XXII CNIE - Accademia nazionale italiana di Entomologia

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31.05.2013 Views

Sessione X - Controllo biologico IL PUNTERUOLO ROSSO DELLE PALME: MECCANISMI DI DIFESA E BIOCONTROLLO G. Mazza 1 , A. Frandi 1 , F. Acciai 1 , C. Ottagni 1 , A. Pecchioli 1 , I. Padovani 1 , S. Longo 2 , B. Perito 1 , S. Turillazzi 1 & R. Cervo 1 1Dipartimento di Biologia Evoluzionistica “Leo Pardi”, via Romana 17/19, 50125 Firenze E-mail: m.beppe81@libero.it 2 Dipartimento di Scienze e Tecnologie Fitosanitarie, via S. Sofia 100, 95123 Catania. Il Punteruolo rosso delle palme (Rhynchophorus ferrugineus Olivier, 1790), originario dell’Asia meridionale, è il più grande Coleottero Curculionidae attualmente presente in Italia. Segnalato per la prima volta nel 2004, sta creando seri problemi al settore ornamentale e vivaistico, oltre che alle aree verdi delle città. Allo stadio larvale attacca e distrugge le palme di varie specie (ad es. Phoenix canariensis Hortorum ex Chabaud) presenti nei giardini, nei parchi e nei viali, soprattutto delle città dell’Italia meridionale. Il controllo di questo fitofago si è rivelato problematico e di difficile realizzazione a causa delle sue proprietà invasive (ad es. alto tasso di fecondità e resistenza a stress ambientali). L’utilizzo di microrganismi, già sperimentato su altri insetti, può rappresentare un metodo di contenimento efficace e complementare ad altre tecniche. Partendo dall’osservazione, effettuata in laboratorio, che la presenza di larve di questi insetti previene la crescita di alcuni microrganismi sul substrato organico su cui vengono allevate, abbiamo voluto valutare, mediante tecniche microbiologiche, se i vari stadi di sviluppo di questa specie possiedano sostanze capaci di inibire la crescita microbica. Al fine di valutare la possibile presenza di meccanismi di difesa del Coleottero nei confronti di microrganismi da utilizzare nel biocontrollo, uova ed estratti in sostanze polari e apolari di larve e adulti di R. ferrugineus sono stati saggiati su Bacillus subtilis e Bacillus thuringiensis. I risultati preliminari evidenziano la presenza di attività in grado di inibire la crescita di tali microrganismi. Ulteriori studi dovranno essere condotti per scoprire la natura chimica di tali attività e per saggiarle su altri microrganismi. Parole chiave: Rhynchophorus ferrugineus, specie invasiva, palme, microrganismi, lotta biologica. 343

Sessione X - Controllo biologico IMPIEGO DI BEAUVERIA BASSIANA (BALSAMO) PER IL CONTENIMENTO DELLE INFESTAZIONI DI CERATITIS CAPITATA (WIED.) S. Ortu & A. Cocco Dipartimento di Protezione delle Piante, Università degli Studi di Sassari, via De Nicola, 07100 Sassari E-mail: ortusal@uniss.it Vengono riportati i risultati di indagini condotte in campo e in laboratorio con l’impiego di un prodotto biologico a base di una sospensione concentrata di spore del ceppo ATCC 74040 di Beauveria bassiana (Balsamo) (Naturalis, Intrachem Bio). Le prove di campo sono state condotte su una coltivazione particolarmente suscettibile agli attacchi di Ceratitis capitata (Wied.) (clementine) mettendo a confronto piante trattate settimanalmente con il formulato biologico e piante protette con un piretroide (Esfenvalerate), secondo la tradizione del luogo. In laboratorio sono state effettuate prove di scelta e di non-scelta, esponendo arance, mele e pesche biologiche a femmine ovideponenti allevate in laboratorio. I risultati delle prove di campo hanno evidenziato una minore presenza di adulti di C. capitata (401 contro 534 adulti/trappola) e una più contenuta percentuale di frutti infestati (4 contro 8% alla raccolta) nel campo trattato con il prodotto biologico rispetto a quello protetto con il piretroide. In laboratorio, sono stati preliminarmente messi a confronto diversi dosaggi di bioinsetticida (1,8, 5,4 e 9 ml/frutto) per verificare l’efficacia del prodotto in relazione alla copertura sui frutti. Sono emerse differenze statisticamente significative solamente tra il numero di punture rilevate sui frutti trattati con 1,8 ml/frutto di soluzione bioinsetticida e quelli trattati con gli altri dosaggi. La dose di 5,4 ml/frutto è stata dunque considerata più indicata, sia da un punto di vista economico che ecologico, in quanto assicura una protezione adeguata con minor impiego di bioinsetticida. Durante le prove di scelta le femmine hanno ovideposto maggiormente nelle arance non trattate rispetto a quelle protette con il bioinsetticida (1,1 rispetto a 0,2 punture/frutto). Questi risultati sono stati confermati dalla prova di non-scelta, in quanto nelle pesche non trattate sono state osservate 12,8 punture/frutto rispetto a 5,9 in quelle trattate con il prodotto biologico. L’effetto del bioinsetticida sui frutti è risultato evidente dopo 24 ore dal trattamento (periodo necessario per la germinazione delle spore) avvalorando l’ipotesi che l’effetto del bioinsetticida sia dovuto anche alla produzione di sostanze o di strutture morfologiche che condizionano il comportamento dell’insetto. Nel corso delle indagini è stata messa in evidenza l’assenza di attività dei coformulanti associati al bioinsetticida nel prodotto commerciale. I risultati ottenuti in laboratorio saranno verificati con ulteriori prove in campo, soprattutto per le specie frutticole più sensibili agli attacchi di C. capitata. Parole chiave: deterrente, ovideposizione, mosca della frutta 344

Sessione X - Controllo biologico<br />

IMPIEGO DI BEAUVERIA BASSIANA (BALSAMO) PER IL CONTENIMENTO<br />

DELLE INFESTAZIONI DI CERATITIS CAPITATA (WIED.)<br />

S. Ortu & A. Cocco<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Protezione delle Piante, Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Sassari, via De Nicola,<br />

07100 Sassari E-mail: ortusal@uniss.it<br />

Vengono riportati i risultati <strong>di</strong> indagini condotte in campo e in laboratorio con l’impiego<br />

<strong>di</strong> un prodotto biologico a base <strong>di</strong> una sospensione concentrata <strong>di</strong> spore del ceppo ATCC<br />

74040 <strong>di</strong> Beauveria bassiana (Balsamo) (Naturalis, Intrachem Bio). Le prove <strong>di</strong> campo<br />

sono state condotte su una coltivazione particolarmente suscettibile agli attacchi <strong>di</strong><br />

Ceratitis capitata (Wied.) (clementine) mettendo a confronto piante trattate<br />

settimanalmente con il formulato biologico e piante protette con un piretroide<br />

(Esfenvalerate), secondo la tra<strong>di</strong>zione del luogo. In laboratorio sono state effettuate<br />

prove <strong>di</strong> scelta e <strong>di</strong> non-scelta, esponendo arance, mele e pesche biologiche a femmine<br />

ovideponenti allevate in laboratorio.<br />

I risultati delle prove <strong>di</strong> campo hanno evidenziato una minore presenza <strong>di</strong> adulti <strong>di</strong> C.<br />

capitata (401 contro 534 adulti/trappola) e una più contenuta percentuale <strong>di</strong> frutti<br />

infestati (4 contro 8% alla raccolta) nel campo trattato con il prodotto biologico rispetto a<br />

quello protetto con il piretroide.<br />

In laboratorio, sono stati preliminarmente messi a confronto <strong>di</strong>versi dosaggi <strong>di</strong><br />

bioinsetticida (1,8, 5,4 e 9 ml/frutto) per verificare l’efficacia del prodotto in relazione<br />

alla copertura sui frutti. Sono emerse <strong>di</strong>fferenze statisticamente significative solamente<br />

tra il numero <strong>di</strong> punture rilevate sui frutti trattati con 1,8 ml/frutto <strong>di</strong> soluzione<br />

bioinsetticida e quelli trattati con gli altri dosaggi. La dose <strong>di</strong> 5,4 ml/frutto è stata dunque<br />

considerata più in<strong>di</strong>cata, sia da un punto <strong>di</strong> vista economico che ecologico, in quanto<br />

assicura una protezione adeguata con minor impiego <strong>di</strong> bioinsetticida.<br />

Durante le prove <strong>di</strong> scelta le femmine hanno ovideposto maggiormente nelle arance non<br />

trattate rispetto a quelle protette con il bioinsetticida (1,1 rispetto a 0,2 punture/frutto).<br />

Questi risultati sono stati confermati dalla prova <strong>di</strong> non-scelta, in quanto nelle pesche<br />

non trattate sono state osservate 12,8 punture/frutto rispetto a 5,9 in quelle trattate con il<br />

prodotto biologico. L’effetto del bioinsetticida sui frutti è risultato evidente dopo 24 ore<br />

dal trattamento (periodo necessario per la germinazione delle spore) avvalorando<br />

l’ipotesi che l’effetto del bioinsetticida sia dovuto anche alla produzione <strong>di</strong> sostanze o <strong>di</strong><br />

strutture morfologiche che con<strong>di</strong>zionano il comportamento dell’insetto. Nel corso delle<br />

indagini è stata messa in evidenza l’assenza <strong>di</strong> attività dei coformulanti associati al<br />

bioinsetticida nel prodotto commerciale.<br />

I risultati ottenuti in laboratorio saranno verificati con ulteriori prove in campo,<br />

soprattutto per le specie frutticole più sensibili agli attacchi <strong>di</strong> C. capitata.<br />

Parole chiave: deterrente, ovideposizione, mosca della frutta<br />

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