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1. I Sette Nani contro Predator - Naran.It

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Senza proferir parola, come in trance, Pisolo scostò le fronde ed indicò l’oggetto del suo stato<br />

d’animo: dai rami di un albero pendevano le carcasse di una dozzina di Orchi.<br />

- Li hanno spellati vivi! - si lasciò sfuggire Pisolo come in un lamento.<br />

La visione era terrificante.<br />

Si riusciva ad intuire che quelle forme scomposte dovevano essere state dei corpi di Orchi solo<br />

per via del cranio dai lunghi denti ricurvi. Chi aveva fatto quel lavoro doveva essere un mostro di<br />

crudeltà, perché aveva portato via la pelle di quelle creature mettendo a nudo la carne viva ed i fasci<br />

di muscoli e nervi.<br />

Uno spettacolo rivoltante ed agghiacciante.<br />

A Eolo, sopraggiunto con gli altri, venne un conato di vomito.<br />

- Chi mai può essere stato? - si chiese ad alta voce Dotto.<br />

- E’ molto illogico, - ribatté in tono astioso Brontolo - perché perdere tempo a scuoiarli?<br />

- Non vi sono tracce - commentò Pisolo, aggiungendo con un sospiro affannoso: - Chi ha fatto<br />

quel bel lavoro sembra sparito nel nulla.<br />

- Dodici Orchi di meno - commentò Brontolo crudelmente, senza dimostrare alcuna emozione.<br />

- Noo! Sono tredici, guardate! E ci sono anche tre Orchi Giganti! - esclamò Eolo in tono<br />

eccitato, indicando le carcasse inconfondibili di tre orchi giganti.<br />

- Meglio appesi lì che a far la guardia nel villaggio - sospirò Dotto; poi, notando diversi<br />

oggetti sparsi per terra, alla rinfusa, osservò: - Guardate, i loro vestiti e le loro armi.<br />

Dotto si avvicinò a quello che sembrava uno straccio nero impregnato di sangue rappreso, lo<br />

sollevò ed esclamò sottovoce: - Accidenti! Che Rahma mi fulmini se questa non è la tunica di uno<br />

sciamano!<br />

Dopo averla fatta vedere agli altri, Dotto buttò via quella tunica ridotta ad un misero straccio.<br />

“Non riesco a capire come siano stati uccisi. Non si notano tracce né di tagli né di bruciature. E<br />

poi, chi mai può essere stato capace di fare una strage simile? E perché poi ridurli in questo<br />

stato?” Questo pensierò lo fece fremere di terrore, e per un istante Dotto si sentì debole ed indifeso,<br />

incapace di connettere.<br />

Il vocione di Brontolo lo riportò alla realtà.<br />

- Avanti, ragazzi, muoviamoci - brontolò Brontolo. - Andiamo a fare il nostro lavoro.<br />

Preparatevi ad uccidere senza far troppo rumore. Nessuno di quelli che sono nel villaggio deve<br />

riuscire a mettere il suo brutto grugno fuori dalla palizzata per correre a chiamare gli altri guerrieri.<br />

Brontolo si poi voltò verso gli altri, che erano rimasti lì fermi, imbambolati, incitandoli<br />

nuovamente: - Avanti, compagni, la notte è breve!<br />

Con grande fatica, Dotto riuscì a scacciare dalla mente i tristi presentimenti che l’avevano<br />

angosciato; scambiò un’occhiata di sottecchi con Cucciolo, che lo stava osservando con curiosa<br />

attenzione e che, unico degli altri <strong>Nani</strong>, aveva visto Dotto impallidire. Poiché non era in grado di<br />

parlare, con un balzo felino Cucciolo si mise silenziosamente al seguito di Pisolo, che aveva già<br />

allungato il passo.<br />

* * *<br />

L’ombra che striscia nell’oscurità.<br />

Si ferma in bilico su uno dei rami più alti di un’altissima quercia, in perfetto equilibrio.<br />

Guarda poi verso il basso. La sua vista acuta perfora le ombre del crespucolo che già stanno<br />

scurendo la fitta selva.<br />

<strong>Sette</strong> ombre veloci schizzano via, inoltrandosi sotto le folte frasche del sottobosco. A tratti<br />

riappaiono, per poi subito scomparire. Li osserva con interesse, pregustando la caccia.<br />

“Verrà presto il vostro turno”, brontola tra sé e sé.<br />

Nella notte, un sinistro ululato si alza verso l’ammiccante argentea sfera della Luna che da<br />

poco ha iniziato a fare capolino sopra le lontane colline. I raggi argentei affondano nella calma<br />

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