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Febbraio 2013 - Scarica l'edizione in PDF - Saturno Notizie

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16 | l’ecodeltevere | STORIA & CULTURA<br />

I camionisti<br />

del Borgo<br />

di tanti<br />

anni fa<br />

di Donatella Zanchi<br />

Tra le tante categorie di lavoratori che hanno contribuito allo sviluppo economico<br />

di Sansepolcro, non possiamo dimenticare quella dei camionisti. Io ero figlia di uno<br />

di loro e ricordo che, quando ero bamb<strong>in</strong>a negli anni ’60, le aziende di autotrasporti<br />

al Borgo erano proprio tante e davano lavoro a un gran numero di autisti, i quali –<br />

pur svolgendo un’attività molto faticosa – percepivano un discreto stipendio che<br />

consentiva loro di assicurare alle proprie famiglie una vita senza troppe privazioni.<br />

Dopo la seconda guerra mondiale, ripulita la città dalle macerie e recuperata la<br />

voglia di ricostruire, ricom<strong>in</strong>ciarono a circolare i mezzi per il trasporto delle merci.<br />

Estevan Foni, detto Estevano, com<strong>in</strong>ciò a trasportare collettame, D<strong>in</strong>i faceva il<br />

corriere, Pogg<strong>in</strong>i portava legna <strong>in</strong> Romagna, ma il prodotto che faceva muovere il<br />

maggior numero di autotreni era senza dubbio la pasta Buitoni che veniva<br />

trasportata <strong>in</strong> tutta Italia. L’azienda che aveva il maggior numero di autotreni era la<br />

Vann<strong>in</strong>i Autotrasporti che, con circa sessanta automezzi, lavorava quasi esclusivamente<br />

per la Buitoni e per la Perug<strong>in</strong>a e aveva la sua sede <strong>in</strong> viale Vittorio Veneto, a due<br />

passi dal bar Iris, dove molti camionisti si <strong>in</strong>contravano f<strong>in</strong>ito il loro lavoro o prima<br />

di ripartire per un nuovo viaggio. L’azienda era stata fondata dal capostipite<br />

Tommaso, orig<strong>in</strong>ario del Casent<strong>in</strong>o, che si era trasferito al Borgo verso la metà degli<br />

anni ’20, quando lavorava come trasportatore di legna per l’aret<strong>in</strong>o Tonelli che aveva<br />

un’<strong>in</strong>dustria boschiva con possedimenti <strong>in</strong> Valtiber<strong>in</strong>a. In seguito, Tommaso si mise <strong>in</strong><br />

proprio e com<strong>in</strong>ciò a lavorare per la Buitoni trasportando le semole dalla stazione<br />

del treno allo stabilimento; <strong>in</strong>izialmente con carri tra<strong>in</strong>ati da cavalli, poi con<br />

camionc<strong>in</strong>i e, <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e, aiutato dai numerosi figli, con automezzi che portavano pasta<br />

nei vari depositi che la Buitoni e la Perug<strong>in</strong>a avevano <strong>in</strong> varie città d’Italia. Mi fa<br />

piacere ricordare il signor Luciano, amico del mio babbo, che alle sue dipendenze<br />

lavorò tanti anni prima di mettersi <strong>in</strong> proprio e verso il quale provò sempre<br />

sentimenti di stima e ammirazione. La Vann<strong>in</strong>i autotrasporti ha cessato la propria<br />

attività nel 2005. Quando <strong>in</strong> viale Vittorio Veneto, poco prima della stazione<br />

ferroviaria, fu aperta la fabbrica di mattonelle dei fratelli Valent<strong>in</strong>i, si creò una<br />

favorevole opportunità di lavoro per molti autotrasportatori, i cosiddetti padronc<strong>in</strong>i,<br />

i quali caricavano le mattonelle al Borgo e le portavano <strong>in</strong> Puglia o <strong>in</strong> Campania e,<br />

dalle stesse regioni, ritornavano con carichi di far<strong>in</strong>a o di semol<strong>in</strong>o per lo stabilimento<br />

Buitoni. Parlando con il signor Alfio Fiorucci, ex camionista, sono venuta a sapere che il suo<br />

mestiere di autista com<strong>in</strong>ciò lavorando alle dipendenze di Guido Zanchi, meglio conosciuto<br />

come “Shangai” che, <strong>in</strong> quel periodo, lavorava per la Buitoni. I loro viaggi avevano come<br />

prima meta il pastificio “Sole” di Foggia dove scaricavano la pasta; poi si recavano ai “Mol<strong>in</strong>i<br />

Sacco” per caricare le semole da riportare allo stabilimento del Borgo, oppure ai magazz<strong>in</strong>i<br />

di Carbonara di Bari per caricare le nocciole dest<strong>in</strong>ate allo stabilimento della Perug<strong>in</strong>a.<br />

Fiorucci, dopo aver lavorato con tutti gli autotrasportatori della zona, padronc<strong>in</strong>i e grandi<br />

aziende, smise di fare il camionista e si dedicò ad altra attività. Qualche tempo prima di lui,<br />

con Zanchi aveva lavorato suo suocero, G<strong>in</strong>o Chiasser<strong>in</strong>i, detto “G<strong>in</strong>o di Momm<strong>in</strong>o”.<br />

Ricordo che, durante un viaggio a Napoli, questi due autisti si trovarono co<strong>in</strong>volti <strong>in</strong> una<br />

s<strong>in</strong>golare cicostanza. Mentre G<strong>in</strong>o guidava e si stava dirigendo verso l’autostrada per fare<br />

ritorno a casa, si trovò circondato da migliaia di persone che impedivano il traffico.<br />

Sorpreso e preoccupato dalla strana situazione disse: “Shangai, ma che sarà successo? Un<br />

mare de gente così io‘n l’ho mai visto, proviamo a scendere per saper qualcosa”. Ma la folla<br />

era così fitta da non consentire l’apertura dello sportello. Aprirono il f<strong>in</strong>estr<strong>in</strong>o e chiesero<br />

<strong>in</strong>formazioni a una donna che, con tono di rimprovero rispose: “Ma che ddomande stat’a<br />

ffà, vulite pazziare? Sta turnann’o Pr<strong>in</strong>cipe, o grande Totò..l’amic’e tutt’quant’, e nnui<br />

tutt’quant’stamm’ accà pecchè simm’amici suie e l’accumpagnamm’all’ultim’addimora”. Era<br />

il 17 Aprile 1967, giorno dei funerali di Totò e Napoli, per rispetto verso il celebre figlio, si<br />

fermò per molte ore. Migliaia di persone andarono ad aspettare il carro funebre che<br />

arrivava da Roma al casello dell’autostrada.<br />

Il traffico riprese <strong>in</strong> maniera regolare solo a<br />

tarda notte. I due autisti tornarono a casa<br />

con molte ore di ritardo e, non avendo<br />

avuto la possibilità di avvertire<br />

telefonicamente per l’<strong>in</strong>evitabile<br />

contrattempo, trovarono le famiglie<br />

preoccupatissime. La vita del camionista,<br />

specialmente tanti anni fa – quando<br />

esistevano solo strade prov<strong>in</strong>ciali a due<br />

corsie, la cui manutenzione, per di più,<br />

lasciava a desiderare e gli automezzi non

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