Febbraio 2013 - Scarica l'edizione in PDF - Saturno Notizie
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Veduta del Convento dei Cappucc<strong>in</strong>i dalla parte del centro urbano di Sansepolcro<br />
domandarsi se si poteva fare dell’altro per<br />
scongiurare la chiusura def<strong>in</strong>itiva di questo<br />
antico luogo: crediamo fermamente di si! Ci<br />
sarebbero stati molti modi per farlo. Fatto<br />
sta che, da quando le porte di accesso del<br />
convento e della chiesa sono state sigillate,<br />
è triste passare davanti al grande muro di<br />
c<strong>in</strong>ta; fermarsi di fronte alla stella cometa<br />
spenta sopra l’<strong>in</strong>gresso. Tutto ciò fa pensare<br />
con mal<strong>in</strong>conia <strong>in</strong>f<strong>in</strong>ita a quella vita rigogliosa<br />
che un giorno vi aleggiava; è triste ripensare<br />
alle sale vuote, alla polvere che ricopre<br />
credenze e utensili, alla grande cuc<strong>in</strong>a dove<br />
un tempo si preparavano pasti caldi e dove<br />
ora le pentole e i cassetti fanno da arredo al<br />
silenzio. E’ triste immag<strong>in</strong>are le piccole<br />
camere dove frati e pellegr<strong>in</strong>i hanno<br />
riposato, sognato e pregato per un mondo<br />
migliore; oppure pensare ai bellissimi e<br />
docili gatti randagi (saranno oltre una<br />
dec<strong>in</strong>a) che al convento avevano un pasto<br />
certo ogni giorno e che ora, se non ci fosse<br />
l’opera caritatevole di alcune signore e<br />
l’aiuto materiale di qualche associazione<br />
animalista, non avrebbero più da mangiare.<br />
E’ triste pensare ad una chiesa chiusa e<br />
vuota durante tutta la settimana, alla Santa<br />
Messa dei pomeriggi feriali che non c’è più<br />
(le celebrazioni sono solo nel weekend), alle<br />
candele spente e al buio del grande altare,<br />
come pensare al grande orto e al vigneto.<br />
Ma soprattutto il ricordo va a quei due frati<br />
che non vi dormono più e che ora sono <strong>in</strong><br />
altre stanze, <strong>in</strong> altri conventi lontani da<br />
quella che era f<strong>in</strong>o a poco tempo fa la loro<br />
casa. Chi non ricorda la figura rassicurante<br />
di Padre Pier Maria, la sua <strong>in</strong>stancabile voglia<br />
di fare, la bellezza dei rapporti umani che<br />
aveva con tutti, l’amore per i giovani; o il<br />
sorriso di Padre Giovanni, la sua voce calma,<br />
i gesti armoniosi, la sua <strong>in</strong>dole mansueta o la<br />
figura brillante di Padre Amedeo, la sua<br />
socialità <strong>in</strong>nata e la spontanea simpatia, la<br />
sua umiltà ed i suoi occhi perspicaci. E’ triste<br />
dover ricordare e non poter più vivere<br />
certe emozioni.<br />
Perché non si è fatto qualcosa <strong>in</strong> più per evitare che tutto questo f<strong>in</strong>isse? Non dimentichiamo che<br />
i Cappucc<strong>in</strong>i sono all’<strong>in</strong>terno del percorso francescano (esiste un progetto europeo per la sua<br />
riqualificazione a cui ha aderito l’amm<strong>in</strong>istrazione biturgense); un luogo dunque, dove si doveva<br />
<strong>in</strong>vestire <strong>in</strong>vece che smantellare. Ma le risposte che potremmo dare sono come foglie al vento: le<br />
stesse che <strong>in</strong> questi giorni freddi cadono e si ammassano nel piccolo cortile all’<strong>in</strong>gresso di quella<br />
che era stata la casa di accoglienza. Al muro, accanto al portone, resta il numero civico che <strong>in</strong>dica<br />
“66 Paradiso” e accanto una scritta impressa sul legno a forma del Tau “Il Signore ti benedica”<br />
(Francesco); oppure quel vecchio Volkswagen Transporter bianco, con la scritta “casa di accoglienza”<br />
che a volte è parcheggiato lungo la strada. Potrà mai quel posto tornare come era una volta? La<br />
direzione dell’ord<strong>in</strong>e dei Cappucc<strong>in</strong>i aveva lasciato <strong>in</strong>tendere una flebile speranza e che un giorno,<br />
forse, il convento sarebbe stato riaperto. Indiscrezioni che circolano da tempo, numerose e<br />
disparate, parlano di una trattativa <strong>in</strong> corso con l’ord<strong>in</strong>e Benedett<strong>in</strong>o della Toscana per la gestione<br />
dell’<strong>in</strong>tera struttura. Se cosi fosse, altri frati tornerebbero ad abitare il convento <strong>in</strong> frazione<br />
Paradiso. Ci sarebbero già state alcune visite (e ce ne saranno delle altre) da parte dei responsabili<br />
Benedett<strong>in</strong>i con la direzione prov<strong>in</strong>ciale; si mormora anche che gli stessi (se la trattativa andasse<br />
<strong>in</strong> porto) avrebbero <strong>in</strong>tenzione di ristrutturare tutto quanto, dalla chiesa al convento, <strong>in</strong>vestendoci<br />
tempo e denaro. Se le cose andranno <strong>in</strong> questo modo, crediamo, che sarebbe davvero una<br />
benedizione e questo amatissimo luogo scamperebbe alla decadenza e all’oblio. Se però così non<br />
sarà, non vorremmo che non se ne parlasse più e, magari un giorno, quando le acque saranno<br />
calme di nuovo, la proprietà del convento fosse venduta a qualche privato. La gente del posto non<br />
lo perdonerebbe e attende ancora delle risposte.<br />
l’ecodeltevere | INCHIESTA | 31