XXII CNIE - Accademia nazionale italiana di Entomologia
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Sessione II – Faunistica e biogeografia<br />
EFFETTI DEI CAMBIAMENTI CLIMATICI RECENTI SULLE CENOSI DI<br />
ARTROPODI: LE PIANE PROGLACIALI COME MODELLO DI STUDIO<br />
M. Gobbi<br />
Sezione <strong>di</strong> Zoologia degli Invertebrati, Museo Tridentino <strong>di</strong> Scienze Naturali, Via<br />
Calepina 14, 38100 Trento E-mail: mauro.gobbi@mtsn.tn.it<br />
Gli stu<strong>di</strong> volti a comprendere le cause dei cambiamenti climatici sono numerosi, ma<br />
ancora poco è noto sugli effetti. Il bioma alpino è particolarmente sensibile a<br />
cambiamenti anche <strong>di</strong> lieve intensità e i ghiacciai ne sono la più chiara evidenza. Gli<br />
stu<strong>di</strong> glaciologici, permettendo la datazione delle morene presenti nelle piane pro<br />
glaciali, consentono <strong>di</strong> ottenere una cronosequenza che permette <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are la<br />
successione spazio-temporale delle comunità animali. Scopo del presente contributo è <strong>di</strong><br />
fornire uno stato della conoscenza dei risultati fino ad ora ottenuti sulle Alpi inerenti<br />
l’effetto del ritiro glaciale sulle comunità <strong>di</strong> artropo<strong>di</strong> apportando anche dati ine<strong>di</strong>ti per<br />
le Alpi italiane (Ghiacciai del Gruppo Ortles - Cevedale).<br />
Il ritiro glaciale innesca una colonizzazione da parte degli artropo<strong>di</strong>. I primi 50 anni dal<br />
ritiro glaciale sono caratterizzati da un forte incremento della ricchezza <strong>di</strong> specie e<br />
abbondanza <strong>di</strong> in<strong>di</strong>vidui; con l’incrementare dell’età <strong>di</strong> deglaciazione la ricchezza <strong>di</strong><br />
specie e l’abbondanza <strong>di</strong> in<strong>di</strong>vidui raggiungono l’asintoto; i primi colonizzatori sono<br />
esclusivamente predatori mentre i fitofagi e i decompositori appaiono più tar<strong>di</strong>. Il<br />
principale fattore che guida la successione <strong>di</strong> artropo<strong>di</strong> è la maturità del suolo e lo<br />
sviluppo della vegetazione (vegetazione e artropo<strong>di</strong> mostrano i medesimi trend <strong>di</strong><br />
colonizzazione). I carabi<strong>di</strong> e i ragni sono gli unici taxa ubiquitari poiché presenti, con<br />
turnover <strong>di</strong> specie, dai siti deglacializzati da 10.000 anni a quelli ancora glacializzati. Per<br />
i ragni l’età <strong>di</strong> deglaciazione del suolo è l’unica variabile che determina <strong>di</strong>rettamente la<br />
loro propensione a colonizzare nuove aree; la ricchezza <strong>di</strong> specie varia con uno step che<br />
<strong>di</strong>fferenzia le specie in due raggruppamenti: il primo legato a siti deglacializzati da più <strong>di</strong><br />
100 anni ed è caratterizzato da un’alta ricchezza <strong>di</strong> specie, il secondo legato a siti<br />
deglacializzati da meno <strong>di</strong> 100 anni e possiede una bassissima ricchezza <strong>di</strong> specie. Per i<br />
carabi<strong>di</strong>, invece, è la copertura <strong>di</strong> vegetazione e <strong>di</strong> detrito ad avere particolare effetto<br />
sugli adattamenti morfo-funzionali delle singole specie. Le specie con ali ridotte,<br />
predatrici e <strong>di</strong> grosse <strong>di</strong>mensioni risultano legate agli sta<strong>di</strong> più antichi della successione e<br />
quin<strong>di</strong> agli habitat più strutturati, mentre le specie con le minori <strong>di</strong>mensioni e alate sono<br />
correlate ai siti <strong>di</strong> recente de glaciazione. Sulla base dei modelli previsionali riguardanti<br />
l’andamento della temperatura terrestre per i prossimi 100 anni, i risultati acquisiti<br />
permettono <strong>di</strong> ipotizzare che il gruppo <strong>di</strong> specie rinvenute nei siti deglacializzati da<br />
meno <strong>di</strong> 100 anni saranno in grado <strong>di</strong> rispondere velocemente all’incremento <strong>di</strong><br />
temperatura aumentando del doppio la velocità <strong>di</strong> colonizzazione delle nuove aree<br />
abbandonate dai ghiacciai. Le cenosi dei siti deglacializzati da almeno 100 anni saranno<br />
quelle che invece reagiranno a lungo termine in quanto legate alla maturità degli habitat.<br />
Parole chiave: carabi<strong>di</strong>, ragni, successione primaria, ghiacciai, cronosequenza<br />
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