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XXII CNIE - Accademia nazionale italiana di Entomologia

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Sessione VII - <strong>Entomologia</strong> me<strong>di</strong>ca/veterinaria e forense<br />

MODALITÀ DI DECOMPOSIZIONE E COLONIZZAZIONE DA PARTE<br />

DELL’ENTOMOFAUNA DI CADAVERI CARBONIZZATI: STUDIO<br />

SPERIMENTALE SU MODELLO ANIMALE<br />

S. Vanin 1,3 , E. Zanotti 2 , P. Poppa 2 , P. Porta 2 & C. Cattaneo 2<br />

1 Dipartimento <strong>di</strong> Biologia, Università <strong>di</strong> Padova; 2 Laboratorio <strong>di</strong> Antropologia e<br />

Odontologia Forense, Istituto <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Legale, Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano;<br />

3 GIEF (Gruppo Italiano per l’<strong>Entomologia</strong> Forense)<br />

Dopo la morte si susseguono un insieme <strong>di</strong> fenomeni fisici, chimici e biologici <strong>di</strong><br />

decomposizione caratterizzati dalla trasformazione e liberazione allo sta<strong>di</strong>o gassoso <strong>di</strong><br />

determinate molecole e da variazioni fisiche del cadavere stesso. Ogni sta<strong>di</strong>o <strong>di</strong><br />

decomposizione del cadavere è attrattivo, per <strong>di</strong>fferenti gruppi <strong>di</strong> insetti e altri artropo<strong>di</strong><br />

che costituiscono delle vere e proprie comunità che colonizzano il cadavere secondo<br />

sequenze preve<strong>di</strong>bili, seppure con <strong>di</strong>fferenze legate al clima, alla regione geografica, alla<br />

posizione del cadavere ed ad altre variabili intrinseche ed estrinseche al cadavere stesso.<br />

La bruciatura del cadavere è una pratica spesso utilizzata al fine <strong>di</strong> occultarlo o <strong>di</strong><br />

renderne impossibile il riconoscimento. La carbonizzazione impe<strong>di</strong>sce l’applicazione<br />

delle metodologie tanatocronologiche classiche per la definizione del PMI (post mortem<br />

interval). Scarsa o fuorviante risulta la letteratura circa la presenza <strong>di</strong> insetti su cadaveri.<br />

Al fine <strong>di</strong> colmare questa lacuna sono stati realizzati due esperimenti durante l’inverno e<br />

l’estate 2006 nei <strong>di</strong>ntorni <strong>di</strong> Milano utilizzando carcasse <strong>di</strong> maiale come modello <strong>di</strong><br />

stu<strong>di</strong>o. La carbonizzazione delle carcasse è stata realizzata tramite pira <strong>di</strong> legno e i danni<br />

prodotti dalla carbonizzazione sono stati classificati in accordo con la scala <strong>di</strong> Crow e<br />

Glassman ai livelli #2 e #3. Carcasse <strong>di</strong> peso equivalente e non carbonizzate sono state<br />

utilizzate come controlli. I taxa maggiormente rappresentati, raccolti <strong>di</strong>rettamente o<br />

tramite trappole a caduta sono risultati i <strong>di</strong>tteri callifori<strong>di</strong>, fanni<strong>di</strong>, musci<strong>di</strong>, sarcofagi<strong>di</strong>,<br />

piofili<strong>di</strong>, e i coleotteri silfi<strong>di</strong>, stafilini<strong>di</strong>, isteri<strong>di</strong> e dermesti<strong>di</strong>. Il deca<strong>di</strong>mento dei suini,<br />

così come la modalità <strong>di</strong> colonizzazione, sono state sostanzialmente segnate dalla<br />

<strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> stagione. La presenza <strong>di</strong> numerose specie <strong>di</strong> insetti sulle carcasse<br />

carbonizzate ha portato alla completa scheletrizzazione in brevissimo tempo, sia nel<br />

periodo più freddo che in quello estivo. A livello <strong>di</strong> struttura generale delle comunità<br />

presenti sulle carcasse non si sono riscontrate <strong>di</strong>fferenze significative tra i callifori<strong>di</strong><br />

(Phormia regina, Lucilia sericata, Calliphora vomitoria, C. vicina) raccolti sui controlli<br />

e sulle carcasse carbonizzate, mentre <strong>di</strong>fferenze sono risultate evidenti tra i coleotteri,<br />

soprattutto dermesti<strong>di</strong>. Questi ultimi sono risultati essere prevalenti nelle carcasse<br />

carbonizzate. I risultati ottenuti permettono <strong>di</strong> in<strong>di</strong>care come l’approccio entomologicoforense<br />

sia applicabile anche nei casi <strong>di</strong> carbonizzazione in contrapposizione alla <strong>di</strong>ffusa<br />

mentalità me<strong>di</strong>co legale, e non solo, che vede nel carbonizzato un substrato sfavorevole<br />

alla colonizzazione larvale.<br />

Parole chiave: <strong>Entomologia</strong> Forense, Calliphoridae, PMI<br />

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