XXII CNIE - Accademia nazionale italiana di Entomologia
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Sessione X - Controllo biologico DATI PRELIMINARI SUGLI OOPARASSITOIDI DELLE CICALINE DEL CASTAGNO G. Viggiani Dipartimento di Entomologia e Zoologia Agraria “Filippo Silvestri”, Università degli Studi di Napoli “Federico II”, via Università 100, 80055 Portici (NA). E-mail: giustiniano.matteuc@unina.it Negli ultimi anni, alle problematiche tradizionali relative alla difesa fitosanitaria del castagno si è aggiunta quella del controllo del cinipide galligeno Dryocosmus kuriphilus Yasumatsu. Va così delineandosi, almeno per i castagneti-frutteto, la possibile intensificazione d’interventi con prodotti chimici. In tale contesto potrebbero essere a rischio alcuni equilibri biologici, come quelli che riguardano in particolare gli acari, le cicaline e le cocciniglie. E’ noto, infatti, che questi gruppi di fitofagi sono contrastati efficacemente da diversi antagonisti. Per quanto riguarda le cicaline del castagno si hanno conoscenze molto scarse, soprattutto dal punto di vista biologico e non si hanno segnalazioni sui loro ooparassitoidi. Attualmente il riferimento bibliografico fondamentale è quello di Vidano e Arzone (1987). In castagneti della provincia di Salerno (Calvanico) e di Potenza (Rivello) sono stati prelevati a caso dal giugno al novembre 2008, almeno a cadenza mensile, dei rametti con foglie. Su questo materiale venivano prelevati gli stadi mobili delle cicaline e, per quelli non identificabili, se ne portava a termine lo sviluppo fino ad adulto. Delle uova riscontrate, se ne registrava lo stato e, da quelle sane, si cercava di ottenere le neanidi, mentre da quelle parassitizzate e con larve mature o pupe del parassitoide, poste singolarmente in microcapsule, si attendeva la fuoriuscita dell’adulto. I risultati finora ottenuti hanno messo in evidenza che le cicaline maggiormente presenti nei castagneti indagati sono risultate essere: Alebra spp., Empoasca spp., Edwardsiana spp., Lindbergina aurovittata (Douglas), Ribautiana spp. Per quanto riguarda L. aurovittata è stata per la prima volta accertata la presenza di tutti gli stadi della cicalina su castagno. Uova di questi fitomizi sono state rilevate in rami e nelle foglie. Nel primo caso, molto comuni sono risultate quelle di Alebra spp. deposte tipicamente nell’area sottostante la base delle gemme, meno comuni sono state quelle deposte in ferite praticate longitudinalmente ai rametti. Per quanto riguarda le foglie, uova di cicaline sono state osservate principalmente sulla pagina inferiore, nelle nervature e nella lamina, tranne quelle di L. aurovittata che sono deposte tipicamente nella pagina fogliare superiore. Dalle uova delle cicaline sono stati finora ottenuti Anagrus spp. e Polynema spp. (Hymenoptera: Mymaridae). Molto comune è risultato essere Pseudoligosita pallida (Kryger) (Hymenoptera: Trichogrammatidae) (Viggiani, 1987; Viggiani et al., 2004), del quale si segnalano nuovi ospiti. Parole chiave: Anagrus, Pseudoligosita, Mymaridae, Trichogrammatidae, Cicadellidae. 353
Sessione X - Controllo biologico CONTRIBUTO ALLA CARATTERIZZAZIONE DI PNIGALIO PECTINICORNIS (HYMENOPTERA: EULOPHIDAE) E SPECIE AFFINI M. Gebiola 1 , U. Bernardo 2 , P. Navone 3 & G. Viggiani 1 1 Dip. Ent. Zool. Agr. Univ. Napoli, Portici, Napoli E-mail: marco.gebiola@unina.it 2 CNR – Ist. Prot. Piante - Portici, Napoli, Italia. 3 Di.Va.P.R.A. Ent. Zool. Univ. Torino Il genere Pnigalio è costituito da ectoparassitoidi di numerosi insetti fitofagi appartenenti agli ordini Coleoptera, Diptera, Hymenoptera, Lepidoptera. La sistematica di questo genere è tuttora in evoluzione a causa di: 1) indisponibilità di molti tipi; 2) descrizioni effettuate su un singolo o su pochi individui; 3) elevata variabilità e plasticità fenotipica dei caratteri morfologici ritenuti diagnostici; 4) difficoltà di allevamento; 5) polifagia di molte specie. Di conseguenza, molte specie non sono ancora adeguatamente caratterizzate e risultano difficili da identificare utilizzando le chiavi dicotomiche disponibili. Pnigalio pectinicornis (Linnaeus), specie tipica del genere, risente delle problematiche sopraelencate. La specie è stata descritta nel 1758 da Linneo, ma il tipo non è più disponibile, pertanto vi è una grande incertezza sul suo status tassonomico, e diversi tassonomi ne danno interpretazioni diverse. Graham (1959), che per ultimo ha studiato in dettaglio P. pectinicornis, lo considera specie molto vicina a Pnigalio agraules (Walker) e da esso difficilmente distinguibile, al punto da formare un aggregato noto come pectinicornis. Nel presente studio, sono stati analizzati, integrando dati morfologici e molecolari, individui classificati come P. agraules e P. pectinicornis sensu Graham, oltre a individui di Pnigalio mediterraneus Ferrière & Delucchi (di recente dimostratasi specie valida) di P. agraules, e ad altri individui con caratteristiche comuni alle suddette entità ma con alcune differenze peculiari non riscontrabili in alcuna specie descritta. L’analisi molecolare è stata effettuata sequenziando sia un frammento di DNA mitocondriale (COI) sia una regione di DNA ribosomale (28S-D2). Le sequenze sono state analizzate filogeneticamente col metodo della parsimonia. Il risultato dell’analisi filogenetica ha dimostrato l’esistenza di 4 specie distinte e la validità dell’ipotesi di Graham sull’affinità tra P. agraules e P. pectinicornis. L’indagine morfologica degli individui sottoposti all’analisi molecolare ha evidenziato caratteri morfologici discriminanti tra le femmine di P. pectinicornis e tutte le altre ma non tra quelle di P. agraules e tutte quelle di P. mediterraneus. Resta da stabilire l’identità della quarta specie, che risulta essere distinta da P. pectinicornis; un confronto con il materiale tipico consentirà di far luce sullo status tassonomico di tale entità. In conclusione, tali risultati andranno successivamente verificati su scala più ampia mediante analisi morfometrica, al fine di valutarne l’utilizzo in chiavi tassonomiche. Parole chiave: parassitoidi, morfologia, filogenetica, mtDNA, rDNA. 354
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Sessione X - Controllo biologico<br />
CONTRIBUTO ALLA CARATTERIZZAZIONE DI PNIGALIO<br />
PECTINICORNIS (HYMENOPTERA: EULOPHIDAE) E SPECIE AFFINI<br />
M. Gebiola 1 , U. Bernardo 2 , P. Navone 3 & G. Viggiani 1<br />
1 Dip. Ent. Zool. Agr. Univ. Napoli, Portici, Napoli E-mail: marco.gebiola@unina.it<br />
2 CNR – Ist. Prot. Piante - Portici, Napoli, Italia.<br />
3 Di.Va.P.R.A. Ent. Zool. Univ. Torino<br />
Il genere Pnigalio è costituito da ectoparassitoi<strong>di</strong> <strong>di</strong> numerosi insetti fitofagi<br />
appartenenti agli or<strong>di</strong>ni Coleoptera, Diptera, Hymenoptera, Lepidoptera. La sistematica<br />
<strong>di</strong> questo genere è tuttora in evoluzione a causa <strong>di</strong>: 1) in<strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> molti tipi; 2)<br />
descrizioni effettuate su un singolo o su pochi in<strong>di</strong>vidui; 3) elevata variabilità e plasticità<br />
fenotipica dei caratteri morfologici ritenuti <strong>di</strong>agnostici; 4) <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> allevamento; 5)<br />
polifagia <strong>di</strong> molte specie. Di conseguenza, molte specie non sono ancora adeguatamente<br />
caratterizzate e risultano <strong>di</strong>fficili da identificare utilizzando le chiavi <strong>di</strong>cotomiche<br />
<strong>di</strong>sponibili.<br />
Pnigalio pectinicornis (Linnaeus), specie tipica del genere, risente delle problematiche<br />
sopraelencate. La specie è stata descritta nel 1758 da Linneo, ma il tipo non è più<br />
<strong>di</strong>sponibile, pertanto vi è una grande incertezza sul suo status tassonomico, e <strong>di</strong>versi<br />
tassonomi ne danno interpretazioni <strong>di</strong>verse. Graham (1959), che per ultimo ha stu<strong>di</strong>ato in<br />
dettaglio P. pectinicornis, lo considera specie molto vicina a Pnigalio agraules (Walker)<br />
e da esso <strong>di</strong>fficilmente <strong>di</strong>stinguibile, al punto da formare un aggregato noto come<br />
pectinicornis.<br />
Nel presente stu<strong>di</strong>o, sono stati analizzati, integrando dati morfologici e molecolari,<br />
in<strong>di</strong>vidui classificati come P. agraules e P. pectinicornis sensu Graham, oltre a in<strong>di</strong>vidui<br />
<strong>di</strong> Pnigalio me<strong>di</strong>terraneus Ferrière & Delucchi (<strong>di</strong> recente <strong>di</strong>mostratasi specie valida) <strong>di</strong><br />
P. agraules, e ad altri in<strong>di</strong>vidui con caratteristiche comuni alle suddette entità ma con<br />
alcune <strong>di</strong>fferenze peculiari non riscontrabili in alcuna specie descritta. L’analisi<br />
molecolare è stata effettuata sequenziando sia un frammento <strong>di</strong> DNA mitocondriale<br />
(COI) sia una regione <strong>di</strong> DNA ribosomale (28S-D2). Le sequenze sono state analizzate<br />
filogeneticamente col metodo della parsimonia.<br />
Il risultato dell’analisi filogenetica ha <strong>di</strong>mostrato l’esistenza <strong>di</strong> 4 specie <strong>di</strong>stinte e la<br />
vali<strong>di</strong>tà dell’ipotesi <strong>di</strong> Graham sull’affinità tra P. agraules e P. pectinicornis.<br />
L’indagine morfologica degli in<strong>di</strong>vidui sottoposti all’analisi molecolare ha evidenziato<br />
caratteri morfologici <strong>di</strong>scriminanti tra le femmine <strong>di</strong> P. pectinicornis e tutte le altre ma<br />
non tra quelle <strong>di</strong> P. agraules e tutte quelle <strong>di</strong> P. me<strong>di</strong>terraneus. Resta da stabilire<br />
l’identità della quarta specie, che risulta essere <strong>di</strong>stinta da P. pectinicornis; un confronto<br />
con il materiale tipico consentirà <strong>di</strong> far luce sullo status tassonomico <strong>di</strong> tale entità.<br />
In conclusione, tali risultati andranno successivamente verificati su scala più ampia<br />
me<strong>di</strong>ante analisi morfometrica, al fine <strong>di</strong> valutarne l’utilizzo in chiavi tassonomiche.<br />
Parole chiave: parassitoi<strong>di</strong>, morfologia, filogenetica, mtDNA, rDNA.<br />
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