XXII CNIE - Accademia nazionale italiana di Entomologia
XXII CNIE - Accademia nazionale italiana di Entomologia XXII CNIE - Accademia nazionale italiana di Entomologia
Sessione VIII - Biotecnologie entomologiche CAMBIAMENTI TRASCRIZIONALI DI GENI DI DIFESA IN RISPOSTA AD AFIDI IN GENOTIPI DI POMODORO SUSCETTIBILI E RESISTENTI V. Coppola 1 , G. Corrado 1 , M.C. Digilio 2 , M. Pasquariello 1 & R. Rao 1 1 Dipartimento di Scienze del Suolo, della Pianta, dell’Ambiente e delle Produzioni Animali, Facoltà di Biotecnologie, Università di Napoli “Federico II”, Portici 2 Dipartimento di Entomologia e Zoologia Agraria "Filippo Silvestri", Università di Napoli “Federico II”, Portici La diversità e l’abbondanza degli insetti che si nutrono di floema, tra cui gli afidi, è in contrasto con la limitata quantità d’informazioni disponibili circa le risposte molecolari e fisiologiche della pianta e i meccanismi di resistenza attivati contro questi insetti erbivori. Gli afidi sono insetti altamente specializzati nel loro meccanismo di alimentazione e causano un complesso stress alla pianta. Diversamente dagli insetti erbivori, infatti, la prolungata interazione che essi stabiliscono con i tessuti delle piante, tramite il loro stiletto, minimizza i danni meccanici, con conseguente attivazione di diversi processi di difesa della pianta. In questo lavoro abbiamo analizzato i cambiamenti trascrizionali di diversi geni di difesa in genotipi di pomodoro suscettibili o resistenti ad afidi. Il materiale analizzato include due ecotipi campani, AN5 e AN7, che hanno elevati livelli di resistenza diretta e indiretta a Macrosiphum euphorbiae, e la cultivar controllo M82, suscettibile agli afidi. Tale cultivar, come dimostrato da una analisi CAPS, non possiede comuni geni di resistenza a stress biotici, così come gli ecotipi campani. L’analisi di espressione dei geni coinvolti nelle risposte di difesa diretta e indiretta contro gli insetti è stata effettuata tramite analisi Real-Time PCR in assenza e dopo infestazione controllate con l’afide M. euphorbiae. I geni analizzati sono stati quelli appartenenti a differenti risposte di difesa, come quelli coinvolti nella sintesi delle proteine PR (P4 e Pti4), nelle risposte di difesa dirette e indirette contro erbivori (TomLoxC, TomLoxD, HPL e GCS). I risultati indicano che le risposte della pianta agli afidi coinvolgono differenti pathway metabolici, come atteso. Inoltre, e’ interessante che i geni che sono costitutivamente sovraespressi negli ecotipi resistenti ad afidi siano anche quelli coinvolti nella risposta a questi insetti fitomizi. I risultati suggeriscono che la resistenza osservata negli ecotipi AN5 e AN7, sebbene probabilmente complessa e multifattoriale, e’ associata ad un livello più alto di espressione di geni di risposta ad afidi. Ciò implica che lo studio e l’utilizzo delle difese endogene della pianta potrebbero essere alla base delle nuove strategie atte a migliorare la resistenza del pomodoro contro afidi. Parole chiave: interazione pianta-insetto, octadecanoidi, acido salicilico 275
Sessione VIII - Biotecnologie entomologiche PERMEABILIZZAZIONE E CRIOCONSERVAZIONE DELLE UOVA DEL LEPIDOTTERO PIRALIDE GALLERIA MELLONELLA (L.)* P.F. Roversi 1 , E. Cosi 2 , M.T. Abidalla 2 , D. Battaglia 2 & B. Baccetti 3 1CRA – Centro di Ricerca per l'Agrobiologia e la Pedologia, Laboratorio di Criobiologia e Crioconservazione, Via Lanciola 12/A, 50125 Firenze. E-mail: elena.cosi@isza.it 2 Dipartimento di Biologia e Biotecnologie, Università della Basilicata, Potenza. 3 Professore Emerito, Università di Siena, Siena. Negli ultimi anni si è registrato un aumento degli studi di criobiologia allo scopo non solo di chiarire aspetti fisiologici per specie che vivono in aree con periodi freddi o in ambienti estremi, ma anche al fine di definire protocolli per la crioconservazione di specie a rischio di estinzione o da utilizzare in programmi di controllo biologico. In tale contesto rivestono un’importanza non trascurabile anche le indagini per testare la resistenza a stress termici dei differenti stadi embrionali di ospiti di sostituzione utilizzati per allevamenti di ooparassitoidi. Tra i Lepidotteri la “Tarma degli alveari”, Galleria mellonella (L.), il cui habitat è caratterizzato da condizioni termiche costanti, è un modello ampiamente utilizzato per studi di fisiologia ed endocrinologia correlati a cambiamenti di temperatura. Il Piralide è inoltre impiegato diffusamente quale ospite di sostituzione per allevamenti di microrganismi entomopatogeni e organismi entomofagi. Le ricerche condotte hanno evidenziato la possibilità di stoccare a temperature ultrabasse uova di G. mellonella deposte da 24 h decorionizzate con 1,25% ipoclorito di sodio e 0.04% Tween 80, trattate con agenti crioprotettivi, immerse in azoto liquido ed infine poste in criocongelatori a -140°C. La percentuale di sopravvivenza é risultata pari all’1,6 ± 0,5 % dopo la discesa termica in azoto e si e attestata allo 0,6 ± 0,2 % dopo lo stoccaggio nei freezer. Le larve schiuse dalle uova del lepidottero crioconservate si sono regolarmente sviluppate, permettendo di ottenere adulti fertili. Sex-ratio, fecondità e tempi di sviluppo della progenie non sono risultati significativamente diversi dal ceppo di partenza, permettendo di ricostituire una colonia di laboratorio. Ulteriori modifiche del protocollo di decorionizzazione/permeabilizzazione sono state testate su stadi embrionali sia precoci (24h) che tardivi (
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CAMBIAMENTI TRASCRIZIONALI DI GENI DI DIFESA IN RISPOSTA AD<br />
AFIDI IN GENOTIPI DI POMODORO SUSCETTIBILI E RESISTENTI<br />
V. Coppola 1 , G. Corrado 1 , M.C. Digilio 2 , M. Pasquariello 1 & R. Rao 1<br />
1<br />
Dipartimento <strong>di</strong> Scienze del Suolo, della Pianta, dell’Ambiente e delle Produzioni<br />
Animali, Facoltà <strong>di</strong> Biotecnologie, Università <strong>di</strong> Napoli “Federico II”, Portici<br />
2<br />
Dipartimento <strong>di</strong> <strong>Entomologia</strong> e Zoologia Agraria "Filippo Silvestri", Università <strong>di</strong><br />
Napoli “Federico II”, Portici<br />
La <strong>di</strong>versità e l’abbondanza degli insetti che si nutrono <strong>di</strong> floema, tra cui gli afi<strong>di</strong>, è in<br />
contrasto con la limitata quantità d’informazioni <strong>di</strong>sponibili circa le risposte molecolari e<br />
fisiologiche della pianta e i meccanismi <strong>di</strong> resistenza attivati contro questi insetti<br />
erbivori. Gli afi<strong>di</strong> sono insetti altamente specializzati nel loro meccanismo <strong>di</strong><br />
alimentazione e causano un complesso stress alla pianta. Diversamente dagli insetti<br />
erbivori, infatti, la prolungata interazione che essi stabiliscono con i tessuti delle piante,<br />
tramite il loro stiletto, minimizza i danni meccanici, con conseguente attivazione <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>versi processi <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa della pianta.<br />
In questo lavoro abbiamo analizzato i cambiamenti trascrizionali <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi geni <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa<br />
in genotipi <strong>di</strong> pomodoro suscettibili o resistenti ad afi<strong>di</strong>. Il materiale analizzato include<br />
due ecotipi campani, AN5 e AN7, che hanno elevati livelli <strong>di</strong> resistenza <strong>di</strong>retta e<br />
in<strong>di</strong>retta a Macrosiphum euphorbiae, e la cultivar controllo M82, suscettibile agli afi<strong>di</strong>.<br />
Tale cultivar, come <strong>di</strong>mostrato da una analisi CAPS, non possiede comuni geni <strong>di</strong><br />
resistenza a stress biotici, così come gli ecotipi campani. L’analisi <strong>di</strong> espressione dei<br />
geni coinvolti nelle risposte <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa <strong>di</strong>retta e in<strong>di</strong>retta contro gli insetti è stata effettuata<br />
tramite analisi Real-Time PCR in assenza e dopo infestazione controllate con l’afide M.<br />
euphorbiae. I geni analizzati sono stati quelli appartenenti a <strong>di</strong>fferenti risposte <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa,<br />
come quelli coinvolti nella sintesi delle proteine PR (P4 e Pti4), nelle risposte <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa<br />
<strong>di</strong>rette e in<strong>di</strong>rette contro erbivori (TomLoxC, TomLoxD, HPL e GCS).<br />
I risultati in<strong>di</strong>cano che le risposte della pianta agli afi<strong>di</strong> coinvolgono <strong>di</strong>fferenti pathway<br />
metabolici, come atteso. Inoltre, e’ interessante che i geni che sono costitutivamente<br />
sovraespressi negli ecotipi resistenti ad afi<strong>di</strong> siano anche quelli coinvolti nella risposta a<br />
questi insetti fitomizi. I risultati suggeriscono che la resistenza osservata negli ecotipi<br />
AN5 e AN7, sebbene probabilmente complessa e multifattoriale, e’ associata ad un<br />
livello più alto <strong>di</strong> espressione <strong>di</strong> geni <strong>di</strong> risposta ad afi<strong>di</strong>. Ciò implica che lo stu<strong>di</strong>o e<br />
l’utilizzo delle <strong>di</strong>fese endogene della pianta potrebbero essere alla base delle nuove<br />
strategie atte a migliorare la resistenza del pomodoro contro afi<strong>di</strong>.<br />
Parole chiave: interazione pianta-insetto, octadecanoi<strong>di</strong>, acido salicilico<br />
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