XXII CNIE - Accademia nazionale italiana di Entomologia

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31.05.2013 Views

Sessione X - Controllo biologico STUDIO DI PARAMETRI BIOLOGICI E COMPORTAMENTALI DI CEPPI COMMERCIALI DI MACROLOPHUS CALIGINOSUS WAGNER. S. Arpaia 1 , D. Bitonte 1 , G.M. Di Leo 1,2 , A. Caponero 3 1ENEA – Centro Ricerche Trisaia, Rotondella (MT) 2 Università degli Studi della Basilicata, Potenza. 3 ALSIA – Azienda Sperimentale “Pantanello”, Metaponto (MT) Le tecniche di controllo biologico reinoculativo ed inondativo con l’uso di rilevanti quantità di nemici naturali sono applicate su vaste aree per numerose colture in tutto il mondo. L’uso di nemici naturali di cattiva qualità ha contribuito al fallimento di interventi di controllo biologico e ha limitato la fiducia degli agricoltori in tale metodica di difesa fitosanitaria (van Lenteren, 1986). La dislocazione delle biofabbriche commerciali talvolta comporta la necessità di un periodo anche lungo di trasporto e pertanto il materiale che giunge agli agricoltori subisce questa ulteriore causa di stress (Gurr & Wratten, 2002). Le aziende biologiche dell’arco Ionico si trovano in tale situazione, essendo lontane dalle più grandi biofabbriche commerciali italiane. Nel presente lavoro sono stati valutati alcuni parametri biologici del predatore Macrolophus caliginosus Wagner in condizioni normali di utilizzo, per valutare l’eventuale effetto del trasporto del materiale biologico dalle biofabbriche al sito di rilascio. Per i nostri esperimenti sono stati utilizzati due ceppi commerciali (Koppert Italia s.r.l. e Bioplanet s.c.a.) e confrontati con un ceppo indigeno del predatore mantenuto in allevamento presso il Centro Ricerche ENEA – Trisaia. Sui predatori acquistati sono state valutate inizialmente la quantità degli individui presenti nelle confezioni e la mortalità nel campione. Sono state poi effettuate prove di volo in un wind-tunnel e delle prove di alimentazione in piastra con l’uso di neanidi di Myzus persicae Sulz. come preda. Il numero degli individui ricevuti nelle confezioni ha rispettato il criterio di qualità secondo le indicazioni in etichetta. La mortalità registrata all’arrivo è stata in tutti i campioni molto elevata, scendendo nettamente al di sotto della soglia minima suggerita dal protocollo IOBC. La percentuale degli individui che hanno volato entro il tempo fissato per la prova nel wind tunnel risulta significativamente differente (p = 0.05) fra i tre ceppi, con il ceppo indigeno che ha fornito i risultati migliori. I dati delle percentuali di individui mobili ed i tempi di inizio attività e di volo indicano una differenza solo marginalmente significativa (rispettivamente p = 0.08 e p = 0.07). Anche la quantità giornaliera di afidi consumati è risultata significativamente superiore per il ceppo indigeno. Parole chiave: Controllo qualità, nemici naturali, Miridi, Comportamento Bibliografia: Gurr, S. and D. Wratten, 2002. Biological Control: Measures of Success, Springer. v. Lenteren J. 1986. in Biological Plant and Health Protection, Fisher-Werlag 327

Sessione X - Controllo biologico RIPRODUZIONE PARTENOGENETICA TELITOCA INDOTTA DA BATTERI SIMBIONTI IN HYMENOPTERA PARASSITOIDI M. Giorgini Istituto per la Protezione delle Piante, CNR, Portici (NA) E-mail: giorgini@ipp.cnr.it Gli Imenotteri parassitoidi hanno una larga applicazione nel controllo biologico di insetti dannosi alle piante. Le specie che si riproducono per partenogenesi telitoca, in virtù della loro facilità di allevamento su scala industriale, tendono ad essere preferite, soprattutto se si vuole ricorrere al metodo inondativo. Non sempre però lo studio dei meccanismi che determinano la telitochia è sufficientemente considerato. La conoscenza degli stessi potrebbe far meglio comprendere le possibilità applicative di tali agenti di biocontrollo. Negli Imenotteri la telitochia può essere determinata geneticamente o essere indotta da batteri endosimbionti dei generi Wolbachia, Rickettsia e Cardinium. Questi causano il ripristino della diploidia nelle uova non fecondate che conseguentemente originano progenie femminile; inoltre, possono anche influenzare l’oogenesi e in generale la fertilità dell’ospite. Nel caso di telitochia indotta da batteri, le capacità riproduttive dei parassitoidi possono essere condizionate da fattori ambientali avversi all’attività microbica, come le alte temperature. I meccanismi citologici che causano il ripristino della diploidia caratterizzano in modo specifico i batteri coinvolti: duplicazione gametica in post-meiosi per Wolbachia, apomissia per Rickettsia. Mancano invece dati per il Cardinium. Le nostre ricerche mirano ad approfondire le conoscenze sulla partenogenesi telitoca in Encarsia (Aphelinidae), un genere di notevole interesse per il controllo biologico. Tutte le specie telitoche di Encarsia esaminate sono infette da Cardinium, tranne E. formosa che invece ospita Wolbachia. Le nostre osservazioni evidenziano l’esistenza di due diversi meccanismi di ripristino della diploidia: duplicazione gametica in E. formosa, e una diversa modalità automittica in specie con Cardinium. In E. hispida, in particolare, contrariamente a quanto avviene in specie con Wolbachia o Rickettsia, il ripristino della diploidia è una condizione necessaria ma non sufficiente per determinare lo sviluppo di progenie femminile, che avviene solo a seguito della femminilizzazione di embrioni maschili diploidi. Quindi il Cardinium, interagendo con il sistema di determinazione del sesso dell’ospite, induce individui geneticamente maschi a sviluppare fenotipicamente come femmine funzionali. Oltre a ciò, il Cardinium appare necessario alla fertilità dell’ospite. In definitiva l’evoluzione dell’associazione tra Cardinium ed E. hispida ha prodotto una simbiosi obbligata in cui i batteri manipolano la riproduzione dell’ospite a proprio vantaggio ed in cui l’ospite è diventato incapace di vita indipendente poiché alcune sue specifiche capacità metaboliche sono andate perse e sostituite dall’attività dei simbionti. Parole chiave: Cardinium, Encarsia, femminilizzazione, simbiosi obbligata, Wolbachia. 328

Sessione X - Controllo biologico<br />

RIPRODUZIONE PARTENOGENETICA TELITOCA INDOTTA DA BATTERI<br />

SIMBIONTI IN HYMENOPTERA PARASSITOIDI<br />

M. Giorgini<br />

Istituto per la Protezione delle Piante, CNR, Portici (NA) E-mail: giorgini@ipp.cnr.it<br />

Gli Imenotteri parassitoi<strong>di</strong> hanno una larga applicazione nel controllo biologico <strong>di</strong> insetti<br />

dannosi alle piante. Le specie che si riproducono per partenogenesi telitoca, in virtù della<br />

loro facilità <strong>di</strong> allevamento su scala industriale, tendono ad essere preferite, soprattutto<br />

se si vuole ricorrere al metodo inondativo. Non sempre però lo stu<strong>di</strong>o dei meccanismi<br />

che determinano la telitochia è sufficientemente considerato. La conoscenza degli stessi<br />

potrebbe far meglio comprendere le possibilità applicative <strong>di</strong> tali agenti <strong>di</strong> biocontrollo.<br />

Negli Imenotteri la telitochia può essere determinata geneticamente o essere indotta da<br />

batteri endosimbionti dei generi Wolbachia, Rickettsia e Car<strong>di</strong>nium. Questi causano il<br />

ripristino della <strong>di</strong>ploi<strong>di</strong>a nelle uova non fecondate che conseguentemente originano<br />

progenie femminile; inoltre, possono anche influenzare l’oogenesi e in generale la<br />

fertilità dell’ospite. Nel caso <strong>di</strong> telitochia indotta da batteri, le capacità riproduttive dei<br />

parassitoi<strong>di</strong> possono essere con<strong>di</strong>zionate da fattori ambientali avversi all’attività<br />

microbica, come le alte temperature. I meccanismi citologici che causano il ripristino<br />

della <strong>di</strong>ploi<strong>di</strong>a caratterizzano in modo specifico i batteri coinvolti: duplicazione gametica<br />

in post-meiosi per Wolbachia, apomissia per Rickettsia. Mancano invece dati per il<br />

Car<strong>di</strong>nium. Le nostre ricerche mirano ad approfon<strong>di</strong>re le conoscenze sulla partenogenesi<br />

telitoca in Encarsia (Aphelinidae), un genere <strong>di</strong> notevole interesse per il controllo<br />

biologico. Tutte le specie telitoche <strong>di</strong> Encarsia esaminate sono infette da Car<strong>di</strong>nium,<br />

tranne E. formosa che invece ospita Wolbachia. Le nostre osservazioni evidenziano<br />

l’esistenza <strong>di</strong> due <strong>di</strong>versi meccanismi <strong>di</strong> ripristino della <strong>di</strong>ploi<strong>di</strong>a: duplicazione gametica<br />

in E. formosa, e una <strong>di</strong>versa modalità automittica in specie con Car<strong>di</strong>nium. In E.<br />

hispida, in particolare, contrariamente a quanto avviene in specie con Wolbachia o<br />

Rickettsia, il ripristino della <strong>di</strong>ploi<strong>di</strong>a è una con<strong>di</strong>zione necessaria ma non sufficiente per<br />

determinare lo sviluppo <strong>di</strong> progenie femminile, che avviene solo a seguito della<br />

femminilizzazione <strong>di</strong> embrioni maschili <strong>di</strong>ploi<strong>di</strong>. Quin<strong>di</strong> il Car<strong>di</strong>nium, interagendo con<br />

il sistema <strong>di</strong> determinazione del sesso dell’ospite, induce in<strong>di</strong>vidui geneticamente maschi<br />

a sviluppare fenotipicamente come femmine funzionali. Oltre a ciò, il Car<strong>di</strong>nium appare<br />

necessario alla fertilità dell’ospite. In definitiva l’evoluzione dell’associazione tra<br />

Car<strong>di</strong>nium ed E. hispida ha prodotto una simbiosi obbligata in cui i batteri manipolano<br />

la riproduzione dell’ospite a proprio vantaggio ed in cui l’ospite è <strong>di</strong>ventato incapace <strong>di</strong><br />

vita in<strong>di</strong>pendente poiché alcune sue specifiche capacità metaboliche sono andate perse e<br />

sostituite dall’attività dei simbionti.<br />

Parole chiave: Car<strong>di</strong>nium, Encarsia, femminilizzazione, simbiosi obbligata, Wolbachia.<br />

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