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XXII CNIE - Accademia nazionale italiana di Entomologia

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Sessione VII - <strong>Entomologia</strong> me<strong>di</strong>ca/veterinaria e forense<br />

CARATTERIZZAZIONE DELLA FAUNA CULICIDICA (DIPTERA:<br />

CULICIDAE) DELLA MAREMMA LAZIALE*<br />

M. Di Luca 1 , V. Laghezza Masci 2 , C. Papeschi 2 , R. Romi 1 & A.M. Fausto 2<br />

1Dipartimento <strong>di</strong> Malattie Infettive, Parassitarie e Immunome<strong>di</strong>ate, Istituto Superiore <strong>di</strong><br />

Sanità, Roma E-mail: marco.<strong>di</strong>luca@iss.it<br />

2 Dipartimento <strong>di</strong> Scienze Ambientali, Università della Tuscia, Viterbo.<br />

Le malattie trasmesse da artropo<strong>di</strong>, soprattutto zanzare, sono da qualche anno in continua<br />

crescita in Europa. L’Italia per la sua posizione geografica risulta particolarmente<br />

interessata da questo fenomeno, come confermato dalle epidemie occorse in anni recenti<br />

(caso autoctono <strong>di</strong> malaria, epidemie <strong>di</strong> West Nile e Chikungunya virus). Rispetto a<br />

questo fenomeno e anche alla luce dei previsti cambiamenti climatici ed ambientali,<br />

determinanti per lo sviluppo <strong>di</strong> vettori e patogeni, la Comunità Scientifica sta<br />

promuovendo una serie <strong>di</strong> iniziative e progetti che permettano <strong>di</strong> prevenire e controllare<br />

tali possibili emergenze. In questo contesto è stato avviato nel 2005 uno stu<strong>di</strong>o volto a<br />

caratterizzare dal punto <strong>di</strong> vista eco-faunistico le popolazioni <strong>di</strong> culici<strong>di</strong> presenti in<br />

Maremma. Questa area, un tempo ad endemia malarica, si estende lungo la fascia<br />

tirrenica tra Lazio e Toscana ed è considerata oggi una delle principali zone a rischio <strong>di</strong><br />

introduzione o reintroduzione <strong>di</strong> organismi patogeni, sia per gli aspetti climatici ed<br />

ambientali, sia per la presenza <strong>di</strong> specie <strong>di</strong> culici<strong>di</strong> vettori. In particolare, nel biennio<br />

2007-2008 lo stu<strong>di</strong>o si è focalizzato sulla porzione laziale dell’area in esame, attraverso<br />

raccolte entomologiche condotte in <strong>di</strong>versi siti nel periodo aprile-ottobre. La maggior<br />

parte delle specie è stata identificata morfologicamente, mentre per gli esemplari<br />

appartenenti a complessi <strong>di</strong> specie (Anopheles maculipennis sl, Anopheles claviger sl)<br />

si è impiegata l’analisi molecolare del marcatore ITS-2 dell’rDNA. Lo stu<strong>di</strong>o<br />

entomologico è stato integrato con l’acquisizione dei dati climatici, ambientali e socioeconomici,<br />

utili alla costituzione <strong>di</strong> un data-base informatico georeferenziato e allo<br />

sviluppo <strong>di</strong> un GIS (Geographic Informatic System). Sono stati raccolti circa 800<br />

esemplari appartenenti a 13 specie <strong>di</strong> zanzare. La specie preponderante è risultata<br />

Anopheles labranchiae, l’antico vettore <strong>di</strong> malaria in Italia, <strong>di</strong>ffuso lungo la fascia <strong>di</strong><br />

pianure costiere, ma attualmente presente con un areale più ampio <strong>di</strong> quanto atteso,<br />

essendo stato rinvenuto nella provincia <strong>di</strong> Viterbo, anche se a basse densità. L’analisi dei<br />

dati raccolti in questo stu<strong>di</strong>o permetterà <strong>di</strong> ottenere mappe <strong>di</strong> rischio statico e/o <strong>di</strong>namico<br />

<strong>di</strong> questa specie, grazie alle quali sarà possibile realizzare previsioni sul breve-me<strong>di</strong>o<br />

termine del grado <strong>di</strong> infestazione presente nell’area <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o e quin<strong>di</strong> determinare il<br />

rischio <strong>di</strong> (re)introduzione <strong>di</strong> malattie nel nostro paese.<br />

Parole chiave: Maremma, Anopheles labranchiae, complessi <strong>di</strong> specie, ITS-2<br />

*La ricerca è stata parzialmente finanziata dai fon<strong>di</strong> del Progetto Europeo EDEN GOCE-2003-<br />

010284.<br />

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