AAS 74 - Vaticano
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288 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale que auna las posibilidades del porvenir con las energías provenientes de nuestras raíces comunes». 2 Para que esa misión evangelizadora no sufra menoscabo alguno, es lógico que la Iglesia necesita un ambiente de suficiente libertad: libertad para predicar su fe y practicarla; libertad para amar a Dios y servirle ; libertad para vivir y llevar a los hombres su mensaje de vida y salvación. Por su parte, esta Sede Apostólica alienta a los Gobernantes, para que sean promotores de concordia y paz entre los hombres. Continúa dirigiéndose a ellos con las mismas palabras del Mensaje que les de dicó el Concilio Vaticano II : « dejadnos extender por todas partes sin trabas la buena nueva del Evangelio de la paz ... Vuestros pueblos serán sus primeros beneficiarios, porque la Iglesia forma para vosotros ciudadanos leales, amigos de la paz social y del progreso». 3 Ante la nueva etapa que la República Dominicana quiere emprender —como Vuestra Excelencia acaba de decir— para, con libertad y paz, lograr una mayor justicia social, económica y política, los Pastores de esa Iglesia local, en comunión íntima con el Sucesor de Pedro, se guirán ofreciendo su colaboración, sus servicios, sus energías espirituales y morales. Para que todo esto sea una pronta realidad en su País, pido al Altí simo, por la intercesión de Nuestra Señora de la Altagracia, que bendiga a todos y cada uno de sus hijos, al Señor Presidente de la República y Autoridades, y que haga muy fructífera la misión de Vuestra Excelen cia junto a la Sede de Pedro. VI Ad Etruriae episcopos occasione oblata « ad Limina » visitationis coram admissos.* 1. Con senso di intima gioia rivolgo a voi il mio saluto cordiale, venerati Fratelli nell'episcopato, accogliendovi per questa visita ad Li- mina, che il Diritto Canonico sancisce come un dovere per ogni vescovo della Chiesa cattolica, ma che la carità ecclesiale sollecita come singo lare e preziosa espressione di quella (( collegialità », in forza della quale 2 3 Ibid. 12. N. 5. * Die 21 m. Decembris a. 1981.
Acta Ioannis Pauli Pp. II 289 — come ha opportunamente sottolineato il Concilio Vaticano II — «il Eomano Pontefice, successore di Pietro, e i vescovi, successori degli Apo stoli, sono uniti fra di loro »- 1 Siate, pertanto, i benvenuti, o degni Pastori delle arcidiocesi e dio cesi dell'amata regione Toscana, universalmente nota nel mondo per le suggestive bellezze del suo paesaggio, per i tesori insigni della sua arte, per le radiose figure dei suoi Santi. L'animo sosterebbe volentieri, se il tempo non lo vietasse, a ragionare delle gloriose tradizioni, che hanno fatto grande la vostra terra in tutti i campi nei quali l'uomo esprime la forza creatrice del suo spirito immortale. Sia lecito qui menzionare, almeno, alcuni dei nomi, che le vostre Chiese hanno iscritto nell'albo dei Santi : chi non conosce Santa Caterina e San Bernardino da Siena, San Giovanni Gualberto, i sette Santi Fondatori, Sant'Antonio da Firenze, San Giovanni Leonardi, Sant'Andrea Corsini, San Filippo Neri, San Leonardo da Porto Maurizio, Sant'Antonio Maria Pucci, Santa Giuliana Falconieri, Santa Margherita da Cortona, Santa Gemma Galgani, per non ricordare che alcuni fra i nomi più noti? I loro insegnamenti e i loro esempi costituiscono un luminoso pa trimonio di santità, a cui la Toscana può guardare con legittima fierezza, e sono un'espressione di quella fede profonda che unisce gli italiani delle varie Regioni, per altri aspetti pur così diverse. Essi formano, tuttavia, anche un'eredità spirituale impegnativa, di cui le nuove generazioni cristiane debbono mostrarsi degne con la coerenza della loro condotta di vita. Per la verità, non mancano, anche nei tempi recenti, testimonianze di cristianesimo vissuto da parte di per sone che hanno saputo calcare coraggiosamente le orme dei maggiori. Penso a figure come quella del Cardinale Elia della Costa, per molti anni Arcivescovo di Firenze; o di Giuseppe Toniolo, anch'egli per lungo tempo professore all'Università di Pisa; o di don Giulio Faci- beni, fondatore dell'Opera « Madonnina del Grappa » ; o, infine, di Giorgio La Pira, la cui inesauribile carica di ottimismo cristiano, alimentato alle sorgenti pure della Parola di Dio, ha contagiato fe licemente innumerevoli persone. 2. A questa eletta schiera di autentici testimoni del Vangelo, ed a quanti nella loro scia si studiarono di vivere con coerenza gli impegni del loro battesimo, è dovuto il formarsi, nel corso dei secoli, di quel ricco «humus» cristiano, nel quale affonda le radici non solo la fede i Lumen Gentium, 22. 19 - A. A. S.
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— come ha opportunamente sottolineato il Concilio <strong>Vaticano</strong> II — «il<br />
Eomano Pontefice, successore di Pietro, e i vescovi, successori degli Apo<br />
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Siate, pertanto, i benvenuti, o degni Pastori delle arcidiocesi e dio<br />
cesi dell'amata regione Toscana, universalmente nota nel mondo per le<br />
suggestive bellezze del suo paesaggio, per i tesori insigni della sua arte,<br />
per le radiose figure dei suoi Santi. L'animo sosterebbe volentieri, se<br />
il tempo non lo vietasse, a ragionare delle gloriose tradizioni, che hanno<br />
fatto grande la vostra terra in tutti i campi nei quali l'uomo esprime<br />
la forza creatrice del suo spirito immortale. Sia lecito qui menzionare,<br />
almeno, alcuni dei nomi, che le vostre Chiese hanno iscritto nell'albo<br />
dei Santi : chi non conosce Santa Caterina e San Bernardino da Siena,<br />
San Giovanni Gualberto, i sette Santi Fondatori, Sant'Antonio da<br />
Firenze, San Giovanni Leonardi, Sant'Andrea Corsini, San Filippo<br />
Neri, San Leonardo da Porto Maurizio, Sant'Antonio Maria Pucci,<br />
Santa Giuliana Falconieri, Santa Margherita da Cortona, Santa Gemma<br />
Galgani, per non ricordare che alcuni fra i nomi più noti?<br />
I loro insegnamenti e i loro esempi costituiscono un luminoso pa<br />
trimonio di santità, a cui la Toscana può guardare con legittima<br />
fierezza, e sono un'espressione di quella fede profonda che unisce gli<br />
italiani delle varie Regioni, per altri aspetti pur così diverse. Essi<br />
formano, tuttavia, anche un'eredità spirituale impegnativa, di cui le<br />
nuove generazioni cristiane debbono mostrarsi degne con la coerenza<br />
della loro condotta di vita. Per la verità, non mancano, anche nei<br />
tempi recenti, testimonianze di cristianesimo vissuto da parte di per<br />
sone che hanno saputo calcare coraggiosamente le orme dei maggiori.<br />
Penso a figure come quella del Cardinale Elia della Costa, per molti<br />
anni Arcivescovo di Firenze; o di Giuseppe Toniolo, anch'egli per<br />
lungo tempo professore all'Università di Pisa; o di don Giulio Faci-<br />
beni, fondatore dell'Opera « Madonnina del Grappa » ; o, infine, di<br />
Giorgio La Pira, la cui inesauribile carica di ottimismo cristiano,<br />
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licemente innumerevoli persone.<br />
2. A questa eletta schiera di autentici testimoni del Vangelo, ed a<br />
quanti nella loro scia si studiarono di vivere con coerenza gli impegni<br />
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