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Giornale di Capracotta – anno 3 – n. 1 - Capracotta.com

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agosto 2009<br />

grida aggiungevano esca al fuoco.<br />

Ad ingrossare le file dè reazionari<br />

contribuì forse il fatto che cadde<br />

molta pioggia la notte e parecchi<br />

conta<strong>di</strong>ni, che si sarebbero recati<br />

ai loro campi, rimasero in paese;<br />

ed anche i vetturini anticiparono<br />

il ritorno dal bosco dove quell’<strong>anno</strong><br />

si faceva legna. Tornava uno <strong>di</strong><br />

costoro, Peppe Sciarrigli, con un<br />

asino carico <strong>di</strong> ceppame e giunto<br />

in paese e saputo del fermento<br />

e inebriato dalle grida <strong>di</strong> morte<br />

dè reazionari, si unì esclaman-<br />

do: “M’aia fa pur’ì quattecòccede<br />

gammacuòtte”. Ma, appena arrivato<br />

i piazza, da una finestra della<br />

casa <strong>di</strong> Domenico Conti partì un<br />

colpo <strong>di</strong> fucile che lo ammazzò.<br />

Tra i liberali rimasero feriti <strong>di</strong> un<br />

colpo <strong>di</strong> stile al fianco destro mio<br />

padre, il quale mai volle <strong>di</strong>rmi il<br />

nome del feritore, sebbene io abbia<br />

sempre insistito <strong>di</strong> saperlo, e il<br />

farmacista Don Ettore Conti d’una<br />

terribile roncata al collo infertagli<br />

dal suo <strong>com</strong>pare Cola Di Rienzo<br />

e D. Sebastiano Falconi alla mano<br />

dal vinaio Felice d’Andrea e D.<br />

Florindo Bizzoca alla testa. Mio<br />

padre, recatosi in casa Sozio, fu<br />

adagiato e me<strong>di</strong>cato sul letto nu-<br />

ziale preparato per le nozze del<br />

padrone <strong>di</strong> casa Agostino con<br />

Anna Antenucci. Lo sposo si era<br />

nzi mostrato liberale sino al punto<br />

da preferire in quel giorno alle<br />

d’Imene i pericoli della pugna.<br />

Dè reazionari furono feriti Cesare<br />

Carnevale, Donato <strong>di</strong> Rienzo alias<br />

Zappone e Giustino Carnevale.<br />

Essi andarano afarsi me<strong>di</strong>care dal<br />

Farmacista D. Giuseppe Castiglione,<br />

il quale dapprima risolutamente<br />

si negò, ma dovette poi<br />

cedere alle minacce <strong>di</strong> morte dè<br />

forsennati che li ac<strong>com</strong>pagnavano.<br />

Nel giorno successivo la<br />

folla, volendo ven<strong>di</strong>care il morto<br />

e nel medesimo tempo garantirsi<br />

<strong>di</strong> ogni ulteriore pericolo, si<br />

<strong>di</strong>ede a ricercare i civili per <strong>di</strong>sarmarli<br />

e arrestarli. Furono così<br />

isolatamente presi i canonici D.<br />

Policarpo e D. Vincenzo Conti,<br />

D. Gregorio Conti, monsignore<br />

in partibus, l’arciprete prof. D.<br />

Filippo Falconi, D. Giovanni e<br />

D. Salvatore Conti, D.Anselmo<br />

<strong>di</strong> Ciò, D.Olindo Chiaffarelli, maestro<br />

della musica citta<strong>di</strong>na, Benedetto<br />

Giuliano e Giuseppe de<br />

Vita. Quest’ultimo, quantunque<br />

nato <strong>di</strong> popolo, fu tra quelli che<br />

mostrarono grande entusiasmo<br />

per il nuovo Governo e ne aveva<br />

pagato ben caro il fio. Si racconta<br />

che, soldato del Borbone, avendo<br />

ricevuta una medaglia per non so<br />

che atto <strong>di</strong> valore <strong>com</strong>piuto, un<br />

po’ per brio giovanile e più per<br />

o<strong>di</strong>o del Re, la sospendesse al collare<br />

d’un cane, saputa la qual cosa<br />

<strong>di</strong> superiori, fu egli sottoposto a<br />

Consiglio <strong>di</strong> guerra e condannato<br />

nel capo e graziato poi mercè l’intervento<br />

dell’illustre conterraneo<br />

D.Stanislao Falconi , Procuratore<br />

Generale della Suprema Corte<br />

<strong>di</strong> Giustizia. I sopraddetti liberali<br />

ghermiti della plebaglia furono<br />

tutti rinchiusi nelle carceri del<br />

paese e severamente invigilati.<br />

Quelli tra i <strong>com</strong>pagni che riuscirono<br />

a salvarsi, si asserragliarono<br />

nelle case, risoluti a vender cara la<br />

pelle. La turbe, briaca d’o<strong>di</strong>o e <strong>di</strong><br />

sangue , girava obbligando tutti a<br />

cedere le armi. D. Antonino Conti<br />

, minacciato, fu il primo a darle.<br />

Da D. Francesco Falconi, padre<br />

<strong>di</strong> D. Filippo , pretesero un lauto<br />

pranzo; anzi Nicodemo <strong>di</strong> Luozzo<br />

chiese una miscisca ed ottenutala<br />

la presentò ai <strong>com</strong>pagni gridando:”<br />

Ecche ru scuòrze de Garibal<strong>di</strong>!”.<br />

Calzettone intanto mandava<br />

ban<strong>di</strong> <strong>di</strong> morte. La plebaglia però<br />

non era d’accordo sulla sorte da<br />

dare agli arrestati. Alcuni avrebbero<br />

voluto mandarli ad Isernia,<br />

anche perché i signori reazionari<br />

<strong>di</strong> quella città avevano promesso<br />

una certa somma per ogni liberale<br />

che venisse loro consegnato. Altri,<br />

ed erano i più, propendevano<br />

per la fucilazione imme<strong>di</strong>ata, che<br />

secondo loro doveva aver luogo<br />

alla Piana del Monte Capraro o<br />

alle Croci. Non riuscendo ad accordarsi<br />

intorno alla pena da infliggere<br />

ai malcapitati, si decisero<br />

<strong>di</strong> mandare ad Isernia Domenico<br />

Mastrociomme per chiedere la<br />

sentenza al Comitato reazionario<br />

<strong>di</strong> colà.<br />

Il Corriere però si fermò a<br />

Mirando per aver saputo che il<br />

De Luca con i suoi mille volontari<br />

aveva messo Isernia a sacco e fuoco.<br />

Il Mastrociomme fece tosto<br />

ritorno e giunto in paese, corse<br />

defilato alle carceri, gridando:<br />

“Pace! Pace!” senza aggiungere<br />

altro a quei che gli chiedevano<br />

conto della missione. Così gli<br />

arrestati furono liberi. Essi però<br />

la sera precedente, all’annunzio<br />

dell’invio del Corriere ad Isernia,<br />

d’accordo col sagrestano Pietro<br />

Bizzoca, avevano stabilito d’evadere<br />

per una buca praticata nel<br />

muro della prigione che dava in<br />

una cappella della chiesa madre.<br />

Il progetto naturalmente per i fatti<br />

che seguirono non fu effettuato.<br />

Per suggellar la pace, tutt’altro<br />

che sincera da parte dè popolani,<br />

intervenne D.Giandomenico Falconi,<br />

Vescovo <strong>di</strong> Altamura, dottissimo<br />

e forte ingegno, il quale<br />

con l’autorità del nome e del mi-<br />

Storia<br />

25

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