XXII CNIE - Accademia nazionale italiana di Entomologia
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Sessione VIII - Biotecnologie entomologiche CERATITIS CAPITATA COME BIOMARKER DELLA FRUTTA BIOLOGICA* S. Arnone 1 , R. Gatti 1 , G. Zappa 1 , C. Tronci 2 , R. Tabilio 3 , R. Mandatori 3 , P. Rapisarda 4 & M. Cristofaro 1 1 ENEA CRE Casaccia BAS-BIOTEC Roma E-mail: massimo.cristofaro.cas@enea.it 2 BBCA onlus, Roma 3 CRA-Istituto Sperimentale per la Frutticoltura, Roma 4 Centro di ricerca per l'Agrumicoltura e le Colture Mediterranee, Acireale (CT) Gli organismi di controllo che valutano la presenza di residui di pesticidi non autorizzati nella frutta biologica dovrebbero avere a disposizione metodi di analisi rapidi ed attendibili. Diverse sono le tecniche analitiche disponibili (Guzsvany et al., 2005; Xu et al., 2006). Dal momento che dosi subletali di pesticidi anche al disotto del limite di rivelabità analitica sono in grado di disturbare il comportamento e la fisiologia degli insetti, si è voluto valutare la possibilità di impiegare Ceratitis capitata L (mosca della frutta) come organismo-indicatore della presenza di residui di insetticidi nei frutti. La strategia sperimentale ha previsto l’uso di 3 insetticidi: ®Spinosad GF-120, ®Decis-Jet e ®Confidor 200SL. Test dosimetrici sono stati effettuati per individuare le dosi di insetticidi capaci di inibire o ridurre la schiusura delle uova. Frutti di pesco allevati con metodo biologico e convenzionale di 2 cv sono stati insacchettati individualmente sulle piante e trattati a 3, 2 e 1 settimana dalla raccolta con soluzioni dei 3 insetticidi e sottoposti a 2 tipi di biosaggio: il primo ha previsto l’esposizione del frutto tal quale a mosche feconde per determinarne la mortalità, l’ovideposizione e l’eventuale sviluppo larvale, mentre estratti dei succhi ottenuti dalla centrifugazione della sola buccia (®Decis-Jet e ®Spinosad GF-120) o della buccia e polpa (®Confidor 200SL) sono stati utilizzati come substrato per uova e larve: la schiusura delle uova, lo sviluppo e l’attività larvale (range 1 ÷ 7) sono state considerati come parametri di valutazione. Gli estratti dei frutti trattati con ®Confidor 200SL sono stati anche analizzati mediante HPLC al fine di determinare la quantità di imidacloprid presente da mettere in relazione con i parametri rilevati dai biosaggi. I risultati hanno messo in evidenza che il parametro più attendibile per la valutazione di eventuali trattamenti illeciti o prossimi alla raccolta è l’attività larvale negli estratti dei frutti centrifugati mentre né la schiusura delle uova né la sopravvivenza degli adulti o l’ovideposizione sono stati in gradi di differenziare le tesi. Parole chiave: mosca mediterranea, residui pesticidi, biomarcatori Bibliografia: Guzsvany et al., 2005 J. Serb. Chem. Soc. 70 (5): 735 – 743; Xu et al., 2006 J. Agric. Food Chem. 54: 8444 – 8449. *Coordinamento Progetto”Biomarker” che ha finanziato la ricerca. Si ringrazia: tutto il personale della Biotecnology and Biological Control Agency (BBCA-onlus), M. Barlattani dell’ENEA, A. Fenio e E. Tescari della DowAgroscience. 277
Sessione VIII - Biotecnologie entomologiche SOPPRESSIONE DELLA RISPOSTA IMMUNITARIA DELL’OSPITE MEDIATA DA UN RNA NON CODIFICANTE DI UN BRACOVIRUS P. Falabella 1 , L. Riviello 1 , S. Gigliotti 2 , M.L. De Stradis 1 , M.T. Valente 1 , M. Pascale 1 , P.Varricchio 4 , M. de Eguileor 3 & F. Pennacchio 4 1 Dipartimento di Biologia, Difesa e Biotecnologie Agro-Forestali, Università della Basilicata, Potenza 2 Istituto di Genetica e Biofisica, CNR, Napoli 3 Dipartimento di Biologia Strutturale e Funzionale, Università dell’Insubria, Varese 4 Dipartimento di Entomologia e Zoologia Agraria “F. Silvestri”, Università di Napoli “Federico II”, Napoli Il genoma dei polydnavirus mostra caratteristiche simili a quelle degli eucarioti, con molti geni interrotti da introni e la presenza di estese regioni non codificanti. Le proprietà immunosoppressive di alcuni prodotti genici virali sono state inequivocabilmente dimostrate, mentre il possibile ruolo nella regolazione dell’ospite da parte di regioni non codificanti del genoma dei polydnavirus rimane sconosciuto. In questo lavoro dimostriamo che un RNA non codificante (ncRNA) del bracovirus associato al parassitoide Toxoneuron nigriceps (Hymenoptera, Braconidae) regola l’espressione di un gene del lepidottero ospite, Heliothis virescens (Lepidoptera, Noctuidae), coinvolto nella risposta immunitaria. Questo RNA non codificante mostra una sequenza complementare con la regione regolatrice all’estremità 5’ non tradotta del gene dell’ospite che è in grado di silenziare a livello traduzionale. Questo gene codifica una proteina localizzata in compartimenti di emociti delimitati da membrana, in cui essa forma fibrille amiloidi, che favoriscono la formazione di melanina in vitro. I nostri risultati dimostrano, per la prima volta, la presenza nei polydnavirus di un RNA non codificante che controlla l’espressione genica dell’ospite. Inoltre, la scoperta che il gene silenziato codifica un precursore di fibre amiloidi funzionali, stimola ad approfondire lo studio sui meccanismi molecolari che regolano la produzione localizzata di melanina nella risposta immunitaria innata degli insetti. Il trasferimento orizzontale di materiale genetico che si osserva tra la larva del lepidottero ospite e TnBV ha implicazioni evolutive interessanti, dato che avvalora l’ipotesi secondo cui i bracovirus possano derivare da un unico baculovirus ancestrale. Parole chiave: parassitoide, polydnavirus, Hymenoptera, regolazione dell’ospite, emociti. 278
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CERATITIS CAPITATA COME BIOMARKER DELLA FRUTTA BIOLOGICA*<br />
S. Arnone 1 , R. Gatti 1 , G. Zappa 1 , C. Tronci 2 , R. Tabilio 3 , R. Mandatori 3 , P.<br />
Rapisarda 4 & M. Cristofaro 1<br />
1<br />
ENEA CRE Casaccia BAS-BIOTEC Roma E-mail: massimo.cristofaro.cas@enea.it<br />
2<br />
BBCA onlus, Roma<br />
3<br />
CRA-Istituto Sperimentale per la Frutticoltura, Roma<br />
4<br />
Centro <strong>di</strong> ricerca per l'Agrumicoltura e le Colture Me<strong>di</strong>terranee, Acireale (CT)<br />
Gli organismi <strong>di</strong> controllo che valutano la presenza <strong>di</strong> residui <strong>di</strong> pestici<strong>di</strong> non autorizzati<br />
nella frutta biologica dovrebbero avere a <strong>di</strong>sposizione meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> analisi rapi<strong>di</strong> ed<br />
atten<strong>di</strong>bili. Diverse sono le tecniche analitiche <strong>di</strong>sponibili (Guzsvany et al., 2005; Xu et<br />
al., 2006). Dal momento che dosi subletali <strong>di</strong> pestici<strong>di</strong> anche al <strong>di</strong>sotto del limite <strong>di</strong><br />
rivelabità analitica sono in grado <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbare il comportamento e la fisiologia degli<br />
insetti, si è voluto valutare la possibilità <strong>di</strong> impiegare Ceratitis capitata L (mosca della<br />
frutta) come organismo-in<strong>di</strong>catore della presenza <strong>di</strong> residui <strong>di</strong> insettici<strong>di</strong> nei frutti. La<br />
strategia sperimentale ha previsto l’uso <strong>di</strong> 3 insettici<strong>di</strong>: ®Spinosad GF-120, ®Decis-Jet e<br />
®Confidor 200SL. Test dosimetrici sono stati effettuati per in<strong>di</strong>viduare le dosi <strong>di</strong><br />
insettici<strong>di</strong> capaci <strong>di</strong> inibire o ridurre la schiusura delle uova. Frutti <strong>di</strong> pesco allevati con<br />
metodo biologico e convenzionale <strong>di</strong> 2 cv sono stati insacchettati in<strong>di</strong>vidualmente sulle<br />
piante e trattati a 3, 2 e 1 settimana dalla raccolta con soluzioni dei 3 insettici<strong>di</strong> e<br />
sottoposti a 2 tipi <strong>di</strong> biosaggio: il primo ha previsto l’esposizione del frutto tal quale a<br />
mosche feconde per determinarne la mortalità, l’ovideposizione e l’eventuale sviluppo<br />
larvale, mentre estratti dei succhi ottenuti dalla centrifugazione della sola buccia<br />
(®Decis-Jet e ®Spinosad GF-120) o della buccia e polpa (®Confidor 200SL) sono stati<br />
utilizzati come substrato per uova e larve: la schiusura delle uova, lo sviluppo e l’attività<br />
larvale (range 1 ÷ 7) sono state considerati come parametri <strong>di</strong> valutazione. Gli estratti<br />
dei frutti trattati con ®Confidor 200SL sono stati anche analizzati me<strong>di</strong>ante HPLC al<br />
fine <strong>di</strong> determinare la quantità <strong>di</strong> imidacloprid presente da mettere in relazione con i<br />
parametri rilevati dai biosaggi. I risultati hanno messo in evidenza che il parametro più<br />
atten<strong>di</strong>bile per la valutazione <strong>di</strong> eventuali trattamenti illeciti o prossimi alla raccolta è<br />
l’attività larvale negli estratti dei frutti centrifugati mentre né la schiusura delle uova né<br />
la sopravvivenza degli adulti o l’ovideposizione sono stati in gra<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenziare le<br />
tesi.<br />
Parole chiave: mosca me<strong>di</strong>terranea, residui pestici<strong>di</strong>, biomarcatori<br />
Bibliografia:<br />
Guzsvany et al., 2005 J. Serb. Chem. Soc. 70 (5): 735 – 743; Xu et al., 2006 J. Agric.<br />
Food Chem. 54: 8444 – 8449.<br />
*Coor<strong>di</strong>namento Progetto”Biomarker” che ha finanziato la ricerca.<br />
Si ringrazia: tutto il personale della Biotecnology and Biological Control Agency (BBCA-onlus),<br />
M. Barlattani dell’ENEA, A. Fenio e E. Tescari della DowAgroscience.<br />
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