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17 Scheda 8 – Martiri e Santi In tutta la letteratura greca ... - DivShare

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FTTr <strong>–</strong> Storia del<strong>la</strong> Chiesa, 1 <strong>Scheda</strong>, 8<br />

<strong>Scheda</strong> 8 <strong>–</strong><br />

<strong>Martiri</strong> e <strong>Santi</strong><br />

<strong>In</strong> <strong>tutta</strong> <strong>la</strong> <strong>letteratura</strong> <strong>greca</strong> e giudaica, prima del Nuovo<br />

Testamento, pochissime volte si incontra <strong>la</strong> paro<strong>la</strong> martys<br />

(= martire, testimone): nessuna religione o filosofia pagana<br />

ha avuto dei martiri. lo afferma san Giustino: «Nessuno<br />

credette mai a Socrate fino al punto da dare <strong>la</strong> vita per <strong>la</strong><br />

sua dottrina» 34 . Propriamente par<strong>la</strong>ndo, anche nel Giudaismo<br />

non vi furono martiri.<br />

o Nell’A.T. si hanno meravigliose figure che si avvicinano al<br />

martirio: i tre fanciulli nel<strong>la</strong> fornace di Babilonia, i sette<br />

fratelli Maccabei che furono immo<strong>la</strong>ti con <strong>la</strong> loro madre,<br />

Daniele nel<strong>la</strong> fossa dei leoni... Sono esempi sublimi di<br />

fedeltà al vero Dio e .al<strong>la</strong> sua legge; manca <strong>tutta</strong>via in tali<br />

eroi quel<strong>la</strong> testimonianza che li rende apostoli di una verità<br />

universale e conquistatrice. Il giudeo si <strong>la</strong>scia uccidere<br />

pur di non tradire <strong>la</strong> religione dei suoi padri e <strong>la</strong> legge del<br />

suo popolo (2Mac 7); il cristiano, invece, accetta <strong>la</strong> morte<br />

per provare <strong>la</strong> divinità di una religione che deve essere<br />

quel<strong>la</strong> dì tutti gli uomini e di tutti i popoli.<br />

Non si tratta di rivendicare al Cristianesimo l’esclusiva<br />

del martirio ma di ribadire un concetto comune agli Apologisti:<br />

«Non <strong>la</strong> pena ma <strong>la</strong> causa distingue i martiri» (sant<br />

Agostino). Per trovare questo pensiero e <strong>la</strong> volontà di trasformare<br />

gli uomini in testimoni di una dottrina, in garanti di<br />

una religione, bisogna attendere Gesù Cristo:<br />

o «Di questo voi siete martyres» (Lc 24,48).<br />

o «Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e<br />

mi sarete martyres a Gerusalemme, in <strong>tutta</strong> <strong>la</strong> Giudea e<br />

<strong>la</strong> Samaria e fino agli estremi confini del<strong>la</strong> terra» (At 1,8).<br />

o «Bisogna che tra coloro che ci furono compagni per tutto<br />

il tempo in cui il Signore Gesù ha vissuto in mezzo a<br />

noi... uno divenga, insieme a noi, testimone del<strong>la</strong> sua risurrezione»<br />

(At 1,21-22).<br />

o «Questo Gesù, Dio l’ha risuscitato e noi tutti ne siamo testimoni<br />

(martyres)» (At 2,32).<br />

o «Se sia giusto dinanzi a Dio obbedire a voi più che a lui,<br />

giudicatelo voi stessi; noi non possiamo tacere quello che<br />

abbiamo visto e ascoltato» (At 4,19-20).<br />

o «Voi avete ucciso l’autore del<strong>la</strong> vita. Ma Dio lo ha risuscitato<br />

dai morti e di questo noi siamo martyres» (At 3,15).<br />

o «Esorto i presbiteri che sono tra voi, quale anziano come<br />

loro e testimone (martys) delle sofferenze di Cristo...»<br />

(1Pt 5,1).<br />

Dunque, il primo significato del<strong>la</strong> paro<strong>la</strong> «martire» è<br />

quello di «testimone ocu<strong>la</strong>re del<strong>la</strong> vita, del<strong>la</strong> morte e del<strong>la</strong><br />

risurrezione di Cristo», impegnato a proc<strong>la</strong>mare tali fatti<br />

davanti agli uomini. «Ma voi badate a voi stessi! Vi consegneranno<br />

ai Sinedri, e sarete percossi nelle sinagoghe,<br />

comparirete davanti a governatori e re a causa mia, per<br />

rendere testimonianza davanti a loro» (Mc 13,9). Cioè, se<br />

per gli apostoli testimoniare significava proc<strong>la</strong>mare ciò che<br />

avevano visto o udito, per i cristiani convertiti significava<br />

rendere testimonianza con il sangue di ciò che non aveva-<br />

34 GIUSTINO, Apologia, II, 10.<br />

no visto né udito dal Maestro. Già nell’età apostolica, dunque,<br />

«martire» sarà detto colui che avrà confessato Cristo<br />

non solo con <strong>la</strong> paro<strong>la</strong>, ma anche con il sangue, indipendentemente<br />

dall’aver visto o udito, secondo <strong>la</strong> promessa di<br />

Gesù a Tommaso: «Beati quelli che, pur non avendo visto,<br />

crederanno» (Gv 20,29).<br />

Nei Padri Apostolici<br />

Nei Padri Apostolici, ad eccezione di Clemente Romano,<br />

il termine che esprime <strong>la</strong> testimonianza con il sangue è<br />

«pathéin» (sant’Ignazio, Erma).<br />

o Il termine «martys» comincia ad affermarsi nel<strong>la</strong> seconda<br />

metà del secolo II (nel<strong>la</strong> re<strong>la</strong>zione del martirio di san Policarpo,<br />

nel<strong>la</strong> lettera delle Chiese di Vienne e di Lione).<br />

o Nel III secolo, ad Alessandria, a Roma e a Cartagine, si<br />

arricchisce di un altro significato: martyrion è <strong>la</strong> testimonianza<br />

resa a Cristo con <strong>la</strong> vita ascetica e con <strong>la</strong> fedeltà<br />

agli impegni battesimali 35.<br />

o SAN CIPRIANO spiega il concetto di màrtys così: «Chi, secondo<br />

il comando di Cristo, par<strong>la</strong> di pace, di bene, di rettitudine,<br />

confessa Cristo ogni giorno». Confessare Cristo<br />

in questo modo equivale a morire per Cristo, il<br />

quale «nel<strong>la</strong> pace dona <strong>la</strong> corona candida dei meriti, nel<strong>la</strong><br />

persecuzione <strong>la</strong> corona di porpora del martirio».<br />

o Secondo l’Apocalisse il martirio è l’espressione eminente<br />

del<strong>la</strong> santità cristiana: ciò appare dal<strong>la</strong> venerazione di cui<br />

è circondato il martire. Se muore, entra immediatamente<br />

in Paradiso, mentre gli altri attendono <strong>la</strong> Parusìa. Le sue<br />

ossa sono oggetto di culto 36.<br />

La festa del “dies natalis”<br />

È questa l’origine del culto dei martiri, <strong>la</strong> festa del «dies<br />

natalis», «heméra genéthlios».<br />

o Sul<strong>la</strong> loro tomba verrà celebrata l’Eucaristia, data lettura<br />

del<strong>la</strong> loro «passio» e consumato il banchetto commemorativo;<br />

i loro nomi i verranno registrati nel calendari festivi,<br />

dai quali si svilupparono poi i martirologi con <strong>la</strong> descrizione<br />

del<strong>la</strong> morte.<br />

o Da principio il martirio è considerato «il conflitto supremo<br />

con Satana». Scrive ERMA: «Coloro che sono stati incoronati<br />

sono quelli che hanno lottato contro Il diavolo e<br />

l’hanno vinto».<br />

Caratteristiche<br />

o Il martirio è anche <strong>la</strong> raffigurazione del<strong>la</strong> passione di<br />

Cristo, del<strong>la</strong> sua risurrezione e del<strong>la</strong> trasformazione in<br />

35 È ancora ORIGENE che, commentando san Paolo, scrive: «La nostra<br />

gloria sta nel<strong>la</strong> testimonianza del<strong>la</strong> nostra coscienza sul nostro<br />

comportamento, in santità e sincerità, davanti a Dio in questo mondo».<br />

36 Nel <strong>Martiri</strong>o di Policarpo si legge: «Noi più tardi potemmo avere<br />

almeno le sue ossa, più preziose delle gemme, più stimate dell’oro, e le<br />

collocammo in un luogo conveniente. Ivi, quando sarà possibile, riuniti in<br />

giubilo e allegria,ci concederà il Signore di celebrare il giorno genetliaco<br />

del suo martirio, in ricordo di quelli che combatterono prima di noi e come<br />

esercizio di preparazione alle lotte future» (18,2-3).<br />

a.a. 2010-2011 <strong>17</strong>


FTTr <strong>–</strong> Storia del<strong>la</strong> Chiesa, 1 <strong>Scheda</strong>, 8<br />

Dio; un’aspirazione a identificarsi totalmente in Cristo,<br />

che appare già in san Paolo. <strong>In</strong> sant’Ignazio di Antiochia<br />

trova <strong>la</strong> sua più alta espressione: nell’Episto<strong>la</strong> ai Romani,<br />

il martirio è chiaramente <strong>la</strong> partecipazione mistica al<strong>la</strong><br />

morte e al<strong>la</strong> risurrezione di Cristo e, nello stesso tempo,<br />

perfetta realizzazione dell’essenza del cristiano 37.<br />

o Fenomeni mistici - Il martirio è accompagnato da fenomeni<br />

mistici.<br />

o Il valore dimostrativo - Il martirio ha un valore «dimostrativo»,<br />

non legato all’eroismo dei martiri.<br />

o Il valore redentivo - Il martirio non edifica solo <strong>la</strong> Chiesa<br />

con <strong>la</strong> testimonianza, ma ha un valore redentivo, è un’opera<br />

di carità fraterna: il martire dà <strong>la</strong> propria vita per i<br />

suoi fratelli 38.<br />

o Il rapporto martirio-battesimo - Un altro tema partico<strong>la</strong>rmente<br />

illustrato da CIPRIANO, ORIGENE e TERTULLIANO<br />

nelle loro «Esortazioni» è il rapporto martiriobattesimo<br />

39.<br />

o Il senso escatologico del martirio - <strong>In</strong>fine, il martirio ha<br />

un senso escatologico. È considerato un carisma, una<br />

forma di esperienza mistica che risveglia nel cristiano il<br />

sentimento del<strong>la</strong> caducità delle cose terrene, richiamandolo<br />

al<strong>la</strong> visione delle realtà ultime. I concetti di martirio<br />

come “combattimento” e come “secondo battesimo”»<br />

saranno fatti propri dal monachesimo: finite le<br />

persecuzioni, il nuovo tipo di martire sarà l’asceta.<br />

Gli “atti” e le “passioni” dei martiri<br />

Tra le fonti più preziose che interessano <strong>la</strong> storia delle<br />

persecuzioni, dobbiamo annoverare gli Atti e le Passioni<br />

dei martiri. Dal punto di vista storico, si possono distinguere<br />

in tre gruppi: Acta martyrum, Passiones, Leggende agiografiche.<br />

o Acta martyrum - Sono tratti dai verbali ufficiali dei processi<br />

compi<strong>la</strong>ti dalle autorità. Il loro valore notevole, perché<br />

contengono le domande poste ai martiri e le loro risposte,<br />

come furono rilevate da pubblici notai o dai cancellieri<br />

dei tribunali, e le sentenze loro inflitte. Probabili<br />

comunque manipo<strong>la</strong>zioni successive. Appartengono a<br />

37 «È bello per me morire per unirmi a Cristo Gesù. È lui che cerco,<br />

lui che è morto per me; lui che voglio, lui che è risuscitato per noi. La<br />

mia nascita si avvicina: <strong>la</strong>sciatemi ricevere <strong>la</strong> pura luce, quando sarò là,<br />

sarò un uomo. Permettetemi dì essere un Imitatore del<strong>la</strong> passione del<br />

mio Dio […] Non c’è più fuoco in me per amare <strong>la</strong> materia, ma un acqua<br />

viva che mormora e dice dentro di me: “Vieni con il Padre”», IGNAZIO DI<br />

ANTIOCHIA, Ad Romanos, 6,1; 7,2.<br />

38 Soprattutto CLEMENTE DI ALESSANDRIA spiega questo aspetto teologico<br />

del martirio, definendolo <strong>la</strong> pienezza del<strong>la</strong> carità, <strong>la</strong> perfezione<br />

dell’agàpe: «Chiameremo il martirio “perfezione”, non perché è il termine<br />

del<strong>la</strong> vita umana, ma perché testimonia <strong>la</strong> perfezione del<strong>la</strong> carità».<br />

39 Se TERTULLIANO afferma semplicemente che il martirio è equivalente<br />

al battesimo, ORIGENE prospetta come un secondo battesimo più<br />

perfetto del primo (per i già battezzati): «Solo il battesimo di sangue ci<br />

rende più puri del battesimo di acqua». E CIPRIANO: «Noi che abbiamo<br />

conferito ai credenti un primo battesimo, prepariamoli tutti ad un altro,<br />

spiegando e insegnando loro che quest’ultimo è un battesimo più grande<br />

quanto al<strong>la</strong> grazia, più sublime quanto al<strong>la</strong> potenza, più prezioso<br />

quanto all’onore ... Nel battesimo di acqua si riceve <strong>la</strong> remissione dei<br />

peccati, in quello di sangue <strong>la</strong> corona del<strong>la</strong> virtù». (Ad Fortunatum, 4).<br />

questo primo gruppo: Atti san Giustino e compagni, Atti<br />

dei martiri scillitani in Africa, Atti proconso<strong>la</strong>ri di Cipriano.<br />

o Passiones - Sono i rapporti dei testimoni ocu<strong>la</strong>ri o contemporanei<br />

del martirio, dovuti all’iniziativa di privati cristiani,<br />

con aggiunte iniziali e finali, a scopo di edificazione.<br />

Meno ‘autentici’ degli “Atti”. Ricordiamo: <strong>Martiri</strong>o di<br />

Policarpo; Lettera alle chiese di Vienne e di Lione alle<br />

chiese d’Asia; Passione di Perpetua e Felicita…<br />

o Leggende agiografiche - Sono testi composti dopo molto<br />

tempo a scopo di edificazione. Alcuni racconti sono<br />

una mesco<strong>la</strong>nza di verità e di fantasia; altri sono una pura<br />

finzione, privi di qualunque fondamento storico. <strong>In</strong> genere<br />

non si conosce il nome degli autori. Da questi documenti<br />

sono derivati poi i Menològi, i Leggendari e<br />

certi Martirologi. Da secoli i Bol<strong>la</strong>ndisti 40 attendono al<strong>la</strong><br />

revisione critica di queste Leggende, sfrondando il superfluo<br />

anche quando c’è di mezzo una venerabile tradizione,<br />

e valutando positivamente quanto c’è di storicamente<br />

valido. A questo terzo gruppo appartengono gli atti dei<br />

santi martiri romani Agnese, Ceeilia, Ippolito, Lorenzo,<br />

Sebastiano, Giovanni e Paolo, Cosma e Damiano, il Martyrium<br />

Clementis e il Martyrium S. Ignatii.<br />

Il numero dei martiri antichi<br />

o Quanti furono i cristiani che morirono martiri durante le<br />

persecuzioni dei primi secoli? E impossibile dare una cifra<br />

anche approssimativa, perché le difficoltà di ordine<br />

statistico e storico sono insuperabili. Conosciamo molti<br />

nomi di quelli che furono martirizzati in una determinata<br />

circostanza, ma non quelli del<strong>la</strong> massa anonima che pure<br />

perì. Fino al secolo XVII, comunque, si par<strong>la</strong>va di «milioni»<br />

di martiri; le prime discussioni moderne ebbero luogo<br />

tra il protestante H. Dodwell e il benedettino Th. Ruinart.<br />

Poi anche celebri opere di Gibbon e di Harnack minimizzarono<br />

il numero: a loro si oppose radicalmente P. Al<strong>la</strong>rd,<br />

che ne confutò i vari motivi storici e psicologici. Successivamente<br />

il gesuita Hertling polemizzò contro «le poche<br />

migliaia» di quest’ultimo. Fra l’uno e l’altro si pone il De<br />

Moreau che propende per 50 mi<strong>la</strong>. Oggi si può dire, con<br />

Ruiz Bueno, che il limite più alto dei martiri delle persecuzioni<br />

fino al 313, sia sui 200 mi<strong>la</strong>; probabilmente molto<br />

meno.<br />

o Non è comunque il numero ad essere il dato più importante:<br />

ogni martirio, infatti, è un fatto così straordinario<br />

che anche un solo esempio, autentico, è prova sufficiente<br />

del<strong>la</strong> fede 41.<br />

40 l Bol<strong>la</strong>ndisti sono gli appartenenti al<strong>la</strong> società dei Gesuiti dedita<br />

al<strong>la</strong> pubblicazione degli Acta Sanctorum, collezioni di vite dei santi ordinate<br />

secondo il calendario liturgico. Ideata da E. ROSWEYDE (1569-1629)<br />

che ne pubblicò il piano, l’opera fu avviata da J. HOLLAND (1596-1665),<br />

coadiuvato da G. HENSCHEN (1601-1681) e poi da D. PAPERBROCH<br />

(1628-<strong>17</strong>14). Può essere considerata il primo esempio sistematico di critica<br />

delle fonti. <strong>In</strong>terrotta dal<strong>la</strong> soppressione del<strong>la</strong> Compagnia di Gesù<br />

(<strong>17</strong>73) e dal<strong>la</strong> rivoluzione francese che disperse <strong>la</strong> biblioteca, <strong>la</strong> società<br />

fu ricostituita nel 1836-37 e l’opera ripresa con <strong>la</strong> revisione metodologica<br />

operata da C. DE SMEDT (1833-1911) e proseguita da H. DELEHAYE.<br />

41 Il fenomeno delle persecuzioni e martirii purtroppo è ancora attuale:<br />

cf. L. GUGLIELMONI <strong>–</strong> F. NEGRI, Le persecuzioni contro i cristiani, in<br />

“Settimana” 6/2011, p. 12.<br />

a.a. 2010-2011 18

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