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BRUNO BORDOLI : Autobiografia
Sono nato a Porlezza ( Como ) tra monti e lago nel 1943. Autodidatta e per
scelta estraneo ad ogni tipo di accademismo ; spinto dall'utopica esigenza d'indagare
il mistero, non privo di fascino, delle possibilità interiori dell'individuo,
ho iniziato a dipingere, soprattutto ad olio su tela, nel 1965 e ad esporre nel
1977. Tra le mostre personali tenute fino al 1978 che documentano l'uso di un
linguaggio dapprima espressivo-figurale e successivamente espressivo-astratto
ricordo quelle di Como alla galleria Il Salotto A del 1970 ; di Milano alla galleria
Pater del 1971 e alla galleria Il Giorno del 1973 ; di Firenze alla galleria Pic
Pus del 1974. Con gli anni 80 il mio fare artistico trova nuova linfa in una sorta
di misticismo laico reso stilisticamente mediante la contrapposizione e contaminazione
formale e contenutistica di immagini esistenziali desunte dell'esperienza
sensibile ed immagini generate dall'altrove soggettivo, extrasensoriale e
segreto di cui l'uomo è misteriosamente dotato. Sembra che la via del boemo
Alfred Kubin mi induca a dar forma ad immagini di confine che trasformano
elementi del visivo esteriore in ricognizioni dei percorsi dell'oscuro, dell'impalpabile
, del non evidente della coscienza individuale. In diverse esposizioni ho
proposto anche le carte che rendono conto di diversità tecniche, di accenti e di
soluzioni formali divenendo di volta in volta luogo e tempo di contaminazione
tra la percezione visiva della realtà e l'instabilità del reale interiore. Dal 1972
con cadenza annuale ho illustrato testi letterari di autori tra i quali Lorca (
Nozze di sangue ), Jarry ( Ubu roi ); Orwell (1984 ), Turoldo ( Lo scandalo
della speranza ), Breton ( Poesie ); Flaubert ( La leggenda di San Giuliano
Ospitaliere) ;Stevenson ( Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde),
Manzoni ( I promessi sposi: La Monaca di Monza ), Dante ( Inferno ).
Dagli anni 90 la mia pittura, mediante l'accorpamento tematico di cicli di
opere, tende ad indagare e percorrere storie con immagini disturbate e disturbanti
che non si abbandonano né al razionale didascalico né all'irrazionale fantastico
divenendo allusive ed autoreferenziali.