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IL VI CENTENARIO DANTESCO - World eBook Library

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grandi imprese; soltanto a pochi fu concesso<br />

di esprimere degnamente le figure del Poeta,<br />

mentre la maggior parte naufragò misera-<br />

mente. Ci sono ancor oggi più d'un mezzo mi-<br />

gliaio di manoscritti della Divina Commedia dei<br />

secoli XIV e XV; e di essi un gran numero<br />

sono illustrati.<br />

L'illustrazione ha il duplice scopo di or-<br />

nare e di esporre; e analoghi sono i mezzi:<br />

la miniatura, eseguita in puliti colori opachi e<br />

con precisa imitazione delle immagini, il disegno<br />

più liberamente concepito e spesso leggermente<br />

colorato. Riscontriamo così nell'illustrazione dan-<br />

tesca dei secoli XIV e XV quel contrapposto, che<br />

il nostro primo grafico Max Klinger ha precisato<br />

ai dì nostri così bene con queste parole: « Pit-<br />

tura e disegno ». - Ma mentre la miniatura rap-<br />

presenta una tendenza morente, il disegno più<br />

libero rappresenta una tendenza risorgente.<br />

Il più importante e migliore dei manoscritti<br />

danteschi miniati, è il Codice 365 Urbinate, Va-<br />

ticano, opera unica nel suo genere, la quale<br />

apparteneva alla biblioteca dei Duchi d'Urbino.<br />

Questo Codice è ornato con straordinaria<br />

diligenza di 110 grandi miniature, non eseguite<br />

però tutte di seguito e da un solo artista. Esse<br />

si dividono in due serie.<br />

La prima serie di miniature ci dimostra una<br />

severa plastica e certe qualità individuali, che<br />

fanno riconoscere l'artista come ispirato dal Man-<br />

tegna o da Pier della Francesca, con una evi-<br />

dente inclinazione alla maniera della Scuola fer-<br />

rarese di Francesco Cossa. Questa serie è assai<br />

migliore della seconda, che comprende minia-<br />

ture eseguite alla distanza di più di un secolo<br />

dalle prime, e in un periodo di decadenza del-<br />

l'arte italiana, forse al principio del sec. X<strong>VI</strong>I.<br />

Con le miniature non è stato raggiunto alcunché<br />

di definitivo nell'illustrazione della Di-<br />

<strong>IL</strong> <strong>VI</strong> <strong>CENTENARIO</strong> <strong>DANTESCO</strong> 33<br />

vina Commedia; ma pure fu creata una base<br />

solida per una degna rappresentazione artistica<br />

del poema. L'arte non potè raggiungere imme-<br />

diatamente il forte progresso, per mezzo del quale<br />

il Poeta elevò la letteratura italiana a nuove alte<br />

sfere; la sovrabbondanza delle idee e delle im-<br />

maginazioni da principio quasi trattenne l'arte.<br />

Il cercare la precisa rappresentazione delle figure<br />

dantesche, il penetrare nella materia e nel con-<br />

tenuto delle ardue questioni, il creare tipi fissi<br />

durante un secolo e mezzo, tutto ciò ci rende<br />

i manoscritti così importanti e interessanti, da<br />

assicurare ad essi un posto primario e durevole<br />

nella trattazione del tema: Dante e l'Arte.<br />

Ma per esprimere con precisione e potenza<br />

le rappresentazioni dantesche, per imprimere alle<br />

figure tutta la grandiosità e verità di quella vita<br />

reale, che spira attraverso il poema di Dante,<br />

per formarle dantesche, l'arte doveva essere animata<br />

dal genio del rinascimento, e forti indivi-<br />

dualità artistiche dovevano contribuire a questa<br />

impresa.<br />

<strong>IL</strong> PARNASO di RAFFAELLO [Vaticano - Stanze].<br />

Il Poeta, più ancor che il Poema, avevano<br />

già influito e incitato Giotto, non tanto nei suoi<br />

Giudizi Universali, quanto nelle sue figure al-<br />

legoriche della Cappella dell'Arena di Padova,<br />

e molto più ancora nelle sue grandi allegorie<br />

della Basilica sotterranea di San Francesco in<br />

Assisi, tutte piene del genio dantesco. Ora<br />

nella prima fase del Rinascimento sta il secondo<br />

grande artista, il quale nelle sue creazioni fu più<br />

o meno ispirato dal Poeta, e che fu così disposto<br />

ad illustrare la Divina Commedia: egli è Sandro<br />

Botticelli.<br />

A chi non sono note le maravigliose pitture<br />

di questo amabile maestro, che sa combinare de-<br />

liziosi sogni ad un sano realismo, ciò che rende<br />

tanto graditi i suoi disegni danteschi alla nostra<br />

indole germanica? Già alcuni suoi dipinti ci

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