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1. I Sette Nani contro Predator - Naran.It

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del piccolo corridoio formato da sei lettini disposti su due file; poco più in là, un po’ discosto dagli<br />

altri, vi era un settimo letto, sulla testiera del quale, di scura quercia, era scolpito il nome “Dotto”.<br />

Sollevandosi in piedi facendo attenzione a non battere il capo <strong>contro</strong> il basso soffitto imperlinato,<br />

Kelendrel scorse ad uno ad uno i nomi scolpiti sulle testiere degli altri sei letti: Mammolo, Eolo,<br />

Gongolo, Pisolo, Cucciolo e, per ultimo, Brontolo.<br />

- Quello che voleva tagliarmi la gola - disse tra sé e sé sorridendone il Principe, passandosi la<br />

mano sulla gola come a sincerarsi che non gliel’avessero davvero tagliata. - Evidentemente, Dotto,<br />

il loro capo che è un mago, non gliel’ha permesso. Chissà quale altra sorte avranno deciso per me?<br />

Con quel dubbio irrisolto, Kerendel scese la piccola, scricchiolante scaletta a chiocciola che<br />

portava al piano terra.<br />

Un’aspra, irridente voce dal basso fece eco ai suoi passi mentre metteva i piedi giù dai primi<br />

gradini. - Ecco che il nostro ospite ci onora della sua presenza!<br />

* * *<br />

Una difficile missione.<br />

Le cime degli alberi più alti dell’oscura foresta quasi si toccavano, formando un intricato<br />

tunnel nero-verde che incuteva timore. “Questo è il regno dei Pittii... come Nevhein, non certo<br />

ideale per quelli come me!” - sospirò il principe Kerendel mentre arrancava dietro Dotto. Per poco<br />

incespicò, urtando una radice affiorante, sollevando il mormorato rimbrotto del sopraggiungente<br />

Brontolo.<br />

Da due giorni Kerendel ed i sette <strong>Nani</strong> erano in marcia nella foresta, diretti al villaggio degli<br />

Orchi che avevano rapito la ragazza. Kerendel aveva faticato non poco per convincere quei sette<br />

nani dai buffi soprannomi a fornirgli aiuto nella difficile impresa avente come obbiettivo quello di<br />

tentare di salvare Nevhein. Appena egli aveva formulato la sua richiesta, dopo aver raccontato le<br />

sue vicissitudini, i sette si erano divisi in due partiti: quello pro e quello <strong>contro</strong> Kerendel; del primo,<br />

manco a dirlo, era a capo il cupo Brontolo; del secondo facevano parte Cucciolo, Eolo e Mammolo.<br />

Inizialmente, Dotto si era mantenuto neutrale.<br />

Kerendel aveva fatto pendere l’ago della bilancia a suo favore promettendo a Dotto che, se<br />

fossero riusciti a salvare Nevhein, egli gli avrebbe fatto avere una delle magiche bacchette usate<br />

dagli Asdhar, i grandi Druidi di Tara. Con quell’arma potentissima, tanto bramata dal capo supremo<br />

dell’Ordine dei maghi del Nörrdheim, il sommo Kalvrig, Dotto sarebbe stato certamente riammesso<br />

nell’Ordine.<br />

“Pur di avere quel bastone”, aveva commentato Dotto, “Kalvrig ucciderebbe persino sua<br />

madre! Con quel potente talismano saremo certamente riammessi nel Nörrdheim, tutte le nostre<br />

colpe saranno cancellate!” Rivolgendosi poi a Brontolo, che stava per dire la sua, il saggio mago<br />

aveva aggiunto: “Anche tu, amico mio, sarai perdonato, ne sono certo!”. Brontolo aveva scrollato<br />

le spalle chiudendosi in un cupo, sinistro silenzio, forse tornando con la mente al motivo che aveva<br />

causato la sua esplulsione dal regno dei <strong>Nani</strong>.<br />

Il giorno successivo, i sette nani si erano armati ed avevano seguito Kerendel nella foresta. Le<br />

cure di Dotto erano risultate quasi miracolose, ed ora il Principe si sentiva nuovamente nel pieno<br />

delle forze; la ferita alla spalla ancora un po gli doleva, ma Dotto gli aveva fatto una fasciatura a<br />

regola d’arte, ed egli riusciva persino a muovere sufficientemente il braccio senza provare alcun<br />

dolore.<br />

Kerendel era infuriato per il tradimento degli Orchi, dietro il quale, egli sospettava, forse c’era<br />

la lunga mano della perfida Grendhel. Se fosse uscito vivo da quell'impresa gliel’avrebbe fatta<br />

pagare cara. Ora però tutti i suoi pensieri erano concentrati su Nevhein: era ancora viva?<br />

Col cuore in subbuglio, Kerendel allungò il passo per restare a contatto con Dotto, il quale lo<br />

aveva un po’ distanziato. A mano a mano che li conosceva meglio, cresceva in Kelendrel la stima<br />

per quegli ometti, che in precedenza, da buon elfo, egli aveva genericamente disprezzato.<br />

Nonostante le pesanti armature che avevano indossato, ed il peso delle armi che trasportavano, non<br />

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