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autunno - vernini 2010-2011 - Terremerse

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Poste italiane SpA – Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv.in L. 27.02.2004 n. 46) art. 1 comma 1 – 45% DR Commerciale Business Ravenna - edizione straordinaria della pubblicazione bimestrale della società <strong>Terremerse</strong> Soc. Coop.<br />

Via Cà del Vento, 21 - 48012 Bagnacavallo (RA) - Redazione: Bagnacavallo, Via Cà del Vento, 21 - Direttore Resp.: Candolo Giovanni - Coordinamento: Morigi Elisa - Aut. Trib. Ra n. 976 del 23 gennaio 1992 . Iscrizione Registro Nazionale Stampa n. 7811 - Iscrizione ROC n.7584 - Costo copia: 0,25 €<br />

Stampato su carta riciclata 100%<br />

"Revive Pure Natural offset" distribuita da Polyedra<br />

Progetto grafico: Pagina-Ravenna - Stampa: Galeati Industrie Grafiche-Imola<br />

speciale cereali<br />

<strong>autunno</strong> - <strong>vernini</strong> <strong>2010</strong>-<strong>2011</strong>


Prodotto fi tosanitario autorizzato dal Ministero della Salute. Seguire attentamente le istruzioni riportate in etichetta.<br />

www.basf-agro.it<br />

La sicurezza che dura nel tempo<br />

Le sementi dei cereali a paglia possono essere colpite da varie<br />

patologie sin dai primi stadi dello sviluppo. Kinto rappresenta<br />

il conciante ideale per proteggerle effi cacemente evitando<br />

effetti negativi sulla futura crescita della pianta. Specifi co per<br />

frumento e orzo, Kinto esplica la sua azione fungicida contro<br />

numerosi patogeni, in particolare per quelli che costituiscono il<br />

”complesso del mal del piede” ed altri che attaccano la parte aerea.<br />

Kinto ottimizza la crescita di giovani piantine in particolare nelle<br />

prime fasi vegetative, rendendole robuste e ben radicate.<br />

KINTO Il conciante dei cereali a paglia


Edizione straordinaria del<br />

“Bollettino di informazione per l’azienda agricola”<br />

edito da <strong>Terremerse</strong> Soc. Coop.<br />

via Cà del Vento, 21 - 48012 Bagnacavallo (RA)<br />

Realizzato nell’ambito del Piano Operativo<br />

dell'OP Cereali Emilia Romagna<br />

Anno <strong>2010</strong> ai sensi della L.R. 24/2000<br />

speciale cereali<br />

<strong>autunno</strong> - <strong>vernini</strong> <strong>2010</strong>-<strong>2011</strong><br />

In un’annata nella quale l’imprevedibilità dei fattori climatici è stata determinante per i risultati quantitativi e<br />

qualitativi delle nostre produzioni, l’esigenza di adottare tecniche colturali e produttive in grado di attenuare gli<br />

effetti dei fattori meteorologici è l’unica risposta che il produttore ha a disposizione per tutelare il proprio reddito.<br />

L’impegno di <strong>Terremerse</strong> nel settore cerealicolo e più nello specifico in quello dei cereali a paglia è finalizzato alla<br />

divulgazione delle linee guida agronomiche che stanno alla base della nostra cerealicoltura.<br />

Con lo Speciale Cereali, <strong>Terremerse</strong> vuole fornire uno strumento d’informazione aggiornato, capace di riassumere<br />

in una logica di filiera tutte le indicazioni relative all’innovazione, alle tecniche colturali, alle scelte varietali, ai sistemi<br />

di difesa e di nutrizione, alle esigenze del mercato di sbocco e dei consumatori.<br />

Oltre alla fase produttiva, lo speciale si propone di offrire tutte quelle indicazioni di carattere commerciale che<br />

permettano di assicurare la migliore redditività della coltura.<br />

Ringraziamenti prove sperimentali:<br />

C.A.B. Agrisfera - S. Alberto (RA)<br />

Azienda Agricola Fratelli Visentini<br />

S. Giovanni di Ostellato (FE)<br />

Gli indirizzi gestionali di <strong>Terremerse</strong><br />

per i cereali a paglia<br />

Augusto Verlicchi<br />

Cereali: un mercato che cambia troppo in fretta<br />

Emilio Ferrari<br />

Valutazione economica come strumento<br />

di pianificazione colturale<br />

Piera Spisni<br />

Buone pratiche colturali<br />

Gianfranco Pradolesi<br />

La concimazione del frumento<br />

Valerio Bucci<br />

Il diserbo dei cereali <strong>autunno</strong>-<strong>vernini</strong><br />

Denis Bartolini<br />

Il controllo dei parassiti<br />

Gianfranco Pradolesi, Gianfranco Donati<br />

L’O.P. Cereali Emilia-Romagna: valutazione sulla<br />

produzione dei cereali <strong>autunno</strong> <strong>vernini</strong> del <strong>2010</strong><br />

Augusto Verlicchi<br />

Scarica la versione pdf dello Speciale Cereali in www.terremerse.it<br />

Appuntamenti maggio <strong>2011</strong>: Giornate tecniche cereali


Gli indirizzi gestionali di <strong>Terremerse</strong><br />

per i cereali a paglia<br />

Augusto Verlicchi - Direttore processo cereali e proteici Cooperativa <strong>Terremerse</strong><br />

2<br />

INTRODUZIONE<br />

La campagna produttiva 2009-<strong>2010</strong> è stata fortemente<br />

condizionata da eventi meteorici inconsueti e ha evidenziato<br />

come l’adozione di buone pratiche agricole sia condizione<br />

necessaria per ottenere produzioni capaci di soddisfare<br />

le richieste del mercato.<br />

La prima fra queste è l’avvicendamento colturale, un fattore<br />

che negli ultimi anni è stato relativamente trascurato<br />

ma che riveste un’importanza strategica per gli aspetti<br />

qualitativi, sanitari e quantitativi delle produzioni.<br />

In un’annata come quella attuale, le aziende dove è stata<br />

applicata questa buona pratica agronomica hanno tratto<br />

beneficio, migliorando la resa ettariale e l’aspetto sanitario<br />

delle colture.<br />

Anche da un punto di vista economico la rotazione gioca<br />

un ruolo importante, soprattutto laddove non è determinante<br />

la redditività annuale di una singola coltura bensì la<br />

sua valutazione su più anni di produzione e su più colture.<br />

Partendo da un adeguato avvicendamento colturale, anche<br />

le lavorazioni del terreno risultano più vicine ad un<br />

ottimale rapporto costo-beneficio.<br />

Scelte varietali adatte agli areali produttivi, fertilizzazione<br />

mirata e difesa delle colture sono gli elementi chiave per lo<br />

sviluppo della moderna cerealicoltura.<br />

Le indicazioni che <strong>Terremerse</strong> fornisce attraverso la propria<br />

rete tecnica e i diversi strumenti di divulgazione sono<br />

il frutto di continui interventi di ricerca e sperimentazione<br />

condotti nei diversi territori di produzione.<br />

A livello economico, come già indicato, riteniamo che uno<br />

dei fattori principali per la razionalizzazione dei costi di<br />

produzione sia un’adeguata pianificazione produttiva, in<br />

quanto il risultato economico viene valutato su più anni<br />

e gli effetti delle scelte produttive e colturali danno il loro<br />

risultato in termini di razionalizzazione dei costi sulle colture<br />

successive.<br />

L’importantissima fase di programmazione deve essere<br />

accompagnata da un’attenta analisi dei punti di pareggio<br />

di ogni singola coltura; punto di pareggio che deve tener<br />

conto della dimensione e organizzazione aziendale.<br />

<strong>Terremerse</strong> ha scelto di strutturare una propria rete di<br />

“Servizi avanzati” che sulla base delle caratteristiche specifiche<br />

delle singole aziende forniscano la migliore soluzione<br />

economicamente sostenibile.<br />

Le caratteristiche intrinseche derivate dalle adeguate tecniche<br />

produttive permettono senz’altro di affrontare i mercati<br />

di sbocco nelle migliori condizioni e uscirne vincenti<br />

nei confronti di altre produzioni locali e internazionali che<br />

spesso presentano difformità nelle caratteristiche merceologiche.<br />

Compito di <strong>Terremerse</strong> è quello di salvaguardare e valorizzare<br />

la qualità prodotta in campagna e in tal senso gli<br />

investimenti realizzati nell’attività di stoccaggio consentono<br />

una segmentazione differenziata e omogenea del prodotto,<br />

anche per quantitativi molto piccoli.<br />

Su questa politica investiamo da anni e per questo confermiamo<br />

anche per la stagione <strong>2010</strong>-11 particolari contratti<br />

di valorizzazione delle produzioni di frumento duro e tenero.<br />

Tali contratti trovano la loro massima efficienza se<br />

abbinati ad una gestione commerciale del prodotto fluida<br />

e disponibile per il mercato durante tutto l’arco della campagna<br />

di commercializzazione.<br />

<strong>Terremerse</strong> ha sempre offerto questa opportunità attraverso<br />

la Gestione del Conferimento volontario annuale e<br />

medio con buoni risultati economici per i produttori, che<br />

ci attendiamo vengano riconfermati anche in questa campagna.<br />

Da un confronto tra i prezzi realizzati dalle gestioni commerciali<br />

medie e annuali e i prezzi medi mensili del mercato,<br />

emerge che la gestione del conferimento è sempre risultata<br />

più vantaggiosa per il produttore. Nei grafici successivi si<br />

evidenziano i dati positivi della Gestione del Conferimento<br />

volontario annuale nella campagna appena conclusa.<br />

Per la realizzazione di politiche commerciali di valorizzazione<br />

del prodotto sui mercati di sbocco è importante<br />

operare con quantitativi elevati e costanti nel tempo, in<br />

quanto le industrie obbediscono a logiche di economia industriale<br />

che si basano sulla fornitura costante e omogenea<br />

per tutto il periodo di lavorazione.<br />

È anche per questa ragione che <strong>Terremerse</strong> è socia dell’O.P.<br />

Cereali Emilia-Romagna, l’Organizzazione dei Produttori<br />

fondata dalla Cooperativa <strong>Terremerse</strong>, dal Caip di Bologna<br />

e Modena, dal Cap di Ravenna, dal Cap di Forlì e da<br />

Progeo.<br />

L’O.P. è nata infatti proprio per salvaguardare gli interessi<br />

dei produttori attraverso la concentrazione dei volumi, la<br />

pianificazione delle produzioni in funzione dei mercati di<br />

sbocco e lo sviluppo di rapporti di partnership fra produzione<br />

e mercato tesi ad accrescere la catena del valore e a<br />

garantire più redditoalle imprese.


€/t<br />

€/t<br />

€/t<br />

180<br />

160<br />

140<br />

120<br />

100<br />

160<br />

140<br />

120<br />

100<br />

250<br />

225<br />

200<br />

175<br />

150<br />

125<br />

100<br />

147,10<br />

lug 09<br />

136,50<br />

lug 09<br />

228,50<br />

lug 09<br />

140,30<br />

ago 09<br />

129,97<br />

ago 09<br />

215,30<br />

ago 09<br />

Frumento tenero speciale n° 2 - anno 2009/<strong>2010</strong><br />

set 09<br />

set 09<br />

set 09<br />

ott 09<br />

nov 09<br />

INTRODUZIONE<br />

Frumento duro fino prod. Nord - anno 2009/<strong>2010</strong><br />

187,60<br />

ott 09<br />

ott 09<br />

169,10<br />

nov 09<br />

Frumento tenero fino n° 3 - anno 2009/<strong>2010</strong><br />

nov 09<br />

listino borsa liquidaz. Ann. TE Contr. Baby Food<br />

137,10 138,30 139,95 139,50 138,25<br />

123,10 124,30 125,95 125,50 124,25<br />

162,20 161,00<br />

Fig. 1 - Confronto tra i prezzi della liquidazione del frumento tenero speciale n° 2, fino n° 3 e frumento duro, le valorizzazioni Baby Food<br />

e Barilla nella gestione commerciale annuale di <strong>Terremerse</strong> al netto dell’IVA, e i prezzi medi mensili del listino AGER di Bologna nella<br />

campagna di commercializzazione 2009/<strong>2010</strong>. Ai prezzi medi mensili del listino AGER di Bologna sono stati detratti i costi di gestione<br />

applicati dalla Cooperativa.<br />

dic 09<br />

dic 09<br />

dic 09<br />

gen 10<br />

gen 10<br />

151,00<br />

gen 10<br />

134,25<br />

feb 10<br />

119,75<br />

feb 10<br />

feb 10<br />

mar 10<br />

116,75<br />

mar 10<br />

mar 10<br />

157,50<br />

142,50<br />

130,75 131,50<br />

apr 10<br />

listino borsa liquidaz. Ann. TE Contr. Baby Food<br />

146,20<br />

131,20<br />

119,10<br />

apr 10<br />

listino borsa liquidaz. Ann. TE Contr. Barilla<br />

193,20<br />

169,20<br />

135,00 129,00 128,20<br />

apr 10<br />

3


Se confrontiamo l’andamento attuale delle quotazioni dei<br />

cereali con quanto accadeva anche solo 4 anni fa, facciamo<br />

fatica a credere che si tratti degli stessi mercati.<br />

La volatilità delle quotazioni è aumentata in maniera esponenziale<br />

mettendo in tensione la filiera produttiva, di trasformazione<br />

e di commercializzazione di tutti i cereali.<br />

La “tempesta” dei prezzi del 2006/2007 aveva scatenato<br />

proclami del tipo: “il mondo è cambiato!”; “niente sarà più<br />

come prima!” provocando pesanti sconvolgimenti nel settore<br />

agricolo ed alimentare.<br />

La “calma apparente” del 2009 aveva dato illusione che si<br />

fosse trattato di un grande abbaglio collettivo e che “tutto<br />

fosse tornato come prima”, forse peggio.<br />

Ora si sta ripresentando un andamento simile a quello di<br />

3 anni fa.<br />

Eppure siamo tutti consapevoli che il film non sarà lo stesso.<br />

Purtroppo l’unica certezza che ci rimane è che… non<br />

abbiamo certezze!! O meglio, se volessimo esprimerlo in<br />

modo più “scientifico”, che la volatilità delle quotazioni che<br />

ci aspetta nel futuro sarà molto elevata.<br />

Questo è il fattore che veramente caratterizza questa<br />

epoca e che ci farà compagnia ancora a lungo.<br />

Quali sono le cause?<br />

C’è chi cerca il “colpevole”, accusando la speculazione internazionale<br />

di manovre mirate allo sconvolgimento dei<br />

mercati con l’unico obiettivo di accumulare fortune personali.<br />

Certamente la “finaziarizzazione” dei mercati rende molto<br />

più veloci i cambiamenti. Alla borsa merci di Bologna, qualche<br />

anno fa, per veder salire le quotazioni del grano tenero<br />

di 50 €/t doveva passare un mese o due. Ora sul Matif<br />

bastano 10 giorni! Ma, a parte alcuni eccessi che dovranno<br />

essere meglio regolamentati, le quotazioni dei mercati finanziari<br />

rispecchiano le attese sui fondamentali dei cereali;<br />

spesso in modo più efficiente e trasparente rispetto a certi<br />

mercati locali.<br />

In ogni caso, non è possibile tornare indietro ai “bei tempi<br />

antichi” e dobbiamo imparare a convivere con questa<br />

nuova situazione.<br />

In realtà, fermo restando il contributo dei mercati finanziari,<br />

i fattori che causano questo andamento schizofrenico<br />

della quotazioni sono probabilmente due nuove situazioni<br />

che sono emerse in questi ultimi anni: in primo luogo la<br />

globalizzazione e successivamente il fenomeno del global<br />

warming. Globalizzazione non significa solo concorrenza<br />

di merci proveniente da altri paesi, ma anche che lo svi-<br />

4<br />

MERCATO<br />

Cereali: un mercato che<br />

cambia troppo in fretta<br />

Emilio Ferrari - Responsabile Acquisti Grano duro e Semola, Barilla G.e R. Fratelli S.p.A. - Parma<br />

luppo economico di nuovi importanti attori sulla scena<br />

internazionale aumenta la domanda di materie prime, sia<br />

agricole che di altro genere.<br />

Se guardiamo le stime dell’International Grain Council,<br />

vediamo che la domanda dei cereali è in continua rapida<br />

crescita negli ultimi anni. (Tab. 1)<br />

Questo rende i mercati più sensibili a variazioni di produzione<br />

nei principali paesi esportatori, amplificandone gli<br />

effetti. Inoltre si è globalizzata anche la produzione. Ora<br />

paesi come la Russia, sono diventati importanti esportatori<br />

di cereali sul mercato mondiale. Ma si tratta di zone a clima<br />

continentale, esposte ad estremi climatici a forte impatto<br />

sulle coltivazioni.<br />

C’è chi vorrebbe rispondere a questa situazione con la<br />

chiusura delle nostre frontiere. Si dimentica però che l’Italia<br />

importa mediamente il 40% del grano duro e tenero<br />

che utilizza, e che essa stessa è un importante esportatore<br />

di pasta; un'industria che dà lavoro a migliaia di persone nel<br />

nostro paese e che contribuisce alla diffusione del “made<br />

in Italy” nel mondo. Chiudendo le frontiere, se mai fosse<br />

possibile, interromperemmo questo flusso, favorendo altri<br />

paesi e perdendo competitività sul mercato della pasta.<br />

Alla globalizzazione non è difficile sfuggire.<br />

L’altro fattore che sta portando scompiglio sui mercati è<br />

l’effetto del Global Warming. Non entriamo nel merito<br />

della discussione scientifica, molto complessa e ancora<br />

controversa.<br />

Certamente però, è sotto gli occhi di tutti quanto è successo<br />

quest’estate in Russia.<br />

Ma se guardiamo bene, anche nelle nostre zone, si è assistito<br />

negli ultimi anni ad un andamento della piovosità anomalo<br />

rispetto al passato (vediamo la piovosità ad esempio<br />

del mese di Maggio e Giugno nel Nord Italia). Con forti<br />

sbalzi di temperatura e livelli di precipitazioni molto alti,<br />

anche nei mesi estivi. Questo causa sicuramente stress alla<br />

colture, rende difficile la gestione delle corrette pratiche<br />

colturali e pregiudica i risultati qualitativi.<br />

Abbiamo parlato delle cause. Ma come possiamo affrontare<br />

questa situazione? Esistono delle azioni che possiamo<br />

mettere in atto per ridurre l’impatto di questi sconvolgimenti?<br />

La tentazione sarebbe di chiudersi ognuno sulle<br />

proprie posizioni per difendere gli interessi di parte, sfruttando<br />

le posizioni di forza in cui, di volta in volta, ci si viene<br />

a trovare. Questo però è un atteggiamento forse utile nel<br />

breve, ma che sul lungo termine ha dimostrato tutta la sua<br />

debolezza.<br />

Lo abbiamo visto negli anni scorsi. Dopo l’euforia del 2007,


WORLD ESTIMATES (milion tons)<br />

06/07 07/08 08/09 09/10<br />

est<br />

MERCATO<br />

10/11<br />

forecast<br />

29.07 26.08<br />

WHEAT<br />

Production 598 609 686 677 651 644<br />

Trade 111 110 136 127 120 117<br />

Consumption 610 613 638 648 655 657<br />

Carryover stocks 124 121 168 197 192 184<br />

year/year change -13 -3 +47 +29 -13<br />

Exporters 46 39 64 71 60 56<br />

MAIZE (CORN)<br />

Production 710 795 798 809 823 829<br />

Trade 87 101 84 86 88 90<br />

Consumption 725 775 781 820 830 837<br />

Carryover stocks 117 137 154 143 134 135<br />

year/year change -16 +20 +17 -11 -8<br />

TOTAL GRAINS<br />

Production 1588 1697 1801 1787 1753 1745<br />

Trade 222 239 249 239 234 232<br />

Consumption 1629 1685 1723 1764 1774 1779<br />

Carryover stocks 281 294 371 394 369 360<br />

year/year change -41 +13 +77 +23 -34<br />

Exporters 115 111 150 154 132 122<br />

Tab. 1 - Produzioni mondiali IGC del 26 Agosto <strong>2010</strong>.<br />

le quotazioni sono di nuovo precipitate, gettando nello<br />

sconforto gli operatori agricoli. C’è stato il rischio di compromettere<br />

la disponibilità di materia prima e soprattutto<br />

la qualità dei raccolti, con una riduzione degli input di fertilizzanti<br />

e trattamenti fitosanitari.<br />

Ora la situazione si sta ribaltando, ma il rischio è di vedere<br />

il ripetersi di quanto è già successo, con fenomeni di ritenzione,<br />

alta volatilità, andamento schizofrenico dei mercati e<br />

forti tensioni lungo tutta la filiera. Barilla crede invece che<br />

la strada da intraprendere sia quella dell’integrazione lungo<br />

la filiera agricola e produttiva, in un’ottica di lungo termine.<br />

Certamente non è facile riuscire a trovare soluzioni.<br />

Ma il dialogo ed il confronto costruttivo tra gli attori coinvolti<br />

sono l’unica modalità con cui si possono trovare punti<br />

di incontro tra interessi a volte contrastanti.<br />

La grande risorsa che abbiamo a disposizione è la professionalità<br />

degli operatori nei diversi stadi della filiera. In Emilia<br />

Romagna, ove Barilla è presente con due molini ed il più<br />

importante polo produttivo mondiale di pasta, esiste già<br />

da anni un esempio di positiva collaborazione nella filiera<br />

del grano duro, dove l’industria ha trovato partner agricoli<br />

ed istituzionali di grande professionalità.<br />

Grazie al progetto Grano Duro di Alta Qualità, infatti,<br />

abbiamo ottenuto risultati molto positivi, anche se la campagna<br />

in corso si presenta molto complessa da tanti punti<br />

di vista, qualitativi e commerciali.<br />

Certamente le sfide che abbiamo di fronte sono difficili.<br />

Non esistono facili scorciatoie. Ma è sul lungo termine che<br />

si confrontano le strategie vincenti. Per riuscire a superare i<br />

problemi che ci ostacolano, dobbiamo aver chiari gli obiettivi<br />

che vogliamo raggiungere e condividerli con le nostre<br />

controparti.<br />

Dobbiamo trovare strumenti, sempre più innovativi ed aggiornati<br />

per cercare di stabilizzare le quotazioni e rendere<br />

rimunerativa e sostenibile la coltivazione dei cereali nella<br />

nostra regione, in particolare del grano duro, ma senza<br />

perdere di vista la competitività delle produzioni.<br />

L’unico modo per ottenere questo è rendere più efficiente<br />

la filiera produttiva attraverso la professionalità dei singoli<br />

operatori ed il dialogo costruttivo tra tutti gli attori coinvolti.<br />

Solo puntando sulla qualità e l’innovazione potremo<br />

rendere, insieme, il nostro prodotto migliore di quello dei<br />

nostri competitors internazionali.<br />

5


MERCATO<br />

DISPONIBILE PER PROVE<br />

Contattare:<br />

Iraci Mario: 335 1215071<br />

Cantoni Paride: 335 7879758<br />

Pinardi Matteo: 335 121 5072<br />

Matteo Castelli: 366 6132819<br />

Concessionaria:


In questi ultimi anni, nel mercato cerealicolo abbiamo assistito<br />

ad annate convulse caratterizzate da forti oscillazioni<br />

dei prezzi: la campagna commerciale 2007/2008 con impressionanti<br />

ascese dei prezzi, quella del 2008/2009 caratterizzata<br />

da una graduale discesa, per poi arrivare ad<br />

una campagna 2009/<strong>2010</strong> con prezzi al ribasso per tutta<br />

l’annata.<br />

L’attuale campagna di commercializzazione è iniziata con<br />

una forte ascesa dei prezzi ma con la preoccupazione che<br />

questo effetto sia più legato a manovre speculative e quindi<br />

soggetta a importanti oscillazioni.<br />

Le oscillazioni dei prezzi hanno interessato anche il mercato<br />

dei mezzi tecnici, creando forti tensioni nella fase produttiva.<br />

Questo ha portato a volte a scelte di carattere<br />

colturale non sempre felici e che hanno portato come risultato<br />

produzioni qualitativamente e quantitativamente al<br />

disotto degli standard.<br />

In questo scenario, sempre di più, la precisa valutazione dei<br />

costi aziendali diretti ed indiretti e la relativa incidenza sulla<br />

produzione, permette al produttore agricolo di valutare le<br />

soglie minime di valorizzazione attese dal mercato.<br />

Inoltre, l’analisi del punto di pareggio di ogni singola coltura,<br />

fatta in funzione delle caratteristiche organizzative e<br />

gestionali delle singole imprese, permette di determinare<br />

in fase preventiva quanta superficie coltivare, quale resa<br />

per ettaro ottenere per far si che vengano coperti i costi<br />

totali aziendali e conseguire anche un utile.<br />

Le domande alle quali il Punto di Pareggio può dare una<br />

risposta sono:<br />

• «Quanto dovrò produrre di quella coltura per avere un<br />

euro di utile?»;<br />

• «Quanto la resa produttiva di quella coltura può diminuire<br />

senza avere una perdita di marginalità per l'azienda?»;<br />

• «Sto guadagnando con l’attuale riparto colturale?»;<br />

• «Quale riparto colturale sarà per me il più conveniente?».<br />

PIANIFICAZIONE COLTURALE<br />

Valutazione economica come<br />

strumento di pianificazione colturale<br />

Piera Spisni - Direttore Servizi Avanzati Cooperativa <strong>Terremerse</strong><br />

Nella tabella sono stati elaborati e posti a confronto i costi<br />

di diverse colture tipiche dei nostri territori, i ricavi minimi<br />

e massimi determinati in base alle rese produttive e il relativo<br />

margine lordo.<br />

La metodologia adottata per la determinazione dei costi<br />

colturali prende in considerazione le indicazioni di tecnica<br />

colturale riportate nelle linee tecniche adottate da <strong>Terremerse</strong>,<br />

valutando il costo delle materie prime (sementi,<br />

fertilizzanti e fitofarmaci) al prezzo di listino, e il costo delle<br />

operazioni meccaniche prendendo in considerazione i tariffari<br />

dei conto terzisti.<br />

I ricavi sono stati determinati considerando le rese minime<br />

e massime rilevate nei territori di Ravenna e Ferrara in<br />

questi ultimi anni, mentre i prezzi applicati sono: per il grano<br />

tenero e duro, la media del mese di agosto del listino<br />

AGER di Bologna; per mais e soia sono prezzi previsti in<br />

funzione degli andamenti di mercato; per gli ortaggi da industria<br />

sono stati definiti dall’industria di trasformazione.<br />

I valori indicati sia di costi sia di ricavi sono da valutare<br />

come riferimento medio in condizioni standard e non tengono<br />

conto delle peculiarità e delle caratteristiche organizzative,<br />

gestionali, territoriali e dimensionali che caratterizzano<br />

ogni singola azienda agricola.<br />

Tra gli indirizzi tecnico gestionali di <strong>Terremerse</strong> per i cereali<br />

a paglia riveste una particolare importanza la fase di<br />

programmazione aziendale, dove le scelte di ordine produttivo<br />

improntate su una corretta precessione colturale,<br />

devono essere accompagnate da un'analisi economica<br />

puntuale ed attenta. Per questo <strong>Terremerse</strong> ha scelto di<br />

strutturare una propria rete di “Servizi avanzati” che sulla<br />

base delle caratteristiche specifiche delle singole aziende<br />

fornisce la migliore soluzione economicamente sostenibile.<br />

Per un'analisi più puntuale dei costi e dei ricavi delle singole<br />

colture e per la determinazione del Punto di Pareggio, la Rete<br />

Tecnica di <strong>Terremerse</strong> si conferma un valido supporto.<br />

coltura costi €/ha<br />

Ricavi €/ha<br />

minimo max<br />

Margine lordo €/ha<br />

minimo max<br />

grano tenero 862,00 1.182,50 1.505,00 320,50 643,00<br />

grano duro 980,00 1.138,50 1.345,50 158,50 365,50<br />

mais 1.241,00 1.387,50 1.757,50 146,50 516,50<br />

sorgo 787,00 1.080,00 1.440,00 293,00 653,00<br />

soia 734,00 825,00 1.320,00 91,00 586,00<br />

colza 789,00 770,00 1.050,00 -19,00 261,00<br />

barbabietola 1.870,00 2.068,00 2.427,88 198,00 557,88<br />

fagiolino 1.741,00 1.900,00 2.000,00 159,00 259,00<br />

pisello 1.268,00 1.350,00 1.370,00 82,00 102,00<br />

7


TECNICA AGRONOMICA<br />

Buone pratiche colturali<br />

Gianfranco Pradolesi - Ricerca e Sviluppo Cooperativa <strong>Terremerse</strong><br />

Anche in questa difficile annata per i cereali a paglia si è<br />

osservato quanto il ricorso alle più razionali e comprovate<br />

tecniche agronomiche sia il giusto approccio per garantire<br />

elevate rese e raggiungere buoni parametri qualitativi.<br />

Chi, nella stagione appena conclusa, ha coltivato il frumento,<br />

sia tenero che duro, a seguito di una classica coltura<br />

da rinnovo, è riuscito a frazionare gli apporti azotati ed è<br />

arrivato ad eseguire un'attenta ed efficace difesa contro<br />

le malerbe e le principali avversità fungine, ha ottenuto<br />

produzioni di buon livello, sia in termini quantitativi che<br />

qualitativi.<br />

Di fondamentale importanza, a fronte della sempre maggior<br />

virulenza dimostrata dalle malattie fungine come “Septoriosi”<br />

e “Fusariosi della spiga”, è la precessione colturale.<br />

I dati produttivi dimostrano come la giusta precessione<br />

(ossia evitare il mais, il sorgo e il ringrano) sia di fondamentale<br />

importanza per ridurre la severità della fusariosi e, nel<br />

caso di omosuccessione a grano, per contenere i danni<br />

causati da septoriosi e dal “complesso del mal del piede”.<br />

Tecniche di lavorazione del terreno a minor impatto ambientale<br />

- dalla minima lavorazione fino ad arrivare alla semina<br />

su sodo - e l’avvicendamento colturale, sono di vitale<br />

importanza e richiedono un’attenta razionalizzazione.<br />

Da un lato il ricorso alla semina su sodo ed a rotazioni<br />

strette (quando non si tratta di vere e proprie omosuc-<br />

8<br />

cessioni a frumento) – che spesso sono veri e propri avvicendamenti<br />

contigui tra i cereali <strong>autunno</strong> <strong>vernini</strong> e quelli<br />

primaverili estivi – permettono di ridurre i costi di produzione<br />

e di coltivare nell’immediato colture di maggior reddito.<br />

Dall’altro lato, però, è evidente che in uno scenario<br />

pluriennale si finisce per ottenere l’effetto opposto, ossia<br />

crescenti costi per il diserbo e per la difesa fungicida e comunque<br />

minori rese areiche dei seminativi, in particolare<br />

dei cereali a paglia.<br />

Come sempre il giusto compromesso tra riduzione dei<br />

costi e massimizzazione del potenziale quali-quantitativo<br />

dei cereali rappresenta la linea guida da seguire quando si<br />

devono scegliere le tecniche agronomiche più opportune<br />

che di seguito riportiamo.<br />

Lavorazione del terreno<br />

Dal punto di vista puramente agronomico, nei nostri ambienti<br />

di coltivazione una lavorazione a profondità ridotta<br />

è più che sufficiente per permettere l’ottenimento di discrete<br />

rese produttive.<br />

In generale le tecniche consigliate sono pertanto:<br />

• lavorazione ridotta a 20-25 cm di profondità;<br />

• minima lavorazione a 10-15 cm di profondità;<br />

• semina diretta su terreno non lavorato.<br />

Ogni possibile semplificazione delle lavorazioni del terreno<br />

in termini di riduzione del numero e dell’intensità degli interventi,<br />

rappresenta un obiettivo coerente con le finalità<br />

della produzione integrata.<br />

In pratica, al fine di massimizzare le rese produttive è bene<br />

scegliere la tecnica in funzione del tipo di terreno e della<br />

coltura precedente.<br />

La lavorazione ridotta è da eseguirsi necessariamente su<br />

terreni compattati, destrutturati, con distribuzione irregolare<br />

dei residui colturali.<br />

È possibile effettuarla con aratro polivomere o più convenientemente<br />

con attrezzi discissori (chisel, combinati dischi<br />

+ lance) che presentano elevata capacità di lavoro.<br />

La preparazione del letto di semina con erpice rotante<br />

consente di ottenere una zollosità ridotta e un buon livellamento<br />

superficiale, premesse per una deposizione ed<br />

interramento regolari del seme.<br />

La minima lavorazione è la classica lavorazione effettuata<br />

con erpice a dischi su terreni di medio impasto, privi di


carreggiate e con giacitura regolare. L’operazione di affinamento<br />

finale, con erpice rotante o con fresa va effettuata<br />

immediatamente prima della semina, per evitare che eventuali<br />

piogge compattino il terreno affinato.<br />

La semina diretta su terreno non lavorato presuppone che<br />

lo strato superficiale del terreno costituisca già un habitat<br />

idoneo alla germinazione del seme ed allo sviluppo delle<br />

piantine. In particolare vanno escluse tutte le situazioni con<br />

terreni costipati, con presenza di carreggiate profonde e<br />

in definitiva con bassa permeabilità del terreno. Poiché un<br />

terreno non lavorato presenta una bassa macroporosità,<br />

in condizioni di piogge elevate i ristagni idrici possono causare<br />

notevoli perdite. Terreni ben livellati e baulati consentono<br />

di allontanare per ruscellamento superficiale l’acqua<br />

in eccesso, riducendo i problemi di asfissia radicale e di<br />

sviluppo di agenti patogeni (mal del piede).<br />

In funzione della precessione colturale, quando il cereale<br />

<strong>autunno</strong> vernino segue una coltura da rinnovo (es. pomodoro,<br />

bietola, girasole, ecc...) per la quale si sia fatta una<br />

lavorazione principale profonda, ed in generale per le colture<br />

che non lasciano residui, possiamo considerare sufficiente<br />

una lavorazione a profondità ridotta o la semina diretta.<br />

Invece, come è ormai assodato, in caso di ringrano o<br />

precessione a mais o sorgo è consigliabile un interramento<br />

adeguato dei residui colturali così da ridurre l’incidenza di<br />

malattie subdole come “mal del piede”, “complesso della<br />

septoriosi” e “Fusariosi della spiga”.<br />

kg/ha di semente<br />

peso 1000 semi (g)<br />

BUONE PRATICHE<br />

Epoca e densità di semina<br />

L’epoca ottimale per la semina del frumento tenero e duro<br />

si colloca tra la seconda metà di ottobre e la prima metà<br />

di novembre.<br />

Per l’orzo tale periodo può considerarsi posticipato comprendendo<br />

tutto il mese di novembre.<br />

La dose di seme da utilizzare si ottiene partendo dall’ investimento<br />

di riferimento, che di norma si considera uguale a<br />

500 piante/m 2 per il frumento tenero, 400 per il frumento<br />

duro e 350 per l’orzo. L’emergenza in campo del grano si<br />

colloca tra l’80 e il 90%. Conoscendo il peso di 1000 semi<br />

della varietà da seminare si può risalire alla dose per ettaro<br />

da impiegare, come illustrato in tab. 1.<br />

Le dosi di seme vanno corrette in funzione di:<br />

• qualità del letto di semina (aumento del 5-10% su terreno<br />

grossolano o semina su sodo);<br />

• epoca di semina. È possibile ridurre la quantità di seme<br />

del 10-15% in caso di semine precoci (prima metà di<br />

ottobre) mentre per semine più tardive (novembre) è<br />

opportuno aumentarle di un 10-15%.<br />

Ogni anno la Funzione Ricerca e Sviluppo della Cooperativa<br />

<strong>Terremerse</strong> pone a confronto nei propri campi varietali<br />

le varietà consolidate di cereali <strong>autunno</strong> <strong>vernini</strong> con quelle<br />

di nuova introduzione.<br />

Dall’incrocio dei risultati quali-quantitativi ottenuti negli anni<br />

su frumento tenero e duro e dalle richieste di mercato scaturisce<br />

l’elenco (tab. 2) delle principali varietà consigliate nei<br />

comprensori della valle padana sud-orientale.<br />

Numero piante m 2 obiettivo<br />

Orzo Frumento duro Frumento tenero<br />

300 350 400 400 450<br />

34 113 132 151 151 170<br />

36 120 140 160 160 180<br />

38 127 148 169 169 190<br />

40 133 156 178 178 200<br />

42 140 163 187 187 210<br />

44 147 171 196 196 220<br />

46 153 179 204 204 230<br />

48 160 187 213 213 240<br />

50 167 194 222 222 250<br />

54 180 210 240 240 270<br />

Tab. 1 - Quantitativi di seme da impiegare (kg/ha) in funzione del numero di piante/m 2 obiettivo ed al peso dei 1000 semi della<br />

varietà impiegata. Calcoli effettuati considerando un emergenza di campo del 90%.<br />

9


TECNICA AGRONOMICA<br />

VARIETÀ CONSIGLIATE PRINCIPALI CARATTERISTICHE<br />

FRUMENTO<br />

DURO<br />

FRUMENTO<br />

TENERO<br />

A GRANELLA<br />

ROSSA<br />

FRUMENTO<br />

TENERO<br />

A GRANELLA<br />

BIANCA<br />

FRUMENTO<br />

TENERO<br />

BISCOTTIERO<br />

ORZO<br />

DISTICO<br />

ORZO<br />

POLISTICO<br />

Tab. 2 - Varietà consigliate dei cereali a paglia: le varietà consolidate secondo <strong>Terremerse</strong>.<br />

10<br />

Levante<br />

Varietà alternativa a taglia medio bassa, maturazione media. Ottima resistenza all’allettamento,<br />

ottima resistenza alla ruggine bruna. Buona resistenza al freddo. Ottime<br />

caratteristiche del glutine ed elevato indice di giallo.<br />

Varietà alternativa a taglia bassa, molto resistente all’allettamento. Ciclo colturale da me-<br />

Latinur dio a medio-precoce. Resistente alla ruggine bruna e gialla e poco suscettibile alle altre<br />

patologie fungine. Discrete caratteristiche del glutine e buon indice di giallo.<br />

Pianta medio alta a foglia eretta, ciclo medio-tardivo, elevata resistenza al freddo ed<br />

Dylan<br />

alla ruggine bruna, media all’oidio. Ottime caratteristiche del glutine ed elevato indice<br />

di giallo.<br />

Frumento duro caratterizzato da un ciclo precoce. Buona capacità di accestimento.<br />

Tirex<br />

Taglia media. Mediamente tollerante a Septoria. La granella presenta ottime caratteristiche<br />

qualitative, in particolare proteine ed indice di giallo.<br />

Aristata, non alternativa, taglia medio alta, ciclo medio-tardivo frattura della cariosside<br />

F-PS Blasco "hard". Frumento di elevata qualità assimilabile ai grani di forza. Buona resistenza all’allettamento,<br />

al freddo ed alle malattie fungine.<br />

P Aquilante<br />

Varietà aristata, alternativa, taglia medio alta, frattura della cariosside “soft”. Buona resistenza<br />

al freddo ed all’allettamento. Poco suscettibile alle malattie fungine.<br />

P-PS Aubusson<br />

Varietà mutica, non alternativa, taglia media, ciclo medio-tardivo. Buona resistenza all’allettamento<br />

ed alle malattie fungine.<br />

PS Hyxo<br />

Frumento ibrido a taglia media, ciclo medio tardivo, resistente agli stress e produttivo<br />

in terreni poco fertili.<br />

P Mieti<br />

Varietà mutica, non alternativa di taglia bassa, foglie a portamento reclinato. Ciclo vegetativo<br />

precoce ottima resistenza al freddo, all’allettamento ed alle malattie fungine.<br />

P A416<br />

Varietà alternativa, aristata, precoce, tollerante oidio, ruggine bruna e septoriosi, debolmente<br />

suscettibile alla ruggine gialla.<br />

PS Serpico<br />

Frumento aristato, taglia medio-alta, ciclo medio-tardivo con buona tolleranza alle principali<br />

fitopatie. Pianta rustica, indicata per ambienti con moderati apporti azotati.<br />

Artico<br />

Varietà non alternativa a portamento semi prostrato. Poco suscettibile al freddo ed all’allettamento.<br />

Moderatamente resistente all’oidio, poco suscettibile alla ruggine bruna.<br />

Eureka<br />

Frumento aristato dotato di buona resistenza al freddo, poco suscettibile a ruggine bruna,<br />

septoria e virosi, moderatamente resistente a oidio e ruggine gialla.<br />

Varietà alternativa, mutica, precoce, taglia medio-alta con buona resistenza all'alletta-<br />

Biscuit<br />

mento, buona tolleranza alle più comuni fitopatie e buona produttività, con frattura<br />

della cariosside soft.<br />

Kelibia Ciclo produttivo precoce. Ottima resistenza al freddo, discreta resistenza all’allettamento.<br />

Amillis<br />

Varietà invernale a taglia bassa, poco sensibile all’allettamento. Epoca di spigatura precoce.<br />

Resistente al virus del mosaico giallo, media sensibilità alla rincosporiosi.<br />

Cometa<br />

Epoca di spigatura precoce. Buona resistenza all’allettamento. Resistente alla virosi del<br />

nanismo. Elevato peso ettolitrico.<br />

Sonora<br />

Media alternatività. Ciclo vegetativo medio, taglia media discreta resistenza all’allettamento.<br />

Buona resistenza al freddo.<br />

Ketos<br />

Varietà non alternativa, taglia medio-alta, resistente all’allettamento. Elevata resistenza<br />

all’oidio ed al virus del mosaico giallo.<br />

LEGENDA: F = di forza, PS = panificabile superiore, P = panificabile


La concimazione del frumento<br />

Valerio Bucci - Ricerca e Sviluppo Cooperativa <strong>Terremerse</strong><br />

Per la coltivazione del frumento la concimazione è un fattore<br />

di importanza determinante per le rese produttive e<br />

per le caratteristiche qualitative delle produzioni.<br />

Nell’annata 2009/<strong>2010</strong> la possibilità di attuare la concimazione<br />

e di ricavarne un risultato efficace è dipesa in modo<br />

ineludibile dalle condizioni ambientali: è quindi necessario<br />

affrontarne l’esame con attenzione, con l’aiuto di grafici e<br />

tabelle, per trarne insegnamenti utili anche per la prossima<br />

annata che si va ad impostare.<br />

Temperature: anzitutto bisogna dire che l’inverno<br />

2009/<strong>2010</strong> è stato un inverno “normale” per quanto riguarda<br />

le temperature, dato che nella maggioranza delle<br />

notti dalla metà di dicembre fino alla prima decade di<br />

febbraio si sono verificate gelate; il decorso termico della<br />

primavera è poi risultato omogeneo, senza le impennate<br />

verificatesi nel maggio 2009, e questo ha permesso ai frumenti<br />

di terminare il ciclo in modo regolare.<br />

Precipitazioni: un aspetto stagionale che ha esulato dalla<br />

norma è stato invece quello della numerosità e della entità<br />

delle precipitazioni, assolutamente superiori alla media,<br />

come evidenziato dalla tab. 1: basti dire che da novembre<br />

a giugno si sono rilevati quasi 233 mm di pioggia in più<br />

rispetto alla media dei 5 anni precedenti, con un incremento<br />

di circa il 70%. Le piogge hanno causato ristagni idrici,<br />

dilavamento dei nitrati e difficoltà per l’ingresso dei mezzi<br />

necessari per la distribuzione dei fertilizzanti e dei prodotti<br />

°C<br />

30<br />

25<br />

20<br />

15<br />

10<br />

5<br />

0<br />

-5<br />

-10<br />

pioggia<br />

t max<br />

t min<br />

CONCIMAZIONE<br />

1° nov<br />

2° nov<br />

3° nov<br />

1° dic<br />

2° dic<br />

3° dic<br />

1° gen<br />

2° gen<br />

3° gen<br />

1° feb<br />

2° feb<br />

3° feb<br />

1° mar<br />

2° mar<br />

3° mar<br />

1° apr<br />

2° apr<br />

3° apr<br />

1° mag<br />

2° mag<br />

3° mag<br />

1° giu<br />

2° giu<br />

3° giu<br />

Decadi<br />

fitosanitari: il ritardo nella concimazione azotata (e negli<br />

interventi di diserbo e di difesa) ha penalizzato ulteriormente<br />

la potenzialità produttiva dei seminati.<br />

La carenza di azoto a cui i frumenti hanno dovuto sottostare<br />

nel periodo invernale ha ridotto considerevolmente<br />

l’accestimento: il basso numero di spighe per metro quadro<br />

è stato uno dei fattori che ha maggiormente penalizzato<br />

le rese produttive.<br />

Fig. 1 - Andamento delle temperature minime, massime e delle precipitazioni decadali, a Ravenna, nel periodo novembre 2009 - giugno <strong>2010</strong>.<br />

MESE<br />

Annata<br />

2009-10<br />

Media<br />

annate<br />

2004-2009<br />

Delta<br />

2009-10<br />

rispetto<br />

alla media<br />

novembre 29 48,6 -19,6<br />

dicembre 83,8 45,4 38,4<br />

gennaio 96,8 29,2 67,6<br />

febbraio 81,6 28,2 53,4<br />

marzo 79 54,3 24,7<br />

aprile 72,6 54,8 17,8<br />

maggio 80,2 44,7 35,5<br />

giugno 41,2 26,1 15,1<br />

t o t a l e 564,2 331,3 232,9<br />

Tab. 1 - Precipitazioni a Ravenna nel periodo di coltivazione del frumento<br />

a confronto con la media dei 5 anni precedenti.<br />

80<br />

70<br />

60<br />

50<br />

40<br />

30<br />

20<br />

10<br />

0<br />

11<br />

mm


TECNICA AGRONOMICA<br />

Altezza della falda: uno degli effetti della piovosità è<br />

quello dell’innalzamento della falda che, se è risultato poco<br />

significativo nelle aree dove la falda è regolarmente molto<br />

alta e deve essere controllata anche con l’ausilio dei<br />

Consorzi di Bonifica, come nel ferrarese (vedi fig. 2), nel<br />

cm<br />

12<br />

0<br />

-25<br />

-50<br />

-75<br />

-100<br />

-125<br />

-150<br />

-175<br />

-200<br />

-225<br />

-250<br />

-275<br />

-300<br />

-325<br />

ravennate ha causato distorsioni nel normale livello della<br />

falda che si sono evidenziate soprattutto nel periodo di<br />

fine inverno-inizio primavera (vedi fig. 3) con una falda che,<br />

a seconda dei periodi, è stata di 50-100 cm più alta rispetto<br />

alla annata precedente.<br />

2008-09<br />

2009-10<br />

30/9 31/10 30/11 31/12 31/1 28/2 31/3 30/4 31/5 30/6<br />

Fig. 2 - Andamento della profondità di falda, nella località di Filo (Fe) nel periodo ottobre-giugno: confronto 2008/09 con 2009/10<br />

(Dati Canale Emiliano Romagnolo).<br />

cm<br />

0<br />

-25<br />

-50<br />

-75<br />

-100<br />

-125<br />

-150<br />

-175<br />

-200<br />

-225<br />

-250<br />

-275<br />

-300<br />

-325<br />

2008-09<br />

2009-10<br />

30/9 31/10 30/11 31/12 31/1 28/2 31/3 30/4 31/5 30/6<br />

Fig. 3 - Andamento della profondità di falda, nella località di Santerno (Ra) nel periodo ottobre-giugno: confronto 2008/09 con 2009/10<br />

(Dati Canale Emiliano Romagnolo)


Quando la falda è molto superficiale, vicina al piano di<br />

campagna, l’apparato radicale viene ricacciato verso l’alto<br />

e non riesce ad approfondirsi; ne viene così limitata fortemente<br />

la capacità esplorativa e indebolita sia la possibilità<br />

di assorbire acqua nei momenti di siccità che di ricercare<br />

elementi nutritivi ed approvvigionarsene. Non si sono<br />

verificate quest’anno nel periodo di coltivazione del frumento<br />

libecciate con fiammate di calore e quindi non si è<br />

concretizzato il rischio di passare dalla eccessiva alla insufficiente<br />

disponibilità di acqua per la coltura; di contro si è<br />

constatato come la pianta del frumento quest’anno fosse<br />

più dipendente dalle concimazioni rispetto ad altre annate<br />

in cui l’apparato radicale riusciva ad esplorare un volume<br />

molto superiore di suolo.<br />

Campo concimazione<br />

<strong>Terremerse</strong><br />

È possibile supportare quanto detto con i dati del campo<br />

sperimentale di fertilizzazione del frumento che <strong>Terremerse</strong><br />

realizza ogni anno su tenero e duro e che quest’anno ha<br />

allestito presso l’azienda Savarna della coop. Agrisfera, che<br />

ringraziamo per la disponibilità dimostrata.<br />

Le tesi che hanno assicurato le migliori rese ed il migliore<br />

tenore proteico sono quelle dove si è distribuita la quantità<br />

di azoto calcolata col metodo del bilancio della regione<br />

Emilia-Romagna che, nel campo prova, era rispettivamente<br />

di 150 unità per il grano tenero e 170 unità per il grano<br />

duro. Queste unità di azoto erano distribuite in 3 passaggi<br />

t/ha<br />

9<br />

8<br />

7<br />

6<br />

5<br />

4<br />

3<br />

2<br />

7,32<br />

14,0<br />

8,11 8,00<br />

13,7<br />

13,4<br />

CONCIMAZIONE<br />

(accestimento, levata e botticella) nella tesi di riferimento<br />

mentre nella tesi con la linea di concimazione <strong>Terremerse</strong><br />

erano distribuite in soli 2 passaggi, accestimento e botticella,<br />

dove all’accestimento veniva impiegato il concime a<br />

cessione graduale messo a punto da <strong>Terremerse</strong>, EmerN<br />

35: quindi, con un passaggio distributivo in meno, si sono<br />

conseguiti risultati produttivi statisticamente analoghi.<br />

<strong>Terremerse</strong> Tesi standard 1 Tesi standard 2 Test 0 N Media di campo<br />

Fig. 4 - Prova concimazione frumento tenero Blasco - <strong>Terremerse</strong> <strong>2010</strong> - la tesi <strong>Terremerse</strong> comprende il concime a cessione<br />

graduale dell’azoto EmerN 35 e prevede un passaggio distributivo in meno rispetto alle due tesi standard.<br />

t/ha<br />

10<br />

9<br />

8<br />

7<br />

6<br />

5<br />

4<br />

3<br />

2<br />

resa 13%U t/ha proteine %<br />

8,11 8,03<br />

13,7<br />

Fig. 5 - Prova concimazione frumento tenero Blasco - <strong>Terremerse</strong><br />

<strong>2010</strong> - le due tesi a confronto prevedevano gli stessi interventi,<br />

tranne la somministrazione in accestimento di Chelal<br />

Cu alla dose di 1,5 litri/ha.<br />

resa 13%U t/ha proteine %<br />

3,45<br />

11,2<br />

14,3<br />

Tesi standard + rame chelato<br />

6,56<br />

13,3<br />

16,0<br />

15,5<br />

15,0<br />

14,5<br />

14,0<br />

13,5<br />

13,0<br />

12,5<br />

12,0<br />

17<br />

16<br />

15<br />

14<br />

13<br />

12<br />

11<br />

10<br />

13<br />

%ss<br />

% ss


TECNICA AGRONOMICA<br />

Un altro aspetto interessante emerso dalla sperimentazione<br />

è che, a parità di tipologia ed unità di azoto distribuito,<br />

la somministrazione di Chelal Cu (rame chelato) alla dose<br />

di 1,5 l/ha in miscela con il diserbo ha migliorato sia nel<br />

grano tenero Blasco che nel grano duro Levante la produzione<br />

di proteine.<br />

Impostazione della<br />

concimazione per<br />

la prossima campagna<br />

La corretta concimazione del frumento si imposta tenendo<br />

conto:<br />

a) del terreno<br />

b) della precessione colturale<br />

c) della produzione attesa<br />

d) dei tempi di assorbimento degli elementi nutritivi.<br />

Terreno: nei rapporti con i suoi associati <strong>Terremerse</strong> ha<br />

intensamente promosso le verifiche analitiche dei suoli<br />

in coltivazione: queste risultano importanti anche per la<br />

coltivazione del frumento, perché con la disponibilità della<br />

analisi del terreno si può valutare la tessitura, che influenza<br />

notevolmente l’entità ed i tempi del rilascio degli elementi<br />

nutritivi; la dotazione di sostanza organica, che è uno dei<br />

fattori principali di fertilità del suolo; il tenore di fosforo e<br />

potassio, per valutare se è necessaria una integrazione con<br />

questi fondamentali macroelementi.<br />

Precessione colturale: una precessione colturale favorevole<br />

(foraggere, orticole) o depauperante (sorgo, soia,<br />

ristoppi) influisce sulla fertilità residua e quindi sulla potenzialità<br />

produttiva del cereale <strong>autunno</strong>-vernino.<br />

Con precessione colturale sfavorevole e/o con cattive condizioni<br />

del letto di semina acquisisce maggiore importanza<br />

la concimazione alla semina, per la quale consigliamo l’impiego<br />

di un concime organo-minerale come Nutrigran Top<br />

(12-24,5) o Nutrifos (8-15), che contengono fosforo molto<br />

assimilabile grazie alla interazione con la sostanza organica<br />

ed una quantità di azoto adeguata per fare superare al<br />

frumento i primi mesi di coltivazione.<br />

Produzione attesa: gli asporti vengono calcolati in base<br />

alla produzione che si ritiene di conseguire. Con una produzione<br />

di 7 tonnellate di granella (senza considerare la<br />

paglia) si asportano circa 180 unità di azoto, 80 di Fosforo<br />

e 120 di Potassio.<br />

Numerosi anni di sperimentazione, condotta anche dalla<br />

Ricerca e Sviluppo <strong>Terremerse</strong>, hanno dimostrato che per<br />

14<br />

la produzione di proteine è fondamentale l’azoto, in particolare<br />

nella fase che va dalla spiga a un centimetro fino<br />

alla fioritura.<br />

Tempi di assorbimento degli elementi nutritivi:<br />

per un'ottimale gestione dell’azoto è necessario considerare<br />

che tutte le forme azotate presenti nel terreno o<br />

apportate con la concimazione vengono trasformate in<br />

forma nitrica, molto disponibile per le piante ma che, non<br />

essendo trattenuta dal suolo, è soggetta a dilavamento e<br />

quindi può originare spreco di unità fertilizzanti e inquinamento<br />

delle falde.<br />

In conseguenza di ciò è necessario concimare tenendo conto<br />

degli asporti del momento e privilegiando fertilizzanti a<br />

cessione graduale dell’azoto, come gli organo-minerali ed<br />

altri, che sono assai meno esposti al rischio di dilavamento<br />

in quanto rendono disponibile l’azoto in modo progressivo,<br />

che asseconda i flussi di assorbimento delle colture.<br />

I fertilizzanti a cessione graduale sono molto indicati per<br />

la concimazione azotata di epoca accestimento, in cui le<br />

richieste del frumento sono abbastanza limitate ma protratte<br />

nel tempo. In linea di massima si può considerare<br />

di distribuire il 60-70% dell’azoto necessario con questa<br />

tipologia di fertilizzanti azotati, tra cui spicca EmerN 35<br />

per la sua costanza di performance nelle diverse annate; la<br />

quota restante va somministrata alla botticella con fertilizzanti<br />

azotati a pronto rilascio.<br />

Per il frumento sono molto importanti anche altri elementi<br />

nutritivi quali lo zolfo ed il rame.


Il frumento asporta circa 40 unità di zolfo per 7 tonnellate<br />

di produzione e, se assorbito entro la fase di levata, esplica<br />

un'influenza favorevole sulla produzione di proteine: con<br />

la distribuzione di EmerN 35 si fornisce anche una buona<br />

parte dello zolfo necessario alla coltura.<br />

Il rame è il microelemento chiave per i cereali <strong>autunno</strong><strong>vernini</strong>:<br />

favorisce lo sviluppo dell’apparato radicale, l’ispessimento<br />

delle pareti cellulari e del fusto (che limita l’allettamento<br />

ed i danni da freddo), aumenta la fertilità della spiga<br />

e agevola la sintesi proteica.<br />

Precessione favorevole<br />

Suolo ben preparato<br />

Dotazione elevata in fosforo<br />

Non indispensabile,<br />

ma utile<br />

Lavorazione del suolo pre semina<br />

Dotazione bassa in fosforo<br />

No<br />

Precessione favorevole<br />

Rese attese medio-basse<br />

Tenore proteico non valorizzato<br />

Scarse precipitazioni<br />

Possibilità di entrare anche 3 volte<br />

con lo spandiconcime<br />

Concimazione solo con Azoto<br />

Possibilità di ri-concimare in caso<br />

di dilavamento<br />

No<br />

CONCIMAZIONE DEL FRUMENTO<br />

Concimazione<br />

pre semina<br />

Concimazione<br />

localizzata<br />

alla semina<br />

Quantità<br />

complessiva<br />

di azoto<br />

Impiego<br />

EmerN35<br />

(azotato a cessione<br />

graduale)<br />

Fig. 6 - Percorso decisionale per le scelte di concimazione del frumento.<br />

CONCIMAZIONE<br />

Il rame viene assorbito nel corso del periodo invernale e,<br />

come verificato nella prova di quest’anno, può essere somministrato<br />

per via fogliare in miscela con il diserbo.<br />

Quando si interviene per la difesa fungicida in fioritura è<br />

consigliato l’abbinamento con un concime fogliare, per fornire<br />

azoto, ma non solo, in una modalità che ne rende<br />

pronta la disponibilità e consente di stabilizzare e di incrementare<br />

le rese ed i tenori proteici: ciò è di interesse in<br />

particolare per le varietà con caratteristiche molitorie di<br />

pregio.<br />

Precessione depauperante<br />

Suolo mal preparato<br />

Varietà che accestisce poco<br />

Dotazione media o bassa in fosforo<br />

Suolo non lavorato<br />

Valorizzazione delle unità fertilizzanti<br />

Dotazione media o elevata in fosforo<br />

Precessione depauperante<br />

Resa attesa alta<br />

Tenore proteico valorizzato<br />

Piogge dilavanti<br />

Medio-bassa Elevata<br />

Sì<br />

Sì<br />

Volontà di ridurre gli ingressi in campo<br />

Concimazione anche con Zolfo<br />

Mitigazione del rischio dilavamento<br />

Sì<br />

15


TECNICA AGRONOMICA<br />

Il diserbo dei cereali<br />

<strong>autunno</strong>-<strong>vernini</strong><br />

Denis Bartolini - Ricerca e Sviluppo Cooperativa <strong>Terremerse</strong><br />

Il diserbo dei cereali a semina vernina è una pratica ormai<br />

consolidata negli anni grazie all’ampia disponibilità di numerosi<br />

principi attivi costantemente efficaci nei confronti della<br />

maggior parte delle specie graminacee e di quelle dicotiledoni.<br />

Attualmente esso si basa, sulla quasi totalità delle<br />

superfici, su unici trattamenti di post-emergenza effettuati<br />

dall’inizio dell’accestimento alla levata delle colture.<br />

In considerazione delle sempre più numerose segnalazioni<br />

nelle regioni centrali e meridionali italiane di accertata<br />

presenza di popolazioni di specie sia graminacee che dicotiledoni<br />

resistenti agli erbicidi fogliari di post-emergenza e<br />

dei primi casi, fortunatamente molto circoscritti, di parziale<br />

e non soddisfacente efficacia di alcuni dei principi attivi più<br />

utilizzati anche in alcune aree della Pianura Padana, è opportuno<br />

tuttavia mettere in atto tutti quegli accorgimenti<br />

utili per preservare al massimo l’efficacia dei molti prodotti,<br />

ma dei pochi meccanismi d’azione che abbiamo a<br />

disposizione.<br />

A tale scopo sarà necessario non considerare gli erbicidi<br />

come unica arma per il controllo delle diverse specie<br />

infestanti da eliminare, ma solo uno dei tasselli di un più<br />

complesso puzzle.<br />

16<br />

I fattori che comportano i maggiori rischi di insorgenza<br />

della resistenza si possono riassumere nei seguenti punti:<br />

• impiego di un solo meccanismo d’azione;<br />

• ripetuti trattamenti con un unico meccanismo d’azione;<br />

• ristoppio o rotazione molto stretta;<br />

• minima lavorazione e soprattutto semina su sodo;<br />

• infestazioni elevate.<br />

Dopo avere rispettato il più possibile queste semplici “regole”,<br />

per ottimizzare le potenzialità degli erbicidi fogliari<br />

di post-emergenza diventano molto importanti alcune ulteriori<br />

indicazioni:<br />

• non eccedere in riduzione delle dosi, attenendosi possibilmente<br />

a quelle indicate in etichetta;<br />

• effettuare i trattamenti su infestanti in ottimali condizioni<br />

vegetative, evitando eccessivi anticipi o ritardi<br />

delle applicazioni;<br />

• valorizzare al massimo l’impiego di erbicidi non selettivi<br />

(glifosate) sia in pre-semina della coltura che nella<br />

fasi di post-raccolta in modo da ridurre la pressione<br />

delle infestazioni.<br />

Foto 1 - Infestazione di Phalaris spp. Foto 2 - Infestazione di Papaver rhoeas.


L’anomala campagna<br />

cerealicola 2009-<strong>2010</strong><br />

L’eccezionale andamento pluviometrico ha avuto ripercussioni,<br />

oltre che su tutte le altre pratiche colturali, anche<br />

sulle operazioni di diserbo, effettuate tendenzialmente in<br />

ritardo su infestanti in avanzati stati di sviluppo.<br />

Fra le specie graminacee si è assistito ad una recrudescenza<br />

delle infestazioni di Avena, presente nella maggior parte<br />

degli areali su seminativi posti in successione anche a colture<br />

non favorevoli alla sua diffusione, quali mais e girasole.<br />

Non sono state invece rilevate variazioni per quanto<br />

riguarda la presenza delle altre principali specie infestanti<br />

graminacee, quali Alopecurus, Lolium e Bromus.<br />

Come nella scorsa campagna cerealicola, in considerazione<br />

della ridotta piovosità del periodo di fine estate e di inizio<br />

<strong>autunno</strong>, che non ha permesso una piena valorizzazione<br />

dell’azione rinettante esercitata dalle ultime lavorazioni di<br />

preparazione dei terreni e dagli interventi di bonifica con il<br />

sistemico glifosate, molto abbondanti sono risultati gli inerbimenti<br />

riscontrati sulle semine su sodo dopo erba medica,<br />

con una prevalente emergenza molto precoce di Lolium ed<br />

anche Poa spp..<br />

Stazionarie sono risultate le infestazioni di Phalaris spp.<br />

(foto 1) presente, anche se in modo molto sporadico, ormai<br />

pressoché in tutta la provincia di Ravenna.<br />

DISERBO<br />

Per ciò che concerne le specie dicotiledoni, in tutti gli areali<br />

le presenze di Galium rimangono limitate ai bordi degli appezzamenti,<br />

mentre prevalenti sono ancora le infestazioni<br />

delle crucifere (Rapistrum rugosum, Sinapis arvensis e Myagrum<br />

perfoliatum) in particolare nel ravennate e di Papaver<br />

rhoeas (foto 2). Sempre più in espansione è il cardo mariano<br />

(Sylibum marianum) (foto 3), particolarmente invasivo<br />

nelle zone di bonifica su terreni organici e nelle zone<br />

limitrofe, ma ormai presente anche nella pianura ravennate<br />

e quelle di Geranium spp.. Stazionarie sono risultate le infestazioni<br />

di Veronica hederifolia e persica ed in aumento<br />

quelle di Veronica arvensis.<br />

A causa della costante umidità dei terreni e della limitata<br />

capacità competitiva delle colture cerealicole, molti problemi<br />

sono stati riscontrati in prossimità delle operazioni<br />

di trebbiatura dovute alle infestazioni di Ammi majus (foto<br />

4), che anche con l’impiego degli erbicidi notoriamente<br />

più efficaci, non sono state eliminate completamente ed<br />

hanno ripreso il normale sviluppo finendo in molti casi<br />

per sovrastare le coltivazioni cerealicole. Sempre in relazione<br />

all’eccezionale andamento pluviometrico sono state<br />

riscontrate tardive e notevoli infestazioni di Convolvulus arvensis<br />

(vilucchio) ed Equisetum spp. ed anomale presenze di<br />

graminacee tipiche delle colture sarchiate primaverili (mais,<br />

soia, ecc.), quali Sorghum halepense (sorghetta).<br />

Foto 3 - Infestazione di Sylibum marianum Foto 4 - Infestazione di Ammi majus.<br />

17


TECNICA AGRONOMICA<br />

Le epoche d’intervento<br />

La migliore epoca di intervento con gli erbicidi ad azione<br />

fogliare si può identificare nel momento in cui si riesce<br />

ad esercitare la massima efficacia erbicida ai minori costi<br />

eliminando il più anticipatamente possibile gli effetti competitivi<br />

provocati dalle infestanti.<br />

Sperando nella prossima campagna cerealicola di operare<br />

con normali andamenti stagionali e con normali livelli di<br />

infestazione si possono ipotizzare due epoche di trattamento<br />

ben distinte:<br />

• interventi precoci da inizio a pieno accestimento delle<br />

colture con prevalente presenza di sole specie graminacee<br />

e dicotiledoni annuali (fine febbraio-metà marzo);<br />

• applicazioni medio-tardive su seminativi da fine accestimento<br />

a metà levata in caso di infestazioni ridotte o con<br />

prevalente emergenza di specie perenni, quali Cirsium,<br />

Equisetum, Convolvulus, ecc..<br />

In tutti casi comunque, diventa molto importante conoscere<br />

il più possibile il tipo ed il grado di infestazione dei<br />

propri appezzamenti o meglio effettuare un loro monitoraggio<br />

già alla fine dell’inverno.<br />

Le linee di diserbo consigliate<br />

Sia nelle semine su terreno lavorato che in quelle su sodo,<br />

in particolare dopo erba medica, contando su una favorevole<br />

piovosità del mese di settembre che permetta l’inizio<br />

dei processi germinativi ed il primo sviluppo delle infestanti<br />

ad emergenza più precoce, diventa fondamentale procedere<br />

ad un primo abbattimento delle infestazioni mediante<br />

trattamenti con erbicidi ad azione totale, impiegando preferibilmente<br />

il più attivo glifosate.<br />

I trattamenti con erbicidi ad azione residuale da effettuare<br />

subito dopo la semina interessano ormai solo limitatissime<br />

superfici e difficilmente sono risolutivi, ma possono essere<br />

di una certa utilità su terreni finemente preparati quando<br />

sono presumibili ridotte infestazioni di specie annuali sia<br />

DISERBANTE<br />

Glifosate (360 g/l)<br />

(Touchdown, Taifun, ecc.)<br />

Tab. 1 - Trattamenti di pre-semina.<br />

18<br />

Graminacee e<br />

dicotiledoni comuni<br />

nei primi stadi<br />

di sviluppo<br />

graminacee che dicotiledoni, assenza di Avena e Galium e<br />

con sufficiente piovosità dopo l’applicazione. La disponibilità<br />

di diserbanti utilizzabili in tale epoca è alquanto esigua<br />

e limitata a pendimetalin (Stomp Aqua, ecc.) addizionato di<br />

dosi ridotte di linuron (Linuron Sipcam Flow).<br />

Le applicazioni di post-emergenza precoce da inizio a pieno<br />

accestimento delle colture, che generalmente uniscono<br />

ad una perfetta attività erbicida una precoce eliminazione<br />

degli effetti competitivi sulle colture cerealicole, offrono<br />

anche la possibilità di utilizzare gommature a larga sezione<br />

ed operare con volumi d'acqua relativamente ridotti<br />

(150-200 l/ha), aumentando le potenzialità operative delle<br />

irroratrici. In relazione alla possibilità che durante questo<br />

periodo vi siano forti escursioni termiche e gelate notturne,<br />

occorre impiegare prodotti la cui attività non è condizionata<br />

dalle temperature e cioè le solfoniluree triasulfuron<br />

(Logran) e tribenuron-metile (Granstar 50 SX, ecc.),<br />

efficaci sulle dicotiledoni comuni, ad eccezione delle specie<br />

di Veronica e Galium, quest’ultimo invece sensibile all’azione<br />

di florasulam (Azimut).<br />

Quando le temperature si stabilizzano, risultano di valido<br />

impiego le miscele di tribenuron-metile + MCPP-P (Granstar<br />

Power SX) e triasulfuron o tribenuron-metile addizionati<br />

di ioxinil + bromoxinil (Briotril), tutte caratterizzate da<br />

una sufficiente attività anche nei confronti di Veronica spp..<br />

Per quanto riguarda le infestazioni delle specie graminacee,<br />

in questa fase i prodotti più indicati su frumento tenero<br />

e duro sono clodinafop-propargile (Topik 80 EC),<br />

dotato di completa efficacia su Avena e Alopecurus, e la<br />

più completa miscela di clodinafop-propargile + pinoxaden<br />

(Traxos), quest’ultima attiva anche nei confronti di Lolium<br />

spp. e Phalaris spp.. Dotato di attività esclusiva su Avena<br />

ed Alopecurus risulta di possibile impiego precoce anche il<br />

fenoxaprop-p-etile (Proper Energy, Gralit Max), mentre su<br />

prevalenti infestazioni di Bromus possono essere impiegate<br />

anche le miscele di iodosulfuron + mesosulfuron (Atlantis<br />

WG e Hussar Maxx), ricordando però che in caso di forti<br />

gelate possono manifestarsi più o meno persistenti fenomeni<br />

di fitotossicità.<br />

Assai più limitata è la scelta per quanto concerne i semina-<br />

Crucifere e<br />

ombrellifere<br />

sviluppate<br />

Dose consigliata (l/ha)<br />

Ricacci di sorgo Erba medica<br />

3 4 - 5 3 - 4 5 - 6


tivi di orzo, con ottimi risultati forniti da pinoxaden (Axial),<br />

molto selettivo ed efficace nei confronti della maggior parte<br />

delle specie graminacee.<br />

Quando non sussistono più gravi rischi di gelate notturne<br />

si possono iniziare le applicazioni con erbicidi ad azione ormonosimilie,<br />

addizionando alle solfoniluree, con presenza<br />

di Galium aparine, dosi medio-ridotte di fluroxipir (Starane<br />

21, ecc.) o fluroxipir + florasulam (Manta Duo).<br />

In caso di presenza di dicotiledoni perenni, sono giustificate<br />

anche le miscele a più ampio spettro d’azione, quali<br />

fluroxipir + clopiralid + MCPA (Ariane Gold o Ariane II),<br />

DISERBANTE<br />

Pendimetalin (455 g/l)<br />

(Stomp Aqua)<br />

Linuron (460 g/l)<br />

(Linuron Sipcam Flow)<br />

Dose/ha<br />

(l o kg)<br />

Tab. 2 - Trattamenti di pre-emergenza.<br />

DISERBANTE<br />

Clodinafop-propargile<br />

(Topik 80 EC)<br />

Fenoxaprop-p-etile<br />

(Gralit Max, Proper Energy)<br />

Pinoxaden<br />

(Axial)<br />

Pinoxaden +<br />

clodinafop-propargile<br />

(Traxos)<br />

Iodosulfuron +<br />

mesosulfuron<br />

(Atlantis WG)<br />

Iodosulfuron +<br />

mesosulfuron<br />

(Hussar Maxx)<br />

grano<br />

tenero<br />

Settore d'impiego<br />

grano<br />

duro<br />

orzo<br />

1,5-2 ✔ ✔ ✔<br />

✚<br />

0,5 ✔ ✔ ✔<br />

Dose/ha<br />

(l o kg)<br />

Settore d'impiego<br />

grano<br />

tenero grano<br />

duro<br />

0,600-0,750 ✔ ✔<br />

Tab. 3 - Trattamenti graminicidi di post-emergenza (da fine accestimento a secondo nodo).<br />

DISERBO<br />

di possibile impiego a dosi leggermente ridotte addizionate<br />

ad una solfonilurea. In caso di presenza di specie perenni a<br />

sviluppo più tardivo, tra cui Convolvulus ed Equisetum possono<br />

risultare convenienti anche applicazioni tardive con<br />

i classici composti ormonici a base di MCPA (Fenoxilene<br />

Max, ecc.) e 2,4-D + MCPA (Dicopur Combi, ecc.).<br />

È bene ricordare comunque, che risulta opportuno anticipare<br />

il più possibile anche queste applicazioni, in modo da<br />

ridurre al minimo i possibili effetti fitotossici determinati<br />

da fenomeni di deriva dei composti ormonici sulle colture<br />

limitrofe sia arboree che erbacee.<br />

orzo<br />

Infestanti<br />

controllate<br />

Avena, Alopecurus,<br />

Lolium entro<br />

l'accestimento<br />

1-1,5 ✔ ✔ Avena, Alopecurus<br />

0,450 ✔ ✔ ✔<br />

0,25 ✔ ✔<br />

0,5 ✔ ✔<br />

0,3 ✔ ✔<br />

Lolium, Avena,<br />

Phalaris<br />

Lolium, Avena,<br />

Alopecurus,<br />

Phalaris<br />

Lolium,<br />

Alopecurus, Avena,<br />

Phalaris, Bromus<br />

e alcune<br />

dicotiledoni<br />

Lolium,<br />

Alopecurus, Avena,<br />

Phalaris, Bromus e<br />

dicotiledoni<br />

Note<br />

utilizzare su terreno finemente<br />

preparato, possibilmente rullato<br />

e con seme ben ricoperto<br />

Note<br />

Miscibile con la maggior parte<br />

dei dicotiledonicidi. Utilizzare<br />

con bagnante non ionico (1<br />

l/ha)<br />

Miscibile con la maggior parte<br />

dei dicotiledonicidi<br />

Miscibile con la maggior parte<br />

dei dicotiledonicidi, evitando<br />

tribenuron-metile + MCPP-P<br />

con forti infestazioni di Avena.<br />

Addizionare Adigor (1,5 l/ha)<br />

Miscibile con la maggior<br />

parte dei dicotiledonicidi.<br />

Addizionare Adigor (1,25 l/ha)<br />

Miscibile con la maggior parte<br />

dei dicotiledonicidi.<br />

Non utilizzare sulla varietà<br />

Mieti. Addizionare Biopower<br />

(1 l/ha).<br />

Miscibile con la maggior<br />

parte dei dicotiledonicidi.<br />

Addizionare Biopower (1 l/ha)<br />

19


TECNICA AGRONOMICA<br />

Per quanto riguarda il controllo delle specie graminacee,<br />

tutti i graminicidi elencati precedentemente risultano sufficientemente<br />

efficaci anche su infestanti in stadi di sviluppo<br />

più avanzati, preferendo l’impiego di Topik 80 EC e Traxos<br />

con prevalenza di Avena ed Alopecurus e di Traxos ed<br />

Axial quando preoccupano maggiormente le infestazioni<br />

di Lolium.<br />

DISERBANTE<br />

Tribenuron-metile (50%)<br />

(Granstar 50 SX)<br />

Tribenuron-metile (75%)<br />

(Grenadier 75 DF, ecc.)<br />

Triasulfuron<br />

(Logran)<br />

Florasulam<br />

(Azimut)<br />

Triburon-metile + MCPP<br />

(Granstar Power SX)<br />

Fluroxipir + clopiralid +<br />

MCPA (estere)<br />

(Ariane Gold)<br />

Fluroxipir + clopiralid +<br />

MCPA (sale)<br />

(Ariane II)<br />

Fluroxipir<br />

(Starane 21, ecc.)<br />

Fluroxipir + florasulam<br />

(Manta Duo, ecc.)<br />

Ioxinil + bromoxinil<br />

(Briotril)<br />

2,4-D + MCPA<br />

(Dicopur Combi, ecc.)<br />

Tab. 4 - Trattamenti dicotiledonicidi di post-emergenza (da fine accestimento a secondo nodo).<br />

20<br />

Dose/ha<br />

(l o kg)<br />

Settore d'impiego<br />

grano<br />

tenero grano<br />

duro<br />

È bene ricordare che in caso di forti presenze di graminacee<br />

è opportuno non posticipare eccessivamente i trattamenti<br />

in quanto, anche se l’efficacia è visivamente soddisfacente,<br />

l’azione competitiva delle infestanti sulle colture ha<br />

già determinato i suoi effetti negativi.<br />

orzo<br />

0,020-0,030 ✔ ✔ ✔<br />

0,015-0,020 ✔ ✔ ✔<br />

0,037 ✔ ✔ ✔<br />

0,100-0,125 ✔ ✔ ✔<br />

1,090 ✔ ✔ ✔<br />

Infestanti<br />

controllate<br />

Dicotiledoni annuali<br />

(esclusi Galium e<br />

Veronica)<br />

Dicotiledoni annuali<br />

(compreso Galium,<br />

ma non Veronica e<br />

Fumaria)<br />

Dicotiledoni annuali<br />

(compresa Veronica<br />

e Galium nei primi<br />

stadi di sviluppo)<br />

2,5-3 ✔ ✔ ✔<br />

Dicotiledoni annuali<br />

e perenni (compreso<br />

3,5-4 ✔ ✔ ✔<br />

Galium)<br />

0,5-0,7 ✔ ✔ ✔<br />

1-1,8 ✔ ✔ ✔<br />

1,5-2,5 ✔ ✔ ✔<br />

1-1,5 ✔ ✔ ✔<br />

Galium ed altre<br />

dicotiledoni annuali e<br />

perenni<br />

Galium ed altre<br />

dicotiledoni annuali e<br />

perenni<br />

Dicotiledoni annuali<br />

(esclusi ombrelliefere,<br />

Galium e camomilla<br />

sviluppate)<br />

Cirsium, Equisetum,<br />

Convolvulus, Vicia ed<br />

altre dicotiledoni<br />

Note<br />

Utilizzare con bagnante non<br />

ionico. Miscibili con fluroxir,<br />

fluroxipir + florasulam,<br />

clodinafop-propargile,<br />

pinoxaden, fenoxapropp-etile,<br />

iodosulfuron +<br />

mesosulfuron<br />

Miscibile con clodinafoppropargile,<br />

pinoxaden,<br />

fenoxaprop-p-etile,<br />

iodosulfuron + mesosulfuron,<br />

fluroxipir, ecc.<br />

Utilizzare con bagnante<br />

non ionico. Non miscelare<br />

a pinoxaden in caso di forti<br />

infestazioni di Avena<br />

Miscibile con la maggior parte<br />

dei graminicidi. Attenzione ai<br />

frutteti e vigneti limitrofi per<br />

fenomeni di deriva<br />

Utilizzabile per infestazioni<br />

specifiche di Galium e come<br />

prodotto complementare<br />

di solfoniluree. Miscibile con<br />

tutti i graminicidi<br />

Utilizzabile per infestazioni<br />

miste. Miscibile con tutti i<br />

graminicidi<br />

Utilizzabile anche come<br />

prodotto complementare<br />

di solfoniluree. Miscibile con<br />

tutti i graminicidi<br />

Attenzione ai frutteti e vigneti<br />

limitrofi per fenomeni di<br />

deriva


Il controllo dei parassiti<br />

Gianfranco Pradolesi e Gianfranco Donati - Ricerca e Sviluppo Cooperativa <strong>Terremerse</strong><br />

Parassiti animali<br />

Specialmente nelle semine su sodo successive all’erba medica<br />

sono frequenti gli attacchi da parte delle limacce che<br />

possono provocare anche vistosi diradamenti della coltura<br />

in emergenza. In tal caso il consiglio è quello di impiegare<br />

esche limacide già alla semina (alla dose di circa 10 kg/ha)<br />

miscelandole con le sementi, e controllare con attenzione<br />

la fase successiva all’emergenza, verificando la necessità di<br />

ripetere l’applicazione sulle infestazioni in corso.<br />

Su semine anticipate, soprattutto con temperature miti,<br />

sovente possono verificarsi presenze di elateridi.<br />

Questi coleotteri possono provocare disseccamenti a<br />

chiazze del frumento che viene eroso a livello del colletto;<br />

a volte i sintomi si rendono evidenti solo a distanza di<br />

tempo. Generalmente il danno è di lieve entità in quanto<br />

l’assenza delle piantine viene compensato dall’aumentato<br />

accestimento della coltura, per cui solitamente, tranne in<br />

caso di forti infestazioni, non sono necessari interventi di<br />

difesa specifici.<br />

Per quanto concerne gli afidi, alcune specie, in concomitanza<br />

di autunni miti, possono colonizzare i cereali fin<br />

dall’emergenza, come Rhopalosiphum padi. Questo afide<br />

solitamente provoca un progressivo ingiallimento e deperimento<br />

dei cereali infestati, inoltre su orzo è vettore del<br />

virus responsabile della sindrome denominata “nanismo<br />

giallo dell’orzo” (Barley yellow dwarf virus).<br />

È però da maggio che il frumento può subire gli attacchi<br />

di importanti di afidi, come Metopolophium dirhodum e, soprattutto<br />

Sitobion avenae. Il primo produce infestazioni più<br />

precoci, con colonie annidate sulla pagina inferiore delle<br />

foglie mediane, e raramente può determinare la decolorazione<br />

e la prematura senescenza delle foglie infestate.<br />

Invece S. avenae si addensa sulla spiga potendo arrecare, in<br />

particolare nella fase di maturazione lattea, ingenti perdite<br />

di produzione. Entrambi questi afidi risultano essere vettori<br />

del nanismo dell’orzo.<br />

PRODOTTO Principio attivo<br />

Dose/ha<br />

(l o kg)<br />

DIFESA<br />

In generale gli afidi che infestano il grano sono controllati<br />

efficacemente dai nemici naturali come le coccinelle; solo<br />

nel caso di incontrollata pullulazione è necessario ricorrere<br />

alla difesa chimica.<br />

Su S.aveane il consiglio tecnico è di intervenire quando le<br />

popolazioni iniziano a colonizzare la spiga utilizzando insetticidi<br />

specifici (tab. 1). Nel confronto degli altri afidi vettori<br />

di virosi, in particolare su orzo, è consigliabile intervenire<br />

con aficidi specifici superata la soglia di 3-5 afidi per pianta.<br />

Cimici Afidi Lema Cecidonia<br />

DPI<br />

<strong>2010</strong><br />

Classe<br />

tossicologica<br />

Mavrik 20 EW Tau-fluvalinate 250 ••• •• ••• • SI Nc<br />

Karate Zeon Lambda-cialotrina 200 ••• •• ••• • NO Xn<br />

Perfekthion Dimetoato 1 ••• •• ••• •• NO Xn<br />

Pirimor 17,5 Pirimicarb 0,5 - ••• - - SI Xn<br />

LEGENDA: ••• attività ottima, •• attività buona, • attività medio-scarsa.<br />

Tab. 1 - Principali insetticidi impiegabili su frumento.<br />

Forma adulta di Eurygasper Maura (cimice del grano)<br />

21


TECNICA AGRONOMICA<br />

Specie<br />

Indicata<br />

Tab. 2 - Trattamenti di concia industriale dei cereali a paglia consigliati dalla Coop. <strong>Terremerse</strong>.<br />

(Fonte: CONVASE, Accordo CQ: Concia Qualità <strong>2010</strong>).<br />

Dalla fase di botticella è possibile riscontrare la presenza<br />

della Lema (Oulema melanopus). Questo coleottero crisomelide<br />

solitamente non causa nei nostri ambienti danni diretti<br />

tali da rendere necessario il controllo chimico, anche<br />

se con infestazioni molto elevate e concentrate nella parte<br />

terminale del culmo, che possono penalizzare l’attività fotosintetica,<br />

e quindi la resa produttiva, può essere giustificato<br />

l’impiego di un insetticida abbattente.<br />

Tra i danni indiretti bisogna ricordare che anche la Lema è<br />

vettore di alcuni virus che possono infettare le graminacee.<br />

Negli ultimi anni si è posta particolare attenzione alle infestazioni<br />

da cimici, in particolare Eurygaster maura ed Aelia<br />

rostrata, che iniettando nella granella enzimi proteolitici<br />

durante la fase di maturazione cerosa, sono nefaste per<br />

la qualità delle farine che divengono non idonee per la panificazione<br />

né per la produzione di paste alimentari. Basti<br />

pensare che è sufficiente il 5% di cariossidi punte per rendere<br />

inutilizzabile la partita di frumento.<br />

La difesa è da attuarsi mediante l’impiego di efficaci insetticidi<br />

quando si rileva elevate concentrazioni areiche di<br />

queste cimici, dell’ordine di 5 individui per metro quadrato.<br />

Di fatto nei nostri comprensori raramente si raggiungono<br />

livelli gravi d’infestazione, come sovente capita nell’Italia<br />

Nord-Occidentale nelle peggiori annate. Anche perché<br />

temperature fresche nel mese di maggio e precipitazioni<br />

cumulate sopra i 50 mm sono sfavorevoli allo sviluppo di<br />

questi fitomizi.<br />

Saltuariamente negli anni passati si è assistito su frumento a<br />

gravi infestazioni di Cecidomia equestre (Haplodiplosis marginata),<br />

di difficile contenimento, le cui larve di colore arancione<br />

vivono tra la guaina ed il culmo del cereale. Per evitare tali<br />

infestazioni è sufficiente evitare di ristoppiare il frumento.<br />

22<br />

CLASSIFICAZIONE DEI TRATTAMENTI DI CONCIA INDUSTRIALE DEI CEREALI A PAGLIA<br />

Codice<br />

trattamento<br />

F C3<br />

Azione Specialità<br />

di contatto citotropica sistemica<br />

Prodotto<br />

Commerciale<br />

Principio attivo<br />

Dose<br />

(ml/100 kg<br />

di seme)<br />

• • • Kinto Triconazolo + Procloraz 150<br />

• Panoctine l Guazatina 190<br />

• • Celest Fludioxonil 200<br />

O C4 • • • Kinto Triconazolo + Procloraz 175<br />

F C5 • • Real geta Triticonazolo + Guazatina 500<br />

Prodotti naturali<br />

F-O CN Cedomon<br />

LEGENDA: CN= Conciante Naturale, F= Frumenti, O= Orzo, F-O= Frumenti e Orzo<br />

Pseudomonas<br />

Chlororaphis<br />

500<br />

Malattie fungine<br />

La coltura del grano è interessata da numerosi parassiti<br />

vegetali responsabili di malattie in grado di ridurre pesantemente<br />

le rese produttive mentre altre avversità fungine<br />

possono produrre sulla granella micotossine tossiche per<br />

l’uomo e per gli animali in allevamento.<br />

Gli attacchi fungini possono già interessare la fase di emergenza<br />

e vengono operati da un gruppo di patogeni (Carie,<br />

Carbone e Fusariosi) presenti nel seme o nei residui colturali<br />

dell’anno precedente.<br />

La migliore prevenzione contro queste malattie si ottiene<br />

utilizzando semente conciata industrialmente, tecnica che<br />

assicura una omogenea ed efficace copertura del seme.<br />

In tab. 2 sono riportate alcune conce, espresse secondo<br />

l’attuale classificazione del CONVASE, con indicate le specificità<br />

di ogni tipologia di anticrittogamici.<br />

Un cenno particolare è per la concia C5, Real Geta, che ancora<br />

oggi a distanza di parecchi anni d’utilizzo, rappresenta<br />

una soluzione in grado di fornire, a parità delle altre condizioni,<br />

risultati tangibili in termini di rese produttive (fig. 1).<br />

Se la concia del seme rappresenta un buon avvio delle<br />

strategie di difesa dalle malattie fungine, sono però da considerarsi<br />

sempre più fondamentali i trattamenti in vegetazione.<br />

Questi, se correttamente eseguiti, consentono di<br />

massimizzare la resa della coltura.<br />

Gli attacchi che interessano il frumento in vegetazione, da<br />

fine accestimento in avanti, sono causati da un altro gruppo<br />

di crittogame: oidio, ruggine, complesso della septoriosi<br />

e fusariosi, (fig. 2).


Resa la 13% di umidità (q/ha)<br />

70<br />

60<br />

50<br />

40<br />

30<br />

20<br />

10<br />

0<br />

48,5 a 49,1 a<br />

Celest<br />

(fluidoxonil)<br />

Kinto<br />

(triticonazolo +<br />

procoloraz)<br />

60,2 c<br />

Real Geta<br />

(triticonazolo +<br />

guazatina)<br />

DIFESA<br />

53,8 b<br />

Scenic<br />

(proticonazolo + tebuconazolo<br />

+ fluoxastrobyn)<br />

Fig. 1 - Resa areica su Levante in funzione del tipo di concia - prova R&S <strong>Terremerse</strong> <strong>2010</strong>.<br />

N.B.: le medie seguite della stessa lettera non sono significativamente differenti (P=05, Student-Newman-Keuls).<br />

Mal del piede<br />

Virosi<br />

Fig. 2 - Principali malattie fungine del frumento.<br />

Mal bianco<br />

Septoriosi<br />

Ruggine gialla<br />

Ruggine bruna<br />

Ruggine nera<br />

Fusariosi spiga<br />

23


TECNICA AGRONOMICA<br />

PRODOTTO Principio attivo Dose/ha<br />

(l o kg)<br />

Tab. 3 - Attività dei principali prodotti per la difesa dalle crittogame del frumento.<br />

Malattie fungine come “Ruggine gialla” (Puccinia striiformis),<br />

“bruna” (Puccinia recondita f.sp. tritici) e “nera” (Puccinia<br />

graminis f.sp. tritici) e “Complesso della septoriosi” (Septoria<br />

tritici; Stagonospora nodorum) possono influenzare le rese<br />

produttive con cali dell’ordine di diverse decina di punti<br />

in percentuale. Altresì, la “Fusariosi della spiga”, provocata<br />

principalmente da Fusarium graminarum e F. culmorum, a<br />

livello produttivo può avere un’incidenza limitata dell’ordine<br />

di alcuni punti in percentuale mentre, come visto nella<br />

trascorsa annata, può portare alla contaminazione della<br />

24<br />

Oidio Ruggine Septoriosi Fusarium<br />

DPI<br />

<strong>2010</strong><br />

Classe<br />

tossicologica<br />

Amistar Azoxistrobin 0,8-1 •• ••/••• ••• • SI Nc<br />

Amistar Xtra Ciproconazolo<br />

+ Azoxistrobin<br />

0,6-1 ••• ••• ••/••• • NO Xn<br />

Opera<br />

Epossiconazolo<br />

+ Piraclostrobin<br />

1-1,25 •• ••• ••• • NO Xn<br />

Sportak 45<br />

EW ed altri<br />

Procloraz 1 •• • •• ••/••• SI Nc<br />

Tilt Propiconazolo 0,5 ••• •• ••/••• • SI Nc<br />

Dedalus SE Tebuconazolo 5 •• ••• ••/••• ••/••• SI Xi<br />

Novel Duo<br />

Procloraz +<br />

Propiconazolo<br />

1,25 ••• •• ••/••• •• SI Xi<br />

Tiptor Xcell<br />

Procloraz +<br />

Ciproconazolo<br />

1-1,25 ••• ••• ••/••• ••/••• SI Xn<br />

LEGENDA: ••• attività ottima, •• attività buona, • attività medio-scarsa.<br />

N.B.: Dati ricavati dalla attività sperimentale della funzione R&S <strong>Terremerse</strong>.<br />

Infestazione di Puccinia Recondita. Infestazione di Fusarium.<br />

granella da micotossine, in particolare Deossinivalenolo<br />

(DON), sulle cariossidi infette. I livelli di DON ammessi<br />

sulla granella di frumento non trasformato sono normati<br />

e pari a 1250 ppb per il frumento tenero e 1750 ppb per<br />

quello duro.<br />

L’importanza degli attacchi di queste malattie fungine dipende<br />

da numerosi fattori tra cui la precessione colturale,<br />

la tecnica agronomica applicata, l’andamento stagionale e,<br />

non ultimo come influenza, la varietà seminata.<br />

È basilare tenere conto di questi fattori di rischio e con-


Severità (%) Septoriosi<br />

100<br />

90<br />

80<br />

70<br />

60<br />

50<br />

40<br />

30<br />

20<br />

10<br />

0<br />

trollare con attenzione i campi in corrispondenza delle fasi<br />

critiche per ogni patologia e trattare in maniera preventiva<br />

nelle varietà e nelle condizioni più a rischio.<br />

Per quanto concerne il “complesso del Mal del piede” bisogna<br />

ribadire come sia importante per contenere questa<br />

avversità fungina insistere sull’utilizzo di semente certificata<br />

e conciata e, non ultimo, sui metodi di prevenzione agronomica<br />

(rispetto della rotazione, interramento dei residui<br />

della coltura precedente, in particolare se cereale).<br />

Un punto da rimarcare al riguardo della difesa fungina è<br />

che da alcune annate siamo soggetti a pesanti infezioni da<br />

“Septoriosi”, che risultano fortemente lesive per la resa<br />

della coltura, con perdite di produzione che possono arrivare<br />

a 30-40%. Le prime infezioni possono verificarsi anche<br />

precocemente durante l’accestimento, ma il momento<br />

ottimale per controllare questa avversità è in levata, così<br />

da proteggere efficacemente la parte terminale della pianta<br />

(penultima foglia e foglia a bandiera), in modo da massimizzare<br />

il riempimento delle cariossidi (fig. 3).<br />

I fungicidi che in questi anni di sperimentazione hanno fornito<br />

il miglior controllo di questa malattia sono stati quelli<br />

che vedono in miscela una strobilurina (es. piraclostrobin<br />

o azoxistrobin) con un triazolo. Ne consegue che, oltre il<br />

trattamento anticrittogamico in fioritura, di fatto fonda-<br />

DIFESA<br />

Momento del trattamento fungicida - Data rilievo 3 giugno<br />

Penultima foglia<br />

Foglia a bandiera<br />

3 culmi (2 mar.) Fine accestimento (19 mar.) Fine levata (20 apr.) Fioritura 814 mag.)<br />

Fig. 3 - Riduzione della severità della Septoriosi in funzione del momento di applicazione del fungicida (Opera) su Aquilante –<br />

Prova R&S <strong>Terremerse</strong> <strong>2010</strong>.<br />

Infestazione di Puccinia Recondita e Septoria Trittici.<br />

25


TECNICA AGRONOMICA<br />

Riduzione di DON (%)<br />

100<br />

* nuovo fungicida specifico contro la Fusariosi della spiga di prossima introduzione sul mercato.<br />

Fig. 4 - Riduzione in percentuale del contenuto in DON rispetto il testimone non trattato su Levante in funzione del fungicida<br />

applicato ad inizio antesi - prova R&S <strong>Terremerse</strong> <strong>2010</strong>.<br />

Severità (%) Fusariosi<br />

26<br />

90<br />

80<br />

70<br />

60<br />

50<br />

40<br />

30<br />

20<br />

10<br />

0<br />

50,0<br />

45,0<br />

35,0<br />

30,0<br />

25,0<br />

20,0<br />

15,0<br />

10,0<br />

5,0<br />

0,0<br />

69<br />

Proline<br />

(triticonazolo)<br />

14,6 a<br />

48<br />

Folicur SE<br />

(tebuconazolo)<br />

35,0 c<br />

75<br />

Tiptor Xcell<br />

(ciproconazolo +<br />

ciprocloraz)<br />

25,4 b<br />

73<br />

Caramba*<br />

(metconazolo)<br />

17,5 a<br />

Celest Kinto Real Geta Scenic<br />

Fig. 5 - Severità dells Fusariosi della spiga su Levante in funzione del tipo di concia - prova R&S <strong>Terremerse</strong> <strong>2010</strong>.<br />

N.B.: le medie seguite della stessa lettera non sono significativamente differenti (P=05, Student-Newman-Keuls).


mentale, diventa sempre più utile intervenire anche in levata,<br />

sia su grano duro che tenero; impiego ormai contemplato<br />

anche nei Disciplinari di Produzione Integrata <strong>2010</strong>.<br />

Un cenno particolare è doveroso a proposito della “Fusariosi<br />

della spiga” e della contaminazione delle cariossidi<br />

da micotossine. Le gravi e diffuse infezioni di Fusariosi registrate<br />

nel <strong>2010</strong>, con la conseguente presenza di cariossidi<br />

striminzite e talvolta fortemente contaminate da DON,<br />

hanno messo in evidenza alcuni punti fondamentali. Innanzitutto,<br />

è stato confermato dal lato pratico che l’intensità di<br />

questa malattia è influenzata dal clima e dall’areale di coltivazione<br />

per quasi il 50%, dalla scelta della specie (più elevati<br />

i livelli di DON su grano duro rispetto al grano tenero) e<br />

della varietà per un 33%, e la rimanente quota è data dalla<br />

precessione colturale e dal tipo di lavorazione del suolo<br />

(pessima la minima lavorazione o la semina diretta).<br />

In particolare la precessione in questa annata ha fatto la<br />

In DIRETTA sul campo<br />

DIRETTA è la soluzione GASPARDO per la semina su sodo di cereali e soia.<br />

L’elemento con disco aprisolco di 470 mm permett e un preciso controllo di profondità sul punto di deposizione.<br />

Il nuovo limitatore conico riduce la resistenza all’avanzamento e di conseguenza i consumi, mentre il chiudi-solco disassato copre perfett amente<br />

il seme. Il cambio conti nuo garanti sce precisione ed affi dabilità.<br />

La tramoggia di nuovo design - per distribuire semi oppure semi+concime - è oggi più capiente (2100 l).<br />

DIRETTA, la semina su sodo secondo GASPARDO.<br />

www.maschionet.com<br />

DIFESA<br />

differenza nel contenuto in DON, risultando spesso elevato<br />

quando il frumento seguiva il mais o il sorgo. Inoltre,<br />

in modo estremamente significativo, si è osservato quanto<br />

la precessione e la lavorazione del suolo, a parità di specie<br />

e varietà, siano di gran lunga più influenti sul contenuto in<br />

DON di quanto lo sia il trattamento fungicida da applicare<br />

alla spigatura, che incide nel complesso pochi punti in percentuale.<br />

Nel merito del tipo di fungicida utilizzabile, i prodotti<br />

maggiormente efficaci consentono, come risaputo<br />

da diversi anni, una contenimento del contenuto in DON<br />

variabile del 50 al 70% rispetto il testimone non trattato,<br />

senza particolari differenze (fig. 4).<br />

Inoltre recenti evidenze indicano come anche la concia<br />

possa incidere sulla “Fusariosi della spiga”. Anche la R&S<br />

<strong>Terremerse</strong>, con una prova appositamente costruita per<br />

confrontare le diverse conce, ha raggiunto su questa avversità<br />

dei risultati estremamente interessanti (fig. 5).<br />

27


CEREALI EMILIA-ROMAGNA<br />

Le quantità complessive di cereali <strong>autunno</strong> <strong>vernini</strong> ritirate<br />

quest’anno dall’O.P. Cereali Emilia Romagna sono state<br />

complessivamente pari a 354.000 Tons.<br />

Il dato, inferiore sul 2009 (-14%) è dovuto alla minor superficie<br />

investita in particolare di frumento tenero e orzo<br />

ed alle rese che sono state caratterizzate da una forte disomogeneità<br />

territoriale.<br />

A livello della Regione Emilia Romagna, le superfici investite<br />

a cereali a paglia sono state inferiori (-7%) rispetto allo<br />

scorso anno.<br />

Le diminuzioni più consistenti si sono registrate nell’orzo<br />

(-16%) e nel frumento tenero (-11%), mentre per il frumento<br />

duro il dato è risultato positivo (+5%).<br />

I cinque Soci dell’OP - Consorzio Agrario di Bologna e Modena,<br />

Coop. Progeo di Masone (RE), Consorzio Agrario<br />

di Forlì-Cesena e Rimini, Cooperativa Cereali Padenna di<br />

Ravenna e Cooperativa <strong>Terremerse</strong> di Bagnacavallo (RA)<br />

- hanno raccolto quantitativi che oggi sono ufficiosamente<br />

di 211.000 Tons di frumento tenero, 123.000 Tons di frumento<br />

duro e 18.000 Tons di orzo.<br />

Dalle prime e provvisorie elaborazioni sui dati statistici<br />

Regionali la diminuzione di resa produttiva a livello territoriale<br />

è più consistente nelle provincie dell’area Romagnola<br />

e Ferrarese.<br />

Le colture che più hanno risentito del calo produttivo sono<br />

state il frumento duro, l'orzo ed il frumento tenero, in particolare<br />

le “varietà precoci e bianche”.<br />

28<br />

L’O.P. Cereali Emilia-Romagna:<br />

valutazione sulla produzione dei<br />

cereali <strong>autunno</strong> <strong>vernini</strong> del <strong>2010</strong><br />

Augusto Verlicchi - Coordinatore del Comitato Tecnico Commerciale dell’OP Cereali Emilia-Romagna<br />

“Dal punto di vista agronomico gli impianti di frumento<br />

sono apparsi a ridosso della trebbiatura non sempre ben<br />

accestiti e con un numero di spighe per metro quadro inferiore<br />

agli standard. Le spighe presenti, inoltre, in molti casi<br />

sono risultate non completamente formate.<br />

Il verificarsi di tale anomala situazione è certamente correlato<br />

a ristagni idrici e basse temperature del suolo conseguenti<br />

ad un andamento stagionale caratterizzato da<br />

abbondanti e frequenti precipitazioni, in molti casi ben al<br />

di sopra delle medie del periodo.<br />

Concimazioni non sempre puntuali e possibili unitamente<br />

al forte dilavamento dell’azoto nei terreni spiegano inoltre<br />

la minor taglia dei frumenti e la diminuzione degli indici<br />

proteici riscontrati nella granella.<br />

In questo scenario pre-raccolta già non ottimale, si sono<br />

dimostrate particolarmente penalizzanti le piogge che hanno<br />

anticipato di qualche settimana le trebbiature provocando<br />

riduzioni di vitrosità delle cariossidi e, in molti casi,<br />

fenomeni di pregerminazione”.<br />

Alla luce di quanto verificatosi, pur nella consapevolezza<br />

che l’imprevedibilità del fattore clima risulta determinante,<br />

l’O.P. ritiene necessarie alcune considerazioni agronomiche<br />

(avvicendamento colturale, lavorazioni, ecc.) che dovranno<br />

essere base imprescindibile per la sostenibilità della<br />

cerealicoltura moderna.<br />

“Particolare attenzione dovrà essere posta alla coltivazio


ne del frumento duro vista anche la forte sensibilità di alcune<br />

varietà a fisiopatie (fusariosi, mal del piede, ruggine)<br />

corresponsabili di minor produzione e alterazioni igienico<br />

sanitarie delle cariossidi.<br />

Prezzi di mercato e contesto di riferimento<br />

Relativamente ai prezzi del mercato si può affermare che<br />

le prime quotazioni sono improntate al meglio.<br />

L’andamento stagionale ha sfavorito anche le produzioni<br />

degli altri Paesi Europei.<br />

Ad oggi i raccolti, seppur appena iniziati in molte regioni<br />

d’Europa, presuppongono forti riduzioni quantitative.<br />

Particolare apprensione destano le situazioni di Russia,<br />

Germania, Ucraina e Ungheria.<br />

Un contesto di riferimento quindi, diverso da quanto<br />

troppo ottimisticamente previsto che ha innescato nuovi e<br />

consistenti interessi di acquisto da parte del consumo.<br />

Come spesso accade l’aumento della domanda ha frenato<br />

l’entusiasmo dell’offerta che si è fatta via via più ridotta<br />

alimentando così aumenti consistenti delle quotazioni.<br />

La situazione attuale è pertanto in grande evoluzione, con<br />

quotazioni in forte ascesa.<br />

La cerealicoltura nazionale ha l’assoluto bisogno di prezzi<br />

che diano fiducia e sostenibilità al settore soprattutto<br />

in anni come questo, dove scarsa produzione e qualità<br />

rischiano di togliere quel poco di entusiasmo residuo.<br />

L’augurio e l’obiettivo sono di trovare un equilibrio strutturale<br />

tra quotazioni e produzioni tali da assicurare anche<br />

in futuro la redditività necessaria ad una sana competitività<br />

delle aziende cerealicole associate.<br />

%<br />

40<br />

35<br />

30<br />

25<br />

20<br />

15<br />

10<br />

5<br />

0<br />

37,0%<br />

Grano<br />

tenero<br />

CEREALI EMILIA-ROMAGNA<br />

Quantitativi di prodotto ritirati dai Soci dell'OP<br />

Cereali Emilia Romagna nel 2009<br />

Tipologia prodotto Totale in tn.<br />

GRANO TENERO 251.287,28<br />

GRANO DURO 129.761,08<br />

ORZO 27.452,42<br />

FAVINO 972,06<br />

PISELLO PROTEICO 386,69<br />

COLZA 1.152,54<br />

MAIS 159.719,53<br />

SORGO 89.249,33<br />

SOIA 11.563,40<br />

RISONE 2.011,00<br />

GIRASOLE 5.482,28<br />

TOTALE GENERALE 679.037,61<br />

Composizione in percentuale dei principali prodotti ritirati dai Soci dell'OP<br />

Cereali Emilia Romagna nel 2009<br />

19,1%<br />

Grano<br />

duro<br />

4,0%<br />

Orzo<br />

0,1%<br />

Favino<br />

0,1%<br />

Pisello<br />

proteico<br />

I numeri del 2009:<br />

Nel 2009 sono stati ritirati dai Soci dell’OP 679.038 tonnellate<br />

di prodotti cerealicoli e oleaginosi.<br />

Nella tabella e nel grafico sono illustrati i dati relativi ai quantitativi<br />

dei diversi prodotti.<br />

Il grano (tenero e duro) con 381.048 tonnellate, rappresenta<br />

il 56,1% del quantitativo complessivamente conferito.<br />

Dal confronto con le produzioni 2009 regionali e nazionali<br />

rilevate dall’ISTAT, l’OP Cereali Emilia Romagna rappresenta<br />

il 26% della produzione regionale. In particolare rappresenta<br />

il 29% del grano tenero, il 36% del grano duro, il 39% del girasole,<br />

sino ad arrivare al 50% del sorgo prodotto nella nostra<br />

Regione.<br />

0,2%<br />

Colza<br />

23,5%<br />

Mais<br />

13,1%<br />

Sorgo<br />

1,7%<br />

Soia<br />

0,3%<br />

Risone<br />

0,8%<br />

Girasole<br />

29


Prodotto Fitosanitaro autorizzato dal Ministero della Sanità, per composizione e n° di registrazione rifarsi al catalogo o al sito internet. Leggere attentamente le istruzioni riportate in etichetta. Copyright © 2007 DuPont. Tutti i diritti riservati.<br />

Il logo ovale di DuPont, DuPont, The miracles of science, Granstar ® Power SXTM , Granstar ® 50 SXTM , Flavos ® sono marchi commerciali registrati o marchi commerciali di E. I. Du Pont de Nemours and Company o di sue società affiliate.<br />

www.ita.ag.dupont.com<br />

Finalmente<br />

è arrivato!<br />

Granstar ® Power SX ,<br />

il protagonista<br />

assoluto nel diserbo<br />

del grano.<br />

La lotta alle infestanti del grano ha il<br />

suo nuovo leader: Granstar ® Power SX <br />

è più forte, più efficace e agisce in modo<br />

incisivo sulle problematiche del tuo grano.<br />

In tutto il territorio.<br />

Granstar ® Power SXTM unisce l’efficacia ormai<br />

collaudata di Granstar ® 50 SXTM e della componente<br />

ormonica MCPP-P:<br />

è in grado di controllare infestanti “difficili” come<br />

veronica, galium e fumaria;<br />

è compatibile con i più utilizzati graminicidi di<br />

post emergenza, consentendo un solo passaggio;<br />

grazie al diverso meccanismo di azione dei due<br />

principi attivi previene i fenomeni di resistenza;<br />

in miscela con Flavos ® rappresenta il miglior<br />

strumento oggi disponibile per la lotta al papavero<br />

resistente.<br />

Du Pont de Nemours Italiana s.r.l. - Crop Protection<br />

Centro Direzionale “Villa Fiorita” Via P. Gobetti, 2/C - 20063 Cernusco S/N (MI)<br />

e-mail: dp.agro@ita.dupont.com


Agrofarmaci autorizzati dal Ministero della Salute, per composizione e n° di registrazione rifarsi al catalogo o al sito internet. Leggere attentamente le istruzioni. ® Marchi registrati di una società del Gruppo Syngenta.<br />

Gli specialisti dei cereali<br />

per una protezione all’avanguardia.<br />

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