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MSNM Atti 22.indd - Museo di Storia Naturale della Maremma

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Saperda punctata (Linnaeus, 1767)<br />

All’interno dell’area <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o è stata rinvenuta nei Comuni <strong>di</strong> Follonica, Scarlino<br />

e Castiglione <strong>della</strong> Pescaia, ma con buona probabilità risulta presente anche nel<br />

Comune <strong>di</strong> Gavorrano. La sua presenza è comunque strettamente legata a fi tocenosi<br />

igrofi le, nelle quali è presente l’Olmo, la sua pianta ospite.<br />

Nel complesso forestale la sua presenza è stata accertata unicamente su Ulmus<br />

minor. Lo sviluppo avviene a spese dei tronchi e delle branche <strong>di</strong> piante malate o morenti;<br />

le larve si sviluppano sotto corteccia per poi impuparsi nei primi strati dell’alburno,<br />

o talvolta nella stessa zona sottocorticale.<br />

Dallo stu<strong>di</strong>o effettuato emerge come la specie colonizzi talvolta in maniera pressoché<br />

esclusiva il tronco e le grosse branche <strong>della</strong> sua pianta nutrice, arrivando a<br />

concentrazioni larvali elevatissime. A tal riguardo è stato possibile assistere allo sfarfallamento<br />

<strong>di</strong> 438 in<strong>di</strong>vidui da una stessa pianta; questa presentava <strong>di</strong>ametro a petto<br />

d’uomo <strong>di</strong> 25 cm e altezza del fusto <strong>di</strong> circa 10 metri. Come accade per la maggior<br />

parte degli insetti, i maschi sono risultati i primi a sfarfallare, mostrando un picco<br />

anticipato <strong>di</strong> 7 giorni rispetto a quello delle femmine (fi g. 4). Gli esemplari <strong>di</strong> sesso<br />

maschile sono stati 237, mentre quelli <strong>di</strong> sesso femminile 201.<br />

Dalla stessa pianta è stato possibile <strong>di</strong>scriminare una spartizione <strong>di</strong> habitat con<br />

altre specie <strong>di</strong> xilofagi: dai rami <strong>di</strong> piccolo <strong>di</strong>ametro e dai rametti è stato possibile allevare<br />

26 in<strong>di</strong>vidui <strong>di</strong> Anthaxia manca L., 6 <strong>di</strong> Scintillatrix mirifi ca (Mulsant) e 1 <strong>di</strong> Chrysobotris<br />

affi nis (Fabricius) (Coleoptera: Buprestidae), ma anche 71 <strong>di</strong> Exocentrus<br />

punctipennis Mulsant et Guillebeau (Coleoptera: Cerambycidae) e alcuni in<strong>di</strong>vidui <strong>di</strong><br />

Scolytus multistriatus (Marsham) e centinaia <strong>di</strong> Scolytus pygmaeus (Fabricius) (Coleoptera:<br />

Scolytidae). Nella porzione <strong>di</strong>stale del tronco e delle grosse branche erano<br />

presenti solo pochi in<strong>di</strong>vidui <strong>di</strong> alcune delle specie sopra elencate, probabilmente per<br />

l’alta densità <strong>di</strong> Saperda punctata; nella parte basale erano presenti alcune larve immature<br />

<strong>di</strong> Aegosoma scabricorne.<br />

La specie è inserita nell’allegato A delle Legge Regionale toscana n. 56/2000.<br />

Spora<strong>di</strong>ca e localizzata, ha risentito e risente tutt’ora <strong>della</strong> scomparsa delle piante più<br />

vecchie <strong>di</strong> Olmo per opera <strong>della</strong> grafi osi. A causa <strong>della</strong> sempre minor frequenza <strong>di</strong><br />

questa essenza, che già <strong>di</strong> per sé andrebbe protetta per l’importanza delle fi tocenosi <strong>di</strong><br />

cui è partecipe, la specie merita particolare attenzione.<br />

Lucanidae<br />

Lucanus cervus (Linnaeus, 1758)<br />

L. cervus, per quanto non raro in Toscana, è in rarefazione in tutta Europa ed<br />

è quin<strong>di</strong> stato inserito nell’allegato II <strong>della</strong> Direttiva CEE/92/43 (Direttiva “Habitat”).<br />

La specie è protetta anche secondo gli allegati A e B <strong>della</strong> Legge Regionale<br />

toscana n. 56/2000. La specie è minacciata dalla <strong>di</strong>struzione dell’habitat a causa<br />

<strong>di</strong> incen<strong>di</strong>, abbattimento delle vecchie piante e rimozione dal bosco <strong>di</strong> alberi morti<br />

o deperenti.<br />

L. cervus è presente in tutto il territorio delle Ban<strong>di</strong>te <strong>di</strong> Scarlino, comunque<br />

si sottolineano le <strong>di</strong>mensioni molto inferiori degli in<strong>di</strong>vidui osservati su specie <strong>della</strong><br />

Macchia me<strong>di</strong>terranea. Piante piccole e <strong>di</strong> età non avanzata limitano lo sviluppo delle<br />

larve, mentre i boschi delle Ban<strong>di</strong>te più o meno esclusi dai tagli e con <strong>di</strong>screte quantità<br />

<strong>di</strong> necromassa legnosa offrono un habitat ideale e gli in<strong>di</strong>vidui osservati hanno<br />

<strong>di</strong>mensioni maggiori.<br />

Scarabaeidae<br />

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