Febbraio 2013 - Scarica l'edizione in PDF - Saturno Notizie
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8 | l’ecodeltevere | ATTUALITÀ<br />
Il centenario<br />
della Croce<br />
sul Sasso<br />
di Simone<br />
di Francesco Crociani<br />
SESTINO - Compie cento anni la croce<br />
di ferro che si erge sul Sasso di Simone.<br />
Innalzata nel 1912, fu poi consacrata<br />
l’anno successivo. “Non fu eretta per<br />
caso, né su un luogo qualunque - così<br />
spiega lo storico locale, Giancarlo Renzi e<br />
consigliere di m<strong>in</strong>oranza nel Comune di<br />
Sest<strong>in</strong>o - attorno si <strong>in</strong>travedono alcuni<br />
resti dell’antica abbazia benedett<strong>in</strong>a<br />
dedicata a San Michele Arcangelo, la cui<br />
chiesa resistette all’abbandono<br />
dell’abbazia (1463), alle imprese<br />
guerresche e urbanistiche dei Malatesta<br />
(secolo XV) e dei Medici (1565), che del<br />
Sasso vollero fare un centro militare<br />
strategico e un centro urbano di servizi<br />
per l’<strong>in</strong>tero territorio granducale<br />
transappenn<strong>in</strong>ico, quello di Sest<strong>in</strong>o e<br />
Badia Tedalda. Il Sasso di Simone da<br />
sempre è stato un punto di attrazione per<br />
le popolazioni preistoriche; molte di loro<br />
erano tribù, si stabilirono sopra e attorno,<br />
dove splendeva uno scenario di un creato<br />
che sapeva suscitare emozioni e ricerca di<br />
senso. Così ha attraversato momenti di<br />
fulcro spirituale, stagioni di arroccamenti<br />
militari, giorni di utopie politiche. Uno<br />
scrigno di storia, sconosciuta <strong>in</strong> gran<br />
parte a tutti noi e sepolto nell’oblio; solo<br />
con la celebrazione se ne ricom<strong>in</strong>cia<br />
a parlare. Questo centenario è da<br />
scoprire – cont<strong>in</strong>ua Renzi – e la<br />
tradizione ci viene tramandata dal<br />
mondo antico e di pluralismo<br />
religioso, cioè il giubileo costant<strong>in</strong>iano<br />
celebrato per ricordare la data<br />
dell’editto (313 d.C.), con il quale<br />
l’imperatore Costant<strong>in</strong>o riconosceva<br />
la religione dei cristiani. Il sogno di<br />
Costant<strong>in</strong>o, prima della battaglia di<br />
Ponte Milvio – straord<strong>in</strong>ariamente<br />
<strong>in</strong>terpretato da Piero della Francesca<br />
negli affreschi di San Francesco <strong>in</strong><br />
Arezzo – comprendeva appunto una<br />
croce, con un motto tramandato<br />
dalla tradizione: con questo segno<br />
v<strong>in</strong>cerai! L’editto segna non solo la<br />
conversione costant<strong>in</strong>iana e sbalza a<br />
tutto tondo la figura di sua madre,<br />
Elena, ma soprattutto cambia la<br />
storia del mondo allora conosciuto,<br />
dell’Europa che sarebbe cresciuta<br />
sulle radici cristiane: “Quando<br />
Costant<strong>in</strong>o Augusto e Lic<strong>in</strong>io<br />
Augusto si <strong>in</strong>contrarono nei pressi<br />
di Milano, discussero per darsi<br />
delle regole sui culti religiosi e<br />
della div<strong>in</strong>ità di concedere anche ai<br />
cristiani la libertà di seguire la<br />
religione preferita”. Cento anni fa<br />
quel simbolo e la necessità di una<br />
pacificazione religiosa erano<br />
ancora attuali, <strong>in</strong> una Italia appena<br />
uscita da un Risorgimento di<br />
profondi contrasti. Ma la Croce –<br />
simbolo di sacrificio, di sangue e di<br />
“nuova vita” – era il “segno” di una<br />
ricerca di resurrezione. Un<br />
apposito giubileo, voluto da papa Pio X,<br />
consacrò le montagne d’Italia come luogo<br />
di sacrificio. Sulle montagne allora<br />
crebbero, svettanti, quelle croci che oggi<br />
ammiriamo dall’alto delle vette o al<br />
term<strong>in</strong>e di una scalata, così il Sasso di<br />
Simone <strong>in</strong> cima alla vetta ha la sua croce.<br />
Don Damiano Olivoni, allora arciprete di<br />
Sest<strong>in</strong>o – conclude il consigliere di<br />
m<strong>in</strong>oranza dell’Unione dei Comuni della<br />
Valtiber<strong>in</strong>a Toscana – raccolse il messaggio<br />
storico-religioso. Gli abitanti della zona di<br />
Sest<strong>in</strong>o portarono a dorso di mulo sulla<br />
vetta le parti della Croce, assemblata poi<br />
sul posto. I muratori costruirono un’ampia<br />
base, con una mensa per celebrarvi la<br />
messa ogni seconda domenica di agosto,<br />
per tradizione antico giorno della “festa<br />
al Sasso”, quando vi accorrevano genti<br />
dalle comunità della Valmarecchia, dalla<br />
valle del Foglia, dal Montefeltro e da<br />
vallate conterm<strong>in</strong>i. Ancora oggi, la “festa<br />
al Sasso” è un richiamo spontaneo, anche<br />
se ha perso l’aspetto religioso. Il<br />
centenario è l’occasione non solo per fare<br />
memoria e fare propria una storia, ma<br />
anche per restaurare un cimelio ferito dal<br />
tempo”.<br />
La croce di ferro <strong>in</strong> cima al Sasso di Simone, <strong>in</strong>nalzata nel 1912<br />
e consacrata l’anno successivo