MSNM Atti 22.indd - Museo di Storia Naturale della Maremma
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<strong>di</strong> Roverella maggiormente tolleranti i substrati calcarei (Roso sempervirentis-Quercetum<br />
pubescentis). In quest’area si osservano fasi regressive che non si sviluppano<br />
mai dalla degradazione <strong>della</strong> lecceta, ma sono tipiche dei boschi <strong>di</strong> caducifoglie. Queste<br />
comprendono sia il mantello <strong>di</strong> Ramno Prunetea con Prunus e Crataegus, sia le<br />
praterie xeriche <strong>della</strong> classe Festuco Brometea.<br />
Un ulteriore esempio <strong>di</strong> contatto catenale tra la lecceta e i boschi <strong>di</strong> caducifoglie<br />
si ha nei casi <strong>di</strong> inversione altitu<strong>di</strong>nale, dove formazioni del Crataego-Quercion cerri<strong>di</strong>s<br />
si sviluppano nei piani basali sostituendo la lecceta. Nelle Ban<strong>di</strong>te <strong>di</strong> Scarlino<br />
questa alleanza si ritrova soltanto lungo il corso del torrente Rigo con l’associazione<br />
Melico unifl orae-Quercetum cerri<strong>di</strong>s e la sottoassociazione Carpinetosum betuli.<br />
Le altre cerrete, come quelle <strong>della</strong> Piana <strong>di</strong> Val Lupaia, Val Martina e Valle<br />
Lunga, sono caratterizzate da un sottobosco <strong>di</strong> sclerofi lle semprever<strong>di</strong> e rientrano<br />
nell’alleanza più xerofi la del Lonicero-Quercion pubescentis con l’associazione Erico<br />
arboreae-Quercetum cerri<strong>di</strong>s.<br />
La vegetazione ripariale rinvenibile lungo i principali corsi d’acqua (Alma,<br />
Rigo, Acqua Nera) rientra nell’alleanza Populion rappresentata da formazioni a Pioppo,<br />
Salice, Ontano e Frassino.<br />
L’area <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o presenta una moltitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> ambienti, seppur alcuni <strong>di</strong> limitatissime<br />
<strong>di</strong>mensioni, ma non per questo <strong>di</strong> minor rilievo. Reduce da un recente passato <strong>di</strong><br />
intense utilizzazioni forestali, mostra tratti ben conservati e con un elevato grado <strong>di</strong><br />
naturalità; questo ha offerto la possibilità <strong>di</strong> condurre interessanti osservazioni sulle<br />
relazioni tra le pratiche <strong>di</strong> utilizzazione e la composizione dell’entomofauna presente.<br />
Le indagini sono state fi nalizzate allo stu<strong>di</strong>o e al monitoraggio delle entomocenosi<br />
xilofaghe con speciale riguardo per le famiglie Cerambycidae, Buprestidae, Scarabaeidae,<br />
Lucanidae e Scolytidae. Per motivi <strong>di</strong> completezza sono state monitorate<br />
anche le entità legate alla vegetazione erbacea, ma che non rivestono per questo una<br />
posizione <strong>di</strong> minor rilievo; anch’esse infatti sono in grado <strong>di</strong> fornire preziose informazioni<br />
circa le tendenze evolutive <strong>di</strong> una comunità vegetale, fungendo da precisi<br />
in<strong>di</strong>catori biologici.<br />
Le ricerche sono state effettuate nel periodo compreso tra l’autunno 2004 e<br />
l’autunno 2006 all’interno del Complesso Agricolo Forestale Regionale delle “Ban<strong>di</strong>te<br />
<strong>di</strong> Scarlino”. Nelle fasi preliminari sono state compiute osservazioni a caratte-<br />
Fig. 3 – Catture mensili <strong>di</strong> Oxypleurus no<strong>di</strong>eri per l’anno 2006.<br />
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