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MSNM Atti 22.indd - Museo di Storia Naturale della Maremma

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Fig. 4 – Andamento degli sfarfallamenti <strong>di</strong> Saperda punctata.<br />

re fi tosociologico che hanno permesso <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare zone <strong>di</strong> particolare interesse<br />

entomologico per ciascuna tipologia vegetazionale. Tali aree sono state scelte sulla<br />

base delle caratteristiche bioecologiche delle specie potenzialmente presenti, privilegiando<br />

gli ambienti che mostravano <strong>di</strong>screte quantità <strong>di</strong> necromassa legnosa o<br />

con piante in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> evidente deperimento, oppure ad<strong>di</strong>rittura ricercando in<br />

maniera puntiforme i singoli micro-habitat caratteristici delle entità più specializzate.<br />

Questa metodologia è stata preferita al campionamento casuale omogeneo viste<br />

le gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni dell’area <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o, la molteplicità degli habitat da monitorare<br />

ed il tempo a <strong>di</strong>sposizione relativamente breve, considerata la biologia <strong>di</strong> alcune<br />

specie stu<strong>di</strong>ate.<br />

Accurate indagini sono state rivolte alla determinazione <strong>della</strong> presenza, dell’abbondanza<br />

e <strong>della</strong> <strong>di</strong>stribuzione delle specie nei vari ambienti, <strong>di</strong>scriminando le essenze<br />

vegetali su cui sono stati rinvenuti gli insetti, e <strong>di</strong> questi, la parte sfruttata dagli<br />

sta<strong>di</strong> larvali; è stato così possibile verifi care la spartizione spaziale e temporale <strong>di</strong><br />

habitat che si verifi ca tra le varie specie nel processo <strong>di</strong> colonizzazione <strong>di</strong> una stessa<br />

pianta. Particolare attenzione è stata de<strong>di</strong>cata nell’evidenziare il ruolo ecologico delle<br />

specie presenti, con particolare riferimento a quelle più propriamente implicate nei<br />

processi degradativi <strong>della</strong> sostanza legnosa.<br />

Particolare attenzione è stata rivolta alle specie inserite negli allegati A e B <strong>della</strong><br />

Legge Regionale toscana n. 56/2000 e che per la maggior parte risultano confi nate,<br />

all’interno dell’area <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o, in ambienti caratterizzati da peculiarità stazionali e <strong>di</strong><br />

composizione e/o struttura dei popolamenti arborei.<br />

Lo stu<strong>di</strong>o delle specie che risultano maggiormente specializzate, o relegate a<br />

lembi <strong>di</strong> vegetazione poco mo<strong>di</strong>fi cati nella composizione e nella struttura, rappresenta<br />

in maniera molto puntuale lo stato <strong>di</strong> salute e <strong>di</strong> conservazione dei vari popolamenti.<br />

Tali specie sono in grado <strong>di</strong> fornirci dati interessanti sulla composizione originaria<br />

<strong>della</strong> coleotterofauna xilofaga delle nostre foreste planiziali, rappresentando in alcuni<br />

casi dei veri e propri relitti delle antiche foreste vergini. La loro presenza costituisce,<br />

già <strong>di</strong> per sé, un buon parametro per l’in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> ambienti meritevoli <strong>di</strong> tutela;<br />

le ulteriori informazioni ecologiche derivanti dallo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> queste entomocenosi

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