miserabile, e intanto mi svuotano tutta la cassa. Sono<br />
stata derubata!<br />
FLORIAN Smetti! Non ti avranno mica rubato il tuo cattivo umore?<br />
MARIANDL No, i miei vestiti, la mia biancheria, le mie cuffie preziose - Ti prego, il furto - la<br />
bella biancheria!<br />
FLORIAN No, tesoro mio, è biancheria <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>nata.<br />
MARIANDL E le mie belle perle.<br />
FLORIAN tra sé: Ah si? Ho preso anche quelle? Neppure lo sapevo.
62<br />
MARIANDL Dico io, continui a ridere? Ora vado subito dal gentile signore e gli racconterò tutto.<br />
Il ladro deve essere inseguito. Fa per uscire.<br />
FLORIAN Ferma, ho detto, - tu rimarrai qui! Conosco il ladro.<br />
MARIANDL Cosa?<br />
FLORIAN E' un buonissimo amico.<br />
MARIANDL Ah si? Uomo perfido, alla fine sei anche un capitano dei masna<strong>di</strong>eri? Ti denuncio,<br />
subito. Fa per uscire.<br />
FLORIAN Tu rimarrai qui, ho detto, o -<br />
MARIANDL Non serve a niente - voglio riavere la mia roba -<br />
FLORIAN La roba è là -<br />
MARIANDL Dove?<br />
FLORIAN Nel mastello.<br />
MARIANDL Ah, che spettacolo! Tiramela fuori!<br />
FLORIAN Un po' <strong>di</strong> pazienza!<br />
MARIANDL Che non mi venga sgualcito niente.<br />
FLORIAN E' tutto nel più bell'or<strong>di</strong>ne. Rovescia il mastello, i vestiti <strong>di</strong> entrambi cadono fuori nel<br />
più grande <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne. Con molta freddezza: Cercati le tue cose.<br />
MARIANDL Ma Florian, ma cosa hai fatto, sei indemoniato?<br />
FLORIAN Zitta, Marianne! Tu sai che i nostri cuori sono legati?<br />
MARIANDL Si, purtroppo sono tanto sfortunata ad essere la tua amata! Oh, che sciocca sono<br />
stata! Che partiti ho respinto! Recentemente avrei ancora potuto sposare un ricco<br />
commerciante <strong>di</strong> buoi, sarei <strong>di</strong>ventata una ricca signora che avrebbe avuto tanti buoi e con te<br />
non ne ho che uno solo.<br />
FLORIAN Chi non si accontenta del poco non è degno del molto. Via, basta con questo<br />
argomento, è troppo delicato per parlarne a lungo. Siamo ormai da sette anni in questa casa,<br />
io ti ho procurato queste cose, quin<strong>di</strong> posso anche riprendermele, io volevo mandarle via <strong>di</strong><br />
qui.<br />
MARIANDL Dove?<br />
FLORIAN A Judenburg. In breve, volevo venderle a un ebreo polacco, per togliere<br />
momentaneamente il nostro giovane signore dalle <strong>di</strong>fficoltà finanziare. Siamo i suoi due unici<br />
domestici, dobbiamo essergli un po' affezionati.<br />
MARIANDL Ma Florian, guarda, che fai? Ma perché non mi hai detto niente, avremmo trovato<br />
un sistema. Gli hai anche abbassato il cane della pistola, egli mi ha chiesto dove fosse finito.<br />
FLORIAN Il cane? Avresti dovuto <strong>di</strong>rgli che lo hai scannato perché non avevi un pollastro.<br />
MARIANDL Beh! Ora son <strong>di</strong> nuovo calma! Rimpacchetta pure i vestiti, arriva il signore.<br />
SCENA DICIASSETTESIMA<br />
Eduard. Detti.<br />
EDUARD infasti<strong>di</strong>to: Cosa fate qui? Lasciatemi solo.<br />
MARIANDL Guarda un po' che aspetto ha.
63<br />
FLORIAN Come è pallido in faccia. Illustrissimo, sta forse producendo uno spirito <strong>di</strong> Malis o una<br />
polvere calmante?<br />
EDUARD Vi ringrazio, andate pure.<br />
FLORIAN Pover' uomo! Illustrissimo, se dovesse svenire, basta che scampanelli, saremo subito<br />
qui.<br />
EDUARD Vuoi farmi arrabbiare? Si calma. Vai, Florian!<br />
FLORIAN Ha detto Florian, hai sentito? Che sfortuna.<br />
MARIANDL Beh, come deve <strong>di</strong>rti allora! Se ti chiami cosi? Annamiedel orse? Ora vai pure!<br />
FLORIAN Mariandl, quello ha chiuso, non vivrà altri cento anni.<br />
Escono entrambi.<br />
SCENA DICIOTTESIMA<br />
Eduard.<br />
EDUARD da solo: Ora sono solo, tutto solo nel vero senso della parola, poiché la morte <strong>di</strong> mio<br />
padre ha <strong>di</strong>strutto tutta la mia felicità. Che meraviglie mi circondano dall'infanzia! Il suo<br />
corpo improvvisamente è sparito davanti ai nostri occhi per mezzo <strong>di</strong> potenze<br />
sovrannaturali. Mi aveva spesso promesso che avrebbe lasciato gran<strong>di</strong> ricchezze dopo la sua<br />
morte, eppure in tutta la casa non c'è traccia <strong>di</strong> testamento. Che devo fare? Non trovo aiuto<br />
neppure presso gli amici, come figlio <strong>di</strong> mago malfamato, mi evitano tutti, che ne sarà <strong>di</strong> me?<br />
Che situazione tremenda! Destino <strong>di</strong>sperato! Si getta su una se<strong>di</strong>a. Bussano da basso come<br />
a una porta. Chi bussa? Avanti!<br />
La Speranza appoggiata a un sostegno d'oro esce dalla botola.<br />
SPERANZA vestita in modo ideale, parla molto animatamente e con vivacità: Perdoni, mio<br />
signore, se ho mancato la porta giusta, ma una cameriera che ha tante faccende quante ne ho<br />
io, l'ha presa un po' sottogamba. Beh, mi dà il benvenuto in questo modo! E' proprio<br />
sbalor<strong>di</strong>to!.<br />
EDUARD Che piacevole apparizione! Mi sento così bene vicino a Lei!<br />
SPERANZA Come? Non mi conosce, giovanotto?<br />
EDUARD Veramente non ho l'onore -<br />
SPERANZA Oh, vergogna! Non lo <strong>di</strong>ca! Non conoscere una persona che è rappresentata su tutti i<br />
calendari e le agende fino alla noia. Veramente non mi conosce? Io l'ho portata in braccio da<br />
piccolo, ho addolcito i Suoi dolori quando era un ragazzo, allorché doveva prendere le<br />
bastonate, da giovanotto le ho tenuto la scala quando saliva sulla terrazza per andare dalla<br />
Sua amata -<br />
EDUARD Ah, Lei è -<br />
SPERANZA La Speranza, per servirLa umilmente e non sono solo Sua, bensì del mondo intero.<br />
EDUARD Oh, lasciami cadere ai tuoi pie<strong>di</strong>. Figlia del Cielo -<br />
SPERANZA Piano, mio signore, non così in fretta! Guarda, guarda, che esaltazione. Ha già<br />
abbandonato la mia nemica, la paura, visto che giura così velocemente <strong>di</strong> nuovo alla mia<br />
ban<strong>di</strong>era? Sa piuttosto che è molto scortese far stare in pie<strong>di</strong> una signora davanti a sé, senza<br />
farla accomodare a sedere? Oppure crede che, poiché così tante persone si appoggiano a me,<br />
io non abbia
64<br />
bisogno <strong>di</strong> un sostegno? No, signore mio, una se<strong>di</strong>a. Eduard le porge una poltrona. Bene! Ora si<br />
metta bene davanti a me e ascolti cosa devo <strong>di</strong>rLe.<br />
EDUARD Sono tutt'orecchi.<br />
SPERANZA tossisce: Monsieur! Devo portarLe un bellissimo complimento da parte <strong>di</strong> mia<br />
sorella. Chi crede che possa essere? Eduard alza le spalle. La Fortuna.<br />
EDUARD La Fortuna? Che bel nome fa risuonare al mio orecchio!<br />
SPERANZA Ciò potrebbe rendermi gelosa. Con un sospiro: Eppure sono abituata a essere<br />
scacciata da lei. Ella ha promesso <strong>di</strong> prenderLa a protezione, potrei certamente <strong>di</strong>rLe che è<br />
una sventata, che si imbelletta molto pesantemente ed è bella solo da lontano, ma Lei non<br />
pretenderà da me che io sia capace <strong>di</strong> denigrare mia sorella. Adesso al mio incarico. Mia<br />
sorella Le fa <strong>di</strong>re: Lei può aprire sans façon il pavimento della stanza in quell'angolo, tirare<br />
fuori una chiave d'oro e con essa aprire questa parete, il resto le volerà in bocca da sé come<br />
un pollo arrosto. Io comunque ho l'onore <strong>di</strong> offrirLe i miei servigi quale serva devota.<br />
EDUARD Come? Lei potrebbe lasciarmi -<br />
SPERANZA Inizia la Sua fortuna - la mia parte è terminata. Si guar<strong>di</strong> bene dal richiamarmi<br />
presto. O forse crede che io non abbia altro da fare, se non passare il tempo chiacchierando<br />
con Lei? In questo momento sono prenotata da milioni <strong>di</strong> persone che si struggono per me.<br />
Avvocati che vogliono vincere le loro cause, prigionieri che sperano nella liberazione,<br />
ambiziosi che ogni minuto desiderano parlarmi, per non rammentare l'esercito <strong>degli</strong><br />
innamorati che mi tortura quasi a morte con in<strong>di</strong>cibili esortazioni: perciò a<strong>di</strong>eu - adesso mi<br />
baci la mano, giovane pieno <strong>di</strong> speranza, a<strong>di</strong>eu! Birbante, non si <strong>di</strong>mentichi <strong>di</strong> una cameriera<br />
che porta su <strong>di</strong> sé la piaga <strong>di</strong> doverLa accompagnare per tutta la vita. Gli fa una riverenza<br />
ed esce dalla porta.<br />
SCENA DICIANNOVESIMA<br />
Eduard.<br />
EDUARD da solo: Che apparizione bizzarra! Devo prestarle fede? E' una donna - dunque, sarei<br />
l'unico uomo a questo mondo che deve la sua fortuna a una donna? Fammi vedere, bella<br />
Speranza! Ti metteremo alla prova, se le tue estrose promesse sono meno illusorie <strong>degli</strong><br />
eroici giuramenti d'amore delle ragazze d'oggi. Ecco là il punto. Apre una piccola porticina<br />
nel pavimento. E' vero! Per poco non avrei reso ingiustizia al mio angelo <strong>di</strong> smeraldo. Ecco<br />
la chiave. Evviva, Eduard! Presto, all'opera! Apre la parete che si libra in alto e lascia<br />
<strong>di</strong>etro <strong>di</strong> sé una cornice attraverso la quale ci si affaccia in una sala blu scura, rotonda,<br />
decorata in oro, nella quale lateralmente si ergono sei statue mitologiche <strong>di</strong> alabastro a<br />
grandezza umana, su pie<strong>di</strong>stalli dello stesso materiale, sui quali sono scritte le parole:<br />
Ducati, Luigi d'oro, Talleri, Sovrani d'oro, Perle, Granati. Nel mezzo invece c'è un<br />
pie<strong>di</strong>stallo rosa, vuoto, che chiude il semicerchio, su cui non c'è alcuna parola, bensì un<br />
rotolo <strong>di</strong> pergamena. L'intero gruppo deve essere ben illuminato. Sono in un palazzo delle<br />
fate? Sono miei questi tesori? E' un sogno? Apre una delle
65<br />
porticine dei pie<strong>di</strong>stalli, si vedono delle monete d'oro ammucchiate. No! O realtà dorata!<br />
Cosa significa questo rotolo <strong>di</strong> pergamena? Lo srotola e legge: "Caro figlio! I tesori che<br />
scoprirai in questa volta segreta, erano <strong>di</strong> mia proprietà, ora sono tuoi. Le sei statue hanno<br />
un grande valore. Le ho ricevute in regalo dalla grazia del re <strong>degli</strong> spiriti in un'ora benevola,<br />
fanne un uso saggio. Ma se nella felice abbondanza <strong>di</strong> desideri ai quali ti stimola la gioventù,<br />
dovesse sorgerti nel petto anche quello <strong>di</strong> possedere la settima statua <strong>di</strong> <strong>di</strong>amante rosa, che è<br />
il più grande tesoro che tu possa possedere sulla terra, rivolgiti allora, pregando, al re <strong>degli</strong><br />
spiriti. Nelle opere magiche che ti lascio, troverai più precise in<strong>di</strong>cazioni sulla strada, per<br />
mezzo della quale tu potrai giungere ai gra<strong>di</strong>ni del suo trono". Ripone lo scritto. Che fila <strong>di</strong><br />
meraviglie si affolla nei miei sensi stupiti. Esce, la parete si chiude. Sarà vero questo<br />
improvviso cambiamento della mia situazione nei confronti della fortuna? Ero un<br />
men<strong>di</strong>cante, ora sono un Creso! Ma cosa è questa settima statua <strong>di</strong> <strong>di</strong>amante rosa? Che<br />
oscuro desiderio mi prende <strong>di</strong> possedere anch'essa! Ah, perché non posso cadere ai pie<strong>di</strong> del<br />
re <strong>degli</strong> spiriti in questo minuto! Ci fosse almeno un genio benevolo che potesse portarmi<br />
all'istante nelle sue vicinanze!<br />
La statua del piccolo mago sul tavolo si trasforma nel piccolo genio Kolibri.<br />
KOLIBRI fa fatica a parlare a causa delle lacrime: Io!<br />
EDUARD Che grazioso fanciullo! Come ti chiami, caro fanciullo?<br />
KOLIBRI sempre piagnucolante e infasti<strong>di</strong>to: Sono il piccolo Kolibri.<br />
EDUARD E che cosa sei?<br />
KOLIBRI infasti<strong>di</strong>to: Un genio, non lo ve<strong>di</strong>?<br />
EDUARD Ma perché sei così arrabbiato?<br />
KOLIBRI Perché mia madre mi ha sgridato.<br />
EDUARD Perché?<br />
KOLIBRI Perché devo aiutarti.<br />
EDUARD E tu dunque non mi vuoi aiutare?<br />
KOLIBRI Oh, si - ma stavo giocando con gli altri geni con le mele d'oro, quando la mamma mi ha<br />
or<strong>di</strong>nato <strong>di</strong> lasciare tutto e venire da te, perché lo aveva comandato il principe <strong>degli</strong><br />
incantesimi e visto che io non sono andato subito, mi ha sistemato in malo modo.<br />
EDUARD Povero fanciullo! E chi è tua madre?<br />
KOLIBRI Una fata che vive dei suoi propri mezzi.<br />
EDUARD Ora stai pure tranquillo! Ve<strong>di</strong>, se mi aiuterai, ti prometto non solo una, bensì molte<br />
centinaia <strong>di</strong> mele d'oro.<br />
KOLIBRI improvvisamente gioioso: Ma è vero? Ah, che bello. Fa salti <strong>di</strong> gioia. Ora fai<br />
attenzione a cosa farò.<br />
EDUARD Dimmi, in che modo puoi aiutarmi?<br />
KOLIBRI Ti mostrerò i mezzi grazie ai quali potrai giungere dal re <strong>degli</strong> spiriti. Prima dovrai<br />
scalare un'alta montagna e il seguito te lo rivelerò segretamente. Dovrai superare molti<br />
pericoli, faremo un viaggio attraverso i cieli. Rimarrai imperturbabile?<br />
EDUARD I pericoli temprano il coraggio! Il mio desiderio del tesoro magico si fa sempre più<br />
incandescente. Vieni e accompagnami.
66<br />
KOLIBRI Oh, ma non così in fretta, è una strada assai lunga, prima devo vedere <strong>di</strong> trovare una<br />
carrozza. Non devi temere che io ti rovesci, sono un buon postiglione e suonerò in modo<br />
che ti salteranno via le orecchie.<br />
EDUARD Va bene, mi preparerò al viaggio.<br />
KOLIBRI Puoi portare con te anche un servitore, poiché mi sembra che tu sia un signore molto<br />
comodo. Allora siamo intesi. Ad<strong>di</strong>o! Tra un quarto d'ora ritornerò. E per le mele - un uomo,<br />
una parola!<br />
Eduard gli porge la mano aperta, Kolibri gliela stringe ed esce pieno <strong>di</strong> sussiego.<br />
EDUARD da solo, gioioso: Bravissimo! Così va splen<strong>di</strong>damente! Colpo su colpo! La mia fortuna<br />
comincia ad essere sfrenata e a quanto vedo, ho a che fare con spiriti veramente gioiosi e<br />
allora la mia gaiezza dovrà risvegliarsi.<br />
SCENA VENTESIMA<br />
Mariandel. Entra Florian con un gruppo <strong>di</strong> vicini. Detto.<br />
Coro<br />
Entrate! Entrate!<br />
Sarete i benvenuti.<br />
I nemici si insinuano furtivamente,<br />
gli amici entrano gagliar<strong>di</strong>.<br />
FLORIAN Signore! Eccoli, li ho liberati. Adesso parli con loro.<br />
EDUARD Che cosa combini, mi porti nella stanza questo gruppo <strong>di</strong> persone?<br />
MARIANDL Si, prego Vostra Grazia - sta <strong>di</strong>ventando bizzarro. Quanta gente! A Florian: Io ne<br />
avrei portati ancora <strong>di</strong> più, se fossi stata in te.<br />
FLORIAN Si, ma da dove prenderli senza rubarli? Li ho messi insieme cercando ovunque e li ho<br />
spinti qui.<br />
EDUARD arrabbiato: Ma che cosa vogliono qui? Babbeo!<br />
FLORIAN Così parla il signore!<br />
UN VICINO Benevolo Signore, Florian ci ha adunati e ci ha raccontato delle Sue <strong>di</strong>fficoltà<br />
finanziarie, con noi Lei è sempre stato un buon signore, qualche volta ci ha pagato un<br />
bicchierino <strong>di</strong> vino, anche se con il vecchio signore non è andata bene, non importa. Se<br />
possiamo aiutarLa e possiamo renderLe un servizio, si accor<strong>di</strong> con noi, del resto siamo i<br />
Suoi vicini, non si sa mai, anche Lei potrebbe fare qualcosa per i nostri figli.<br />
TUTTI Si, si! Si accor<strong>di</strong>, benevolo signore!<br />
EDUARD Brava gente, accettate il mio cor<strong>di</strong>ale ringraziamento! Comunque non posso fare alcun<br />
uso dei vostri sentimenti <strong>di</strong> amicizia, ma vi scriverò con riconoscenza nel mio cuore. E' stato<br />
ritrovato un testamento <strong>di</strong> mio padre, che mi induce a intraprendere un lungo viaggio oggi<br />
stesso e se ritornerò felicemente, trascorrerò la prima sera del mio arrivo nella vostra gioiosa<br />
compagnia.<br />
TUTTI I VICINI Viva! Evviva il nostro vicino!
67<br />
UN VICINO Quin<strong>di</strong> Vostra Grazia, amici come prima e poi io ho ancora una preghiera: non getti<br />
alcuna male<strong>di</strong>zione su Florian, non è cattivo, anzi è solo un buon sempliciotto.<br />
FLORIAN tra sé: O che meschino!<br />
UN VICINO E ora parta ben contento e ritorni sano.<br />
TUTTI Buon viaggio! Escono con <strong>degli</strong> inchini.<br />
SCENA VENTUNESIMA<br />
Eduard. Florian. Marianne.<br />
EDUARD Florian! Hai sentito la mia decisione. Preparati per il viaggio, mi accompagnerai. A te,<br />
Marianne, consegno la chiave della mia casa, posso fidarmi della tua fedeltà.<br />
FLORIAN Più <strong>di</strong> me!<br />
MARIANDL Dunque Vostra Grazia vuole proprio andare? E parte anche Florian?<br />
FLORIAN Si, parte anche Florian e la Florianina rimane qua.<br />
EDUARD Devo solo informarti che il nostro viaggio passa attraverso il cielo.<br />
FLORIAN Per me va bene, non sono forse un ragazzo con la testa fra le nuvole?<br />
EDUARD Allora congedatevi teneramente e poi coraggio, Florian! Fra un quarto d'ora ci<br />
<strong>di</strong>rigeremo verso le stelle. Esce.<br />
SCENA VENTIDUESIMA<br />
Mariandl. Florian.<br />
MARIANDL Ah, che spettacolo! Dunque il nostro giovane signore è alleato anche con gli spiriti?<br />
E tu vuoi veramente andare in giro per i cieli con lui? Per quanto tempo resteremo separati?<br />
FLORIAN Alcuni trimestri.<br />
MARIANDL Così tanto? Ma se cadete giù?<br />
FLORIAN Allora saremo qua prima.<br />
MARIANDL No, la paura non la sopporto, mi annegherò.<br />
FLORIAN Vuoi rendermi vedovo?<br />
MARIANDL Che uomo insensibile! Non provi affatto <strong>di</strong>spiacere per me?<br />
FLORIAN Ve<strong>di</strong> Mariandl, ti voglio bene, tu sei la mia terza vita, ma se si tratta del mio signore,<br />
vendo tutte quante le Mariandl per due centesimi.<br />
MARIANDL Vedo già che devo cedere. Intrapren<strong>di</strong> pure il tuo viaggio aereo, ma per lo meno<br />
bada a te stesso, cerca <strong>di</strong> non cadermi da qualche parte in un buco d'aria e <strong>di</strong> non romperti<br />
un braccio o i pie<strong>di</strong>.<br />
FLORIAN Non mi dai un ricor<strong>di</strong>no?<br />
MARIANDL Si, ma che cosa?<br />
FLORIAN Un biglietto da <strong>di</strong>eci fiorini.<br />
MARIANDL Hai già il mio cuore. Ad<strong>di</strong>o.<br />
FLORIAN Che Dio ti protegga e pensami quando ti avanzerà un po' <strong>di</strong> tempo.
68<br />
Duetto<br />
FLORIAN<br />
Mariandel, zucchero can<strong>di</strong>to<br />
del mio cuore, stammi bene.<br />
MARIANDEL<br />
Florian, per te piangerò<br />
ogni ora, quando sarai via.<br />
FLORIAN<br />
La mia vita stessa darò<br />
per te se morirò.<br />
Insieme<br />
MARIANDL<br />
La sua vita stessa darà<br />
per me se morirà.<br />
FLORIAN<br />
La mia vita stessa darò<br />
per te se morirò.<br />
MARIANDL<br />
Mi rimarrai fedele, mio Florel,<br />
visto che anche il mio cuore non ti <strong>di</strong>menticherà mai?<br />
FLORIAN<br />
Ti scriverò con il prossimo giro <strong>di</strong> posta,<br />
che sei il rifugio del mio cuore.<br />
MARIANDL<br />
Ti nomino mio unico erede,<br />
se i miei occhi non dovessero vederti più.<br />
FLORIAN<br />
Se nel frattempo tu dovessi morire,<br />
preferisco che tu mi <strong>di</strong>a tutto subito.<br />
MARIANDL<br />
Solo quando posso stringerti al cuore,<br />
i miei occhi brillano chiari e luminosi.<br />
FLORIAN<br />
Certo non scorgerai allora niente <strong>di</strong> nuovo,<br />
visto che rimango sempre il vecchio buffone.<br />
MARIANDL<br />
Oh, sarà davvero splen<strong>di</strong>do,<br />
salterò con tutte le forze<br />
in alto dalla gioia<br />
come un giovane cerbiatto!<br />
FLORIAN<br />
Poi andrai da Sperl<br />
con il tuo amato,<br />
oh, hurrà, evviva!<br />
Sarà uno spasso!
ENTRAMBI<br />
FLORIAN<br />
MARIANDL<br />
Insieme<br />
FLORIAN<br />
MARIANDL<br />
Escono entrambi.<br />
SCENA VENTITREESIMA<br />
69<br />
Là sbevazzeremo entrambi al gioioso banchetto.<br />
E se prenderò una sbornia, tu mi condurrai a casa!<br />
Vai pure, vai pure! Ti condurrò a casa.<br />
E se prenderò una sbornia, tu mi condurrai in casa.<br />
E se prenderai una sbornia, ti condurrò in casa.<br />
Piccolo paesaggio coperto <strong>di</strong> neve davanti alla casa <strong>di</strong> Eduard. Si sente una musica con<br />
accompagnamento <strong>di</strong> corno del postiglione, che esprime il giungere del carro postale.<br />
Kolibri, vestito da postiglione, giunge su un calesse postale attaccato a due volpi russe,<br />
suona il suo corno, scende, fa schioccare la frusta e batte i pie<strong>di</strong> davanti alla porta <strong>di</strong><br />
casa.<br />
KOLIBRI Per mille <strong>di</strong>avoli! Ecco il postale, aprite! Bussa alla porta <strong>di</strong> casa.<br />
EDUARD esce <strong>di</strong> casa con una sopravveste foderata <strong>di</strong> pelliccia: Ah, mio piccolo cocchiere, già<br />
qui? Bravo! Questo lo chiamo mantenere la parola!<br />
KOLIBRI Si, da noi va tutto per posta. E' già tar<strong>di</strong>, altrimenti viaggeremo <strong>di</strong> notte.<br />
EDUARD chiama: Florian, sbrigati!<br />
FLORIAN da <strong>di</strong>etro le quinte: Sto arrivando! Entra, pronto per partire, con una livrea e sopra<br />
un caldo spencer. Manopole, un berretto da viaggio. Porta <strong>di</strong>verse scatole, due ombrelli,<br />
un cavastivali, un guanciale e un macinino da caffè. Tutto a posto!<br />
EDUARD ride: Maledetto! Perché ti sei caricato tutta questa roba? La scaricherai subito? Sembri<br />
proprio un somaro!<br />
FLORIAN Devo pur prendere lo stretto necessario.<br />
KOLIBRI Scaricala subito! Non sei abbastanza pesante da solo con quel testone?<br />
FLORIAN Va bene! Butta la roba in casa. Sarà un bel viaggio, neppure una valigia, e che<br />
postiglione! Il corno è più grosso <strong>di</strong> lui, lo perderemo per strada.<br />
SCENA VENTIQUATTRESIMA<br />
Mariandl. Detti.<br />
MARIANDL esce <strong>di</strong> casa, ha una scatola rotonda, nella quale c'è una focaccia e una grossa<br />
cesta della biancheria: Per amor del cielo, Vostra Grazia non
70<br />
partirà in questo modo? Vostra Grazia, portate con Voi un po' <strong>di</strong> biancheria. E' tutto scritto qui:<br />
do<strong>di</strong>ci camicie, otto paia <strong>di</strong> calze, venti fazzoletti per il collo, due dozzine <strong>di</strong> colletti e -<br />
KOLIBRI Per tutti i <strong>di</strong>avoli! Non ne avremo bisogno! Dentro! I cavalli non attenderanno oltre.<br />
MARIANDL bacia la mano a Eduard: Auguro allora a Vostra Grazia un felice viaggio! Io<br />
baderò alla casa.<br />
EDUARD Sali, ragazzo!<br />
FLORIAN Mariandl, stammi bene!<br />
MARIANDL Florian, riguardati bene dal non prendere una brutta tosse. Eccoti una mia vecchia<br />
palatina. Gliela mette addosso. E nella scatola c'è una focaccia, ma non romperti un dente<br />
mordendola. Tiene la scatola davanti a sé. E ora ad<strong>di</strong>o, caro Florian. Forse non ti rivedrò<br />
mai più.<br />
FLORIAN O Mariandel, mi si spezza il cuore. Piange.<br />
MARIANDL Non mi <strong>di</strong>menticherai, non è vero?<br />
FLORIAN piangendo: No! Ma dove è la focaccia?<br />
MARIANDL Florian!<br />
FLORIAN piange più forte: La focaccia!<br />
MARIANDL Se tu potessi guardare nel mio cuore!<br />
FLORIAN C'è l'uvetta dentro?<br />
MARIANDL Bene, eccola, ghiottone. Gli dà la scatola.<br />
KOLIBRI scalpita: Ora avanti, in nome del <strong>di</strong>avolo! Con la frusta colpisce Florian sotto i pie<strong>di</strong> e<br />
lo spinge in questo modo sul cocchio.<br />
Sono tutti seduti e tra le esclamazioni:<br />
Florian, ad<strong>di</strong>o! Mariandl, pensami! partono al suono del corno del postiglione.<br />
SCENA VENTICINQUESIMA<br />
Mariandel da sola.<br />
MARIANDL Ora se ne sono andati e, povera cuoca, mi lasciano da sola nei guai! Se almeno il<br />
mio Florian non si ammalasse, è tanto magro, per questo gli ho sistemato ben bene il petto,<br />
visto che è così debole. In primavera ha avuto bisogno <strong>di</strong> una cura, ha bevuto il siero del<br />
latte e inoltre ha mangiato delle pere dolcissime, per alleviare un po' il suo male. Ma se<br />
ritorneranno felicemente, cucinerò un pasto eccezionale.<br />
Aria<br />
Non è affatto poca cosa avere l'onore<br />
<strong>di</strong> essere proprio una buona cuoca,<br />
eppure quando le frulla l'amore in testa,<br />
succede che ella sali troppo la minestra.<br />
Quando dei bei signori pranzano da noi,<br />
il nostro padrone deve mostrar le stanze,
Esce.<br />
71<br />
eppure spesso, con tutti i sensi completamente stor<strong>di</strong>ti,<br />
essi rimangono nel bel mezzo della cucina.<br />
E poi <strong>di</strong>cono: "Bella Mariandel,<br />
oh, dammi dunque la tua cara manina!"<br />
Eppure io, io non mi volto,<br />
e continuo a girare il contorno.<br />
Se qualcuno vuol <strong>di</strong>mostrarmi amore<br />
e vuol nutrirsi <strong>di</strong> baci dalle labbra,<br />
a costui <strong>di</strong>verrà nota la mia fedeltà,<br />
non otterrà, cortesemente, un bel niente.<br />
SCENA VENTISEIESIMA<br />
Paesaggio cupo con un alto monte, sul quale si snoda un'ampia strada in modo da<br />
costituire tre piani. In alto, alla fine della terza strada, un portale con l'iscrizione<br />
trasparente: giar<strong>di</strong>no incantato. Ancora più lontano, in prospettiva, si vede fumare il<br />
Vesuvio del re <strong>degli</strong> incantesimi. Alle quinte sono collocate tante colline sporgenti su cui<br />
crescono, così come ai pie<strong>di</strong> del monte, molti fiori colorati a forma <strong>di</strong> girasole, ma al posto<br />
del capolino centrale sono <strong>di</strong>pinti piccoli volti umani. Al cambiamento <strong>di</strong> scena il fondo<br />
del palco è occupato da <strong>di</strong>versi animali, un tacchino, alcune scimmie, un orso, un cane<br />
mastino ecc., che ascoltano tutti il canto dell'albero. L'albero canta una polonaise<br />
qualsiasi proprio al cambiamento <strong>di</strong> scena. Koliphonius entra con un annaffiatoio e un<br />
cesto con dei frutti. Appena entra, l'albero tace. Egli indossa un ampio vestito guarnito <strong>di</strong><br />
fiamme rosse e una corona <strong>di</strong> serpenti sulla testa.<br />
KOLIPHONIUS Bene, canaglie quadrupe<strong>di</strong>, come va? Gli animali si riuniscono intorno a<br />
lui. Ora devo dare da mangiare ai miei dannati! Che bella impresa! Pazzi, perché avete teste<br />
così mobili fatte per girarsi in<strong>di</strong>etro? Koliphonius è proprio un bel tipo. Li ho condotti tutti<br />
nella mia rete. Nessuno è giunto al re <strong>degli</strong> incantesimi. Ecco! E adesso andatevene. Lascia<br />
loro i frutti ed escono lentamente mangiandoseli. Quelle bestie erano uomini, adesso<br />
annaffieremo i fiori incantati. Queste erano tutte donne vanitose che volevano chiedere al re<br />
<strong>degli</strong> spiriti l'eterna bellezza. Li annaffia. Cosa vedo? Per lo Stige dalle nove braccia, stanno<br />
arrivando <strong>degli</strong> uomini laggiù! Allegria, Koliphonius concentrati! Non mi sfuggirete.<br />
All'opera <strong>di</strong> buona lena! Fate il vostro dovere, rami canterini, attirateli quassù. Cantate,<br />
cantate melo<strong>di</strong>e ammaliatrici, cantate qualcosa <strong>di</strong> Rossini. A teatro sono davvero seducenti,<br />
non perderanno certo qui il loro effetto. Esce.
SCENA VENTISETTESIMA<br />
Kolibri. Eduard. Florian.<br />
72<br />
EDUARD Dunque questa è la tua famigerata montagna incantata?<br />
FLORIAN Che profondo precipizio si apre laggiù.<br />
EDUARD E quel monte in eruzione, hai detto che è l'appartamento del re <strong>degli</strong> spiriti?<br />
FLORIAN Alloggia in una cappa <strong>di</strong> camino?<br />
KOLIBRI Ecco là il suo appartamento.<br />
EDUARD E dovrei scalare questo monte senza girarmi in<strong>di</strong>etro? E dovrei spezzare un ramo<br />
dall'albero più alto <strong>di</strong> quel giar<strong>di</strong>no?<br />
KOLIBRI Si! Dunque adesso devo lasciarti e potrò rivederti solo se sarai arrivato al termine<br />
felicemente.<br />
L'albero canta alcune battute <strong>di</strong> una famosa opera <strong>di</strong> Rossini.<br />
EDUARD Che melo<strong>di</strong>e piacevoli odo! Vi conosco, mi avete spesso <strong>di</strong>lettato. L'albero canta<br />
alcune battute <strong>di</strong> Mozart. Alt! Questo è Mozart! O tonalità patrie, non solo sapete <strong>di</strong>lettare,<br />
sapete anche entusiasmare. Ad<strong>di</strong>o! Scalerò la montagna.<br />
KOLIBRI Fai attenzione! Non guardare in<strong>di</strong>etro, io non potrò proteggerti. A Florian: Vieni,<br />
ragazzo!<br />
FLORIAN Avanti, ragazzo! Io rimango presso il mio signore.<br />
Kolibri esce.<br />
Melodramma<br />
Eduard intraprende il cammino. Entra nella prima strada. <strong>Quattro</strong> ninfe seducenti<br />
danzano <strong>di</strong>etro <strong>di</strong> lui e cercano con cenni e danze <strong>di</strong> farlo girare, infine a una battuta<br />
d'arresto della musica, esse formano un gruppo che gli si stringe intorno con <strong>di</strong>screzione.<br />
EDUARD se ne libera senza girarsi in<strong>di</strong>etro e grida: Lasciatemi, baiadere! Le ninfe spariscono<br />
rapidamente. Eduard entra nella seconda strada, improvvisamente si fa buio. Rimbomba<br />
un tuono e si abbatte su un albero davanti a lui che brucia in un attimo. Pausa della<br />
musica. Non mi spaventi! Avanti!<br />
L'albero si spegne, il palco si illumina <strong>di</strong> nuovo. Eduard entra nella terza strada, un greco<br />
con un pugnale sguainato insegue una<br />
RAGAZZA che da <strong>di</strong>etro si aggrappa a Eduard e grida: Aiuto! Aiuto!<br />
EDUARD se ne libera e grida: In<strong>di</strong>etro! Entrambi sprofondano. Vittoria, ce l'ho fatta! Si affretta<br />
verso il portale.<br />
Attraverso un megafono si ode<br />
LA VOCE DI KOLIPHONIUS Maledetto!<br />
La musica esprime il trionfo.<br />
FLORIAN durante tutta la scena ha espresso mimicamente le sue sensazioni, fa un salto <strong>di</strong><br />
gioia. Evviva! E' un mandorlo con il rafano, signore mio! E io
73<br />
dovrei rimanere qui fermo come uno spaventapasseri? No! Avanti, sul Leopoldsberg! Forse riesco<br />
anche ad afferrare una ra<strong>di</strong>ce d'unghia incantata o qualcosa <strong>di</strong> simile. Corre verso la<br />
montagna. Musica. Motivo ballabile. <strong>Quattro</strong> cameriere con cuffie <strong>di</strong> Linz e grembiuli neri<br />
ripetono la danza precedente.<br />
Pausa della musica. In<strong>di</strong>etro! Sguattere!<br />
Le quattro ragazze spariscono. Inizia a percorrere la seconda strada, verso <strong>di</strong> lui avanzano<br />
due soldati con fucili puntati.<br />
IL CAPORALE lì vicino, or<strong>di</strong>na: Puntate! Attenzione! Fuoco!<br />
Alla parola "fuoco", Florian cade in avanti sul viso. I soldati sparano alto sopra <strong>di</strong> lui e<br />
spariscono.<br />
FLORIAN si tira su e grida: E' bene essere lontani dal colpo!<br />
Entra nella terza strada.<br />
UN CAMERIERE lo tira in<strong>di</strong>etro e grida: I miei <strong>di</strong>eci fiorini!<br />
FLORIAN si sposta in<strong>di</strong>etro: In<strong>di</strong>etro, mostro! E lo getta a terra. Il cameriere fugge. Trionfo! Ce<br />
l'ho fatta! Fa per entrare nel portone.<br />
In quell'attimo appare<br />
LA FIGURA DI MARIANDEL rappresentata da lei stessa, <strong>di</strong>etro <strong>di</strong> lui che grida: Florian!<br />
Florian!<br />
FLORIAN si gira in<strong>di</strong>etro <strong>di</strong> scatto e grida: Mariandel!<br />
Fa per andare da lei, ella sparisce, una furia lo sbatte in<strong>di</strong>etro.<br />
KOLIPHONIUS compare ai pie<strong>di</strong> del monte: E' mio! Trasformati in un cane barbone!<br />
Una cuccia da cani si erge sopra Florian, che scende giù dal monte trasformato in cane<br />
barbone e cerca impaurito il suo padrone. In quell'attimo arriva dal giar<strong>di</strong>no del monte<br />
EDUARD esultante, con il ramo in mano, e grida: Florian! Florian! Il cane barbone gli salta<br />
addosso e gli fa festa. Pausa. Che cosa è, cosa vuole questo barboncino?<br />
KOLIBRI esce fuori: E' il tuo servitore!<br />
EDUARD Sventurato, cosa hai fatto? Pausa. Anche così non ti abbandonerò. Vieni, simbolo <strong>di</strong><br />
fedeltà! Via da questo luogo. Prende il barboncino per il collare e fa per tirarlo via.<br />
KOLIPHONIUS grida: Alt! Questo rimane qui! E' il mio cane! Qui il padrone sono io.<br />
EDUARD Lo <strong>di</strong>fenderò con la mia vita - non rimarrà qui.<br />
KOLIPHONIUS No? Si trasforma in un cacciatore. Allora gli sparo.<br />
Si piega per prendere la sua arma e alza il cane del fucile. Kolibri fa un cenno.<br />
Improvvisamente saltano sul palco almeno otto barboncini vivaci, rappresentati allo stesso<br />
modo <strong>di</strong> Florian, e formano con lui un tableau, tutto il resto del palco invece è riempito, su<br />
tutte le montagne e tutte le colline laterali, <strong>di</strong> tanti barboncini <strong>di</strong>pinti, che in prospettiva, a<br />
seconda del rapporto <strong>di</strong> profon<strong>di</strong>tà, appaiono più piccoli, in gruppi bizzarri che<br />
completano il tableau. Koliphonius fa per prendere la mira, fa un balzo in<strong>di</strong>etro.<br />
EDUARD Bravo, Kolibri! Adesso spara a quello giusto se lo riconosci, ma veloce, perché li porto<br />
tutti con me!<br />
KOLIPHONIUS Allora li rovinerò tutti.
74<br />
Fa un cenno. Il palco si oscura. Sfolgorano lampi, pioggia impetuosa. L'acqua sale sempre<br />
più alta, Kolibri ed Eduard si trovano nel mezzo <strong>di</strong> una rupe che emerge dall'acqua e si<br />
erge imponente. I barboncini nuotano intorno a essa. Pausa della musica.<br />
EDUARD E' perduto!<br />
KOLIBRI Gettagli il ramo.<br />
EDUARD getta il ramo nell'acqua e grida: Florian, riportalo! Il barboncino cerca <strong>di</strong><br />
acchiapparlo, con il ramo in bocca sale a fatica sulla rupe, dove si trova Eduard. Appena<br />
è in cima, al suono della musica Eduard grida: E' salvo!<br />
La rupe si trasforma in una nave a vela che parte con i tre.<br />
KOLIPHONIUS grida: Male<strong>di</strong>zione e rovina su <strong>di</strong> voi!<br />
Il barboncino, allontanandosi, abbaia con rabbia verso <strong>di</strong> lui.<br />
Cala il sipario.<br />
FINE DEL PRIMO ATTO
ATTO SECONDO<br />
SCENA PRIMA<br />
75<br />
Palazzo <strong>di</strong> Longimanus con un trono posto lateralmente. Longimanus è seduto sul trono.<br />
Intorno a lui numerosi spiriti domestici. Gran ballo <strong>di</strong> spiriti, alla fine un gruppo.<br />
TUTTI Viva Longimanus!<br />
LONGIMANUS Va bene, va bene. Ringrazio nel migliore dei mo<strong>di</strong>. Tra sé: Mi fa proprio<br />
piacere che oggi mi abbiano fatto una piccola danza, visto che domani è il mio onomastico.<br />
Gli spiriti escono.<br />
SCENA SECONDA<br />
Pamphilius. Detto.<br />
PAMPHILIUS consegna a Longimanus alcuni biglietti da visita: Mago Vanill, Fata<br />
Maraschino!<br />
LONGIMANUS Aha! I biglietti arrivano già ubriachi. Legge: La Fée Marasquin et sa famille.<br />
Monsieur Vanille, Professeur de la Magie. Li ringrazio, i miei ossequi. Nel giorno del mio<br />
onomastico mi rallegro sempre come un bambino anche solo per un biglietto del treno.<br />
Prende un biglietto del treno. Guarda un po', come è attraente quel tizio, allunga il piede in<br />
alto. Ride. Non è gran<strong>di</strong>oso?<br />
PAMPHILIUS anch'egli ride: Oh, affascinante! E' un pensiero stupendo.<br />
LONGIMANUS Come il primo giorno dell'anno, mi piace tanto, quando la gente viene a<br />
fare gli auguri. Perché? Perché si è convinti che vengano dal cuore. Da fuori si sente<br />
abbaiare il cane barbone. Chi sta abbaiando là fuori?<br />
PAMPHILIUS guarda fuori: Un enorme cane barbone!<br />
LONGIMANUS Anch'esso forse vuole farmi gli auguri per l'onomastico? Guarda un po'<br />
fuori. Pamphilius esce. Sarebbe veramente troppo se volesse farmi una visita <strong>di</strong> cortesia,<br />
dovrei protestare.<br />
SCENA TERZA<br />
Pamphilius. Detti.<br />
PAMPHILIUS ritorna: Signore! Il figlio <strong>di</strong> Zephises ha concluso felicemente il viaggio verso<br />
il giar<strong>di</strong>no incantato e osa gettarsi ai tuoi pie<strong>di</strong>.
76<br />
LONGIMANUS Basta! E' un uomo in gamba! Non si è voltato in<strong>di</strong>etro! Alla fine magari gli è<br />
venuto il torcicollo, visto che non ha potuto girare la testa. Entri pure, ma <strong>di</strong>' a suo padre <strong>di</strong><br />
non venire <strong>di</strong> qua, egli non può parlargli. Ma come mai ha un barboncino?<br />
PAMPHILIUS Forse è un ven<strong>di</strong>tore <strong>di</strong> barboncini. Lo farò entrare subito. Va verso le quinte e fa<br />
entrare Eduard.<br />
SCENA QUARTA<br />
Eduard. Detti.<br />
EDUARD Tiene in mano il ramo e si getta ai pie<strong>di</strong> <strong>di</strong> Longimanus: Potente principe <strong>degli</strong><br />
incantesimi.<br />
LONGIMANUS La prego vivamente, si alzi, questo è troppo. Lo solleva. A Pamphilius: Porti<br />
delle poltrone! Adesso vai pure! Pamphilius esce. E ora si accomo<strong>di</strong>!<br />
EDUARD Sole del mondo! Mi imbarazzi e mi schiacci con la tua bontà.<br />
LONGIMANUS Ad<strong>di</strong>rittura! Parli pure liberamente a cuore aperto. In che cosa posso servirLa?<br />
Lei è dunque il piccolo Eduard?<br />
EDUARD Si, sono il povero orfano -<br />
LONGIMANUS Beh, per lo meno nel Suo orfanotrofio deve aver avuto un buon vitto. E' davvero<br />
ingrassato.<br />
EDUARD Solo grazie al testamento <strong>di</strong> mio padre sventurato sono venuto da poco tempo in<br />
possesso <strong>di</strong> quella grande ricchezza che egli ha ottenuto per mezzo del tuo favore. Io sono<br />
qui a chiederti una grande grazia, ma prima <strong>di</strong> osare questa preghiera, ne ho un'altra -<br />
Il barboncino abbaia.<br />
LONGIMANUS Si a proposito! Hai un compagno con te. Fallo pure entrare. Ehi, fate entrare il<br />
barboncino. Il barboncino salta dentro, prima va da Eduard e gli fa le feste, poi dal re<br />
<strong>degli</strong> incantesimi. Beh, mi fa piacere fare la Sua conoscenza. E' un tipo spassoso. Che lingua<br />
parla il cane? Guarda! Non dà alcuna risposta. Ah, deve regalarmelo, gli farò subito tagliare<br />
le orecchie. Ehi -<br />
Il barboncino inizia a lamentarsi e si rintana <strong>di</strong>etro a Eduard.<br />
EDUARD Per niente al mondo! Era proprio il destino <strong>di</strong> questo povero barboncino il motivo per<br />
cui volevo chiederti la grazia.<br />
LONGIMANUS E' davvero terribile, ciò che fa il destino, adesso colpisce perfino i cani barboni.<br />
EDUARD Questo poveretto è il mio servitore, il suo attaccamento a me lo ha spinto a scalare la<br />
montagna incantata al mio seguito e un unico sguardo in<strong>di</strong>etro lo ha gettato in questa<br />
tremenda situazione.<br />
LONGIMANUS Ma come se l'è cavata con Koliphonius? Il piccolo birbantello, Kolibri, ha<br />
certamente <strong>di</strong> nuovo ripetuto la sua magia. A quel ragazzo, una buona volta, farò dare una<br />
bella lezione.<br />
EDUARD Abbi pietà, restituiscigli il suo aspetto precedente.<br />
LONGIMANUS Beh, per me - fallo entrare in quella cassa magica. Prego da questa parte. Apre<br />
la cassa, fa entrare il barboncino e la chiude. A Eduard: E adesso chiamalo tre volte per<br />
nome.
77<br />
EDUARD Florian! Florian! Florian!<br />
FLORIAN nella cassa: Bene, aprite, accidenti! Eduard apre la cassa. Florian ne esce in preda<br />
all'ira. Ah, è proprio impertinente, come si può trattare un uomo in questo modo! Per tutti i<br />
<strong>di</strong>avoli! Urta improvvisamente contro il re <strong>degli</strong> incantesimi e cade intimorito sulle<br />
ginocchia. Od<strong>di</strong>o! Vi prego mille volte <strong>di</strong> perdonarmi, Vostra magnanimità.<br />
LONGIMANUS Che <strong>di</strong>avoletto a<strong>di</strong>rato - quando si fa una gentilezza a certe persone, si<br />
<strong>di</strong>mostrano veramente molto sgarbate.<br />
EDUARD E ringrazia, giovanotto screanzato! E' al re <strong>degli</strong> spiriti che devi il tuo attuale aspetto.<br />
FLORIAN Bacio la mano, Vostra Altezza potentissima!<br />
LONGIMANUS Non so se ne ha tratto molto vantaggio da questa trasformazione, come cane<br />
barbone mi è sembrato molto più assennato <strong>di</strong> ora. Dunque ora sa come si sente un<br />
barboncino?<br />
FLORIAN Ah! Era proprio una vita da cani, non la augurerei al mio peggior nemico. Ma come è<br />
sopraggiunta la mia Mariandel?<br />
LONGIMANUS Non era la Sua Mariandel, ho una buona scorta <strong>di</strong> Mariandel, qualora ne<br />
desiderassimo una. Basta! In avvenire sia più giu<strong>di</strong>zioso. A Eduard: Dunque mio caro<br />
Eduard, ce l'abbiamo fatta. Cosa vuoi ancora, ragazzo mio?<br />
EDUARD Fammi prostrare e -<br />
LONGIMANUS L'uomo ha dei nervi talmente deboli che in ogni momento si lascia cadere.<br />
EDUARD Tu hai fatto dono a mio padre <strong>di</strong> sei statue, eppure la settima, la più preziosa - potente<br />
re <strong>degli</strong> spiriti, non a<strong>di</strong>rarti, se oso rivolgermi alla tua inesauribile generosità per ottenere il<br />
suo possesso, quale bene sommo <strong>di</strong> questa terra.<br />
LONGIMANUS sgrana gli occhi e <strong>di</strong>ce con tono solenne: Vuoi la settima statua? Si, ha un certo<br />
valore, se potrebbe ricavare un bel po' <strong>di</strong> sol<strong>di</strong> presso qualsiasi monte <strong>di</strong> pietà.<br />
EDUARD Oh, regalamela.<br />
FLORIAN La tiri fuori!<br />
LONGIMANUS Un po' <strong>di</strong> pazienza! Sai una cosa? Gratuita è solo la morte! Se si vuole avere<br />
qualcosa bisogna anche fare qualcosa per ottenerlo. Non è vero?<br />
FLORIAN Si, si deve sempre offrire qualcosa.<br />
LONGIMANUS Dunque <strong>di</strong>fficoltà contro <strong>di</strong>fficoltà. Potrai avere la statua <strong>di</strong> <strong>di</strong>amanti, ma - in<br />
cambio dovrai cercarmi una ragazza <strong>di</strong> <strong>di</strong>ciotto anni, dalle cui labbra, durante la sua vita, non<br />
siano ancora uscite bugie.<br />
FLORIAN Allora non l'avremo, la statua!<br />
EDUARD Signore illustre, tu preten<strong>di</strong> troppo da me, debole mortale, eppure oserò anche<br />
l'improbabile per il possesso <strong>di</strong> questo tesoro magico.<br />
LONGIMANUS Lo farai dunque? Eh bien! Ma quando l'avrai trovata, portala imme<strong>di</strong>atamente<br />
qui e aspettami ai pie<strong>di</strong> del mio palazzo fumante. Ma se ti azzarderai a indugiare un attimo a<br />
consegnarla, la tua vita sarà perduta. Si, guardami pure! Non scherzo! Imme<strong>di</strong>atamente, non<br />
ci sarà perdono.<br />
EDUARD Mi sottometto alla tua parola. Ma come mi sarà possibile riconoscere questa<br />
sacerdotessa della verità? Come posso sapere se una ragazza, magari anche solo per<br />
scherzo, ha mentito? Chi potrà <strong>di</strong>rmelo in tutto l'e<strong>di</strong>ficio?
78<br />
FLORIAN Basta informarsi dal portiere.<br />
LONGIMANUS Questa volta hai ragione. Devo darti un segno <strong>di</strong> riconoscimento.<br />
FLORIAN Mi interroghi pure ogni volta, Le risponderò sempre.<br />
LONGIMANUS Giusto, lo saprai da lui, poiché ne prova perfino gioia, il nostro amico.<br />
FLORIAN Si, prego Vostra Altezza - già me ne rallegro.<br />
LONGIMANUS Se vuoi esaminare una donna, pren<strong>di</strong>le la mano, se ha già mentito una volta,<br />
questo giovanotto sentirà dei dolori tremen<strong>di</strong> in tutto il corpo.<br />
FLORIAN irrigidendosi tutto: Che mi prenda un colpo!<br />
LONGIMANUS Lo sbranerà, lo scannerà, per farla breve, gli farà tutto quello che è possibile<br />
immaginarsi.<br />
FLORIAN Vi prego, questo è veramente troppo.<br />
LONGIMANUS E quante più bugie ella ha detto in vita sua, tanti più dolori egli sentirà.<br />
FLORIAN Scusino, ma devo uscire. Fa per uscire.<br />
EDUARD Alt! E perché mai?<br />
FLORIAN Non mi sento bene.<br />
LONGIMANUS Tu rimani qui.<br />
FLORIAN Vostra Altezza, non va - ciò mi porterà <strong>di</strong>retto all'ospedale.<br />
LONGIMANUS Taci! Dunque - dove eravamo rimasti? Giusto - tanti più dolori reumatici egli -<br />
FLORIAN Non lo sopporto. Fa per uscire. Vostra Altezza, smettetela con i dolori reumatici o<br />
verranno tutti a me. E chi mai potrebbe resistere a un servizio tanto reumatizzante?<br />
LONGIMANUS Piano! Alla pioggia segue il sole. Ma qualora tu ne trovassi una che non ha<br />
ancora mai mentito, egli avvertirà uno straor<strong>di</strong>nario senso <strong>di</strong> benessere. Si sentirà così bene e<br />
così felice come una persona che balla un Langaus per la prima volta.<br />
FLORIAN Si, quando ha avuto la gotta per sette anni. Bene, in nome del cielo, lasciamoci<br />
scuotere un po'.<br />
EDUARD Stai calmo, Florian! Se troverò il mio ideale, ti ricompenserò riccamente.<br />
FLORIAN Me? O beh, ma chissà dove sarò allora! Per arrivare fino a quel momento non le<br />
basteranno trecento domestici.<br />
LONGIMANUS E ora fate in modo <strong>di</strong> andare avanti. Come vuoi viaggiare dunque? Aspettate.<br />
Grida: Ehi!<br />
Arriva Pamphilius.<br />
SCENA QUINTA<br />
Pamphilius. Detti.<br />
LONGIMANUS a Pamphilius: Fai attaccare loro i miei due vecchi draghi che sono davanti alla<br />
mia carrozza <strong>di</strong> gala, sono veramente un paio <strong>di</strong> bestie sicure.<br />
PAMPHILIUS Potente signore, è impossibile! Il cavallo <strong>di</strong> destra si è rotto un'ala.<br />
LONGIMANUS Eccoci. E' dovuto al viaggiare veloce. Ora dovrò cercare pazientemente fino a<br />
che non ne troverò uno uguale. Sai una cosa? Viaggia in
79<br />
pallone aerostatico e nel punto in cui scenderete, là tenta la sorte. Vai lassù nel capannone a<br />
cercare un pallone aerostatico. Kolibri guiderà la carrozza. Pamphilius esce. Allora buona<br />
fortuna - farò in modo che sia tempo buono. E qualora voleste altri abiti, basta <strong>di</strong>rlo al mio<br />
sarto <strong>di</strong> là, e in cinque minuti saranno pronti.<br />
EDUARD Illustre principe <strong>degli</strong> spiriti! Con coraggiosa fiducia intraprendo il mio viaggio, la mia<br />
massima fortuna è riposta nelle tue mani. Si inchina ed esce.<br />
FLORIAN Potente principe <strong>degli</strong> incantesimi e illustrissimo capo dell'encomiabile corporazione <strong>di</strong><br />
spiriti. Con la tremarella più miserevole intraprendo il mio viaggio, abbia pietà della mia<br />
debole costituzione e pensi che una persona che solo fino a poco fa è stata trattata come un<br />
cane, non è più in grado <strong>di</strong> sopportare tali dolori. Fa per uscire.<br />
LONGIMANUS Allora aspetti ancora un po'! Che pazzo! Non succederà proprio niente, perché si<br />
lamenta in questo modo?<br />
FLORIAN Vedete Vostra Altezza, è solo che se mi si sciupasse la fisionomia, la mia Mariandl non<br />
mi guarderebbe più in vita sua.<br />
LONGIMANUS E che persona è mai questa Mariandl? E' davvero così graziosa?<br />
FLORIAN No, se osserva bene è una bellezza barbara. Anche percorrendo il mondo intero non se<br />
ne trovano - Ah, non credo che se ne trovi una neppure in Valacchia.<br />
LONGIMANUS Beh, bravo! Me la presenterà un giorno.<br />
FLORIAN Ah, no! Vostra Altezza è proprio un buontempone! Me la potrebbe sviare.<br />
LONGIMANUS Ma non sia così infantile, che mai Le salta in mente?<br />
FLORIAN No, no! A cosa gioverebbe? Io non la darò via. Colui che mi ruberà la mia Mariandel,<br />
sarà figlio della pallida morte! Ah! Ci sarebbe una vera baruffa! Vostra Altezza è un uomo<br />
imponente, ma non vorrei augurarVi le botte, poiché la mia Mariandel è la mia unica<br />
passione!<br />
Aria<br />
Mariandel è tanto bella,<br />
Mariandel è tutto per me,<br />
e se solo potessi prenderla,<br />
le cadrei al collo.<br />
Ce ne sono certamente tante <strong>di</strong> Mariandel<br />
in questo grande mondo,<br />
eppure nessuna che sia tanto graziosa<br />
e che mi piaccia così tanto.<br />
Mariandel è tanto delicata,<br />
si, lo ammetto francamente,<br />
tranne quando mangia mezza polpetta,<br />
mentre io ne ho già mangiate tre.<br />
E quando, spesso, ho proprio tanta fame,<br />
quasi le si spezza il cuore,<br />
allora corre veloce nella cucina<br />
e mi cuoce un tritello.
Esce.<br />
Ripetizione<br />
Esce.<br />
80<br />
Mariandel è tanto fedele,<br />
Mariandel è tanto devota<br />
e se non riesco a vederla presto,<br />
va a finire che mi ammazzo.<br />
Poiché solo chi ha una Mariandel<br />
lo sa come lo so io,<br />
non è vero? Tutte le volte che si pensa a lei<br />
dà volta il cervello!<br />
Mariandel è giu<strong>di</strong>ziosa,<br />
Mariandel non è sciocca,<br />
Mariandel pensa che qui a Vienna<br />
ci sia il pubblico migliore!<br />
Perciò credo anch'io a Mariandel,<br />
non mi ha preso in giro,<br />
ho avuto fiducia nelle sue parole<br />
e non mi son sbagliato!<br />
LONGIMANUS da solo: Ora hanno già avuto il tempo per andarsene. Non si può neppure bere in<br />
pace una tazza <strong>di</strong> caffè. Grida: Pamphilius!<br />
SCENA SESTA<br />
Pamphilius. Detto.<br />
LONGIMANUS Porta i libri nuovi, che ho preso in prestito dalla biblioteca, su nella stanza <strong>di</strong><br />
lettura e metti tutto in or<strong>di</strong>ne, voglio leggere.<br />
PAMPHILIUS Desideri anche del vapore aromatico nella stanza?<br />
LONGIMANUS Più tar<strong>di</strong> con il vapore potrai anche farmi vedere lucciole per lanterne. E ora <strong>di</strong><br />
sopra, sistema tutto. Il mio tavolino, quattro candele <strong>di</strong> cera e poi l'opera Agnes Bernauerin.<br />
Sto leggendo questo libro già per la quattor<strong>di</strong>cesima volta e ancora non so perché l'abbiano<br />
effettivamente gettata nell'acqua. Ora vieni, Pamphilius.<br />
Escono entrambi.<br />
SCENA SETTIMA<br />
Piazza, circondata da e<strong>di</strong>fici alti e belli, ma tutti senza finestre, costruiti con gusto greco,<br />
girata <strong>di</strong> spalle la statua della virtù con la testa coperta e con uno stelo <strong>di</strong> giglio in mano.
81<br />
A destra l'ingresso del palazzo <strong>di</strong> Veritatius. A sinistra, in primo piano, un rialzo <strong>di</strong> gra<strong>di</strong>ni<br />
in pietra, su cui si trova una poltrona <strong>di</strong>etro alla quale si erge la statua della verità. Una<br />
figura nera con il sole sul petto.<br />
Coro <strong>degli</strong> abitanti<br />
SCENA OTTAVA<br />
Silenzio, silenzio! Attendete con <strong>di</strong>screzione,<br />
finché non risuonerà il richiamo del corno.<br />
L'insolente che schernisce la parola dell'araldo,<br />
dovrà soffrire tremendamente.<br />
Cosa mai ci annuncerà,<br />
cosa sarà accaduto?<br />
Presto pur lo scopriremo,<br />
vedete, eccolo, sta già arrivando.<br />
Detti. Due servitori dell'araldo entrano per primi e suonano tre volte il loro corno d'oro<br />
che assomiglia alla tuba romana. Poi al centro entra l'araldo.<br />
ARALDO<br />
Recitativo<br />
ARALDO<br />
CORO<br />
ARALDO<br />
Abitanti <strong>di</strong> questa terra onesta!<br />
Sono comparso per annunciarvi<br />
gli or<strong>di</strong>ni del nostro signore.<br />
Al suonare della prossima ora<br />
dovrete radunarvi qui per or<strong>di</strong>ne suo.<br />
Oggi punirà una ragazza<br />
e la allontanerà dai confini del paese,<br />
poiché ella si beffa impudentemente dei buoni costumi,<br />
che pur con benevolenza ci colmano <strong>di</strong> gioia<br />
e che soli sono l'orgoglio della nostra terra.<br />
Aria con coro.<br />
Qui nella silenziosa terra solitaria,<br />
dove troneggia la pace dorata,<br />
l'amicizia tesse sal<strong>di</strong> vincoli,<br />
e l'amore viene ricompensato dolcemente.<br />
L'amicizia tesse sal<strong>di</strong> vicoli,<br />
e l'amore viene ricompensato dolcemente.<br />
Perciò fratelli miei, recatevi<br />
al lavoro con avvedutezza,
CORO<br />
82<br />
de<strong>di</strong>cate i canti solo alla prudenza,<br />
poiché la fretta non porta mai guadagno.<br />
De<strong>di</strong>cate i canti solo alla prudenza,<br />
poiché la fretta non porta mai guadagno.<br />
Escono tutti. La musica dopo il coro <strong>di</strong>venta più allegra, all'incirca una graziosa<br />
variazione sul tema: "Tre sarti escono dalla porta, ad<strong>di</strong>o!".<br />
SCENA NONA<br />
Il pallone aerostatico, che è costituito da una sfera blu scura ma non con i consueti nastri,<br />
bensì con un paio <strong>di</strong> guarnizioni bianche <strong>di</strong> traverso e due ali bianche applicate a<br />
entrambi i lati, scende giù lentamente. Eduard, Kolibri, in veste <strong>di</strong> autista dell'aria con una<br />
ban<strong>di</strong>erina rosa, e Florian, scendono dalla navicella dorata che vi è appesa. Eduard<br />
indossa un'uniforme civile verde, pantaloni bianchi e un cappello <strong>di</strong> piume. Florian una<br />
livrea rossa con galloni d'oro.<br />
KOLIBRI Dunque eccoci qua. Mongolfier ha fatto il suo dovere. Adesso porta tu a termine il<br />
resto.<br />
EDUARD Ma dove siamo?<br />
KOLIBRI Lo saprai subito, io faccio tutto per il tuo bene. Kolibri non è uno sciocco. Adesso ti<br />
lascio e se avrai bisogno <strong>di</strong> me, sarò subito pronto. Assume un altro tono e si toglie il<br />
cappello. Vostra Grazia, chiedo la mancia!<br />
EDUARD Si giusto! Ecco, mio piccolo barcaiolo! Gli dà una moneta d'oro.<br />
KOLIBRI Vostra Grazia, perdonate, ho ancora qualcosa in buono dalla prima stazione, sa, gli<br />
zecchini? Erano due zecchini d'oro e Lei me ne ha dato solamente uno. Gli mette davanti la<br />
moneta d'oro.<br />
EDUARD gliene dà un'altra: Si ecco! Sei dunque così avido?<br />
KOLIBRI Si capisce! Devo pur mettere da parte qualcosa per la mia vecchiaia. Vorrei<br />
congedarmi. Fa una riverenza e sale sul pallone aerostatico che parte subito con lui.<br />
EDUARD Che città strana! E' tutto così silenzioso per le strade, come se fosse <strong>di</strong>sabitata. Bene<br />
amico Florian, perché sei così mesto? Non ti piace qui?<br />
FLORIAN che per tutta la scena è apparso molto triste e ripetutamente pensoso: No! Per me su<br />
questa terra non fioriscono rose.<br />
EDUARD irritato: E non essere così sciocco! Non ne andrà della tua vita.<br />
FLORIAN Oh, La prego - taccia! Crede che sia un <strong>di</strong>vertimento quando si viene sottoposti a tale<br />
tortura? Ho sopportato tanto a lungo. Questo è il destino del bello sulla terra!<br />
EDUARD Adesso ti or<strong>di</strong>no <strong>di</strong> tacere e <strong>di</strong> suonare a quel palazzo per sentire dove siamo.<br />
FLORIAN Beh, è giusto. Farò tutto. Disperazione pren<strong>di</strong> la tua vittima. Suona.
SCENA DECIMA<br />
83<br />
Ala<strong>di</strong>n, il guar<strong>di</strong>ano del palazzo, apre il portone ed esce. Detti.<br />
ALADIN Cosa vedo? Forestieri? Con quale potere magico siete giunti qui e cosa desiderate da<br />
noi?<br />
EDUARD Rispettabile sconosciuto, vuoi prima però rispondere alla mia domanda, dove mi trovo?<br />
ALADIN Ti trovi nel paese della verità e dei costumi rigorosi e il tuo piede tocca il suolo della<br />
nostra capitale.<br />
EDUARD Rallegrati, Florian, siamo vicini alla nostra meta.<br />
FLORIAN Io vorrei essere ancora lontano dalla mia meta.<br />
ALADIN Questo è il palazzo del nostro signore, io sono solo il suo servitore.<br />
FLORIAN Anch'egli è solo un domestico.<br />
EDUARD Vuoi annunciarmi al tuo signore? Molto al <strong>di</strong> là del mare io sono principe del paese<br />
della sincerità e con il mio fedele servitore Florian si inchina ho fatto il viaggio fino al<br />
vostro paese su una macchina aerea recentemente inventata, per condurre a casa una sposa<br />
che intendo rendere felice con fedele amore ed enormi ricchezze.<br />
ALADIN I tuoi sentimenti sono buoni e io li riferirò fedelmente al nostro signore.<br />
EDUARD Adesso ren<strong>di</strong>mi note le abitu<strong>di</strong>ni del vostro paese insulare.<br />
FLORIAN Si, ci racconti qualcosa.<br />
ALADIN Invano sulla nostra isola cercherai la lite, non abbiamo alcun rapporto con altri paesi.<br />
Non <strong>di</strong>amo mai feste, risplen<strong>di</strong>amo solo grazie alla verità.<br />
FLORIAN Molto bello da parte Loro.<br />
ALADIN Per le strade è deserto poiché si esce solamente quando è strettamente necessario.<br />
EDUARD Ma non vedo finestre alle case.<br />
ALADIN Danno sul giar<strong>di</strong>no, la vista è sul <strong>di</strong>etro.<br />
FLORIAN Avranno gli occhi <strong>di</strong> <strong>di</strong>etro, visto che sul davanti avrebbero fatto troppo scalpore.<br />
ALADIN La menzogna da noi viene punita con grande severità a seconda delle conseguenze<br />
dannose che provoca e comunque si è più indulgenti verso le donne che verso gli uomini.<br />
Sull'isola della verità e della morigeratezza conosciamo la calunnia solo <strong>di</strong> nome.<br />
FLORIAN Mi scusi, mio caro, se qualcuno nella sua morigeratezza ruba qualcosa, viene arrestato<br />
in modo del tutto riservato?<br />
ALADIN Chi pecca, deve essere punito.<br />
FLORIAN E quin<strong>di</strong> poi prende le sue oneste cinquanta bastonate?<br />
ALADIN Questo non succede. Noi bastoniamo solo gli abiti <strong>di</strong> colui che deve essere punito, non<br />
l'uomo, e questo da noi è la più grande infamia.<br />
FLORIAN Questo succede ovunque. Anche se si picchiano solo i vestiti, si aspetta però il<br />
momento in cui li indossa colui che - mima l'azione del bastonare.<br />
EDUARD E com'è riguardo ai vostri matrimoni?<br />
ALADIN Le nostre ragazze vengono fatte sposare nel loro ventesimo anno <strong>di</strong> età. Nessuna può<br />
uscire da sola, devono essere per lo meno in quattro, inoltre non possono guardarsi intorno.<br />
FLORIAN Ciò vuol <strong>di</strong>re che non possono guardare nessuno dall'alto in basso.
84<br />
ALADIN Ed escono sempre accompagnate da due mori.<br />
EDUARD Ti ringrazio per le informazioni e compatisco queste infelici, <strong>di</strong>venterebbero<br />
probabilmente creature più preziose, se si imponesse meno costrizione alle loro azioni.<br />
ALADIN Compatire? Non pronunciare questa parola alla presenza del mio signore al quale ora ti<br />
annuncerò. Nel paese della verità nessuno è da compatire eccetto colui che gli dei hanno<br />
colpito con la cecità, tanto da non vedere il valore assoluto delle nostre azioni. Entra nel<br />
palazzo.<br />
FLORIAN Il signore mi preceda.<br />
SCENA UNDICESIMA<br />
Eduard. Florian.<br />
EDUARD Da tutto ciò che ho sentito, nutro poca speranza <strong>di</strong> trovare qui una ragazza che possa<br />
adempiere alle severe esigenze del mio magico benefattore. Una simile costrizione innaturale<br />
risveglia la riservatezza e la riservatezza è la madre della menzogna. Ma guarda, stanno<br />
arrivando alcune donne. Tenterò la sorte. Florian, tieniti saldo.<br />
FLORIAN Per tutto l'oro del mondo, signore, sia umano! Per tutto il tempo in cui ne terrà una per<br />
mano, pensi che mi sta afferrando per i capelli, bisogna che lasci andare subito dopo.<br />
SCENA DODICESIMA<br />
<strong>Quattro</strong> ragazze velate appaiono accompagnate da due mori. Si ritraggono un po' alla<br />
vista <strong>di</strong> Eduard. Detti.<br />
EDUARD si inginocchia. Alla prima: Tulipano <strong>di</strong> bellezza, perdona un forestiero che osa renderti<br />
i suoi più alti omaggi.<br />
FLORIAN Ho la sensazione <strong>di</strong> venir trascinato via.<br />
OSILLIS Un gentiluomo.<br />
AMAZILLI Che strano abito!<br />
EDUARD Permettimi <strong>di</strong> baciare la tua leggiadra mano. Le prende la mano.<br />
FLORIAN grida: Ohi, ohi, ohi! La lasci andare! Più debolmente. La lasci andare! Sospira.<br />
Eduard le lascia la mano.<br />
OSILLIS si spaventa: Che significa? A Florian: Che ti succede, straniero?<br />
FLORIAN Niente! E' già passato! Sappiamo già come stanno le cose.<br />
OSILLIS Ma tu ci spaventi con -<br />
FLORIAN Non è vero, è tutto falso.<br />
EDUARD Perdonalo, e anche tu, graziosa fanciulla! Prende la mano della seconda.<br />
FLORIAN Ahi, ahi, ahi! Questa mente ancora <strong>di</strong> più. Oh, accidenti! Eduard le lascia andare la<br />
mano. Florian completamente spossato: Ah, questa si che è una comme<strong>di</strong>a!
EDUARD Taci, giovanotto!<br />
OSILLIS E' pazzo?<br />
EDUARD No, belle ragazze! Va tra le altre due e prende insieme le loro mani.<br />
FLORIAN Per tutto l'oro del mondo! Non lo sopporto! Muoio!<br />
Le ragazze tolgono via la mano e inorri<strong>di</strong>scono.<br />
OSILLIS Che audacia! Scappate sorelle, questo è un pazzo furioso!<br />
Tutte e quattro le ragazze fuggono nel palazzo con i mori.<br />
SCENA TREDICESIMA<br />
Eduard. Florian.<br />
85<br />
EDUARD Bene amico Florian, cosa <strong>di</strong>ce il tuo barometro?<br />
FLORIAN In<strong>di</strong>ca menzogne. Diventerò un miserabile! Se torneremo in<strong>di</strong>etro, potrà mandarmi<br />
subito per <strong>di</strong>ciassette anni a Gastein o a Bründelbad.<br />
EDUARD Povero <strong>di</strong>avolo, mi fai pena.<br />
FLORIAN E' gentaglia onesta. Le ultime due devono aver mentito già prima <strong>di</strong> venire al mondo,<br />
non è possibile il contrario.<br />
EDUARD La richiesta però rasenta l'impossibile. Ma non abbandoneremo la speranza.<br />
FLORIAN Si, non abbandoniamo la speranza! Accenna ai dolori.<br />
EDUARD Vorresti che abbandonassimo questo paese e ci trasferissimo in un altro?<br />
FLORIAN Ah, smetta, mentono dappertutto, è quin<strong>di</strong> più ragionevole che io muoia qui invece <strong>di</strong><br />
dover andare ancora chissà dove, sempre per lo stesso motivo.<br />
EDUARD Non sarà però ovunque così grave.<br />
FLORIAN Si, è giusto! Ora, se Lei si imbattesse in una che ha un amante ricco, che ella considera<br />
sciocco, costei può solamente mentire! Avrò allora dei dolori laceranti allo stomaco.<br />
EDUARD Zitto! Sta arrivando qualcuno.<br />
SCENA QUATTORDICESIMA<br />
Ala<strong>di</strong>n. <strong>Quattro</strong> sentinelle con frecce. Detti.<br />
ALADIN Forestiero! Il signore comparirà qui in questo istante per tenere pubblica u<strong>di</strong>enza e in<br />
questa occasione ti darà il benvenuto e ascolterà le tue richieste.<br />
EDUARD Accetta il mio ringraziamento per la tua ambasciata.<br />
ALADIN Abbiamo però ricevuto l'or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> portare il tuo servitore al manicomio e <strong>di</strong> incatenarlo<br />
come si ad<strong>di</strong>ce a un pazzo furioso.<br />
FLORIAN Cosa? Vogliono rinchiudermi in manicomio, io che sono più assennato <strong>di</strong> tutti loro -<br />
ALADIN Prendetelo.<br />
FLORIAN Lo <strong>di</strong>cevo, dovunque io vada, la gente mi prende per matto. Si occupi un po' <strong>di</strong><br />
me, ci sarà pure qualcuno che si prende cura <strong>degli</strong> altri.<br />
EDUARD Alt! E' il mio servitore e nessuno ha <strong>di</strong>ritto su <strong>di</strong> lui eccetto me. Garantisco io per la sua<br />
ragione e per la sua futura condotta.
86<br />
FLORIAN Si, rischiamo un po'.<br />
ALADIN Bene! Però al più piccolo attacco eseguiremo i nostri or<strong>di</strong>ni.<br />
EDUARD Dunque fai attenzione!<br />
FLORIAN Adesso sono anche costretto a trasformare in onore i dolori che mi <strong>di</strong>laniano.<br />
ALADIN Forestiero! Seguimi affinché possa presentarti al sovrano. Esce con Eduard.<br />
EDUARD uscendo: Florian, stai attento. Esce.<br />
FLORIAN Non <strong>di</strong>ca niente sul mio conto, mi ha già congedato. Da solo: Me infelice, cosa faccio?<br />
Se anche tagliassi la corda, non servirebbe a niente, poiché se egli ne prende per mano una in<br />
Inghilterra, i dolori inizieranno a <strong>di</strong>laniarmi in Olanda. Non c'è altro mezzo se non esaurirsi<br />
piano piano, <strong>di</strong>venire sempre più fiacco finché non sarà finita.<br />
Quodlibet<br />
Allora dovrò morire qui?<br />
Non potrò rivedere quel bel paesaggio<br />
là fuori presso Währing?<br />
Non potrò più andare a passeggio,<br />
sulla vivace riva del canale del Danubio?<br />
No, povero tonto,<br />
la morte arriva con la falce! -<br />
Come è triste il mio destino!<br />
Non mi aspetta alcuna fortuna in questo mondo,<br />
nessuna ragazza che <strong>di</strong>ca sempre la verità,<br />
oh, ahimè, questa storia non mi piace. -<br />
Che piacere offre il dolore,<br />
se una persona mente proprio tanto.<br />
Mi credano!<br />
Ah, è proprio così <strong>di</strong>fficile<br />
trovare una ragazza,<br />
che possieda un cuor fedele<br />
da poter esplorare?<br />
O gente pazza, o mondo bizzarro!<br />
Un tempo era tutto <strong>di</strong>verso!<br />
C'erano ancora ragazze che sedevano alla conocchia<br />
e filavano all'arcolaio.<br />
Adesso si fanno belle e si agghindano come scimmie<br />
e si fanno ammirare davanti e <strong>di</strong> <strong>di</strong>etro.<br />
Non ho ragione?<br />
Bene, con permesso!<br />
E la mia Mariandel chiederà a casa:<br />
ma cosa farà Florel, <strong>di</strong>' un po', starà davvero bene?
SCENA QUINDICESIMA<br />
87<br />
E' la fuori all'ospedale, è completamente rovinato.<br />
E' vero?<br />
Povero pazzo!<br />
Caro signor spettatore,<br />
niente balletti ora!<br />
La forza del primo amore rimane<br />
una passione eterna!<br />
E il suo Florel, ella pensa,<br />
vuol <strong>di</strong>re tutto per lei<br />
da Amstetten, ella pensa,<br />
fino a Hernals,<br />
come lui, ella pensa,<br />
sarei bella, ella pensa, au contraire!<br />
Perciò sarò allegro<br />
e mi rallegrerò della vita!<br />
Mi basterebbe essere già<br />
nel paese<br />
dove la mia Mariandel<br />
aspetta con nostalgia.<br />
Inoltre non mi importa nulla né <strong>di</strong> Stammersdorf né <strong>di</strong> Parigi,<br />
solo a Vienna si sta davvero bene, questa è una certezza.<br />
Si sa anche che tra cento anni sarà ancora così!<br />
Ma se saremo morti non si sa con certezza.<br />
Perciò se io dovessi morire qui e non vederLi più,<br />
prego Loro <strong>di</strong> cuore <strong>di</strong> pensare a me!<br />
Si sente una marcia. Entra tutto il popolo che si <strong>di</strong>spone a semicerchio, lasciando libero il<br />
centro. Le donne stanno davanti, senza velo. Quando tutto è a posto compare Veritatius<br />
con sua figlia Modestina. Ala<strong>di</strong>n. Sentinelle. Poi Eduard e Florian.<br />
Coro<br />
Disponetevi intorno al trono della verità,<br />
mettete in lu<strong>di</strong>brio la sfrontata menzogna.<br />
VERITATIUS sale con Modestina sul suo trono imponente: Popolo <strong>di</strong> questa città! Ti ho fatto<br />
radunare per essere testimone dell'esilio <strong>di</strong> una creatura che già da tanto tempo, con maniere<br />
<strong>di</strong>ssolute, ha dato un calcio alle usanze della nostra isola.<br />
TUTTI Evviva Veritatius!<br />
VERITATIUS Ma prima <strong>di</strong> aprire il sipario <strong>di</strong> questa spiacevole scena: Ala<strong>di</strong>n, conduci lo<br />
straniero. Ala<strong>di</strong>n va e porta Eduard e Florian. Benvenuto
88<br />
forestiero. Dunque tu sei il signore del paese della sincerità? - Ma che figura pietosa è quella lì al<br />
tuo fianco?<br />
EDUARD E' il mio servitore. Fa cenno a Florian <strong>di</strong> parlare.<br />
FLORIAN Mi permetta <strong>di</strong> porgerLe i miei più devoti servigi.<br />
VERITATIUS Che in<strong>di</strong>viduo spassoso, mi vien da riderne. Ride. Agli altri: Ridete un po' <strong>di</strong> lui.<br />
Tutti ridono.<br />
FLORIAN Che nazione sciocca!<br />
VERITATIUS E ora veniamo ai fatti. Ho sentito che vuoi sceglierti una moglie e poiché mi piaci<br />
molto e sei anche <strong>di</strong> nobile ceto, ti presento mia figlia.<br />
MODESTINA Straniero! Abituata a ubbi<strong>di</strong>re agli or<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> mio padre, con gioia ti concederò la<br />
mia mano, se prima mi convincerai che la tua magnanimità se la merita.<br />
FLORIAN Hurrà, ne sono già contento.<br />
EDUARD Accetta i miei omaggi, tu che sei la più leggiadra tra le donne.<br />
Le prende la mano. Florian sente un gran dolore, ma cerca <strong>di</strong> nasconderlo con suoni<br />
inarticolati e mordendosi le labbra. Eduard guarda Florian, che fa cenno <strong>di</strong> no. Le lascia<br />
andare la mano con garbo.<br />
MODESTINA Mi piace proprio.<br />
Rumore sordo da fuori scena, si sente<br />
LA VOCE DI AMINE Lasciatemi, lasciatemi!<br />
SCENA SEDICESIMA<br />
Amine. Sentinelle. Detti.<br />
AMINE si precipita dentro, <strong>di</strong>etro <strong>di</strong> lei la sentinella: Lasciatemi, uomini <strong>di</strong>sgustosi! Si getta ai<br />
pie<strong>di</strong> <strong>di</strong> Veritatius: Gentile signore! Di cosa si è resa colpevole la povera Amine, tanto da<br />
venire esposta a tali maltrattamenti? Sono una povera ragazza innocente che non ha ancora<br />
mai fatto del male a nessuno a questo mondo.<br />
VERITATIUS Come puoi osare comparire davanti ai miei occhi senza che io ti abbia fatto<br />
chiamare? Creatura <strong>di</strong>ssoluta, davanti al cui crimine inorri<strong>di</strong>scono tutti gli abitanti <strong>di</strong> questa<br />
città.<br />
AMINE Ma in che cosa consistono dunque i miei crimini? Nel fatto che ho riso del naso a punta<br />
del tuo portiere, perché sono andata in giro per strada ad acchiappare il mio pappagallo,<br />
perché non voglio legarmi un fazzoletto intorno al capo, poiché mi fa venire mal <strong>di</strong> testa, e<br />
perché infine non riesco a fare la faccia triste visto che in petto ho un cuore contento? Ve<strong>di</strong>,<br />
non posso farne a meno, mi viene da ridere e se tu continui ancora a guardarmi in maniera<br />
così astiosa e a tirare su le sopracciglia in questo modo, mi verrà <strong>di</strong> nuovo da ridere.<br />
VERITATIUS Che impertinenza inau<strong>di</strong>ta! Arrabbiatevi insieme a me. Pausa. No, non<br />
arrabbiatevi, non sta bene arrabbiarsi a causa <strong>di</strong> questa delinquente. Da povera orfanella è<br />
stata accolta qui, poiché suo padre, un capitano inglese, naufragò con la sua nave su<br />
quest'isola e trovò la morte tra le onde e questa persona arrivata a terra a nuoto osa<br />
<strong>di</strong>ventare lo scandalo <strong>di</strong> un'intera città?
89<br />
Prendetela, mettetela in una barchetta e spingetela in mare aperto, lontano dal paese della verità,<br />
affinché le onde facciano con lei il gioco che ella ha fatto anche troppo a lungo con noi.<br />
Le sentinelle fanno per prenderla.<br />
ALADIN Portatela via.<br />
EDUARD Alt! Tra sé: Un sentimento irresistibile mi spinge a metterla alla prova.<br />
FLORIAN Ah, è proprio spaventoso, non finirà mai.<br />
EDUARD a voce alta: Permettimi, potente sovrano, <strong>di</strong> porre un'unica domanda a questa ragazza.<br />
VERITATIUS La si faccia.<br />
EDUARD Brava fanciulla, hai fiducia in me?<br />
AMINE Ah si, non hai un volto cattivo e sembri essere un buon uomo, Amine lo sente subito.<br />
EDUARD Dammi la mano.<br />
AMINE Eccotela. Gliela dà.<br />
FLORIAN inizia a esprimere un'infinita letizia e un'allegria interiore: E' proprio quella giusta.<br />
Portiamola con noi.<br />
TUTTI Cosa significa questo?<br />
AMINE Ah, pren<strong>di</strong>ti cura <strong>di</strong> me, io non sono affatto colpevole!<br />
EDUARD No, non lo sei, brava ragazza. La vera morigeratezza non consiste solo nella forma<br />
esteriore, abita nell'intimo del cuore e la spontaneità e l'ingenuità dovranno essere sempre le<br />
sue amabili sorelle.<br />
VERITATIUS Lo avete capito?<br />
TUTTI Si!<br />
VERITATIUS Io no. Non dovete capirlo neppure voi!<br />
EDUARD Ascoltami, Veritatius! Io rinuncio alla mano <strong>di</strong> ogni ragazza del tuo paese, lasciami<br />
Amine e io la condurrò nel mio regno come mia sposa.<br />
MODESTINA Come? Osi fare ciò?<br />
TUTTI Spaventoso!<br />
VERITATIUS Calma! Tacete! Ve<strong>di</strong>, cieco, poiché osi ricompensare la mia ospitalità con una tale<br />
ingratitu<strong>di</strong>ne, punirò anche te per questo. Potrai averla, ma fuggi imme<strong>di</strong>atamente da questo<br />
paese e non infamarlo mai più entrandovi nuovamente.<br />
EDUARD Grazie della tua bontà! Kolibri! Leva le ancore, gonfia le vele!<br />
KOLIBRI scende giù con il pallone aerostatico: Eccomi, sono già qua.<br />
EDUARD E ora vieni, Amine, e tu, Veritatius, affliggiti, poiché ti porto via un gioiello raro, <strong>di</strong> cui<br />
non hai saputo apprezzare il valore.<br />
Risuona la musica. Eduard, Amine, Florian e Kolibri salgono e vanno via. Veritatius<br />
ritorna nel palazzo con sua figlia e Ala<strong>di</strong>n. Gli altri rimangono in<strong>di</strong>etro.<br />
Coro<br />
Andate, andate via!<br />
Dirigetevi nel mondo<br />
fino al luogo, fino al luogo,<br />
in cui vi tormenterà il rimorso.
90<br />
Scende un paracadute su cui è scritto: "Cestini per le belle <strong>di</strong> questo paese." Due geni<br />
scendono e <strong>di</strong>stribuiscono i cestini d'oro alle donne.<br />
Coro<br />
Guardate questi bellimbusti impertinenti,<br />
donarci dei cestini!<br />
La vendetta mi cuoce in petto,<br />
dovrà finire nel sangue!<br />
Colpo forte della musica. Fanno per <strong>di</strong>rigersi contro i geni, questi alzano un <strong>di</strong>to in segno<br />
<strong>di</strong> ammonimento: tableau momentaneo. I geni tirano fuori dai cestini <strong>di</strong>versi monili, le<br />
donne li afferrano con gioia. La musica e le voci cantanti molto piano.<br />
Coro<br />
Ebbene piano, fermatevi!<br />
Nel paese del decoro<br />
si deve essere ben educati,<br />
qui non si litiga.<br />
Perciò lasciate questo luogo,<br />
smettete <strong>di</strong> strepitare,<br />
portate via i vostri cestini,<br />
riempiteli <strong>di</strong> rose.<br />
Escono tutti <strong>di</strong> soppiatto. I geni partono <strong>di</strong> nuovo in volo.<br />
SCENA DICIASSETTESIMA<br />
Bosco sinistro. Notte. Sfolgorio <strong>di</strong> lampi. Si sente il rumoreggiare del vulcano. Entrano<br />
Eduard, Amine, Kolibri, Florian.<br />
KOLIBRI Siamo alla meta, ecco il Vesuvio.<br />
AMINE Che bosco spaventoso!<br />
KOLIBRI Ve<strong>di</strong> là quel fumo?<br />
FLORIAN Aha, è una fornace!<br />
KOLIBRI Folle! E' un vulcano, quella è la nostra meta. Ad<strong>di</strong>o Eduard! Ora vi precedo a cavallo<br />
come corriere e preparerò tutto per la tua accoglienza. Esce.<br />
SCENA DICIOTTESIMA<br />
Detti senza Kolibri.<br />
AMINE Cosa significa tutto ciò? Perché sei così chiuso in te stesso? Ti ha fatto del male Amine?
91<br />
EDUARD Si, Amine, tu procuri un dolore amaro al mio cuore. Tra sé: La mia sventura è decisa:<br />
la amo.<br />
AMINE Non ti capisco, parli in maniera così misteriosa. Ve<strong>di</strong>, io non so perché, ma in questo<br />
poco tempo mi sei <strong>di</strong>ventato tanto caro, che non conosco nessuno a questo mondo con il<br />
quale potrei essere più buona che con te, eppure durante tutto il viaggio ti sei mostrato<br />
infasti<strong>di</strong>to. Vieni, proseguiamo, e se anche fosse attraverso il vulcano, con te verrei<br />
ovunque.<br />
EDUARD E' inutile devo rivelarglielo. Ad alta voce: Dunque sappi, povera creatura, che ti ho<br />
ingannato. Non sarai la mia consorte.<br />
AMINE No?<br />
EDUARD No. Ve<strong>di</strong> quel vulcano dove i lampi si snodano nel fumo? Quella sarà la tua <strong>di</strong>mora, ho<br />
giurato sulla mia vita <strong>di</strong> consegnarti al principe <strong>degli</strong> spiriti che abita là.<br />
AMINE Tu hai fatto questo? Tu? Malinconica: No, è impossibile! Tu menti - non devi, Amine<br />
non ha mai mentito ancora.<br />
EDUARD O h, se tu lo avessi fatto, ora saremmo entrambi più felici!<br />
AMINE Veramente? Bene, rime<strong>di</strong>erò per il futuro e mi darò molto da fare per impararlo, basta<br />
che io sappia che ciò ti rende felice.<br />
EDUARD Troppo tar<strong>di</strong>, non posso più tornare in<strong>di</strong>etro. Amine, devi seguirmi. Ho prestato questo<br />
giuramento prima ancora <strong>di</strong> conoscerti. Se non ti consegnerò al re <strong>degli</strong> incantesimi, l'attimo<br />
in cui prenderò questa decisione mi farà cadere morto ai tuoi pie<strong>di</strong>.<br />
AMINE Terribile! Terribile! Ah, perché non mi hai lasciata alle onde? Forse adesso ci sarebbe già<br />
la pace eterna nel petto <strong>di</strong> Amine. Eppure comprendo la tua tremenda situazione e mi<br />
rassegno al mio inesorabile destino che mi perseguita così duramente già dall'infanzia. Ecco<br />
la mia mano, conducimi dal re <strong>degli</strong> incantesimi.<br />
EDUARD Eccellente fanciulla!<br />
FLORIAN che si era tirato in<strong>di</strong>etro durante tutta la scena ed era stato molto calmo, viene<br />
avanti: O mio caro e benigno padrone, non ce la faccio più! Consegni me invece <strong>di</strong> lei al re<br />
<strong>degli</strong> incantesimi e gli <strong>di</strong>a un paio <strong>di</strong> centinaia <strong>di</strong> fiorini o anche qualcos'altro: il nostro<br />
vecchio padrone è sempre stato un uomo giu<strong>di</strong>zioso e anch'egli era pieno <strong>di</strong> incantesimi,<br />
potrà aiutarci? Faccia un sortilegio, solletichiamolo a uscire da un buco, come un grillo,<br />
affinché ci <strong>di</strong>a un buon consiglio.<br />
EDUARD Si, hai ragione, Florian, uno spirito benevolo ti ha ispirato questo pensiero. Ascoltami,<br />
padre, se riconosci ancora la voce <strong>di</strong> tuo figlio, sali a me e salvami dalla <strong>di</strong>sperazione. Padre,<br />
padre, ascoltami! Tuona. Gau<strong>di</strong>o, Amine, mi ha sentito, viene!<br />
SCENA DICIANNOVESIMA<br />
Zephises esce dalla botola centrale con i suoi precedenti abiti da spirito. Detti.<br />
EDUARD Spirito <strong>di</strong> mio padre, dai un consiglio a tuo figlio <strong>di</strong>sperato. Cosa devo fare?
92<br />
ZEPHISES con aria seria: Sono Zephises, tuo padre, e non ho altro che questo da <strong>di</strong>rti. Sparisce<br />
<strong>di</strong> nuovo.<br />
EDUARD parla lentamente: E' Zephises, mio padre, -<br />
FLORIAN E non ha da <strong>di</strong>rci altro che questo. Beh, questo potremo farlo, non rischieremo niente.<br />
EDUARD furibondo: L'inferno si fa beffe <strong>di</strong> me? Orsù, si concluda la comme<strong>di</strong>a. Longimanus,<br />
mantengo la mia parola. Tremendo tuono. Il palcoscenico si trasforma in un paesaggio<br />
roccioso, al centro si erge il vulcano, la lava fuoriesce dal cratere, scorre sul monte e ai<br />
pie<strong>di</strong> vi forma un lago <strong>di</strong> fiamme. Tutti gli elementi sono in agitazione. Musica. Dove sei,<br />
vittima della mia <strong>di</strong>sperazione? Amine!<br />
AMINE Cielo, che scena terribile!<br />
EDUARD Per me non lo è, io sono per me stesso la cosa più spaventosa. Re <strong>degli</strong> spiriti, ti<br />
invoco, mostrati!<br />
Violento tuono a cui segue un silenzio totale, - accompagnata da una musica soave la<br />
scena si trasforma, le rocce sullo sfondo <strong>di</strong>ventano ver<strong>di</strong> colline cosparse <strong>di</strong> fiori, il<br />
Vesuvio <strong>di</strong>venta una verde montagna che invece della lava, butta fuori dei fiori colorati,<br />
che si vedono serpeggiare giù, al posto delle strisce <strong>di</strong> lava. Il mare <strong>di</strong> lava <strong>di</strong>venta un lago<br />
d'argento. Infine dal cratere del monte saltano fuori sei spiriti vestiti <strong>di</strong> rosso acceso, che<br />
eseguono una danza grottesca.<br />
SCENA VENTESIMA<br />
Compare il re <strong>degli</strong> spiriti con il seguito. Detti.<br />
LONGIMANUS Bene, sono un tipo galante o no? Credevi che avrei ricevuto la mia sposa con<br />
tuoni e fulmini? No! Son piovuti dei pazzi, ma ecco qua dei fiori!<br />
EDUARD La sua sposa?<br />
AMINE Cielo!<br />
LONGIMANUS Dunque ne hai trovata una? Ve<strong>di</strong>, quando io <strong>di</strong>co una cosa! - Di che paese è?<br />
AMINE timidamente: Inglese.<br />
LONGIMANUS Un'on<strong>di</strong>na dunque. Bravo! Beh, allora? La faccenda è a posto, non è vero? Agli<br />
spiriti del fuoco: Conducetela dentro.<br />
EDUARD tra sé: No, questo tormento è troppo grande. A voce alta: Alt! Longimanus, non puoi<br />
portarmela via! Lasciatela qui!<br />
LONGIMANUS sgrana gli occhi e quasi si irrigi<strong>di</strong>sce dall'ira: Che <strong>di</strong>scorso è questo? Severo:<br />
Portatela dentro all'istante.<br />
Gli spiriti del fuoco la portano via.<br />
EDUARD Tornate in<strong>di</strong>etro o - Fa per uscire.<br />
LONGIMANUS fa un cenno: tuono. Sopraggiungono nubi temporalesche dalle quali dei mostri<br />
volanti sogghignano a Eduard: Sono già qui. Allora che cosa c'è? Di cosa ti azzar<strong>di</strong>?<br />
Minacci? Ehi, giovanotto, vagabondo che arrivi volando! Appena è arrivato, aveva già fatto<br />
un bel chiasso tanto che l'ho sentito fin dentro la terza stanza, e ora ad<strong>di</strong>rittura si azzarda a<br />
insorgere seriamente contro <strong>di</strong> me. Ah, questo mi sembra troppo! In modo brusco: Parla,<br />
cosa vuoi?
93<br />
EDUARD Grazia, Longimanus! Cade in ginocchio.<br />
LONGIMANUS E mi <strong>di</strong>ce così solo Longimanus in tutta fretta, come se ci conoscessimo già da<br />
cento anni.<br />
EDUARD Perdono, potente principe <strong>degli</strong> spiriti! Sono un pazzo, non posso vivere senza Amine.<br />
Abbi pietà e donami la sua mano.<br />
LONGIMANUS Non azzardarti a <strong>di</strong>re una parola <strong>di</strong> più! Ora guardatelo, <strong>di</strong> colpo fa il serio. Gira<br />
la mano aperta. E' un pazzo? Vai, vai, vai, vai, buffone! Ciò che hai bramato, ti viene dato.<br />
Hai desiderato ricchezza e la troverai. Tu prenderai il <strong>di</strong>amante e io la fanciulla, ognuno avrà<br />
così il suo tesoro.<br />
EDUARD O principe <strong>degli</strong> incantesimi, ripren<strong>di</strong>ti tutti i tuoi tesori, io non li voglio, non li<br />
desidero, dammi la mano <strong>di</strong> Amine e io rinuncerò a tutto.<br />
LONGIMANUS Adesso comincia ad<strong>di</strong>rittura a trattare con me come se fossimo nello Judenplatz.<br />
Ciò che è stato pattuito rimane così, tu pren<strong>di</strong> la statua <strong>di</strong> <strong>di</strong>amanti e nient'altro, e affinché tu<br />
arrivi veloce a casa, guiderò io la carrozza. Allons! Fa un cenno. Le nubi si alzano e<br />
compare la sala magica <strong>di</strong> Zephises con le sei statue. Sul pie<strong>di</strong>stallo rosso, su cui ora è<br />
scritta la parola: Diamante, c'è Amine in abito color rosa, con un velo riccamente<br />
ricamato <strong>di</strong> pagliette che non le copre il volto, bensì cade con un bel drappeggio intorno a<br />
tutto il corpo, la sua figura deve essere illuminata con luce vivissima. Eccola, te la<br />
consegno. Siamo pari.<br />
EDUARD senza guardarla: E' <strong>di</strong> mia proprietà?<br />
LONGIMANUS Si!<br />
EDUARD Allora la <strong>di</strong>struggerò, poiché essa è la causa della mia <strong>di</strong>sperazione, non la voglio, la<br />
spacco! Corre con furore verso la statua.<br />
AMINE scende dal supporto e cade nelle sue braccia: Eduard, sono tua!<br />
EDUARD Amine, Amine mia!<br />
FLORIAN Stai a vedere, non la fracasserà.<br />
EDUARD si getta con ardore ai pie<strong>di</strong> <strong>di</strong> Longimanus: Signore, come posso ringraziarti?<br />
LONGIMANUS Si, ora! Eh, ti ci ho preso, <strong>di</strong>avolo <strong>di</strong> un uomo! Ti ho solo messo alla prova, se tu<br />
avessi preferito il denaro a lei, non l'avresti mai avuta in vita tua. Ora ce l'hai. Una donna,<br />
come lei, è il <strong>di</strong>amante più bello che avrei potuto darti.<br />
FLORIAN Evviva! Ora vado a prendere la mia Mariandel. Fa per uscire.<br />
SCENA VENTUNESIMA<br />
Kolibri. Mariandel. Gente del vicinato. Detti.<br />
KOLIBRI Allora porterò <strong>degli</strong> ospiti al matrimonio.<br />
EDUARD Venite, amici, partecipate alla mia gioia.<br />
MARIANDL Florian!<br />
FLORIAN Mariandl, sei mia! Tu non sei certo un <strong>di</strong>amante, ma - <strong>di</strong> dove sei?<br />
MARIANDL Di Praga.<br />
FLORIAN Sei una pietra <strong>di</strong> Boemia.<br />
LONGIMANUS E affinché ci sia un ballo al matrimonio, esse dovranno in<strong>di</strong>cando le statue<br />
saltellare un po' intorno.
Le sei statue scendono dai pie<strong>di</strong>stalli e danzano al suono del ritornello.<br />
Canto finale<br />
Inizia con la danza, poi:<br />
94<br />
MARIANDL Il piccolo <strong>di</strong>o dell'amore -<br />
FLORIAN ripetendo tutto: Il piccolo <strong>di</strong>o dell'amore -<br />
MARIANDL Si fa beffe <strong>di</strong> tutti noi -<br />
FLORIAN Si fa beffe <strong>di</strong> tutti noi -<br />
MARIANDL Appena ci colpisce al cuore -<br />
FLORIAN Appena ci colpisce al cuore -<br />
MARIANDL Il piccolo birbante vola via -<br />
FLORIAN Vola via -<br />
CORO<br />
Il piccolo <strong>di</strong>o dell'amore,<br />
si fa beffe <strong>di</strong> tutti noi,<br />
appena ci colpisce al cuore,<br />
il piccolo birbante vola via,<br />
vola via.<br />
MARIANDL La cosa più bella <strong>di</strong> tutte -<br />
FLORIAN La cosa più bella <strong>di</strong> tutte -<br />
MARIANDL Allora ripeti tutto?<br />
FLORIAN Allora ripeti tutto?<br />
MARIANDL Ma smettila un po'!<br />
FLORIAN Ma smettila un po'!<br />
MARIANDL Sciocco, babbeo!<br />
FLORIAN Babbeo!<br />
CORO<br />
La cosa più bella <strong>di</strong> tutte -<br />
allora ripete tutto?<br />
Ma smettila un po',<br />
sciocco, babbeo,<br />
babbeo!<br />
Intermezzo danzante. Gruppo.<br />
MARIANDL Sarò presto sposa -<br />
FLORIAN Sarò presto sposa -<br />
MARIANDL Poi certo non ripeterai -<br />
FLORIAN Poi certo non ripeterai -<br />
MARIANDL Parlerò tutto il giorno -<br />
FLORIAN Parlerò tutto il giorno -<br />
MARIANDL E tu starai zitto zitto.<br />
FLORIAN Si, zitto zitto!<br />
CORO<br />
Sarà presto sposa,<br />
poi certo egli non ripeterà,
ella parlerà tutto il giorno,<br />
ed egli starà zitto zitto,<br />
si, zitto zitto.<br />
95<br />
FLORIAN Perciò chiedo rapidamente -<br />
MARIANDL Perciò chiedo rapidamente -<br />
FLORIAN Se sono sod<strong>di</strong>sfatti -<br />
MARIANDL Se sono sod<strong>di</strong>sfatti -<br />
FLORIAN Se noi interrompiamo adesso -<br />
MARIANDL Se noi interrompiamo adesso -<br />
FLORIAN Le rimane l'ultima parola.<br />
MARIANDL L'ultima parola.<br />
CORO<br />
Perciò chiedo rapidamente,<br />
se sono sod<strong>di</strong>sfatti,<br />
se noi interrompiamo adesso,<br />
le rimane l'ultima parola,<br />
l'ultima parola.<br />
Danza. Alla fine tutti si raggruppano. Le statue risalgono sui pie<strong>di</strong>stalli, Amine su quello<br />
centrale, Eduard si inginocchia davanti a lei, Longimanus in pie<strong>di</strong> dall'altra parte. Florian<br />
si inginocchia davanti a Marianne. I vicini si raggruppano con lieta meraviglia.<br />
Cala il sipario.<br />
FINE
La fantasia incatenata<br />
Fèerie originale in due atti<br />
(Die gefesselte Phantasie. Original-Zauberspiel in zwei Aufzügen.)
PERSONAGGI<br />
APOLLO<br />
LA FANTASIA POETICA<br />
ERMIONE, regina della penisola Flora<br />
AFFRIDURO, gran sacerdote <strong>di</strong> Apollo<br />
VIPRIA<br />
le sorelle incantatrici<br />
ARROGANTIA<br />
DISTICHON, poeta <strong>di</strong> corte<br />
IL BUFFONE<br />
ODI, un cortigiano<br />
UN POETA<br />
AMPHIO, pastore del can<strong>di</strong>do gregge<br />
NACHTIGALL, arpista viennese<br />
L'OSTE della taverna Zum Hahn<br />
UN CALZOLAIO<br />
UNO STAGNAIO<br />
UNO STRANIERO<br />
UN CAMERIERE<br />
Il seguito <strong>di</strong> Ermione. Sacerdoti <strong>di</strong> Apollo. Coa<strong>di</strong>utori nei riti sacrificali. Poeti.<br />
Abitanti dell'isola. Diversi avventori.<br />
98
ATTO PRIMO<br />
SCENA PRIMA<br />
99<br />
Giar<strong>di</strong>no nel palazzo <strong>di</strong> Ermione. Al centro un trono imponente con ghirlande <strong>di</strong> violette su<br />
gra<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> fiori. Affriduro. O<strong>di</strong>. Coa<strong>di</strong>utori nei riti sacrificali. Abitanti dell'isola. Tutti in<br />
preda allo sgomento.<br />
Coro<br />
O dei, scagliate i vostri fulmini!<br />
Inviateli alla schiera delle Eumeni<strong>di</strong>!<br />
Dall'imponente trono <strong>di</strong> nubi<br />
punite l'insolente coppia <strong>di</strong> incantatrici.<br />
AFFRIDURO Avete riferito a Ermione che la preghiamo <strong>di</strong> presentarsi?<br />
ODI Già fatto.<br />
AFFRIDURO Non possiamo più tollerare l'impertinenza <strong>di</strong> queste sorelle incantatrici. Ce lo<br />
or<strong>di</strong>na Apollo stesso.<br />
ODI Ecco che arriva il poeta <strong>di</strong> corte.<br />
SCENA SECONDA<br />
Detti. Distichon con una grande quantità <strong>di</strong> rotoli <strong>di</strong> poesie.<br />
TUTTI gridano: Benvenuto, Distichon.<br />
DISTICHON solennemente: Rovina per queste ninfe incantatrici! La mia fantasia ha<br />
smaniato tutta la notte e ha quasi sfiancato il cavallo alato, finché Aurora non ha<br />
rischiarato le quaranta poesie ingiuriose, che il mio spirito creativo ha partorito<br />
questa notte.<br />
NUMEROSE PERSONE Eccone altre ancora. Le mostrano.<br />
DISTICHON Vi credo, poeti non ne mancano sulla nostra isola. Si chiama Flora perché<br />
questa dea l'ha ricoperta <strong>di</strong> fiorellini <strong>di</strong> tutte le specie. Non sappiamo cosa sia la neve,<br />
se non quando Zefiro ci cosparge <strong>di</strong> fiori bianchi, e questo eterno odore <strong>di</strong> fiori ci<br />
riempie <strong>di</strong> entusiasmo e ci consacra sacerdoti <strong>di</strong> Apollo. Anche il calzolaio, con una<br />
mano lavora al suo stivale e con l'altra tiene alta la lira dorata.<br />
Il suo spirito audace è affine a quello <strong>di</strong> Apollo,<br />
la cui lira ha corde simili al filo del calzolaio.<br />
AFFRIDURO Eppure adesso è tempo <strong>di</strong> scambiare la lira con il coraggio. Le sorelle<br />
incantatrici devono cadere.<br />
DISTICHON Le ucciderò con versi <strong>di</strong> quattro pie<strong>di</strong> a rime accoppiate.
100<br />
AFFRIDURO E' già passato un anno da quando le due sorelle incantatrici sono arrivate<br />
sulla nostra isola su una carrozza <strong>di</strong> nubi tirata da due leoni bianchi. Credevamo che<br />
le avessero mandate gli dei, ma presto venimmo a sapere che le aveva sputate l'Orco.<br />
Subito il loro potere magico e<strong>di</strong>ficò un castello, davanti al quale stanno <strong>di</strong> guar<strong>di</strong>a<br />
quei due leoni che uccidono chiunque si avvicini. Devastano i nostri campi e<br />
scagliano frecce avvelenate ai servitori del tempio.<br />
TUTTI Guai, guai a loro!<br />
SCENA TERZA<br />
Detti. Il buffone.<br />
BUFFONE con pathos: Guai, guai a loro! In realtà non so guai a chi, ma io sono un<br />
buffone e devo essere presente ovunque. Dunque guai a tutti voi, ma non a me.<br />
AFFRIDURO Ci fa piacere, buffone, che tu sia così giocondo.<br />
BUFFONE Sono sempre così in mezzo ai miei simili.<br />
DISTICHON Parla in modo assennato, si presenterà la sovrana?<br />
AFFRIDURO Abbiamo gran<strong>di</strong> cose da riferire.<br />
BUFFONE Arriva subito. Sta organizzando una festa generale alla quale, questa volta, non<br />
sono invitati solo tutti i poeti come sempre, ma anche la gente comune. Capito,<br />
Distichon?<br />
DISTICHON Non inviterà mica anche gli artigiani?<br />
BUFFONE Aha, temi che ce ne siano alcuni tra <strong>di</strong> loro a cui sei debitore.<br />
DISTICHON Non ho paura, sono orgoglioso che ci sia qualcuno che mi fa ancora cre<strong>di</strong>to.<br />
Chi non fa cre<strong>di</strong>to? A questo mondo tutto è in prestito. La vita stessa è solo merce<br />
data in prestito. La terra sulla quale camminiamo non è esente da debiti. Lo spazio in<br />
cui essa fluttua appartiene all'atmosfera, sarebbe cieca se il sole non le aprisse gli<br />
occhi. E anche il sole, quel <strong>di</strong>ssipatore, con quella casa tanto splendente, riceve<br />
sicuramente il suo oro raggiante da un mondo <strong>di</strong> usurai.<br />
BUFFONE Parli proprio come Socrate.<br />
DISTICHON Non invi<strong>di</strong>armi per la mia genialità. L'attività estetica regna su Flora, tu non<br />
sei dei nostri, noi lottiamo indefessamente per l'immortalità.<br />
BUFFONE O laboriosi abitanti <strong>di</strong> Flora, ozio si chiama il vostro mestiere. Voglio suggerirti<br />
un mezzo che ti renderà immortale. Il tempo che trascorri in ozio, capitalizzalo, e<br />
quando la tua misera vita si concluderà, cuciglielo <strong>di</strong>etro a mo' <strong>di</strong> toppa, così<br />
continuerai a vivere per tutta l'eternità.<br />
AFFRIDURO O buffone, come osi scherzare in modo tanto villano in mia presenza?<br />
BUFFONE Scusa, non mi riferivo a te, ti prenderò <strong>di</strong> mira un'altra volta. Egli ha fatto una<br />
poesia satirica su <strong>di</strong> me, perciò lo sobillerò finché avrò fiato.<br />
ODI Fate la pace, ho una cosa da rivelarvi.<br />
BUFFONE Cosa? Una novità? Nel frattempo armistizio. Forse ci sarà nuovo materiale per<br />
imprecare.<br />
ODI Dunque ascoltate! La nostra principessa è innamorata.<br />
DISTICHON Di chi?<br />
ODI Beh, guardate, questo non lo so.<br />
BUFFONE Ti prego, mantieni il segreto.<br />
AFFRIDURO Che cosa hai detto?
101<br />
ODI Quando ieri entrò nel silenzioso boschetto dove si intrattiene tanto volentieri, quatto<br />
quatto le andai <strong>di</strong>etro e vi<strong>di</strong> che tirò fuori dal petto una poesia, che baciò sicuramente<br />
più <strong>di</strong> venti volte.<br />
DISTICHON sospirando: Oh, fossi stato quella poesia!<br />
BUFFONE Allora sicuramente non l'avrebbe letta.<br />
ODI Poi entusiasta ha gridato: Solo un genio, capace <strong>di</strong> descrivere l'amore in questo modo,<br />
è degno del mio amore.<br />
DISTICHON in <strong>di</strong>sparte: Era una mia poesia? Sono io il fortunato?<br />
ODI Però in quel momento arrivò Amphio con il suo can<strong>di</strong>do gregge e mi sono<br />
allontanato.<br />
AFFRIDURO Dimmi un po' O<strong>di</strong>, come ha avuto Amphio, un forestiero in questo paese,<br />
l'onore <strong>di</strong> custo<strong>di</strong>re gli agnelli pre<strong>di</strong>letti <strong>di</strong> Ermione?<br />
ODI Ve lo racconterò. Questo pastore non mi sembra un tipo usuale. Un anno fa il<br />
guar<strong>di</strong>ano del gregge della principessa è stato assalito da un serpente, che lo avrebbe<br />
ucciso se non fosse saltato fuori da un cespuglio un giovane viandante che ammazzò<br />
l'animale. Era Amphio, l'audace giovanotto, e non ha chiesto alcun compenso se non<br />
un piccolo impiego nel nostro paese. Disse <strong>di</strong> essere un orfano che stava cercando<br />
fortuna tra i popoli stranieri, poiché non l'aveva trovata nel suo paese natio. Il<br />
guar<strong>di</strong>ano, mosso da gratitu<strong>di</strong>ne, si ricordò <strong>di</strong> possedere un toro dalle corna d'oro.<br />
DISTICHON Corna d'oro? L'avessi io questo toro, sarebbe un capitale.<br />
BUFFONE Io preferirei <strong>di</strong> gran lunga un cervo dalle corna d'oro, tutti gli anni frutterebbe<br />
interessi. Fa finta <strong>di</strong> deporre le corna.<br />
ODI Ora pensate, mosso da gratitu<strong>di</strong>ne, lo nomina tutore <strong>di</strong> questo toro.<br />
BUFFONE piange: O che delicata veglia, che bella tutela!<br />
ODI E poiché egli ha compiuto il proprio servizio tanto fedelmente, si è elevato presto a<br />
pastore del nostro can<strong>di</strong>do gregge. Eppure c'è qualcosa <strong>di</strong> misterioso in quel ragazzo,<br />
e non credo proprio che sia nato per fare il pastore.<br />
AFFRIDURO Si avvicina Ermione, tiratevi in<strong>di</strong>etro.<br />
SCENA QUARTA<br />
Detti. Ermione. Seguito.<br />
Coro<br />
Viva Ermione!<br />
Felice la regione<br />
in cui ella troneggia!<br />
ERMIONE E' veramente insolita l'ora in cui richiedete la mia presenza, ma non esiste<br />
tempo in cui io non vi appartenga. I nostri desideri si sono sempre salutati<br />
benevolmente, non credo che oggi si separeranno con ostilità. Esprimete ciò che<br />
desiderate!<br />
AFFRIDURO Per or<strong>di</strong>ne tuo, o regina, ho interpellato l'oracolo <strong>di</strong> Apollo, su come debba<br />
essere domata la superbia delle sorelle incantatrici e per sapere in che modo, per<br />
causa loro, un oscuro futuro minacci il nostro paese.<br />
ERMIONE E il responso dell'oracolo - ?<br />
AFFRIDURO La guerra e la rovina minacciano il vostro regno fiorito se non caccerete<br />
fuori le sorelle incantatrici.
102<br />
TUTTI Poveri noi!<br />
ERMIONE Cosa consigliano i miei saggi?<br />
DISTICHON avanza: Dunque ascoltami, nobile Ermione.<br />
BUFFONE salta nel mezzo: Per l'amor del cielo, ti lasci proprio andare. Devono parlare i<br />
saggi. Hai capito il contrario. Saresti un saggio, tu?<br />
DISTICHON Lo sono - oppure mi consideri un buffone?<br />
BUFFONE replicando in modo <strong>di</strong>screto: Mi hai risparmiato la fatica.<br />
DISTICHON Come mai?<br />
BUFFONE Cre<strong>di</strong> davvero fermamente <strong>di</strong> essere un saggio?<br />
DISTICHON in<strong>di</strong>gnato: Ebbene si.<br />
BUFFONE Sei tu stesso a considerarti un buffone, cosa posso farci io? Ho sempre pensato<br />
che tu fossi un saputello, ma <strong>di</strong> altra saggezza non ti credo capace.<br />
DISTICHON Penserò io a ricordartelo, bastardo <strong>di</strong> un giullare.<br />
ERMIONE Concludete la vostra <strong>di</strong>sputa. Parla, Affriduro. La violenza potrà salvarci?<br />
AFFRIDURO La violenza? Per la prima volta sento questa parola provenire da te.<br />
Discendente dalla stirpe del tuo benigno padre, hai sempre regnato con mitezza. Qui<br />
conosciamo solo poesia, canto e danza, il suono tagliente delle armi ci è sconosciuto,<br />
finora abbiamo condotto solo una vita arca<strong>di</strong>ca. Da una parte lo scudo <strong>di</strong> onde del<br />
mare protegge la spiaggia fiorita, dall'altra ripide montagne ci <strong>di</strong>vidono dal nostro<br />
potente vicino, il re <strong>di</strong> Athunt. Le armi ci sono estranee, conosciamo solo l'astuzia.<br />
BUFFONE Anch'io consiglio l'astuzia, qui si stanno facendo troppo insolenti, perciò<br />
bisogna catturarli come topi. In <strong>di</strong>sparte: Io piazzo una trappola adamantina e invece<br />
del lardo vi appendo due reti enormi.<br />
AFFRIDURO Ascolta dunque il decreto dell'oracolo. Il potere delle sorelle incantatrici non<br />
si lascerà vincere, fintanto che Ermione non si sposerà dando al paese un sovrano che<br />
sia degno <strong>di</strong> regnare al pari <strong>di</strong> lei. Quando ciò accadrà, quel potere scomparirà.<br />
Perciò ascolta la supplica <strong>di</strong> tutto il tuo regno e pren<strong>di</strong> il re <strong>di</strong> Athunt come tuo<br />
sposo, egli aspira alla tua mano. Tu possie<strong>di</strong> lo spirito, egli il coraggio e la potenza.<br />
Sceglilo prima che le sorelle incantatrici finiscano per spargere nel suo petto i semi<br />
dell'o<strong>di</strong>o ed egli pretenda con la forza ciò che tu hai rifiutato alla sua nobiltà d'animo.<br />
Non sfuggirai al destino, poiché le stelle profetizzano al nostro paese un sovrano<br />
della casa <strong>di</strong> Athunt.<br />
ERMIONE Quando due anni fa il re <strong>di</strong> Athunt comparve con suo figlio alla mia corte per<br />
chiedere la mia mano, gli confessai apertamente che, entusiasmata dal valore della<br />
poesia, avevo fatto voto al tempio <strong>di</strong> Apollo, <strong>di</strong> abbracciare come sposo solo un<br />
cantore <strong>di</strong> nobili canti, sia egli pure il più povero del mio popolo, basta che sia ricco<br />
<strong>di</strong> sentimento e <strong>di</strong> spirito nobile. Il re <strong>di</strong> Athunt derise quel giuramento, confessò che<br />
sapeva scrivere versi solo con la spada insanguinata. Se ne andò dalla mia corte,<br />
lasciandomi però la promessa che egli non avrebbe mai <strong>di</strong>sturbato la bella pace del<br />
mio paese. Cre<strong>di</strong> che abbia <strong>di</strong>menticato il mio giuramento? Solo a un figlio delle<br />
Muse concederò la mia mano.<br />
DISTICHON con orgoglio: La mia patria è il Parnaso.<br />
BUFFONE La mia è il Kahlenberg.<br />
AFFRIDURO Rifletti sul verdetto dell'oracolo e anche se non vuoi lui, fai comunque una<br />
scelta e salva con ciò i tuoi fedeli.<br />
ERMIONE tra sé: Che penoso imbarazzo. Che fare? - Il mio cuore non è libero.<br />
TUTTI si inginocchiano: Ti supplichiamo, sovrana.<br />
ERMIONE Orsù, sceglierò. Quando la luna ci mostrerà <strong>di</strong> nuovo la falce dorata, donerò la
103<br />
mia mano.<br />
TUTTI Viva Ermione!<br />
ERMIONE Fino ad allora rivestirò la corazza del mio orgoglio con il morbido velluto<br />
dell'astuzia e cercherò <strong>di</strong> sconfiggere le sorelle incantatrici con parole delicate.<br />
Correte al loro castello e invitatele qui.<br />
ODI guarda fuori e si spaventa: O dei, guardate, sono già là. Vagano per la campagna e<br />
danno la caccia ai corvi bianchi.<br />
ERMIONE Dunque corri fuori e chiamale.<br />
ODI impaurito: Io?<br />
ERMIONE Si, tu!<br />
ODI Perdono, non oso.<br />
AFFRIDURO Allora sei proprio un coniglio bell'e buono?<br />
BUFFONE O no, è solo una zampa <strong>di</strong> coniglio.<br />
ERMIONE Nessuno lo fa vergognare?<br />
DISTICHON ar<strong>di</strong>tamente, tra sé: Coraggio, Distichon! Le ruberai il cuore. A voce alta:<br />
Vado a chiamarle io. Esce <strong>di</strong> corsa.<br />
BUFFONE fa finta <strong>di</strong> raccogliere qualcosa da terra: Pss! Pss! Fa cenno a Distichon <strong>di</strong><br />
tornare in<strong>di</strong>etro. Amico!<br />
ERMIONE Che fai, buffone?<br />
BUFFONE Nell'andare via ha perso la paura, intanto gliela raccolgo. Fa finta <strong>di</strong> infilarla<br />
nel sacco.<br />
ODI E' già là che sta parlando con loro, - lo minacciano, sta scappando via.<br />
ERMIONE Vergogna!<br />
ODI Gli scagliano <strong>di</strong>etro delle frecce. Grida: E' stato colpito.<br />
ERMIONE impaurita: O dei!<br />
ODI Ha una freccia nel polpaccio.<br />
BUFFONE Adesso abbiamo anche un coniglio lardellato.<br />
ERMIONE Allora è caduto?<br />
ODI No, sta correndo, è già qui.<br />
SCENA QUINTA<br />
Detti. Distichon con una freccia infilata nel polpaccio.<br />
DISTICHON senza fiato: Ecco fatto!<br />
ERMIONE si copre il viso: Sei ferito, figlio della sventura?<br />
DISTICHON Al cuore, regina.<br />
ERMIONE Ma no, alla gamba.<br />
DISTICHON Non è possibile! Si guarda e si sorprende: Ah, Questo proprio non l'avevo<br />
notato!<br />
BUFFONE gli sfila via la freccia: Che fortuna quando si hanno le gambe finte.<br />
Invulnerabile come Achille.<br />
DISTICHON<br />
Un astuto condottiero sa trincerarsi,<br />
il braccio si consacra alla battaglia, il piede serve per ballare.
SCENA SESTA<br />
104<br />
Detti. Le sorelle incantatrici, Vipria e Arrogantia in abiti tigreschi, con archi e frecce,<br />
entrano veloci e con audacia. Generale grido <strong>di</strong> sgomento.<br />
TUTTI con terrore: Le sorelle incantatrici!<br />
Si fermano tutti irrigi<strong>di</strong>ti formando dei gruppi.<br />
VIPRIA Hahaha! Hai sentito? Siamo state annunciate.<br />
ARROGANTIA con <strong>di</strong>sprezzo: Ah, popolo pauroso. La paura è <strong>di</strong> casa qui.<br />
VIPRIA Beh? Cosa c'è? Avete guardato la testa <strong>di</strong> Medusa tanto che la vostra si è<br />
impietrita? -<br />
ARROGANTIA Siamo state invitate a una comme<strong>di</strong>a visto che ci viene presentato un<br />
tableau? Dove sei, Ermione, tu che ci hai fatto chiamare?<br />
ERMIONE Chie<strong>di</strong> con più delicatezza, se desideri saperlo, tale domanda ha per risposta la<br />
morte.<br />
VIPRIA con scherno: Dove si trattiene dunque l'illustrissima signora padrona? Con tono <strong>di</strong><br />
comando: Chi sei tu dunque? Se sei la domestica <strong>di</strong> casa, sciogli i lacci della mia<br />
scarpa. Aha, tu qui sei la bella damigella <strong>di</strong> camera, vuoi essere vezzeggiata,<br />
annunciaci allora, <strong>di</strong>spensa il perdono, ti preghiamo: annuncia due povere sorelle<br />
incantatrici, baceremo la polvere all'orlo del tuo vestito. Lo simulano.<br />
ERMIONE a<strong>di</strong>rata: Fatele uscire. Sono io in persona, sono Ermione.<br />
VIPRIA Non è possibile! Ah perdono, non ti avevo proprio riconosciuta, ti avevamo<br />
immaginata completamente <strong>di</strong>versa. Ad Arrogantia: Ha proprio delle belle guance.<br />
ARROGANTIA Una figura normale.<br />
VIPRIA Ha un aspetto così <strong>di</strong>messo.<br />
ARROGANTIA Direi quasi alla buona.<br />
VIPRIA abbracciando Ermione con ipocrisia: Ci fa infinitamente piacere.<br />
ARROGANTIA fa altrettanto: Sono sommamente affascinata.<br />
BUFFONE O erbaccia <strong>di</strong> cicuta cosparsa <strong>di</strong> zucchero!<br />
AFFRIDURO Come puoi sopportarlo, Zeus?<br />
BUFFONE Eccolo, ora viene fuori con il suo Zeus.<br />
ERMIONE tra sé: Battiti, orgoglio mio! E' per la buona sorte del mio paese.<br />
VIPRIA Abiti qui, graziosissima? Un bel boschetto <strong>di</strong> fiori.<br />
ERMIONE E' il mio giar<strong>di</strong>no preferito.<br />
VIPRIA E una servitù gentile. Il buffone le fa un inchino. Quelle figure? Guarda<br />
attraverso una lorgnette.<br />
ARROGANTIA E' costruito come un telegrafo.<br />
VIPRIA E' stato messo qui nel giar<strong>di</strong>no per far da spaventapasseri?<br />
BUFFONE Devo scacciare i pipistrelli, ma oggi ne sono entrati dentro un paio.<br />
ARROGANTIA Chi sei tu, amico sfrontato?<br />
BUFFONE E' meglio non <strong>di</strong>rlo.<br />
ERMIONE E' il mio buffone.<br />
VIPRIA Bravissimo. Sei l'unico buffone su quest'isola?<br />
BUFFONE No. In<strong>di</strong>cando Distichon: Ho qui l'onore <strong>di</strong> presentartene un altro.<br />
VIPRIA Bene, Ermione, ci piace il tuo regno.<br />
ARROGANTIA Eppure abbiamo viaggiato per tutto il mondo. Abbiamo visto i campi <strong>di</strong><br />
spezie dell'In<strong>di</strong>a.<br />
VIPRIA E i terreni <strong>di</strong> Matzleinsdorf.
105<br />
ARROGANTIA Le pirami<strong>di</strong> d'Egitto -<br />
VIPRIA La Spinnerin am Kreuz.<br />
ARROGANTIA La cima del Monte Bianco -<br />
VIPRIA Il Tiefer Graben a Vienna.<br />
ARROGANTIA Il deserto dell'Arabia -<br />
VIPRIA E i bei prati rivieraschi <strong>di</strong> Nu?dorf.<br />
ARROGANTIA Ma fra tutti questi mon<strong>di</strong> ci siamo scelte due isole pre<strong>di</strong>lette.<br />
VIPRIA La mia si trova sul Danubio.<br />
ARROGANTIA La mia si chiama Flora.<br />
ERMIONE Se amate quest'isola rispettate anche la sua pace e non <strong>di</strong>sturbatela con<br />
sfrontata superbia.<br />
ARROGANTIA con impeto: Chi?<br />
VIPRIA arrabbiandosi: Cosa? -<br />
ERMIONE Perdonatemi se ho scelto questa espressione dura, vi prego, risparmiate la<br />
felicità <strong>di</strong> questa terra.<br />
VIPRIA Non parlare oltre! Dunque per questo ci hai fatto chiamare?<br />
ARROGANTIA Per far qui la parte <strong>di</strong> un mentore.<br />
VIPRIA Sappi dunque che ti o<strong>di</strong>amo come veleno <strong>di</strong> serpente.<br />
ERMIONE Cosa vi ho fatto?<br />
VIPRIA Quando siamo arrivate sulla tua isola, avresti dovuto supplicarci per avere<br />
protezione. Invece ci hai accolte con <strong>di</strong>sprezzo.<br />
ARROGANTIA Non ci hai invitate neppure al tè, questo ha irritato molto mia sorella.<br />
VIPRIA ad Arrogantia: Non <strong>di</strong>re sciocchezze, taci.<br />
ARROGANTIA Perché? Il tè è il tuo lato debole.<br />
BUFFONE in <strong>di</strong>sparte: Ne ha già avuto abbastanza.<br />
VIPRIA ad Arrogantia: Non mandarmi in collera e taci.<br />
ARROGANTIA Che cosa hai da or<strong>di</strong>narmi?<br />
VIPRIA con veemenza: Voglio che sia così!<br />
ARROGANTIA allo stesso modo: Io no!<br />
BUFFONE Ora le signore cominciano ad azzuffarsi.<br />
VIPRIA ad Arrogantia: Un'altra volta. A Ermione: A te, donna impudente!<br />
ERMIONE Fermatevi, questo è troppo, la forza non deve poter nulla contro <strong>di</strong> voi?<br />
Prendetele, presto.<br />
Tutti fanno per andare verso <strong>di</strong> loro.<br />
VIPRIA e ARROGANTIA tendono i loro archi velocemente: Chi osa? -<br />
DISTICHON si tira in<strong>di</strong>etro impaurito: Io no -<br />
BUFFONE allo stesso modo: Io neppure.<br />
VIPRIA Allontanatevi alla svelta, venderemo all'asta la vostra vita. Minaccia con l'arco<br />
teso.<br />
BUFFONE Non attenderò la fine della licitazione. Corre via.<br />
ODI Io sono fuori già alla prima offerta. Esce <strong>di</strong> corsa.<br />
ARROGANTIA a Distichon: Quanto offri per la tua? Presto!<br />
DISTICHON esce impaurito: Alzo i tacchi.<br />
VIPRIA ad Affriduro: E tu, hai una vita in più per la nostra freccia?<br />
AFFRIDURO Ne ho una sola e ne ho bisogno io stesso. Ad<strong>di</strong>o. Esce<br />
ARROGANTIA E voi?<br />
TUTTI Noi scappiamo!<br />
Escono tutti in modo <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>nato.
106<br />
VIPRIA trionfante: Hahaha, virtuosi in preda al terrore.<br />
ARROGANTIA Adesso sei stata abbandonata.<br />
VIPRIA Riconosci il nostro potere.<br />
ERMIONE piangendo: Povera me!<br />
ARROGANTIA sarcastica: Perché piangi?<br />
VIPRIA allo stesso modo: Oh, povera tortorella che non sei altro.<br />
ERMIONE Lo scherno si ritorca sulle vostre teste, infime serve della magia! E nel<br />
<strong>di</strong>leguarvi, non avvelenate il boschetto con il vostro alito.<br />
VIPRIA Dai vieni. Lasciamola.<br />
ARROGANTIA Ma il nostro o<strong>di</strong>o le rimarrà.<br />
VIPRIA E questo terreno, variopinto testimone della <strong>di</strong>scor<strong>di</strong>a a cui ha assistito con occhio<br />
vivace, dovrà essere trasformato in deserto. Tira fuori una stella. Stella magica,<br />
sottratta all'Ecate oscura, sii adesso con me. A Ermione: Ami questo tempio fiorito?<br />
Abbatterò le sue colonne e al loro posto metterò un'ortica coperta <strong>di</strong> melma, segno <strong>di</strong><br />
putrefazione. Solleva lo sguardo.<br />
Il giar<strong>di</strong>no crolla, compaiono una palude e alberi <strong>di</strong>sseccati sui cui rami si trovano alcuni<br />
corvi mentre altri svolazzano nello spazio oscuro. L'insieme forma una scena orribile. Il<br />
vento sibila in modo spaventoso.<br />
ERMIONE rabbrividendo: Terribile!<br />
VIPRIA La mia vendetta sarà insaziabile, uguale alla fame <strong>di</strong> Erisittone, ovunque ti<br />
punzecchierò e ti perseguiterò, ti spierò da ogni filo d'erba.<br />
ARROGANTIA Da ogni erbaccia tenderò il collo.<br />
VIPRIA Finché la <strong>di</strong>sperazione non ti trascinerà supplice ai miei pie<strong>di</strong>. Solo allora Vipria si<br />
placherà. Estenuata: Ah, che ne sarà <strong>di</strong> me. Sono troppo debole per il mio furore.<br />
ARROGANTIA delicatamente: Ti sei stancata cara sorellina. Oh, appoggiati al mio<br />
braccio.<br />
VIPRIA beffarda: Ti ringrazio! Di soppiatto: Come sei giunta a questa tenerezza?<br />
ARROGANTIA <strong>di</strong> soppiatto: Dalla malvagità, è ciò che la fa a<strong>di</strong>rare. A voce alta: E'<br />
l'armonia dei nostri cuori. Se tu soffri, soffro anche io.<br />
VIPRIA teneramente: Oh, che brava bambina! La abbraccia affettuosamente. Poi con<br />
sguardo penetrante verso Ermione: Aspetta, vipera! Debolmente ad Arrogantia:<br />
Accompagnami, Arrogantia! Esce appoggiata ad Arrogantia.<br />
ERMIONE da sola: O dei, cosa ho fatto per meritarmi la vostra male<strong>di</strong>zione? Umiliata e da<br />
chi? Dal mio stesso sesso. Fosse almeno un potente mago, ma il fatto che siano<br />
donne a vincermi, mi offende proprio gravemente e se, come Argo, avessi cento<br />
occhi, si riempirebbero tutti <strong>di</strong> lacrime <strong>di</strong> fronte a questo <strong>di</strong>sonore. O Amphio, se tu<br />
potessi aiutarmi a sopportare questo dolore! Ma basta! L'oracolo non ha stabilito che<br />
se scelgo un marito, si annienta il potere della genia incantatrice? Allora posso <strong>di</strong>re al<br />
mio popolo che amo un pastore? E potrei mai sceglierne un altro? Non ne sono<br />
capace, non sono le ghirlande <strong>di</strong> rosa <strong>di</strong> Amore che mi legano a lui, bensì <strong>di</strong> ferro<br />
sono i lacci che incatenano il mio cuore al suo. Ma come? Minerva mi ha toccato? Si,<br />
è così - dunque egli deve vincere, così sarà mio, posso fare affidamento sul suo<br />
spirito. Il buffone si affaccia alle quinte. Cosa cerchi, buffone?
SCENA SETTIMA<br />
107<br />
Detti. Buffone. Poi Distichon, Affriduro, O<strong>di</strong>, il popolo.<br />
BUFFONE Devo fare una perlustrazione, non osano entrare. Entrate pure, eroi <strong>di</strong> Flora, il<br />
nemico è andato via, avete vinto.<br />
TUTTI entrano correndo e si gettano ai pie<strong>di</strong> <strong>di</strong> Ermione: Viva Ermione! Ti giuriamo<br />
fedeltà eterna.<br />
DISTICHON Solo per un attimo ci ha vinti la paura, è passata, adesso conta pure sulla<br />
nostra forza.<br />
ERMIONE Conto su <strong>di</strong> loro come sulle bellezze <strong>di</strong> questo territorio.<br />
TUTTI danno un'occhiata: Ah! Che cosa è?<br />
DISTICHON da un'occhiata: Maledetta stregoneria, la fulgida natura trasformata in<br />
melma!<br />
ERMIONE Una fiorente immagine del vostro coraggio. E' affidabile quanto questa palude,<br />
chi si fida, sprofonda. Perciò non gli affiderò più il mio benessere. Seguirò il segno<br />
dell'oracolo, già questa sera la mia terra dovrà essere salvata, mi sposerò oggi stesso,<br />
affinché già il sole <strong>di</strong> domani illumini l'impotenza <strong>di</strong> quelle incantatrici. Affriduro corri<br />
ad adornare il tempio <strong>di</strong> Apollo, fra un'ora siate là riuniti per ascoltare il mio<br />
giuramento: concederò oggi stesso la mia mano a colui il quale, entro il battere della<br />
settima ora, comporrà una poesia per me, il cui valore sia superiore a tutte le altre.<br />
Non importa quale terra lo abbia generato, se lo adorna un alloro o se ha scelto un<br />
bastone da pastore. Sfido dunque la vostra poesia, visto che non siete capaci <strong>di</strong><br />
combattere per me con la forza dei vostri ten<strong>di</strong>ni, allora combattete per me con il<br />
vigore dei pensieri. La fantasia vi porti la ban<strong>di</strong>era, l'intelletto si attacchi all'elmo,<br />
l'arguzia sia il vostro dardo, sistemate i versi in righe serrate, invece della tromba fate<br />
suonare la rima, dunque avanzate e combattete per il premio!<br />
Tre corone al contempo:<br />
il mio cuore, l'alloro e questo regno.<br />
Esce.<br />
Dalla parte opposta escono anche Affriduro con gli idolatri.<br />
NUMEROSE PERSONE Ah! Ci siamo!<br />
DISTICHON in estasi, rapidamente:<br />
Spiriti dei poeti,<br />
ascoltate il maestro,<br />
spronate il cavallo,<br />
non siate pigri!<br />
Tirate fuori le vostre penne<br />
dagli astucci <strong>di</strong> cuoio,<br />
iniziate a scrivere,<br />
il premio è grande.<br />
Lo sguardo <strong>di</strong> Fortuna<br />
annuncia successo.<br />
BUFFONE Ahimè, sogno o son desto? Questo è troppo! Ora comincia con dei <strong>di</strong>sgustosi<br />
giambi. Hahaha!<br />
DISTICHON Cosa ri<strong>di</strong>, imbecille, testa <strong>di</strong> rapa nata dalla luna?
108<br />
BUFFONE Vergogna della vergogna, dovrete conquistare la mano della sovrana con una<br />
poesia, visto che siete tanto paurosi da fuggire alla vista <strong>di</strong> un ragno. Oh, eroi della<br />
preistoria! Prendete un po' esempio dal Teseo <strong>di</strong> Canova che tiene per la chioma il<br />
Minotauro già da <strong>di</strong>eci anni e non lo molla. Questo è un eroe.<br />
E voi bricconi<br />
scrivete poesie<br />
piene <strong>di</strong> piagnucolii,<br />
o teste <strong>di</strong> rapa<br />
<strong>di</strong> questa isola.<br />
Apollo, capo <strong>di</strong> tutti i poeti, sbatti la tua lira sulle loro teste, i padri dalla tomba provano<br />
vergogna per loro.<br />
DISTICHON Mio padre era un eroe.<br />
BUFFONE Anche il mio, era Hanswurst che ha battuto Arlecchino.<br />
ODI Lo siamo anche noi.<br />
BUFFONE grida spaventato: Le sorelle incantatrici!<br />
TUTTI spaventati, fanno per scappare: Aiuto!<br />
BUFFONE Haha, probatum est! O spille ornamentali venute al mondo per tremare. Fatevi<br />
costruire un asino grande come il cavallo <strong>di</strong> Troia e rintanatevi lì dentro con il vostro<br />
coraggio.<br />
DISTICHON No, questo è il colmo!<br />
Su, fratelli<br />
<strong>di</strong> nobili canti,<br />
gettatelo a terra.<br />
Cominciano a picchiarlo.<br />
BUFFONE cadendo: Adesso scrivono sulla mia gobba.<br />
ODI Trionfo, il mostro è vinto.<br />
DISTICHON Io gli ho dato un colpo alla testa.<br />
ODI con gioia maligna: Io gliene ho dato uno sulle costole.<br />
DISTICHON Facciamo incidere il nostro nome su rame.<br />
TUTTI Viva Distichon, eroe valoroso.<br />
Escono tutti.<br />
BUFFONE fregandosi la schiena: Il campo <strong>di</strong> battaglia è vuoto. Ah! Questo si che è uno<br />
scontro, ce ne sono state per tutti, nessuno escluso. Ma - onore al merito, uno tra<br />
loro ce l'ha. Se è un poeta ha una forza shakespeariana. Pensieroso: O destino <strong>di</strong> un<br />
buffone! Nato fra i grassi pascoli d'Austria, istruito fino al collo, poi cameriere<br />
particolare <strong>di</strong> un lord sconosciuto, gettato su questa spiaggia della codar<strong>di</strong>a e della<br />
stupi<strong>di</strong>tà. Per misericor<strong>di</strong>a mi hanno assunto come buffone <strong>di</strong> corte, io che ho più<br />
spirito nei pollici <strong>di</strong> quanto ne sia, da centomila anni, in tutte le teste <strong>di</strong> questo paese<br />
delle favole. E ora a voi, velenosi rospi incantatori, poiché non siete donne. Rispetto<br />
per tutte le altre donne: onorate le signore, esse intrecciano e tessono. Basta, il resto<br />
non mi viene più in mente - ma queste non sono donne, sono figlie del cortese<br />
Cerbero e dell'affascinante Idra. Perciò vi imploro, o quattro venti del cielo,<br />
chiamatemi a raccolta a suon <strong>di</strong> tromba, tutte le malattie <strong>di</strong> questo secolo tisico e<br />
lasciatele a mia <strong>di</strong>sposizione. Venite qui, do<strong>di</strong>ci mesi <strong>di</strong> questo anno profondamente<br />
offeso, male<strong>di</strong>rò l'intero calendario e ne farò loro dono per capodanno.<br />
Molto dolcemente inizia Gennaio<br />
con raffreddore, mal <strong>di</strong> collo e catarro.<br />
Di sera lievi dolori articolari,
Esce.<br />
109<br />
da far mordere le labbra per il dolore.<br />
Poi, visto che entrambe sono vanesie,<br />
<strong>di</strong>venteranno una sorda, l'altra cieca<br />
e che i loro graziosi visetti<br />
si ricoprano <strong>di</strong> brufoletti.<br />
A Febbraio lascio la scelta<br />
<strong>di</strong> pensare la sua propria pena.<br />
La gotta va bene, ma preferirei augurare<br />
la clorosi o la febbre gialla.<br />
Marzo e Aprile procurate fitte ai fianchi,<br />
Maggio dovrà ven<strong>di</strong>carsi con i crampi.<br />
A Giugno tutt'al più pioggia,<br />
in modo che abbiano l'idropisia al collo.<br />
Luglio è il momento dell'estate<br />
in cui ci si <strong>di</strong>verte nella verde campagna.<br />
Solo per loro non fiorisca alcuna valle,<br />
tutto il mondo <strong>di</strong>venti il loro ospedale.<br />
Ad Agosto la fame si farà ardente,<br />
ma il loro stomaco rimanga freddo come ghiaccio.<br />
Niente ostacoli il progre<strong>di</strong>re del loro appetito,<br />
magari l'una <strong>di</strong>vorerà l'altra.<br />
Settembre spargi rugiada avvelenata,<br />
che colori <strong>di</strong> grigio i loro capelli.<br />
Ottobre richiama a casa la foglia,<br />
e i loro denti si spezzeranno.<br />
A Novembre cade il loro onomastico,<br />
manderò in dono la peste.<br />
E prima che arrivi Dicembre<br />
già saranno in agonia.<br />
Eppure il <strong>di</strong>vertimento non è ancora guastato.<br />
Appena crederanno <strong>di</strong> essere morte,<br />
facendo inorri<strong>di</strong>re il mondo, vomiteranno ancora<br />
due draghi velenosi.<br />
Allora il tempo, per loro supplizio, apporrà<br />
il sigillo dell'eternità.<br />
Il mio buon cuore porge lieto alle sorelle<br />
l'augurio per il nuovo anno.
SCENA OTTAVA<br />
110<br />
Cambiamento <strong>di</strong> scena.<br />
Valle romantica. Alcuni agnelli bianchi pascolano sulle colline. Amphio è seduto su una<br />
pietra e suona un canto delicato con il suo flauto. In primo piano si trovano due naia<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
pietra su pie<strong>di</strong>stalli, a grandezza naturale, poste su recipienti d'acqua.<br />
AMPHIO da solo: Dove ti attar<strong>di</strong> oggi, nobile Fantasia, tanto che la tua immagine ancora<br />
non si <strong>di</strong>pinge nell'azzurro etere e non si abbassa a me con vivaci oscillazioni? Come<br />
il me<strong>di</strong>co, che ogni giorno visita i malati, ogni mattino tu scen<strong>di</strong> dolcemente su <strong>di</strong> me,<br />
per guarire il mio spirito malato d'amore. Ispirato da te, ho intonato quei canti che<br />
conquistarono il cuore della regina, a te devo la bella speranza <strong>di</strong> governare questo<br />
regno per la mano a Ermione. Il suo amore può <strong>di</strong>rsi mio, ella stessa me lo ha<br />
confessato. Adesso rivelerò il mio rango per condurre a casa la sposa regale. Prima<br />
però devo confidartelo, nobile Fantasia, tu hai addomesticato in me il coraggio, mi<br />
hai fatto <strong>di</strong>ventare un pastore silenzioso e solo il tuo consiglio dovrà stabilire se potrò<br />
tirare via il velo da questa immagine illusoria. Ma cosa vedo? Un altro sole risplende<br />
là verso <strong>di</strong> me, è Ermione che corre su quella collina. E' la gioia? E' la paura, che<br />
accelera così il suo passo?<br />
SCENA NONA<br />
Detto. Ermione.<br />
AMPHIO le corre incontro e cade ai suoi pie<strong>di</strong>: Sovrana!<br />
ERMIONE per tutta la scena parla velocemente e in modo concitato: Non oggi, ho<br />
ceduto il potere al tempo, sono schiava della mia fretta.<br />
AMPHIO Sono preoccupato per te. Cosa combatte in te?<br />
ERMIONE La fiducia contro la paura. Il mio popolo, il furore delle ninfe incantatrici, è<br />
Apollo stesso a or<strong>di</strong>nare che io leghi il mio cuore oggi stesso.<br />
AMPHIO Il tuo cuore, è ancora tuo?<br />
ERMIONE con delicatezza: Tu lo sai. Ma la mia mano -<br />
AMPHIO Povero me!<br />
ERMIONE Stai calmo, Amphio, una bella vittoria arride al tuo spirito. Nuovamente<br />
convinta dalla poesia che mi hai consegnato ieri, che in confronto a tutti i poeti del<br />
mio regno tu sei un Creso della fantasia, ho osato l'ar<strong>di</strong>to giuramento <strong>di</strong> nominarti<br />
sposo questa sera stessa: chi entro la settima ora mi consegnerà la più bella lirica,<br />
otterrà oggi stesso la mia mano e questo regno.<br />
AMPHIO Oh, come mi ren<strong>di</strong> felice. In <strong>di</strong>sparte, in fretta: Ah, segno della Fantasia, solo<br />
l'arte poetica dovrà conquistare l'alto premio. No, non mi scoprirò ancora, la più alta<br />
felicità dovrà <strong>di</strong>ventare mia solo grazie a me stesso.<br />
ERMIONE Perché confi<strong>di</strong> le tue parole ai venti? Sei turbato?<br />
AMPHIO Perdono, la gioia danza con i miei sensi, confida in me e nella forza del mio<br />
amore, mia sarà la vittoria, io combatterò per te, per questo motivo la sensibilità dei<br />
poeti del tuo paese sarà rugiada in confronto al mare dei miei sentimenti.<br />
ERMIONE Si, ho fiducia in te, la speranza agita la ban<strong>di</strong>era dorata. Ma ora ad<strong>di</strong>o, corro al<br />
tempio per convalidare il giuramento. E quando il sole scenderà nel grembo argentato
111<br />
del mare, io cadrò riconoscente al tuo petto, o vincitore. Ma ora nascon<strong>di</strong>ti in fretta,<br />
mi stanno cercando. Poi corri al tempio. Là, per bocca dell'oracolo, ti sarà reso noto<br />
il soggetto del componimento encomiastico.<br />
AMPHIO Ad<strong>di</strong>o, abbi fiducia in me. Esce <strong>di</strong> corsa.<br />
SCENA DECIMA<br />
Detta. Buffone.<br />
BUFFONE Perdono, sono corso prima, profon<strong>di</strong>ssimamente devoto, per venirti a<br />
prendere.<br />
ERMIONE Sei venuto da solo?<br />
BUFFONE O no, un buffone ne porta <strong>di</strong>eci. In<strong>di</strong>ca la scena.<br />
AFFRIDURO entra e si inchina: Io sono il secondo - breve pausa - e porto la notizia che<br />
Apollo ti sta aspettando.<br />
O<strong>di</strong> e otto abitanti dell'isola entrano e si inchinano.<br />
ODI Noi siamo gli altri - e veniamo a prenderti.<br />
Poi si mettono cinque da una parte, quattro dall'altra in modo che Affriduro sia il decimo.<br />
BUFFONE Mantengo la parola, il numero è completo.<br />
ERMIONE Seguitemi dunque. Esce.<br />
Tutti <strong>di</strong>etro <strong>di</strong> lei.<br />
BUFFONE Voi buffoni andate avanti, il saggio vi seguirà. Esce con sussiego <strong>di</strong>etro <strong>di</strong><br />
loro.<br />
SCENA UNDICESIMA<br />
Le due statue <strong>di</strong>stese spariscono e al loro posto, sui pie<strong>di</strong>stalli, nella stessa posizione, si<br />
trovano le sorelle incantatrici, che saltano su rabbiosamente e vanno avanti e in<strong>di</strong>etro.<br />
VIPRIA No, questo è troppo. Ama un pastore. Neppure il sole ha mai visto una cosa<br />
simile. E' veramente bello? Non l'ho osservato con attenzione.<br />
ARROGANTIA Ha l'occhio brillante.<br />
VIPRIA Sul serio?<br />
ARROGANTIA E labbra come rubini.<br />
VIPRIA Allora avrebbe dovuto innamorarsi <strong>di</strong> noi, non <strong>di</strong> lei.<br />
ARROGANTIA Sono della stessa opinione.<br />
VIPRIA Non potrà averlo. Come posso impe<strong>di</strong>rlo?<br />
ARROGANTIA Ah, rifletti sorellina, ti prego.<br />
VIPRIA Pazienza. Con una poesia la sua mano gli apparterrà? Non è così? Dobbiamo fargli<br />
perdere il gusto <strong>di</strong> poetare. Ma come? Lo chiedo a te, stella magica. Tira fuori la<br />
stella e vi guarda dentro, fa un balzo: Ehi, cosa si riflette in te? Cosa oscilla là nel<br />
blu del cielo? Guarda su!<br />
ARROGANTIA guarda in alto: E' un'aquila.<br />
VIPRIA Ti sbagli, è la Fantasia, va da Amphio, ha lodato per lui la mano <strong>di</strong> Ermione.<br />
ARROGANTIA Così egli ha detto.<br />
VIPRIA Ora riprendo vigore, il mio piano è maturo. La prenderemo e poi la<br />
imprigioneremo. Poi voglio vedere chi scriverà una poesia qui.
112<br />
ARROGANTIA Io ho molto ingegno, eppure non ti capisco.<br />
VIPRIA Capisco! Chi può comporre poesie? E' la Fantasia che crea pensieri poetici. Se la<br />
teniamo prigioniera, a nessun poeta verrà in mente qualcosa.<br />
ARROGANTIA Allora non verrà fatta alcuna gara <strong>di</strong> poesia?<br />
VIPRIA Verrà fatta questa sera stessa. Però costringerò la Fantasia a ispirare colui, che io<br />
avrò destinato quale sposo <strong>di</strong> Ermione e come sarà il suo aspetto puoi certo<br />
immaginartelo ed ella dovrà prenderlo, se egli offrirà il miglior componimento<br />
poetico, lo sta giurando in questo istante nel tempio <strong>di</strong> Apollo.<br />
ARROGANTIA Un bel piano. Nascon<strong>di</strong>amoci ora.<br />
VIPRIA Vola pure, uccellino mio, volerai nella nostra rete.<br />
Entrambe si nascondono, ricompaiono le statue al loro posto precedente. Inizia il<br />
ritornello dell'aria. La Fantasia scende dolcemente sulla nebbia rosea ad ali spiegate<br />
color dell'iride.<br />
LA FANTASIA<br />
Sono una creatura dalle maniere semplici,<br />
un bimbo dai mille capricci,<br />
che unisce la cosa più umile a quella più nobile,<br />
è davvero sorprendente.<br />
Per farla breve sono uno spirito forte,<br />
in me vedono la Fantasia.<br />
Al pubblico<br />
Se la cruda realtà<br />
ferisse i Loro cuori,<br />
si rifugino nel mio regno,<br />
allevierò i Loro dolori.<br />
Poiché tutta la felicità, anche se non lo si crede,<br />
alla fine è davvero solo fantasia.<br />
Nella sfrenatezza poetica<br />
percorro in volo gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>stanze.<br />
Il sole lo infilo nel cappello<br />
e gioco a da<strong>di</strong> con le stelle,<br />
ma prima della melo<strong>di</strong>a dell'applauso<br />
la Fantasia si inchina profondamente.<br />
Fa un profondo inchino.<br />
Ma è proprio una vergogna che la Fantasia, che viene dall'alto, appaia come me<strong>di</strong>atrice in<br />
un romanzo d'amore. Apollo stesso unirà questa coppietta, poiché, detto tra noi, egli<br />
è un vanesio, come molti poeti e il giuramento <strong>di</strong> Ermione <strong>di</strong> scegliere solamente un<br />
poeta, lo ha talmente entusiasmato, che mi ha raccomandato <strong>di</strong> educare per lei<br />
Amphio come poeta e buon marito, educare - nota bene, perché <strong>di</strong> solito i poeti più<br />
educati, sono i mariti più maleducati. Ecco che arriva il mio can<strong>di</strong>dato, lo prenderò<br />
un po' in giro.
SCENA DODICESIMA<br />
Amphio. La Fantasia.<br />
113<br />
FANTASIA Bene, mio poetico amico, come ci siamo comportati? Il nostro sonetto <strong>di</strong> ieri<br />
ha strettito più saldamente i lacci <strong>di</strong> Afro<strong>di</strong>te?<br />
AMPHIO E' in tuo potere legarli per l'eternità.<br />
FANTASIA piange in modo infantile: Io, povera bambina, devo sposare gli altri e per me<br />
stessa mai brillerà la fiaccola <strong>di</strong> Imene. Nasconde il volto.<br />
AMPHIO preoccupato: Chi <strong>di</strong>sdegnerebbe la tua mano?<br />
FANTASIA scoppia in una sonora risata: Pensi che lo <strong>di</strong>ca sul serio? Cosa me ne importa<br />
<strong>degli</strong> uomini <strong>di</strong> questo mondo terreno, cosa conta per me un Apollo umano! Io sono<br />
la Fantasia, con la mia stessa forza posso creare un'immagine della più alta bellezza,<br />
poiché dall'etere roseo, posso plasmarmi lo sposo secondo l'affascinante figura <strong>di</strong><br />
Adone, nel cervello gli metto la saggezza <strong>di</strong> Minerva, alla lingua dono l'eloquenza <strong>di</strong><br />
Polinnia, nel suo petto effondo la dolcezza <strong>di</strong> Latona. Posso costruire dunque il mio<br />
ideale dalle forze <strong>di</strong>vine e fuggire con lui verso un mondo celeste in sfere sconosciute.<br />
Là e<strong>di</strong>ficherei il tempio <strong>di</strong> Amore con rubino brillante e lo farei illuminare da mille<br />
raggi <strong>di</strong> sole. Poi ruberei a Saturno la falce del suo tempo e la spezzerei in due per il<br />
nostro amore, affinché ogni bacio si trasformi per me in eterna letizia.<br />
AMPHIO Ah, scherzi ancora, non sai come sia poeticamente importante questa ora.<br />
FANTASIA Non offendermi, io stessa oggi ho indotto Ermione a prendere la decisione <strong>di</strong><br />
chiedere un componimento encomiastico, affinché questo noioso affare <strong>di</strong> cuore<br />
termini una buona volta.<br />
AMPHIO Oh, allora non mi negherai il tuo aiuto. La giornata o<strong>di</strong>erna è decisiva.<br />
FANTASIA Eppure sei ancora modesto, ricorri al mio aiuto solo alla luce del giorno, ma<br />
alcuni poeti sono talmente pazzi da scrivere tutta la notte e se la Fantasia non è già<br />
seduta sul calamaio, mi implorano <strong>di</strong> comparire per mezzo <strong>di</strong> ponce e champagne e<br />
chi può resistere all'invito <strong>di</strong> un francese tanto buono come lo champagne? Io no.<br />
AMPHIO La sovrana sta giurando in quel tempio, corro per riferirti cosa dovremo<br />
celebrare. Come sono contento, come tremo, oh, che angoscia questa alternanza <strong>di</strong><br />
gioia e paura.<br />
FANTASIA Ah, come ti angoscia questa piccola alternanza e come prenderebbe volentieri<br />
il tuo posto qualcuno che oggi deve pagare una grossa cambiale. La gioia è un banco<br />
<strong>di</strong> cambio, deve cambiare, poiché la gioia sta nel cambiamento. Ma per<br />
tranquillizzarti emetterò in tuo favore una cambiale al grande banco <strong>di</strong> cambio Amor<br />
et Compagnie. Bene, l'avrai proprio al sicuro, poiché se l'amore smetterà <strong>di</strong> pagare, il<br />
mondo farà bancarotta. Vai dunque e pren<strong>di</strong> il soggetto. La Fantasia rimarrà qui e<br />
quando ritornerai, cingerò il tuo spirito e la lirica infantile sarà pronta.<br />
AMPHIO E otterrà la mano <strong>di</strong> Ermione?<br />
FANTASIA Lo giuro sulla testa <strong>di</strong> Schiller nella quale ho troneggiato orgogliosamente.<br />
AMPHIO Ho fiducia in questo giuramento. Cade ai suoi pie<strong>di</strong>.<br />
FANTASIA lo solleva: Torna presto, ti aspetto. Amphio esce. Fantasia da sola. Oggi è<br />
un'allegra giornata per me. Come sta bene la Fantasia quando può riposarsi dal<br />
poetare e può parlare in semplice prosa. Canta una <strong>di</strong>vertente melo<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Rossini. La<br />
Fantasia può tutto. Saltella tutto intorno. E' una creatura spavalda.
SCENA TREDICESIMA<br />
114<br />
Detta. Vipria e Arrogantia, armate l'una con una freccia, l'altra con arco e freccia.<br />
VIPRIA sbarrando il passo alla Fantasia: Fermati! Qui vive?<br />
FANTASIA Bonne amie, la Fantasia.<br />
VIPRIA Nessuno può passare, datti prigioniero, corvo variopinto!<br />
FANTASIA Ma non così facilmente. Le strappa <strong>di</strong> mano la freccia e la ferisce.<br />
VIPRIA Maledetta vipera! Si tiene il braccio.<br />
FANTASIA corre verso una bassa collina e fa l'atto <strong>di</strong> alzarsi in volo: Strega, pensa a<br />
me.<br />
ARROGANTIA ha teso l'arco, colpisce la Fantasia a una spalla, ferendole un'ala: E tu a<br />
me!<br />
FANTASIA cade: Povera me! Mi ha colpito!<br />
ARROGANTIA con gioia maligna: Ora conosci il mio dardo!<br />
VIPRIA Portiamola via.<br />
Entrambe la incatenano.<br />
FANTASIA O sorte infelice!<br />
VIPRIA Rinchiu<strong>di</strong>la in gabbia. Vado a trovarle un poeta.<br />
Arrogantia trascina la Fantasia per le catene.<br />
FANTASIA Apollo!<br />
ARROGANTIA Seguimi!<br />
Arrogantia esce con la Fantasia.<br />
VIPRIA da sola: Adesso avvolgimi, magica oscurità. Calano delle nere nubi che al centro<br />
formano una stella. Si fa notte. Ora stella magica, profana il tuo splendore e irra<strong>di</strong>a<br />
perfi<strong>di</strong>a e cattiveria come bramano i miei sensi assetati <strong>di</strong> vendetta. La stella si apre,<br />
sulla parete si vede la trasparente immagine colorata <strong>di</strong> un arpista, seduto con la<br />
sua arpa. Hahaha, benvenuto, brutto ceffo, ti nomino suo sposo. Compare una<br />
carrozza tirata da sei corvi, con due fiaccole al posto delle lanterne. Via, attraverso<br />
i cieli, affinché io possa rapire velocemente quest'essere, frutto <strong>di</strong> un'ora ipocondriaca<br />
della natura. Esce volando.<br />
SCENA QUATTORDICESIMA<br />
Cambiamento <strong>di</strong> scena.<br />
L'interno <strong>di</strong> una birreria. Vari avventori ai tavoli. Il calzolaio. Lo stagnaio. Un forestiero.<br />
L'oste. Il cameriere. Da una parte una credenza con misurini per bevande. In fondo è<br />
appesa un fogliettino <strong>di</strong> carta nera su cui si legge in trasparenza: Oggi suonerà il famoso<br />
arpista Nachtigall. Breve musica adatta al cambiamento <strong>di</strong> scena.<br />
Coro<br />
In effetti i cibi sono<br />
magnifici, splen<strong>di</strong><strong>di</strong>, squisiti<br />
e l'unico neo è<br />
che manca ancora l'arpista.<br />
Dicci un po', buon oste,<br />
ma dov'è Nachtigall?
115<br />
NUMEROSI AVVENTORI Ma cosa succede, signor oste?<br />
OSTE Prego, signori miei, non arrabbiatevi se non c'è ancora l'arpista. Lo so che persone<br />
del genere sono insopportabili.<br />
CALZOLAIO Se almeno non fosse così villano con gli avventori.<br />
STAGNAIO No, è proprio vero, c'è <strong>di</strong> che ridere <strong>di</strong> lui, ha delle belle idee, eccome!<br />
CALZOLAIO Recentemente ha chiamato asino quel signore, è stata una bella pensata.<br />
OSTE Si, è vero, è il secondo buffone, ho un gran numero <strong>di</strong> avventori grazie a lui, alla<br />
gente piace la sua grossolanità, ma egli strafà, gliel'ho già detto, se offenderà ancora<br />
qualcuno, non dovrà più venire.<br />
FORESTIERO E' l'arpista che ha cantato ieri? Ma non è affatto capace, ora ne arriverà un<br />
altro da Linz, dovranno ascoltare quello. Ehi, cameriere, una porzione <strong>di</strong> testina <strong>di</strong><br />
agnello.<br />
CAMERIERE Subito, Vostra Grazia. Sta arrivando Nachtigall.<br />
TUTTI Era proprio l'ora.<br />
SCENA QUINDICESIMA<br />
Detti. Arriva Nachtigall con l'arpa, vestito in modo caricaturale.<br />
NACHTIGALL<br />
Canto<br />
Non c'è niente <strong>di</strong> più bello al mondo<br />
<strong>di</strong> un arpista,<br />
se è gra<strong>di</strong>to ai suoi ospiti<br />
ed è sempre allegro.<br />
Se anche prende una sbornia,<br />
canta arzillo più che mai,<br />
e se non può più cantare,<br />
passa sotto silenzio.<br />
E' sensibile solo alla sua arpa,<br />
è ad<strong>di</strong>rittura la sua donna,<br />
può suonarla come vuole,<br />
tanto non lo prende per i capelli.<br />
Così canterella per tutta la vita,<br />
un bel giorno sarà tutto finito<br />
ed egli sarà morto, si <strong>di</strong>rà <strong>di</strong> lui:<br />
era un buon burlone.<br />
OSTE Ma perché proprio così tar<strong>di</strong>, signor Nachtigall?<br />
NACHTIGALL Chiedo perdono, avevo mal <strong>di</strong> testa, mi sono ubriacato. Ieri ho preso una<br />
sbornia. E il nostro portiere, se uno suona alle do<strong>di</strong>ci, apre solo all'una e allora per<br />
questo mi sono appoggiato al portone e mi sono addormentato, improvvisamente<br />
apre <strong>di</strong> scatto e io cado lungo <strong>di</strong>steso dentro al portone. Butto in terra lui e io mi<br />
rialzo.<br />
CALZOLAIO Perché ha <strong>di</strong> nuovo preso la sbornia. Adesso si inizi pure.
116<br />
NACHTIGALL Subito, Hansel, la mia colofonia per bagnarmi l'ugola.<br />
CAMERIERE Già lo so. In <strong>di</strong>sparte: Sono sei boccali <strong>di</strong> birra.<br />
NACHTIGALL E il piatto <strong>di</strong> stagno per riscuotere.<br />
FORESTIERO Cameriere!<br />
NACHTIGALL Aha, sei già qui, uccellaccio, oggi succederà qualcosa.<br />
FORESTIERO Quando potrò avere finalmente la mia testina <strong>di</strong> agnello?<br />
NACHTIGALL Bene, dai dunque al signore la sua testa d'agnello, non far stare la gente lì<br />
seduta così a lungo senza testa.<br />
Il cameriere porta la testina d'agnello.<br />
OSTE Ricominci pure. Signor Nachtigall, glielo consiglio.<br />
NACHTIGALL Signor oste, ci sarà una lite con quello. Lo conosco, vuole rubarmi il pane.<br />
OSTE Non si azzar<strong>di</strong>.<br />
NACHTIGALL E' inutile, sono un uomo litigioso, che si litighi.<br />
OSTE Se mi offende un avventore -<br />
NACHTIGALL Non è un avventore, glielo <strong>di</strong>rò io il perché.<br />
CALZOLAIO Inizi una buona volta e canti qualcosa <strong>di</strong> nuovo.<br />
NACHTIGALL Senz'altro. Canta e suona l'arpa.<br />
Canto<br />
Il vino nuovo è proprio nettare <strong>degli</strong> dei,<br />
spesso fa ubriacare le persone migliori<br />
e chi vorrà vedere splendere il sole <strong>di</strong> notte,<br />
basta che vada molto tar<strong>di</strong> all'osteria del vino nuovo.<br />
Perciò, compagni, vi consiglio <strong>di</strong> andare all'osteria del vino nuovo!<br />
Il vino nuovo dona solo allegria ad una persona,<br />
le rinvigorisce il fegato e le <strong>di</strong>vora il petto,<br />
porta la gente in cielo più presto,<br />
poiché qualcuno che ne ha bevuto un po', sarà già là.<br />
Perciò, compagni, vi consiglio <strong>di</strong> bere del vino nuovo!<br />
Il vino nuovo non conosce alcun favoritismo,<br />
non si lascia corrompere, fa il suo dovere,<br />
si tratti <strong>di</strong> un conte o <strong>di</strong> un men<strong>di</strong>cante, in quel caso il nome non protegge,<br />
il vino nuovo lo afferra e lo <strong>di</strong>lania.<br />
Perciò, compagni, vi consiglio <strong>di</strong> bere del vino nuovo!<br />
E se non volete pagare molto, fatelo in modo ingegnoso,<br />
facendo ubriacare l'oste con il vino nuovo.<br />
Nell'ebbrezza vedrà doppio, quin<strong>di</strong> pagatelo velocemente,<br />
così ne uscirete pagando metà della bevuta.<br />
Perciò, compagni, vi consiglio <strong>di</strong> bere del vino nuovo!<br />
FORESTIERO ride ad alta voce: Non si può proprio ascoltare. Cameriere, il conto!<br />
NACHTIGALL Ah! Smette improvvisamente. Oh, oggi non mi sfuggirai. Prende il<br />
piattino e fa il giro. Abbiano la bontà, signori miei. Al forestiero: La prego<br />
umilmente.<br />
FORESTIERO Cosa c'è? Non ha ancore cantato un bel niente.
117<br />
NACHTIGALL Ho appena smesso.<br />
CALZOLAIO Si, ma il signore aveva già cessato prima <strong>di</strong> cominciare.<br />
NACHTIGALL Non mi interessa, ieri ha richiesto due canzoni e non ha pagato niente.<br />
FORESTIERO Impertinente.<br />
NACHTIGALL Lei è impertinente.<br />
FORESTIERO Non mi irriti.<br />
NACHTIGALL Non mi tormenti.<br />
FORESTIERO Tutt'altro. Cameriere, il conto!<br />
NACHTIGALL Macché cameriere il conto, arpista il conto.<br />
CALZOLAIO Calma, quel signore ha ragione. Chi pagherebbe prima <strong>di</strong> aver ascoltato<br />
qualcosa? Come calzolaio, io porto la merce in casa e spesso non ricevo denaro, men<br />
che mai in anticipo.<br />
NACHTIGALL Perché il signore è <strong>di</strong>ventato calzolaio? La gente prende a calci questo<br />
signore con la sua stessa merce. Ma questo non lo sopporto, è un arpista <strong>di</strong> Linz<br />
travestito, costui vuole soppiantarmi.<br />
FORESTIERO E' una bugia. Gli getta una monetina d'oro. Eccola, e ora marsc'.<br />
NACHTIGALL Niente marsc', alt! E' un or<strong>di</strong>ne. Ecco i suoi due groschen. Con questi non<br />
mi comprerà gli sgarbi che oggi stesso Le farò. Lei ha imprecato contro la mia voce,<br />
ha detto che mi chiamo Nachtigall proprio per il fatto che la gente è sempre piena <strong>di</strong><br />
livore quando canto <strong>di</strong> notte.<br />
FORESTIERO Ragazzo, prendo il mio bastone spagnolo e -<br />
NACHTIGALL Come - per un canto tedesco vuole dare colpi spagnoli? Se Lei fosse un<br />
abile arpista, farebbe uscire un paio <strong>di</strong> bei trilli, invece Lei è un cantante dell'epoca<br />
primitiva che in quella attuale non sa più far niente.<br />
FORESTIERO Signori miei, <strong>di</strong>ano retta a me, io sono un viaggiatore.<br />
NACHTIGALL E io sono un pazzo e anche se Lei è andato molto lontano, ai miei occhi<br />
non è poi tanto lontano.<br />
OSTE Ora il signore stia zitto o cambierò tono.<br />
NACHTIGALL Allora si accor<strong>di</strong> su uno, io mi intonerò in fa.<br />
OSTE E io allora in sol. In<strong>di</strong>ca la porta.<br />
NACHTIGALL Quale sol? Pronuncia tali sillabe? La, ora in qualità <strong>di</strong> arpista dovrò<br />
cambiare tono.<br />
CALZOLAIO Dunque ora se la prende anche con l'oste.<br />
OSTE Le inter<strong>di</strong>co tutta la mia osteria.<br />
NACHTIGALL Tutta? Non può farlo, perché deve ancora pagarne la metà. Del resto ai<br />
miei occhi Lei è un brav' uomo, ma la Sua birra non è buona a nulla.<br />
OSTE Visto che non smette con le Sue villanie, se ne vada subito.<br />
NACHTIGALL Visto che non smetto con le mie villanie, rimango ugualmente. I miei<br />
rispetti, ai miei stimati avventori, ma signori miei, esorto Loro sul Loro onore, sono<br />
capaci <strong>di</strong> <strong>di</strong>rmi qualcosa <strong>di</strong> cortese?<br />
TUTTI No, questo è vero.<br />
NACHTIGALL Vedano. Una sola voce. Sono un uomo retto, mi faccio buttar fuori dalla<br />
porta <strong>di</strong>ritto come un fuso, ma rientro dentro, so già il perché, ma due lire in<br />
un'osteria non stanno bene. Costui è un arpista e deve andarsene.<br />
TUTTI Deve andarsene.<br />
NACHTIGALL Voglio vedere chi mi porterà fuori dall'osteria.<br />
Tuono. Notte. Vipria esce dalla botola.
118<br />
VIPRIA forte: Io!<br />
NACHTIGALL Dio mio, l'uomo nero!<br />
Entrambi sprofondano. Tutti rimangono stupefatti.<br />
Coro<br />
Che trambusto, che fragore,<br />
trema tutta l'osteria,<br />
santo cielo, assistici,<br />
è una stregoneria <strong>di</strong> Satana.<br />
Violento tuono, un fulmine attraversa il fondale e lo <strong>di</strong>vide in modo che la metà inferiore<br />
formi una sorta <strong>di</strong> triangolo, la parte superiore crolla e si vede, in luminosa lontananza,<br />
ondeggiare piccolissimo il carro <strong>di</strong> nuvole con Nachtigall e Vipria. Mentre sul davanti<br />
rimane buio, lo sfondo è illuminato dal fuoco ellenico.<br />
Cala il sipario.<br />
FINE DEL PRIMO ATTO<br />
Ahimè, ahimè, siamo perduti,<br />
vedete, la strega e il furfante<br />
volano nel cielo veloci come frecce.
119<br />
SECONDO ATTO<br />
SCENA PRIMA<br />
Paesaggio romantico davanti al colossale palazzo delle sorelle incantatrici. Due leoni<br />
bianchi stanno davanti all'entrata. Al suono <strong>di</strong> una debole musica, con la sua carrozza <strong>di</strong><br />
nubi, Vipria scende a terra con Nachtigall. Continuano a litigare durante la <strong>di</strong>scesa.<br />
NACHTIGALL Lasci perdere, io non rimango affatto.<br />
VIPRIA Taci!<br />
La carrozza <strong>di</strong> nubi è a terra, Nachtigall salta fuori arrabbiato.<br />
NACHTIGALL Ma se non voglio. Eccoci, ora scen<strong>di</strong>amo in un paese dove io non mi<br />
troverò mai a mio agio, dovrò allora morire <strong>di</strong> fame, è un'isola inospitale, dove potrò<br />
trovare un oste che abbia bisogno <strong>di</strong> un arpista?<br />
VIPRIA Calmati, provvederò io alla tua tavola.<br />
NACHTIGALL Lei? Bene, allora ho già mangiato se do ascolto a questo. Lei non mi<br />
abbindolerà più.<br />
VIPRIA Frena la lingua e abbraccia la ragione.<br />
NACHTIGALL Quale ragione? Io ragiono abbastanza. Come può Lei essere una persona<br />
per bene? Entra sola soletta nell'osteria come un ussaro, mi carica e mi rapisce,<br />
proprio me, uomo innocente, non si vergogna?<br />
VIPRIA Ti ho rapito per portarti verso la tua fortuna.<br />
NACHTIGALL Davvero? E per questo motivo viene con un simile equipaggio? Si arriva<br />
con sei morelli, ma non con sei corvi, uno si arrabbia per forza.<br />
VIPRIA Eppure io ti porterò in alto.<br />
NACHTIGALL La ringrazio per un simile innalzamento. Quando sarò appeso in aria e i<br />
corvi mi voleranno intorno. Vuol fare <strong>di</strong> me un pendaglio da forca?<br />
VIPRIA Ora sei un men<strong>di</strong>cante, <strong>di</strong>venterai un Creso.<br />
NACHTIGALL Ah, La prego, ora mi chiama ad<strong>di</strong>rittura accattone. Non ha notato le mie<br />
stupende conoscenze, non ha sentito quale lustro mi ha conferito l'oste? Ora Lei verrà<br />
subito con me e mi condurrà in un luogo dove io possa querelarLa.<br />
VIPRIA Ti dono in pasto ai leoni se non ti piegherai alla mia volontà.<br />
NACHTIGALL Che tipo <strong>di</strong> leoni? Si guarda intorno e scorge l'e<strong>di</strong>ficio insieme ai leoni,<br />
trema. O accidenti, sono due cani bolognesi. In<strong>di</strong>cando un leone: Questa qui deve<br />
essere una femmina, fa la civettuola con me. Ora cambio tono. Carissima! Cade in<br />
ginocchio. Ora sono quel che Lei vuole, sono un accattone, un'accattona, un'intera<br />
famiglia <strong>di</strong> accattoni, se Lei comanda, anzi La prego, mi doni anche solo un po' della<br />
mia vita.<br />
VIPRIA Alzati, dai occhi alla tua cieca paura e guardati intorno nella patria dei fiori.
120<br />
NACHTIGALL rimane in ginocchio: Lo so, i miei rispetti, un bel paese, gli bacio la mano,<br />
ricco <strong>di</strong> fiori, mi è piaciuto già da lontano, l'avevo preso per un grande vaso <strong>di</strong> fiori.<br />
VIPRIA Non sei rapito dal buon profumo?<br />
NACHTIGALL Come no! Tutto il paese è un recipiente pieno <strong>di</strong> brillantina.<br />
VIPRIA Alzati. In <strong>di</strong>sparte: Questo sciocco è proprio adatto al mio piano. Ad alta voce:<br />
Questo paese non è <strong>di</strong>sabitato come te lo figuri. Qui vivono migliaia <strong>di</strong> persone e su<br />
essi regna una giovane e bella regina.<br />
NACHTIGALL Due regine dunque? Una giovane e una bella? Allora se quella giovane è<br />
anche bella e quella bella anche giovane, la scelta è davvero <strong>di</strong>fficile. Sarebbe una<br />
fortuna se potessi <strong>di</strong>ventare arpista qui.<br />
VIPRIA Oh, che creatura modesta! Regnerai al suo fianco, già da domani.<br />
NACHTIGALL La smetta. Burlona, Lei mi prende in giro. Dovrei prendere una regina?<br />
Un coniglio forse.<br />
VIPRIA Ti ho rapito come strumento della mia vendetta, oggi stesso scriverai qui un<br />
componimento encomiastico, per mezzo del quale la mano della sovrana dovrà essere<br />
tua. Tra migliaia consegnerai il migliore.<br />
NACHTIGALL Consegnare il migliore? Rara virtù <strong>di</strong> un fornitore.<br />
VIPRIA Ora corri e presentati a quel sontuoso palazzo, là dai ad intendere che sei un<br />
menestrello, un cantore dalla lontana Inghilterra, che ti è apparso Apollo in un sogno<br />
delirante e che ti avrebbe or<strong>di</strong>nato <strong>di</strong> navigare verso questo paese per salvare qui<br />
l'onore della poesia e conseguire la <strong>di</strong>gnità che spetta al tuo spirito e al tuo orgoglio.<br />
NACHTIGALL Sarà un entrata pomposa, con il cappello stracciato e la giacca rattoppata.<br />
VIPRIA Una mia parola ti avvolgerà in abiti d'oro e io ti regalerò un'arpa d'oro.<br />
NACHTIGALL Ah, allora avrò un coraggio da leone, faccia quin<strong>di</strong> attenzione. La più<br />
recente scoperta in me<strong>di</strong>cina è che l'oro rinvigorisce i nervi. E come l'hanno scoperto?<br />
A un povero <strong>di</strong>avolo, che dalla fame non ce la faceva quasi più a camminare, hanno<br />
riempito le tasche <strong>di</strong> ducati e improvvisamente si è manifestata in lui una tale forza ed<br />
è <strong>di</strong>ventato così impertinente, che ha buttato fuori dalla porta le persone più <strong>di</strong>stinte.<br />
Pum, gli hanno riportato via tutto l'oro ed egli è <strong>di</strong>ventato nuovamente un miserabile<br />
come prima.<br />
VIPRIA Voglio mettere alla prova questa forza su <strong>di</strong> te. Vai! Là incontrerai molti poeti,<br />
ri<strong>di</strong> pure del loro scherno. Fatti condurre da Ermione, così si chiama la regina, là<br />
mena vanto, con millanteria aumenta la bruttezza che la natura ti ha conferito,<br />
affinché il tuo aspetto rovini la sua allegria. Poi ritorni in<strong>di</strong>etro velocemente e bussi a<br />
questa porta, qui, con l'aiuto della Fantasia, comporrai la poesia che ti bollerà a<br />
eterno tormento <strong>di</strong> Ermione, quale sovrano del suo regno e del suo fascino mezzo<br />
spento.<br />
NACHTIGALL Devo bussare al portone <strong>di</strong> fronte al quale si trovano quei due portinai? Io<br />
lascio stare. Se uno capisce male invece della porta apre le fauci. Che ci vada Aken,<br />
io no davvero.<br />
VIPRIA Il topo non si occupa del leone. Vai, provaci. La sorella ti aprirà.<br />
NACHTIGALL Ora i leoni hanno anche una sorella. Che fare? Qui due leoni maschi,<br />
in<strong>di</strong>cando Vipria, là una tigre femmina. Chi è ora il più mordace? Si cominci pure a<br />
mordere. Risoluto: Parteggio per i leoni. Forse sono tanto generosi quanto io sono<br />
pusillanime. Coraggio, Riccardo Cuor <strong>di</strong> Leone! Corre, bussa rapidamente e balza<br />
subito in<strong>di</strong>etro. L'ho toccato, cosa ho toccato lo saprà il cielo.
SCENA SECONDA<br />
121<br />
I battenti del portone si aprono <strong>di</strong> scatto. Arrogantia viene avanti. Detti.<br />
ARROGANTIA Chi osa bussare a questa porta?<br />
NACHTIGALL E' proprio così. Una non era abbastanza per tormentarmi, esce anche la<br />
continuazione.<br />
ARROGANTIA Cosa vuoi tu, essere a metà tra la scimmia e l'uomo?<br />
NACHTIGALL Eccoci, lo sapevo io, la seconda parte è sempre peggio della prima.<br />
VIPRIA Come puoi oltraggiare colui, che il mio sguardo ha scelto tra milioni come suo<br />
strumento.<br />
NACHTIGALL Ha preso proprio me, è una bella fortuna, come quando viene ucciso un<br />
uomo su <strong>di</strong>eci.<br />
VIPRIA Ecco, ti presento l'eroe <strong>di</strong> questo giorno, il futuro sceicco dell'isola.<br />
ARROGANTIA Che magnifica caricatura! Hahaha, amico, sei il più bell'essere deforme<br />
che io abbia mai visto.<br />
NACHTIGALL La prego moltissimo, mia gentile Bella Donna, Lei è troppo benevola. No,<br />
la descrizione che quella dà <strong>di</strong> me, è scandalosa.<br />
VIPRIA Cosa sta facendo la Fantasia, non ha <strong>di</strong>strutto la gabbia?<br />
ARROGANTIA La <strong>di</strong>sperazione ha imperversato in lei, ma adesso si guarda intorno<br />
tranquilla e ora splende il suo occhio, ora una lacrima si specchia in esso.<br />
VIPRIA Mi fa pena, quel povero usignolo.<br />
NACHTIGALL Hanno un usignolo anche là dentro? Alla fine andranno in giro ad<br />
acchiappare tutti gli usignoli. Oh, povero usignolo che non sono altro, alla fine<br />
entrerò in una voliera e dovrò bere da una vaschetta e per me un misurino sarà<br />
troppo piccolo.<br />
VIPRIA Come sta il nostro branco <strong>di</strong> poeti, fa effetto su <strong>di</strong> loro la prigionia della Fantasia?<br />
ARROGANTIA Magnificamente. Tutti i poeti <strong>di</strong> quest'isola corrono <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>natamente in<br />
sciocca confusione, neppure un verso è a <strong>di</strong>sposizione delle loro teste vuote, da<br />
quando la Fantasia se ne è allontanata.<br />
VIPRIA Vieni dunque, voglio annunciare alla Fantasia come può conquistarsi la libertà.<br />
Nel frattempo costui comparirà nel palazzo <strong>di</strong> Ermione. Toccalo con la tua freccia.<br />
ARROGANTIA Risplen<strong>di</strong>, sassolino, e trasformati in pietra preziosa, per lo meno<br />
all'esterno.<br />
Tocca Nachtigall, che si trova indosso un abito da cerimonia ricamato in oro,<br />
contemporaneamente sul se<strong>di</strong>le erboso, sotto un albero, compare un cappello ornato <strong>di</strong><br />
piume che gli viene dato da Arrogantia. Vipria tocca un albero dal quale pende<br />
improvvisamente un'arpa d'oro.<br />
VIPRIA<br />
E io ti dono quest'arpa,<br />
vai e falla risuonare.<br />
Per mezzo della sua musica condurrai al dolore un cuore allegro.<br />
Per mezzo <strong>di</strong> essa conquista il premio poetico, cantore del piacere lieto,<br />
e pianta così il dardo della vendetta nel petto <strong>di</strong> Ermione.<br />
Entrambe entrano nel palazzo.
122<br />
NACHTIGALL da solo: Adesso fuggono via tutt'e due e mi lasciano qui. Se ho capito una<br />
sola parola <strong>di</strong> tutto quel chiacchiericcio, sono un uomo malvagio. Non so proprio<br />
cosa vogliano da me, visto che avrei preferito stare nella mia birreria, la lombata che<br />
avevo or<strong>di</strong>nato mi <strong>di</strong>venterà fredda. E se non faccio ciò che esse comandano, alla fine<br />
mi uccideranno ad<strong>di</strong>rittura, quelle due litigiose. Mi hanno vestito bene, se ne potrebbe<br />
ricavare qualcosa. Non ci capisco niente. Mi manca il senno e dovrei fare un<br />
componimento encomiastico. A nessun costo, non posso. Canzoni ne ho fatte<br />
abbastanza, sono stato molto scanzonato, anzi <strong>di</strong>rei prolifico <strong>di</strong> canti. Ma versi<br />
funesti, toccanti, non ho ancora provato a comporne. Macché, mi affido alle mie due<br />
sorelle snaturate, adesso mi reco al palazzo e andrò a ricevere rispetto come si deve,<br />
o delle belle botte. Il caso è uno strano protettore, ha già tratto d'impaccio molte<br />
persone.<br />
Aria<br />
Esce.<br />
Il caso manda in giro molti uccellini<br />
<strong>di</strong> due generi <strong>di</strong>versi,<br />
svolazzano intorno al naso al mondo intero<br />
e gli recano benessere o dolore.<br />
Quelli felici hanno un'uniforme rossa,<br />
quelli cattivi sono neri come corvi,<br />
mentre quelli rossi volano sulla campagna fiorita,<br />
quelli neri volano a valle.<br />
Perciò, o caso, ti prego cortesemente, mandami<br />
oggi un uccellino roseo,<br />
che voli dentro la sala dei miei ascoltatori<br />
e li pre<strong>di</strong>sponga all'indulgenza e alla gioia.<br />
Poi farò vibrare l'arpa, conquisterò la sposa<br />
e la condurrò a casa in giubilo.<br />
Se sarà davvero la mia mogliettina, griderò forte,<br />
amico caso, sparisci ora.<br />
La fedeltà non può mai esistere solo per caso,<br />
il caso porta spesso un accompagnatore<br />
e i casi fortuiti che guar<strong>di</strong>amo con gelosia,<br />
in verità non ci rendono felici.<br />
Se però la mia mogliettina morisse, esperienza funesta,<br />
non sarà mai il mio desiderio,<br />
allora, o caso fortunato, non <strong>di</strong>menticarmi,<br />
presentati con un'altra.
SCENA TERZA<br />
123<br />
Cambiamento <strong>di</strong> scena.<br />
Palazzo <strong>di</strong> Ermione. O<strong>di</strong>. Tutti i poeti dell'isola entrano precipitosi.<br />
CORO a O<strong>di</strong>:<br />
Facci entrare, corri,<br />
chiama svelto la sovrana.<br />
Non sopportiamo il tormento,<br />
ella rinvia la scelta.<br />
ODI Ma siete <strong>di</strong>ventati pazzi? Il poetare vi ha confuso i sensi?<br />
UN POETA Si è esaurito l'alto dono dell'arte poetica, siamo stati stregati, non ci viene in<br />
mente più alcun verso. Prega Ermione <strong>di</strong> venire qui se ti sono care le spalle.<br />
TUTTI Si, hai sentito, furfante.<br />
ODI gridando: Ho sentito. Uscendo, tra sé: Rozzo popolo <strong>di</strong> poeti. Esce.<br />
SCENA QUARTA<br />
Buffone. Detti.<br />
BUFFONE entra <strong>di</strong> corsa: E' vero ciò che ho sentito? L'Ippocrene si è esaurita, tutta l'arte<br />
poetica si è inari<strong>di</strong>ta! Ahimè, ahimè, ahimè!<br />
TUTTI Ermione è perduta per noi.<br />
BUFFONE Non vi viene in mente proprio niente?<br />
TUTTI Proprio niente.<br />
BUFFONE O poveri orfani <strong>di</strong> Apollo, andrò in Germania e farò una colletta in vostro<br />
ricordo presso i nostri poeti.<br />
Distichon sconvolto, entra precipitosamente.<br />
DISTICHON Tra<strong>di</strong>mento, tra<strong>di</strong>mento! Il mio spirito si è ribellato.<br />
BUFFONE Sia ringraziato il cielo, ecco il sapientone.<br />
DISTICHON O fratelli, unitevi al mio lamento, Apollo mi ha maledetto, <strong>di</strong>sperazione,<br />
accettami come figlio.<br />
BUFFONE Si prende un bel figlio.<br />
DISTICHON Il mio spirito è perduto. Dove lo ritrovo?<br />
BUFFONE Te lo rendo noto a suon <strong>di</strong> tamburo, ognuno lo porta volentieri, ma in tal modo<br />
non è utile a nessuno.<br />
DISTICHON Niente, proprio niente mi viene in mente. E oggi dovrei conquistare il<br />
premio.<br />
BUFFONE si inginocchia: O Ercole <strong>di</strong> tutti i poeti, mi contorco nella polvere e ammiro la<br />
tua inettitu<strong>di</strong>ne.<br />
DISTICHON battendosi la fronte <strong>di</strong>speratamente: Oh, avessi conservato i miei pensieri<br />
sotto spirito.<br />
BUFFONE allo stesso modo: Oh, avessi venduto la mia arguzia a un asinaio.<br />
DISTICHON Non dovrei così provare l'umiliazione <strong>di</strong> essere il buffone <strong>di</strong> questo buffone.<br />
BUFFONE Non dovrei così rendergli il <strong>di</strong>sonore <strong>di</strong> farlo davanti a voi.
SCENA QUINTA<br />
Detti. Ermione rapida.<br />
124<br />
ERMIONE Chi è che mi desidera, cosa vuole da me questa folla vivace?<br />
BUFFONE La <strong>di</strong>sperazione blocca qui il suo ingresso trionfale.<br />
ERMIONE Non è questo il vostro posto, ci vedremo al tempio. Il vostro spirito è stato<br />
troppo precipitoso.<br />
DISTICHON O regina, fammi morire ai tuoi pie<strong>di</strong>.<br />
ERMIONE Muori nella poesia, non nella realtà. Un <strong>di</strong>stico può finire solo in versi.<br />
DISTICHON Finirò per restare soffocato dai versi a rime accoppiate. Oggi ci è impossibile<br />
celebrarti, Altezza. E' come se tutti quanti avessimo solo un'unica testa vuota, dalla<br />
quale la stupi<strong>di</strong>tà in persona spazza via l'intelletto con un'enorme scopa. Un crampo<br />
magico contrae il nostro cervello in un fitto groviglio.<br />
ERMIONE Se sei il mio poeta <strong>di</strong> corte, perché parli in maniera così or<strong>di</strong>naria?<br />
DISTICHON E' pur sempre la cosa più bella che io abbia detto in tutto il giorno, non<br />
riesco più a pensare niente <strong>di</strong> elevato e ovunque guar<strong>di</strong>, vedo brutte facce. Guarda il<br />
buffone.<br />
BUFFONE Anch'io.<br />
DISTICHON Perciò, o sovrana, rimanda l'o<strong>di</strong>erno premio, oggi non potremo conquistarti,<br />
dacci tempo fino a domani, se non vuoi affrettarti a uscire dal tempio senza essere<br />
stata celebrata.<br />
ERMIONE E' la paura che imprigiona il vostro spirito. Come? Osate affermare che qui,<br />
oltre a voi, non vive alcun poeta? Sia punito il vostro orgoglio, io mantengo il mio<br />
giuramento e lo rinnovo qui, anche se si trattasse <strong>di</strong> un men<strong>di</strong>cante. Voglio sentir<br />
risuonare versi. L'argomento è Ermione. Le sette è l'ora stabilita. Ora affrettatevi e<br />
implorate una poesia visto che siete troppo vili per comporla.<br />
DISTICHON Ad<strong>di</strong>o allora, superba sposa <strong>di</strong> poeta! Venite, figli <strong>di</strong>seredati della musa<br />
lirica, alleviamo i nostri nobili cuori imprecando. Siamo pur sempre geni a <strong>di</strong>spetto<br />
del mondo e anche se non sapessimo niente, questo però lo sappiamo. Ci<br />
presenteremo al tempio, forse la notte magica potrebbe rischiararsi nelle nostre teste,<br />
poi urleremo i nostri versi contro la sua cupola affinché risuoni e la sua triplice eco ci<br />
gri<strong>di</strong> <strong>di</strong> rimando il premio. Esce precipitosamente.<br />
TUTTI Si, lo faremo.<br />
Tutti <strong>di</strong>etro <strong>di</strong> lui.<br />
BUFFONE Adesso gli hanno dato il fatto suo. O prosaici accattoni poveri <strong>di</strong> versi.<br />
ERMIONE Questa è opera <strong>di</strong> Apollo. Amphio, adesso hai gioco più facile.<br />
SCENA SESTA<br />
Detti. O<strong>di</strong>.<br />
ODI Sovrana, un forestiero chiede u<strong>di</strong>enza, porta tanti saluti da parte <strong>di</strong> Apollo che lo ha<br />
inviato. E' il nuotatore più veloce che il mare abbia mai portato, in una notte è giunto<br />
qui a nuoto dall'Inghilterra. E' un tipo spassoso.<br />
BUFFONE E' forse Apollo stesso?
125<br />
ERMIONE E' un bell'uomo?<br />
ODI Da lontano mi sembrava un babbuino. Lo potrai osservare tu stessa da vicino.<br />
SCENA SETTIMA<br />
Detti. Nachtigall con l'arpa d'oro.<br />
NACHTIGALL<br />
Aria<br />
Riverenza, riverenza!<br />
Onore a Lei da ogni dove.<br />
Sono un grande poeta,<br />
ogni buffone se ne accorge subito,<br />
e vengo a nuoto dall'Inghilterra,<br />
attraverso il Mar Rosso, come un ciprino dorato.<br />
Apollo stesso è il mio signor compare,<br />
ogni tanto corro in cielo<br />
e con gli altri dei<br />
sono ad<strong>di</strong>rittura in confidenza.<br />
In breve, sono giunto qui<br />
poiché ho appreso la notizia<br />
che, colui che compone una lirica encomiastica,<br />
conquista imme<strong>di</strong>atamente la sposa.<br />
Perciò me la rido a crepapelle,<br />
la vittoria, ci scommetto, sarà mia,<br />
ho sottratto la sfera alla Fortuna<br />
e come poeta butterò giù tutti i birilli.<br />
Ho l'onore <strong>di</strong> ammirare la principessa Ermione?<br />
ERMIONE Proprio così, amico, non ti sei sbagliato.<br />
NACHTIGALL Sono immensamente lieto. In <strong>di</strong>sparte: Ah, che persona gentile, se sarà<br />
mia moglie, per quattor<strong>di</strong>ci giorni non guarderò altre donne. Al buffone: E questo<br />
signore come si chiama?<br />
BUFFONE Mi chiamo Muh!<br />
NACHTIGALL Un bel nome, così facile, così scorrevole, qualsiasi mucca può<br />
pronunciarlo.<br />
BUFFONE L'ho già sentito anche in bocca a un asino.<br />
NACHTIGALL E' forse un congiunto della principessa?<br />
BUFFONE Sono il buffone <strong>di</strong> corte.<br />
NACHTIGALL Buffone <strong>di</strong> corte? Fidonc! Allora della corte inferiore, amico, e non <strong>di</strong><br />
questa sala alta.<br />
BUFFONE Oggi è proprio il giorno in cui vengono ammessi tutti i buffoni. Altrimenti non<br />
saresti qui anche tu.<br />
NACHTIGALL Dunque, che ne è <strong>di</strong> noi due carissima?<br />
ERMIONE Di noi due? Parli in modo molto sfrontato, amico mio.<br />
NACHTIGALL Si, perché fare tante cerimonie, visto che questa sera saremo marito e<br />
moglie.<br />
ERMIONE sorridendo: Lo sai per certo?
126<br />
NACHTIGALL Senza alcun dubbio. Lei è il premio che viene celebrato e io il più<br />
riprovevole tra i poeti del mondo. Ci se ne accorge subito da - ma come si <strong>di</strong>ce -<br />
ebbene, da <strong>di</strong>verse cose.<br />
BUFFONE Dalla ricchezza <strong>di</strong> idee soprattutto.<br />
NACHTIGALL Voglio sperarlo, le idee piene sono sempre migliori <strong>di</strong> quelle vuote, è<br />
proprio come con i Krapfen. Del resto, in quanto poeta, ho una straor<strong>di</strong>naria<br />
<strong>di</strong>sinvoltura. Ho già scritto oltre cinquecento trage<strong>di</strong>e e più scrivo, più il pubblico<br />
<strong>di</strong>venta triste.<br />
ERMIONE Conosci Omero?<br />
NACHTIGALL No, però conosco l'umorismo che dovrà conquistare per me il Suo cuore.<br />
E non si creda affatto che sono un povero <strong>di</strong>avolo, in Inghilterra ho dei buoni<br />
proventi.<br />
BUFFONE Dunque non è il poeta povero <strong>di</strong> Kotzebue?<br />
NACHTIGALL No, quello ricco, ma non tutti sono così ricchi. Ci sono bravi poeti che<br />
quando aprono la bocca hanno delle uscite molto <strong>di</strong>vertenti, ma quando aprono le<br />
tasche, non esce mai niente. Ma ora veniamo ai fatti. Il mio signor compare, un certo<br />
Apollo, mi è apparso in sogno la scorsa notte e mi ha promesso la Sua mano e ha<br />
fissato la serata o<strong>di</strong>erna per il matrimonio. Non faccia dunque cerimonie e si rassegni<br />
alla sua volontà. Ho fatto la mia visita <strong>di</strong> cortesia. Ora farò anche un piccolo<br />
sonnellino e poi comincerò a comporre versi, tanto da farmi uscire il fumo dalla testa.<br />
Con entusiasmo poetico: E prima che il sole con un tonfo cada nel mare, sarò<br />
felicissimo <strong>di</strong> essere Suo sposo. Fa per uscire.<br />
ERMIONE Ad<strong>di</strong>o allora, <strong>di</strong>mostrerai presto se sei un maestro nella costruzione del verso.<br />
NACHTIGALL Quale costruzione? Mi perdoni, allora devo ritornare in<strong>di</strong>etro. Non sono<br />
costruttore e<strong>di</strong>le, lo <strong>di</strong>co subito.<br />
ERMIONE La poesia non è nella forma affine all'architettura? Poiché come il costruttore<br />
congiunge blocco a blocco <strong>di</strong> marmo prezioso, anche il poeta mette in fila pensieri su<br />
pensieri e li unisce con la malta della sua arguzia.<br />
NACHTIGALL Si sbaglia. Sa quale <strong>di</strong>fferenza c'è tra un poeta e un costruttore e<strong>di</strong>le? Se a<br />
un poeta viene in mente qualcosa, è un onore per lui, se invece a un costruttore e<strong>di</strong>le<br />
crolla qualcosa, è una bella vergogna. Creda a me che ho l'onore <strong>di</strong> prendere<br />
congedo. Esce.<br />
ERMIONE Una persona bizzarra, è un avventuriero che tenta la fortuna qui, eppure mi<br />
<strong>di</strong>verte.<br />
BUFFONE con invi<strong>di</strong>a: Se costui vincerà il premio, allora ti dai via a basso prezzo.<br />
ERMIONE Taci, buffone, non è un poeta, eppure il suo animo sembra essere migliore del<br />
tuo. E la sua <strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> spirito potrebbe facilmente essere pericolosa per te. Ora<br />
lasciami.<br />
BUFFONE tra sé: Un buffone a par mio deve tremare? O mondo ingrato, spesso qualcuno<br />
pensa <strong>di</strong> essere l'unico buffone della corte, poi ne arriva un altro che lo taglia fuori e<br />
quest'altro verrà poi scacciato da un altro ancora e allora i poveri buffoni litigheranno<br />
per la conquista della triste con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> buffone. Ognuno vuole essere il più grande<br />
e ognuno prende in giro se stesso. Oh, vana buffoneria, oh, vanità buffonesca, vorrei<br />
avere dei bei sol<strong>di</strong>, poi il buffone lo faccia chi vuole. Esce.<br />
ERMIONE da sola: Volgare invi<strong>di</strong>a che spesso <strong>di</strong>sonora il savio stesso. O Amphio, come<br />
sarai invi<strong>di</strong>ato, quando il mirto e l'alloro ti orneranno.
SCENA OTTAVA<br />
Detti. Amphio, sconvolto e pallido.<br />
127<br />
AMPHIO O Ermione, sei tu? Se veramente mi hai amato, guardami in modo benevolo.<br />
ERMIONE Cosa ti tormenta, Amphio, cosa ti conduce qui adesso?<br />
AMPHIO immobile: Fammi guardare nei tuoi occhi, ti prego, finché il mio spirito non si sia<br />
infiammato al loro splendore. Ermione lo guarda stupita. Ti ringrazio. Finge <strong>di</strong><br />
ispirarsi alla poesia dallo sguardo <strong>di</strong> lei, ma non ci riesce. Va quin<strong>di</strong> ad un passo<br />
da lei e <strong>di</strong>ce pensieroso, guardando il cielo: Si - si - ora va bene. Sempre più<br />
agitato: Infiammati, animo, infiammati! Disperandosi: E' inutile, per me ella è<br />
perduta! Fa per uscire.<br />
ERMIONE Dove vuoi andare?<br />
AMPHIO In mare. Ride in modo sguaiato. Voglio votarmi a Nettuno.<br />
ERMIONE Ma non al suo infido abisso?<br />
AMPHIO Non è più profondo del mio dolore e posso pure confidare alle sue onde il<br />
perché vengo trascinato sul loro fondo.<br />
ERMIONE Sei tu il mio Amphio? Ermione è l'argomento, lo ha detto oggi l'oracolo e tu mi<br />
celebri in questo modo?<br />
AMPHIO Allora sappi che non posso celebrarti, il mio spirito è arido, il mio cuore freddo,<br />
da quando mi hai parlato, non sono più Amphio.<br />
ERMIONE Fatti coraggio, ti manca fiducia nelle tue capacità.<br />
AMPHIO Sono stato ingannato dalla Fantasia, è una donna, non avrei mai dovuto fidarmi<br />
<strong>di</strong> lei.<br />
ERMIONE in<strong>di</strong>gnata: Oh, potessi comporre io versi per te, per <strong>di</strong>mostrarti quali bei<br />
pensieri possa avere una donna per amore.<br />
AMPHIO Si è esaurita, si è esiliata da sola.<br />
ERMIONE Oh, non imprecare, non hai detto tu stesso con la tua poesia:<br />
La Fantasia è un profondo pozzo magico,<br />
dal quale attingiamo il nettare dei pensieri.<br />
Si estende dall'Olimpo fino alle più profonde voragini dell'Orco,<br />
con il suo alone circonda il mondo<br />
e inesauribile è la sua sorgente eterna,<br />
poiché ogni flusso della passione<br />
si riversa sul suo fondo.<br />
AMPHIO O regina, perché hai osato tenere l'ar<strong>di</strong>to giuramento? Non fosse stata necessaria<br />
la poesia, avrei avuto bisogno <strong>di</strong> conquistare solo il tuo amore, poiché sappi che -<br />
anzi no, ora è troppo tar<strong>di</strong>, tu sarai la sposa del vincitore e io farò morire con me il<br />
mio segreto.<br />
ERMIONE Oh, fermo, ho ancora un raggio <strong>di</strong> speranza. Come te si lamentano tutti i miei<br />
poeti, forse si tratta <strong>di</strong> un'apparizione delle sorelle incantatrici, perciò coraggio,<br />
perché nel tempio <strong>di</strong> Apollo questo incantesimo deve scomparire. Allegria, Amphio,<br />
me lo <strong>di</strong>ce il cuore.<br />
AMPHIO L'infelicità è avida <strong>di</strong> qualsiasi illusione <strong>di</strong> speranza. Quin<strong>di</strong> sposerò la mia fiducia<br />
con la tua speranza e attenderò un figlio che si chiama compimento.<br />
ERMIONE Interpellerò ancora l'oracolo prima della cerimonia, <strong>di</strong> più non posso fare per la<br />
nostra serenità. Io non appartengo a me stessa, no, appartengo ad Apollo, ripongo la<br />
mia più grande fiducia in lui, raggio <strong>di</strong> luce che illumina il mondo, poiché egli ha
128<br />
posto nel mio cuore il presentimento che nessun altro potrà conquistarmi, se non tu.<br />
Perciò ti aspetterò nel tempio. Coraggio, Amphio, gli dei ci sono vicini. Confida nella<br />
loro protezione. Esce.<br />
AMPHIO da solo: Ebbene, confiderò nella fortuna all'ultimo istante e se la nobile Fantasia<br />
mi tra<strong>di</strong>sse, lascia che io me ne vada da te, o mondo, in cui la nobiltà è illusione e<br />
solo le cose volgari si conservano. Esce.<br />
SCENA NONA<br />
Cambiamento <strong>di</strong> scena.<br />
Stanza nel palazzo delle sorelle incantatrici. Di lato uno scrittoio greco, posto su un<br />
gra<strong>di</strong>no. Vipria e Arrogantia entrano precipitosamente.<br />
VIPRIA Dov'è il babbeo?<br />
ARROGANTIA guarda dalla finestra: Eccolo che arriva.<br />
VIPRIA Adesso porta la Fantasia.<br />
Arrogantia esce.<br />
SCENA DECIMA<br />
Vipria. Nachtigall.<br />
NACHTIGALL Eccomi qui, ho svolto magnificamente il mio lavoro. Bene, come si mette<br />
con la poesia ora? Facciamola rapidamente insieme. Non vedo proprio l'ora, la regina<br />
è bella, e se Loro non hanno niente in contrario, io sono innamorato <strong>di</strong> lei, non vedo<br />
proprio l'ora <strong>di</strong> essere re.<br />
Arrogantia trascina dentro la Fantasia in catene, le ali le sono state recise.<br />
ARROGANTIA L'ho portata, ha tentato <strong>di</strong> sfuggire appena ho aperto la gabbia.<br />
VIPRIA Dove sono le tue ali?<br />
ARROGANTIA Gliele ho tagliate.<br />
VIPRIA Sei stata accorta. Beffardamente: Dove volevi andare, colombella?<br />
FANTASIA allo stesso modo: Volevo volare dall'avvoltoio, perché non mi piaceva stare<br />
dalla civetta.<br />
ARROGANTIA Voglio recarmi in avanscoperta, fai <strong>di</strong> lei ciò che vuoi. Esce.<br />
VIPRIA a Nachtigall: Per mezzo <strong>di</strong> lei scriverai la poesia, questa è la Fantasia.<br />
NACHTIGALL Ah, mi fa piacere aver l'onore <strong>di</strong> farne la conoscenza. Di nascosto a<br />
Vipria: Ma che cos'è la Fantasia?<br />
VIPRIA E' lo spirito che imperversa nel cervello dei poeti.<br />
NACHTIGALL Allora saltella nel cervello dei poeti e non c'è da meravigliarsi se danno i<br />
numeri, per questo si <strong>di</strong>ce che i poeti sono delle teste matte.<br />
VIPRIA Te la incateno a questa scrivania. Aggancia la catena della Fantasia a un anello<br />
fissato su un lato dello scrittoio, in modo che la Fantasia sia seduta al lato del<br />
tavolo, circa al centro del palco, sull'ampio gra<strong>di</strong>no, ma non proprio sul pavimento.<br />
Sii orgoglioso <strong>di</strong> ciò, nessun poeta può vantarsi <strong>di</strong> essere stato servito da
129<br />
lei come schiava. Annota con solerzia ciò che ella ti suggerirà. Ermione è il titolo della<br />
poesia. Lo scriverai in cima.<br />
NACHTIGALL Sono dunque un poeta che scrive solamente, senza pensare? Allora non<br />
sono l'unico. Ed ella è colei che pensa per tutti i poeti?<br />
VIPRIA E' così.<br />
NACHTIGALL Deve essere un supplizio. Per questo è tanto esile.<br />
SCENA UNDICESIMA<br />
Detti. Arrogantia.<br />
ARROGANTIA preoccupata: Ermione sta andando dai due sacerdoti per interpellare<br />
nuovamente l'oracolo prima della scelta, sul perché la notte dello spirito gravi sui suoi<br />
poeti. Se ciò accadrà, il nostro piano sarà sventato.<br />
VIPRIA Deve essere impe<strong>di</strong>to. Vieni, trasformeremo rapidamente in pietra questi due<br />
sacerdoti e noi ci siederemo al loro posto. Con le sembianze <strong>di</strong> Affriduro ti porrò le<br />
domande e tu <strong>di</strong>rai, con la voce dell'oracolo, che Apollo ha donato il suo favore a un<br />
forestiero, che Ermione dovrà scegliere. A Nachtigall: Intanto tu rimani qui e scrivi la<br />
tua poesia. Ma prima che trascorra mezz'ora, presentati al tempio e recitala con<br />
l'arpa. Anche se risulterà brutta, sarà comunque la migliore, essendo l'unica. Alla<br />
Fantasia: Mantieni il tuo giuramento, ispiralo per quanto è in tuo potere. A<br />
Nachtigall: Non liberarla se ami la vita e se non vorrà servirti, costringila, sei il suo<br />
padrone.<br />
Escono entrambe.<br />
FANTASIA tra sé: O Amphio! Che destino atroce, non posso salvarti.<br />
NACHTIGALL si siede al tavolo: Adesso vedremo che qualcosa riusciremo a comporre.<br />
Sarà un bel lavorone. Su. Ermione. E mi hanno messo qua un inchiostro rosso, sarà<br />
una poesia sanguigna. Su, inizia alla svelta. Viene qualcosa o no?<br />
FANTASIA sospira: Ahimè!<br />
NACHTIGALL Ahimè? E' una bella idea, ahimè? Fa veramente paura. Impaziente:<br />
Continua, io non faccio un passo avanti. Beh? La scuote.<br />
FANTASIA Cosa vuoi babbeo? La Fantasia deve alzarsi liberamente nell'azzurro spazio,<br />
mai sarò al tuo servizio incatenata.<br />
NACHTIGALL Che <strong>di</strong>scorso è questo? Dove è un bastone? Prende un tirso da un drappo.<br />
Eccolo, ora è là sul tavolo, se non ci si mette per bene a improvvisare con fantasia,<br />
verrà messo da qualche altra parte.<br />
FANTASIA ride <strong>di</strong>speratamente: Hahaha!<br />
NACHTIGALL Che risata sciocca.<br />
FANTASIA come una folle:<br />
C'era una volta un uccellino dorato<br />
che si chiamava Fantasia.<br />
NACHTIGALL Ma che cos'è? Questa improvvisa proprio senza ardore.<br />
FANTASIA salta su impetuosamente:<br />
Non lo sopporto.<br />
NACHTIGALL intinge la penna e scrive velocemente: Era l'ora.<br />
FANTASIA<br />
Lampi, scagliatevi.
130<br />
NACHTIGALL annota rapidamente: Ora si comincia.<br />
FANTASIA<br />
E il vostro ardente bacio -<br />
NACHTIGALL come sopra: Olà, hai visto.<br />
FANTASIA<br />
Imprimete sulla fronte irriverente.<br />
NACHTIGALL La fronte irriverente. Non così velocemente, non tengo il passo.<br />
FANTASIA furiosamente:<br />
Taci, testa <strong>di</strong> rapa.<br />
NACHTIGALL si ferma, senza scrivere: Che verso è questo?<br />
FANTASIA Vuoi sentirlo due volte?<br />
NACHTIGALL Cosa ha composto! Che <strong>di</strong>amine ho scritto qui? Legge ciò che ha scritto.<br />
"Non lo sopporto, zucche, precipitate. E imprimete il vostro ardente piede sul toro<br />
irriverente - Pausa. Taci, testa <strong>di</strong> legno." Cos'è mai questo vaneggiamento? Allora<br />
vaneggio meglio io quando ho la febbre tifoide.<br />
FANTASIA Troppo bello per te, volgare briccone.<br />
NACHTIGALL Questa donna mi ritiene un buffone. Il tempo passa e io non riesco a<br />
comporre niente. Se almeno ci fossero qui le due sorelle <strong>di</strong> Praga, già tutta la<br />
faccenda è impostata in modo sciocco, uno ha la Fantasia in testa, io l'ho qui ai pie<strong>di</strong>,<br />
come può venirne fuori qualcosa? Mi vengono già tutti i bollori. Si toglie la giacca.<br />
O cielo, che supplizio è questo per un poeta al quale non viene in mente niente. Devi<br />
aiutarmi o sarò <strong>di</strong>sperato.<br />
FANTASIA Non mi costringerai, vigliacco.<br />
NACHTIGALL Che persona malvagia. Io l'ammazzo, le taglio la testa e le tiro fuori i<br />
pensieri. Si <strong>di</strong>rige verso il tavolo. Mi rimetto nuovamente a sedere. Legge il titolo:<br />
Ermione. Continua a dettare. Tamburellando malignamente sul tavolo: Ermion. In<br />
<strong>di</strong>aletto: Tanto non mi capisce. Monto in collera. Ho qui ora in<strong>di</strong>cando la Fantasia<br />
una fabbrica <strong>di</strong> pensieri in persona - e non ho ancora scritto niente della poesia, se<br />
non la parola Ermione. Con questa non potrò certo ricevere il premio. Sono <strong>di</strong>sperato<br />
FANTASIA Hahaha, ciò rallegra la Fantasia.<br />
NACHTIGALL furibondo: Ora mi deride, <strong>di</strong>venterò pazzo. Si inginocchia davanti a lei:<br />
Ti imploro, per tutte le stelle, improvvisa qualcosa.<br />
FANTASIA anch'essa si inginocchia: E io imploro te, per tutti gli astri, lasciami libera.<br />
NACHTIGALL Ti imploro, per tutti i poeti greci e valacchi, improvvisa qualcosa.<br />
FANTASIA Ti costruirò un mondo <strong>di</strong> pensieri felici, lasciami libera.<br />
NACHTIGALL Non posso proprio, tuttavia ho compassione. Piange.<br />
FANTASIA piange: Bestia insensibile.<br />
NACHTIGALL Ora comincia a piangere, siamo entrambi nei guai. Se almeno piangesse in<br />
versi, per amor del cielo, limpida prosa le scorre sul viso. Un campanellino risuona<br />
tenue in lontananza. Ora devo andare, scoccano le sette nel salone <strong>di</strong> Apollo.<br />
Rallegrati, quando tornerò. O sudore della morte, che stai sulla mia fronte! Non<br />
conosco altro mezzo. Conosco un canto della bella Magellone. Lo mo<strong>di</strong>ficherò e<br />
canterò Ermioni invece <strong>di</strong> Mageroni e se non piacerà, mi sparerò, mi impiccherò, mi<br />
ucciderò quattro volte <strong>di</strong> seguito, stupido senza alcuna fantasia! Esce <strong>di</strong> corsa<br />
<strong>di</strong>sperato.
FANTASIA da sola:<br />
Quodlibet<br />
131<br />
Inizia la musica, batte un quarto alle sette. La Fantasia balza su impaurita.<br />
Afflitta<br />
Si inginocchia.<br />
Ah, cosa è, suona l'ora,<br />
e Amphio è perduto!<br />
Apollo, se non mi salverai<br />
sarò preda della pazzia.<br />
Nell'etere, nei cieli<br />
mi libravo in leggero volo.<br />
Infide ali, solo per un attimo<br />
avrei desiderato possedervi, sareste state la mia somma fortuna.<br />
Terribile, terribile!<br />
Se la Fantasia ce la facesse<br />
a cantare magari un quodlibet.<br />
Eppure per me splende in cielo una luce consolatrice,<br />
invoco gli dei, essi non ci ingannano.<br />
O Giove, un tempo mi partoristi,<br />
sei sempre stato per me un padre benevolo,<br />
riesci a vedere questa figlia incatenata?<br />
Oh, scaglia la tua saetta e fammi morire!<br />
O Giove, o Giove, ascoltami!<br />
Viene giù un fulmine che <strong>di</strong>strugge la sua catena.<br />
Ah, sono libera, un sommo grazie a voi, dei,<br />
ah, come mi pervade questo stato <strong>di</strong> letizia!<br />
Adesso quelle catene fasti<strong>di</strong>ose sono lontane da me,<br />
presto, da Amphio, per liberarlo.<br />
Amphio, fermati! Amphio, fermati!<br />
La Fantasia è libera!<br />
Getta a terra la greca delle sorelle incantatrici ed esce <strong>di</strong> corsa.<br />
SCENA DODICESIMA<br />
Cambiamento <strong>di</strong> scena.<br />
L'interno del tempio <strong>di</strong> Apollo. Lo sfondo aperto offre la vista sul mare. Al centro la statua<br />
<strong>di</strong> Apollo, davanti ad essa un'ara sacrificale sulla quale <strong>di</strong>vampa una fiamma. In primo<br />
piano un trono posto lateralmente, su cui siede Ermione. Accanto a lei alcuni cortigiani, <strong>di</strong><br />
fronte a lei, la schiera dei poeti. Di fronte al trono, sul pie<strong>di</strong>stallo sporgente <strong>di</strong> una
132<br />
colonna, è seduto Amphio in atteggiamento <strong>di</strong> <strong>di</strong>sperazione. Popolo. Vipria, Arrogantia<br />
vestite da sacerdoti sacrificanti. Numerosi sacerdoti <strong>di</strong> Apollo.<br />
TUTTI I POETI<br />
Coro<br />
Invano arride la fortuna del premio,<br />
la Fantasia non ritorna,<br />
e umiliati qui ammettiamo<br />
l'impotenza del nostro spirito.<br />
VIPRIA con la voce <strong>di</strong> Affriduro: Copriti il volto, nobile Musa! Ermione, ascolta<br />
l'inau<strong>di</strong>to! Tutti i poeti del tuo paese <strong>di</strong>chiarano ad alta voce <strong>di</strong> non essere stati capaci <strong>di</strong><br />
scrivere una poesia in tua lode e neppure il <strong>di</strong>vino sguardo <strong>di</strong> Apollo riesce a ispirarli.<br />
ERMIONE Sono questi i saggi del mio paese, gli uomini eru<strong>di</strong>ti?<br />
UN POETA Perdono, o regina, l'eru<strong>di</strong>zione da sola non compone poesie. Il sapere è un<br />
tesoro d'oro che riposa su un terreno solido, eppure solo la Fantasia, araba fenice, ci<br />
conduce nel regno dei canti leggiadri.<br />
ERMIONE guarda Amphio: Dunque su Flora non vive più nessuno che possa salvare<br />
l'onore <strong>di</strong> Ermione?<br />
AMPHIO Lo senti, Nemesi?<br />
BUFFONE Trattandosi <strong>di</strong> una poesia encomiastica non vinco alcun premio, io sono venuto<br />
al mondo per scherzare.<br />
ERMIONE si alza: Abolite dunque la cerimonia!<br />
ARROGANTIA Ferma, ancora non è suonata la settima ora. Tu conosci il responso<br />
dell'oracolo, sarà un forestiero.<br />
ERMIONE Anche l'oracolo è stato stregato.<br />
VIPRIA Non imprecare. Tra sé: Ma dove si trova quel tra<strong>di</strong>tore?<br />
NACHTIGALL da <strong>di</strong>etro le quinte: Ehi, ehi, fermatevi, una poesia, una poesia! Entra<br />
precipitosamente senza fiato: Fermatevi, una poesia e anche un poeta, eccoli<br />
entrambi.<br />
TUTTI Che sta succedendo?<br />
VIPRIA Come, tu avresti una poesia?<br />
NACHTIGALL Una poesia spaventosa.<br />
BUFFONE Che mi prenda un attacco <strong>di</strong> nervi.<br />
TUTTI Leggila allora.<br />
DISTICHON Si, leggi.<br />
NACHTIGALL Non posso, non l'ho imparata. La canterò visto che sono un cantore angloscozzese.<br />
Il premio sarà mio. Fate attenzione.<br />
BUFFONE Ne vedremo delle belle.<br />
NACHTIGALL si mette al centro, suona l'arpa e canta:<br />
Care personcine, venite presso <strong>di</strong> me,<br />
vi canterò qualcosa,<br />
porgerò qui rapidamente<br />
una lode a Ermione.<br />
Chiunque la scorga appena,<br />
languisce d'amore,
CORO<br />
NACHTIGALL<br />
CORO<br />
NACHTIGALL<br />
CORO<br />
NACHTIGALL<br />
CORO<br />
133<br />
anche il saggio ne resta ammaliato,<br />
mi avete capito?<br />
Quanto sono volgari, quanto sono volgari,<br />
che versi son questi?<br />
Se si mostra nel regno dei fiori,<br />
ogni cosa emana delizia,<br />
i fiorellini gridano tutti insieme:<br />
salve, Ermione.<br />
Se anche passeggia nella notte oscura<br />
senza alcuna lanterna,<br />
i suoi occhietti pieni <strong>di</strong> splendore<br />
rifulgono come due stelle.<br />
Hahaha! Hahaha!<br />
Ma questo fa ridere.<br />
E lo stormo dei cari uccellini<br />
le è davvero affezionato,<br />
anche un vecchio usignolo<br />
arriva in volo.<br />
In breve, il suo grazioso nome si <strong>di</strong>ffonde<br />
alto in ogni regione,<br />
anche gli orsi del bosco<br />
mormorano Ermione.<br />
U<strong>di</strong>te questo furfante,<br />
osa cantare qui una simile poesia.<br />
Tutti gli animali, sul mio onore,<br />
sono conquistati da lei,<br />
infine anche io per questo<br />
arrivo a nuoto pieno d'amore,<br />
la conduco velocemente all'altare matrimoniale,<br />
ella risplende come il sole<br />
e io sono folle dalla gioia.<br />
Evviva Ermione!<br />
Ah, è troppo! Ah, è troppo!<br />
Punite quell'insolente.<br />
ERMIONE Sono <strong>di</strong>ventata lo scherno <strong>di</strong> questo buffone? Questa dovrebbe essere una<br />
poesia?<br />
DISTICHON Questo significa deridere Apollo, trascinatelo fuori dal tempio.<br />
TUTTI Fuori!
134<br />
VIPRIA Fermatevi. Ermione, devi mantenere il tuo giuramento. Egli ti ha portato la<br />
miglior poesia, sarà tuo sposo.<br />
ERMIONE Impossibile, no!<br />
TUTTI Tra<strong>di</strong>mento, la sua poesia è troppo brutta.<br />
VIPRIA Chi ne conosce una migliore qui? Vi esorto ancora una volta.<br />
AMPHIO a bassa voce: Povero me, non ci riesco.<br />
Silenzio generale.<br />
VIPRIA Questo silenzio pronuncia la tua sentenza. Arrogantia fa un cenno, tuona. E<br />
Apollo la conferma.<br />
NACHTIGALL Ora tuona ad<strong>di</strong>rittura per causa mia.<br />
VIPRIA Osate contrad<strong>di</strong>rlo?<br />
TUTTI lentamente: No, sarà il suo sposo.<br />
AMPHIO Destino spaventoso!<br />
BUFFONE Più stupido è l'uomo, più grande la sua fortuna.<br />
ERMIONE Non c'è più scampo dunque?<br />
NACHTIGALL cammina a piccoli passi in modo infantile: Sarò re, sarò re!<br />
Entra la Fantasia avvolta in un mantello, afferra la mano <strong>di</strong> Amphio.<br />
FANTASIA a lui nell'orecchio a bassa voce: Amphio, la Fantasia è libera, ispirerà te<br />
soltanto.<br />
AMPHIO balza su, improvvisamente ispirato: Fermi, salverò l'onore <strong>di</strong> questo tempio,<br />
oserò una poesia. Troppo prezioso è il premio, te lo sottrarrò.<br />
TUTTI Apollo, noi ti lo<strong>di</strong>amo.<br />
AMPHIO<br />
La notte si allontana verso la patria eternamente oscura,<br />
il mondo incorona la sua testa con la raggiera <strong>di</strong> Febo,<br />
e come Aurora avvolge la terra <strong>di</strong> porpora,<br />
essa scopre un fanciullo afflitto.<br />
E' figlio <strong>di</strong> un re e passa la notte piangendo<br />
e unisce la rugiada dei suoi occhi a quella del mattino.<br />
Aurora lo saluta soavemente e irra<strong>di</strong>a conforto nel suo cuore,<br />
egli allora invoca Apollo <strong>di</strong> dare parola al suo dolore.<br />
Nel paese delle meraviglie, che confina con il regno <strong>di</strong> mio padre,<br />
dove la natura risplende <strong>di</strong> ornamenti dai mille colori,<br />
troneggia la regina del mio caldo amore.<br />
A un tenero fascino unisce un grande animo,<br />
le leggiadre Muse hanno eletto come loro sede il suo incantevole petto.<br />
E come una volta Dafne si sottrasse al <strong>di</strong>o dei poeti,<br />
così ella porge la sua mano solo a un poeta.<br />
Perciò Apollo, se vuoi inviare velocemente la Musa,<br />
l'amaro tormento <strong>di</strong> Amore non dovrà porre presto termine alla mia vita.<br />
Si lamenta e male<strong>di</strong>ce la sua vita,<br />
allora un in<strong>di</strong>cibile tremore ghermisce il suo cuore,<br />
sente lottare il suo dolore con la gioia,<br />
nelle nubi ode risuonare armonie,<br />
la Fantasia scende dolcemente su una nebbia <strong>di</strong> rose<br />
e agita le sue splendenti piume nel raggio mattutino.
135<br />
Mi ha inviato Apollo, lo commuovono le tue pene,<br />
le commuterai con le <strong>di</strong>vine gioie d'Imene.<br />
Così parla la Fantasia, prendete la sua mano<br />
e fluttuate con lui verso il paese <strong>di</strong> Ermione.<br />
Due aquile audaci li guidano attraverso i cieli<br />
e scendono fruscianti nel regno dei profumi.<br />
Là, il principe si trasforma in un quieto pastore<br />
e cerca <strong>di</strong> fondare la sua gloria per mezzo della poesia.<br />
La regina lo vede, egli le de<strong>di</strong>ca la sua poesia.<br />
Allora la prende un sentimento, il suo cuore non se lo spiega.<br />
Il suo orgoglio è in lotta, ella vorrebbe o<strong>di</strong>are quel temerario.<br />
Ma Eros <strong>di</strong>ce: Non potrai lasciarlo mai.<br />
Ella fa in<strong>di</strong>re nel paese una gara <strong>di</strong> poesia,<br />
solo con il vincitore si legherà.<br />
Come la roccia nel mare sfida le onde agitate dalla tempesta,<br />
così ella vuole mettere alla stessa prova l'animo dell'amato.<br />
Già attende il popolo, ecco che si avvicina il pastore,<br />
espone la verità, non ciò che detta la poesia.<br />
Poi entra in scena e chiede il suo compenso,<br />
la mano della regina e il trono <strong>di</strong> Flora.<br />
Osate ar<strong>di</strong>tamente la cessione e stringete con lui il vincolo <strong>di</strong> sovranità,<br />
poiché, sappiate infatti che io sono il figlio del re <strong>di</strong> Athunt!<br />
TUTTI gioiosi: Salute al figlio del re <strong>di</strong> Athunt! Evviva il nostro nuovo sovrano!<br />
SORELLE INCANTATRICI Male<strong>di</strong>zione!<br />
DISTICHON La poesia è piena <strong>di</strong> imperfezioni.<br />
ERMIONE cadendo nelle braccia <strong>di</strong> Amphio: O Amphio - mio principe, oh, prendete il<br />
mio cuore, il mio regno e la mia eterna gratitu<strong>di</strong>ne.<br />
NACHTIGALL Ora sto fresco.<br />
AMPHIO cade ai pie<strong>di</strong> della Fantasia: Solo a lei spetta la nostra riconoscenza.<br />
TUTTI Chi è costei?<br />
FANTASIA si toglie il mantello: Sono la benevola Fantasia, che non ha potuto salvarvi,<br />
finché Giove non mi ha liberata, poiché ero prigioniera nelle mani delle vostre sorelle<br />
incantatrici.<br />
Vipria e Arrogantia riprendono velocemente le loro vere sembianze.<br />
ARROGANTIA State trionfando troppo presto.<br />
VIPRIA Vipria e la sua ira incantatrice sono ancora in vita. Ti invio come sposa alla morte.<br />
Crolli quin<strong>di</strong> questo tempio e sotto le sue macerie ti sotterri l'eterna notte <strong>di</strong> nozze.<br />
Fa un cenno con la stella magica.<br />
TUTTI Poveri noi!<br />
Si fa notte, tra il tempio e il mare calano oscuri veli <strong>di</strong> nubi, tuoni e fulmini. La statua <strong>di</strong><br />
Apollo sprofonda insieme all'ara sacrificale.<br />
VIPRIA Perché questi saloni resistono, chi impe<strong>di</strong>sce il loro crollo?
136<br />
Violento tuono. Il palco si illumina, la nebbia scorre su entrambi i lati, si ha <strong>di</strong> nuovo la<br />
vista sul mare, come prima. Apollo sta per cadere nel grembo <strong>di</strong> Tetide, con i destrieri del<br />
sole. Il carro del sole continua a scivolare sulla superficie del mare.<br />
APOLLO Chi osa <strong>di</strong>struggere il mio tempio?<br />
TUTTI Apollo!<br />
SORELLE INCANTATRICI Povere noi, proprio lui.<br />
Apollo scende e viene avanti. La Fantasia cade ai suoi pie<strong>di</strong>.<br />
FANTASIA La Fantasia implora protezione per la tua isola, qui imperversano due<br />
incantatrici, sono stata fatta prigioniera.<br />
APOLLO Chi ha osato mettere in catene la Fantasia?<br />
FANTASIA Queste qui.<br />
APOLLO L'Orco le punisca per questo.<br />
Le sorelle incantatrici sprofondano.<br />
BUFFONE Ora hanno finito <strong>di</strong> soffrire.<br />
APOLLO a Ermione: Sono stato io stesso a destinarti Amphio. L'oracolo si è compiuto, il<br />
tuo paese ha un sovrano della casa <strong>di</strong> Athunt. Sono stato io a inviare la Fantasia.<br />
TUTTI Salute a te, Apollo!<br />
APOLLO Il mio tempio è stato profanato, costruitene uno nuovo e de<strong>di</strong>catelo alla<br />
Fantasia. Sarà unita a me in futuro per proteggere questa vostra isola, che si chiamerà<br />
da oggi stesso l'isola dei poeti.<br />
NACHTIGALL Questo nome non lo prende grazie a me.<br />
BUFFONE Ora mi cercherò un paese dove siano tutti buffoni.<br />
NACHTIGALL E io vedrò <strong>di</strong> trovare un'isola <strong>di</strong> usignoli.<br />
APOLLO Chi è questo forestiero?<br />
NACHTIGALL Ora ce l'ha con me. Ora ne vedremo delle belle.<br />
DISTICHON Un menestrello inglese.<br />
NACHTIGALL si inginocchia: E un arpista viennese. Quelle sorelle snaturate mi hanno<br />
rapito.<br />
ERMIONE Ti assumo come secondo buffone.<br />
NACHTIGALL Bacio la mano.<br />
BUFFONE Ucciderò quest'in<strong>di</strong>viduo.<br />
NACHTIGALL Io sono quello che canta, egli, quello che parla, spero che sarete<br />
sod<strong>di</strong>sfatti <strong>di</strong> entrambi.<br />
APOLLO alla Fantasia: Ti hanno rubato le ali variopinte, in futuro ti orneranno ali d'oro.<br />
Il tuo primo volo sia dal padre <strong>di</strong> Amphio, riferisci al re <strong>di</strong> Athunt la sorte del figlio.<br />
FANTASIA viene avanti:<br />
La Fantasia pronuncia un epilogo.<br />
Oh, compensate con indulgenza il suo sforzo,<br />
anche se ha generato una piccola cosa,<br />
pensate che era incatenata.<br />
APOLLO<br />
Gli dei vegliano sul vostro destino,<br />
la notte mi chiama, scendo nel grembo <strong>di</strong> Tetide.
137<br />
In<strong>di</strong>etreggia, sale sul carro del sole con il quale lentamente sprofonda. Un <strong>di</strong>ffuso rossore<br />
vespertino si espande su tutto il palco. Le onde del mare scintillano su uno sfondo rosso e<br />
il coro dura fin tanto che Febo non sia completamente sommerso dal mare. In cielo<br />
risplende la stella vespertina.<br />
Coro<br />
FINE<br />
Cala, giorno ardente<br />
e indora il tuo sepolcro.<br />
Ma per rendere più bello il corso della vita<br />
risplen<strong>di</strong> nuovamente domani.
138<br />
La fatale corona magica<br />
ovvero<br />
re senza regno, eroe senza coraggio, bellezza<br />
senza gioventù'.<br />
Féerie tragicomica originale in due atti.<br />
(Die unheilbringende Zauberkrone oder König ohne Reich, Held ohne Mut,<br />
Schönheit ohne Jugend. Tragisch-komisches Original-Zauberspiel in zwei<br />
Aufzügen.)
PERSONAGGI<br />
LUCINA, dea protettrice <strong>di</strong> Agrigento<br />
ADE, principe <strong>degli</strong> Inferi<br />
THANATOS, genio della morte<br />
TISIFONE<br />
MEGERA le furie ven<strong>di</strong>catrici<br />
ALETTO<br />
LULU geni<br />
FANFU<br />
TRE SPIRITI dell'Orco<br />
Geni<br />
CREONTE, re <strong>di</strong> Agrigento<br />
PHALARIUS, generale<br />
ANTROG?US, vicecomandante<br />
ANTROKLES<br />
capitani<br />
CLITONIUS<br />
OCTAVIAN, un conta<strong>di</strong>no<br />
UN CACCIATORE del seguito <strong>di</strong> Phalarius<br />
139<br />
Popolo. Soldati. Cacciatori. Nobili. Danzatori e danzatrici.<br />
HERAKLIUS, principe <strong>di</strong> Massana<br />
HARMODIUS, suo primo ministro<br />
ADRASTO, primo servitore del tempio<br />
THESTIUS, un nobile <strong>di</strong> Massana<br />
ARETE, sua nipote<br />
EPAMINONDA<br />
HIPPOMEDON abitanti <strong>di</strong> Massana<br />
ARGOS<br />
SILLIUS<br />
UN SERVITORE <strong>di</strong> Thestius<br />
UNA DONNA <strong>di</strong> Massana<br />
Popolo. Portatori. Gran<strong>di</strong> del regno. Servitori del tempio.<br />
DARDONIUS, principe <strong>di</strong> Kallidalos<br />
UN CORTIGIANO<br />
OLIMAR<br />
ASTRACHAN abitanti <strong>di</strong> Kallidalos<br />
ABUKAR<br />
NIMMELOT<br />
ALOE<br />
ATRITIA, sua nipote
140<br />
Popolo. Guerrieri. Cortigiani. Uomini e donne della nobiltà. Sacerdotesse <strong>di</strong> Venere. Do<strong>di</strong>ci<br />
ragazze.<br />
EWALD, un poeta<br />
SIMPLIZIUS ZITTERNADEL, un povero sarto <strong>di</strong> paese<br />
RIEGELSAM, un commerciante <strong>di</strong> vino<br />
Due uscieri giu<strong>di</strong>ziari.
ATTO PRIMO<br />
SCENA PRIMA<br />
141<br />
Bosco tenebroso. A sinistra un ampio sfondo roccioso con un antro chiuso da un portone<br />
<strong>di</strong> ferro. Accanto alla porta, scolpite nella pietra, si trovano le due Eumeni<strong>di</strong>, Tisifone e<br />
Aletto, armate <strong>di</strong> fiaccola e pugnale, Megera, la terza, è sopra <strong>di</strong> esse, seduta. La porta è<br />
ornata <strong>di</strong> serpenti, davanti ad essa un altare sacrificale <strong>di</strong> pietra. Sullo sfondo un lago<br />
circondato da rocce aspre ricoperte <strong>di</strong> alberi. In primo piano a destra, dei cespugli. Un<br />
tuono attraversa echeggiando il CORO FESTOSO che risuona in lontananza:<br />
Come il vigoroso piumaggio dell'aquila<br />
porta il suo corpo al sole,<br />
i nostri canti avanzano in volo,<br />
mossi dallo slancio della gioia.<br />
Felice, come nelle regioni del cielo,<br />
separati dal dolore della terra,<br />
superbi troneggiano gli dei eterni,<br />
regna Creonte ad Agrigento!<br />
Phalarius entra precipitosamente rivolgendo feroci sguar<strong>di</strong> all'in<strong>di</strong>etro. Ha una pelle <strong>di</strong><br />
pantera sulle spalle ed è armato <strong>di</strong> arco e freccia.<br />
PHALARIUS<br />
Non sono dunque andato ancora abbastanza lontano,<br />
città tra<strong>di</strong>trice, che mi ha ingannato,<br />
anche la cupa solitu<strong>di</strong>ne del bosco<br />
sarà profanata dal rumore sfacciato del tuo giubilo?<br />
Risuonano ancora le ultime parole: Regna Creonte!<br />
Regna pure, Creonte! Popolo! Grida <strong>di</strong> gioia fino a seccarti la gola!<br />
Non costringerete la sorte a un patto eterno.<br />
Impostori, vi vantate della corona che io ho conquistato,<br />
poiché solo il mio coraggio ha smorzato il fervore della guerra.<br />
Fatemi tessere la porpora <strong>di</strong> ingratitu<strong>di</strong>ne,<br />
e coloratela con la vita defluita<br />
che ho sprecato alla spiaggia espugnata,<br />
spezzando l'alloro con la mano insanguinata.<br />
Credete che io abbia combattuto per Agrigento,<br />
affinché il Consiglio, secondo consuetu<strong>di</strong>ni inique,<br />
venda a quel fanciullo minorenne il regno<br />
sul quale solo io posso vantare un vero <strong>di</strong>ritto?<br />
Anche se egli è legato al trono per <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> sangue,
142<br />
io ne sono più degno per eroismo.<br />
Io non credo a ciò che <strong>di</strong>ssero i servitori del tempio,<br />
allorché interpellarono con astuzia l'oracolo <strong>di</strong> Giove,<br />
per sapere se il regno appartenesse a me o proprio a Creonte.<br />
Il <strong>di</strong>o, tuonando, si è in<strong>di</strong>gnato<br />
perché ho osato chiedere il trono dorato <strong>di</strong> Agrigento,<br />
quale ricompensa per la mia vittoria,<br />
e ha detto, fra interminabili bagliori,<br />
che io non avrei mai posseduto un regno nel mondo,<br />
e che Agrigento avrebbe potuto conquistare la felicità,<br />
solo se sul trono avesse agitato lo scettro Creonte.<br />
Dunque mentivano quando sono ritornato,<br />
dalla sanguinosa battaglia, al focolare conquistato con fervida lotta,<br />
dunque mentivano, <strong>di</strong>sabituato ad ogni onta,<br />
come ringraziamento per la vittoria, ho trovato Creonte incoronato.<br />
Io ho combattuto il nemico del paese,<br />
e uno del posto mi ha sconfitto nell'intimo.<br />
Per questo fuggirò da te, o<strong>di</strong>ato paese,<br />
ma pren<strong>di</strong> questo giuramento come un pegno minaccioso:<br />
tornerò per ven<strong>di</strong>care l'onore sottrattomi con l'inganno.<br />
Fa per uscire e scorge inorri<strong>di</strong>to l'antro delle Furie ven<strong>di</strong>catrici.<br />
Ah, quale sentiero mi ha condotto a voi,<br />
sorelle esangui, che siete sempre pronte<br />
a soffocare i violenti peccatori <strong>di</strong> questo mondo,<br />
quali terribili garanti della vendetta.<br />
Io vi esorto, a voi mi rivolgerò,<br />
forzate il portone, con le mani scarnite<br />
porgetemi una spada per ven<strong>di</strong>carmi del mondo<br />
che mi ha schernito, e per spezzare le sue strutture.<br />
Tuono spaventoso, la porta rintrona e trema, poi deboli lampi rifulgono sui cespugli <strong>di</strong><br />
destra che si <strong>di</strong>vidono al centro. Dentro si scorge Ade, avvolto <strong>di</strong> stracci, con il volto<br />
pallido, seduto su una pietra, ha un sacco appeso sulle spalle. Ghignando guarda<br />
Phalarius, che lo osserva con orrore.<br />
PHALARIUS<br />
Che figura ripugnante, chi sei?<br />
ADE con la voce un po' cavernosa, in agguato e inquieto: Io?<br />
PHALARIUS<br />
Sei una delle Furie ven<strong>di</strong>catrici? Con impeto: Parla!<br />
ADE alzandosi lentamente, cammina piegato e parla lentamente con tono cupo. Non è<br />
mai brusco nella parola o nel movimento; per una volta sola è tra<strong>di</strong>to dall'enfasi del<br />
<strong>di</strong>scorso. Ma lo sguardo vigila con vivacità:<br />
Non sono una delle Furie ven<strong>di</strong>catrici,<br />
a malapena riesco a stare in pie<strong>di</strong> sulle mie ossa marce.<br />
Non sono Tisifone! Megera! Aletto!<br />
No! No, sono -, perdono, mi vengono i brivi<strong>di</strong>.<br />
PHALARIUS<br />
Non puoi appartenere completamente alla terra,<br />
altrimenti potresti <strong>di</strong>sturbare la bella credenza
ADE<br />
143<br />
che l'uomo sia stato plasmato da Prometeo,<br />
secondo la nobile immagine <strong>di</strong>vina <strong>di</strong> Zeus.<br />
La terra non è più del tutto la mia patria,<br />
giù nel profondo vengo chiamato alla spiaggia stigia.<br />
Arpie, lamentose come usignoli,<br />
annunciano che le Furie chiedono <strong>di</strong> me.<br />
PHALARIUS<br />
Hai vissuto tanto malvagiamente in questo mondo,<br />
che alla fine ti viene a mancare ogni consolazione?<br />
E un tempo hai pure scialato in sfrenatezza?<br />
ADE<br />
E' così, hai parlato in modo tremendamente veritiero,<br />
ma ora il bastone della mia fortuna si è spezzato,<br />
un tempo possedevo molte cose su questa terra,<br />
ero amato, non lo <strong>di</strong>menticherò mai,<br />
ma ora sono o<strong>di</strong>ato e non ho una donna.<br />
Piangendo:<br />
Tanto povero che ormai non mi rimane altro che una corona.<br />
PHALARIUS dopo una pausa <strong>di</strong> stupore:<br />
Cosa <strong>di</strong>ci, una corona? Animale folle!<br />
ADE<br />
Vuoi vederla? La porto con me.<br />
Con voce più acuta:<br />
Te la regalo, vuoi provarla?<br />
Ti ho sentito prima imprecare per una corona.<br />
Portala pure, non togliertela mai.<br />
Rimarrà fedele alla tua testa fino alla tomba.<br />
PHALARIUS<br />
A cosa mi serve la corona, <strong>di</strong>mmi il nome del suo regno.<br />
ADE con impeto:<br />
Il mondo! - Ti basta? Perché impalli<strong>di</strong>sci?<br />
PHALARIUS<br />
Non dovrei? Mi afferra il terrore.<br />
Chi può scrutare in tali immensità celesti?<br />
La terra, per quanto grande sia, immagine infinita,<br />
non ha mai placato la curiosità dello sguardo.<br />
Fuggi, abbandonami, spirito illusorio,<br />
che concede l'Inferno, mentre guida al cielo.<br />
Mostra la corona, se non ti stai facendo beffe <strong>di</strong> me.<br />
ADE<br />
E' nascosta nel mio sacco da men<strong>di</strong>cante,<br />
come il drago, rannicchiato nell'antro,<br />
che fa la posta al ricco bottino con il dente avvelenato.<br />
PHALARIUS<br />
Un <strong>di</strong>adema in una borsa da men<strong>di</strong>cante?
144<br />
ADE<br />
In una urna sobria riposano le ceneri regali.<br />
Per mezzo <strong>di</strong> questa corona, se ostentata sulla testa,<br />
colui che la guarda verrà derubato della forza del coraggio.<br />
Si, basta che il suo possessore faccia dei lievi cenni,<br />
chi gli si avvicina sprofonderà nella polvere.<br />
L'albero con i ver<strong>di</strong> rami rigogliosi inclinerà<br />
la sua chioma odorosa davanti a questa corona.<br />
Gli animali del bosco tremeranno inquieti<br />
e ululando la fiuteranno da molto lontano.<br />
Ciò che or<strong>di</strong>na dovrà essere compiuto severamente,<br />
e non esiste nessuno sulla terra che possa trafugarla.<br />
Anche quando egli dorme, con gli occhi chiusi, la notte silenziosa,<br />
scrupolosamente sorveglia che non venga sottratta.<br />
Nessun giavellotto, nessun pugnale, nessun dardo potrà raggiungerlo,<br />
la potenza della corona cederà solo alla luce lunare.<br />
Fintanto che essa la irra<strong>di</strong>erà, egli è perduto,<br />
e la spada <strong>di</strong> qualsiasi nemico potrà penetrarlo.<br />
Questo cerchio procura tale fortuna e tale angoscia.<br />
Ora parla, la tua sete <strong>di</strong> potere ha ancora il desiderio <strong>di</strong> possederlo?<br />
PHALARIUS<br />
Placa la tempesta con il relitto <strong>di</strong> una nave,<br />
nascon<strong>di</strong> il tesoro <strong>di</strong> Golkonda nel sacco da men<strong>di</strong>cante,<br />
comanda al dardo <strong>di</strong> prendere la via del ritorno,<br />
impe<strong>di</strong>sci al fuoco dell'Etna <strong>di</strong> defluire,<br />
ma non persuadermi a lasciare la corona,<br />
tirala fuori, dovrà cingere questa testa.<br />
Si toglie l'elmo.<br />
ADE<br />
Orsù! Non guardare il cielo, guarda la terra.<br />
Ti supplica con un gesto lamentevole.<br />
Prende una corona d'oro dal sacco, dal quale fuoriesce il fuoco. Tuono lontano.<br />
Ma non ascoltare il suo lamento, porgimi la fronte.<br />
rimani forte, preserva il tuo cervello dalla pazzia.<br />
Gli mette in testa la corona. Tuono spaventoso. Breve musica. Il palco <strong>di</strong>venta più<br />
luminoso, la terra trema, gli alberi piegano i rami in modo da formare una cupola verde<br />
sopra la testa <strong>di</strong> Phalarius e si specchiano nel lago.<br />
Bene, bene, il bosco trema <strong>di</strong> fronte alla testa del re,<br />
ti rendono omaggio i fusti riccamente ricoperti <strong>di</strong> foglie.<br />
PHALARIUS<br />
E' la verità? Che estasi in<strong>di</strong>cibile!<br />
ADE tra sé:<br />
Opprimerà la tua fronte con il suo ardore ancora intenso.<br />
PHALARIUS<br />
Ah, ora il più grande tesoro <strong>di</strong> questa terra è mio.<br />
Parla, miserabile, cosa posso offrirti per ricompensa?<br />
ADE<br />
Non ho bisogno <strong>di</strong> alcunché, portala pure via felicemente.
145<br />
Ci incontreremo nel luogo della vendetta,<br />
quando la tomba della tua illusione sarà ben aperta<br />
e tu un giorno parlerai come ho parlato io:<br />
piangendo:<br />
e sono tanto povero che non mi resta altro che la corona.<br />
Con rabbia:<br />
Solo quell'attimo conservo come ricompensa.<br />
Esce strisciando con il sacco sulle spalle.<br />
SCENA SECONDA<br />
Phalarius.<br />
PHALARIUS da solo:<br />
Vai, spirito menzognero, mai parlerò in questo modo,<br />
il solo pensarlo sarebbe un delitto ai danni della fortuna.<br />
Avanti ora, Phalarius, esci dal bosco,<br />
affinché la tua fama riecheggi in Sicilia.<br />
Ma potrò fare affidamento sul potere <strong>di</strong> questa corona? -<br />
Olà! Chi incede nella notte?<br />
Antrogäus con dei soldati regali, armati <strong>di</strong> lance.<br />
ANTROG?US da <strong>di</strong>etro le quinte:<br />
Antrogäus e la guar<strong>di</strong>a del re.<br />
PHALARIUS<br />
Benvenuti giavellotti, prestate servizio alla mia vendetta!<br />
Tu, Antrogäus, dovrai essere il primo<br />
che consacrerò all'o<strong>di</strong>o a lungo represso.<br />
Corrono tutti verso Phalarius.<br />
Coro<br />
Devi tornare alla corte, Phalar,<br />
lo vuole il re -<br />
Scorgendo la corona e in<strong>di</strong>etreggiando spaventati:<br />
Ah, che stella<br />
scorgo sulla tua fronte?<br />
Minacciosa mi tiene lontano da te,<br />
come è sconvolgente la sua vista!<br />
Mi spinge a terra con angoscioso tremore,<br />
la paura mi strappa un grido:<br />
sii clemente, principe, ti rendo omaggio!<br />
Cadono tutti in ginocchio tremando.<br />
PHALARIUS ridendo in modo sguaiato:<br />
Haha! Cosa mi or<strong>di</strong>na Creonte?<br />
ANTROG?US<br />
Guardaci con indulgenza, il tuo sguardo può uccidere.
146<br />
Creonte ci ha mandati a cercarti,<br />
parla con cuore oppresso:<br />
per ricondurti alla casa principesca,<br />
dove frulla la gioia, le baccanti danno il benvenuto,<br />
là dovrai cadergli al petto pentito<br />
e dare l'ad<strong>di</strong>o al tuo bieco rancore,<br />
per questo egli ti eleverà a nuova <strong>di</strong>gnità.<br />
PHALARIUS<br />
Sia maledetto colui che mi parla <strong>di</strong> pentimento.<br />
Sfodera la sua spada e lo ferisce.<br />
Tu pentiti, quando ti si chiuderanno gli occhi.<br />
Antrogäus viene portato nei cespugli.<br />
Conservate il petto, la mia lama assetata vuole bere.<br />
Scenderà ancora e ancora nel fodero purpureo.<br />
Ora balzate in pie<strong>di</strong> e obbe<strong>di</strong>te ai miei or<strong>di</strong>ni:<br />
racconterò alla città la favola<br />
<strong>di</strong> una festa della vittoria, dove le Mena<strong>di</strong> infuriano,<br />
solamente il vincitore, da solo, deve attendere fuori nel bosco.<br />
Di una corona che risplende potente, che l'Orco gli ha donato,<br />
del furibondo sentimento <strong>di</strong> vendetta che guida il suo braccio.<br />
Dell'aureo palazzo presso il lago <strong>di</strong> <strong>di</strong>amanti,<br />
dove regna l'ebbrezza della gioia, ignara dell'imminente dolore.<br />
Dell'ardore che lo coglie, delle atroci grida <strong>di</strong> paura,<br />
dell'ultima ora <strong>di</strong> Creonte, del rimorso <strong>di</strong>sperato,<br />
<strong>di</strong> nemici inermi, che felici vagano nella danza,<br />
<strong>di</strong> guerrieri rozzi e selvaggi, che li afferrano come carnefici,<br />
del balcone lucente, dal quale, a un mio cenno,<br />
vengono gettati in selvaggia esultanza, affinché anneghino in mare.<br />
Racconteremo questa favola per il bene della città,<br />
e se essa per questo impalli<strong>di</strong>rà, la letizia dovrà rianimarci.<br />
Poi dalle rovine del palazzo, carbonizzate dall'incen<strong>di</strong>o,<br />
la coppa brillante risplenderà come un'aurora.<br />
E la nostra favola <strong>di</strong>a infine l'insegnamento al mondo,<br />
che la fortuna incusto<strong>di</strong>ta non dura a lungo sulla terra.<br />
Tra sé con ira repressa:<br />
Io preserverò la mia, nessuno mi vedrà cadere.<br />
E anche se dovesse succedere, la mia fama non potrà mai smorzarsi,<br />
io lotto contro il tempo, ancora dopo mille anni<br />
i posteri dovranno conoscere la leggenda della corona.<br />
Escono tutti. Gli alberi si piegano in avanti.
SCENA TERZA<br />
147<br />
Musica. Lucina scende in fretta sulla terra su veli rosei che poggiano su bianche nubi. La<br />
paura mette ali alle sue parole.<br />
LUCINA<br />
Quali male<strong>di</strong>zioni odo risuonare in questo boschetto?<br />
Tremano i cieli, le rocce rintronano.<br />
Sfreccia il sacrilego attraverso la notte boschiva,<br />
per provocare l'orrenda battaglia infernale.<br />
Doveva dunque crescere sulla terra uno scellerato,<br />
che osasse afferrare quella terribile corona.<br />
Agrigento sarà perduta, il mondo si lamenterà<br />
se non lo coglierà la potenza delle Erinni.<br />
Cosa devo fare, o voi, ore sanguinose,<br />
per punire l'empio, per sanare le ferite?<br />
Egli deve prima compiere l'atroce fatto,<br />
e io sveglierò le Furie ven<strong>di</strong>catrici.<br />
Solo la morte farà saltare le imponenti catene del fato.<br />
Perciò dovrò trarre in salvo la vita del re.<br />
Per le strade già corre l'avido carriaggio.<br />
La nube si trasformerà in un rapido destriero!<br />
La nube si trasforma in un nero destriero con briglie d'oro, al gran galoppo. Lucina vi si<br />
siede velocemente.<br />
Su morello, ora fremerai attraverso i cieli,<br />
ruberai il bottino all'assassino!<br />
Il destriero vola via veloce come una freccia.<br />
SCENA QUARTA<br />
Ade, in qualità <strong>di</strong> principe <strong>degli</strong> Inferi, vestito <strong>di</strong> nero alla greca, una corona nera in testa,<br />
in mano una fiaccola con la fiamma rossa, che egli pone sull'altare sacrificale delle<br />
Eumeni<strong>di</strong>.<br />
ADE<br />
Bene, adesso farò risuonare la caccia<br />
e non farò affaticare i cacciatori,<br />
affinché molte schiere vadano per me in pellegrinaggio<br />
verso il regno delle ombre oscure.<br />
Poiché ho giurato presso lo Stige,<br />
<strong>di</strong> spopolare questa terra,<br />
per questo ho scelto Phalar,<br />
egli è degno <strong>di</strong> questo compito.<br />
Presto cadrà Massana,<br />
dove ho inchiodato la sfortuna.<br />
Allegramente risuonerà l'Orco,<br />
quando il superbo paese sprofonderà.<br />
Dall'isola calidonia
148<br />
ove <strong>di</strong>mora il mio enorme cinghiale,<br />
u<strong>di</strong>rò un mugolio lamentevole,<br />
che il mare non riuscirà a soffocare col rumore.<br />
Ma già il cielo si tinge <strong>di</strong> rosso,<br />
si vedono delle fiammate rosse<br />
il fumo ribolle! La torre scoppia!<br />
Nel palazzo regna il trambusto,<br />
rapidamente avrai compiuto l'impresa.<br />
Oltrepassa tuonando la porta dell'antro delle Eumeni<strong>di</strong>. I fulmini penetrano attraverso le<br />
aperture.<br />
Alt! Le Eumeni<strong>di</strong> strepitano<br />
dal loro trono della vendetta.<br />
Non appena, tuonanti, infurieranno più vicine,<br />
i loro pugnali si agiteranno.<br />
Ah! Non potrete <strong>di</strong>struggere<br />
l'eroismo del mio spirito.<br />
Dovrete u<strong>di</strong>re le sue imprese.<br />
La vostra vendetta rimanga muta.<br />
Afferrando la fiaccola:<br />
Per mezzo <strong>di</strong> questo potere, <strong>di</strong>venuto mio<br />
da quando Saturno svolazza intorno al mondo,<br />
queste porte raccapriccianti rimangono<br />
sigillate alle sue Furie.<br />
Batte tre volte la fiaccola contro la porta, appaiono tre sigilli <strong>di</strong> fuoco.<br />
Solo attraverso questo portone spaventoso<br />
potranno irrompere sulla terra.<br />
Perciò dovrà essere chiuso,<br />
egli dovrà lottare contro il destino.<br />
Se ciò che voglio sarà compiuto,<br />
io stesso lo invierò alla notte.<br />
Musica. Crepitìo e urla terribili all'interno della porta. Il lago <strong>di</strong>venta rosso chiaro e<br />
fluttua spaventosamente.<br />
Ah, come urlano in<strong>di</strong>gnate ora<br />
e come colorano <strong>di</strong> sangue questo lago!<br />
Rimanete prigioniere, civette velenose,<br />
solo alla luce lunare egli potrà morire.<br />
Ma vedo Creonte libero<br />
che scende giù con Lucina,<br />
era già consacrato alla morte,<br />
ella mi defrauda della sua vita.<br />
In<strong>di</strong>etreggia.
SCENA QUINTA<br />
149<br />
Detto. Lucina e Creonte scendono a terra su delle nubi. Creonte si inchina davanti a<br />
Lucina.<br />
LUCINA<br />
Sei salvo, principe benigno. Tu vivi grazie a me.<br />
E' stato lo spirito protettore del paese che non ti abbandonerà mai.<br />
CREONTE<br />
Il mio cuore palpitante ringrazia, i miei sensi non ne sono ancora capaci,<br />
poiché dallo stupore quasi mi viene meno la memoria.<br />
Chissà chi è che guida la mia infida sorte, punirò l'alto tra<strong>di</strong>mento<br />
che è stato commesso contro <strong>di</strong> me e il mio popolo.<br />
O tempo ipocrita, chi lo avrebbe creduto,<br />
in un attimo potresti rubarci tutto.<br />
A stento i minuti sanno che mi ha colto la miseria.<br />
E' stato Phalarius che stava davanti a me in modo minaccioso?<br />
Da dove viene la corona spaventosa, della quale sfacciatamente si vanta,<br />
e che oscura ad<strong>di</strong>rittura un incen<strong>di</strong>o con il suo magico splendore?<br />
Da dove viene questa sommossa, chi governa ora nel paese?<br />
Dei, rinvigoritemi, il mio intelletto vacilla.<br />
Sono prostrato davanti a lui, davanti a questo scellerato?<br />
LUCINA<br />
Il tuo furore è inutile, gli dei non lo odono.<br />
Ve<strong>di</strong> quell'altare, deponi lì sopra i tuoi lamenti,<br />
potrai chieder consiglio a quelle irrequiete.<br />
CREONTE<br />
Dunque ascoltatemi, potenti Eumeni<strong>di</strong> -<br />
Batte alla porta che rintrona.<br />
ADE viene avanti:<br />
Invano le invochi, <strong>di</strong>sturbi soltanto la loro quiete.<br />
CREONTE<br />
Chi pronuncia queste parole, <strong>di</strong> cui dovrebbe pentirsi anche la follia?<br />
LUCINA in<strong>di</strong>etreggia:<br />
Non riconosci Ade, colui che gli dei stessi rifuggono?<br />
CREONTE anch'egli in<strong>di</strong>etreggia per lo spavento:<br />
Sei tu, Ade?<br />
ADE<br />
Sono proprio io colui che sorveglia questo portone.<br />
LUCINA piano a Creonte:<br />
Ti ha rubato il regno e il popolo.<br />
CREONTE<br />
Le Erinni sono sorde, visto che ancora non compaiono?<br />
ADE<br />
Riconoscete questi sigilli, l'Orco or<strong>di</strong>na loro <strong>di</strong> tacere.<br />
LUCINA piagnucolando, a Creonte:<br />
O povero principe, impossibilità si chiama il tuo territorio,
150<br />
dal quale la speranza stessa fugge con ansioso terrore.<br />
A Ade:<br />
Si, ti meriti che gli dei e gli uomini ti o<strong>di</strong>no,<br />
l'ardore della palude eterna deve spegnersi accanto a te.<br />
Ma quel lago <strong>di</strong> sangue rimanga testimone della tua ira.<br />
Il potere <strong>di</strong>vino <strong>di</strong> Lucina manterrà il suo ardore,<br />
finché un giorno l'immagine <strong>di</strong> Giove si specchierà nelle sue onde<br />
e la sua saetta onnipotente <strong>di</strong>sserrerà quella porta.<br />
ADE con sarcasmo:<br />
O dea, benevola e bella, come puoi irritarti in questo modo!<br />
Ve<strong>di</strong>, il tuo pro<strong>di</strong>gio porta nuova fioritura <strong>di</strong> morte.<br />
Io non ho paura <strong>di</strong> Zeus, perciò sia maledetto il tuo lago.<br />
E chi cercherà <strong>di</strong> placare la sete con i suoi flutti,<br />
da quel momento <strong>di</strong>sprezzerà la genia umana<br />
e come una tigre attenterà alla sua vita.<br />
Ma solo fino al momento in cui egli non spargerà tanto sangue,<br />
quanto la sua bocca assetata ne assaporerà dal lago pro<strong>di</strong>gioso.<br />
LUCINA<br />
Fermo, questo è troppo, mostro notturno,<br />
niente ti è caro dunque, su questa bella terra?<br />
Afferra il cielo e rubagli le stelle,<br />
caccia via gli dei stessi verso lontananze prive <strong>di</strong> luce,<br />
annienta pure me, prova! Rubami l'immortalità,<br />
dai inizio alla battaglia, attacca, sono pronta.<br />
Si mette davanti a lui con atteggiamento maestoso.<br />
CREONTE<br />
Perché ti lamenti ancora, terra, dalla malvagia lotta<br />
non sono ancora liberi né il grande Orco e neppure l'Olimpo.<br />
ADE freddo e in<strong>di</strong>fferente:<br />
Ti definisci immortale, puoi esserlo nell'ingiuria.<br />
Non mi invischierò in un duello con te.<br />
Sei una donna <strong>di</strong>vina, non c'è bisogno <strong>di</strong> replicare ulteriormente,<br />
con <strong>di</strong>stinta noncuranza:<br />
o meglio, sei una donna e non puoi umiliarmi.<br />
LUCINA con la più solenne <strong>di</strong>gnità:<br />
Lo sono, e poiché lo sono, il petto mi palpita in modo più superbo.<br />
Sono una donna, il più grande piacere della energica sfera terrestre,<br />
una donna, per la quale è scoppiato l'incen<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Troia,<br />
una donna, per la quale l'occhio <strong>di</strong> Giove tonante si inumi<strong>di</strong>sce teneramente,<br />
una donna, davanti alla quale l'intera Persia si è profondamente prostrata,<br />
una donna, che un giorno un <strong>di</strong>o ha generato dalla propria testa,<br />
una donna, che agita lo scettro dell'amore nel mondo,<br />
dell'amore che penetra anche nel tuo cuore roccioso,<br />
una donna, che può paralizzare il tuo braccio con un bacio:<br />
o meglio, tu sei un uomo e non puoi mortificarmi.<br />
ADE<br />
Con le belle parole potrai vincere facilmente il premio.<br />
Però una grande impresa riesce solo con spirito virile.
151<br />
LUCINA<br />
Orsù, non litighiamo per mezzo <strong>degli</strong> elementi<br />
e non causiamo la nostra rovina me<strong>di</strong>ante fiamme, flutti, tempesta,<br />
usiamo la lama affilata dell'arguzia,<br />
forse così mi sarà possibile conquistare la vittoria.<br />
ADE<br />
Ma perché ti tormenta il desiderio <strong>di</strong> combattere l'Orco?<br />
Come sarebbe facile per la mia arguzia smorzare la sua superbia!<br />
LUCINA con astuzia:<br />
Se il tuo spirito ne è capace, perché vuole evitarlo?<br />
Gli dei dovrebbero invi<strong>di</strong>arti per la tua arguzia.<br />
Non credere che in seguito gli dei ti rispettino,<br />
essi denigrano il tuo spirito, che già spesso hanno deriso.<br />
ADE con stizzita vanità:<br />
Allora mostrerò a te e agli dei dell'Olimpo,<br />
che la mia furbizia non dovrà inchinarsi alla loro astuzia.<br />
Potrà esserti possibile svegliare quelle terribili Furie,<br />
ma dovrai eseguire esattamente ciò che io ti or<strong>di</strong>no:<br />
potrai servirti delle Eumeni<strong>di</strong> per la sua caduta,<br />
se farai consumare un triplice sacrificio sull'altare.<br />
Innanzitutto una corona, che abbia ornato la testa <strong>di</strong> un re,<br />
il quale non abbia mai posseduto un regno e non ne possederà alcuno.<br />
Poi una corona d'alloro che venga dalla fronte <strong>di</strong> un eroe,<br />
il cui coraggio può svanire appena l'albero stormisce,<br />
ma che abbia compiuto tale immane impresa,<br />
da meritare che la schiera <strong>di</strong> guerrieri gli intrecciasse quella corona.<br />
Ora ci sarebbe ancora la terza cosa, un <strong>di</strong>adema,<br />
trionfo della vanità, che Giunone stessa prenderebbe.<br />
Sia esso intrecciato <strong>di</strong> fiori <strong>di</strong> mirto e gigli bianchi<br />
e poggi su una testa che vive da sessanta anni.<br />
Una donna molto anziana con rughe che si intrecciano fittamente,<br />
dovrà ottenerla come premio <strong>di</strong> bellezza per il suo fascino.<br />
Ma non solo gli uomini, che la pietà potrebbe rendere accomodanti,<br />
le donne dovranno incoronarla con sguar<strong>di</strong> invi<strong>di</strong>osi.<br />
Queste sono le rarità che desidero da te,<br />
e se le reperirai, cre<strong>di</strong>mi, ti onorerò.<br />
Portale qui in sacrificio, poi quei sigilli si scioglieranno,<br />
la porta si spalancherà con fragore, i suoi catenacci salteranno via,<br />
le Eumeni<strong>di</strong> saranno libere, Phalarius potrà cadere.<br />
E se u<strong>di</strong>rò risuonare presso l'Acheronte il suo continuo sospirare,<br />
prenderò allora io stesso la corona dalla sua pallida fronte<br />
e mi allontanerò da te umiliato, <strong>di</strong>sprezzando il mio intelletto.<br />
LUCINA<br />
Per Giove, sono stupita.<br />
CREONTE<br />
Ma non essere tanto crudele<br />
da gravare quella possibilità con un simile giogo.
ADE<br />
152<br />
Vuoi che voliamo e incateni le nostre ali,<br />
sproni il cavallo e tiri le sue briglie.<br />
Ella lo ha voluto, io non cambio mai la sentenza.<br />
Credete che l'austro dell'inferno non generi alcuna fantasia?<br />
Hai forse creduto, o più immortale tra le Ninfe,<br />
che Ade si lasciasse ingiuriare in modo tanto impunito?<br />
Sono giunto, come tanto astutamente hai voluto,<br />
ma se la mia triplice richiesta rimarrà inesau<strong>di</strong>ta,<br />
ti giuro sul funebre sentiero del Cocito,<br />
che tu <strong>di</strong>verrai lo scherno dell'Orco e Creonte sarà perduto.<br />
Esce con solennità.<br />
CREONTE<br />
Sono perduto, si, la mia caduta era già compiuta,<br />
quando il suo sguardo furibondo si è rivolto verso il mio regno.<br />
L'enigma è chiaro ora, so come è accaduto,<br />
la mia sventura sta lì smascherata e denudata in modo vergognoso.<br />
Ma cos'è la vita, come sarei da compatire,<br />
se non fossi mortale e dovessi essere eternamente afflitto!<br />
LUCINA<br />
Oh, non affliggerti troppo presto, il mio spirito genera pensieri,<br />
che lo avvolgono <strong>di</strong> nuove speranze, ver<strong>di</strong> come l'edera.<br />
Gli dei non tollerano che un simile regno scompaia,<br />
quando un popolo tanto nobile invoca il suo re.<br />
Pensierosa:<br />
Il principe <strong>di</strong> Massana è malato e non guarirà,<br />
la sventura vi <strong>di</strong>mora troppo malignamente, il paese andrà in rovina.<br />
Inoltre questo lago sanguinoso, il cinghiale calidonio,<br />
il mio rime<strong>di</strong>o pro<strong>di</strong>gioso funzionerà, non può essere altrimenti.<br />
La carrozza <strong>di</strong> nubi scende giù <strong>di</strong> nuovo.<br />
Perciò ora corriamo insieme verso i miei campi celesti,<br />
cambia questa visione con un'immagine più bella.<br />
Creerò con arte magica una luce incantata,<br />
poi cercherò <strong>di</strong> introdurre l'inganno con l'aiuto <strong>di</strong> forestieri.<br />
Tu però non potrai fare niente qui per la tua salvezza,<br />
perciò aspettami in compagnia dei miei elfi.<br />
CREONTE<br />
Tanto volentieri, dea, vai verso la tua patria,<br />
tanto doloroso è per me fuggire dalla mia.<br />
Con profonda commozione:<br />
O mio regno fedele, devo separarmi da te,<br />
solo alle aspre rupi potrò confessare il mio tormento.<br />
Dove potrà vivere bene un re che ha sopportato un dolore<br />
tale da non poter <strong>di</strong>re ad<strong>di</strong>o al suo popolo?<br />
O Eco, la cui risonanza riecheggia su ogni monte,<br />
annuncia la parola luttuosa: ad<strong>di</strong>o, mia Agrigento.<br />
Adesso ti seguirò, dea, in quel felice paese <strong>di</strong> sogno,<br />
abbandono quello mio vero, dal quale sono stato esiliato,
153<br />
ma quando le nubi copriranno il mio popolo fedele,<br />
l'occhio del re si riempirà <strong>di</strong> calde lacrime.<br />
Anche se tu ritieni che sia una piccola sofferenza,<br />
è un dolore sacro, non devi sottovalutarlo.<br />
Si inginocchia davanti a lei.<br />
LUCINA commossa, ponendo la mano sulla testa <strong>di</strong> lui:<br />
Rispetto profondamente la tua pena, un giorno ti condurrà verso la ricompensa,<br />
il dolore appartiene al mondo, perciò lo sopporta anche la corona.<br />
Lo solleva.<br />
Alzati, mio principe.<br />
Lo fa salire sulla carrozza <strong>di</strong> nubi.<br />
Un trono dovrà racchiuderti.<br />
La nube si apre e forma un baldacchino da trono sopra la testa <strong>di</strong> Creonte.<br />
Se la Fortuna mi sarà favorevole, dovrai presto sostituirlo.<br />
Accompagnati da una tenera musica lamentosa, si allontanano entrambi lentamente in<br />
volo.<br />
SCENA SESTA<br />
La scena si trasforma in un paesaggio romantico. In primo piano, sulla sinistra, una<br />
piccola casetta con una targa sulla quale è <strong>di</strong>pinta una forbice d'oro. Di fronte un se<strong>di</strong>le<br />
erboso, ombreggiato da un albero. Dopo il cambiamento <strong>di</strong> scena la musica si trasforma<br />
nell'arietta <strong>di</strong> Simplizius.<br />
SIMPLIZIUS in abiti borghesi:<br />
Arietta<br />
Sono pochi i fortunati<br />
come me a questo mondo,<br />
non ho moglie e non ho figli<br />
e non ho un soldo.<br />
Se non avessi neppure debiti,<br />
dalla gioia non saprei cosa fare.<br />
Non camminerò impettito troppo presto,<br />
la mia fortuna inizia solo adesso,<br />
mi sa che perderò il lavoro,<br />
allora starò meravigliosamente.<br />
E la cosa più sorprendente sarà<br />
quando verranno a mettermi in prigione.<br />
Allora mi guarderò intorno per trovare un amico,<br />
che mi consoli nel bisogno,<br />
che faccia sì che io arrivi alla fortezza,<br />
dove mi manterrò ben saldo.<br />
E se là mi picchieranno ancora,<br />
sarà una fortuna - insopportabile.
154<br />
Sì, sì, chi mi sente parlare così potrebbe <strong>di</strong>re: santo cielo! Ecco che ne arriva un altro che<br />
si lamenta <strong>di</strong> non avere sol<strong>di</strong> e <strong>di</strong> essere pieno <strong>di</strong> debiti e che verrà rinchiuso in<br />
prigione, santo cielo, è una vecchia storia. In alto tedesco: Si, ma cosa ci si può fare?<br />
E' così, una volta non ho sol<strong>di</strong> e mi mettono in prigione, forse anche due volte, se essi<br />
sono <strong>di</strong> buon umore. In <strong>di</strong>aletto: E se va avanti <strong>di</strong> questo passo, non uscirò più <strong>di</strong><br />
prigione. Io sono un uomo onesto, ma con che cosa devo pagare? E' vero che sono il<br />
sarto più apprezzato <strong>di</strong> questo posto, ma ho un unico cliente ed è mio cre<strong>di</strong>tore, un<br />
commerciante <strong>di</strong> vino che piange per i suoi cinquecento talleri tutte le volte che mi<br />
vede. Sono già sette anni che gli devo quei sol<strong>di</strong>. Ma è già stato pagato da tempo,<br />
poiché invece <strong>degli</strong> interessi, abbiamo stabilito che devo fare gratuitamente tutto il<br />
lavoro che viene or<strong>di</strong>nato in casa sua. Ma così vengono in casa sua le persone <strong>di</strong> tutto<br />
il paese, si fanno prendere le misure, io devo lavorare per loro gratuitamente ed egli<br />
si fa pagare. - Ora là dentro ho un inquilino, in<strong>di</strong>ca la sua casa - con fare misterioso:<br />
anch'egli non paga mai. E' un fabbro. Un fabbro <strong>di</strong> rime. Ora sta scrivendo ad<strong>di</strong>rittura<br />
un'opera teatrale. Alla fine riuscirà a infilarmi in un pezzo. Ho sentito che ora non si<br />
possono più rappresentare opere che non contengano un qualcosa <strong>di</strong> un sarto. E<br />
anch'egli ne sta scrivendo una che si intitola: Die getrennten Brüder. Si tratterà<br />
certamente <strong>di</strong> cucito. Egli aspetta sempre il denaro dalla posta, ma è una strada tanto<br />
brutta che rimane impantanato. Grida dentro alla finestra: Buongiorno, Monsieur<br />
Ewald, <strong>di</strong> nuovo al lavoro? Scribendum?<br />
EWALD dall'interno batte sul tavolo: Non mi <strong>di</strong>sturbi con le sue sciocche chiacchiere.<br />
Esce fuori in semplice finanziera, con un manoscritto, inchiostro e penna. Non mi è<br />
possibile cogliere un pensiero sensato se Lei mi è <strong>di</strong>ntorno. Entri pure dentro, io<br />
scriverò qui.<br />
SIMPLIZIUS Scriva dove vuole e a chi vuole, ma non sia scortese con me.<br />
EWALD Caro maestro, non prenda la mia veemenza in questo modo, vede, io sono un<br />
poeta, una persona ispirata. Quando si lavora con i giambi - Lei non lo comprende, si<br />
tratta <strong>di</strong> versi <strong>di</strong> cinque pie<strong>di</strong>.<br />
SIMPLIZIUS Si, è proprio una sfortuna quando i versi hanno così tanti pie<strong>di</strong> e neppure una<br />
testa. Non rende niente. Vorrei avere tanti pie<strong>di</strong> quanti ne hanno le sue ciabatte, o<br />
giambi, o quello che sta scrivendo! Sarei già scappato da tempo, dei miei non mi<br />
posso più fidare.<br />
EWALD Sta <strong>di</strong>cendo sciocchezze. Mi lasci tranquillo. Si siede sul se<strong>di</strong>le erboso e pensa.<br />
L'ultimo atto. Mi manca il materiale.<br />
SIMPLIZIUS Anche a me. Se avessi un paio <strong>di</strong> centinaia <strong>di</strong> cubiti <strong>di</strong> gros de Naples,<br />
metterei in ghingheri i Suoi Getrennten.<br />
EWALD Ora devo smettere. Adesso l'intero <strong>di</strong>alogo è rovinato.<br />
SIMPLIZIUS Vorrei che fosse tutto lacerato, almeno avrei del lavoro.<br />
EWALD saltando su: Ma caro maestro, quando Lei taglia una giacca, desidera rimanere<br />
tranquillo?<br />
SIMPLIZIUS Però permette che si tratta <strong>di</strong> un altro compito, tra quando io taglio una<br />
giacca e quando Lei riflette mezz'ora e poi non Le viene in mente proprio niente. Se<br />
Lei fa un verso un paio <strong>di</strong> cubiti troppo lungo, li cancella, ma se io faccio una manica<br />
mezzo cubito troppo corta - si tira su la manica della giacca, cosa succede dopo?<br />
EWALD batte i pie<strong>di</strong>: Per l'ultima volta, Le consiglio <strong>di</strong> lasciarmi tranquillo, o mi renderà<br />
furibondo.<br />
SIMPLIZIUS impaurito: Bene, bene, ma non con tanta veemenza, La prego <strong>di</strong> risparmiare<br />
i miei deboli nervi. D'altra parte le mie con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong>sagiate mi
155<br />
costringono a parlarLe in modo tragico. Io non posso proprio <strong>di</strong>re niente contro <strong>di</strong> Lei,<br />
Lei è un uomo per bene, rimane debitore dei miei interessi, come è giusto. Ma Lei è<br />
un poeta che ha delle belle idee, perché non Le viene anche l'idea <strong>di</strong> pagarmi?<br />
EWALD Avrà i Suoi sol<strong>di</strong>.<br />
SIMPLIZIUS Si quando? Verrò messo in prigione oggi stesso.<br />
EWALD Perché?<br />
SIMPLIZIUS Perché sono stato querelato e non posso pagare - in<strong>di</strong>ca il conto. Ma se<br />
accadrà, se mi metteranno in prigione - Signor von Ewald - Lei mi è debitore, farò<br />
valere il mio <strong>di</strong>ritto - Lei deve venirmi incontro. Siamo uomini, sapremo sopportare il<br />
nostro destino. Entra in casa con sussiego.<br />
SCENA SETTIMA<br />
Ewald.<br />
EWALD da solo: Hahaha! Una persona <strong>di</strong> buon cuore se non fosse tanto<br />
insopportabilmente ingenuo. Mi fa compassione la sua spiacevole situazione, domani<br />
riceverò la metà del mio onorario, con ciò lo sovvenzionerò. Ma ora sii attivo,<br />
spirito!<br />
Mentre scrive:<br />
Scena se<strong>di</strong>cesima. Prigione. Artur da solo.<br />
Perché devo <strong>di</strong>morare in questa tetra torre,<br />
intorno alla quale mugghiano le operose onde del mare?<br />
Ah, mentre l'amore placa il suo gioioso desiderio,<br />
l'o<strong>di</strong>o mi tiene qui prigioniero e afflitto.<br />
O spirito protettore, che compari nel mio sogno<br />
e chini dolcemente la testa su <strong>di</strong> me,<br />
conducimi fuori dalla cupa pena del mio carcere,<br />
affinché io possa agire invece <strong>di</strong> me<strong>di</strong>tare inutilmente.<br />
Nel frattempo Lucina scende a terra sulle nubi, accompagnata da musiche molto tenui e<br />
soavi. Un genio porta la fiaccola rosata.<br />
LUCINA<br />
Se vuoi riferire a te stesso il senso della poesia,<br />
io potrò esau<strong>di</strong>re il vivo impulso del tuo desiderio.<br />
Dovrai venire con me verso terre lontanissime<br />
e sfogare nel <strong>di</strong>namismo l'ardore del desiderio.<br />
Ho destinato il tuo coraggio a nobili azioni,<br />
perché riconosco puri il tuo cuore e il tuo spirito.<br />
EWALD<br />
O occhio colpito dal fulgore, nato per la rara gioia<br />
<strong>di</strong> poter scorgere il fascino <strong>di</strong> una dea tanto benevola!<br />
LUCINA<br />
Non stupirti, non delineare alcuna immagine del mio fascino!<br />
Sei stato destinato alla salvezza <strong>di</strong> un potente regno.<br />
Ti basti questo compito, per cercare <strong>di</strong> risparmiare tempo,<br />
ti <strong>di</strong>rò io le cose necessarie.
156<br />
Delle nubi dovranno condurti sulla spiaggia <strong>di</strong> Massana,<br />
un paese in cui la sventura piange in ogni casa<br />
e che tra pochi giorni sarà inghiottito dal mare.<br />
Là ti farai passare per un saggio,<br />
originario delle sacre pirami<strong>di</strong> d'Egitto,<br />
che è giunto a Massana per salvare quel paese.<br />
E se il re concluderà il cammino su questa terra,<br />
tu indorerai le terribili catene della morte<br />
e proprio per questo servizio chiederai la corona del regno.<br />
EWALD<br />
Come eseguirò tutto ciò, non è ancora dato saperlo.<br />
LUCINA<br />
Pren<strong>di</strong> questa fiaccola, si infiamma in ogni luogo.<br />
Se la agiti con forza, si accenderà da sola.<br />
L'oggetto, sul quale <strong>di</strong>rigerai il suo bagliore,<br />
passerà, leggero come uno zefiro, nella sua luce incantata,<br />
dei profumi narcotici si <strong>di</strong>ffonderanno intorno ad esso<br />
e assumerà l'aspetto che tu vorrai conferirgli.<br />
Apparirà nella luce rosea più incantevole,<br />
come solo la più tenera fantasia potrebbe <strong>di</strong>pingerlo,<br />
tanto che tutti i cuori innamorati si inchineranno <strong>di</strong> fronte ad esso<br />
e una lieve commozione rifulgerà da ogni occhio.<br />
Gli dà la fiaccola.<br />
Custo<strong>di</strong>scila bene, un giorno la loderai con gratitu<strong>di</strong>ne,<br />
quando ti consolerà il suo bagliore pro<strong>di</strong>gioso che allieta il mondo.<br />
Ma non potrai attraversare da solo la strada della salvezza,<br />
all'ar<strong>di</strong>to coraggio dovrà star <strong>di</strong> fianco l'angoscioso timore.<br />
Conoscerai certamente da qualche parte un umile sempliciotto,<br />
che si spaventa già al lieve pigolio <strong>di</strong> un passero?<br />
EWALD<br />
O dea, non potrei nominartene uno migliore<br />
<strong>di</strong> quell'uomo che si nasconde timidamente alla tua vista.<br />
In<strong>di</strong>ca Simplizius in casa.<br />
LUCINA<br />
Or bene, potrai trattare con lui stesso la faccenda.<br />
EWALD<br />
Posso già essere sicuro <strong>di</strong> lui, conosco ciò che lo muove.<br />
LUCINA<br />
La fiaccola trasformerà questa pietra in una nebbia leggera,<br />
che vi condurrà in rapido volo attraverso i cieli azzurri.<br />
Fai come ho or<strong>di</strong>nato.<br />
EWALD<br />
Posso garantirlo solennemente.<br />
LUCINA<br />
Orsù! Mi <strong>di</strong>rigerò anticipatamente a Massana.<br />
Vola via.<br />
EWALD da solo:<br />
Questo è proprio un incarico degno <strong>di</strong> un poeta,
157<br />
poiché la vera poesia aspira a una corona.<br />
E' degna <strong>degli</strong> dei stessi per il nobile slancio<br />
che la innalza sopra agli astri fino al trono <strong>di</strong> Giove.<br />
Il mio spirito è povero, le mie azioni solo un sogno sconsacrato.<br />
Perciò la corona che oggi oserò chiedere,<br />
si scioglierà nel niente come la fugace schiuma dei flutti.<br />
Solo il fatto <strong>di</strong> averla voluta mi concederà una ricompensa.<br />
E chi non sognerà con piacere cose d'oro,<br />
se può lasciarsi sfuggire la misera realtà!<br />
Entra in casa.<br />
SCENA OTTAVA<br />
Cambiamento <strong>di</strong> scena.<br />
Piccola stanza con mobili brutti, un tavolo con strumenti per scrivere. Alla parete sono<br />
appesi alcuni brutti pezzi <strong>di</strong> vestiario, un metro e un paio <strong>di</strong> quadri grattati. A destra una<br />
porta laterale, a sinistra una piccola finestra che dà sull'esterno. Simplizius.<br />
SIMPLIZIUS Non ci mancherà molto prima che il cannone da ottanta libbre della mia<br />
sfortuna spari i suoi colpi. Dalla paura mi prendo anche la febbre gialla, quella nera ce<br />
l'ho già in tutte le tasche. Che ora sarà già? Potrei saperlo subito, dovrei solo<br />
guardare l'orologio che ho impegnato due anni fa. Alle un<strong>di</strong>ci e mezza viene il<br />
commerciante <strong>di</strong> vino che cercherà <strong>di</strong> spillarmi i sol<strong>di</strong> che gli devo e se non potrò<br />
pagarlo, vuol <strong>di</strong>re: in marcia verso la Kamschatka!<br />
SCENA NONA<br />
Detto. Ewald.<br />
EWALD Gau<strong>di</strong>o! Gau<strong>di</strong>o, caro Simplizius!<br />
SIMPLIZIUS Si, si, sarà una gioia immensa a pane e acqua.<br />
EWALD No, caro Simplizius, andremo via da qui, in un regno lontano.<br />
SIMPLIZIUS Fuori dal regno? Ci sono già stato. A Norimberga e a Leutomischel.<br />
EWALD Non proprio. Un'affascinante dea ha destinato me e Lei a salvare un regno.<br />
SIMPLIZIUS Me?<br />
EWALD Si, Lei. Nubi orlate d'oro ci porteranno via da questa vita volgare e ci<br />
condurranno in una terra meravigliosa. Lasci qui a smaniare il Suo cre<strong>di</strong>tore. Non ha<br />
comunque più niente da chiedere. Si prepari per il viaggio. Lei è destinato a gran<strong>di</strong><br />
cose.<br />
SIMPLIZIUS Di che tipo?<br />
EWALD Non lo so. So solo che si tratta <strong>di</strong> una corona.<br />
SIMPLIZIUS E dovrei salvarla? Allora andrà bene. Ella non mi conosce.<br />
EWALD No, l'ha vista e ha lodato il Suo coraggio.<br />
SIMPLIZIUS La dea? Ah, è <strong>di</strong>vino! Ma ella sa che io -?<br />
EWALD Cosa?<br />
SIMPLIZIUS Ebbene! Mima l'azione <strong>di</strong> cucire.
158<br />
EWALD Oh, si capisce. Sa tutto. Venga pure!<br />
SIMPLIZIUS Devo salvare un paese! Non riesco a immaginarmi nient'altro, se non che il<br />
paese sia lacerato da <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ni e che io debba rattopparlo. Oppure temono che il<br />
paese geli, e io dovrei fargli un soprabito. E staremo seduti su una nuvola? Allora<br />
cadremo <strong>di</strong> sicuro.<br />
EWALD Per carità, non si preoccupi.<br />
SIMPLIZIUS Ebbene, se cadessimo non sarebbe poi una vergogna. Io sto già cadendo<br />
dalle nuvole.<br />
EWALD Garantisco tutto io per Lei.<br />
SIMPLIZIUS Oh, che persona buona è Lei. Che candela è quella lì rovesciata?<br />
EWALD E' proprio questa la nostra fiaccola pro<strong>di</strong>giosa. Ciò che illuminerò per mezzo <strong>di</strong><br />
essa, apparirà, secondo il mio desiderio, nella forma più sontuosa. E una nebbia<br />
rosata ingannerà ogni sguardo in modo delizioso.<br />
SIMPLIZIUS La cosa più importante è usare queste invenzioni per abbindolare la gente.<br />
Beh, per me, sono pronto, preferisco star seduto su una nuvola che in prigione.<br />
An<strong>di</strong>amo dunque. Guarda dalla finestra. Per l'amor del cielo, sta arrivando il<br />
commerciante <strong>di</strong> vino e due geni tutelari sono con lui con una lancia lunga una tesa.<br />
EWALD Che circostanza imbarazzante. Cosa faccio adesso?<br />
SIMPLIZIUS Monsieur Ewald, dalla paura mi viene in mente una cosa. Proviamo la<br />
fiaccola, sistemiamo la stanza in maniera sfarzosa. Tappezziamola. Forse il<br />
commerciante <strong>di</strong> vino avrà rispetto e crederà <strong>di</strong> poter avere i suoi sol<strong>di</strong>. Aspetti,<br />
intanto chiudo la porta con il catenaccio, affinché non possa entrare subito. Lo fa.<br />
EWALD Non è un'idea malvagia. Comunque non sarà tanto facile, chiederà dove abbiamo<br />
preso quei bei mobili. Allora la fiaccola lo colpirà. Silenzio!<br />
RIEGELSAM bussa da fuori: Su, aprite. So che c'è qualcuno in casa.<br />
SIMPLIZIUS Subito, subito. Di soppiatto: Allora cosa facciamo?<br />
EWALD allo stesso modo: Mi faccia passare per un inglese a cui appartengono i mobili e<br />
che pagherà per Lei.<br />
RIEGELSAM Sfonderò la porta se non apre.<br />
SIMPLIZIUS Giusto, inizi pure a sistemare i mobili. Grida: Aspetti un po'!<br />
RIEGELSAM Aspettare, maledetto mascalzone? Tu aspetta il mio bastone, appena<br />
entrerò.<br />
Ewald intanto ha agitato la fiaccola che si è accesa da sola. Musica. Ad un tratto la stanza<br />
sporca si trasforma in una stanza <strong>di</strong>pinta sontuosamente e riccamente ammobiliata.<br />
Compaiono dei gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>pinti con cornici dorate insieme a un bell'orologio da parete.<br />
Nello stesso modo si trasformano anche la porta, la finestra, il tavolo e le se<strong>di</strong>e. L'insieme<br />
appare tuttavia in una pallida luce rosea. Questa trasformazione non deve avvenire<br />
tirando su il telone, sia il telone che le quinte devono rimanere al loro posto e solo la metà<br />
del fondale deve scendere giù velocemente e le quinte devono ribaltarsi, in modo che<br />
l'occhio possa notare appena questa trasformazione.<br />
SIMPLIZIUS si spaventa: Che mi prenda un colpo! Sarà proprio un bell'inganno. Che<br />
persona fortunata sono, non mi appartiene niente <strong>di</strong> tutto ciò.<br />
EWALD mette la fiaccola tra le quinte dove si trova la scrivania, vi si siede sopra<br />
velocemente e appoggia la testa sulla mano: Ora apra! Dica che sto componendo e<br />
che vorrei rimanere tranquillo! E che Lei stava dormendo.<br />
RIEGELSAM Forzate la serratura!
159<br />
Battono alla porta.<br />
SIMPLIZIUS apre velocemente: E' già aperto.<br />
SCENA DECIMA<br />
Detti. Riegelsam, un uomo molto corpulento, <strong>di</strong> temperamento violento.<br />
RIEGELSAM ancora alla porta: Per aprire non è pronto, ma per fare debiti si. Aspetta,<br />
maledet - entra dentro e si ferma irrigi<strong>di</strong>to. Due uscieri giu<strong>di</strong>ziari fanno la guar<strong>di</strong>a<br />
alla porta. Ma che sontuosità incantevole. Mi stupisco. A chi appartiene la mobilia?<br />
EWALD balzando su <strong>di</strong> scatto: A me.<br />
RIEGELSAM A Lei!? Ah, i miei rispetti.<br />
EWALD Allora chiuda la bocca. Si rimette a sedere e continua a scrivere.<br />
RIEGELSAM Cosa? Chiudere la bocca? Per cinquecento talleri? Per cinquecento talleri la<br />
bocca non si può neppure aprire bene.<br />
SIMPLIZIUS Che gli venga la trisma, in modo da non riuscire mai più a chiuderla, la<br />
bocca!<br />
RIEGELSAM Niente viene chiuso se non - in<strong>di</strong>cando Simplizius: colui che viene rinchiuso<br />
- <strong>di</strong>etro le sbarre. Come sta la faccenda, signor scapestrato? Si paga o non si paga?<br />
SIMPLIZIUS Si! Si paga.<br />
RIEGELSAM Chi paga?<br />
SIMPLIZIUS Io no.<br />
RIEGELSAM Uscieri giu<strong>di</strong>ziari!<br />
Vengono avanti.<br />
EWALD Fermi. Si alza <strong>di</strong> scatto. Pago io. Si rimette a sedere e scrive.<br />
RIEGELSAM Veramente? I miei rispetti. Chi è questo signore?<br />
SIMPLIZIUS Un lord libero.<br />
RIEGELSAM E abita in questa casa miserevole?<br />
SIMPLIZIUS Fisime.<br />
RIEGELSAM Ma perché scrive a lume <strong>di</strong> una fiaccola in pieno giorno?<br />
SIMPLIZIUS Fisime.<br />
RIEGELSAM E cosa otterrò dunque per i miei debiti?<br />
SIMPLIZIUS Fisime.<br />
RIEGELSAM Vada al <strong>di</strong>avolo con le sue fisime. Se potessi almeno avere quei bei mobili,<br />
mi sono proprio innamorato <strong>di</strong> loro. Allora cosa facciamo? O i miei cinquecento<br />
talleri o farò sgombrare la stanza.<br />
SIMPLIZIUS Farebbe un bell'affare.<br />
EWALD con veemenza: Signore, non si azzar<strong>di</strong> a impossessarsi delle mie cose. In questa<br />
stanza sono io il padrone poiché l'ho affittata e se Lei non la lascia subito, farò valere<br />
l'inviolabilità del domicilio e la butterò fuori dalla finestra.<br />
RIEGELSAM Che modo <strong>di</strong> trattare! Cosa significa? Guarda Simplizius con fare<br />
interrogativo.<br />
SIMPLIZIUS con in<strong>di</strong>fferenza: Fisime.<br />
RIEGELSAM Chiuda il becco con le sue dannate fisime. Ha offerto <strong>di</strong> pagare, lo faccia. Io<br />
sono pronto.
160<br />
EWALD Io non ancora. Fra un'ora avrà i Suoi sol<strong>di</strong>. Attendo la posta. Ora si allontani e<br />
ritorni fra un'ora.<br />
RIEGELSAM Non ha neppure i sol<strong>di</strong>. Nient'altro che fisime.<br />
SIMPLIZIUS L'uomo delle fisime.<br />
RIEGELSAM Ma quei bei mobili, questi mobili sontuosi. Bene, io vado, ma le guar<strong>di</strong>e<br />
rimangono qui.<br />
SIMPLIZIUS Mi vedo già in gattabuia.<br />
EWALD Impertinente. Via le guar<strong>di</strong>e all'istante, altrimenti non avrà un centesimo del suo<br />
debito.<br />
RIEGELSAM No? Allora lo farò imprigionare, in<strong>di</strong>cando Simplizius.<br />
EWALD Lo porti pure via, è la miglior cosa che Lei possa fare.<br />
SIMPLIZIUS spaventato: E' giusto. Sarebbe la miglior cosa per lui.<br />
RIEGELSAM in <strong>di</strong>sparte: Non si riesce a convincerlo. Vorrei infuriarmi. Ma questi bei<br />
mobili! Solo questi mobili potrebbero sedurmi.<br />
SIMPLIZIUS Ah, se li vedesse davvero nella giusta luce e non con questa fiaccola che<br />
abbaglia.<br />
RIEGELSAM Sono ancora più belli?<br />
SIMPLIZIUS Oh, non si riesce neppure a guardarli, tanto sono belli.<br />
RIEGELSAM Bene, le guar<strong>di</strong>e si allontaneranno a con<strong>di</strong>zione che Lei mi ceda per iscritto<br />
questi mobili.<br />
SIMPLIZIUS contento, <strong>di</strong> nascosto: Abboccate pure.<br />
RIEGELSAM Se tra un'ora non avrò il mio denaro, questi saranno miei.<br />
SIMPLIZIUS Lo abbiamo già in pugno.<br />
EWALD Sulla mia parola.<br />
RIEGELSAM No, deve essere scritto. Basta re<strong>di</strong>gerlo. Tutto scritto.<br />
SIMPLIZIUS <strong>di</strong> soppiatto: E' già nostro.<br />
EWALD scrive: Dunque tutto ciò che si trova in questa stanza.<br />
SIMPLIZIUS Noi esclusi. Perché sarebbe capace <strong>di</strong> includere anche noi. E' proprio un<br />
furbacchione.<br />
RIEGELSAM Non saprei cosa farne <strong>di</strong> un miserabile impiccio come Lei. Silenzio! Vostra<br />
Altezza si degni <strong>di</strong> sottoscrivere.<br />
EWALD lo fa: Ecco.<br />
RIEGELSAM Anche il sarto!<br />
SIMPLIZIUS lo fa. Tra sé: Ti taglierai.<br />
RIEGELSAM esultando: Bravo! Ora sono a posto.<br />
SIMPLIZIUS Che persona fortunata, ha fatto proprio un affare.<br />
RIEGELSAM Alle guar<strong>di</strong>e: Potete andare a casa.<br />
Le guar<strong>di</strong>e escono.<br />
SIMPLIZIUS Ah! Per ora è andata via solo la sorveglianza.<br />
EWALD Ora vada via anche Lei!<br />
RIEGELSAM Io? Cosa Le viene in mente? Io rimarrò qui finché non arriverà il denaro.<br />
EWALD Che arbitrarietà! Devo andare a prendere il denaro. Ho fretta.<br />
SIMPLIZIUS A <strong>di</strong>re il vero da noi arriva con la posta. Tra sé: Siamo noi che partiamo.<br />
RIEGELSAM Può fare come vuole. Si siede su una se<strong>di</strong>a. Nessuno mi porterà via da<br />
questa stanza. Devo sorvegliare i miei mobili. Neppure uno potrà sfuggirmi. Per mille<br />
<strong>di</strong>avoli!<br />
EWALD <strong>di</strong> soppiatto a Simplizius: Che bella storia. Cosa facciamo ora?
161<br />
SIMPLIZIUS Lo lasci seduto, noi prenderemo la nostra fiaccola, usciremo e lo<br />
rinchiuderemo. Egli deve sorvegliare i suoi mobili.<br />
EWALD Un'idea squisita. Prende la fiaccola dalle quinte. Or bene, rimanga qui e mi sia<br />
garante <strong>di</strong> tutto.<br />
SIMPLIZIUS E faccia attenzione che non Le sfugga niente, altrimenti dovrà pagarlo.<br />
Ewald e Simplizius escono velocemente <strong>di</strong> casa e chiudono la porta con il catenaccio.<br />
Appena la fiaccola esce dalla stanza, gli addobbi si trasformano in un batter d'occhio<br />
nella misera stanza.<br />
RIEGELSAM salta su <strong>di</strong> scatto e <strong>di</strong>ce con sommo stupore: Tuoni e fulmini, che accidente<br />
è questo? Son finito in un antro magico? Dove sono andati a finire i mobili? Quel<br />
bell'orologio, quei sontuosi <strong>di</strong>pinti, è sparito tutto, ci sono solo stracci. Strappa i<br />
vestiti. Nient'altro che stracci ci sono e quei pezzenti se ne sono andati. Ah! Devo<br />
inseguirli. La porta è chiusa con il catenaccio, non posso uscire. Scoppio dalla rabbia.<br />
I miei cinquecento talleri! Cade sulla se<strong>di</strong>a.<br />
SIMPLIZIUS guarda dalla finestrina: Amico, sono perduti.<br />
RIEGELSAM O stregone, entrerai prima o poi! Riporta qui i miei mobili.<br />
SIMPLIZIUS Vuole vederli ancora una volta? Eccoli.<br />
Mette la fiaccola dentro la finestra, la stanza ritorna come prima.<br />
RIEGELSAM si precipita su <strong>di</strong> essi a braccia spalancate: Alt! Adesso non li lascio più<br />
scappare.<br />
Simplizius ritira la fiaccola, repentina trasformazione. Riegelsam in<strong>di</strong>etreggia sbigottito.<br />
SIMPLIZIUS Li tenga stretti. Il debitore Simplizius si ven<strong>di</strong>ca così!<br />
RIEGELSAM corre furibondo verso la finestra che Simplizius gli sbatte sul naso:<br />
Farabutti, briganti, assassini, ladri! Frantuma i vetri della finestra. Scoppio dalla<br />
rabbia. Devo inseguirli. Fa per uscire dalla finestra e rimane bloccato. Non riesco a<br />
passare, sono troppo grasso, soffoco. Cosa vedo - o magia infernale! Fuggono via su<br />
una nuvola. Che abiti lussuosi! Il sarto è ricoperto d'argento, se riuscissi almeno a<br />
strappargli il vestito <strong>di</strong> dosso! I miei cinquecento talleri! Divento pazzo, esplodo. No,<br />
farò saltare la porta. Lo fa. Aiuto, aiuto! Briganti, ladri, guar<strong>di</strong>e! Esce.<br />
SCENA UNDICESIMA<br />
Cambiamento <strong>di</strong> scena.<br />
Grande piazza a Massana in stile greco. Su un lato il palazzo reale. Alcuni gra<strong>di</strong>ni<br />
conducono in alto, dove è seduta la morte greca, un giovane pallido con la fiaccola<br />
capovolta e spenta, gli occhi chiusi e la testa chinata. Molte persone in lutto, altre no,<br />
vanno per la strada torcendosi le mani.<br />
Breve coro<br />
Escono afflitti.<br />
Di', o dolore, quando te ne andrai<br />
dai terreni sventurati <strong>di</strong> Massana?<br />
Gran<strong>di</strong> dei, frenate le sofferenze,<br />
solo il vostro potere ne è capace.
162<br />
Arriva Lucina che osserva il palazzo con malinconia. Tutta la scena deve essere recitata<br />
da entrambi i lati, lentamente e in modo solenne.<br />
LUCINA<br />
Un brivido ostile mi coglie,<br />
se getto lo sguardo su questo castello funesto.<br />
Già vedo il giovane in agguato.<br />
Povero principe, grande è la tua pena.<br />
A voce più alta:<br />
Genio della morte,<br />
tu potresti rendermi felice con una risposta,<br />
imprimerai oggi il gelido bacio<br />
sulle labbra <strong>di</strong> Massana?<br />
IL GENIO DELLA MORTE alza la testa, la fiaccola rimane sempre capovolta, parla in<br />
modo freddo e serio con tono profondo:<br />
Quando la notte scaccerà via il giorno,<br />
come richiede la sete <strong>di</strong> vendetta <strong>di</strong> Ade,<br />
Massana avrà sfogato il proprio dolore -<br />
breve pausa<br />
il mare vi mugghierà sopra.<br />
LUCINA<br />
E che fine farà il re?<br />
Lo abbraccerai cor<strong>di</strong>almente?<br />
GENIO<br />
Ade può mandare solo spavento.<br />
Più cupa si avvicinerà la sua fine.<br />
LUCINA<br />
Dalla tua testimonianza traspira malinconia,<br />
eppure giova al mio piano.<br />
L'ora della sventura mi renderà felice,<br />
se riuscirò a commuoverti.<br />
Donami la vita <strong>di</strong> due persone<br />
non colpite dalla male<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> Ade,<br />
che non siano tra la schiera <strong>di</strong> coloro<br />
che non sperano nella pietà.<br />
GENIO<br />
Pren<strong>di</strong> la vita <strong>di</strong> questi due.<br />
Sorridendo:<br />
Ciò nonostante non me la sottrarrai.<br />
LUCINA<br />
Vorrai concedermi inoltre<br />
che si chiuda l'occhio <strong>di</strong> Heraklius,<br />
prima che tremino le fortezze del paese?<br />
GENIO<br />
Prima ancora che l'onda baci la torre<br />
si spegnerà la vita del re sofferente.<br />
LUCINA<br />
Massana dovrà allora sprofondare velocemente,
163<br />
prima che il tempo rubi dei secon<strong>di</strong>,<br />
nel momento in cui,<br />
la corona del re,<br />
brillerà sulla testa <strong>di</strong> uno straniero.<br />
GENIO fa ricadere la testa, in modo tetro e lentamente <strong>di</strong>ce:<br />
Sprofonderà -<br />
Pausa, poi ancora con la testa chinata:<br />
Fammi ascoltare.<br />
LUCINA<br />
Il tuo occhio si è già chiuso per dormire?<br />
LAMENTI <strong>di</strong> numerose voci sulla scena:<br />
Aiuto! Sta morendo.<br />
GENIO<br />
Senti questo mormorio?<br />
Alza la testa.<br />
Laggiù il gelido dovere mi chiama.<br />
Si alza, la sua testa è leggermente reclinata. Allunga la mano destra verso il luogo in cui il<br />
rumore riecheggia, come a in<strong>di</strong>carlo. La mano sinistra pende giù <strong>di</strong>ritta, tenendo la<br />
fiaccola rovesciata. In questo modo si <strong>di</strong>rige con passo misurato verso le quinte, proprio<br />
sul lato opposto del palazzo.<br />
LUCINA guarda il cielo:<br />
O dei, che governate con clemenza<br />
e tuttavia comandate in modo incomprensibile!<br />
Esce lentamente dalla parte opposta.<br />
SCENA DODICESIMA<br />
Thestius, Epaminonda, numerosi abitanti <strong>di</strong> Massana, arrivano dalla parte da cui è uscito<br />
il genio.<br />
THESTIUS Per lui è finita, è muto, gli dei gli hanno chiuso la bocca.<br />
EPAMINONDA Un destriero solitamente tanto docile lo ha scaraventato giù, tanto che<br />
dalla caduta ha tuonato la terra. Le donne piangono. Ma non piangete in questo<br />
modo. Non ci siete già abituate? Da sette anni interi la sventura si è accampata su<br />
questa terra e ha montato la sua tenda nera su questa città. Sono già stremato, non<br />
potrò più commuovermi neppure se il tetto del mio vicino gli precipitasse sulla testa.<br />
Solo le donne non riescono ad abituarsi a cose del genere.<br />
THESTIUS O Ade, principe ingiusto <strong>degli</strong> Inferi, che perseguiti questo povero regno per<br />
vendetta, perché Massana non ha eletto il re che tu gli avevi fatto destinare dal tuo<br />
oracolo infernale! Cosicché noi non possiamo fare un passo sulla vasta strada, senza<br />
che, come su un crepaccio <strong>di</strong> ghiaccio mai battuto, vi sia collegato pericolo <strong>di</strong> vita.<br />
EPAMINONDA Guardate! Perché accorre il popolo? Conducono due stranieri.<br />
THESTIUS Adesso nel paese sono rari come comete. Li conduce Hippomedon.
SCENA TREDICESIMA<br />
164<br />
Detti. Ewald, Simplizius, entrambi in costume egiziano. Hippomedon. Popolo.<br />
HIPPOMEDON Finalmente abbiamo <strong>di</strong> nuovo la fortuna <strong>di</strong> avere due stranieri nella nostra<br />
città. Quale meraviglia! Arrivano ad<strong>di</strong>rittura dall'Egitto, per apprendere da noi il<br />
<strong>di</strong>sprezzo della vita.<br />
EWALD Salute a te, popolo <strong>di</strong> Massana, ho delle cose importanti da trattare nel tuo regno.<br />
SIMPLIZIUS Da trattare, <strong>di</strong>ce. Alla fine ci prenderanno per ebrei.<br />
THESTIUS Salute a voi. Ci <strong>di</strong>spiace per voi.<br />
SIMPLIZIUS spalanca gli occhi: Gli <strong>di</strong>spiace per noi.<br />
THESTIUS Delle stelle malvagie vi hanno condotto in questo paese.<br />
SIMPLIZIUS Ah, questa poi, ma se siamo arrivati in pieno giorno.<br />
EWALD lo prende da una parte: Non essere così volgare. Comportati <strong>di</strong>stintamente, sii<br />
astuto, modesto ed esprimiti con parole migliori.<br />
SIMPLIZIUS Deve mettermelo per iscritto. Perché in questo modo non riesco a<br />
ricordarmelo.<br />
EWALD Non cre<strong>di</strong>ate che io abbia lasciato inutilmente il misterioso soggiorno presso le<br />
pirami<strong>di</strong>, onorerete solennemente gli astri che mi hanno illuminato la strada per<br />
Massana, poiché sono stato inviato a voi dagli dei misericor<strong>di</strong>osi.<br />
THESTIUS Allora lo<strong>di</strong>amo la tua missione. Il tuo occhio è tenero e nobile il tuo<br />
atteggiamento, il tuo volto infonde fiducia e la tua fronte rotonda e piena <strong>di</strong> audacia<br />
potrebbe certamente essere il trono della più sublime saggezza.<br />
SIMPLIZIUS No, ciò che tutti notano in lui non mi sarebbe venuto in mente neanche nel<br />
sonno. Ha sulla fronte un trono su cui è seduta la saggezza. Fa finta <strong>di</strong> mettersi<br />
seduto. Ora cosa mai vedranno sulla mia fronte!<br />
THESTIUS Se vuoi eleggere come tua <strong>di</strong>mora la mia casa sventurata, segui il mio timido<br />
incedere, ma fai che l'attenzione controlli <strong>di</strong>ligentemente il tuo sentiero e<br />
l'apprensione guar<strong>di</strong> alle tue spalle. Fa un profondo inchino.<br />
EWALD La mia gratitu<strong>di</strong>ne saluta la soglia <strong>di</strong> casa tua. Di lieta verde speranza l'ospite ti<br />
adornerà le sale. Simplizius seguimi subito.<br />
Esce con decoro. Thestius lo segue.<br />
SIMPLIZIUS stupito, lo segue con lo sguardo: Mi congedo da Lei. Ah, che cosa noiosa è<br />
la saggezza, non lo avrei mai creduto in vita mia. Per una volta voglio essere allegro.<br />
A Epaminonda. In modo signorile: Mi <strong>di</strong>ca, mio nobilissimo abitante <strong>di</strong> Massana, che<br />
passeggiate ci sono qui?<br />
EPAMINONDA La strada più frequentata conduce alla miseria.<br />
SIMPLIZIUS Davvero? Deve essere una bella passeggiata.<br />
HIPPOMEDON La vedrai.<br />
SIMPLIZIUS Mi farà piacere. Hanno anche un teatro?<br />
EPAMINONDA Oh, si. Sospirando: Il teatro si chiama Massana.<br />
SIMPLIZIUS Cosa viene rappresentato?<br />
HIPPOMEDON Una grande trage<strong>di</strong>a.<br />
SIMPLIZIUS Di chi?<br />
EPAMINONDA E' un'opera dell'Orco.<br />
SIMPLIZIUS Non conosco questo poeta. Deve essere uno straniero.<br />
HIPPOMEDON Dura già da sette anni.
165<br />
SIMPLIZIUS Che spettacolo! Allora bisognerebbe venire al mondo tre o quattro volte per<br />
poter assistere a una simile opera. Chi ne è l'interprete?<br />
EPAMINONDA Tutto il popolo.<br />
SIMPLIZIUS Teatro popolare dunque. E chi ne è spettatore?<br />
EPAMINONDA L'Inferno.<br />
SIMPLIZIUS Allora ci deve essere un gran caldo insopportabile nel teatro. In generale la<br />
gente qui non sembra essere sfrenatamente allegra. Perché piangono quelle donne?<br />
UNA DONNA Piangiamo il vostro destino.<br />
SIMPLIZIUS Il nostro destino? Ma che destino abbiamo? Una portantina coperta da un<br />
panno verde viene condotta sulla scena. Chi portano quelli là?<br />
HIPPOMEDON E' solo uno che è stato abbattuto da un destriero.<br />
SIMPLIZIUS Lo ha solo abbattuto? Oh, allora se la caverà. Qui c'è aria sana. Ma chi abita<br />
in quella grande casa?<br />
HIPPOMEDON Purtroppo è vuota. Le persone sono tutte estinte.<br />
SIMPLIZIUS Davvero? Ma <strong>di</strong> cosa soffrivano?<br />
EPAMINONDA Beh, è una malattia singolare, non è proprio una febbre g i a l l a.<br />
SIMPLIZIUS Bene, se ha solo un colore, sono ben contento. Una portantina identica<br />
all'altra viene condotta velocemente sulla scena dalla parte opposta. Ehi, ne portano<br />
già un altro?<br />
EPAMINONDA E' tutta la mattina che va avanti così, oggi è un giorno pieno <strong>di</strong> pericoli.<br />
Dovrete badare a voi stessi.<br />
SIMPLIZIUS Badare a noi stessi? Si, ma per caso non ci sarà mica la peste?<br />
EPAMINONDA Beh, ora non più così tanta.<br />
SIMPLIZIUS Non più così tanta? Smetta, mi riempio <strong>di</strong> paura. - La prego, mio caro -<br />
come si chiama?<br />
EPAMINONDA Epaminonda.<br />
SIMPLIZIUS Epaminonda? Anche questo è un nome pericoloso. Dunque mio caro<br />
Epaminonda, abbia la bontà <strong>di</strong> condurmi da qualche parte, affinché possa<br />
rasserenarmi un po', poiché mi sento molto male.<br />
EPAMINONDA Ti condurrò in un luogo in cui forse troverai dei conoscenti.<br />
SIMPLIZIUS Ah, sarebbe stupendo. Dove dunque?<br />
EPAMINONDA Al cimitero <strong>degli</strong> stranieri.<br />
SIMPLIZIUS Dove?<br />
EPAMINONDA Al cimitero <strong>degli</strong> stranieri. Là giacciono sotterrati tutti gli stranieri che da<br />
sette anni sono giunti nella nostra città.<br />
SIMPLIZIUS Tutti? Senza eccezioni?<br />
EPAMINONDA Si si, tutti. Potai prenotarti subito un posto là.<br />
SIMPLIZIUS Dovrei prenotarmi un posto? Come su una carrozza per comitive? Che<br />
persona insana! Cosa Le viene in mente? Che paese è mai questo? E' proprio una vera<br />
trappola per martore da cui non si esce più. E Lei lo racconta anche, <strong>di</strong>sgus - come si<br />
chiama? Me ne sono già <strong>di</strong>menticato.<br />
EPAMINONDA in modo brutale: Epaminonda.<br />
SIMPLIZIUS Già il nome uccide. Allora ritratti, Epaminonda, se non vuole che la paura mi<br />
consumi.
SCENA QUATTORDICESIMA<br />
Detti. Sillius <strong>di</strong> corsa.<br />
166<br />
SILLIUS Aiuto! Aiuto! C'è una casa in fiamme.<br />
TUTTI uscendo <strong>di</strong> corsa: Aiuto, in salvo, via!<br />
EPAMINONDA ride: Haha, quei pazzi spengono l'incen<strong>di</strong>o e si dolgono a più non posso<br />
per la ignota sventura. Per questo rido. Io sono uno stoico, chi potrà rubare la mia<br />
felicità?<br />
SCENA QUINDICESIMA<br />
Detti. Argos in tutta fretta.<br />
ARGOS Devi tornare a casa, Epaminonda. Tuo figlio è morto.<br />
EPAMINONDA piange torcendosi le mani: Mio figlio, mio figlio, o giorno sventurato!<br />
Questo è troppo. Esce precipitosamente con Argos.<br />
SIMPLIZIUS da solo, trema tutto: Terribile, terribile, si sta già estinguendo un'altra<br />
famiglia. Lo stoico è stato punito per la sua superbia. Cado in deliquio. Si siede sui<br />
gra<strong>di</strong>ni del palazzo. Dove avranno il liquore ano<strong>di</strong>no <strong>di</strong> Hoffmann? Aiuto! Svengo!<br />
Aiuto!<br />
Esce <strong>di</strong> casa un servitore <strong>di</strong> Thestius.<br />
SERVITORE Forestiero, desideri salire per ristorarti?<br />
SIMPLIZIUS spossato: Ristorarmi? E' proprio ora che mi ristorino. Vengo subito, fammi<br />
strada.<br />
SERVITORE Ma fai molta attenzione. La scala è molto ripida, tre casigliani si sono già<br />
rotti una gamba.<br />
SIMPLIZIUS con grande paura: Per l'amor del cielo! Non c'è proprio fine. Gli si piegano<br />
le ginocchia dalla debolezza. Non ho proprio più coraggio <strong>di</strong> appoggiare i pie<strong>di</strong>.<br />
Conducimi dentro. Il servitore lo accompagna sotto braccio. Mentre esce <strong>di</strong>ce: O<br />
popolo malvagio! Hanno un cimitero per gli stranieri, la febbre gialla, un po' <strong>di</strong> peste,<br />
Epaminonda. - E anche le gambe rotte! O che paura, se morirò qui, non mi vedranno<br />
più per tutta la mia vita. Esce trascinandosi, accompagnato dal servitore.<br />
SCENA SEDICESIMA<br />
Cambiamento <strong>di</strong> scena.<br />
Piccola stanza nella casa <strong>di</strong> Thestius con due porte laterali. Thestius. Ewald.<br />
THESTIUS Sei stato annunciato al re, saggio forestiero, quale meraviglioso salvatore del<br />
nostro paese. Già dal mattino presto tutti i ministri sono riuniti intorno a lui. Di un<br />
male insanabile langue il Magnifico e, come l'uomo a causa <strong>di</strong> un grande dolore non<br />
sente quello più piccolo, allo stesso modo il popolo si lamenta con nobile amore per<br />
la grande pena del suo re, <strong>di</strong>menticando la propria sventura.<br />
EWALD Oh, com'è affascinante essere amati in questo modo.
167<br />
THESTIUS Anche il re ama in questo modo il suo popolo che si è mantenuto fedele, e il<br />
suo nobile cuore ottiene la stessa ricompensa. Come sarebbe felice questo paese se lo<br />
spietato principe delle ombre infernali non -<br />
SCENA DICIASSETTESIMA<br />
Detti. Il ministro Harmo<strong>di</strong>us <strong>di</strong> corsa e sbigottito.<br />
HARMODIUS Dov'è il saggio della magica terra d'Egitto, che offre salvezza al popolo<br />
sgomento?<br />
THESTIUS Eccolo qui pieno <strong>di</strong> soave <strong>di</strong>gnità.<br />
HARMODIUS Ora potrai <strong>di</strong>mostrare che i buoni dei ti hanno dotato <strong>di</strong> meravigliosa forza<br />
magica. Devi recarti rapidamente dal re, il suo spirito conquisterà l'Elisio, ma Ade<br />
manda immagini raccapriccianti con notti terribili, per irretire i suoi occhi, e le Furie,<br />
tremende da guardare, riccamente avvolte <strong>di</strong> serpenti, fluttuando su vapori putri<strong>di</strong>,<br />
gorgogliano nella stanza. Adesso parla, potrai rischiarare la notte dell'Orco con il<br />
raggio <strong>di</strong> Aurora?<br />
EWALD Non io, ma gli dei, e ciò che io sono, lo sono solo grazie ad essi.<br />
HARMODIUS Allora corri con me, è il momento giusto.<br />
EWALD abbraccia Thestius con commozione: Thestius mio, ad<strong>di</strong>o, Osiris ti ricompenserà<br />
per la tua bontà. Tra sé con sofferenza: Massana sprofonda! - Non lo vedrò mai più.<br />
Ora vieni, accompagnami, mi aspetta un grande momento.<br />
Escono entrambi da una parte.<br />
THESTIUS Ritorna presto, il mio cuore ti attende. Esce dalla parte opposta.<br />
SCENA DICIOTTESIMA<br />
Simplizius. Arete.<br />
ARETE Ah, pover'uomo! Entra pure. Ma perché non vuoi toccar cibo?<br />
SIMPLIZIUS Sono oltremodo sazio, ho tutto il paese sullo stomaco, perciò non riesco a<br />
farci entrare niente. Finirò con il morire <strong>di</strong> fame dalla paura.<br />
ARETE Puah, vergognati! Sei un uomo?<br />
SIMPLIZIUS Io stesso non so più cosa sono. Presumibilmente.<br />
ARETE Osservami, io sono una ragazza. Noi abbiamo veramente grossi motivi per avere<br />
paura. Oggi si sono sentite delle scosse terrestri tali, che le mura della città hanno<br />
tremato.<br />
SIMPLIZIUS Ora se le mura della città cominciano a tremare, cosa dovrebbe fare uno<br />
come me?<br />
ARETE Ma perché sei venuto proprio a Massana?<br />
SIMPLIZIUS tremando: Perché devo salvare il paese.<br />
ARETE Tu? Ah, dei benevoli! Se almeno tu non tremassi come una foglia già da prima!<br />
SIMPLIZIUS Cre<strong>di</strong>? Sarebbe davvero spiacevole.<br />
ARETE Povero pazzo, mi fai pena.
168<br />
SIMPLIZIUS Ringrazio molto devotamente. Questa ragazza sarebbe proprio carina. Se<br />
almeno non mi si piegassero le ginocchia dalla debolezza! Dalla gran paura darei<br />
inizierei a corteggiarla.<br />
ARETE Perché mi osservi con quello sguardo scrutatore? Cosa desideri?<br />
SIMPLIZIUS tra sé: Se mai fosse presa da una passione repentina per me, stamani stesso<br />
potremmo scappare e io uscirei finalmente con le buone da questo paese maledetto.<br />
Dimmi, cara bambina, cosa provi effettivamente per me?<br />
ARETE Pietà. Intima pietà.<br />
SIMPLIZIUS Intima pietà? Aha! Ha un po' <strong>di</strong> simpatia per me. Potresti ben deciderti.<br />
ARETE A far che?<br />
SIMPLIZIUS A <strong>di</strong>ventare mia.<br />
ARETE Tua, Arete?<br />
SIMPLIZIUS Si! Arete, tu hai irretito il mio cuore.<br />
ARETE piena d'orgoglio: Chi sei tu che osi chiedere la mano <strong>di</strong> una nobile <strong>di</strong> Massana?<br />
SIMPLIZIUS in <strong>di</strong>sparte: Devo svelarle la mia con<strong>di</strong>zione? No. Su questa faccenda dovrà<br />
stendersi un velo mistico.<br />
A voce alta:<br />
Io non sono ciò che appaio e non appaio neppure ciò che sono,<br />
e se fossi ciò che desidererei,<br />
non apparirei ciò che non sono.<br />
ARETE Ti capisco.<br />
SIMPLIZIUS Ci vorrebbe un genio per questo. Io stesso non mi capisco.<br />
ARETE Tu desidereresti apparire ciò che non sei.<br />
Eppure sei proprio ciò che anche appari.<br />
SIMPLIZIUS Hai già indovinato, è incre<strong>di</strong>bile. Dimmi, fanciulla, avresti il coraggio <strong>di</strong><br />
rapirmi?<br />
ARETE Io rapire te?<br />
SIMPLIZIUS O viceversa.<br />
ARETE Cioè: io dovrei lasciare la mia patria con te. Ti capisco bene.<br />
SIMPLIZIUS Mi ha capito <strong>di</strong> nuovo.<br />
ARETE Ma affinché anche tu mi capisca, ti <strong>di</strong>rò come ti considero: sei una persona<br />
sfrontata e miserevole, che osa aprire, per una <strong>di</strong>chiarazione d'amore, le sua labbra<br />
tremanti dalla paura della morte, e offrire a una nobile fanciulla <strong>di</strong> Massana la sua<br />
storpia figura. Allontanati! Parlare con te è un delitto contro il tempo. E se in futuro<br />
vorrai conquistare un altro cuore <strong>di</strong> fanciulla, prima tempra il tuo con il coraggio. Gli<br />
uomini coraggiosi vengono amati. I pusillanimi vengono <strong>di</strong>sprezzati.<br />
SIMPLIZIUS Si deve essere stoici per sopportare tutto ciò. Ad<strong>di</strong>o, apprenderai troppo<br />
tar<strong>di</strong> chi hai offeso. Ah! Adesso Massana può cadere, certamente io non la<br />
risolleverò.<br />
ARETE Fermati, rimani ancora un po', spiegati, affinché io apprenda da chi veniva la<br />
proposta <strong>di</strong> matrimonio che mi ha umiliata.<br />
Duetto<br />
ARETE<br />
Di' in fretta chi sei.<br />
SIMPLIZIUS<br />
L'ho già detto, sono un uomo.<br />
ARETE<br />
Sei un uomo, ma che tipo d'uomo?
169<br />
SIMPLIZIUS<br />
Migliore <strong>di</strong> qualunque altro.<br />
ARETE<br />
Come ti chiami, sei un nobile?<br />
SIMPLIZIUS<br />
Mi chiamo Simplizius Zitternadel.<br />
ARETE<br />
Il nome mi sembra molto volgare.<br />
SIMPLIZIUS<br />
Non può essere tutto nobile.<br />
ARETE<br />
Come puoi <strong>di</strong>re tali sciocchezze?<br />
SIMPLIZIUS<br />
La stessa cosa volevo chiederla a te.<br />
ARETE<br />
Già il tuo aspetto mi ripugna.<br />
SIMPLIZIUS<br />
Ciò colpisce profondamente il mio animo.<br />
ARETE<br />
Nessun uomo è tanto orrendo su questa terra.<br />
SIMPLIZIUS<br />
Per fortuna i gusti sono <strong>di</strong>versi.<br />
ARETE<br />
Com'è insulso il taglio <strong>degli</strong> abiti!<br />
SIMPLIZIUS iracondo:<br />
Non è vero, io sono - si domina e canta rilassato:<br />
Continua pure.<br />
ARETE<br />
E' mancato poco che tu ti tra<strong>di</strong>ssi.<br />
SIMPLIZIUS<br />
Si, per Giove, questa volta mi è andata bene.<br />
ARETE<br />
Devi <strong>di</strong>rmelo chi sei.<br />
SIMPLIZIUS<br />
Sono un eroe come nessun altro.<br />
ARETE beffarda:<br />
Il tuo coraggio in battaglia è ben grande?<br />
SIMPLIZIUS<br />
Spesso infilzo tutto il giorno.<br />
ARETE<br />
SIMPLIZIUS<br />
ARETE<br />
SIMPLIZIUS<br />
Inutilmente intrecci il filo con astuzia.<br />
Mi sembra che questa astuta abbia sentore <strong>di</strong> qualche cosa.<br />
La mia <strong>di</strong>ffidenza non si lascia più vincere.<br />
Ora manca solo che nomini le forbici.
170<br />
ARETE<br />
Tu non sei un principe, confessalo!<br />
SIMPLIZIUS arrabbiato:<br />
Sono un ingegnere della stoffa.<br />
ARETE<br />
Ah!<br />
Entrambi allo stesso tempo.<br />
ARETE<br />
O dei, cosa odo, mi si appanna la vista.<br />
Un simile plebeo mi parla d'amore.<br />
Che ardore<br />
brucia nel sangue,<br />
un dolore furibondo<br />
<strong>di</strong>vampa nel cuore.<br />
Velocemente fuggirò via <strong>di</strong> qua, per nascondermi timidamente.<br />
O tortura infernale, rimorso vergognoso.<br />
SIMPLIZIUS<br />
Perché dovrei negare, non è una vergogna,<br />
poiché la mia agiata con<strong>di</strong>zione merita attenzione.<br />
Lo sto <strong>di</strong>cendo,<br />
appartengo alla corporazione dei sarti<br />
e muovo le mie forbici<br />
con onore.<br />
Lo griderò al mondo, è mio dovere.<br />
non sono affatto un guastamestieri, per ciò non mi vergogno.<br />
Escono entrambi.<br />
SCENA DICIANNOVESIMA<br />
Cambiamento <strong>di</strong> scena.<br />
Stanza regale. Sullo sfondo c'è un grande arco aperto, <strong>di</strong>etro <strong>di</strong> esso, situato a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong><br />
una quinta, pende un fondale con nubi oscure, attraverso cui si vede, come nella nebbia,<br />
una gigantesca figura bronzea <strong>di</strong> Furia alata, con gli occhi scintillanti, che sta in agguato.<br />
Il tutto è <strong>di</strong>pinto sulla parete posteriore ed è illuminato da una luce bluastra. Alcuni spettri<br />
sogghignando, escono qua e là dalle nubi che li circondano. Tra questa parete e l'apertura<br />
dell'arco si vedono quattro ombre oscure indaffarate presso una tomba aperta (grande<br />
botola), dalla quale emerge ancora un po' una bara dorata appena affondata. L'insieme<br />
forma un imponente tableau. La stanza è buia. Rimbomba un tuono. Su una poltrona<br />
dorata riposa Heraklius, intorno a lui a lutto, i gran<strong>di</strong> del regno e i servitori del tempio.<br />
Accanto a lui, su un tavolo <strong>di</strong> marmo, la corona. Presso la quinta <strong>di</strong> fronte alla poltrona<br />
del re, un modesto se<strong>di</strong>le rialzato su tre gra<strong>di</strong>ni. Ewald. Harmo<strong>di</strong>us.
171<br />
Breve coro delle Furie.<br />
Ovunque lo scellerato possa trovarsi,<br />
la vendetta dell'Orco lo colpirà,<br />
e il suo pugnale lo raggiungerà<br />
anche nella sfarzosa stanza dorata.<br />
HERAKLIUS spossato e inquieto:<br />
Via, via <strong>di</strong> qui, mostruoso vampiro,<br />
che succhia dall'anima la pia speranza!<br />
HARMODIUS a Ewald:<br />
Qui ve<strong>di</strong> le sofferenze del buon re,<br />
un'immagine non adatta all'occhio umano.<br />
HERAKLIUS<br />
Chi <strong>di</strong>sturba il mio tormento?<br />
HARMODIUS<br />
Il tuo salvatore, signore!<br />
HERAKLIUS<br />
Inutile, inutile, chi può far retrocedere l'Inferno?<br />
O supplizio! Non fossi mai nato!<br />
EWALD<br />
Mio principe, io posso scacciarti quella visione.<br />
HERAKLIUS<br />
Se ne sei capace, per ricompensa ti darò un principato.<br />
EWALD<br />
Anche il premio che ho deciso fluttua così alto.<br />
Chiedo molto - chiedo la tua corona.<br />
HERAKLIUS<br />
Era il mio orgoglio! - Finito! Via- ! Pren<strong>di</strong>! Pren<strong>di</strong>!<br />
EWALD ai nobili:<br />
Lo avete sentito, ne siete sod<strong>di</strong>sfatti?<br />
TUTTI cupi e a mezza voce:<br />
Se ti elegge il re, ti elegge il regno.<br />
EWALD<br />
Dominerò dunque su questo orrore.<br />
Per il tuono <strong>di</strong> Iside, fuggi via, nuvolaglia illusoria!<br />
Tuono. Ewald agita la fiaccola. Il fondale si <strong>di</strong>legua. La tomba e le ombre spariscono.<br />
Compare uno scenario <strong>di</strong> spesse nubi che formano una montagna. In alto, trasversalmente,<br />
davanti al telone posteriore, un muro e un portone dorati. Dietro al portone, <strong>di</strong>pinto sul<br />
telone, brilla una chiara luce solare che si perde nel blu del cielo, che è cosparso <strong>di</strong> stelle<br />
trasparenti. Ai pie<strong>di</strong> <strong>di</strong> questa montagna presso la salita, Thanatos è seduto su un<br />
pie<strong>di</strong>stallo come nella scena precedente, ma con la fiaccola accesa. Risuona una musica<br />
delle sfere celesti. La figura <strong>di</strong> Heraklius viene condotta dai geni con catene <strong>di</strong> rose, sul<br />
monte <strong>di</strong> nubi, fino al portone dorato. Là, scende a terra. La musica prosegue molto lieve.<br />
HERAKLIUS<br />
O dolce bevanda dell'anima dal <strong>di</strong>vino recipiente!<br />
O piacere avvertito dai sensi rigenerati!<br />
Se anche possedessi ancora mille corone,<br />
le cederei volentieri per questa visione.<br />
Oh, incoronatelo al mio letto <strong>di</strong> morte.
172<br />
Egli renderà felice il mio regno <strong>di</strong>ssestato dal castigo.<br />
In quel momento si apre il portone d'oro, esce fuori una scintillante figura <strong>di</strong>vina.<br />
Mi sento proprio bene, la catena terrestre si scioglie,<br />
il mio spirito fugge, o in - <strong>di</strong>cibile - estasi!<br />
Thanatos sorridendo dolcemente, rovescia la fiaccola, che si smorza, allo stesso tempo la<br />
figura <strong>di</strong>vina stringe il re solennemente al petto. I suoi abiti spariscono ed egli rimane con<br />
un vestito <strong>di</strong> velo bianco, che viene illuminato <strong>di</strong> luce rosa. I geni formano un gruppo. La<br />
testa <strong>di</strong> Heraklius cade leggera sul petto, Ewald spegne la fiaccola e il telone, che chiude<br />
la stanza, scende giù frusciando lentamente e delicatamente. La musica si attenua. Pausa<br />
solenne. Commozione in ogni volto.<br />
HARMODIUS<br />
Se n'è andato - doveva <strong>di</strong>rci ad<strong>di</strong>o.<br />
Una fine regale, rischiarata dalla fama.<br />
Colui che trapassa così colmo <strong>di</strong> gioia,<br />
è degno d'invi<strong>di</strong>a.<br />
Per Giove, in questo modo la morte vale una vita.<br />
Heraklius viene coperto con un manto <strong>di</strong> seta.<br />
Adesso traiamo rapidamente profitto dalla sua ultima preghiera.<br />
Poiché senza re il paese non può stare.<br />
Adrasto, primo servitore del tempio, prende la corona e si pone davanti a Ewald.<br />
ADRASTO<br />
Come gli dei fanno con te, così tu proteggerai noi.<br />
Pren<strong>di</strong> dunque posto su quei gra<strong>di</strong>ni.<br />
Ewald sale i gra<strong>di</strong>ni sui quali è collocato il modesto se<strong>di</strong>le.<br />
EWALD tra sé:Mi trema il cuore, mi coglie un terrore <strong>di</strong> morte -<br />
Si inginocchia.<br />
TUTTI<br />
Quale sovrano, ti ren<strong>di</strong>amo omaggio rispettosamente.<br />
Si inginocchiano.<br />
ADRASTO<br />
La corona coprirà dunque la tua saggia testa,<br />
Sii re! Regna! -<br />
All'ultima parola gli ha posto la corona sulla testa, ma senza la minima pausa, con un<br />
terribile fragore, il salone crolla. L'arco e le quinte formano montagne <strong>di</strong> macerie che<br />
sottraggono gli attanti agli occhi del pubblico. Sullo sfondo compare il mare che si insinua<br />
tra le montagne <strong>di</strong> macerie del salone e dal quale emergono le torri <strong>di</strong> Massana<br />
sprofondate. I gra<strong>di</strong>ni, carrozza aerea sui quali si era inginocchiato<br />
EWALD, si trasformano in nubi, sulle quali egli si libra fino al centro del palco e grida<br />
malinconico: Massana, ad<strong>di</strong>o!<br />
Agita la sua fiaccola per abbellire la triste visione e parte. Le rovine che emergono dal<br />
mare e le macerie del salone si trasformano in dolci colline <strong>di</strong> rose, l'aria si fa pura e<br />
l'insieme risplende nella più deliziosa luce rosea.<br />
Il sipario scende lentamente.<br />
FINE DEL PRIMO ATTO
ATTO SECONDO<br />
SCENA PRIMA<br />
173<br />
Agrigento. Un'altra parte del bosco, presso il lago rosso. Antrokles, Clitonius, numerosi<br />
cacciatori entrano armati <strong>di</strong> giavellotti.<br />
Coro dei cacciatori<br />
Il piacere dei cacciatori verrebbe presto meno,<br />
se si cacciassero solo scimmie codarde.<br />
Ma quando nel silenzio dei boschi,<br />
imponente risuona il ruggito del leone,<br />
qui la iena crudele<br />
<strong>di</strong>grigna i denti assassini,<br />
là, prima che si bran<strong>di</strong>sca il giavellotto,<br />
dal cespuglio salta fuori la tigre:<br />
allora inizia la guerra del bosco.<br />
Ca<strong>di</strong> o vinci! Cacciatore!<br />
ANTROKLES ai cacciatori: Disponetevi come volete. Il re caccia da solo. Dovrete<br />
guardarvi dall'avvicinarvi al suo sguardo <strong>di</strong> fuoco che riluce fiammante d'ira<br />
nell'oscurità della foresta.<br />
Escono tutti tranne Clitonius e Antrokles.<br />
ANTROKLES O mio Clitonius, cosa ci è toccato vedere! I sommi dei hanno abbandonato<br />
Agrigento.<br />
CLITONIUS Ma dove potrà mai essere il nostro nobile re, salvato fedelmente dai Lari<br />
della sua casa? Potesse almeno vedere come si affligge il suo povero popolo.<br />
ANTROKLES Chi gioisce ora ad Agrigento? Solo la pazzia ride. La mente sana non può<br />
che rattristarsi. E' Phalarius in persona, da quando la corona infernale arde sulla sua<br />
testa, come se il pugnale dell'in<strong>di</strong>gnazione avesse trafitto il suo infido cuore. Sai<br />
perché adesso si scatena la caccia? Aspasia è morta.<br />
CLITONIUS Aspasia? La sorella del nostro fedele re Creonte? La magnifica principessa<br />
Aspasia?<br />
ANTROKLES Era l'unica che Phalarius aveva lasciato in vita nel giorno funesto dell'orribile<br />
aggressione, poiché quando era generale, si era infiammato d'amore peccaminoso per<br />
lei. Da quando egli possiede il regno, la tempesta <strong>di</strong> suppliche e minacce, ella<br />
vorrebbe concedergli la mano, egli vorrebbe per questo offrirle tre regni. Ma appena<br />
ella getta lo sguardo su <strong>di</strong> lui e sulla sua corona, cade a terra tremando davanti a lui e<br />
piega il nobile corpo ai pie<strong>di</strong> <strong>di</strong> questo pazzo furioso, lo scongiura con le lacrime <strong>di</strong><br />
abbandonarla, visto che sulla terra non esiste amore per la sua corona. Ma egli la trae<br />
con impeto al suo petto taurino e vuole sottrarre a quella casta bocca il
174<br />
primo bacio, allora gli ardenti coralli delle labbra si trasformano in pallide perle, lo<br />
splendore <strong>degli</strong> occhi svanisce, i brivi<strong>di</strong> della morte ghermiscono le sue membra, la<br />
paura <strong>di</strong> essere tanto vicina a quella corona le spezza il cuore, fredda ed esanime,<br />
Phalarius la tiene tra le braccia, impallidendo <strong>di</strong> terrore.<br />
CLITONIUS Che sorte terribile, sapersi incoronato in questo modo.<br />
ANTROKLES Allora lo ha colto l'ira, si è scatenato tanto da far tremare le colonne della<br />
stanza. Alla caccia, gridava, aizzate su <strong>di</strong> me tutte le tigri del bosco. Scuotete la terra,<br />
affinché ne escano fuori i mostri che non hanno ancora mai osato uscire alla luce del<br />
sole, date nutrimento al mio dardo, affinché possa abbracciarlo il mio o<strong>di</strong>o, poiché<br />
l'amore sfugge al mio cuore in maniera tanto spietata. Così è scappato via, a caccia, e<br />
la nera foresta tremante ha piegato <strong>di</strong> fronte a lui la testa solitamente tanto<br />
minacciosa.<br />
CLITONIUS Ma il raggio mattutino ci saluterà nel bosco?<br />
ANTROKLES A stento la sera. Poiché prima che la luna si specchi ancora sulle torri del<br />
palazzo, egli si nasconderà in una stanza con volte <strong>di</strong> marmo compatto,<br />
completamente senza aperture, affinché nessun raggio <strong>di</strong> luna possa raggiungere la<br />
sua testa. Perché la sua corona, così <strong>di</strong>ce il saggio servitore <strong>di</strong> Diana, perde i poteri<br />
fin tanto che la luce della luna si posa sulle sue punte. E poiché in questo momento la<br />
sua vita non è al sicuro, dalla paura egli ha chiuso con il catenaccio le porte <strong>di</strong> solido<br />
ebano. Infatti senza il bagliore della luna nessuna freccia potrà mai ucciderlo. E senza<br />
energia esse cadono a terra ai suoi pie<strong>di</strong>.<br />
CLITONIUS Non parlare così ad alta voce, c'è qualcosa che fruscia là nel cespuglio.<br />
ANTROKLES bran<strong>di</strong>sce il giavellotto: E' una tigre.<br />
CLITONIUS Ti sbagli - e non ti sbagli, è Phalarius. Ti inganna la sua pelle <strong>di</strong> leopardo.<br />
Poveri noi! Siamo perduti se ci ha sentiti.<br />
ANTROKLES Taci! E' là che smania <strong>di</strong>etro al leone che sta fuggendo davanti a lui. Vieni,<br />
fuggiamo anche noi <strong>di</strong> fronte a questa tigre del Bengala, se si allontanano i leoni, gli<br />
uomini non devono vergognarsi della fuga.<br />
Escono entrambi intimoriti.<br />
SCENA SECONDA<br />
Musica. Lulu e Fanfu, geni alati, trasportano Simplizius attraverso i cieli in un grande<br />
scialle che sorreggono a entrambe le estremità, come se portassero qualcosa in un<br />
fazzoletto. Sono sopra a delle nubi e lo scialle è una carrozza aerea fatta in modo tale che<br />
Simplizius vi stia dentro rannicchiato come un bambino e sia appena percettibile.<br />
Scendono a terra.<br />
LULU Bene! Scen<strong>di</strong> pure intrepido coniglio. Qui siamo già al sicuro.<br />
FANFU Ora serpente, tira fuori la testa.<br />
SIMPLIZIUS tira fuori la testa: Ma dove siamo? Per prima cosa devo raccogliere tutte le<br />
mie membra. Scende, i geni lo aiutano. Lo scialle riparte in volo. Bene! Ringrazio<br />
umilmente, questi fanciulli sono come colombi. Ahimè, un simile terremoto vorrei<br />
riaverlo presto. Guardo fuori dalla finestra in tutta innocenza, improvvisamente inizia<br />
a schiantarsi tutto come se il mondo intero fosse un cassettone che si frantuma e io<br />
precipito giù dal settimo piano, quei due fanciulli però mi afferrano al volo e fuggono<br />
volando insieme a me. Appena siamo in alto si sente un tonfo e tutta la città
175<br />
scivola via e precipita nell'acqua. O giorno sventurato! Il povero poeta si è immerso<br />
con la sua saggezza. Visto che solo io non sono caduto in acqua, ci saranno finiti gli<br />
altri piccoli pesciolini-sarti. D'altra parte, quando quei pesci vedranno le stanze<br />
sott'acqua, si metteranno a loro agio. C'è da meravigliarsi se una balena <strong>di</strong> quel<br />
genere dorme sotto un letto a baldacchino, ma del resto ho già constatato io stesso<br />
che uno stoccafisso può stare su una canapè. Basta che nessuno si insinui nuotando in<br />
una biblioteca, perché là, una bestia simile non ci si orienta. O santo cielo, <strong>di</strong>venterò<br />
io stesso un pesce da tanta sete che ho. Si inginocchia. Cari fanciulli, siate<br />
caritatevoli, fatemi avere qualcosa da bere. Altrimenti dovrò morire <strong>di</strong> sete.<br />
LULU La tua sete ci è altamente cara, ti abbiamo appunto portato qui per bagnarti.<br />
SIMPLIZIUS Allora bagnatemi un po', già non vedo l'ora.<br />
LULU Bevi a quel lago. Ecco qui una conchiglia. Ne prende una dalla riva.<br />
SIMPLIZIUS Il lago dai capelli rossi? Io non mi azzardo a bere lì.<br />
LULU<br />
severamente: Devi.<br />
FANFU<br />
SIMPLIZIUS cade sulle ginocchia: O miei cari fanciulli, non siate cattivi, io farò tutto per<br />
gratitu<strong>di</strong>ne. Per me posso scolare tutto il mar Rosso e anche quello Nero, se così<br />
deve essere.<br />
LULU gli porge una conchiglia piena <strong>di</strong> acqua: Bevi. Sembra rossa ma è più limpida del<br />
cristallo.<br />
SIMPLIZIUS Dammela dunque. Trema con la conchiglia. Tremo come un vegliardo <strong>di</strong><br />
cento anni. Beve.<br />
LULU Sta bevendo, ora <strong>di</strong>venterà assetato <strong>di</strong> sangue.<br />
SIMPLIZIUS Ah, è una bevanda ardente. Come un rosolio alla vaniglia. Rotea gli occhi.<br />
Ma cosa succede dentro <strong>di</strong> me? Accidenti accidentaccio!<br />
LULU a Fanfu: Ve<strong>di</strong>, funziona, userà subito un altro linguaggio. Entrambi si avvicinano<br />
dolcemente a lui. Cosa ti succede, caro Zitternadel?<br />
SIMPLIZIUS furibondo: Silenzio! Non <strong>di</strong>temi niente. Che sciocchi siete! Non capite cos'è.<br />
Mi viene una rabbia come un gallo d'In<strong>di</strong>a e non so come mai. Se potessi almeno<br />
scaricarla su qualcuno! Portatemi un bastone, me le suonerò da me. I geni ridono <strong>di</strong><br />
nascosto. Si, che significa questo? Siete proprio due empi monelli. Siete proprio due<br />
buoni a nulla. Vi si dovrebbe percuotere ogni volta che vi si guarda. Me ne accorgo<br />
solo adesso.<br />
I GENI si avvicinano supplici: Ma caro Zitternadel -<br />
SIMPLIZIUS spezza un ramo da un albero: Non venitemi vicino, altrimenti vi massacrerò<br />
entrambi.<br />
LULU Ma allora ascoltaci, devi volare a Kallidalos, là troverai il poeta, il tuo amico.<br />
SIMPLIZIUS Ebbene egli dovrà fidarsi <strong>di</strong> me, o lo spezzerò in giambi, tanto che i pie<strong>di</strong><br />
rotoleranno tutto intorno. Adesso andatevene e procuratemi un cavallo furioso che io<br />
possa cavalcare in cielo.<br />
LULU Un cavallo f u r i o s o ? Ti getterà a terra!<br />
SIMPLIZIUS Allora portatemi un toro selvaggio che mi riporti su.<br />
LULU Bene, come vuoi. Fa un cenno, nelle nubi appare un toro selvaggio. E' già qua.<br />
SIMPLIZIUS Ah, ecco il mio cavallo arabo. Ora si parte al galoppo. Sedetevi sulle due<br />
corna.<br />
LULU Oh, non ci azzar<strong>di</strong>amo. Parti pure per primo, noi ti seguiremo. Escono <strong>di</strong> corsa.
176<br />
SIMPLIZIUS Ah, razza <strong>di</strong> vigliacchi. Monta su. Io sono <strong>di</strong> un altro tipo. Ora la carne <strong>di</strong><br />
manzo può rincarare, io ne sono fornito. Arrì, cavallo bianco! Non lo capisce.<br />
Bruaho! Il toro si alza in volo. Ora ci siamo.<br />
SCENA TERZA<br />
Cambiamento <strong>di</strong> scena.<br />
Cupo paesaggio roccioso nel Bosco Remoto. Su un lato una capanna boschiva. Al centro,<br />
armato <strong>di</strong> giavellotto dorato, si trova Phalarius, davanti a lui giace tremante un leone.<br />
PHALARIUS<br />
Perché tremi estenuato, spregevole leone?<br />
E pieghi vilmente la testa davanti allo splendore della mia corona?<br />
Mi <strong>di</strong>sgusta la mansuetu<strong>di</strong>ne, poiché io non rifuggo la lotta.<br />
Mai un simile lauro appassito <strong>di</strong>sonori la mia fronte.<br />
A qual fine Giove ti ha dotato tanto riccamente,<br />
perché ti ha dato la criniera, simbolo <strong>di</strong> forza superiore,<br />
quella superba dentatura minacciosa, davanti alla quale la forza indebolisce,<br />
il tuono <strong>di</strong> quel ruggito, la corazza della tua pelle?<br />
Hai ricevuto tutta quella potenza per fremere più potentemente?<br />
Vergognati, natura, che gli hai costruito un simile trono!<br />
Ecco che il tuo sovrano giace e trema per la sua vita.<br />
Con più veemenza:<br />
Hai lottato contro i serpenti, linci e pantere.<br />
Muoviti dunque e minaccia pure me con i potenti artigli!<br />
Animale magnanimo, ce<strong>di</strong> dunque alle preghiere,<br />
<strong>di</strong>fen<strong>di</strong>ti, affinché io possa scorgere resistenza!<br />
Come può ancora un re parlare ad un altro?<br />
Non rendermi furibondo, pensa che sei nato per la lotta.<br />
Ancora no? Orsù, allora, dei, io vi ven<strong>di</strong>cherò.<br />
Esso non rende onore alla sua esistenza, perciò gli sia tolta.<br />
Lo uccide. Suona il corno. Compaiono i cacciatori che si inchinano spaventati.<br />
Portatemi via il leone, non posso più vederlo.<br />
Il leone viene portato via. Egli se ne sta pensieroso con le braccia conserte.<br />
A cosa mi serve la forza, se essa mi eleva in questo modo?<br />
Potrei facilmente far girare la terra come un fuso,<br />
non sarebbe un trionfo, visto che essa non si oppone.<br />
Aspasia è morta, uccisa dal pugnale della mia corona!<br />
Inferno <strong>di</strong>sgustoso, in questo modo esau<strong>di</strong>sci i miei desideri?<br />
Chi può essere ancora felice, se gli viene a mancare l'amore?<br />
Il piacere più grande è la fama, eppure l'amore può moltiplicarlo.<br />
Ma il mio amore si chiama morte, chi mi abbraccia, spira.<br />
Diadema fatale che hai entusiasmato i miei occhi!<br />
Regalo profondamente straziante, già ti detesto.<br />
Ero ancora più lieto <strong>di</strong> quanto tu non mi abbia reso felice.<br />
Eolo, che spesso spezza la maestà delle querce,
177<br />
e <strong>di</strong>venta in questo modo usurpatore, alla guida del bosco,<br />
<strong>di</strong>mmi, perché non man<strong>di</strong> l'esuberante bufera,<br />
affinché rapisca la corona quale sposa ardente?<br />
I cacciatori ritornano. Egli si siede su una roccia.<br />
Desidero ristorarmi con del succo d'uva.<br />
Anche il corpo egoista vuole essere appagato.<br />
UN CACCIATORE Sommo principe, potrai averlo in quella capanna.<br />
Bussa.<br />
Ehi, vecchio, vieni un po' fuori e porta del vino.<br />
PHALARIUS<br />
Chi è quell'uomo che vive qui nel folto del bosco?<br />
UN CACCIATORE<br />
Una volta era un generale, adesso vive come un conta<strong>di</strong>no.<br />
PHALARIUS<br />
Che umiliazione, chi lo ha ricompensato tanto <strong>di</strong>sonorevolmente?<br />
Il vecchio Octavian esce allegro dalla capanna portando una coppa <strong>di</strong> vino.<br />
OCTAVIAN<br />
Vengo subito, un animo felice sta sempre all'erta.<br />
Scorge la corona e cade a terra.<br />
Ah, che fulmine infuocato serpeggia intorno ai miei occhi!<br />
Le mie ossa si spezzano e cadono nella polvere.<br />
PHALARIUS<br />
Fai vedere, se il tuo vino è adatto alla mia sete -<br />
Fa per bere.<br />
Dimmi un po', perché ti nascon<strong>di</strong> così profondamente tra le fronde?<br />
OCTAVIAN<br />
Garantiscimi che io possa <strong>di</strong>stogliere lo sguardo dalla tua corona,<br />
se vuoi u<strong>di</strong>r la verità e se fa piacere al tuo orecchio.<br />
PHALARIUS<br />
O<strong>di</strong>o l'inganno. Alzati e parla senza indugiare.<br />
Octavian si alza senza però guardare Phalarius.<br />
OCTAVIAN allegro:Il verde bosco mi rallegra, la solitu<strong>di</strong>ne mi rende felice,<br />
l'ho scelta io stesso, la amo come un figlio.<br />
Non sono senza una compagna, il mio cuore palpita caldo <strong>di</strong> vita,<br />
ardo per la mia patria, derido i suoi nemici<br />
e se essa ha bisogno <strong>di</strong> me, le de<strong>di</strong>co anima e corpo.<br />
Altrimenti coltivo felice la mia terra e mi rallegro della semina dorata.<br />
PHALARIUS<br />
Un progetto <strong>di</strong> vita giu<strong>di</strong>zioso se tu fossi solamente un agricoltore.<br />
Allora coltiva pure il tuo campo, in questo modo servi fedelmente lo stato.<br />
Come generale, spero che tu ambisca a comandare.<br />
OCTAVIAN<br />
Certo che comando. Chi <strong>di</strong>ce che sono solo un servitore?<br />
Non sai dunque che ogni cosa del mondo è sovrana?<br />
Gli dei comandano sull'Olimpo con grande animo,<br />
i re sulla terra per quanto si estende il loro regno,<br />
l'intero stato, come comandano la legge e il principe.<br />
ognuno è servitore e ha tuttavia il suo piccolo territorio.
178<br />
E in questo modo si placa la bramosia <strong>di</strong> ogni servo.<br />
Il cantore regna sul suo canto con nobile spirito,<br />
l'amante sul cuore debole dell'amata,<br />
il padre veglia nella casa per la salute dei propri figli,<br />
il me<strong>di</strong>co domina i dolori ribelli della malattia,<br />
il pescatore la sua barca, il cacciatore la sua freccia.<br />
In breve, ognuno ha il suo regno in cui riluce la sua corona.<br />
Anche lo schiavo sulla spiaggia <strong>di</strong> Algeri, l'uomo più miserevole,<br />
che non possiede sulla terra altro che il proprio tormento,<br />
ha un trono, poiché egli può - si batte sul petto - dominare se stesso.<br />
PHALARIUS che durante il <strong>di</strong>scorso ha lottato contro lo stupore, scaraventa via la<br />
coppa:<br />
Basta, non berrò questo vino avvelenato dalle parole.<br />
Non mi porgi refrigerio, mi dai da bere veleno.<br />
Tu saresti contento senza comandare? Non può essere!<br />
OCTAVIAN<br />
Lo sono, signore, anche se poi la tua ira mi colpirà.<br />
PHALARIUS<br />
Impossibile! Smentisci <strong>di</strong> sentirti felice.<br />
Per una forza del genere non c'è altrettanta pace dell'anima.<br />
Tu non sai quanto profondamente hai sconvolto il mio animo.<br />
O dei, che pena soffro quaggiù,<br />
non poter essere contento e dover guardare la letizia.<br />
Confessa, tu non sei un eroe - non ti sei mai adagiato sulla fama,<br />
non sei mai stato un generale, no! Hai sempre condotto l'aratro.<br />
OCTAVIAN<br />
Eri appena un fanciullo quando io salvai il regno.<br />
Io sono Octavian.<br />
PHALARIUS<br />
Colui che un tempo sconfisse i Persiani?<br />
OCTAVIAN<br />
Proprio così.<br />
PHALARIUS spaventato, come svegliandosi da un sogno, si mette a gridare:<br />
Via dal mio regno! O<strong>di</strong>ata meteora!<br />
Affinché la luce della mia fama non si spenga <strong>di</strong> fronte alla tua!<br />
Ti presenti a me come un vin<strong>di</strong>ce demone malizioso,<br />
che esce sibilando come un serpente velenoso dal grembo <strong>di</strong> una rosa.<br />
Fuggi via! Sei stato ban<strong>di</strong>to. Tu non appartieni al regno.<br />
La tua sorte è l'ipocrisia, non potrà affermarsi.<br />
Via questa folle illusione dal mio regno!<br />
Tu non hai il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> essere felice, altrimenti dovrei onorarti.<br />
Esce. I cacciatori lo seguono intimoriti.<br />
OCTAVIAN da solo:<br />
Ecco che va, più infelice <strong>di</strong> colui al quale dà la caccia.<br />
Sei stato ban<strong>di</strong>to, con quale facilità vengono pronunciate quelle parole.<br />
Prima tanto allegro, ora tanto amareggiato da lamentarmi -<br />
Ma no - sono un uomo - non mi spezzerai il cuore.<br />
Entra nella capanna.
SCENA QUARTA<br />
179<br />
Cambiamento <strong>di</strong> scena.<br />
Paesaggio romantico sull'isola <strong>di</strong> Kallidalos. Metà delle quinte rappresentano delle case,<br />
le altre un bosco. Entrano Lucina e Ewald, con la corona sulla testa.<br />
LUCINA Eccoti sull'isola <strong>di</strong> Kallidalos. Ripren<strong>di</strong>ti dallo spavento.<br />
EWALD Perdona se mi scuotono i nervi dalla paura, quella scena atroce non si è ancora<br />
allontanata dalla mia mente, e non voglio mai più vedere uno spettacolo simile.<br />
LUCINA Qui affronterai battaglie più facili, mio povero re senza regno. Adesso stammi a<br />
sentire. Su quest'isola regna l'abitu<strong>di</strong>ne che il re e le persone più nobili del popolo si<br />
riuniscano il primo giorno <strong>di</strong> primavera nel tempio <strong>di</strong> Venere. Fra tutte le ragazze <strong>di</strong><br />
questo regno, che compariranno teneramente adornate agli occhi del re, egli elegge la<br />
più bella regina della festa e le orna l'incantevole testa con una ghirlanda <strong>di</strong> rose. Poi<br />
tra la vivace schiera <strong>di</strong> giovani, egli sceglie il più valoroso che non può rifiutarsi e gli<br />
dona la mano <strong>di</strong> lei, dopo avergli prima conferito una carica. La coppia viene fatta<br />
sposare subito all'altare <strong>di</strong> Afro<strong>di</strong>te. In questo modo termina la festa e l'allegrezza <strong>di</strong><br />
questo giorno. Tu fai in modo che questo premio posi su una testa che ha già<br />
sopportato per sessanta anni le fatiche della vita. Però non dovranno essere delle rose<br />
ad ornarla, sulla sua fronte dovrà splendere un <strong>di</strong>adema <strong>di</strong> mirto posto dalle donne<br />
che guarderanno con invi<strong>di</strong>a quella corona, per la quale, invano, esse stesse hanno<br />
lottato. Per che cosa tu mirerai a ciò, lo indovinerai facilmente. Adesso togliti la<br />
corona, la custo<strong>di</strong>rò io stessa.<br />
Ewald si inginocchia. Dalla botola appaiono due geni. Ella gli toglie la corona.<br />
Non si ad<strong>di</strong>ce alla tua fronte. La dà ai geni. Conservatela bene, anche se non governa<br />
alcun regno, ne salverà comunque molti. I geni sprofondano con la corona. Se ora<br />
hai un desiderio, esprimilo.<br />
EWALD Desidererei proprio sapere se il mio accompagnatore è vivo. Anche lo scopo della<br />
sua missione è un enigma per me.<br />
LUCINA E' vivo. A cosa l'ho destinato si scoprirà oggi stesso. Presto lo vedrai, però non<br />
dovrai stupirti del cambiamento che ha sofferto il suo spirito, ciò durerà solo fino a<br />
che, per mezzo della sua mano, fluirà tanto sangue quanta è l'acqua che egli ha<br />
bevuto dal mio lago magico.<br />
EWALD Come! Scorgerò in lui un assassino?<br />
LUCINA Stai pure tranquillo, guido io il suo braccio. Tu esegui solo il mio or<strong>di</strong>ne e poi<br />
richie<strong>di</strong> il compenso. Per tutto il resto lascia che provvedano i sommi dei, che spesso<br />
nobilitano bassi mezzi con una scelta saggia, affinché servano ad alti scopi. Esce.<br />
SCENA QUINTA<br />
Ewald.<br />
EWALD da solo: Mi sembra che queste siano le ultime case <strong>di</strong> una grande città. Busserò a<br />
uno <strong>di</strong> questi portoni, forse comparirà una donna anziana la cui loquacità mi potrà<br />
dare rapide informazioni che potrò adoperare subito per il mio piano. Bussa alla<br />
porta della prima casa.<br />
Atritia guarda giù dalla finestra.
180<br />
ATRITIA Chi bussa con tanto impeto? Ancora non sai che questa porta non si apre ad<br />
alcun uomo?<br />
EWALD tra sé: Cielo, che amabile volto <strong>di</strong> fanciulla!<br />
ATRITIA Il tuo stupore è inutile.<br />
EWALD tra sé: La dolcezza traspare dai suoi occhi -<br />
ATRITIA Non ti illudere!<br />
EWALD tra sé: E mostra la strada del suo cuore.<br />
ATRITIA E' chiuso troppo bene.<br />
EWALD tra sé: Devo servirmi della mia fortuna.<br />
ATRITIA Non entrerai da me. Te lo <strong>di</strong>co.<br />
EWALD Bella fanciulla! Apri pure la porta, scivolerò tanto lievemente sulla tua soglia<br />
come se un sospiro sfiorasse le tue dolci labbra.<br />
ATRITIA E' un uomo delicato e mi ha detto delle cose dolci. Adesso però non potrò più<br />
<strong>di</strong>rgli niente <strong>di</strong> aspro. Ti farei entrare volentieri, ma non posso.<br />
EWALD Chi te lo ha proibito?<br />
ATRITIA Mia zia. Ha detto <strong>di</strong> non far passare alcun uomo oltre questa soglia. E' un duro<br />
or<strong>di</strong>ne, ma devo seguirlo, altrimenti starei volentieri vicino a te. Poiché tu mi piaci<br />
molto.<br />
EWALD Va bene, allora vieni tu da me. Non ti ha mica detto che non puoi oltrepassare<br />
questa soglia per andare da un uomo?<br />
ATRITIA in modo innocente: Questo non l'ha detto. Allora sono già contenta e vengo da<br />
te.<br />
EWALD La vista <strong>di</strong> una fanciulla non mi aveva ancora mai entusiasmato in questo modo.<br />
ATRITIA salta fuori: Eccomi qui dunque, cosa devi chiedermi?<br />
EWALD Se mi ami!<br />
ATRITIA Ma come posso amarti, non so ancora se sei amabile?<br />
EWALD Si, se devo manifestartelo prima, mi hai già dato la risposta.<br />
ATRITIA Per prima cosa sei fedele? Ricopri una carica? Se per caso sei un eroe, esci e<br />
combatti contro il cinghiale e quando lo avrai abbattuto, ritorna in<strong>di</strong>etro e chie<strong>di</strong> la<br />
mia mano.<br />
EWALD Qui c'è un cinghiale da combattere?<br />
ATRITIA Per <strong>di</strong> più grande e potente. Grande quasi come una casa, in questo modo per lo<br />
meno me lo ha <strong>di</strong>pinto la mia paura.<br />
EWALD Lo hai già visto?<br />
ATRITIA Eh, ma certo, si avvicina alla città, devasta tutti i terreni ad ha appena <strong>di</strong>laniato<br />
una ragazza, che oggi sarebbe certamente stata eletta la più bella.<br />
EWALD E' oggi questa festa?<br />
ATRITIA Si, sarà oggi, il tempio è già riccamente ornato e tutte le ragazze sono riunite là,<br />
ma proprio quando il re vi si stava recando, con un solenne corteo <strong>di</strong> guerrieri<br />
rilucenti, è arrivata velocemente la notizia che stava comparendo il cinghiale e che<br />
infieriva sui campi. Allora il re ha abbandonato tutti coloro che portavano armi e si è<br />
avviato verso la sanguinosa lotta contro il cinghiale. Per questo hai trovato le strade<br />
vuote.<br />
EWALD E' dunque ora che mi incammini all'opera. Sono un uomo d'onore e degno del tuo<br />
amore. Ma, <strong>di</strong>mmi, graziosa fanciulla, dove posso trovare un'anziana sessantenne che<br />
sia ancora tanto vanitosa da considerarsi bella?<br />
ATRITIA Dove non posso trovarla, dovresti chiedermi. Ce ne sono dappertutto, l'ho letto<br />
spesso. Sebbene la domanda non sia molto garbata, non dovrai affatto cercare a
181<br />
lungo se parlerai ancora un po' con me, poiché mia zia, tra poco, tornerà a casa e ti<br />
caccerà via dalla sua porta.<br />
EWALD E' così cattiva?<br />
ATRITIA Purtroppo si. Quando mia madre morì, io fui affidata a lei e per <strong>di</strong> più con molto<br />
denaro, ella doveva tirarmi su. Questo lo ha fatto, ma dell'oro che la mamma le aveva<br />
affidato per la mia dote nuziale, non vuole sentirne più parlare. Inoltre mi picchia<br />
quando si arrabbia, anche ieri stesso, perché volevo adornarmi per andare alla festa.<br />
Ma non me lo ha concesso, <strong>di</strong>cendo che non avrebbe dovuto vedermi alcun uomo.<br />
Ciò mi ha molto addolorato, io desidererei davvero un uomo, ma come può un uomo<br />
chiedermi in sposa, se non mi vede mai nessuno?<br />
EWALD Allora hai ragione. Eppure uno ti ha vista!<br />
ATRITIA E sei tu? Ma quando mi rivedrai?<br />
EWALD Lo desideri?<br />
ATRITIA Oh, non chiederlo. Cre<strong>di</strong> che sarei scesa da te, se tu non mi fossi piaciuto?<br />
Staresti ancora per del tempo davanti alla porta serrata, se con il tuo sguardo non<br />
avessi prima <strong>di</strong>schiuso il mio cuore. Ma ora ad<strong>di</strong>o e per questo non pensare male <strong>di</strong><br />
me, poiché ti <strong>di</strong>co che ti trovo amabile. Perciò non lo <strong>di</strong>rò più a nessun altro, come<br />
non lo avevo ancora detto a nessuno.<br />
EWALD Creatura incantevole, già mi abbandoni?<br />
ATRITIA Devo. Cerca pure la tua vecchia, dai retta! E appena l'avrai trovata, minaccia<br />
scherzosamente con il <strong>di</strong>to: non <strong>di</strong>menticarti della giovane. Corre in casa.<br />
SCENA SESTA<br />
Ewald.<br />
EWALD da solo: Ecco che corre via. Lucina, se bramo una ricompensa da te, è<br />
l'affascinante possesso <strong>di</strong> questa ragazza.<br />
SIMPLIZIUS grida in aria: Bruaho!<br />
EWALD Chi sta galoppando in cielo? E' Simplizius. Su un toro!<br />
SIMPLIZIUS scende a terra: Si fermi! Scende. Ecco! Eccoci qua entrambi. Torniamo pure<br />
a casa, in ufficio. Il toro vola via. Simplizius gli grida <strong>di</strong>etro: I miei ossequi agli altri.<br />
EWALD Simplizius, dove trova il coraggio <strong>di</strong> avventurarsi in questo modo nei cieli?<br />
SIMPLIZIUS La riguarda forse, perché se ne occupa? Non posso cavalcare su ciò che mi<br />
pare? Crede forse, visto che Lei ha cavalcato su una cuffia da notte <strong>di</strong> flanella, che io<br />
debba rinnegare la mia natura erculea? Ah, non è una cosa che si fa in quattro e<br />
quattr'otto!<br />
EWALD Che condotta!<br />
SIMPLIZIUS Quale condotta? E chi si conduce contro <strong>di</strong> Lei? Io no davvero. Per niente al<br />
mondo.<br />
EWALD Ma con quale <strong>di</strong>ritto - ?<br />
SIMPLIZIUS Cosa? Lei mi parla <strong>di</strong> un <strong>di</strong>ritto? Allora capita male. Diritto? Vuole forse<br />
avviare un processo? Oh, anche se non sono un giurista non mi faccio raggirare in<br />
questo modo. Lei si sbaglia.<br />
EWALD sprezzante: Perfido furfante!<br />
SIMPLIZIUS Niente offese, giovanotto! Se non devo <strong>di</strong>menticare chi sono.
182<br />
EWALD ride forte: E' da ammazzare.<br />
SIMPLIZIUS Parla <strong>di</strong> ammazzare? Vuole battersi con me a duello con i razzi <strong>di</strong> Congreve?<br />
O forse sono troppo piccoli per Lei. Venga qui dunque, pren<strong>di</strong>amo ciascuno una casa<br />
e tiriamocela in testa l'un l'altro, affinché la cosa abbia un peso. Vuol farlo?<br />
EWALD Per carità, se Lucina non mi avesse avvertito, dovrei punirlo.<br />
SIMPLIZIUS Punire? Ah, per - come si chiama quell'in<strong>di</strong>viduo? - Ah, per Giove! Ora<br />
inizieranno i colpi. Con il piede spezza in due il suo ramo e gliene dà mezzo. Ne<br />
prenda uno, gli altri verranno dopo.<br />
EWALD Ma cosa vuole?<br />
SIMPLIZIUS Voglio sod<strong>di</strong>sfazione. Fabbro <strong>di</strong> rime! Lo afferra al petto.<br />
EWALD Che forza! Mi lasci, Lei è un violento. Fugge.<br />
SIMPLIZIUS da solo: Aspetta, mi capiterai tra le mani. E' terribile! Non posso farne a<br />
meno, appena vedo un uomo, vorrei subito <strong>di</strong>laniarlo. Se almeno avessi una spada, o<br />
uno stiletto! O se da qualche parte trovassi due cannoni economici da poter<br />
comperare sottobanco, sparerei alla città intera e anche ai sobborghi. Stanno<br />
arrivando alcune persone. Avranno <strong>di</strong> che rallegrarsi.<br />
SCENA SETTIMA<br />
Detto. Olimar e Astrachan.<br />
OLIMAR un uomo grasso: Chi schiamazza in questo modo qui per strada? E' una persona<br />
del tutto sconosciuta?<br />
SIMPLIZIUS Mi si tendono tutti i nervi quando si parla <strong>di</strong> me.<br />
OLIMAR Sembra davvero un brigante! Quell'in<strong>di</strong>viduo non ha in mente niente <strong>di</strong> buono.<br />
SIMPLIZIUS Devo ancora trattenermi fino a che non avrò delle armi. Prima li sonderò.<br />
ASTRACHAN bruscamente: Perché ti scateni in un modo simile in questo giorno solenne?<br />
Vattene da qui, sfrontato.<br />
SIMPLIZIUS appostato: In quale modo mi parla? Non La interpello invano.<br />
ASTRACHAN Non ce n'è bisogno, poiché io non ti devo alcuna risposta, te la darò sul<br />
groppone.<br />
SIMPLIZIUS stupito: Davvero? E subito? Tra sé: Per il momento va bene. Verrà ucciso<br />
subito. Sarà il primo che spe<strong>di</strong>rò. Devo solo farmi un nodo nel fazzoletto per non<br />
<strong>di</strong>menticarmelo. Lo fa.<br />
ASTRACHAN Hai sentito, devi sgombrare la strada. Fila via.<br />
SIMPLIZIUS Devo sgombrare la strada? Deve credermi uno spazzino. Nessuno mi<br />
comanda, io rimango qui. Si siede su una pietra. E chi apre bocca, non se ne andrà<br />
più via <strong>di</strong> qui in buona salute.<br />
ASTRACHAN fa per scagliarsi contro <strong>di</strong> lui: Cosa?<br />
Olimar lo trattiene.<br />
OLIMAR intimorito ad Astrachan: Prudenza, amico, ha un randello in mano.<br />
ASTRACHAN Cosa me ne importa! Non avrai mica paura?<br />
OLIMAR Ehi, per carità.<br />
ASTRACHAN Vergognati, sei un magistrato. Vai subito a <strong>di</strong>mostrare il tuo coraggio.<br />
OLIMAR tremando: Chi, chi io? Ma cosa devo fare?<br />
ASTARCHAN Cacciarlo via <strong>di</strong> qui.<br />
OLIMAR Si, ma solo se si fa cacciare. Ma vedrai -
183<br />
ASTARCHAN Rivolgiti a lui in modo sostenuto.<br />
OLIMAR a Simplizius: Pregiatissimo amico -<br />
SIMPLIZIUS salta su in<strong>di</strong>gnato: Cosa c'è?<br />
OLIMAR si spaventa fortemente: Ecco fatto ora, l'ho detto.<br />
SIMPLIZIUS Cosa vuole il signore?<br />
ASTARCHAN sostenendo Olimar: Coraggio, coraggio, ti aiuto io.<br />
OLIMAR Si, basta che tu non mi lasci. Si domina. A voce alta: Villano -<br />
ASTRACHAN Avanti, così sta andando bene.<br />
OLIMAR Se osa ancora parlare con un tono simile -<br />
ASTARCHAN con gioia: Eccellente! Ve<strong>di</strong> come trema?<br />
OLIMAR Ti sbagli, amico, sono io che sto tremando. A Simplizius: Allora io Le - Ad<br />
Astrachan: Si, cosa devo fare? Presto!<br />
ASTARCHAN <strong>di</strong> nascosto: Stringerò la gola con una corda, affinché si ricor<strong>di</strong> <strong>di</strong> me!<br />
OLIMAR Stringerò la gola con una corda, affinché si ricor<strong>di</strong> <strong>di</strong> me. Ah! Si asciuga il<br />
sudore. C'è voluto molto coraggio.<br />
SIMPLIZIUS Stringere la gola con una corda? E' un cordaio. Bene, possiamo prendere<br />
anche lui con noi. Fa un nodo. Idem. Fa la mossa <strong>di</strong> pugnalare.<br />
ASTARCHAN Ti sei comportato bene. Ora lascia parlare me. Ascolta, se non vai via<br />
all'istante e ti fai vedere ancora una volta nella nostra città, vedrai quale punizione la<br />
nostra giustizia stabilisce per un mascalzone del genere.<br />
SIMPLIZIUS Ah, che severità. Deve morire quattro volte <strong>di</strong> seguito.<br />
ASTARCHAN Ah, bene. Ecco che arrivano Abukar e Nimmelot.<br />
OLIMAR Sono due giovani audaci.<br />
SIMPLIZIUS Giovani audaci? Allora i no<strong>di</strong> li farò in anticipo. Li fa.<br />
SCENA OTTAVA<br />
Detti. Abukar e Nimmelot armati.<br />
ABUKAR Cosa hai, Astrachan, stai facendo un chiasso tremendo?<br />
ASTRACHAN Ci <strong>di</strong>vertiamo con questo monello. E' la persona più arrogante che io abbia<br />
mai visto.<br />
OLIMAR spigliato: Si, si è un farabutto matricolato. Tra sé: Adesso noi siamo in quattro,<br />
ora dovrà fidarsi <strong>di</strong> me.<br />
SIMPLIZIUS Io li ascolto solo un po', d'un tratto me ne vado.<br />
Abukar e Nimmelot si mettono <strong>di</strong> fianco a Simplizius, gli battono sulle spalle e ridono.<br />
ABUKAR Hahaha, sembra proprio un orango.<br />
NIMMELOT ridendo: Che naso largo e che bocca enorme!<br />
SIMPLIZIUS Bravo, avanti, ne ho già preso nota. In<strong>di</strong>ca il suo fazzoletto. L'esecuzione<br />
avrà luogo, non mancherà.<br />
Ridono tutti.<br />
OLIMAR placido: Solo adesso la cosa comincia a farsi <strong>di</strong>vertente, solo ora mi rallegro <strong>di</strong><br />
essere stato tanto coraggioso.<br />
SIMPLIZIUS <strong>di</strong> nascosto: Beh, aspetta, ti salasserò.<br />
OLIMAR Ne arrivano altri quattro.<br />
SIMPLIZIUS Altri quattro?
SCENA NONA<br />
Detti. Entrano quattro abitanti, armati.<br />
184<br />
SIMPLIZIUS Ora mi si accumulano troppi no<strong>di</strong>. So già cosa fare, ne faccio uno grosso che<br />
vale per quattro. Sarà un massacro il momento in cui li cucirò tutti insieme.<br />
ABUKAR Guardatelo, è la faccia più sciocca che mi sia mai capitata.<br />
SIMPLIZIUS Ah, adesso dovrò colpire pure quel ribelle. A voce alta: Ma cosa crede?<br />
Crede che io sia il Suo buffone e che Lei possa prendersi gioco della mia fisionomia?<br />
Che cosa manca al mio viso? La bruttezza forse? Quella non si trova più da nessuna<br />
parte, visto che ce l'ha tutta Lei sul Suo volto.<br />
TUTTI ridono: Che tipo scherzoso!<br />
SIMPLIZIUS Bene, eccoci, non riescono neppure a ridere per bene con quei visi. Rido<br />
meglio io con il gomito sinistro che quelli con la bocca. Mi <strong>di</strong>ca, chi Le ha recato<br />
l'offesa <strong>di</strong> addossarLe una fisionomia simile? La natura forse? La destituirò, se mi farà<br />
ancora volti simili. E' una sfacciataggine da parte sua, non ho bisogno <strong>di</strong> lei se lavora<br />
in modo tanto maldestro. A cosa ci serve una natura? Il mondo è stato abbastanza a<br />
lungo innaturale, può continuare ad esserlo.<br />
ABUKAR Il giovanotto dovrà <strong>di</strong>ventare buffone <strong>di</strong> corte, mi fa terribilmente ridere.<br />
SIMPLIZIUS Buffone <strong>di</strong> corte? Questa è un'offesa. Sod<strong>di</strong>sfazione!<br />
OLIMAR Ha un coraggio da leone.<br />
SIMPLIZIUS Leone? Questa è ad<strong>di</strong>rittura un'offesa bestiale. Doppia sod<strong>di</strong>sfazione!<br />
ASTRACHAN Questo in<strong>di</strong>viduo supera persino gli spartani.<br />
SIMPLIZIUS Gli spartani? Saranno un altro tipo <strong>di</strong> animali ancora. Non mi riconosco<br />
proprio più dalla rabbia. Si faccia avanti chi ha coraggio! Uno dovrò trafiggerlo.<br />
Afferra Olimar. Come la mettiamo con Lei? Vuole battersi con me o vuol farsi<br />
battere?<br />
OLIMAR Aiuto! Aiuto!<br />
ABUKAR afferra Simplizius per la collottola e lo scuote: Adesso avrai tempo, monello.<br />
ASTRACHAN In prigione, portatelo via.<br />
SIMPLIZIUS sottrae a Olimar la sciabola dal fodero: Ora mi scappa la pazienza.<br />
Colpisce Abukar che gli oppone la lancia e gliela fa cadere <strong>di</strong> mano. Maledetti<br />
abitanti <strong>di</strong> Kallidalos! Ora la vostra vita si venderà a buon mercato!<br />
Combatte contro tutti mettendoli in fuga. Alcuni perdono le armi, uno l'elmo.<br />
OLIMAR correndo via: Lo avevo predetto, o dei, siateci benevoli!<br />
SIMPLIZIUS da solo: Ah! Pompei è conquistata. Vittoria sui Calmucchi. Ci sono delle<br />
armi. Si mette l'elmo in testa. Qua l'elmo! Prende la spada, la infila nel cinto e leva<br />
in alto la lancia. Mi metto addosso tutto l'arsenale. Così! Ora Stephan Fä<strong>di</strong>nger è<br />
pronto. Vendetta! Vendetta! Tutti dovranno sanguinare. Che o<strong>di</strong>o provo! Credo che<br />
qualcuno dovrebbe infilzarmi, se non riuscissi a fargli la festa. Il mondo intero mi<br />
ripugna.<br />
Canto<br />
Se mi offrissero <strong>di</strong> comprare il mondo<br />
non so se lo prenderei.<br />
Ci sarebbe da sopportare un gran fasti<strong>di</strong>o<br />
e tutto andrebbe <strong>di</strong> traverso.<br />
E se lo si rivendesse all'asta,<br />
quale vantaggio si potrebbe trarne?
in<strong>di</strong>ca se stesso<br />
Esce.<br />
Ripetizione<br />
185<br />
In primo luogo è una vecchia costruzione,<br />
chissà per quanto tempo potrà stare ancora in pie<strong>di</strong>.<br />
Lo si può vedere in Massana stessa,<br />
che sicuramente sprofonderà.<br />
E se un mondo ci cade in mare in questo modo,<br />
dove se ne può trovare subito un altro?<br />
Neppure i popoli mi si confanno,<br />
i calmucchi, gli ugonotti,<br />
e chi proprio non posso soffrire<br />
sono gli ottentotti.<br />
Mi fanno proprio morire <strong>di</strong> rabbia<br />
senza neppure averne visto uno.<br />
Anche con gli animali è una miseria,<br />
una semplice derisione,<br />
perché mai camminano sulle quattro zampe?<br />
Io vado anche su due.<br />
La maggior parte non può che tormentarci -<br />
Mi piacciono solo le sar<strong>di</strong>ne.<br />
Il sole è già da tempo la mia morte<br />
con il suo fulgore monotono.<br />
Il chiaro <strong>di</strong> luna si mette ad<strong>di</strong>rittura comodo,<br />
splendendo solo <strong>di</strong> notte.<br />
E poi quelle miserabili stelle,<br />
non si sa proprio a cosa servano.<br />
Per farla breve, o<strong>di</strong>o il mondo intero,<br />
d'estate come d'inverno.<br />
Non mi importa proprio <strong>di</strong> niente neppure del denaro.<br />
Non ha grande valore.<br />
Conoscessi almeno un singolo uomo -<br />
al quale poter ancora far del bene.<br />
E' un <strong>di</strong>vertimento bizzarro,<br />
cosa mai vorrà <strong>di</strong>re?<br />
Tutto il mio o<strong>di</strong>o è sparito,<br />
adesso amo tutte le persone.<br />
Il mio cuore vuole riscaldarsi sempre <strong>di</strong> più,<br />
vorrei poter abbracciare tutti.<br />
Prima non avrei dovuto arrabbiarmi?<br />
Non potevo certo lodarlo,
Esce.<br />
SCENA DECIMA<br />
186<br />
la gente deride il mio volto<br />
e se ne sta quassù.<br />
Ah, se poi sento ridere là sotto,<br />
è per me il più grande onore.<br />
Prima ho <strong>di</strong>sprezzato anche il denaro,<br />
ragazzino inesperto.<br />
Adesso ci ho riflettuto, non è affatto tanto spregevole.<br />
E se ne ricavassi un guadagno,<br />
credo che lo accetterei.<br />
Ewald. Aloe deve essere rappresentata da una giovane attrice con i capelli grigi. Ha la<br />
testa avvolta in un fazzoletto come una matrona greca e cammina un po' ricurva.<br />
ALOE No, no, caro il mio bel signore! Non così in fretta, la ragazza è troppo giovane, non<br />
ha ancora bisogno <strong>di</strong> un corteggiatore. Ah, o casta dea Diana, sono uscita appena<br />
un'ora <strong>di</strong> casa per ammirare gli uomini valorosi e la ragazza intraprende un affare <strong>di</strong><br />
cuore. Dove avete parlato con quella fanciulla snaturata?<br />
EWALD Alla finestra le ho parlato.<br />
ALOE Guardate un po'. E allora pensate che da noi si sposino le ragazze solo dopo averle<br />
viste dalla finestra? Così come si colgono i limoni? Lasciate perdere questo desiderio.<br />
Sono già cinquanta anni che guardo fuori dalla finestra e non ho scorto alcun uomo.<br />
Anch'ella può aspettare tutto questo tempo. Non Vi conosco neppure, chi siete<br />
dunque?<br />
EWALD Sono un forestiero.<br />
ALOE Oh, lo vedo, poiché i nostri uomini li conosco tutti. Cosa possedete dunque<br />
all'estero?<br />
EWALD Un bene che nessuna <strong>di</strong>sgrazia potrà rubarmi, uno spirito fedele e un intelletto<br />
vigoroso.<br />
ALOE Chi Vi <strong>di</strong>ce che l'intelletto sia un'ere<strong>di</strong>tà sicura, come potrebbero allora esserci così<br />
tanti pazzi?<br />
EWALD E un'arte che supera tutte le arti.<br />
ALOE Forse l'arte <strong>di</strong> abbindolarmi?<br />
EWALD Al contrario, vorrei far splendere la Vostra bellezza nel fulgore più solenne.<br />
ALOE Non ascolto volentieri quando si parla del mio fascino. Non mi è nuova ormai.<br />
L'abitu<strong>di</strong>ne uccide le nostre gioie più belle. Avanti, dunque? Ah, la mia memoria è<br />
tanto debole. Che cosa avete detto da ultimo?<br />
EWALD Si parlava appunto della Vostra bellezza.<br />
ALOE Si, si, era questo ciò che non volevo sentire. Volete elevarla?<br />
EWALD Al rango <strong>di</strong> Venere. Se mi promettete solennemente la mano <strong>di</strong> Vostra nipote.<br />
ALOE Cosa Vi viene in mente? Atritia? E' una fanciulla senza mezzi, per niente al mondo.<br />
EWALD Nemmeno per il premio che oggi il re conferirà in quel tempio là?
187<br />
ALOE spaventata: Siete fuori <strong>di</strong> senno? Sono spaventata proprio come se mi avesse<br />
colpita il dardo <strong>di</strong> Amore. Io sono già una rosa sfiorita che non brilla più nello<br />
splendore primaverile.<br />
EWALD Con la mia arte Vi conferirò questo splendore. Di fronte a tutte le fanciulle <strong>di</strong><br />
questo regno Voi dovrete conseguire il premio <strong>di</strong> bellezza. Però Vostra nipote poi<br />
sarà mia, la porterò via con me.<br />
ALOE Voi, mortale, potreste ottenere ciò per cui io ho già fatto voto a Cerbero affinché<br />
potesse riuscire a farlo?<br />
EWALD Vi do la mia parola, e se la romperò, non dovrete mantenere la Vostra.<br />
ALOE Non fatemi impazzire! Vorreste ringiovanire Aloe?<br />
EWALD E perché no? Se l'aloe, la pianta, a cento anni produce nuovi fiori, perché Aloe, la<br />
donna, non dovrebbe fiorire a sessanta?<br />
ALOE Sessanta anni, si, avete ragione, è il momento giusto per la fioritura. Mi sento già<br />
fiorire, inizio già a profumare. O cielo, che fortuna, mi sento già giovane, solo gli<br />
anni mi sono d'impiccio.<br />
EWALD Calmatevi però. Non è ancora il momento. Aspettatemi in casa. Prima devo<br />
mostrarmi al re. Entrate pure e <strong>di</strong>te ad Atritia che <strong>di</strong>venterà mia moglie.<br />
ALOE Si si. Avrete Atritia. Ve la regalo. Ah, se ne avessi una quantità <strong>di</strong> ragazze simili,<br />
potreste portarle tutte nel Vostro paese. Ma avanti, via, la più bella rimane in<strong>di</strong>etro.<br />
La più bella - un mondo <strong>di</strong> piacere vive in questa parola. E se io sono la più bella, mio<br />
sarà l'uomo più bello. L'uomo più bello, ah, quanti mon<strong>di</strong> si riuniscono. Verso la<br />
casa: Atritia, Atritia, avremo entrambe un uomo. O dei, siate con me, ne va della<br />
ragione. Esce lieta <strong>di</strong> corsa.<br />
EWALD da solo:<br />
Il giovane avverte doppiamente il valore del leggiadro amore,<br />
se sente la vecchiaia compiangerne la per<strong>di</strong>ta.<br />
GRIDA da fuori: Il cinghiale è stato abbattuto, viva il grande eroe!<br />
EWALD Il cinghiale è stato abbattuto! La piaga più ispida del paese. Ecco che arriva<br />
Simplizius! Pieno <strong>di</strong> paura! Il suo furore si è vaporizzato?<br />
SCENA UNDICESIMA<br />
Detto. Simplizius senza fiato.<br />
SIMPLIZIUS E' qui?<br />
EWALD Che notizie mi porti, Simplizius?<br />
SIMPLIZIUS Pensi, ho ucciso il cinghiale.<br />
EWALD Tu? Impossibile.<br />
SIMPLIZIUS Beh, lo <strong>di</strong>cono tutti!<br />
EWALD Tutti? Chi?<br />
SIMPLIZIUS La popolazione che è stata a guardarmi.<br />
EWALD E' proprio un cinghiale enorme.<br />
SIMPLIZIUS Si capisce, più grande <strong>di</strong> noi due.<br />
EWALD Non lo hai abbattuto da solo, qualcuno deve averti aiutato.<br />
SIMPLIZIUS Ora sì che va bene. Se a qualcuno riesce bene qualcosa, allora Lei <strong>di</strong>ce che<br />
deve essere stato aiutato. Ha una sola ferita, si può vedere subito.<br />
EWALD Ma come è avvenuto?
188<br />
SIMPLIZIUS Molto brevemente, infatti chi vuole impegolarsi in un lungo <strong>di</strong>scorso con un<br />
cinghiale? Sa che oggi era stata organizzata una caccia grossa contro <strong>di</strong> lui. Erano<br />
tutti riuniti là fuori presso l'albero verde, dove tutti i giorni viene il cinghiale a<br />
colazione. Tutti i guerrieri erano pieni <strong>di</strong> ardore e io ero già in ebollizione. Tutto ad<br />
un tratto arriva uno, pallido come un morto, che grida: "Arriva il cinghiale.<br />
Prendetelo ora! Prendetelo!" Ma nella lingua locale la parola prendetelo deve avere<br />
un altro significato e deve voler <strong>di</strong>re scappate. Poiché la parola era appena stata<br />
pronunciata, che tutti sono scappati via. Un coniglio dopo l'altro, io son rimasto<br />
l'ultimo. Erano appena fuggiti via, chi arriva? Il cinghiale. Appena lo scorgo, mi<br />
prende il furore, mi precipito su <strong>di</strong> lui e lo trafiggo da sinistra a destra.<br />
EWALD Inau<strong>di</strong>to. E appena è caduto, cosa è successo?<br />
SIMPLIZIUS Poi sono scappato via anch'io, cosa è successo in seguito non lo so.<br />
Probabilmente hanno raccolto il cinghiale.<br />
EWALD Dopo l'impresa hai dunque perso il coraggio?<br />
SIMPLIZIUS Si capisce, è proprio questa la cosa gran<strong>di</strong>osa. Bella forza, prima. Appena il<br />
cinghiale si è <strong>di</strong>steso sul suo sangue, mi è apparso venti volte più grande <strong>di</strong> prima,<br />
tanto che ho cominciato a tremare e non ho più potuto guardarlo. Ma tutti gridavano:<br />
"Fermo, trattieniti, grande eroe!" Ma io ho pensato: "Gridate quanto volete, non sono<br />
il primo eroe che è fuggito via e non sarò neppure l'ultimo" e sono scappato.<br />
EWALD Simplizius, otterrai una ricca ricompensa.<br />
SIMPLIZIUS Crede che ne verrà fuori qualcosa? Farò subito un conto equo: la mia<br />
prestazione nell'uccidere il cinghiale. Oppure devono pagarmi a peso. Lo farò pesare<br />
dal mercante <strong>di</strong> bestiame, quanto pesa, pesa. Punto e basta.<br />
GRIDA da fuori: Viva il più grande <strong>di</strong> tutti gli eroi.<br />
SIMPLIZIUS Sente, gridano <strong>di</strong> nuovo. Questo popolo non dà pace. Compare Aloe alla<br />
finestra. Ma mi <strong>di</strong>ca, quando salveremo il regno una buona volta, se succede sempre<br />
qualche cosa nel frattempo? Ora un terremoto, ora un cinghiale.<br />
EWALD Lasci che se ne occupi la dea. Noi ubbi<strong>di</strong>amo solamente. Guar<strong>di</strong> un po' là verso<br />
quella finestra.<br />
SIMPLIZIUS Ah, io non guardo in su.<br />
EWALD E perché no?<br />
SIMPLIZIUS Perché c'è una vecchia che guarda in giù.<br />
EWALD Amico, questo è il mio sogno. Oggi stesso ella dovrà risplendere come la più<br />
grande bellezza.<br />
SIMPLIZIUS Quella là? Allora ha da lucidare bene, prima che quella cominci a splendere.<br />
EWALD Lo farà la luce magica della fiaccola. Il re deve porgerle il premio, perciò mi<br />
presenti a lui come Suo amico, affinché egli mi conceda u<strong>di</strong>enza. Guar<strong>di</strong>, si stanno<br />
avvicinando i guerrieri in marcia solenne. Cercano Lei.<br />
SIMPLIZIUS Ah, possono marciare dove vogliono, io non ho bisogno <strong>di</strong> loro.<br />
Coro <strong>di</strong> guerrieri che avanzano sul palco.<br />
Coro<br />
Formano un cerchio.<br />
Grazie all'eroe che gli dei<br />
hanno temprato con un coraggio da leone<br />
e che hanno benignamente eletto,<br />
salvatore del regno.
SCENA DODICESIMA<br />
189<br />
Detti. Dardonius e cortigiani. Inoltre Nimmelot. Abukar. Astrachan. Olimar.<br />
DARDONIUS con gioioso entusiasmo: Dove? Dite, dove è il meraviglioso salvatore del<br />
mio paese?<br />
UN CORTIGIANO Ecco qui l'eccellente giovanotto, nobile principe.<br />
SIMPLIZIUS tra sé: Intende me?<br />
OLIMAR E' lui che ha abbattuto il cinghiale?<br />
ABUKAR Chi lo avrebbe pensato?<br />
DARDONIUS Fatti abbracciare, straniero. Lo abbraccia. Accetta la riconoscenza del re.<br />
SIMPLIZIUS La prego veramente <strong>di</strong> non suscitare un simile scalpore, non ne vale la pena<br />
per quella piccolezza, per quel po' <strong>di</strong> cinghiale.<br />
DARDONIUS osservandolo con meraviglia: Tu hai dunque abbattuto questo mostro?<br />
SIMPLIZIUS Ciò mi lusinga.<br />
I GUERRIERI Noi tutti siamo stati testimoni.<br />
DARDONIUS Uomo eroico, guarda le lacrime <strong>di</strong> riconoscenza negli occhi del mio popolo.<br />
I cortigiani piangono.<br />
SIMPLIZIUS in <strong>di</strong>sparte: Mi è inconcepibile come si possa piangere per un cinghiale.<br />
DARDONIUS Dei! Come può risiedere tale forza gigantesca in un corpo tanto debole.<br />
SIMPLIZIUS Si, questo è proprio il gioco d'azzardo della natura, come quando si apre il<br />
guscio <strong>di</strong> un'ostrica e ne viene fuori un elefante.<br />
DARDONIUS Parla! Come posso ricompensarti?<br />
SIMPLIZIUS Beh, prima dovrei fare un calcolo approssimativo. Ci vuole troppo. Affido il<br />
tutto all'in<strong>di</strong>screzione <strong>di</strong> Vostra Maestà, non avremo bisogno <strong>di</strong> alcun giu<strong>di</strong>ce.<br />
DARDONIUS tra sé: Non comprendo il modo <strong>di</strong> esprimersi <strong>di</strong> quest'uomo. A voce alta:<br />
Guerrieri, il cui coraggio spesso <strong>di</strong>mostrato deve cedere al vigore eroico <strong>di</strong> questo<br />
giovane, <strong>di</strong>te voi stessi se quest'impresa merita <strong>di</strong> essere ricompensata con l'alloro?<br />
TUTTI Si, lo merita.<br />
SIMPLIZIUS Accidenti! Mi danno ad<strong>di</strong>rittura un alloro. Avrei preferito mezzo litro <strong>di</strong> vino<br />
nuovo.<br />
DARDONIUS Orsù, incoronatelo dunque con l'alloro.<br />
I guerrieri spezzano dei rami d'alloro dall'albero e intrecciano una corona.<br />
SIMPLIZIUS a Ewald: Amico, ma devo accettare questa verdura? Ma non vale due sol<strong>di</strong>.<br />
EWALD Quale verdura?<br />
SIMPLIZIUS Vogliono darmi un alloro. Avrei preferito <strong>degli</strong> spinaci. Mi sembra che<br />
vogliano imbrogliarmi, vero?<br />
EWALD Ma cosa Le viene in mente? L'alloro è l'onorificenza più alta, per la quale hanno<br />
combattuto i più gran<strong>di</strong> uomini <strong>di</strong> tutti i tempi.<br />
SIMPLIZIUS Per l'alloro? Deve essere proprio caduto in basso, ora lo adoprano<br />
ad<strong>di</strong>rittura per la lombata.<br />
EWALD Si lasci istruire. Lei deruba l'umanità della sua nobiltà.<br />
SIMPLIZIUS Ma l'umanità è <strong>di</strong> famiglia nobile? Voglio vedere l'albero genealogico.<br />
EWALD O intelletto, quanto innalza il tuo valore la relazione con gli animali.<br />
DARDONIUS Lo avete preparato?<br />
UN CORTIGIANO Eccolo. Porta su uno scudo la corona con delle bacche rosse.
190<br />
SIMPLIZIUS Ma non è neppure un alloro.<br />
DARDONIUS Adesso inginocchiati, ti incoronerò io stesso.<br />
SIMPLIZIUS Va a finire che mi incoronano con le coccole delle rose <strong>di</strong> macchia. Si<br />
inginocchia.<br />
OLIMAR Una sorte spietata.<br />
DARDONIUS In nome mio e <strong>di</strong> tutto il regno, cingo la tua fronte eroica con questo serto<br />
onorifico.<br />
SIMPLIZIUS Ora sono rifornito per tutta la vita, scuote la testa, speriamo almeno che non<br />
arrivino le mosche.<br />
DARDONIUS Come ti chiami?<br />
SIMPLIZIUS Simplizius!<br />
DARDONIUS Tutto l'esercito esalti questo nome.<br />
TUTTI I GUERRIERI Viva Simplizius, il salvatore del nostro paese.<br />
DARDONIUS Alzati! La corona è tua.<br />
SIMPLIZIUS si alza. Tra sé: Mi è andata proprio male. Che popolo ingrato. Devo<br />
assomigliare a un salice.<br />
DARDONIUS E affinché tu riconosca quanto vale la mia più grande gratitu<strong>di</strong>ne, <strong>di</strong>venterai<br />
vicecomandante.<br />
SIMPLIZIUS Che spettacolo! Ora mi prendono ad<strong>di</strong>rittura per un militare. Diventerò<br />
vicecerusico.<br />
EWALD Quest'uomo mi porta alla pazzia.<br />
OLIMAR E' un in<strong>di</strong>viduo estremamente sciocco.<br />
TUTTI Salute a te, Simplizius!<br />
CORTIGIANO Viene portato il cinghiale, nobile principe.<br />
SIMPLIZIUS Cosa? Ora non riuscirei a sopportarlo. Mi prenderà un colpo.<br />
Sei guerrieri portano un enorme cinghiale su una barella, che viene posta al centro del<br />
palco.<br />
EWALD Un animale degno <strong>di</strong> essere visto.<br />
SIMPLIZIUS Io non lo guardo davvero.<br />
DARDONIUS Ammira la tua gigantesca impresa.<br />
SIMPLIZIUS Ah, è terribile, è cresciuto ancora. A Ewald: Quell'animale non ha fine. Lo<br />
guar<strong>di</strong> un po', mi sembra che si muova ancora, non è morto.<br />
DARDONIUS Go<strong>di</strong>ti la tua vittoria.<br />
SIMPLIZIUS a Ewald: Mi sostenga, non mi sento bene, dalla paura perdo la corona<br />
d'alloro. Mi afferra, ha gli occhi su <strong>di</strong> me. Lo guar<strong>di</strong> un po'.<br />
EWALD Ma si riprenda, su.<br />
SIMPLIZIUS Non parli <strong>di</strong> riprendersi, altrimenti quello sarà subito qui. Non lo sopporto.<br />
Grida: Vostra Maestà! Vostra Maestà porti via il cinghiale.<br />
NUMEROSI CORTIGIANI Il re?<br />
SIMPLIZIUS Per me è uguale, per me va bene anche la regina. Purché vada via. Altrimenti<br />
accadrà una <strong>di</strong>sgrazia.<br />
DARDONIUS Perché tremi in questo modo?<br />
SIMPLIZIUS Dalla troppa forza, è il coraggio superfluo. Una lancia! Gliene porgono una<br />
- a voce bassa: Affinché possa sorreggermi, altrimenti crollo. Che se ne vada, avanti,<br />
lo trafiggerò ancora una volta, quel <strong>di</strong>avolo, sono fuori <strong>di</strong> me dalla rabbia. In<br />
<strong>di</strong>sparte: E dalla paura.
191<br />
DARDONIUS Allora portate via il cinghiale. Tra sé: Quest'uomo è un enigma per me.<br />
OLIMAR Se il coraggio si manifesta in questo modo, allora anch'io sono un eroe.<br />
DARDONIUS Siete sicuri che egli, egli solamente, abbia abbattuto il cinghiale?<br />
I GUERRIERI Lo siamo.<br />
DARDONIUS Per me è inconcepibile.<br />
SIMPLIZIUS a voce bassa al re: Per me lo è da tempo.<br />
CORTIGIANO a voce bassa al re: E' privo <strong>di</strong> intelletto e volgare.<br />
DARDONIUS Che importa! In questo modo noi ricompensiamo l'impresa, non chi l'ha<br />
compiuta. Innalzatelo e portatelo in trionfo verso il tempio. Là adornatelo come esige<br />
l'usanza. Ad<strong>di</strong>o, mio eroe, verrò tra breve. I guerrieri formano una scala con i loro<br />
scu<strong>di</strong>.<br />
SIMPLIZIUS Ma che onori mi rendono! Prima portano il cinghiale e poi me. Lassù? Ah,<br />
sarà un trionfo se mi faranno cadere da lassù. Allora riposerò sul mio alloro. Sale su.<br />
GUERRIERI Viva Simplizius!<br />
SIMPLIZIUS Ora mi hanno messo su uno stemma, poi mi daranno delle botte. Si ha una<br />
bella vista da quassù. Basta fare attenzione, altrimenti ci sarà da raccogliere<br />
qualcos'altro. Inizia la marcia, fanno per portarlo via - egli grida: Ehi, accidenti, ho<br />
<strong>di</strong>menticato qualcosa! Fermi! Deve fermarsi tutta l'armata. Si fermano. Vostra<br />
Maestà, chiedo la parola.<br />
DARDONIUS si avvicina: Cosa desideri?<br />
SIMPLIZIUS a Ewald: Venga un po' qui. Vostra Maestà permette che io presenti Vostra<br />
Maestà al mio amico, desidera fare la Vostra conoscenza e a causa <strong>di</strong> tanto trionfo,<br />
stavo per <strong>di</strong>menticarmene. Hahaha! Riverisco! Ai guerrieri: Avanti pure con il<br />
corteo.<br />
Il CORO ripete:<br />
Grazie all'eroe che gli dei<br />
hanno temprato con un coraggio da leone<br />
e che hanno eletto benignamente,<br />
salvatore del regno.<br />
Escono tutti tranne Dardonius, i cortigiani, Ewald. Aloe si allontana dalla finestra.<br />
I CORTIGIANI Un uomo bizzarro, del tutto indegno <strong>di</strong> tale onore.<br />
DARDONIUS Sei amico <strong>di</strong> quell'uomo valoroso?<br />
EWALD in <strong>di</strong>sparte: Cosa devo <strong>di</strong>re? A voce alta: Si, nobile principe. Tra sé: La vergogna<br />
<strong>di</strong> dover essere amico <strong>di</strong> quello stolto mi schiaccia quasi a terra.<br />
DARDONIUS E' un eroe come non me ne era ancora capitato alcuno e ha compiuto una<br />
cosa importante per il paese, perciò anche tu puoi contare sull'esau<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> un<br />
desiderio.<br />
EWALD E' un desiderio che si accorda bene con l'onore <strong>di</strong> questo paese. Condurrò i tuoi<br />
occhi verso la più grande bellezza del tuo regno, che ha vissuto fino a ora in<br />
silenzioso isolamento.<br />
DARDONIUS Portala alla festa, se meriterà il premio, non le sfuggirà. Però io non posso<br />
agire iniquamente.<br />
EWALD La mia preghiera non è così ar<strong>di</strong>ta. Solo che non dovrai essere tu stesso ad<br />
ornarla con una ghirlanda <strong>di</strong> rose, dovranno essere le nobildonne del tuo paese a<br />
porre un <strong>di</strong>adema <strong>di</strong> mirto sulla sua testa.
192<br />
DARDONIUS Sarà fatto. Presentati tra breve al tempio, poiché prima che il destriero <strong>di</strong><br />
Febo beva dai flutti <strong>di</strong> Poseidone, la nostra festa dovrà essere terminata, affinché la<br />
notte, che oscura lo splendore <strong>di</strong> tutte le bellezze, non sottragga la vittoria al giorno<br />
glorioso.<br />
Esce. I cortigiani lo seguono.<br />
EWALD Mi addolora il cuore doverti ingannare, nobile re, poiché un momento ar<strong>di</strong>to ti<br />
mostrerà in modo sconvolgente, come sessanta anni impietosi trasformino in<br />
bruttezza, la graziosa immagine della bellezza. Entra in casa <strong>di</strong> Aloe.<br />
SCENA TREDICESIMA<br />
Cambiamento <strong>di</strong> scena.<br />
Ingresso dell'abitazione <strong>di</strong> Aloe. Sullo sfondo, un ampio pilastro sorregge al centro la<br />
volta, cosicché si formano due aperture, il cui ingresso sul lato destro è chiuso da una<br />
balaustra alta tre pie<strong>di</strong>, che dalle quinte giunge fino al pilastro centrale. In quest'atrio, che<br />
è <strong>di</strong>pinto <strong>di</strong> scuro, una porta laterale conduce alla camera <strong>di</strong> Atritia. L'atrio <strong>di</strong> sinistra è<br />
illuminato, poiché su questo lato si trova una finestra.<br />
ALOE uscendo dalla camera <strong>di</strong> Atritia e gridando in quella <strong>di</strong>rezione: Tu rimani nella<br />
stanza, chiude la porta a chiave, egli non potrà parlarti finché non avrò rior<strong>di</strong>nato del<br />
tutto la mia bellezza. Si inginocchia. O dei! Che avete adornato migliaia <strong>di</strong> cieli con<br />
la bellezza, aprite la vostra <strong>di</strong>spensa e versate sulla mia testa la cornucopia della<br />
tenera gioventù. Sopporterò tutto <strong>di</strong> buon grado: gettatemi nel cratere dell'Etna,<br />
basta che esso mi sputi fuori bella. Fatemi languire nel profondo del mare, basta che<br />
possa risorgere nuovamente dalla sua schiuma leggiadra come Venere! Donatemi<br />
milioni <strong>di</strong> conchiglie, <strong>di</strong> cui una sola nasconda la bellezza, e io le aprirò tutte, finché<br />
non arriverò a quella giusta. O dei, cedete alle preghiere - Alt, lo straniero si sta già<br />
avvicinando.<br />
SCENA QUATTORDICESIMA<br />
Detta. Ewald.<br />
EWALD Eccomi qui, presto all'opera. Imperioso: Adesso preparateVi a <strong>di</strong>ventare bella.<br />
ALOE in modo patetico: Chi non sarebbe pronto? L'attesa eccita ogni fibra e l'impazienza<br />
mi fa esplodere il cuore.<br />
EWALD InginocchiateVi.<br />
ALOE Ora mi inginocchio.<br />
EWALD RialzateVi, adesso siete bella.<br />
ALOE si alza <strong>di</strong> scatto: Mi volete far <strong>di</strong>ventare pazza, non vedo in me il minimo<br />
cambiamento.<br />
EWALD Qui è troppo buio, fatemi usare la torcia. Agita la fiaccola e la infila in un anello<br />
del pilastro, in modo che venga illuminato l'atrio <strong>di</strong> sinistra e l'altro rimanga buio.<br />
Aloe si trasforma all'istante in una giovane e affascinante ragazza greca,
193<br />
vestita <strong>di</strong> rosa, ornata <strong>di</strong> rose bianche. Adesso guardateVi allo specchio. Le tiene<br />
davanti uno specchietto che stava su un tavolino.<br />
ALOE No! Impossibile. Traspare Venere da questo specchio. Giuratemi che sono proprio<br />
io.<br />
EWALD Si, siete Voi, ci scommetto la testa.<br />
ALOE con improvviso orgoglio: Adesso donne, che il mondo cieco <strong>di</strong>chiara belle, abbiate<br />
il coraggio <strong>di</strong> misurarvi con me! Siete tutte delle men<strong>di</strong>canti. Ah, la mia gioia è tanto<br />
grande che devo abbracciarti. Lo bacia.<br />
EWALD Quasi quasi piace anche a me, ma non potrà sedurmi, basterà spegnere la fiaccola<br />
per <strong>di</strong>struggere questo amore. Teso: Ascoltatemi, bella Aloe.<br />
ALOE rapita: Cosa desideri, bell'uomo?<br />
EWALD Adesso mantenete anche Voi la parola, visto che io ho tenuto fede alla mia.<br />
Fatemi parlare con Atritia. Chiamatemela.<br />
ALOE Aspettate un po', l'ho rinchiusa. Ebbene, scoppierà <strong>di</strong> collera quando vedrà la mia<br />
bellezza.<br />
Passa attraverso l'apertura illuminata dell'arco. Appena passa <strong>di</strong>etro il pilastro, si ferma e<br />
un'altra della stessa misura, vestita come Aloe vecchia, va al suo posto, senza fermarsi,<br />
verso la porta laterale dell'atrio buio, la apre ed entra. Appena apre la porta<br />
EWALD <strong>di</strong>ce ridendo: Haha! Adesso è <strong>di</strong> nuovo vecchia, poiché la fiaccola non lo sta<br />
illuminando.<br />
Aloe esce <strong>di</strong> corsa dalla stanza. Appena giunge al pilastro, le figure cambiano.<br />
ALOE Come è possibile che Atritia non mi abbia ammirata?<br />
EWALD tra sé: Lo credo bene. A voce alta: Vi sbagliate sicuramente. Grida: Atritia! Esci<br />
pure.<br />
Atritia esce dalla stanza, corre verso Ewald, senza far attenzione ad Aloe.<br />
ATRITIA Arrivo! E' la sua voce. Di un po', straniero, è vero che <strong>di</strong>venterò la tua<br />
mogliettina?<br />
EWALD Proprio così! Ma girati!<br />
ATRITIA Ah, cielo, cosa vedo! E' la dea Venere in persona. Cade in ginocchio. No, non<br />
ho mai visto una bellezza simile.<br />
ALOE trionfante: O conforto! Ciò solletica il mio orgoglio! Ecco che ora si inginocchia<br />
colei che tanto spesso mi ha deriso.<br />
ATRITIA tiene le mani unite: Grande dea, assistici.<br />
EWALD Alzati, è solo tua zia.<br />
ATRITIA Ma cosa <strong>di</strong>ci? La zia?<br />
EWALD Proprio così. L'ho abbellita io in questo modo.<br />
ATRITIA si alza: La vecchia e brutta Aloe? Impossibile.<br />
ALOE esplode: Maleducata, osi definirmi brutta? Togliti dalla mia vista, altrimenti ti<br />
metterò le mani addosso. La rabbia mi uccide.<br />
ATRITIA Si, hai proprio ragione, è lei. La dea Venere non parla in questo modo. Oh,<br />
<strong>di</strong>mmi, farai <strong>di</strong>ventare anche me bella così?<br />
EWALD Per me sei già bella abbastanza.<br />
ATRITIA Allora non voglio esserlo ancora <strong>di</strong> più.<br />
EWALD Ma ora ad<strong>di</strong>o. La bacia. Appena ritornerò, sarai mia moglie e mi seguirai nella<br />
mia patria. Lucina! Conce<strong>di</strong>le la tua protezione.<br />
ALOE ancora furente: Definirmi vecchia! Creatura <strong>di</strong>sgustosa! Minaccia con il pugno.
194<br />
EWALD Adesso calmateVi, la collera <strong>di</strong>minuisce la Vostra bellezza. Seguitemi nel tempio.<br />
ALOE si domina: Si, mi calmerò, poiché la bellezza è la cosa più importante per me. Vi<br />
seguo. Di nuovo con irruenza: Ma quando tornerò! A Ewald: Vada pure avanti, sono<br />
la dolcezza in persona. Di nuovo con irruenza: Ragazza sacrilega! Io - si calma - no,<br />
non mi ruberai la mia bellezza. Vai pure avanti, io seguirò docilmente, molto<br />
docilmente. Cammina irrigi<strong>di</strong>ta a piccoli passi e getta una furiosa occhiata <strong>di</strong><br />
sbieco ad Atritia. Definirmi vecchia! Trema, quando tornerò! Molto docilmente -<br />
molto docilmente.<br />
Esce.<br />
ATRITIA da sola: Ah, il mio amato è un mago.<br />
Scendono delle nubi. Lulu esce dalla botola.<br />
LULU E per questo lo lascerai?<br />
ATRITIA Non lo farò. Ha incantato anche me.<br />
LULU Allora seguimi. Ti terrò in custo<strong>di</strong>a per lui.<br />
Sprofonda con lei.<br />
SCENA QUINDICESIMA<br />
Cambiamento <strong>di</strong> scena.<br />
Tempio <strong>di</strong> Venere. A ogni lato un trono e al centro del fondale l'immagine della dea,<br />
ondeggiante sulle nubi, <strong>di</strong> fronte a essa alcuni gra<strong>di</strong>ni. Olimar, Astrachan ecc.<br />
Sacerdotesse <strong>di</strong> Venere con fiaccole d'oro. Donne e uomini della nobiltà <strong>di</strong> Kallidalos sono<br />
riuniti nel tempio. Il re sale sul trono <strong>di</strong> destra.<br />
Breve coro<br />
Guardate, la dea ci è benigna,<br />
amabilmente scintilla l'oro della chioma<br />
e il suo sguardo pieno <strong>di</strong> grazia,<br />
annuncia fortuna al nostro paese.<br />
DARDONIUS La dea ci è benigna. Ha accettato benevolmente le offerte. Adesso<br />
conducete davanti al mio trono l'eroe <strong>di</strong> questa importante giornata.<br />
SCENA SEDICESIMA<br />
Detti. Simplizius, ornato <strong>di</strong> una corazza greca d'oro e con la grossa pelle del cinghiale<br />
addosso, viene introdotto dai nobili.<br />
SIMPLIZIUS Cosa vogliono tutti questi da me? Ora in piena estate mi cuciono in una pelle<br />
<strong>di</strong> cinghiale, tanto da non star più nella pelle.<br />
DARDONIUS Uomini e donne della nobiltà <strong>di</strong> Kallidalos, ecco qui il cacciatore più audace<br />
del suo tempo.<br />
SIMPLIZIUS Vorrei esserlo, così vi caccerei via tutti.<br />
DARDONIUS Ha avuto la ventura <strong>di</strong> sconfiggere quel mostro che ha devastato il nostro<br />
paese. Adesso potete audacemente vagare per il bosco e la semina dei vostri campi è<br />
salva grazie a lui.
195<br />
SIMPLIZIUS Ah! Per questo mi hanno fatto cerusico.<br />
DARDONIUS Sulla sua fronte è già stato posto il segno della più alta fama e le sue spalle<br />
sono coperte dalla ruvida corazza dell'animale. Niente eguaglia il suo coraggio.<br />
SIMPLIZIUS tra sé: Mi assalgono già tutte le angosce. Sto sudando da morire.<br />
DARDONIUS Perciò la speranza <strong>di</strong> tutto il mio popolo è riposta solo in te.<br />
SIMPLIZIUS tra sé: Bene, mi congratulo.<br />
DARDONIUS Presto inizierà la guerra contro Agrigento e il campo <strong>di</strong> battaglia si riempirà<br />
<strong>di</strong> guerrieri. Sali su quel trono e annuncia tu stesso, cosa ti ho nominato.<br />
SIMPLIZIUS O male<strong>di</strong>zione, mi manca la parola e devo tenere un <strong>di</strong>scorso. Ma no, <strong>di</strong>rò<br />
qualcosa <strong>di</strong> sconnesso, spesso piace <strong>di</strong> più delle cose assennate. Sale sul trono e<br />
sospira: Dunque popolo al <strong>di</strong> sopra <strong>di</strong> tutti i popoli, il re mi ha assegnato ai militari e<br />
benché io non possegga la giusta misura, mi sento commosso sopra ogni misura e<br />
talmente toccato che devo sedermi su questo trono, per tacere tutto ciò che la mia<br />
riservatezza non mi permette mai <strong>di</strong> <strong>di</strong>re. Si siede.<br />
DARDONIUS L'ho nominato vicecomandante. Sei più grande come eroe che come<br />
oratore. Adesso porgete il <strong>di</strong>adema <strong>di</strong> mirto alle donne come ho <strong>di</strong>sposto oggi e<br />
lasciate che le ragazze aspirino al premio della bellezza.<br />
Musica da ballo melo<strong>di</strong>osa. Do<strong>di</strong>ci ragazze, vestite come Aloe dopo la trasformazione, ma<br />
con abiti bianchi ornati <strong>di</strong> rose rosse, formano graziosi raggruppamenti davanti al trono<br />
del re. Infine il gruppo forma un tableau che lascia al suo centro uno spazio, in cui entra<br />
Aloe, introdotta da Ewald con la fiaccola, che chiude il gruppo. Un fanciullo porta alle<br />
donne la corona <strong>di</strong> mirto su un cuscino.<br />
DARDONIUS con trasporto: E' colei che, simile a una rosa adamantina, supera nel<br />
bagliore le perle delicate. Scende dal trono e conduce avanti Aloe. Donne,<br />
incoronatela, solo a lei spetta il premio.<br />
SIMPLIZIUS tra sé: La vecchia è <strong>di</strong>ventata matura. Ora la si vende per giovane.<br />
DARDONIUS Dite voi stessi, quale paese può mostrare una ragazza simile?<br />
GLI UOMINI Lo stupore incatena i nostri sensi.<br />
SIMPLIZIUS tra sé: Questo è l'inganno più bello che mi sia mai capitato.<br />
DARDONIUS Perché indugiate, signore onorate, non è degna della vostra corona? Pausa.<br />
Rispondete.<br />
LE DONNE Si, ci è -<br />
DARDONIUS Cosa vi è?<br />
SIMPLIZIUS E' troppo bella per loro, questo è tutto.<br />
LE DONNE Ci è superiore in bellezza.<br />
SIMPLIZIUS Ci è voluto un po' perché venisse fuori. Domani saranno tutte malate.<br />
LE DONNE le mettono il <strong>di</strong>adema: Più bella <strong>di</strong> tutte noi, sii la regina della festa.<br />
SIMPLIZIUS Ora riceve anche una corona. Io le darei qualcos'altro.<br />
Le donne conducono Aloe verso lo sfondo sui gra<strong>di</strong>ni del trono e si <strong>di</strong>spongono in fila su<br />
entrambi i lati.<br />
TUTTI Salute alla regina della festa!<br />
SIMPLIZIUS Ma cosa hanno da gridare oggi, va a finire che verrà la rauce<strong>di</strong>ne a tutti.<br />
DARDONIUS Simplizius, solo adesso posso ricompensarti <strong>di</strong>gnitosamente. Pren<strong>di</strong> la mano<br />
<strong>di</strong> questa ragazza. Sarà tua moglie.
196<br />
SIMPLIZIUS Questa vecchia? Per poco ora non cado giù dal trono per lo spavento. Non<br />
la voglio.<br />
DARDONIUS Sei sconcertato? Questa creatura incantevole?<br />
SIMPLIZIUS Non mi affascina. L'ho già vista con il suo vecchio negligé.<br />
DARDONIUS Devi prenderla. Se non vuoi perdere la tua carica.<br />
SIMPLIZIUS Per me va bene. Scende dal trono - tra sé: Preferisco perdere la carica <strong>di</strong><br />
cerusico che avere noie con la vecchia.<br />
DARDONIUS Come, osi contrad<strong>di</strong>re la legge?<br />
EWALD a bassa voce: La prenda. Basta che non riveli niente. Le presto la fiaccola.<br />
SIMPLIZIUS La smetta, voglio avere una donna che sia bella anche al buio, non una che<br />
debba prima essere illuminata. A voce alta: Non la prendo. Vuole forse prenderla un<br />
altro?<br />
GLI UOMINI Siamo tutti pronti a sposarla.<br />
SIMPLIZIUS Bene, dunque. Andate via adulatori. La donna trae in inganno il paese intero.<br />
DARDONIUS Non è ancora abbastanza. Per <strong>di</strong>mostrare come a Kallidalos si onori la<br />
bellezza, la eleggo io stesso mia sposa.<br />
TUTTI Viva la nostra regina!<br />
SIMPLIZIUS Ora <strong>di</strong>venta ad<strong>di</strong>rittura regina. Sarà un giubilo quando regnerà.<br />
DARDONIUS E mi sposo all'istante.<br />
Aloe fa gesti <strong>di</strong> entusiasmo.<br />
SIMPLIZIUS Il re esagera. A Ewald: Spenga pure la fiaccola, sposerà a scatola chiusa.<br />
EWALD Che tremendo imbarazzo. Cosa devo fare ora?<br />
Tuono. L'immagine <strong>di</strong> Venere cade giù. Al suo posto è visibile Lucina in un'aureola <strong>di</strong><br />
nubi.<br />
LUCINA L'inganno sta oltrepassando i limiti, toglietevi le corone che non vi spettano.<br />
Toglie la corona ad Aloe che è sotto <strong>di</strong> lei e l'alloro <strong>di</strong> Simplizius le vola tra le<br />
mani. Ora via, ad Agrigento.<br />
Ewald e Simplizius spariscono. Appena la fiaccola si eclissa, Aloe si ritrasforma<br />
riassumendo le sue vere sembianza. Compare <strong>di</strong> nuovo l'immagine <strong>di</strong> Venere.<br />
TUTTI Cosa è accaduto?<br />
DARDONIUS Sono spariti i forestieri? Dov'è la sposa che ho scelto?<br />
ALOE sui gra<strong>di</strong>ni: Eccomi qui, nobilissimo sposo.<br />
DARDONIUS Che donna orrenda! Come sei giunta al tempio?<br />
ALOE Sono io, Aloe, colei che hai scelto. Lo giuro sulla mia gioventù.<br />
TUTTI Inganno!<br />
DARDONIUS Magia! Scacciatela dal tempio con la frusta. O infamia, annientami! Cade<br />
giù.<br />
Aloe viene trascinata via dai gra<strong>di</strong>ni.<br />
Coro<br />
Viene cacciata fuori.<br />
Fuori, fuori, mostro,<br />
non profanare il tempio.<br />
Trema <strong>di</strong> fronte al furore del re.<br />
Su, trascinatela davanti al tribunale.
SCENA DICIASSETTESIMA<br />
197<br />
Cambiamento <strong>di</strong> scena.<br />
Il bosco con il portale delle Eumeni<strong>di</strong> su cui ardono i tre sigilli. Chiaro <strong>di</strong> luna. Lucina<br />
con le corone. Creonte.<br />
LUCINA<br />
Vieni, mio Creonte, abbiamo ottenuto la vittoria.<br />
CREONTE<br />
Avresti dunque conquistato l'impossibile?<br />
LUCINA<br />
Fra breve la gioia più solenne compenserà il tuo dolore.<br />
L'Orco è stato umiliato, ecco le corone.<br />
CREONTE<br />
Tre astri le illumineranno con chiarezza nella notte.<br />
Come fugge veloce l'angoscia quando ci arride la speranza.<br />
LUCINA<br />
Adesso inginocchiati e abbassa gli occhi sulla terra,<br />
affinché non li danneggi l'atroce vista.<br />
Perché Rea geme e le stelle piangono<br />
nel veder risplendere il pugnale delle Eumeni<strong>di</strong>.<br />
Creonte si inginocchia e piega la testa. Ella pone le corone sulla pietra sacrificale.<br />
Tre corone riposano sulla fredda pietra.<br />
Le offro in sacrificio!<br />
Una fiamma <strong>di</strong>vampa sull'altare e <strong>di</strong>strugge apparentemente le corone.<br />
Ebbene, fiamma, cingile.<br />
Scioglietevi, sigilli; portale, apri le tue fauci.<br />
I sigilli spariscono. Il portale si apre con un terribile crepitìo.<br />
Su, su, draghi assetati <strong>di</strong> vendetta!<br />
Non sollevare lo sguardo, ti costerà la vita,<br />
le Eumeni<strong>di</strong> si avvicinano - Mugghiare del vento <strong>di</strong> tempesta. Il tremito coglie anche<br />
me.<br />
Ella piega il corpo verso la terra. Musica lamentosa <strong>di</strong> tempesta. Un lampo blu guizza<br />
dalla cavità. Tisifone, Megera, Aletto, le Furie tutte vestite <strong>di</strong> verde, la testa avvolta <strong>di</strong><br />
vipere, escono <strong>di</strong> corsa dal portale, agitando fiaccole bluastre e pugnali luccicanti.<br />
TUTTE E TRE guardano la luna. Con tono profondo:<br />
La luna, la luna, brilla all'ora esatta.<br />
Svegliatevi, svegliatevi, la vendetta fa la ronda.<br />
Percorrono il palco con passi misurati.<br />
LUCINA<br />
E' avvenuto, fra poco il tuo nemico sarà giustiziato<br />
e così sarà appianata la lite con il mondo turbato.<br />
Adesso seguimi, per or<strong>di</strong>ne mio ti attendono<br />
i nobili con amore, tutti <strong>di</strong>sposti in cerchio.<br />
Di mille lampade riluce il tuo palazzo,<br />
che riesce appena a trattenere il giubilo dei suoi ospiti.<br />
Escono entrambi.
SCENA DICIOTTESIMA<br />
198<br />
Cambiamento <strong>di</strong> scena.<br />
L'atrio rotondo ornato d'oro, la camera da letto <strong>di</strong> Phalarius, illuminata da due candelabri<br />
ricchi <strong>di</strong> candele. Su un lato il suo giaciglio, accanto ad esso su un pie<strong>di</strong>stallo brilla una<br />
luce. Di fronte una porta <strong>di</strong> ebano. Phalarius entra, <strong>di</strong>etro <strong>di</strong> lui Antrokles profondamente<br />
chinato.<br />
PHALARIUS<br />
Fatemi vedere per quanto tempo si vanta ancora il mio orgoglioso vicino.<br />
Dove sono i generali? E' tutto armato il mio esercito?<br />
ANTROKLES<br />
La vigorosa schiera <strong>di</strong> guerrieri attende con coraggioso ardore.<br />
PHALARIUS ridendo:<br />
Invano arde il coraggio, se il pericolo lo evita.<br />
Adesso spegni le luci, fai entrare l'oscurità.<br />
Poi allontanati. In <strong>di</strong>sparte con furore: E lasciami alla mia sofferenza.<br />
Antrokles spegne le luci tranne la lampada, si inchina profondamente ed esce preoccupato.<br />
La stanza si fa buia.<br />
PHALARIUS da solo:<br />
Un padrone <strong>di</strong> casa accorto, <strong>di</strong> notte chiude la porta.<br />
Io lo imito - Chiude. Ecco. Adesso sono solo con me stesso.<br />
Si spaventa.<br />
Da solo? E' una parola sbagliata. Chi può <strong>di</strong>rlo?<br />
La solitu<strong>di</strong>ne non ci manda pensieri che ci tormentano?<br />
Quali sono i pensieri che si uniscono in rivolta,<br />
che minacciano la mente e sbarrano la porta alla ragione?<br />
E' un inutile seguito, al quale non si deve prestare attenzione.<br />
La regina dei pensieri è solo la decisione,<br />
perciò ho preso, risoluto, questa ferma decisione,<br />
come Febo solenne e imponente con destrieri sputafuoco<br />
attraversa il regno del cielo su una carrozza <strong>di</strong> raggi dorata,<br />
allo stesso modo porterò attraverso la terra, la luce della corona.<br />
Il sole sulla volta <strong>di</strong> zaffiro non risplende da solo,<br />
io sarò il secondo su un terreno <strong>di</strong> smeraldo.<br />
Dalla spiaggia <strong>di</strong> Etiopia, dove <strong>di</strong>mora l'ardente simun,<br />
fino al ghiaccio del Polo Nord, dove risuona la borea,<br />
il mio vessillo dovrà campeggiare con orgoglio lungimirante.<br />
Batti più calmo, cuore mio, il tuo desiderio sarà placato.<br />
Depone la pelle <strong>di</strong> pantera e le armi, ma non la corona e si <strong>di</strong>stende sul giaciglio.<br />
Vieni a trovarmi, sonno bugiardo, che raramente si ricorda <strong>di</strong> me,<br />
e cala volentieri solo su occhi spensierati.<br />
Spegniti, o lampada, spegni pure il sole un giorno,<br />
così sarà buio nella grande <strong>di</strong>mora del mondo.<br />
Spegne la lampada. All'improvviso si vedono seduti sulla sua testa tre spiriti rosso fuoco,<br />
che guardano fissi la sua corona. Prima erano nascosti <strong>di</strong>etro il <strong>di</strong>vano e solo ora alzano<br />
la testa insieme. Pausa.
199<br />
Che silenzio <strong>di</strong>sgustoso! - Cosa sarebbe la vita senza liti?<br />
Il fodero senza spada - sussulta: Chi è là?<br />
Scorge gli spiriti.<br />
Ah, voi! Anche oggi?<br />
I TRE SPIRITI insieme, uniformemente e cupi:<br />
Sorvegliamo la corona con sguardo da gufo.<br />
Dormi tranquillo, dormi tranquillo, niente <strong>di</strong>sturbi la tua felicità.<br />
PHALARIUS scoppiando in una sonora risata:<br />
La mia felicità! Come sono felice ora grazie a voi.<br />
Il desiderio impoverisce, la sod<strong>di</strong>sfazione è ricchissima.<br />
O follia, che costruisce ponti sopra l'abisso del dolore,<br />
guai a colui che si fida con coraggio del suo arco fatuo!<br />
Felicità <strong>di</strong>speratissima, che si toglie la vita da sola!<br />
Mi ren<strong>di</strong> tanto povero che non mi rimane altro che la corona.<br />
La corona! Per lo Stige, la utilizzerò in modo terribile,<br />
la rovina dovrà brillare dalle sue punte ardenti.<br />
Ven<strong>di</strong>cherò il mio tormento, chi me lo impe<strong>di</strong>rà?<br />
Bussano alla porta.<br />
ALETTO con tono cupo:<br />
Il pugnale delle Eumeni<strong>di</strong>!<br />
MEGERA<br />
Distruzione <strong>di</strong> tutti i peccatori!<br />
I TRE SPIRITI<br />
Le Eumeni<strong>di</strong> sono qui! L'Orco è perduto.<br />
Spariscono.<br />
PHALARIUS balza su:<br />
Chi bussa tanto spudoratamente, parla, chi ti manda così tar<strong>di</strong>?<br />
Bussano piano.<br />
TUTTE E TRE<br />
Apri, grazioso reuccio, desideriamo parlarti.<br />
PHALARIUS<br />
Cosa volete da me?<br />
La porta si apre <strong>di</strong> scatto con un boato.<br />
TUTTE E TRE entrano insieme:<br />
Puniamo il tuo crimine.<br />
PHALARIUS inorri<strong>di</strong>to:<br />
Ah, le Erinni!<br />
TUTTE E TRE<br />
Pentiti! Devi morire.<br />
PHALARIUS<br />
Le terribili ven<strong>di</strong>catrici!<br />
TUTTE E TRE<br />
Che portano a compimento ogni impresa.<br />
PHALARIUS<br />
In<strong>di</strong>etro, maledette Furie! La corona mi protegge.
200<br />
ALETTO<br />
Non ti protegge. L'Orco tace. Pensa a Creonte!<br />
PHALARIUS<br />
Lo o<strong>di</strong>o come o<strong>di</strong>o voi.<br />
TISIFONE<br />
Pensa ad Aspasia!<br />
MEGERA<br />
All'incen<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Agrigento!<br />
ALETTO<br />
Ricorda! Devi morire.<br />
Lo spingono sul giaciglio.<br />
PHALARIUS<br />
Non penso a nient'altro che al sangue.<br />
ALETTO<br />
Allora pensa al lago insanguinato!<br />
Una parte della cupola crolla e appare una spaccatura circolare, attraverso la quale la<br />
luna piena risplende, proiettandosi sul giaciglio.<br />
PHALARIUS<br />
Povero me! Il raggio della luna!<br />
Le Erinni gli affondano i loro pugnali nel petto.<br />
TUTTE E TRE<br />
Muori! Muori! Muori!<br />
Pausa, durante la quale esse vanno al centro del palco.<br />
La luna, la luna, brilla all'ora esatta.<br />
tremate peccatori, la vendetta fa la ronda.<br />
Escono con passi misurati. Ade esce dalla botola, si avvicina lentamente al giaciglio <strong>di</strong><br />
Phalarius.<br />
ADE solenne:<br />
Ridammi la corona, pallida testa d'eroe.<br />
Gliela toglie.<br />
Ecco che giace l'albero orgoglioso, frantumato e sfrondato.<br />
Luminosa splende la corona, adesso voglio domandare all'avido mondo:<br />
dov'è l'ar<strong>di</strong>to che la porterà dopo <strong>di</strong> lui?<br />
Sprofonda.<br />
SCENA DICIANNOVESIMA<br />
Cambiamento <strong>di</strong> scena.<br />
Sala del trono riccamente ornata, molto illuminata da dorate lampade ad alcool <strong>di</strong> ogni<br />
tipo. Il trono si trova sullo sfondo, al centro. Attraverso le colonne della sala si vede un<br />
incantevole giar<strong>di</strong>no altrettanto illuminato. Creonte sul trono. Tutti i nobili del suo regno<br />
lo circondano giubilanti. In primo piano, <strong>di</strong> lato, Lucina, Atritia. Sul lato opposto Ewald<br />
con la fiaccola e Simplizius. Due geni che portano una corona su un cuscino. Musica<br />
trionfale.<br />
TUTTI Grazie agli dei! Eterna felicità al nostro amato re Creonte!
201<br />
CREONTE Salute ai miei nobili amici. Il mio cuore impazza, dal mio occhio sprizza la<br />
gioia. Accettate il gioioso ringraziamento del vostro re, che in mezzo a voi si sente<br />
felicissimo.<br />
Tutti si inginocchiano formando graziosi gruppi intorno al trono.<br />
TUTTI Salute al nostro buon re!<br />
EWALD Povera fiaccola, il tuo potere è esaurito, non puoi abbellire niente <strong>di</strong> ciò che<br />
ve<strong>di</strong>amo.<br />
SIMPLIZIUS Per me questo è il miglior re tra tutti quelli che ho visto oggi.<br />
CREONTE Ma ora fateci ringraziare la dea benevola che ha salvato trono e regno.<br />
TUTTI Grazie alla dea sublime.<br />
LUCINA Sii felice, mio Creonte, Phalarius è morto.<br />
Prende la corona <strong>di</strong> mirto.<br />
Pren<strong>di</strong> questa corona <strong>di</strong> mirto intrecciata con amore,<br />
fai che cinga delicatamente la nobile fronte!<br />
Grazie a lei il tuo animo non sarà afflitto da alcun dolore<br />
e il tuo popolo ti amerà sempre con fedeltà.<br />
CREONTE<br />
Perdona, Lucina, non posso prendere la corona.<br />
Ripren<strong>di</strong>la, mi farebbe vergognare.<br />
Devo riuscire anche senza la magia<br />
a conquistare l'amore del mio popolo.<br />
E se lo opprime il dolore in giorni sventurati,<br />
è dovere del re, piangere insieme a lui.<br />
LUCINA a Ewald, verso il quale conduce Atritia:<br />
Pren<strong>di</strong>la, per ricompensa, tuoi siano la mano e il cuore <strong>di</strong> Atritia.<br />
Utilizza con intelligenza la luce rosea della fiaccola magica.<br />
Non puoi pretendere niente <strong>di</strong> più elevato dalla tua sorte,<br />
una ti ama veramente, l'altra ti ingannerà.<br />
SIMPLIZIUS Se non succede un po' il contrario.<br />
LUCINA E ora a te, Simplizius.<br />
SIMPLIZIUS Ora tocca anche a me.<br />
LUCINA Sei stato un docile strumento del mio potere. Il re ricompenserà anche te<br />
secondo il merito.<br />
SIMPLIZIUS Va a finire che mi metteranno un altro alloro in testa.<br />
CREONTE Consegnategli mille monete d'oro.<br />
SIMPLIZIUS in <strong>di</strong>sparte: L'ho detto subito che costui è il mio preferito. A voce alta:<br />
Bacio la mano, Vostra Maestà. In <strong>di</strong>sparte: Adesso metto su un laboratorio <strong>di</strong><br />
sartoria e sposo la dea. Sarà una vita <strong>di</strong>vina.<br />
CREONTE a Ewald: Straniero, ti onorerò sempre alla mia corte e ti ricompenserò con una<br />
carica.<br />
EWALD Grazie, mio grande re.<br />
LUCINA<br />
E se volete possedere ancora a lungo la fortuna meritata,<br />
Lucina vi proteggerà sempre con grazia e amore.
202<br />
Scende giù un roseo giaciglio <strong>di</strong> nubi, circondato da geni in volo. Lucina vi si <strong>di</strong>stende<br />
graziosamente e si libra nell'aria. Creonte sale sul trono, si uniscono tutti in gruppo.<br />
Danzatori e danzatrici greci costituiscono dei gruppi, accompagnati dal seguente coro.<br />
Coro<br />
FINE<br />
Ornate queste sale con gioia,<br />
fate risuonare il grido <strong>di</strong> giubilo.<br />
Viva Lucina! Viva Creonte!<br />
La virtù trova lietamente la ricompensa.
203<br />
JACQUES E I SUOI QUADERNI <strong>Pisa</strong><br />
Direttore responsabile: Enrico De Angelis<br />
1 Jean François MELON, Opere I* e II** (2 volumi), a cura <strong>di</strong><br />
Onofrio NICASTRO e Severia PERONA, 1983.<br />
2 Carlo CARMASSI, La letteratura tedesca nei perio<strong>di</strong>ci letterari<br />
italiani del primo Ottocento (1800-1847), 1984, (rist.1986).<br />
3 Enrico DE ANGELIS, Crisi, tempo, liberazione: Saggi su Robert<br />
Musil, I, 1984.<br />
3* Enrico DE ANGELIS, Crisi, tempo, liberazione: Saggi su Robert<br />
Musil, II, 1984.<br />
4 Sandro BARBERA, La comunicazione perfetta. Wagner tra<br />
Feuerbach e Schopenhauer, 1984, (rist. 1987).<br />
4* Enrico DE ANGELIS, Più lumi. Spinoza, Montesquieu,<br />
Rousseau, Diderot, Haydn, 1985.<br />
4** Andreas GRYPHIUS, Poesie con testo a fronte, trad. <strong>di</strong> Lucia<br />
MANCINI, 1985.<br />
5 Seminario su Stephan George, <strong>di</strong> Ralph-Rainer WUTHENOW,<br />
Wolfgang KAEMPFER, Gert MATTENKLOTT, Wendelin<br />
SCHMIDT-DENGLER, Horst Albert GLASER, Enrico DE<br />
ANGELIS, 1985.<br />
5* Stephan George Colloquium, mit Beiträgen von Ralph-Rainer<br />
WUTHENOW, Wolfgang KAEMPFER, Gert MATTENKLOTT,<br />
Wendelin SCHMIDT-DENGLER, Horst Albert GLASER, Enrico<br />
DE ANGELIS, 1985.<br />
5** Marina FOSCHI, Due ottiche, una realtà. Sul tema ‘Für - in’ in<br />
Robert Musil, 1985.<br />
6 Enrico DE ANGELIS, Dal mito al progetto. Note su Adalbert<br />
Stifter, 1986.<br />
7 Germana BONSIGNORI, Paola COLOMBO, Giulia PAZZAGLIA,<br />
Paola CECCARELLI, <strong>Stu<strong>di</strong></strong> su Stifter, 1986.<br />
8 Marina FOSCHI, Sulla teoria della metafora in Robert Musil,<br />
1987.<br />
9 Marianne HEPP, Kommentar zu ausgewählte Ge<strong>di</strong>chte Georg<br />
Trakls, 1987.<br />
9* Lettura del ‘Simplicissimus’ <strong>di</strong> Grimmelshausen come<br />
Enciclope<strong>di</strong>a Popolare, a cura <strong>di</strong> Linda BIANCOTTI, Federica<br />
ROSSI, Tiziana VALLE, introduzione <strong>di</strong> Enrico DE ANGELIS,
204<br />
1987.<br />
10 Carlo CARMASSI, La letteratura tedesca nei perio<strong>di</strong>ci letterari<br />
italiani del Seicento e del Settecento (1668-1799), 1988.<br />
11 Un<strong>di</strong>ci conferenze sul tempo, a cura <strong>di</strong> Enrico DE ANGELIS,<br />
1988.<br />
12 Giovanna CERMELLI, Il viaggiatore <strong>di</strong>sincantato. Fantasia e<br />
<strong>di</strong>stanza nelle novelle del tardo Tieck, 1989.<br />
13 Deutsche und italienische Romantik. Referate des Bad<br />
Homburger Colloquiums in der Werner- Reimers- Stiftung,<br />
herausgegeben von Enrico DE ANGELIS und Ralph-Rainer<br />
WUTHENOW unter Mitwirkung von Remo CESERANI, 1989.<br />
14-15 Loretta LARI, Esercizi sui Tedeschi (F. Schiller, J. W. v.<br />
Goethe, C. Brentano, E.T.A. Hoffmann, F. Grillparzer, Th.<br />
Fontane), 1990.<br />
16 Clemens BRENTANO, Godwi ovvero La statua in pietra della<br />
madre. Un romanzo selvaggio <strong>di</strong> Maria, trad. <strong>di</strong> Fulvia PERUZZI,<br />
1991.<br />
17 Ludwig Achim von Arnim, Povertà, ricchezza, colpa ed<br />
espiazione della contessa Dolores. Una storia vera per intrattenere<br />
in maniera istruttiva signorine povere, trad <strong>di</strong> Angela MASI, 1991.<br />
18 Joseph Freiherr von EICHENDORFF, Poeti e compagnia, trad. <strong>di</strong><br />
Linda BIANCOTTI, 1992.<br />
19 Adalbert STIFTER, Il castello dei pazzi, introduzione, traduzione<br />
e nota <strong>di</strong> Paola COLOMBO, 1992.<br />
20 Jeremias GOTTHELF, Lo specchio del villano ovvero Biografia<br />
<strong>di</strong> Jeremias Gotthelf scritta da lui stesso, trad. <strong>di</strong> Monica IORI,<br />
1993.<br />
21 Gottfried KELLER, Heinrich il verde (prima versione), trad. <strong>di</strong><br />
Rossella Zeni, 1993.<br />
22 Loretta LARI, Commento a 40 sonetti <strong>di</strong> Andreas Gryphius,<br />
1994.<br />
22* Eduard MÖRIKE, Poesie, trad. <strong>di</strong> Liliana CUTINO e Enrico DE<br />
ANGELIS, 1994.<br />
23 Wilhelm RAABE, L'ingordo. Un racconto <strong>di</strong> mare e <strong>di</strong> morte,<br />
trad. <strong>di</strong> Antonella FANTONI, 1994.<br />
23* Enrico DE ANGELIS, Sistema inquietu<strong>di</strong>ni utopie. La<br />
Germania e le sue istituzioni, 1994.<br />
24 Wilhelm RAABE, Cronaca della Sperlingsgasse, trad. <strong>di</strong><br />
Maurizia MARGIACCHI, 1995.<br />
24* Marina FOSCHI ALBERT- Mùarianne HEPP, Breve storia
205<br />
della lingua tedesca, 1995.<br />
25 Enrico DE ANGELIS, Dal mito al progetto. Note su Adalbert<br />
Stifter. Seconda e<strong>di</strong>zione, riveduta e ampliata, 1995.<br />
25* Enrico DE ANGELIS, Perorazioni metafisiche ovvero Bilancio<br />
<strong>di</strong> interpretazioni empiriche, 1995.<br />
26 JEAN PAUL, La cometa ovvero Nikolaus Marggraf. Una storia<br />
comica, trad. <strong>di</strong> Ilaria GIOVACCHINI.<br />
27 Karl Philipp MORITZ, Anton Reiser. Romanzo psicologico, trad.<br />
<strong>di</strong> Simonetta CANTAGALLI, 1996.<br />
27* HANS RUDOLF VELTEN, Elemente der Sprachlehrforschung,<br />
Ein Grundriß, 1996.<br />
28 Enrico DE ANGELIS, Der späte Musil: über den Schlußband des<br />
Mann ohne Eigenschaften, 1997.