MSNM Atti 22.indd - Museo di Storia Naturale della Maremma
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21/03/2000, per delega <strong>della</strong> stessa Regione Toscana. La foresta è sud<strong>di</strong>visa in tre<br />
corpi separati: quello più grande è compreso fra il mare Tirreno ed i paesi <strong>di</strong> Tirli e<br />
Scarlino, l’altro, meno esteso, si <strong>di</strong>sloca a ridosso <strong>di</strong> Castiglione <strong>della</strong> Pescaia, ed un<br />
terzo fra Follonica e Suvereto all’interno del Parco Interprovinciale <strong>di</strong> Montioni.<br />
Il clima è <strong>di</strong> tipo me<strong>di</strong>terraneo con una temperatura me<strong>di</strong>a annua <strong>di</strong> circa 14,7°C<br />
e precipitazioni che si aggirano intorno ai 766 mm, <strong>di</strong>stribuiti in 65 giorni l’anno. Il<br />
complesso forestale delle Ban<strong>di</strong>te <strong>di</strong> Scarlino rientra nella zona fi toclimatica del Lauretum<br />
interme<strong>di</strong>o secondo la classifi cazione <strong>di</strong> PAVARI (1916) e DE PHILIPPIS (1937) con<br />
un periodo <strong>di</strong> ari<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> tre mesi compreso tra giugno ed agosto (fi g. 2). Il clima non è<br />
omogeneo su tutto il territorio e tende a variare secondo l’assetto orografi co e con la<br />
<strong>di</strong>stanza dal mare. Allontanandosi dalla costa l’azione mitigatrice del mare <strong>di</strong>minuisce<br />
e le precipitazioni sono favorite in corrispondenza dei rilievi più interni. Le Ban<strong>di</strong>te <strong>di</strong><br />
Scarlino si estendono nell’entroterra fi no a 15 km nel loro punto più a Est e le stazioni<br />
termopluviometriche sui rilievi <strong>di</strong> quest’area registrano 13,3°C e 820 mm <strong>di</strong> pioggia<br />
me<strong>di</strong> annui (Tirli), contro le stazioni <strong>della</strong> costa che rispettivamente registrano circa<br />
15,4°C e 625 mm (Follonica).<br />
I boschi delle Ban<strong>di</strong>te <strong>di</strong> Scarlino sono costituiti essenzialmente da vegetazione<br />
sclerofi llica sempreverde (macchia me<strong>di</strong>terranea). Lo sviluppo <strong>della</strong> vegetazione è<br />
con<strong>di</strong>zionato fondamentalmente dall’ari<strong>di</strong>tà estiva, a cui si associa un rischio incen<strong>di</strong><br />
particolarmente elevato. Specie climax <strong>di</strong> queste formazioni è sicuramente il Leccio<br />
(Quercus ilex), che vegeta assieme ad altre sclerofi lle semprever<strong>di</strong> come Sughera (Q.<br />
suber), Corbezzolo (Arbutus unedo), Fillirea (Phillyrea latifolia, Phillyrea angustifolia),<br />
Mirto (Myrtus communis), Sondrio (Pistacia lentiscus), Stracciabrache (Smilax<br />
aspera), con foglie coriacee, piccole e ricche <strong>di</strong> sclerenchimi, ma anche assieme ad<br />
altre specie con foglie <strong>di</strong> tipo ericoide quali le Eriche (Erica arborea, Erica scoparia).<br />
Si trovano a vegetare assieme al Leccio anche essenze legnose con foglie più<br />
gran<strong>di</strong> e meno sclerifi cate quali le semprever<strong>di</strong> laurofi lliche Alloro (Laurus nobilis) e<br />
Legnolano (Viburnum tinus).<br />
Lo strato erbaceo, a causa <strong>della</strong> poca luce che riesce a fi ltrare, è invece caratterizzato<br />
da poche specie sciafi le quali Carex <strong>di</strong>stachya, Asplenium onopteris, il Ciclamino<br />
(Cyclamen repandum), il Pungitopo (Ruscus aculeatus) ecc., oltre a plantule<br />
delle specie legnose. Particolarmente ricco risulta invece il contingente delle lianose,<br />
che fanno assumere a questo tipo <strong>di</strong> vegetazione un aspetto sub-tropicale; abbiamo<br />
Smilax aspera, Lonicera implexa, Clematis fl ammula, Rosa sempervirens, Rubia peregrina.<br />
In estate, ma spesso anche in inverno, questo tipo <strong>di</strong> vegetazione subisce una<br />
pausa vegetativa a causa delle con<strong>di</strong>zioni climatiche particolarmente avverse, dovute<br />
al troppo caldo e alla carenza idrica nel primo caso e al freddo nell’altro.<br />
Nel complesso forestale delle Ban<strong>di</strong>te <strong>di</strong> Scarlino, l’associazione vegetale che<br />
si incontra per prima, a contatto con gli schizzi dell’acqua marina, è il Crithmo-Limonietum<br />
multiformis, caratterizzato dal Limonium (Limonium multiforme), il Finocchio<br />
<strong>di</strong> mare (Crithmum maritimum) e la Carota <strong>di</strong> mare (Daucus carota commutatus).<br />
Salendo sulla scogliera, si incontrano cespugli <strong>di</strong> Ginepro fenicio (Juniperus phoenicea)<br />
e <strong>di</strong> Barba <strong>di</strong> Giove (Anthyllis barba-jovis), <strong>di</strong> Lentisco o Sondrio, <strong>di</strong> Alaterno, <strong>di</strong><br />
Olivastro (Olea europaea), <strong>di</strong> Leccio, ecc.<br />
Superata la linea <strong>di</strong> costa rocciosa, al riparo dell’azione <strong>di</strong>retta del mare e <strong>della</strong> nebbiolina<br />
salmastra, la macchia bassa <strong>di</strong> roccia è sostituita da un tipo <strong>di</strong> vegetazione a maggiore<br />
sviluppo, sia <strong>di</strong>ametrale che longitu<strong>di</strong>nale. I soprassuoli che si incontrano, fi no a <strong>di</strong>versi<br />
chilometri verso l’interno, sono rappresentati dalla specie più caratteristica: il Leccio.<br />
Laddove è stato praticato un taglio recente, lo strato arbustivo che si forma è<br />
composto da numerose specie che, con il progressivo sviluppo del bosco, tendono a<br />
ridursi a favore del Leccio e <strong>di</strong> quelle che meglio sopportano l’ombreggiamento: il<br />
Legnolano, la Fillirea o Lillatro, lo Stracciabrache, il Ciclamino e il Pungitopo.<br />
Nel dopoguerra le utilizzazioni sono state sospese a causa <strong>della</strong> scarsa richiesta<br />
<strong>di</strong> legna da ardere e carbone, per riprendere negli anni ’80. Molti forteti si trovano<br />
quin<strong>di</strong> nella fase <strong>di</strong> cedui invecchiati, <strong>di</strong> cui alcuni hanno raggiunto un notevole grado