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AAS 74 - Vaticano

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Acta Ioannis Pauli Pp. II 209<br />

VI<br />

Ad Lucaniae Apuliaeque episcopos occasione oblata «ad Limina» visita­<br />

tionis coram admissos.*<br />

Venerabili Fratelli della Puglia e della Basilicata!<br />

È con grande affetto che vi rivolgo oggi il mio saluto, accogliendovi<br />

tutti insieme in visita ad Limina Apostolorum; ed il mio benvenuto<br />

si estende in un fraterno colloquio sulla condizione delle vostre co­<br />

munità ecclesiali, le quali insieme ad alcuni aspetti comuni, ne offrono<br />

altri diversi tra le due regioni e da diocesi a diocesi.<br />

1. Le vostre popolazioni, in dipendenza da particolari cause socio­<br />

economiche, hanno dovuto affrontare e lamentano tuttora condizioni<br />

di povertà e di precarietà, con i conseguenti fenomeni della disoccupa­<br />

zione e della migrazione.<br />

La disoccupazione, che si presenta con prospettive poco serene, è<br />

collegata col momento di crisi delle grosse industrie e di quelle arti­<br />

gianali. Da ciò consegue un flusso migratorio, in alcune zone massic­<br />

cio e patologico, con i gravi risvolti dello sradicamento dal proprio am­<br />

biente, dello scompaginamento delle famiglie e del depauperamento<br />

crescente delle comunità locali. Non sono da sottovalutare, inoltre, i<br />

fenomeni del lavoro minorile nel settore della pastorizia e nei grandi<br />

centri, come purè del lavoro al di sotto dei minimi contrattuali e pro­<br />

curato a prezzo di compensi, spesso prolungati nel tempo.<br />

Di fronte a questo insieme di problemi, risaltano maggiormente le<br />

doti ed i valori di quelle popolazioni, le quali offrono espressioni di<br />

altissima, consapevole dignità, e manifestano una grande fortezza di<br />

carattere ed una tenace volontà, quali sono emerse lungo i secoli ed in<br />

modo tutto particolare nel tragico terremoto dello scorso anno. Va ri­<br />

cordato, infatti, che la furia del sisma del 23 novembre 1980 si è ab­<br />

battuta nel modo più violento sul potentino e sul melfese, sconvolgendo<br />

tutta la vita civile ed ecclesiale. Sono trentaseimila i senza tetto, di­<br />

ciassettemila gli abitanti trasferiti altrove in Italia, e cinquemila quelli<br />

che sono partiti per l'estero. Tanta distruzione materiale, ed una<br />

prova così sconvolgente, non hanno indebolito il coraggio di quelle po­<br />

polazioni, ma ne hanno invece messo in evidenza il proposito fermo di<br />

ricostruzione.<br />

* Die 28 m. Novembris a. 1981.<br />

14 - A. A. S.

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