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Bimestrale di informazione religiosa, cultura e attualità • La solennità del Corpus Domini • E lo Spirito scese... anche sugli Scout!<br />
Nuova serie - Parrocchia Maria SS. Annunziata<br />
Piazza F. Spallitta - 90030 Mezzojuso (PA) - Italia - ecobrigna@libero.it<br />
Spedizione in abb. post. art. 2 comma 20/c legge 662/96 - Filiale di Palermo<br />
Numero <strong>70</strong><br />
Luglio 2009<br />
• Quando l’amore diventa servizio • XXI Festa Regionale A.S.A.D. • Mio marito italiano<br />
• Cibo e festa, tradizioni a Mezzojuso • XVI rassegna minoranze etniche<br />
• La Maschera del Barone • Campo scuola Adrasto volley • Adrasto: un’annata da incorniciare
don Enzo Cosentino<br />
editoriale di<br />
e2<br />
La solennità del<br />
Corpus Domini è per<br />
la nostra Comunità la<br />
festa per eccellenza. Tale<br />
festa culmina con la processione<br />
solenne che<br />
ancor oggi è seguita dall’ Ottava nei<br />
cui giorni il Santissimo Sacramento<br />
percorre tutte le vie del nostro paese,<br />
tutti i quartieri, tutti gli angoli abitati e<br />
non solo le vie che costituiscono il tradizionale<br />
itinerario delle processioni.<br />
In Paese le due Comunità, quella di rito<br />
romano-latino e quella di rito grecobizantino,<br />
vivono pacificamente, rispettando<br />
l’accordo firmato tra le due parti<br />
nel 1661 dai rispettivi arcipreti: don<br />
Filippo Costa per la Chiesa latina e<br />
papàs Francesco Di Marco per la<br />
Chiesa greca, garante mons. Pietro<br />
Martinez arcivescovo di Palermo. La<br />
stessa transazione è stata confermata<br />
nel 1845 dall’arcivescovo di Palermo<br />
mons. Ferdinando Pignatelli e dagli<br />
arcipreti don Pietro Criscione e papàs<br />
Lorenzo Cavadi.<br />
Nel 1863, il nuovo Governo Italiano,<br />
per il tramite del Vice Prefetto di<br />
Termini, a seguito di alcune<br />
incomprensioni fra le due<br />
Comunità, richiama la perfetta<br />
osservanza dell’accordo ai due<br />
Arcipreti don Antonino Gebbia<br />
e papàs Lorenzo Cavadi.<br />
E’ interessante leggere le lettere<br />
di invito e di risposta (3 giugno<br />
1863), a seguito delle incomprensioni,<br />
di entrambi gli Arcipreti.<br />
Scrive papàs Lorenzo, che in quell’anno<br />
teneva l’alternativa,<br />
all’arciprete latino:<br />
«La prego se stimeràconveniente,<br />
di<br />
voler<br />
La solennità del Corpus Domini<br />
inter[ve]nire in essa, suonar la campana,<br />
riceverci nella sua Chiesa…».<br />
Lo stesso giorno risponde don<br />
Antonino Gebbia all’Arciprete greco<br />
«… Le dico che accetto non solo l’invito<br />
per intervenire nella sua processione<br />
ma la invito… ad intervenire col<br />
suo Clero nella processione di domani<br />
dopo pranzo da farsi nella mia<br />
Chiesa...». Alla processione del<br />
Corpus Domini, secondo le antiche<br />
cronache, interveniva il Sindaco, i<br />
Giurati, il Magnifico Capitano e diversi<br />
Galantuomini. Al termine <strong>della</strong> processione,<br />
nella piazza principale,<br />
davanti alla Cappella <strong>della</strong> Madonna<br />
del Carmelo, veniva impartita la benedizione<br />
solenne. Immota Manent.<br />
Ancor oggi tutto si svolge come nel<br />
passato, anzi la partecipazione delle<br />
due Comunità con il rispettivo Clero,<br />
le Religiose e le Confraternite, con il<br />
passare del tempo si è non solo consolidata<br />
e rafforzata ma anche ottimizzata<br />
nella organizzazione.<br />
Un tentativo da parte del Consiglio<br />
Pastorale Parrocchiale <strong>della</strong> comunità<br />
latina (17 giugno 1992) di “consigliare<br />
al Sindaco di non intervenire in forma<br />
ufficiale alla processione Eucaristica”<br />
ha sortito l’effetto contrario, suscitando<br />
una ferma reazione da parte<br />
dell’Amministrazione Comunale, la<br />
quale ha in tale occasione chiamato in<br />
causa e rivendicato l’antica tradizione:<br />
“…il Sindaco abbia alla sua sinistra il<br />
Comandante <strong>della</strong> locale Stazione dei<br />
Carabinieri, in divisa di gala, ed alla<br />
destra il Vice Sindaco ed il<br />
Comandante dei Vigili Urbani…”<br />
(Prot. 4607 del 27 giugno 1992).<br />
Alla luce delle riflessioni che oggi<br />
sono possibili, nella nostra comunità,<br />
dall’osservanza delle antiche tradizioni,<br />
si sono avuti i più felici risultati. In<br />
questi ultimi anni, infatti, mi ha particolarmente<br />
colpito la puntuale partecipazione<br />
delle Autorità, del Clero, delle<br />
Religiose, dei sempre numerosissimi<br />
fedeli e soprattutto dei veri protagonisti<br />
<strong>della</strong> festa: i bambini <strong>della</strong> Prima<br />
Comunione. Ma quello che mi emoziona<br />
ancora di più sono i tantissimi<br />
altari che vengono preparati nelle<br />
strade e nei quartieri dove il<br />
Santissimo arriva per benedire<br />
tutti coloro che vi abitano, ed in<br />
particolare coloro che per<br />
motivi di salute o per altro<br />
sono impossibilitati ad uscire<br />
dalle proprie abitazioni ma che<br />
comunque Lo custodiscono nel<br />
loro cuore. L’ottava del Corpus<br />
Domini è un tempo di gioia, di<br />
festa e di pace che mi auguro possa<br />
ancora continuare a vivere a lungo<br />
nella nostra Comunità.
Primo gruppo<br />
7 Giugno 2009<br />
Caterina Di Nuovo<br />
Giovanna Di Nuovo<br />
Chiara Di Trapani<br />
Fabrizio Giardina<br />
Sergio Giardina<br />
Antonino La Barbera<br />
Riccardo La Barbera<br />
Simone Lala<br />
Anna Rita Militello<br />
Liborio Antonino Pennacchio<br />
Gabriella Rivaldo<br />
Giuseppe Ruggero<br />
Michele Sava<br />
Secondo gruppo<br />
14 Giugno 2009<br />
Luca Bronzolino<br />
Alberto Cosentino<br />
Giuseppe Cosentino<br />
Leonardo La Barbera<br />
Caterina La Gattuta<br />
Domenico Meli<br />
Elisa Musacchia<br />
Giorgia Musacchia<br />
Vanessa Piazza<br />
Chiara Tantillo<br />
Adalisa Zito<br />
Tommaso Zito<br />
Foto A. Alesi<br />
Foto Danilo Figlia<br />
Prima<br />
Comunione<br />
Parrocchia Maria SS. Annunziata<br />
e3
e4<br />
E lo Spirito scese…<br />
anche sugli Scout!<br />
Un momento del giuramento<br />
Finalmente un sogno diviene realtà!<br />
Undici bambine e bambini tra gli<br />
otto e i dieci anni sono ufficialmente<br />
Scout del gruppo locale afferente al<br />
gruppo “Piana degli Albanesi 1”.<br />
Scenario dell’evento: Domenica 31<br />
maggio, Pentecoste, ore 15:00 circa,<br />
nello spiazzo antistante la Casa nel<br />
bosco delle Suore Collegine <strong>della</strong><br />
Sacra Famiglia.<br />
Protagonisti: il gruppo Scout (Capi,<br />
Lupetti, Cuccioli di Piana, Mezzojuso e<br />
Campofelice) in cerchio e i genitori dei<br />
più piccoli ai lati con macchine fotografiche<br />
pronte per fermare l’attimo.<br />
Tutti in trepidante attesa del momento<br />
fatidico nel quale, dopo aver dimostrato<br />
di conoscere la legge del Lupetto e<br />
pronunciato la promessa, gli undici e i<br />
loro fratelli di Piana avrebbero ricevuto<br />
la “pelliccia” (cappello, fazzolettone<br />
girato dalla parte colorata con i<br />
colori del gruppo e stemmi da cucire<br />
sulla divisa) insieme al diritto di<br />
“poter cacciare con il branco”, la<br />
Benedizione dei Baloo (Don Enzo<br />
Cosentino e Papas Kola Ciulla) e il
saluto di tutti i componenti del branco.<br />
Quanta emozione al suono di quelle<br />
semplici parole così dense di significato:<br />
“Prometto, con l’aiuto e l’esempio<br />
di Gesù, di fare del mio meglio per<br />
migliorare me stesso, per aiutare gli<br />
altri, per osservare la legge del branco”<br />
(Promessa); e ancora “ Il Lupetto<br />
pensa agli altri come a se stesso. Il<br />
Lupetto vive con gioia e lealtà insieme<br />
al branco.” (Legge del Lupetto).<br />
Migliorare se stessi, vivere con gioia e<br />
lealtà insieme agli altri, aiutandoli,<br />
imitando e confidando, per ciò, nel<br />
sostegno di Gesù. Che splendido progetto!<br />
Sicuramente controcorrente in<br />
un mondo che tende a preferire logiche<br />
individualistiche e a proporre<br />
modelli e valori effimeri.<br />
Ma ciò nonostante ciascun genitore,<br />
penso proprio, si sia sentito nel posto<br />
giusto, fiducioso di aver scelto, per il<br />
proprio figlio, un percorso di crescita<br />
nell’autonomia, nella libertà e nel<br />
rispetto di se stesso e degli altri. E a<br />
farglielo pensare ha contribuito pure<br />
l’esperienza fatta dai bambini che, per<br />
la prima volta, hanno dormito fuori<br />
casa, con il gruppo. Hanno dovuto<br />
“fare da soli” quei piccoli gesti che<br />
spesso i genitori fanno per loro, sapendo<br />
anche di “sbagliare”, per il bisogno<br />
di sentirsi utili e poterli coccolare.<br />
Prima di iniziare la cerimonia delle promesse<br />
i genitori hanno passato il tempo<br />
a raccontarsi quanto è stato difficile abituarsi<br />
alla mancanza dei figli per casa.<br />
Già, tutti erano un po’ in ansia.<br />
Loro, invece, i Cuccioli, si sono divertiti<br />
tantissimo tra giochi, racconti, falò,<br />
risate con i compagni d’avventura, nelle<br />
grandi stanze, con i letti attaccati e i sacchi<br />
a pelo sopra, i turni per i bagni, le<br />
camminate, la Messa, la cena, la colazione<br />
e il pranzo insieme agli altri.<br />
E si, con il gruppo tutto è più facile da<br />
affrontare, ci si sente forti perché “ciò<br />
che da solo non sai fare, dagli altri e<br />
con gli altri lo puoi imparare!” E la<br />
regola è valsa anche per i genitori, dal<br />
momento in cui sono iniziati i preparativi<br />
di quanto era necessario procurare<br />
per un pernottamento confortevole, a<br />
quello in cui si è dovuta affrontare la<br />
Il gruppo Scout di Mezzojuso<br />
prova del “primo distacco”, alla programmazione<br />
delle esperienze ancora<br />
da fare. Ci si faceva forza a vicenda e<br />
persone con cui non era ancora capitato<br />
di parlare, improvvisamente, apparivano<br />
quasi vecchie conoscenze alle<br />
quali poter dire di tutti quei sentimenti<br />
misti a paura , gioia, ansia… che si stavano<br />
vivendo e sentirsi capiti, sostenuti<br />
ed incoraggiati ad andare avanti.<br />
Si direbbe che anche in questo piccolo<br />
angolo di mondo sia giunto il Vento<br />
dello Spirito a dare coraggio e forza di<br />
percorrere “Strade” verso Dio che, per<br />
fortuna, qualcuno ha ancora la forza di<br />
sognare e costruire. Per ciò un grazie<br />
speciale a Don Enzo Cosentino, ai<br />
Capi di Piana e ai nostri Akela<br />
(Angela), Bagheera (Giacomo) e Kaa<br />
(Maria Elisa) e un invito a perseverare<br />
e tener fede al motto del Lupetto<br />
“Del nostro meglio” anche in vista dei<br />
prossimi campi di Piana degli<br />
Albanesi, a fine Giugno e di<br />
Favignana, ad Agosto.<br />
Anna Canzoneri<br />
e5
e6<br />
QUANDO L’AMORE DIVENTA SERVIZIO...<br />
Chiusura dell’anno giubilare corradiniano<br />
di Francesca Brancato<br />
La prima volta che<br />
suor Ninfa mi diede<br />
un santino raffigurante<br />
un antico ritratto di un<br />
uomo con abito rosso e volto rotondo<br />
avevo circa 8 anni. Quello stesso<br />
volto lo vedevo ogni qualvolta le<br />
Suore ci portavano nel salone grande,<br />
in occasione delle recite del catechismo.<br />
Il santino mi fu dato il giorno<br />
che, con mia madre, le suore del<br />
Collegio di Maria ci invitarono a<br />
partecipare all’apertura dell’inchiesta<br />
per il processo di beatificazione<br />
del Cardinale Pietro Marcellino<br />
Corradini. Dal Collegio di Maria di<br />
Mezzojuso, le suore avevano noleggiato<br />
un pullman: destinazione<br />
Cattedrale di Palermo, dove mia<br />
madre e la maestra Elena passarono<br />
il lungo pomeriggio continuamente<br />
implorando i più piccoli a fare silenzio<br />
nel tentativo di seguire la lettura<br />
delle relazioni del processo e noi<br />
bambini, provenienti da tanti angoli<br />
<strong>della</strong> Sicilia e tutti mescolati fra i<br />
gradini dell’altare maggiore, a giocare<br />
in sordina e a scambiarci i santini<br />
con quel volto dall’aspetto placido e<br />
gioioso. A distanza di vent’anni, la<br />
mattina del 2 giugno scorso, mi ritrovo<br />
alle 07.30 su un pullman noleggiato<br />
per l’occasione dalle suore collegine<br />
di Mezzojuso per partecipare<br />
alla festa conclusiva dell’anno giubilare<br />
corradiniano, celebrato in occasione<br />
del 350° anniversario <strong>della</strong><br />
nascita del Servo di Dio Cardinale<br />
Pietro Marcellino Corradini,<br />
Fondatore <strong>della</strong> Congregazione delle<br />
Suore Collegine <strong>della</strong> Sacra<br />
Famiglia. Da Mezzojuso siamo partiti<br />
circa in 30, a noi si sono uniti da<br />
Vicari il parroco don Antonino e le<br />
suore. A Palermo, presso la Casa<br />
Generalizia <strong>della</strong> Congregazione,<br />
dove si è svolto il programma <strong>della</strong><br />
mattinata, ci hanno poi raggiunti il<br />
nostro parroco e altre persone di<br />
Mezzojuso. In mattinata è stato possibile<br />
rivivere le celebrazioni giubilari,<br />
svolte nei vari Collegi, grazie<br />
alla mostra allestita lungo tutto lo<br />
spazio antistante la Casa: ciascun<br />
pannello raccontava con foto, disegni,<br />
riflessioni, testimonianze e preghiere<br />
l’accoglienza dell’icona del<br />
Fondatore presso un determinato<br />
Collegio, durante la sua peregrinatio<br />
nel corso dell’anno giubilare.<br />
Alle 10.00 il momento di preghiera<br />
“Immagini e Memoria” incentrato<br />
sulla parola di San Paolo ha introdotto<br />
le vari testimonianze di Carità.<br />
Dopo il pranzo, al Teatro Savio, i<br />
giovani attori <strong>della</strong> Compagnia La<br />
Tenda di Davide hanno regalato ai<br />
presenti uno straordinario musical<br />
sulla vita del Corradini dal titolo<br />
“Amare è donarsi all’Infinito! Alle<br />
18.00 tutti i partecipanti hanno concluso<br />
alla Cattedrale l’anno giubilare<br />
corradiniano con la Celebrazione
Nella pagina accanto, un momento di preghiera e due fedeli di Mezzojuso. In questa pagina, in alto un momento <strong>della</strong> Celebrazione in Cattedrale, in basso le suore collegine<br />
<strong>della</strong> Tanzania e la Madre Generale e il gruppo di Mezzojuso. Foto di Francesca Brancato.<br />
Eucaristica presieduta da S. E.<br />
Mons. Paolo Romeo, Arcivescovo di<br />
Palermo.<br />
Alla Giornata Corradiniana hanno<br />
partecipato anche il sindaco di<br />
Sezze, città natale del S.d.D.<br />
Corradini, alcuni delegati e rappresentanti<br />
<strong>della</strong> Provincia di Latina.<br />
Tutto in questa Giornata di<br />
Celebrazione è stato preparato dalle<br />
Suore e dalla Madre Generale,<br />
Madre Paolina Mastrandrea, con<br />
infinita dedizione e soprattutto con<br />
un ingrediente sempre usato dalle<br />
Suore Collegine: un immenso<br />
amore.<br />
La festa a Palermo del 350° anniversario<br />
<strong>della</strong> nascita, ma anche giorno<br />
di onomastico di Pietro Marcellino<br />
Corradini, è stata la festa di una vera<br />
grande famiglia. La Famiglia delle<br />
Suore Collegine, custodi dell’amore<br />
di chi ‘si fece “Tutto a tutti”, dimostrando<br />
a ciascuno la ricchezza del<br />
suo cuore’. Generazioni diverse,<br />
tutte cresciute nei Collegi di Maria,<br />
anziani, giovani, giovanissimi si<br />
sono ritrovati in questa occasione e<br />
soprattutto hanno ritrovato le Suore,<br />
che nel loro indelebile passaggio per<br />
i vari Collegi sono state dovunque,<br />
per tutti noi, e in modo particolare<br />
per chi ha un posto speciale nel<br />
cuore del Fondatore, gli orfani e i<br />
poveri, maestre ed educatrici, sostegno<br />
e guida, sorelle ed amiche e…<br />
soprattutto madri. E così ai ricordi<br />
delle mia infanzia, l’asilo, il santino<br />
con il ritratto del Fondatore, il catechismo,<br />
le colonie e ai tanti altri<br />
ricordi dell’affetto e <strong>della</strong> dolcezza<br />
delle Suore Collegine aggiungerò<br />
quello di questa Giornata di Festa.<br />
Al grande dono che ci è stato reso<br />
dal Servo di Dio Pietro Marcellino<br />
Corradni: la Congregazione delle<br />
Suore Collegine <strong>della</strong> Sacra<br />
Famiglia, guardiamo come esempio<br />
se scegliamo di ardere per illuminare<br />
e di vivere per servire.<br />
7e
e8<br />
CIBO E FESTA, tradizioni a Mezzojuso<br />
Il 5 e 6 giugno<br />
nei locali di piazza Francesco<br />
Spallitta, messi a disposizione dalla<br />
parrocchia Maria SS. Annunziata, si è<br />
svolta la mostra “CIBO E FESTA,<br />
tradizioni a Mezzojuso”, a conclusione<br />
di due laboratori realizzati alla<br />
scuola media “Galileo Galilei”. I laboratori,<br />
inseriti nell’ambito delle attività<br />
del Tempo Prolungato, sono stati<br />
seguiti da una ventina di alunni e<br />
coordinati dalla professoressa<br />
Antonella Parisi e dal sottoscritto. La<br />
collega ha lavorato soprattutto sugli<br />
aspetti “tecnici” (ingredienti, preparazione,<br />
produzione, ecc.), il sottoscritto<br />
sugli aspetti “simbolici”.<br />
La mostra è stata allestita grazie<br />
soprattutto alla collaborazione delle<br />
famiglie degli alunni. Il percorso dell’esposizione<br />
seguiva il calendario<br />
agricolo: si è partiti dalla festa dei<br />
Morti (pupi ri zuccaru, frutta marturana)<br />
per arrivare all’inizio dell’estate<br />
(chiavi ri San Petru); in mezzo, i<br />
panuzza ri San Martinu, la cuccìa del<br />
21 novembre e di Santa Lucia, i panuz-<br />
di Pino Di Miceli<br />
za ri Santa Nicola, i dolci del periodo<br />
natalizio (cosi ri Natali, pani ri Natali,<br />
mustrazzola), i cuddureddi ri San<br />
Brasi, i dolci di Carnevale<br />
(cannola, sfinci, i cibi e i<br />
dolci usati nel Mastro di<br />
Campo: cantaru con i<br />
maccheroni, confetti,<br />
formaggio, pane,<br />
salumi, ecc.), i cibi di<br />
San Giuseppe<br />
(panuzza, varba,<br />
curuna e palumma,<br />
minestra, confetti),<br />
i dolci<br />
pasquali (agnello,<br />
pupu cu ll’ovu,<br />
uova rosse).<br />
L’attività si prefiggeva<br />
due fondamentali<br />
obiettivi:<br />
instaurare un maggiore<br />
collegamento tra le esperienze<br />
culturali prettamente<br />
scolastiche e quelle provenienti<br />
dall’ambiente familiare,<br />
valorizzando queste ultime (nel senso<br />
di dare loro valore, peso, dignità) e far<br />
acquisire ai ragazzi la capacità di<br />
codificare/decodificare tutto ciò che<br />
riguarda i cibi festivi (preparazione,<br />
ritualità, simbolismo, consumo, ecc.).<br />
Il lavoro è stato molto utile per noi<br />
docenti in quanto ci ha permesso di<br />
saggiare la situazione di una parte<br />
consistente <strong>della</strong> cultura popolare e di<br />
chiarire a noi stessi limiti e possibilità<br />
di un lavoro didattico.<br />
Su questo versante, all’inizio dell’anno<br />
scolastico gli alunni ci sono apparsi<br />
non omogeneamente informati. Ci è<br />
sembrato che in loro si alternassero<br />
echi di familiare inculturazione, assenza<br />
di memoria culturale, tentativi di<br />
approccio in chiave consumistica e/o<br />
campanilistica, interessi distratti verso<br />
tutto ciò che avviene in famiglia. Ma<br />
iniziando a lavorare ci siamo subito<br />
accorti invece <strong>della</strong> grande disponibilità<br />
verso le nostre proposte di lavoro.<br />
Per inciso, devo dire che nella mia carriera<br />
professionale poche volte ho<br />
gestito direttamente e su mia iniziativa<br />
complete unità didattiche o laboratori
A sinistra, “Panuzza ri San Nicola” e “Curuna ri San Giuseppe”. In questa pagina, in alto visita alla mostra; in<br />
basso “Pani ri natali”.<br />
interi di cultura popolare, forse per non<br />
coinvolgere in un eccesso di scrupolo<br />
gli alunni nei miei interessi. Ho preferito<br />
trattare tali tematiche ogni qualvolta<br />
lo richiedessero dei contenuti<br />
apparentemente anche lontani, cercando<br />
di sollecitare gli alunni con interventi<br />
che, secondo me, sono l’unico<br />
approccio da parte di una scuola dell’obbligo:<br />
facendo, cioè, acquisire<br />
competenze di codifica/decodifica per<br />
comprendere la realtà circostante e per<br />
comunicare il proprio vissuto.<br />
In poche parole, non spetta alla scuola<br />
mirare alla conservazione, perpetuazione,<br />
gestione <strong>della</strong> cultura popolare.<br />
Alla scuola spetta fornire mezzi e strumenti<br />
per la conoscenza e la comunicazione,<br />
in tutti i settori culturali,<br />
secondo un approccio linguistico che<br />
mi sembra molto calzante. La conservazione,<br />
la perpetuazione, la gestione<br />
vedono in azione altri soggetti ed altri<br />
meccanismi. Può sembrare un invito<br />
al non impegno; invece è tutto il contrario:<br />
di fronte ad un fatto culturale,<br />
fare impadronire gli alunni dei meccanismi<br />
e delle motivazioni attraverso<br />
cui esso nasce, si diffonde, si trasforma,<br />
si risignifica, mi sembra un lavoro<br />
molto importante.<br />
Certo, il sapere porta anche all’apprezzamento,<br />
alla valorizzazione, nel<br />
senso, già sottolineato qualche rigo<br />
sopra, di dare valore, peso, dignità.<br />
Tolto l’inciso, man mano gli alunni<br />
hanno dimostrato, come si diceva, un<br />
forte interesse verso i contenuti affrontati<br />
e, fatto per noi inaspettato, sotto una<br />
coltre di apparente disinformazione<br />
hanno saputo cogliere alcuni aspetti<br />
<strong>della</strong> cultura popolare che credevamo<br />
difficili da affrontare: concezione lineare<br />
e circolare del tempo, molteplicità<br />
dei calendari, rapporto tra ferialità e<br />
festività, differenza tra variante e variazione<br />
e soprattutto rapporto tra sacralità,<br />
rito, simbolo e bisogni alimentari.<br />
L’inserimento del Carnevale, ad esempio,<br />
nel calendario agrario-liturgico<br />
per gli alunni si è rivelato scontato e<br />
questo ci ha dimostrato la forte vivacità<br />
di alcuni aspetti basilari <strong>della</strong> nostra<br />
cultura popolare, pur con tutte le trasformazioni<br />
e i bombardamenti consumistico-televisivi<br />
subiti negli ultimi<br />
decenni.<br />
Certo, ci siamo imbattuti<br />
anche in letture che<br />
mostrano come i bombardamenti<br />
di cui<br />
sopra siano riusciti<br />
a destrutturare<br />
molti aspetti <strong>della</strong><br />
nostra cultura<br />
popolare, con<br />
risignificazioni<br />
esterne alle esigenze<br />
<strong>della</strong><br />
nostra comunità<br />
o con risignificazioni<br />
depauperanti<br />
rispetto alla ric-<br />
chezza simbolica, a volte non più colta<br />
dalle nuove generazioni.<br />
Risalgono ad alcuni anni fa le affermazioni<br />
di due miei allievi di un laboratorio<br />
sulla piazza di Mezzjuso, affermazioni<br />
che mi sembrano abbastanza<br />
significative sullo “stato dell’arte”:<br />
“Per l’Epifania avviene il volo <strong>della</strong><br />
colomba, che rappresenta la pace” e<br />
“Il 19 marzo in piazza si svolge la<br />
degustazione <strong>della</strong> minestra di San<br />
Giuseppe”. Questo slittamento dei<br />
significati dovrebbe farci riflettere. In<br />
ambito scolastico esso va senz’altro<br />
analizzato con gli alunni, ma in altri<br />
ambiti (soprattutto in quelli “organizzativi”)<br />
ci si dovrebbe chiedere, usando<br />
ancora un approccio linguistico, il<br />
perché di alcuni disturbi nella comunicazione.<br />
Uso di codici diversi tra emittente<br />
e destinatario/ricevente? Rumori<br />
di fondo? Uso di canali non adeguati o<br />
di sinonimi decontestualizzati? Afasia<br />
dell’emittente? Troppa attenzione ai<br />
significanti a scapito dei significati,<br />
con una esaltazione eccessiva <strong>della</strong><br />
funzione estetico-poetica raggiungendo<br />
una cura formale fine a se stessa?<br />
A volte i bombardamenti depauperanti<br />
sono stati creati in loco iniettando dosi<br />
massicce di letture unidirezionali: penso<br />
soprattutto al Mastro di Campo costretto<br />
da alcuni anni a passare attraverso un<br />
imbuto fatto di due o tre slogan usati ed<br />
abusati che hanno in pratica escluso la<br />
possibilità di letture più confacenti allo<br />
spirito <strong>della</strong> festa in questione.<br />
La scuola fa quello che deve: informare,<br />
educare alla valorizzazione e<br />
allo spirito critico. Ci fermiamo lì e<br />
non è poco.<br />
e9
XXI Festa Regionale A.S.A.D<br />
e10<br />
Un saggio per stare insieme!<br />
Il 23 maggio scorso, al Velodromo<br />
“Paolo Borsellino” di Palermo, si è<br />
svolta una manifestazione sportiva organizzata<br />
dall’A.S.A.D. (Associazione Sport<br />
Attività Didattiche) che ha visto coinvolti<br />
migliaia di spettatori e di alunni provenienti<br />
da scuole di diverse città siciliane,<br />
tra le quali la scuola materna “Bambino<br />
Gesù” del Collegio di Maria di<br />
Mezzojuso, che da diversi anni partecipa a<br />
questa iniziativa, diventata ormai per i piccoli<br />
alunni un appuntamento tradizionale,<br />
e per la prima volta quest’anno, la scuola<br />
materna “Santa Macrina” di Mezzojuso.<br />
Alle 16:00, giunti al Velodromo, è stato<br />
annunciato l’arrivo delle nostre scuole e,<br />
subito dopo è stato accolto con un caloroso<br />
applauso il Presidente<br />
dell’Associazione A.S.A.D. Giuseppe<br />
Raiti, che, con un lungo intervento, ha<br />
espresso le sue considerazioni sull’importante<br />
ruolo educativo <strong>della</strong> famiglia e ha<br />
spiegato gli scopi dell’A.S.A.D., nata per<br />
diffondere la pratica dell’attività motoria.<br />
Alle 16:15, è arrivato in campo l’atleta<br />
siciliano Gianni Scavo, l’ospite <strong>della</strong><br />
giornata.<br />
Alle 16:30, alcuni bambini si sono esibi-<br />
“Rispetto reciproco”<br />
Questo il tema <strong>della</strong> XXI festa<br />
A.S.A.D. (Associazione Sport<br />
Attività Didattiche) - VIII Memorial<br />
“Luigi Zarcone”, che lo scorso 23 maggio<br />
ha visto come protagonisti, per la prima<br />
volta, 18 bambini dell’Istituto “Santa<br />
Macrina” di Mezzojuso guidati dalla sottoscritta.<br />
La stupenda manifestazione, che ogni<br />
anno riunisce le scolaresche di diversi<br />
paesi siciliani, ha avuto come scenario il<br />
Velodromo “Paolo Borsellino” di<br />
Palermo dove, un folto gruppo di fanciulli,<br />
guidati dalle rispettive insegnanti, si<br />
sono schierati in campo in modo da formare,<br />
con i loro esili corpicini, la scritta<br />
“rispetto reciproco”.<br />
Dopo aver assistito all’ingresso del tedoforo<br />
che ha acceso la fiaccola e aver partecipato<br />
al momento dedicato al grande<br />
atleta siciliano , mezzofondista veloce,<br />
“Gianni Scavo”, i bimbi, carichi di adre-<br />
I bambini <strong>della</strong> Scuola Materna “Bambino Gesù” del<br />
Collegio di Maria di Mezzojuso.<br />
ti nel saggio di lingua inglese (preparato<br />
durante l’anno dall’insegnante<br />
Giovanna Fiorini).<br />
Alle 17:00, i bambini, dopo avere sfilato<br />
ciascuno con la propria scuola, si<br />
sono posizionati nella zona assegnata,<br />
integrandosi con i compagnetti delle<br />
altre scuole, formando nell’ intero spazio,<br />
le parole “Rispetto reciproco”.<br />
Il primo saggio è iniziato con l’inno<br />
nazionale, seguito da altri quattro, preparati<br />
nel corso dell’anno dagli insegnanti<br />
dell’A.S.A.D. (Ignazia<br />
Cangelosi per la scuola materna<br />
“Bambino Gesù”). Infine l’intero gruppo<br />
si è spostato all’uscita del campo<br />
sportivo e dopo uno spuntino si è<br />
nalina, hanno dato inizio al loro spettacolo<br />
davanti agli sguardi entusiasti ed orgogliosi<br />
dei propri genitori. Si sono esibiti in<br />
quattro saggi: il primo ha animato l’inno<br />
dell’ASAD; il secondo un saggio unificato<br />
che ha coinvolto i bambini di tutte le<br />
classi, li ha visti ballare col supporto di un<br />
foulard, sulle note del brano “Napoleone<br />
Azzurro”; il terzo, saggio di animazione<br />
del brano “Aloha e kom o mai”, ha particolarmente<br />
divertito sia gli alunni che i<br />
genitori i quali, dagli spalti, si sono uniti<br />
I bambini <strong>della</strong> Scuola Materna “Santa Macrina” di Mezzojuso.<br />
cominciato a far strada per il ritorno.<br />
Alle 20:00 l’arrivo a Mezzojuso.<br />
Una piacevole giornata per tutti quelli<br />
che erano presenti, tra cui personalmente,<br />
credo di essermi tanto divertita. Ogni<br />
giorno il Servizio Civile che svolgo<br />
presso l’asilo del Collegio di Maria mi<br />
regala tante emozioni, vivendo quotidianamente<br />
a contatto con ben 34 bambini<br />
tutti di tenera età. E non potevo certamente<br />
mancare ad un appuntamento<br />
tanto atteso, considerato che questa<br />
giornata è costata un anno di impegno di<br />
Suor Colomba e delle altre insegnanti,<br />
dei volontari e soprattutto da parte dei<br />
protagonisti: i bambini.<br />
Un anno di faticoso lavoro, ma di soddisfazioni,<br />
per le insegnanti che hanno<br />
seguito i bambini in modo costante, riuscendo<br />
a svolgere il programma sempre<br />
con un clima di serenità e favorendo,<br />
oltre all’acquisizione delle capacità fisiche,<br />
anche gli stimoli che hanno promosso<br />
la cooperazione, il dialogo, elementi<br />
educativi di fondamentale importanza.<br />
Questo incontro finale ha voluto costruire<br />
un momento di attività ma anche di<br />
scambio tra tutti i partecipanti che quel<br />
giorno erano presenti.<br />
Caterina Guidera<br />
alle danze; il quarto, infine, ha visto come<br />
protagonisti solo gli alunni <strong>della</strong> scuola<br />
dell’infanzia che, contraddistinti da dei<br />
nastrini multicolore (verde, bianco e<br />
rosso) legati ai polsi, hanno danzato sulle<br />
note del brano “Una festa multicolore”.<br />
Terminata l’esibizione, il lungo trenino di<br />
bimbi ha abbandonato il campo, lasciando<br />
spazio alle altre classi.<br />
E’ stata una bella esperienza che, attraverso<br />
la musica e il movimento, ha portato<br />
anche i più piccoli a riflettere sull’importante<br />
tema <strong>della</strong> manifestazione: il rispetto<br />
reciproco, un valore che, purtroppo,<br />
viene a mancare spesso all’interno delle<br />
scuole. Per loro è stata davvero una “festa<br />
multicolore”, come dice l’ultimo brano<br />
musicale animato, dove, per entrare, “non<br />
serve l’invito, ho visto l’ingresso, basta<br />
che agli altri si porti rispetto”!!!!<br />
A questo punto non ci rimane che augurarci<br />
che questa esperienza possa ripetersi<br />
negli anni futuri.<br />
Anna Zambito
Abito al terzo piano di un palazzo<br />
con la facciata che dà su<br />
una strada con due file di<br />
alberi cresciuti dritti e paralleli. Dal<br />
balcone <strong>della</strong> mia residenza vedo le<br />
cime degli alberi, le foglie che cambiano<br />
i colori al susseguirsi delle<br />
quattro stagioni, avverto il trascorrere<br />
del tempo fra i colori verde, rosso,<br />
arancione e giallo delle foglie. Oggi<br />
è il giorno dell’anniversario del mio<br />
matrimonio, fuori le foglie ingiallite<br />
Mio marito italiano<br />
di Huynh Ngoc Nga<br />
“<br />
Torino ci accolse<br />
in una giornata<br />
pallidamente soleggiata<br />
mentre la nostra vita<br />
stava ricominciando<br />
proprio da lì,<br />
il Vietnam ormai lontano,<br />
dall’altra parte del mondo...<br />
volano come farfalle, annunciano<br />
l’autunno che sta arrivando e, con la<br />
memoria di una donna che si ritiene<br />
fortunata, voglio raccontarvi un<br />
pezzo <strong>della</strong> mia vita con mio marito,<br />
oppure la storia di un marito italiano<br />
con una straniera immigrata in Italia<br />
più di 25 anni fa, quando era ancora<br />
giovane come una foglia verde, quella<br />
stessa foglia che adesso si è scolorita.<br />
Col tempo, però, è rimasto il<br />
verde eterno del nostro amore.<br />
Quell’anno - febbraio 1983 - ero<br />
arrivata in Italia con la mia<br />
famiglia, non volontariamente<br />
ma per obbedire alla decisione presa<br />
dai miei genitori. Avevamo lasciato il<br />
nostro paese per raggiungere una mia<br />
sorella che aveva sposato un italiano e<br />
che si era fatto carico di tutti noi permettendo<br />
così il ricongiungimento di<br />
tutta la famiglia. Torino ci accolse in<br />
una giornata pallidamente soleggiata<br />
mentre la nostra vita stava ricomin-<br />
e11
e12<br />
Mio marito italiano<br />
ciando proprio da lì, il Vietnam ormai<br />
lontano, dall’altra parte del mondo. I<br />
miei piedi erano in Italia ma il mio<br />
cuore era ancora là. L’inverno non era<br />
finito e per la prima volta vidi la neve.<br />
Nel freddo di Torino ricordavo il sole<br />
del cielo di Saigon; gli spaghetti qui mi<br />
facevano desiderare una sco<strong>della</strong> di<br />
riso asciutto, ogni angolo <strong>della</strong> strada<br />
qui mi portava indietro nella memoria<br />
al quartiere <strong>della</strong> mia città natale, notavo<br />
poi una netta differenza di carattere<br />
tra le persone di qui e la nostra gente.<br />
Nella famiglia di mia sorella, non riuscivo<br />
a parlare con mio cognato, e<br />
quando mi trovavo fuori casa non<br />
potevo capire il senso di che cosa la<br />
gente dicesse, per via <strong>della</strong> lingua a me<br />
ancora sconosciuta. Mi sentivo quasi<br />
come una sordomuta nonostante avessi<br />
corde vocali e orecchie; avvertivo<br />
dentro me un forte complesso di inferiorità.<br />
Tutto a causa <strong>della</strong> differenza di<br />
lingua tra vietnamita e italiano.<br />
Piangevo quasi ogni giorno e per la<br />
prima volta conobbi la nostalgia di un<br />
luogo che si chiama “Patria”. Mia<br />
sorella era molto preoccupata per me,<br />
capiva il difficile momento che stavo<br />
attraversando..<br />
Passarono tre mesi, e il 12 maggio<br />
ricevetti una lettera dal VN di una<br />
amica, la lessi non riuscendo a trattenere<br />
le lacrime: da quelle righe riaffioravano<br />
infinite immagini legate al mio<br />
vecchio passato trascorso insieme a lei<br />
e ad altre persone care, ma così fisicamente<br />
lontane. In quel momento decisi<br />
che sarei dovuta ritornare al mio<br />
paese a qualsiasi costo..<br />
Per farmi distrarre, mia sorella mi<br />
portò nel suo negozio di tappeti, dove<br />
c’era suo marito. Era un pomeriggio,<br />
camminavo accanto a lei con gli occhi<br />
arrossati. Entrammo nel negozio e in<br />
quel momento vidi una persona che<br />
stava parlando con mio cognato il<br />
quale me la presentò. Era un suo<br />
amico. Francamente, adesso non<br />
ricordo come fosse quell’uomo, ricordo<br />
solo che mi parlò in italiano mentre<br />
non capivo quasi niente, così mia<br />
sorella e mio cognato fecero da interpreti<br />
ed io ascoltavo, rispondevo come<br />
un robot. Non pensavo che due giorni<br />
dopo, mio cognato mi avrebbe chiesto<br />
se fossi stata contenta di sposarmi con<br />
quell’uomo. Loro, cioè mia sorella e<br />
suo marito, mi dissero che lui si era<br />
innamorato subito di me, a prima<br />
vista, soprattutto per la tristezza che<br />
avevo negli occhi. All’inizio ciò mi<br />
fece ridere come se avessi sentito una<br />
barzelletta, ma quando seppi che era<br />
una cosa seria, cominciai a pensarci.<br />
In Vietnam, a quel tempo, era ancora<br />
molto difficile rientrare, per chi avesse<br />
lasciato il paese, a meno che non<br />
fosse in possesso di cittadinanza straniera.<br />
Avevo bisogno di quel documento<br />
e il modo più veloce per averlo<br />
era sposarmi con uno straniero, quindi<br />
accettai la proposta di matrimonio ma<br />
con il cuore freddo, perché non mi era<br />
possibile immaginare un amore fra<br />
due persone tanto differenti: etnia, lingua,<br />
religione, tradizioni, cultura, e<br />
chissà quante altre diversità.<br />
Mio cognato mi parlò del suo amico,<br />
dicendomi che era un uomo serio.<br />
Aveva due anni più di me. Appresi,<br />
poi, che sin da quando era studente<br />
sognava sempre mondi lontani e in<br />
particolare l’Estremo Oriente.<br />
Guardava la televisione, leggeva i giornali<br />
ma soprattutto aveva seguito le<br />
vicende interne del VN e lo svolgersi<br />
<strong>della</strong> guerra civile. Su quei tristi avvenimenti<br />
aveva avuto modo di rifletterci in<br />
più occasioni ed era rimasto particolarmente<br />
impressionato, da una parte, dalle<br />
donne che, di necessità, sostituivano i<br />
loro mariti (partiti per il fronte) per<br />
badare ai figli o ai genitori; dall’altra<br />
vedendo molte giovani ragazze che,<br />
seppure non ancora abituate all’uso dei<br />
cosmetici, avevano le guance, sì ‘truccate’,<br />
ma dalle lacrime del lutto per la perdita<br />
dei cari che una guerra crudele<br />
aveva portato via. Egli si immaginava<br />
(in verità con molta fantasia) quasi un<br />
cavaliere medioevale a cui il destino<br />
aveva destinato, per missione, il compito<br />
di salvare una tra le molte ragazze<br />
che, in quel lontano paese, stavano soffrendo.<br />
Adesso sentiva che quella povera<br />
ragazza, appena immigrata in un<br />
luogo che non sentiva suo, spaesata, triste,<br />
con gli occhi ancora segnati da lacrime<br />
recenti, uno sguardo velato da composta<br />
sofferenza; ebbene, quella giovane<br />
dai capelli nerissimi non poteva aver<br />
attraversato la sua strada per puro caso.<br />
E così noi cominciammo a vederci a<br />
casa di mia sorella ogni giorno, lui mi<br />
insegnava l’italiano, io gli insegnavo<br />
il vietnamita e la lingua mediatrice era<br />
il francese o l’inglese oppure qualche<br />
disegno per capirci meglio quando<br />
non trovavamo le parole adatte.<br />
Il tempo passava e, con l’aiuto del suo
Mio marito italiano<br />
costante impegno, riuscii a sentire ed a<br />
parlare l’italiano migliorandomi sempre<br />
più. La lingua mi apriva una porta che<br />
dava su quel mondo attorno a me e<br />
cominciai a vedere la vita con minor<br />
pessimismo, non piangevo più sovente<br />
come una volta e soprattutto “il mio<br />
maestro” mi appariva più simpatico,<br />
ormai era diventato il mio fidanzato, e<br />
così gli confessai le mie intenzioni iniziali,<br />
la mia intenzione di usare il suo<br />
sentimento quale mezzo per ritornare al<br />
mio paese. Quando seppe tutto si sentì<br />
prima imbarazzato, poi sorrise e mi<br />
disse che c’era ancora tempo e se volevo<br />
cambiare idea (cioè lasciarlo) ero<br />
libera di farlo. Risposi che avevo cambiato<br />
idea ma nel senso che invece di<br />
sposarlo per poter avere la possibilità di<br />
andarmene via per sempre adesso lo<br />
avrei sposato per camminare insieme<br />
nella vita, formando una vera famiglia<br />
nel sentimento più pulito e trasparente<br />
possibile. Ponevo una condizione: che<br />
potessi andare in VN qualche volta e<br />
che i nostri figli, in futuro, avessero<br />
potuto scegliere la religione a loro più<br />
gradita (io ero e sono di fede buddista).<br />
Lui, da persona che ama la democrazia<br />
e sa rispettare gli altri, accettò senza difficoltà<br />
e le nostre nozze civili furono<br />
fissate per il giorno 12 del novembre<br />
dello stesso anno, 1983, giusto 6 mesi<br />
da quando ci eravamo visti la prima<br />
volta. La distanza di quel periodo è<br />
quella che passa dalle lacrime tristissime<br />
dei miei primi giorni italiani ad un<br />
volto, in quel momento, pieno di un sorriso.<br />
Oggi, quel sorriso noi continuiamo<br />
ad averlo ancora, è la felicità di una<br />
famiglia e, soprattutto, di tutte le spe-<br />
ranze che si sono realizzate. Quei due<br />
giorni, entrambi il 12, il primo nostro<br />
incontro e il momento <strong>della</strong> nostra unione,<br />
sono e resteranno per sempre indimenticabili.<br />
Io che non conoscevo l’autunno<br />
(dove prima abitavo la temperatura<br />
era sempre elevata) ritengo sia la<br />
stagione più bella e più romantica dell’anno.<br />
Nel giorno del nostro matrimonio<br />
alla Tesoriera eravamo circondati da<br />
foglie gialle e rosse che cadevano per<br />
terra e mi sembravano un bel tappeto<br />
colorato che ci invitava a camminare in<br />
avanti, verso il nostro futuro, mentre i<br />
rami degli alberi stormivano al vento e<br />
sembrava la musica di una canzone<br />
d‘amore che festeggiava le nostre vite<br />
ormai congiunte. Un sole leggermente<br />
tiepido illuminava il parco; sembrava<br />
volesse fare gli auguri agli sposi. Mi<br />
sentivo veramente felice.<br />
Ma parlare di felicità non vuol dire che<br />
ebbi tutto nel modo in cui pensavo. Il<br />
destino mi riservò una sorpresa: mio<br />
marito si rivelò presto essere capriccioso<br />
a tavola. A sentire lui, che si ritiene<br />
un “semplice”, non ha mai voluto far<br />
faticare le donne che ama, da sua madre<br />
e sua sorella in passato a sua moglie e<br />
sua figlia nel presente. Non mangia<br />
quasi nessun tipo di verdura (carota,<br />
sedano, cipolla, zucchine, finocchio,<br />
rapa, cetrioli, …) e soprattutto ha una<br />
grande paura del pomodoro (compreso<br />
il sugo di pomodoro) un alimento<br />
“nazionale“ per gli italiani. Tutte queste<br />
cose le ho sapute dopo il fidanzamento.<br />
In quel momento, l’amore oscurava le<br />
differenze tra di noi, e non avevo dato<br />
importanza a quell’aspetto. Anzi, in<br />
realtà, non era un grosso problema se<br />
pensavo quanto fossero viziati, nel<br />
mangiare, i mariti del mio paese.<br />
Dopo il matrimonio, cominciai a<br />
conoscere meglio il mio principe<br />
azzurro. A me è sempre piaciuto cucinare<br />
e preparare la tavola seguendo le<br />
ricette del mio paese, e questo non<br />
solamente per abitudine (dei tanti anni<br />
che ho vissuto in Viet Nam), ma anche<br />
per un senso di nostalgia e soprattutto<br />
per l’orgoglio di far conoscere i molteplici<br />
aspetti e varietà dei nostri piatti.<br />
Ma, nonostante immensi sforzi,<br />
mio marito non toccava niente quando<br />
gli presentavo i risultati <strong>della</strong> mia<br />
cucina, preferendo un pezzo di formaggio<br />
con pane piuttosto che assaggiare<br />
un cucchiaio di zuppa di pesce.<br />
Io, invece riuscivo a mangiare bene i<br />
piatti italiani nonostante preferissi di<br />
più i miei. A tavola preparavo sempre<br />
due cucine, una per lui e l’altra per<br />
me, anche se con un po’ di fatica; non<br />
vedevo un problema, l’importante era<br />
che mangiassimo con buon appetito. I<br />
nostri amici mi dicevano che lo stavo<br />
viziando ma se avessero saputo che in<br />
Vietnam i mariti sono più capricciosi<br />
di lui forse non mi avrebbero rimproverata.<br />
Tra lui e i mariti vietnamiti<br />
intercorre un’enorme differenza: mio<br />
marito non ha mai preteso cibi elaborati<br />
e raffinati mentre gli uomini sposati,<br />
da noi, da sempre equiparano i<br />
buoni risultati a tavola alla felicità in<br />
famiglia, la soddisfazione culinaria è<br />
direttamente proporzionale alla qualità<br />
muliebre. Quindi, in Vietnam, la<br />
tradizione vede una moglie quasi<br />
e13
e14<br />
obbligata a essere anche e soprattutto<br />
una brava cuoca. E se per sfortuna non<br />
fosse brava in cucina dovrebbe fare<br />
molta attenzione e cominciare a preoccuparsi<br />
perché ci sarebbe da aspettarsi<br />
un eventuale tradimento del<br />
marito, il quale, con ogni probabilità,<br />
prima o poi cercherebbe un’altra tavola<br />
più buona, elemento considerato<br />
essenziale in una vita di coppia.<br />
Una volta, mio marito mi disse:<br />
”Quando tu non dovessi essere contenta<br />
di me per qualsiasi motivo, non<br />
dovrai dirmi niente, basterà che tu mi<br />
serva un piatto di quelli che non mi<br />
piacciono e subito capirò di essere<br />
stato punito e cercherò di farmi perdonare.”<br />
Avevo ascoltato bene e ... mi<br />
preparai per l’eventuale l’occasione.<br />
Nel tempo l’occasione si presentò. Un<br />
giorno, dopo cena, mentre guardavamo<br />
il telegiornale ci ritrovammo a<br />
parlare di guerre di religione in Medio<br />
Oriente e Irlanda. Sono argomenti<br />
delicati per me, con i quali bisogna<br />
usare attentamente le parole giuste.<br />
Non ricordo nel dettaglio come degenerò<br />
lo scambio di idee, ma ricordo<br />
bene la piega che prese quella discussione:<br />
mi fece arrabbiare parecchio, e<br />
anche se alla fine lui mi chiese di fare<br />
pace, dentro di me pensavo che avrei<br />
dovuto fargli capire, in qualche<br />
maniera, che ero ancora scontenta.<br />
Il giorno dopo gli preparai un piatto<br />
vietnamita, un’insalata speciale.<br />
Francamente, non avevo intenzione di<br />
far soffrire mio marito, ma volevo<br />
cogliere quell’occasione per sapere<br />
quanto lui mi amasse perché la sera<br />
prima, dopo lo scontro, lui mi aveva<br />
detto, dolcemente, che avrebbe accettato<br />
tutto quello che gli avessi preparato a<br />
tavola per farmi tornare il sorriso.<br />
Di sera, arrivata l’ora di cena, mentre<br />
dal fondo <strong>della</strong> stanza l’impianto Hi Fi<br />
diffondeva con la voce di una cantante<br />
vietnamita le dolci note di una canzone<br />
d’amore, noi ci baciammo e ci augurammo<br />
buon appetito. Lui si mise il<br />
tovagliolo al collo e fece per prendere la<br />
posata con la mano. Ma si fermò quando<br />
vide che in tavola, oltre al piatto di<br />
pastasciutta, non c’era la solita fetta di<br />
tacchino ai ferri con contorno di insalata<br />
al limone. Davanti a sé, faceva bella<br />
mostra uno sfavillante e abbondante<br />
piatto multicolore pieno di carote,<br />
cipolle, cetrioli, verze, peperoni, arachidi<br />
assieme a pezzi di pollo, gamberetti,<br />
pezzi di pancetta. Mi guardò, i suoi<br />
occhi aperti grandi e sorpresi sembravano<br />
ricordare: spaventato sorrise, un sorriso<br />
deformato, e senza dire una parola,<br />
chinò la testa e piano piano mise una,<br />
poi una seconda forchettata di quell’insalata<br />
nella sua bocca. Lo guardavo,<br />
contenta, pensando alla mia vittoria…<br />
ma all’improvviso mi venne un mezzo<br />
colpo nel vedere il suo viso diventare,<br />
all’improvviso, tutto rosso, seguito da<br />
un primo colpo di tosse, poi un lungo<br />
singhiozzo seguito poi da altri. Alla fine<br />
rimise tutto. A quel punto la vera persona<br />
spaventata ero io! Mi alzai, presi una<br />
bottiglia di amaro e gliene diedi un<br />
sorso assieme a qualche carezza sul<br />
petto, come mia madre faceva sempre<br />
con noi quando eravamo piccoli e ci<br />
costringeva a prendere una medicina<br />
dal cattivo gusto.<br />
Passato il momento difficile, presi<br />
quel piatto e lo portai via subito. Nel<br />
frattempo le mie lacrime scendevano<br />
abbondanti, come se qualcuno mi<br />
avesse picchiata. Lui mi accarezzò i<br />
capelli, e sorridendo mi disse:<br />
Stai tranquilla, non è successo niente.<br />
Vedi, ho mantenuto la promessa. Che<br />
buon piatto. Mi perdoni?<br />
Continuavo a piangere, non solo perché<br />
ero pentita ma anche perché ero commossa<br />
dall’amore manifestato da mio<br />
marito. Pensavo, anche, che se mi fossi<br />
trovata in Vietnam con un marito tradizionale<br />
forse, dopo un’azione del genere,<br />
mi sarei sicuramente presa una puni-<br />
zione, certamente uno schiaffo, nonché<br />
l’uscita di casa del mio eventuale marito<br />
alla ricerca di una tavola più piacevole<br />
e ospitale. Al mio paese se avessi mai<br />
deciso di ripetere imperterrita quell’azione<br />
dimostrativa dal sapore vendicativo,<br />
non escludo che un giorno mi<br />
sarei potuta ritrovare sola col marito<br />
certamente assieme ad un’altra donna,<br />
più dolce e comunque più remissiva..<br />
La lezione, appresa quel giorno, mi ha<br />
fatto comprendere che l’amore, anche<br />
se forte, non deve far dimenticare che<br />
anche la persona che si ama e con la<br />
quale si vive ha le sue abitudini e che<br />
è comportamento rispettoso non abusarne,<br />
soprattutto se il sentimento è<br />
corrisposto. Accettare le differenze è<br />
anche un modo per aiutare il nostro<br />
sentimento e farlo diventare più grande.<br />
Di solito si pensa che la tolleranza<br />
sia necessaria per poter convivere<br />
serenamente con gli immigrati, con i<br />
diversi, con le persone meno fortunate,<br />
per una società più vivibile e meno<br />
traumatica. Ho capito, però, che anche<br />
in aspetti apparentemente meno<br />
importanti e poco considerati, il<br />
rispetto delle abitudini altrui ha una<br />
sua valenza; come a tavola, per esempio,<br />
quando i propri gusti diversi possono<br />
creare disagi e incomprensioni.<br />
Ma, poi, la felicità in famiglia non è<br />
difficile da trovare se marito e moglie<br />
hanno lo stesso battito del cuore nonostante<br />
possano essere di etnie diverse,<br />
differenti nella religione oppure<br />
abbiano gusti molto diversi per i cibi.<br />
Oggi, dopo 25 anni di unione, ho ricuperato<br />
con l’aiuto di mio marito un po’ di<br />
entusiasmo nella vita e, senza pretendere<br />
troppo, la felicità che mi dà la mia<br />
famiglia lenisce ed allontana la nostalgia<br />
del mio passato in Vietnam il cui ricordo<br />
è sempre vivo ma meno struggente.<br />
L’autrice è sposata con il nostro<br />
compaesano Antonino Muscarello
XVI Rassegna culturale folcloristica<br />
per la valorizzazione delle minoranze etniche<br />
Contessa Entellina 30 maggio 2009<br />
L’esibizione degli alunni dell’Istituto Comprensivo “G. Buccola”. In basso il gruppo durante la sfilata.<br />
Un gruppo d’alunni di seconda e<br />
terza, <strong>della</strong> scuola secondaria di<br />
I° grado dell’Istituto Comprensivo<br />
“G.Buccola” di Mezzojuso, giorno<br />
30 maggio 2009 ha partecipato “Alla<br />
XVI rassegna culturale e folcloristica,<br />
per la valorizzazione delle minoranze<br />
etniche”, che si è tenuta a<br />
Contessa Entellina.<br />
Questa prima esperienza ci ha gratificato<br />
molto, sia per il coinvolgimento di<br />
tutti nel progetto a scuola (grazie<br />
all’azione dei nostri docenti: Antonella<br />
Parisi e Antonino Brancato), sia per i<br />
risultati raggiunti al concorso, infatti, ci<br />
siamo classificati secondi con la rappresentazione<br />
del canto “O mirë mbrëma”,<br />
ovvero il canto di Lazzaro che viene<br />
cantato a Mezzojuso il sabato che precede<br />
la domenica delle palme, da un gruppo<br />
di fedeli del rito greco bizantino.<br />
Tale riconoscimento per noi è motivo di<br />
gran soddisfazione, soprattutto perché<br />
noi abbiamo cantato solo i primi due<br />
versi e abbiamo scelto di drammatizzare<br />
il resto del canto, scelta operata in funzione<br />
sia del fatto che non conoscevamo<br />
l’esatta pronuncia del canto, perché l’arbëresh<br />
a Mezzojuso non si parla da<br />
diverse generazioni, sia perché abbiamo<br />
pensato che la drammatizzazione lo rendesse<br />
ancora più interessante.<br />
Quello che vogliamo trasmettere é la<br />
coscienza di una tradizione che ci<br />
appartiene e che insieme a tante altre,<br />
non strettamente legate alla cultura<br />
arbëresh, arricchiscono il patrimonio<br />
culturale di Mezzojuso.<br />
Questo canto, insieme con alcuni<br />
toponimi, termini propri <strong>della</strong> cultura<br />
contadina e qualche soprannome è il<br />
segno che in questo territorio si sono<br />
insediati anche gli arbëresh.<br />
L’accoglienza a Contessa Entellina è<br />
stata calorosa ed efficiente: dei ragazzi<br />
ci aspettavano, ci hanno accolto appena<br />
arrivati ed accompagnati nei locali<br />
<strong>della</strong> scuola dove abbiamo depositato i<br />
nostri costumi e strumenti musicali.<br />
Subito dopo ci siamo trasferiti in altri<br />
locali, dove alcune signore ci hanno<br />
deliziato con l’assaggio di quindici tipi<br />
di dolci, torte e fresche bibite.<br />
Guidati dai ragazzi abbiamo iniziato a<br />
Foto A. Parisi<br />
Foto A. Parisi<br />
visitare le chiese del paese, insieme al<br />
nostro dirigente scolastico prof.ssa<br />
Fiorella Palumbo, che nel frattempo ci<br />
ha raggiunto per partecipare alla<br />
nostra giornata a Contessa Entellina.<br />
La visita guidata ha raggiunto un particolare<br />
interesse, quando abbiamo visitato<br />
il museo dove sono conservati<br />
reperti storici di pregevole valore spiegati<br />
in maniera eccellente dai ragazzi.<br />
Particolare clima conviviale si è creato<br />
nel ristorante dove gli organizzatori ci<br />
hanno offerto il pranzo, arricchito dalla<br />
gioia di alcuni di noi per aver ritrovato<br />
degli amici conosciuti in precedenza ad<br />
un campo estivo dell’A.C.R..<br />
Dopo abbiamo incontrato il Sindaco e<br />
il vice sindaco che ci hanno guidato<br />
per le vie del paese per la sfilata in<br />
costume. Alle 17,30 ci è stata la nostra<br />
esibizione che ha riscosso un grande<br />
successo ed abbiamo ricevuto diversi<br />
apprezzamenti.<br />
Mi piace ricordare questa giornata<br />
come un particolare evento che con<br />
l’intento di valorizzare le minoranze<br />
etniche, di fatto, ha dato l’opportunità<br />
a ragazzi, di diversi paesi, di conoscersi<br />
e socializzare le diverse ricchezze<br />
culturali per una crescita sempre<br />
più armonica.<br />
Annalisa Perniciaro<br />
e15
e16<br />
La Maschera<br />
del Barone<br />
Presentato a Mezzojuso,<br />
il romanzo del compaesano<br />
Nicola La Barbera<br />
ambientato tra la Calabria<br />
e la Sicilia.<br />
Domenica 31 Maggio alle ore<br />
17.30 presso i locali del “castello”<br />
comunale di Mezzojuso, è avvenuta<br />
la presentazione del libro “LA<br />
MASCHERA DEL BARONE” di<br />
Nicola La Barbera; promotorice dell’iniziativa<br />
è stata l’Associazione<br />
Turistica Pro Loco Mezzojuso. La<br />
presentazione del libro è stata curata<br />
dai relatori, dr. Filippo Todaro, scrittore<br />
e giornalista <strong>della</strong> “Gazzetta del<br />
Sud”, dalla prof.ssa Antonella Parisi,<br />
docente presso l’Istituto comprensivo<br />
autonomo “G. Buccola” di Mezzojuso<br />
e dal dr. Sandro Miano, medico di<br />
famiglia operante presso la nostra<br />
comunità. Alla presentazione hanno<br />
inoltre partecipato, l’autore del libro,<br />
dr. Nicola La Barbera, il Presidente<br />
<strong>della</strong> Provincia Regionale di Palermo,<br />
dr. Giovanni Avanti, il Sindaco del<br />
Comune di Mezzojuso, sig. Nicola<br />
Cannizzaro e il Presidente <strong>della</strong> Pro<br />
Loco, sig. Salvatore Biuslca.<br />
Emozionante, durante la presentazione,<br />
è stato il racconto dell’autore in<br />
particolare riguardo la motivazione<br />
che lo ha spinto a scrivere questo<br />
libro. Idea che nasce, quasi in maniera<br />
forzata, in un momento molto tragico<br />
e delicato <strong>della</strong> sua vita. Nicola<br />
La Barbera per chi non lo conosce, o<br />
non lo ricorda, è nato a Mezzojuso il<br />
24/09/1948 da Tommaso e Grazia<br />
Morales. Dopo essersi sposato si è<br />
trasferito per lavoro in Calabria,<br />
intraprendendo con grande successo<br />
A cura di Antonella Parisi<br />
un’attività imprenditoriale nel settore<br />
<strong>della</strong> produzione e distribuzione di<br />
prodotti farmaceutici ed erboristici.<br />
Nel 2005 si è ammalato di leucemia<br />
ed è stato costretto a lasciare il lavoro<br />
per potersi curare.<br />
Ed è proprio durante il periodo <strong>della</strong><br />
convalescenza post trapianto che<br />
Nicola, stimolato dal personale medico<br />
e paramedico e dai volontari<br />
dell’A.I.L., decide di cominciare a<br />
scrivere. Nasce da qui la storia del suo<br />
primo romanzo a cui infine da il titolo<br />
“La Maschera del Barone”. Nicola<br />
fortunatamente oggi sta bene, ha recuperato<br />
l’80% del suo midollo osseo,<br />
foto Gioacchino Napoli<br />
foto Gioacchino Napoli<br />
non è ancora del tutto guarito, ma ha<br />
fatto passi da gigante, ancora oggi<br />
vive a Bovalino in provincia di<br />
Reggio Calabria e ormai, essendo<br />
andato in pensione, dedica molto del<br />
suo tempo libero a leggere e scrivere.<br />
Con il libro “La Maschera del<br />
Barone”, l’autore ha partecipato al<br />
premio letterario internazionale intitolato<br />
allo storico calabrese “Gaetano<br />
Cingari”, organizzato ogni anno dalla<br />
casa editrice Leonida. Il libro si è classificato<br />
al terzo posto ed è stato pubblicato<br />
lo scorso febbraio dalla stessa<br />
casa editrice che per l’occasione ha<br />
organizzato una magnifica presentazione,<br />
presso il Palazzo San Giorgio a<br />
Reggio Calabria. In tale occasione<br />
l’autore ha manifestato la volontà di<br />
donare tutti i suoi diritti all’A.I.L.<br />
(Associazione Italiana contro le<br />
Leucemie). I protagonisti principali di<br />
questo romanzo (i cui nomi e fatti<br />
sono puramente inventati) sono il<br />
commissario Falconeri uomo di giustizia,<br />
e don Fifì, ovvero il barone<br />
Solineri, anche lui uomo d’onore e di<br />
un’altra giustizia, appartenente alla<br />
vecchia mafia che vive in Sicilia e<br />
precisamente a Mezzojuso.<br />
Il romanzo è ambientato tra la Sicilia<br />
e la Calabria ed è caratterizzato da un<br />
intreccio di episodi: la vita del commissario,<br />
la storia <strong>della</strong> sua famiglia, il<br />
sequestro di una persona, la storia<br />
d’amore che il commissario vive a<br />
Bovalino e un finale che si rivela pro-
A sinistra in alto, l’autore del romanzo Nicola La Barbera; in basso un momento <strong>della</strong> presentazione.<br />
In questa pagina, in alto il tavolo dei relatori e a destra la copertina del libro.<br />
prio nelle ultime pagine, con il trionfo<br />
<strong>della</strong> giustizia, di Falconeri e dei suoi<br />
uomini. Il racconto inizia in medias<br />
res, con l’arrivo del commissario<br />
Falconeri a Bovalino, e procede in<br />
prolessi, ovvero a ritroso, per raccontare<br />
la storia <strong>della</strong> sua famiglia, storia<br />
che lui sconosce e <strong>della</strong> quale viene a<br />
conoscenza per caso.<br />
Questo romanzo si può considerare<br />
come un romanzo nel romanzo, poiché<br />
l’autore adotta un espediente narrativo<br />
per cui la storia principale racchiude<br />
una storia secondaria che è più<br />
di un semplice inciso o di un aneddoto<br />
e in alcuni momenti assume i connotati<br />
di un testo autonomo. La storia<br />
iniziale, che in un primo momento<br />
sembra essere quella principale, è<br />
quella del commissario Falconeri che<br />
dal Piemonte arriva a Bovalino dove<br />
prende servizio al commissariato. Ma<br />
già nel II capitolo si spezza la linearità<br />
<strong>della</strong> fabula e l’attenzione si sposta<br />
su un’altra vicenda che apparentemente<br />
sembra secondaria la storia di un<br />
capo, un uomo d’onore che vive a<br />
Mezzojuso, il barone Solineri, detto<br />
don Fifì. L’autore utilizzando questo<br />
innesto ha narrato la storia principale<br />
con una sua versione alternativa, e ha<br />
creato uno stacco rispetto alla trama<br />
principale. Ha utilizzato una “struttura<br />
simile alle scatole cinesi” per cui<br />
all’interno del romanzo troviamo altre<br />
vicende, divagazioni. Sembra quasi<br />
che le due storie siano racchiuse una<br />
dentro l’altra. Il “romanzo nel romanzo”<br />
era molto frequente soprattutto<br />
nella letteratura dell’ottocento.<br />
Esempi di romanzo nel romanzo si<br />
trovano per esempio ne: I Promessi<br />
Sposi di Alessandro Manzoni. Quello<br />
<strong>della</strong> monaca di Monza, è un ottimo<br />
esempio: il romanzo si interrompe per<br />
inserire una descrizione dettagliata<br />
delle vicende accadute a questo personaggio.<br />
Anche La Barbera nel suo<br />
libro ha fatto questo, determinando un<br />
intreccio che si è originato dalla<br />
digressione creata dalla presenza di<br />
vari episodi tessuti abilmente come<br />
una perfetta ragnatela.<br />
L’autore, inoltre tra le varie vicende<br />
che s’intrecciano nel suo racconto,<br />
inserisce alcuni aspetti <strong>della</strong> tradizione<br />
popolare del nostro paese legati in<br />
parte al passato, ad esempio quando<br />
parla del mastro di campo dei ricchi e<br />
dei poveri ed in parte legati al presente<br />
quando parla dei panuzzi di San<br />
Giuseppe, o del rito cattolico ortodosso.<br />
Sicuramente ciò è dovuto ad un<br />
certo attaccamento dell’autore alle sue<br />
radici, a quelle tradizioni del suo<br />
paese che ricorda sempre con piacere<br />
ed anche forse con un po’ di nostalgia.<br />
Tante sarebbero le vicende da poter<br />
commentare ancora ma si corre il<br />
rischio di svelare troppo, togliendo il<br />
gusto di scoprire da soli tutti i particolari,<br />
l’obiettivo invece è quello di<br />
suscitare la voglia di leggere al più<br />
presto questo libro.<br />
foto Gioacchino Napoli<br />
Chi volesse acquistare<br />
una copia del volume<br />
“La Maschera del Barone”<br />
(costo € 12,00)<br />
può rivolgersi alla<br />
Pro Loco Mezzojuso che<br />
provvederà ad effettuare<br />
l’ordine, oppure può<br />
richiederlo direttamente<br />
alla casa editrice Leonida.<br />
www.editrice-leonida.com<br />
Si comunica che<br />
da qualche giorno<br />
è attivo il sito internet <strong>della</strong><br />
PRO LOCO MEZZOJUSO<br />
all’indirizzo:<br />
www.prolocomezzojuso.it<br />
e17
e18<br />
Campo scuola<br />
Dal 12 al 14 giugno 2009, noi<br />
ragazzi dell’A.S.D. Adrasto volley<br />
abbiamo partecipato ad un campo<br />
estivo dedicato alla pallavolo, organizzato<br />
dalla sopra citata società, presso<br />
l’abitazione estiva delle suore<br />
Collegine.<br />
Questa esperienza fantastica ci ha fatto<br />
crescere non solo dal punto di vista<br />
sportivo, ma ha arricchito la nostra vita<br />
di rapporti umani e aggregazione<br />
sociale, sottolineati dalla condivisione<br />
di momenti di gioia, di passione per il<br />
raggiungimento di obiettivi e da una<br />
sana competizione sportiva che era<br />
alla base di ogni attività svolta.<br />
Tutto ciò è stato possibile grazie a gare<br />
e giochi divertenti ed educativi, tra i<br />
quali “la caccia a tesoro” che per circa<br />
quattro ore ci ha tenuti attenti ed impegnati<br />
tra enigmi da risolvere, oggetti<br />
da cercare e spettacoli da inventare e<br />
subito dopo inscenare. Tutti i giochi<br />
dal tiro alla fune, alla sfida all’anguria<br />
dal torneo volley croce al gioco delle<br />
pentolacce si concludevano, anche<br />
grazie alle alte temperature estive col<br />
tirarsi palloncini pieni d’acqua una<br />
sorta di acqua splash molto divertente.<br />
Ricorderemo positivamente questa<br />
esperienza che resterà nei nostri cuori,<br />
le lunghe passeggiate alle ore 09.00<br />
del mattino e le spensierate serate a<br />
cantare a squarcia gola.<br />
Un ringraziamento noi giovani atleti<br />
dall’Adrasto Volley vorremo intanto<br />
porgerlo all’intera società che in questo<br />
piccolo centro si adopera senza<br />
sosta; alle Suore Collegine per averci<br />
concesso la struttura; a Don Enzo per<br />
aver accantonato i suoi impegni e<br />
celebrato per noi e le nostre famiglie<br />
ADRASTO<br />
VOLLEY<br />
una messa dedicata allo sport.<br />
All’indispensabile presenza e sostegno<br />
dei coniugi Guidera Salvo, Lory e la<br />
piccola Caterina; al fotografo ufficiale<br />
del campo Vicé Cuttitta; alla collaborazione<br />
per tutte le attività del campo di<br />
Giorgio Ferlisi, Piero Lo Monte alias<br />
“Zu Petru” e alla dolce Stefania Bua.<br />
Ai super gemelli Canfora Massimiliano<br />
e Marco per averci deliziato <strong>della</strong> loro<br />
cucina e per l’affetto mostratoci e a tutti<br />
coloro che hanno collaborato per la riuscita<br />
del campo.<br />
Per concludere ringraziamo la nostra<br />
meravigliosa Mister Maria Grazia<br />
Lucido per averci fatto vivere una<br />
spendida esperienza che non dimenticheremo<br />
mai.<br />
Giovanna Cannizzaro<br />
a nome dei ragazzi partecipanti<br />
In alto il gruppo dei partecipanti. Accanto e sopra, la contagiosa allegria<br />
unita a momenti di preghiera e riflessione per un’esperienza unica.
A.S.D. ADRASTO MEZZOJUSO<br />
Un’annata sportiva da incorniciare<br />
La stagione sportiva 2008-09 sicuramente<br />
sarà ricordata dai ragazzi,<br />
dai dirigenti e dagli sportivi di<br />
Mezzojuso per i tanti eventi cui<br />
l’Adrasto ha partecipato con successo,<br />
anche in termini di risultati sportivi.<br />
Fiore all’occhiello delle attività i due<br />
primi posti in classifica nei gironi di<br />
appartenenza dei campionati F.I.G.C.<br />
provinciali sia nella categoria allievi<br />
(14-16 anni) che nella categoria giovanissimi<br />
(12-14 anni); oltre i buoni risultati<br />
dell’attività di base nella categoria<br />
esordienti, pulcini, piccoli amici. Per il<br />
secondo anno consecutivo, inoltre,<br />
l’Adrasto ha partecipato “eroicamente”<br />
(per i disagi dovuti alla mancanza di<br />
struttura sportiva), giocando le gare<br />
interne a Bolognetta, al campionato di<br />
pallavolo femminile di terza divisione<br />
e ha partecipato, sollecitata da un gruppo<br />
di sportivi, anche al campionato<br />
provinciale di prima divisione maschile,<br />
nonché ha organizzato nei locali di<br />
S. Maria attività di volley under 16 e<br />
under 14 e di mini-volley coinvolgendo<br />
circa 50 ragazzi e bambini.<br />
Oltre all’attività federale nello spirito<br />
associazionistico l’Adrasto ha partecipato<br />
al 22° Torneo Internazionale Costa<br />
Gaia con pernottamento a Mazara del<br />
Vallo con la categoria giovanissimi; al<br />
2° Torneo “Ali per volare” pro Africa<br />
con l’attività di bas;, al Torneo “Rocco<br />
Chinnici” con allievi ed esordienti; al 7°<br />
Torneo “Costa saracena” (Capo<br />
d’Orlando) categoria allievi con cinque<br />
pernottamenti a Piraino; ha organizzato<br />
presso il campo comunale diversi concentramenti<br />
di pulcini e piccoli amici<br />
nonché la festa finale con giochi popolari<br />
(corsa coi sacchi, tiro alla fune<br />
ecc.); in collaborazione con l’Istituto<br />
Comprensivo “G. Buccola” ha organizzato<br />
il “Tetrathlon <strong>della</strong> <strong>Brigna</strong>” per i<br />
ragazzi <strong>della</strong> scuola media, ha aderito<br />
all’invito del Palermo Calcio portando<br />
allievi e giovanissimi allo stadio in<br />
occasione di Palermo-Catania; ha “sposato”<br />
con l’Ass. Maria S.S. del Paradiso<br />
il progetto “Insieme io non avrò paura<br />
di… !” organizzando un seminario e<br />
di Pino Como<br />
successivamente cineforum al Castello<br />
di Mezzojuso contro il bullismo e l’abuso<br />
giovanile.<br />
Solo nell’attività calcistica si contano<br />
106 tesserati F.I.G.C. con tutto quello<br />
che comporta la costante attività<br />
settimanale degli allenamenti<br />
delle varie fasce di età.<br />
Naturalmente dietro a tanta attività<br />
c’è un incredibile ed enorme<br />
lavorio dei dirigenti in termini di<br />
impegno sociale, organizzazione,<br />
disponibilità in favore dei ragazzibambini;<br />
il tutto in maniera totalmente<br />
disinteressata. Ricordiamo che la<br />
scuola calcio Adrasto è aperta a tutti<br />
gratuitamente, i dirigenti e collaboratori<br />
che portano avanti il “progetto<br />
Adrasto” sono: Giuseppe Barone,<br />
Giuseppe Bellone, Nicola Bidera,<br />
Michele Bua, Vincenzo Cuttitta,<br />
Luciano Guccione, Salvatore Guidera,<br />
Pietro Lo Monte, Maria Grazia<br />
Lucido, Alberto Meli, Enzo Meli,<br />
Marco Militello, ed il sottoscritto nonché<br />
per la pallavolo i gemelli Marco e<br />
Massimiliano Canfora. A supportare<br />
economicamentel’associazione<br />
oltre i soci sono<br />
gli sponsor, come ogni anno lo<br />
sponsor ufficiale principale è stato il<br />
Comune di Mezzojuso cui l’Adrasto<br />
per convenzione si impegna a pubblicizzare<br />
l’immagine. Altri sponsor<br />
sono stati: Autoscuola Valenza, Bar<br />
Mirto Elena, Chiosco dei giovani,<br />
Eolo Costruzioni, Matilda<br />
Costruzioni, Tabaccheria Spitaleri,<br />
Zi.Cu Auto. Il prossimo nostro impegno:<br />
si aspetta con fiducia (per crediti<br />
sportivi) l’avallo del Comitato<br />
Regionale Sicilia per l’iscrizione ai<br />
campionati allievi e giovanissimi<br />
regionali.<br />
Dall’alto verso il basso, le squadre “Giovanissimi” e “Allievi” con i dirigenti dell’A.S.D. Adrasto.<br />
e19
e20<br />
Inaugurazione del Caseificio di Giuseppe La Barbera<br />
Nel pomeriggio di Domenica 31<br />
Maggio 2009, a Mezzojuso, in<br />
contrada Montagnola, alla famiglia La<br />
Barbera Giuseppe si sono uniti numerosi<br />
parenti ed amici per festeggiare<br />
l’inaugurazione di un nuovo caseificio<br />
dotato di una moderna attrezzatura per<br />
la lavorazione di prodotti caseari tipici,<br />
finalizzato a migliorare ed a incrementare<br />
l’antico mestiere tramandato<br />
al proprietario dal padre. Ai festeggiamenti<br />
si sono uniti il primo cittadino<br />
di Mezzojuso, Nicolò Cannizzaro, ed<br />
il parroco don Enzo Cosentino che ha<br />
impartito la benedizione. Il nuovo<br />
caseificio, di cui è titolare Anna Maria<br />
La Gattuta moglie di Giuseppe, è per<br />
il nostro piccolo paese una nuova attività<br />
che contribuisce alla sua crescita<br />
commerciale ed economica. Da parte<br />
<strong>della</strong> famiglia La Barbera Giuseppe<br />
un ringraziamento particolare va a<br />
tutti coloro che le sono stati vicini e<br />
l’hanno aiutata a realizzare questo<br />
progetto. Ai proprietari i migliori<br />
auguri da parte <strong>della</strong> Redazione.<br />
“Entra, servo buono e fedele nel gaudio del tuo Signore” (Mt. 25,21)<br />
Il Parroco, i Presbiteri e la Comunità<br />
parrocchiale <strong>della</strong> Martorana, uniti nel<br />
dolore e nella preghiera ai membri<br />
<strong>della</strong> famiglia, annunciano la morte di<br />
Pietro Formisano Cavaliere di S.<br />
Silvestro Papa.<br />
Per 60 anni ineguagliabile custode<br />
<strong>della</strong> Casa del Signore, prezioso e inappuntabile<br />
collaboratore al servizio di<br />
intere generazioni, di cui ha condiviso<br />
gioie e prove. Don Enzo e la redazione<br />
si uniscono al dolore <strong>della</strong> famiglia.<br />
OFFERTE RICEVUTE<br />
Gattuso Giuseppe, Augusta € 25,00<br />
Fucarino M. - Lascari A., S. Cruz € 26,00<br />
Rosini Nicolò, Mezzojuso € 25,00<br />
Rosini Maria, Australia € 25,00<br />
Rosini Giuseppe, USA € 25,00<br />
Rosini Pina, USA € 25,00<br />
Schillizzi Rosanna, Mezzojuso € 20,00<br />
Brancato Baldassare, S. Flavia € 20,00<br />
Como Francesco, Marnate (VA) € 30,00<br />
Figlia B. - Bua A., Mezzojuso € 50,00<br />
Bisulca Maria, Agrigento € 25,00<br />
Nuccio Giuseppe, Mezzojuso € 10,00<br />
Garzaniti P. e V., Australia € 31,00<br />
Princiotta F. e V., Australia € 50,00<br />
Di Miceli Francesco, Australia € 31,00<br />
Rizzo Geraci Pina, Palermo € 25,00<br />
Rizzo - Durante, Palermo € 25,00<br />
Como Antonino di Franc., USA € 50,00<br />
Siragusa Nicolò, Mezzojuso € 20,00<br />
Perniciaro Nicola, Mezzojuso € 30,00<br />
Achille Salvatore, Mezzojuso € 10,00<br />
Morales K. - Morales M., USA € <strong>70</strong>,00<br />
Divono Giuseppe, Ferrara € 50,00<br />
Pennacchio Antonino e Biagio € 30,00<br />
I NUOVI ARRIVATI<br />
FEDERICA MARIA ILARDI<br />
di Cosimo e Sucato Nadia<br />
ANTONINO SALERNO<br />
di Vincenzo e D’orsa Salvina<br />
NOEMI BATTAGLIA<br />
di Andrea e Chetta Federica<br />
LUCA TAVOLACCI<br />
di Vittoriano e Inguì Anna Maria<br />
RIPOSANO NEL SIGNORE<br />
GIUSEPPE MUSCARELLO<br />
16/06/1917 - 07/05/2009<br />
IGNAZIO (ANTONINO) LALA<br />
16/12/1938 - 07/05/2009<br />
FRANCESCA DIOGUARDI<br />
24/12/1924 - 19/05/2009<br />
ROSARIO SCHILLIZZI<br />
04/03/1924 - 21/05/2009<br />
SALVATORE ILARDI<br />
23/02/1936 - 27/05/2009<br />
I nostri lettori ci scrivono<br />
Ringrazio tutta la Redazione <strong>Eco</strong> <strong>della</strong><br />
<strong>Brigna</strong> per il giornale che riceviamo,<br />
facendoci ricordare del nostro paese,<br />
un saluto per tutti, da Francesco<br />
Dimiceli e famiglia.<br />
Sidney - Australia
“Tu da che parte stai?”<br />
Presentazione a Palermo<br />
Giorno 21 maggio presso la Facoltà<br />
Teologica di Sicilia “San Giovanni<br />
Evangelista” di Palermo nell’ambito<br />
del confronto “Sulle orme di Padre<br />
Puglisi. Testimonianza personale e<br />
impegno sociale contro la mafia” è stato<br />
presentato il libro di Roberto Lopes<br />
“Tu, da che parte stai?” con allegato<br />
DVD dello spettacolo, che tratta <strong>della</strong><br />
vicenda del parroco di Brancaccio ucciso<br />
dalla mafia il 15 settembre del 1993.<br />
Il confronto è stato introdotto dal preside<br />
<strong>della</strong> facoltà Teologica ospitante,<br />
mons. Nino Raspanti ed ha visto la partecipazione<br />
di Padre Francesco Stabile,<br />
storico <strong>della</strong> Chiesa, di Giampiero Tre<br />
Re, teologo e insegnante, di Giovanni<br />
Abbagnato, opinionista e operatore<br />
sociale, di Ferdinando Siringo, presidente<br />
del Cesvop, di Mimmo<br />
Carnevale, in rappresentanza <strong>della</strong> casa<br />
editrice Ispe, che ha stampato il volume.<br />
Presente l’autore, Roberto Lopes,<br />
ha coordinato e presieduto l’incontro<br />
Rosaria Cascio, presidente dell’associazione<br />
“Padre Pino Puglisi. Si, ma verso<br />
dove?”. Momento particolarmente<br />
emozionante è stata la lettura drammatizzata<br />
del testo teatrale ad opera degli<br />
attori Gigi Borruso e Vito Savalli.<br />
Erano presenti all’incontro circa centocinquanta<br />
partecipanti.<br />
UN ALTRO EPISODIO VANDALICO<br />
COLPISCE LA NOSTRA COMUNITÀ<br />
Giorno 9 Luglio 2009 la Scuola, il Comune e la cittadinanza tutta di Mezzojuso<br />
SONO STATE COLPITE DA UN ATTO DI GRAVISSIMA INCIVILTÀ.<br />
Il plesso “I. Gattuso”, sede <strong>della</strong> scuola dell’infanzia, è stato oggetto di atti<br />
vandalici che hanno danneggiato gravemente alcune parti dell’edificio:<br />
VETRI E SERRANDE SONO STATE ROTTE<br />
DAL LANCIO DI BOTTIGLIE E PIETRE DALL’ALTO.<br />
Ci chiediamo chi è responsabile di tutto questo:<br />
chi non è da ostacolo? chi non partecipa al controllo?<br />
chi non aiuta chi si trova in difficoltà?<br />
INTERROGHIAMOCI.<br />
E ALLORA COSA CI MANCA:<br />
lo spazio? un sano divertimento? un impegno utile? un punto di riferimento?<br />
INTERROGHIAMOCI TUTTI.<br />
LO SAPPIAMO CHE E’ STATO COMMESSO UN REATO?<br />
Ricordiamoci che il Codice Penale all’Art. 635 comma 2 prevede, per il reato<br />
di danneggiamento di edifici pubblici o destinati ad uso pubblico,<br />
il procedimento d’ufficio e la reclusione da 6 mesi a tre anni.<br />
TUTTI SIAMO CHIAMATI A FARE QUALCOSA<br />
Per evitare che possano ripetersi fatti simili svegliamo le nostre coscienze<br />
e diamoci da fare<br />
TUTTI ABBIAMO BISOGNO DELL’AIUTO DI TUTTI<br />
Il Consiglio d’Istituto - I.C. “G. Buccola” Mezzojuso<br />
Foto Giusy Spata<br />
Nei giorni del 5-6-7 giugno del 2009 a<br />
Villafrati presso la Valle Degli Elfi si è<br />
svolto il salone internazionale del<br />
cavallo frisone del mediterraneo intitolato<br />
MEDIHORSE. Sabato 6 giugno<br />
si è svolto l’horse show, il primo concorso<br />
di arie equestri, rivolto a tutti<br />
coloro che, non appartenendo alla<br />
categoria di addestratori professionisti<br />
di cavalli di alta scuola, sono riusciti<br />
con pazienza, dedizione, impegno ad<br />
addestrare il proprio cavallo come<br />
Giovanni Palazzotto che assieme alla<br />
sua cavalla Guerriera di Pura Razza<br />
Espagnola (P.R.E.), sono stati i vincitori<br />
<strong>della</strong> serata, mostrando un perfetto<br />
connubio tra cavallo e cavaliere<br />
conseguendo la votazione di 117/120.<br />
L’aspetto organizzativo e delle pubbliche<br />
relazioni è stato curato dalla<br />
nostra compaesana Giusy Spata.<br />
LAUREE<br />
Il 25 Giugno 2009, presso la Facoltà<br />
di Lettere e Filosofia dell’Università<br />
degli Studi di Palermo, Salvatrice<br />
Chetta ha conseguito la Laurea in<br />
Lettere Moderne discutendo la tesi dal<br />
titolo “L’emigrazione siciliana in<br />
Tunisia” e riportando la votazione<br />
finale di 108/110. Relatore è stato il<br />
Prof. Vincenzo Guarrasi.<br />
Presso l’Università di New York,<br />
Giuseppe Rosini Junior ha conseguito<br />
la Laurea in Scienze Politiche, riportando<br />
la votazione finale di 110/110 e lode.<br />
Presso l’Università di New York,<br />
Giuseppe Joe Militello ha conseguito la<br />
Laurea in Giurisprudenza, riportando<br />
la votazione finale di 110/110 e lode.<br />
Ai neolaureati gli auguri <strong>della</strong><br />
Redazione.<br />
e21
e22<br />
BREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVI<br />
MAGGIO 2009<br />
Venerdì 1<br />
Inizio del mese mariano: ogni sera,<br />
alle 21.00, nella chiesa di Santa Maria<br />
di Tutte la Grazie si intona l’inno<br />
Akatistos, dedicato alla Vergine.<br />
Sabato 9<br />
In mattinata, nella chiesa<br />
dell’Annunziata, la ditta Francesco Lo<br />
Monte consegna i nuovi banchi <strong>della</strong><br />
chiesa. Le panche sostituite vengono<br />
collocate, a cura <strong>della</strong> stessa ditta,<br />
nella chiesa dell’Immacolata che ne<br />
era sprovvista. Il rinnovo dei banchi in<br />
Parrocchia è stato realizzato grazie<br />
alle offerte di alcuni fedeli.<br />
Domenica 10<br />
- Alle 12.00, al SS. Crocifisso, si svolge<br />
“L’Appizzatina ri u Paliu” che segna<br />
l’inizio dei festeggiamenti per la Fiera<br />
del SS. Crocifisso, con lancio di santini<br />
dal campanile, sparo di castagnole,<br />
suono di tamburo e banda musicale.<br />
- Nel pomeriggio, nella chiesa Maria<br />
SS. Annunziata, alcuni bambini del<br />
catechismo parrocchiale si accostano<br />
per la prima volta al Sacramento <strong>della</strong><br />
Confessione. Dopo la Celebrazione, i<br />
bambini festeggiano, insieme al parroco,<br />
alle catechiste e ai genitori, con un<br />
piccolo rinfresco organizzato da quest’ultimi<br />
nella Casa di San Giuseppe.<br />
- I componenti del Circolo PD di<br />
Mezzojuso distribuiscono il secondo<br />
numero di “Democratica…mente”:<br />
bimestrale di informazione politica.<br />
Sabato 16<br />
Alle 16.30, l’A.C.R. organizza un<br />
incontro per ragazzi presso la chiesa<br />
del SS. Crocifisso.<br />
Alle 18.00, si svolge la condotta di ex<br />
voto del SS. Crocifisso. Seguono, alle<br />
20.30, i Vespri Solenni.<br />
In serata, in piazza Umberto I, i<br />
festeggiamenti in onore del SS.<br />
Crocifisso continuano con un concerto<br />
di musica leggera.<br />
Domenica 17<br />
Fiera del SS. Crocifisso:<br />
Alle 07.00 risuona l’Alborata.<br />
Alle 10.30, al Crocifisso il parroco<br />
papàs Marco celebra la Divina Liturgia.<br />
Dopo la Celebrazione si svolge per le<br />
vie processionali la tradizionale “torceria”<br />
con la sfilata di muli bardati.<br />
Alle 21.00, dalla chiesa del SS.<br />
Crocifisso, parte la processione <strong>della</strong><br />
“Vara”.<br />
Giovedì 21<br />
Nel pomeriggio, alla Facoltà<br />
Teologica di Palermo, il prof. Roberto<br />
Lopes presenta il suo volume “Tu da<br />
che parte stai?”.<br />
Venerdì 22<br />
Festa di Santa Rita da Cascia:<br />
Alle 17.30, all’Annunziata il parroco<br />
celebra la S. Messa, al termine si svolge<br />
per le via del paese la processione<br />
con il simulacro <strong>della</strong> Santa.<br />
Numerosa anche quest’anno la partecipazione<br />
delle fedeli con le tradizionali<br />
rose.<br />
La statua di S. Rita in processione. Foto F. Brancato.<br />
Sabato 23<br />
Alle 21.30, in piazza Umberto I, Sergio<br />
Vespertino si esibisce in un cabaret. Lo<br />
spettacolo rientra nel programma dei<br />
festeggiamenti del SS. Crocifisso.<br />
Domenica 24<br />
Ottava del SS. Crocifisso:<br />
In mattinata la banda musicale fa il<br />
giro del paese. Alle 10.30 i bambini<br />
<strong>della</strong> Prima Comunione <strong>della</strong> parrocchia<br />
San Nicolò di Mira si recano in<br />
processione verso la chiesa del SS.<br />
Crocifisso, dove si svolge la<br />
Celebrazione. Alle 19.00 il parroco<br />
papàs Marco celebra i Vespri Solenni<br />
al SS. Crocifisso ed in seguito si svolge<br />
la processione <strong>della</strong> Vara.<br />
Lunedì 25<br />
Alle 21.00 si svolge la celebrazione<br />
<strong>della</strong> “Chiusura <strong>della</strong> Vara”, seguita<br />
dai giochi di artificio con i quali si<br />
concludono i festeggiamenti al SS.<br />
Crocifisso.<br />
Sabato 30<br />
Alle 16.30, papàs Marco celebra al<br />
Cimitero la Divina Liturgia in suffragio<br />
delle anime dei defunti.<br />
Alle 18.30, presso la croce <strong>della</strong><br />
<strong>Brigna</strong> un gruppo di fedeli <strong>della</strong> parrocchia<br />
di San Nicolò di Mira intona il<br />
canto O e bukura Moree.<br />
Alle 19.00, nella chiesa di San Nicolò<br />
di Mira il parroco papàs Marco celebra<br />
i Vespri Solenni <strong>della</strong> Pentecoste.<br />
Domenica 31<br />
Alle 11.30, nella chiesa di Santa Maria<br />
di Tutte le Grazie papàs Marco celebra<br />
la Divina Liturgia con al termine la<br />
benedizione di tutti i bambini battezzati<br />
durante l’anno.<br />
Alle 21.00 si svolge la breve processione<br />
con l’icona <strong>della</strong> Vergine per le<br />
vie del quartiere di Santa Maria, con la<br />
quale si conclude la celebrazione del<br />
mese mariano.<br />
GIUGNO<br />
Lunedì 1<br />
Alle 21.00, nella Chiesa<br />
dell’Immacolata dell’ex convento<br />
latino, ha inizio “la tredicina” in<br />
onore di Sant’Antonio da Padova, con<br />
la recita del S. Rosario e la celebrazione<br />
<strong>della</strong> S. Messa per tredici sere.<br />
Domenica 7<br />
Alle 10.30, dalla chiesa del Sacro<br />
cuore di Gesù del Collegio di Maria
BREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVI a cura di Francesca Brancato<br />
un gruppo di 13 bambini del catechismo<br />
parrocchiale si dirige verso<br />
l’Annunziata dove ricevono i<br />
Sacramenti <strong>della</strong> Prima Comunione e<br />
<strong>della</strong> Santa Cresima.<br />
Alle 19.00, al teatro “Don Orione” di<br />
Palermo, va in scena, a cura del Liceo<br />
Classico Statale “Vittorio Emanuele<br />
III” di Palermo,“Tu da che parte<br />
stai?”: il musical su Padre Pino<br />
Puglisi di Roberto Lopes.<br />
Mercoledì 10<br />
Nel pomeriggio, a Palazzo Steri, viene<br />
conferita dalla Facoltà di Scienze <strong>della</strong><br />
Formazione dell’Università degli Studi<br />
di Palermo, la laurea honoris causa in<br />
Scienze <strong>della</strong> Comunicazione Sociale e<br />
Istituzionale allo scrittore albanese<br />
Ismail Kadare. Nella stessa data, al teatro<br />
Golden di Palermo, Ismail Kadare è<br />
stato insignito del premio Besa<br />
dall’Unione dei Comuni Besa, Presente<br />
alla premiazione i rappresentanti <strong>della</strong><br />
Pro Loco di Mezzojuso.<br />
Sabato 13<br />
Festa di Sant’Antonio da Padova<br />
Alle 11.00, nella chiesa<br />
dell’Immacolata, il parroco don Enzo<br />
celebra la Liturgia Eucaristica che si<br />
conclude con la benedizione <strong>della</strong><br />
tunichette de “I Monacheddi”: i bambini<br />
che vengono affidati alla protezione<br />
del Santo Padovano. Alla fine <strong>della</strong><br />
S. Messa viene inoltre distribuito del<br />
pane benedetto, offerto da alcune<br />
famiglie devote al Santo.<br />
Alle 21.00, si svolge, per le vie del<br />
paese, la processione del simulacro<br />
del Santo. Numerosissima, come ogni<br />
anno, la partecipazione dei fedeli.<br />
Domenica 14<br />
Festa del Corpus Domini<br />
Alle 11.00, nella chiesa di Maria SS.<br />
Annunziata un secondo gruppo di 12<br />
bambini del catechismo parrocchiale<br />
si accostano alla Prima Comunione e<br />
ricevono la Santa Cresima.<br />
Alle 21.00, ha inizio, dalla chiesa di<br />
San Nicolò di Mira la processione del<br />
Santissimo Sacramento. Alla processione<br />
partecipano, come da tradizione,<br />
tutti i bambini che hanno ricevuto il<br />
Sacramento <strong>della</strong> Prima Comunione,<br />
il clero <strong>della</strong> comunità, le religiose, le<br />
autorità civili e militari. La processione<br />
del Santissimo proseguirà per i vari<br />
quartieri del paese durante le sere dei<br />
giorni di Ottavario che si concluderà<br />
con la processione di sabato con partenza<br />
dalla chiesa dell’Annunziata.<br />
Martedì 16<br />
Inizio del Triduo del Sacro Cuore di<br />
Gesù: alle ore 18.00 delle tre giornate<br />
precedenti la Festa, il parroco don<br />
Enzo celebra la Liturgia Eucaristica,<br />
presso la chiesa del Sacro Cuore di<br />
Gesù del Collegio di Maria, preceduta<br />
dalla recita del Santo Rosario e seguita<br />
dalla Benedizione Solenne.<br />
Venerdì 19<br />
Festa del Sacro Cuore di Gesù<br />
Alle 18.00, il parroco don Enzo celebra<br />
la Liturgia Eucaristica presso la<br />
chiesa del Sacro Cuore di Gesù del<br />
Collegio di Maria. Al termine si svolge<br />
la benedizione e la consacrazione<br />
al Sacro Cuore di Gesù.<br />
Elenco dei Bambini affidati a Sant’Antonio<br />
Bisulca Salvatore, Bonomo Giuseppe, Burriesci Giuliana, Cannizzaro Giorgia, Cucca Mario,<br />
D’Arrigo Salvatore, Di Miceli Salvatore, Farini Asia, Guidera Caterina, Ingraffia Domenico,<br />
Morales Gabriele, Nuccio Rosaly, Patricola Virginia, Zambito Eleonora.<br />
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eECO<br />
BRIGNA<br />
<strong>della</strong><br />
In copertina:<br />
Gruppo Scout<br />
di Mezzojuso<br />
Palermo, martedì 2 giugno 2009<br />
Chiusura dell’anno giubilare corradiniano<br />
(foto di Francesca Brancato)<br />
PERIODICO BIMESTRALE - PARROCCHIA MARIA SS. ANNUNZIATA - MEZZOJUSO<br />
Nuova Serie, Registrato presso il Tribunale di Palermo al n. 33 del 15.10.97<br />
Direttore Responsabile: Vincenzo Cosentino<br />
Condirettore: Carlo Parisi<br />
Redazione: Francesca Brancato, Doriana Bua, Danilo Figlia, Concetta Lala, Ciro Muscarello, Margherita Reres<br />
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