XXII CNIE - Accademia nazionale italiana di Entomologia

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Sessione VI – Entomologia agraria INDAGINE SUGLI AGENTI BIOTICI DI SCARIFICATURE DEI FRUTTI DI AGRUME IN ITALIA: IL RUOLO DI PEZOTHRIPS KELLYANUS (BAGNALL) (THYSANOPTERA: THRIPIDAE) G. Perrotta, L. Zappalà & G. Siscaro Dipartimento di Scienze e Tecnologie Fitosanitarie – Università degli Studi di Catania, Via S. Sofia, 100 – 95123 Catania E-mail: gsiscaro@unict.it La presenza di suberificazioni sull’epicarpo dei frutti di agrume determina decadimento di qualità della produzione e perdita del valore commerciale. I tripidi sono spesso messi in relazione con il manifestarsi di tali alterazioni. Scopo del lavoro è stato quello di definire la composizione della tripidofauna associata agli agrumi e la tipologia di alterazione prodotta sulla superficie dei frutti, con particolare riferimento al ruolo di Pezothrips kellyanus (Bagnall). L’indagine è stata condotta in tre aziende in provincia di Siracusa, due ad indirizzo limonicolo (cv Femminello siracusano), la terza ad indirizzo arancicolo (cv Tarocco Scirè). E’ stato avviato un piano di monitoraggio settimanale delle popolazioni dei tripidi presenti sulla chioma delle piante mediante trappole cromoattrative bianche e prelievo di fiori e frutti in accrescimento. Contemporaneamente è stato avviato in laboratorio un allevamento di P. kellyanus al fine di effettuare prove di inoculo volte all’identificazione dell’alterazione che la specie è in grado di indurre sui frutti. Sono state confrontate 4 tesi che differivano per i tempi di esposizione dei frutti all’attività trofica dei tripidi insieme ad un testimone non trattato. Nell’azienda arancicola è stata condotta una prova di esclusione chimica dalla fioritura alla comparsa di alterazioni sull’epidermide dei frutti, mettendo a confronto due tesi (il trattato con 3 insetticidi e 2 acaricidi impiegati alternativamente ed il testimone). Mediante un monitoraggio settimanale dei frutti si verificava la comparsa di alterazioni di qualsiasi natura. I dati acquisiti hanno permesso di evidenziare che allo stato attuale la tripidofauna su agrumi, in Sicilia, è composta da P. kellyanus (89÷96,3%), Frankliniella occidentalis (Pergande) (2,3÷9,5%) e da altre specie minori (1,4÷2,5%) afferenti ai generi Chirothrips, Melanthrips, Thrips, Limothrips ed Odontothrips. A seguito delle prove di inoculo è emerso che P. kellyanus è in grado di determinare alterazioni sui frutti già dopo una settimana di attività con aree depresse sulla superficie del frutto che evolvono in scarificature concentrate nella metà inferiore dello stesso; raramente durante le prove è stata rilevata la struttura ad anello, tipica delle infestazioni naturali. Nella prova di esclusione chimica non sono emerse differenze nella presenza di alterazioni dell’epicarpo, macroscopicamente simili a quelle determinate dai tripidi, nella tesi trattata e nel testimone. Tale dato suggerisce che in questo caso sia presumibile l’intervento di fenomeni di sfregamento meccanico di organi vegetali sui frutti determinato da venti superiori a 25 km/h o da errato utilizzo degli atomizzatori, impiegati per la concimazione fogliare, durante fasi fenologiche sensibili. Parole chiave: alterazioni epicarpo, Tripide di Kelly, limone, arancio. 225

Sessione VI – Entomologia agraria DIFFERENTI MODELLI DI TRAPPOLA PER CERATITIS CAPITATA (WIEDEMANN) A CONFRONTO IN FRUTTETI DELL’ITALIA CENTRO- MERIDIONALE* M. R. Tabilio 1 , F. Di Franco 2 , R. Mandatori 1 , S. Musmeci 1 & C. Ceccaroli 1 1 C.R.A. - Centro di Ricerca per la Frutticoltura, Via Fioranello 52 - 00134 Roma 2 C.R.A. - Centro di Ricerca per l’Agrumicoltura e le Colture Mediterranee, Corso Savoia 190 - 95024 Acireale. La Ceratite è un’avversità economicamente rilevante a carico di molte specie frutticole, principalmente in ambiente mediterraneo. La polifagia, la prolificità, le limitazioni imposte dalle leggi vigenti circa l’uso di alcuni insetticidi fanno emergere l’esigenza di individuare strategie di difesa ecocompatibili ed efficienti. La finalità del lavoro è stata quella di validare un modello di trappola ad alto rendimento da utilizzare sia per il monitoraggio sia per la cattura massale. Nel triennio 2006-2008, nel periodo agostoottobre, in un pescheto biologico presso l’azienda del Centro di Ricerca per la Frutticoltura di Roma, sono stati saggiati 4 modelli di trappole: “Dome”, con fondo giallo e top trasparente, “Elkofon” di origine greca realizzato e distribuito da N.G. Stavrakis, il “Tap-trap”, un tappo da utilizzare con le bottiglie di plastica e “Red-top” con alla base un sacchetto di plastica e alla sommità un coperchio adatto a favorire l’ingresso della mosca. Ciascuna trappola era innescata con l’attrattivo trimedlure e conteneva un insetticida necessario per uccidere gli esemplari catturati, i quali settimanalmente venivano contati e rimossi. Sono state effettuate sei ripetizioni con una distribuzione randomizzata ed una distanza tra le trappole di 10 m. La prova nel biennio 2007-2008 è stata eseguita con la medesima modalità in 2 agrumeti biologici in provincia di Siracusa e Catania. In tutti e tre gli anni nel pescheto il modello Tap-trap è risultato il più efficiente registrando un numero totale di catture per trappola significativamente superiore (677) rispetto ai restanti 3 modelli (Red-top 254, Dome 352, Elkofon 362). Diversi i risultati negli agrumeti: il modello Elkofon è risultato inadeguato con solo 23 catture totali per trappola, migliori i restanti 3 modelli con 188 catture per la Red-top, 148 per la Dome e 143 per la Tap-trap. Da questi dati si evince che la Red-top ha un’efficienza maggiore delle altre due anche se il numero di insetti catturati non mostra differenze statisticamente significative. In conclusione, il modello Tap-trap nel pescheto è risultato il più idoneo tale riscontro assume una valenza maggiore se si considera il basso costo, la possibilità di essere utilizzato per più anni ed il riciclo delle bottiglie di plastica. Circa l’agrumeto saranno necessarie ulteriori indagini per confermare la maggiore idoneità della Red-top rispetto alle altre. Le differenze riscontrate nelle catture dei due siti mostrano che l’efficacia di una trappola potrebbe dipendere dall’ambiente e dal tipo di coltura. Parole chiave: frutteti biologici, mosca mediterranea della frutta, monitoraggio, cattura massale. *Il CRA-ACM ha partecipato nell’ ambito prog. MIPAAF-AGRUQUAL, publ. n. 33 226

Sessione VI – <strong>Entomologia</strong> agraria<br />

INDAGINE SUGLI AGENTI BIOTICI DI SCARIFICATURE DEI FRUTTI DI<br />

AGRUME IN ITALIA: IL RUOLO DI PEZOTHRIPS KELLYANUS (BAGNALL)<br />

(THYSANOPTERA: THRIPIDAE)<br />

G. Perrotta, L. Zappalà & G. Siscaro<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Scienze e Tecnologie Fitosanitarie – Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Catania,<br />

Via S. Sofia, 100 – 95123 Catania E-mail: gsiscaro@unict.it<br />

La presenza <strong>di</strong> suberificazioni sull’epicarpo dei frutti <strong>di</strong> agrume determina deca<strong>di</strong>mento<br />

<strong>di</strong> qualità della produzione e per<strong>di</strong>ta del valore commerciale. I tripi<strong>di</strong> sono spesso messi<br />

in relazione con il manifestarsi <strong>di</strong> tali alterazioni. Scopo del lavoro è stato quello <strong>di</strong><br />

definire la composizione della tripidofauna associata agli agrumi e la tipologia <strong>di</strong><br />

alterazione prodotta sulla superficie dei frutti, con particolare riferimento al ruolo <strong>di</strong><br />

Pezothrips kellyanus (Bagnall). L’indagine è stata condotta in tre aziende in provincia <strong>di</strong><br />

Siracusa, due ad in<strong>di</strong>rizzo limonicolo (cv Femminello siracusano), la terza ad in<strong>di</strong>rizzo<br />

arancicolo (cv Tarocco Scirè). E’ stato avviato un piano <strong>di</strong> monitoraggio settimanale<br />

delle popolazioni dei tripi<strong>di</strong> presenti sulla chioma delle piante me<strong>di</strong>ante trappole<br />

cromoattrative bianche e prelievo <strong>di</strong> fiori e frutti in accrescimento. Contemporaneamente<br />

è stato avviato in laboratorio un allevamento <strong>di</strong> P. kellyanus al fine <strong>di</strong> effettuare prove <strong>di</strong><br />

inoculo volte all’identificazione dell’alterazione che la specie è in grado <strong>di</strong> indurre sui<br />

frutti. Sono state confrontate 4 tesi che <strong>di</strong>fferivano per i tempi <strong>di</strong> esposizione dei frutti<br />

all’attività trofica dei tripi<strong>di</strong> insieme ad un testimone non trattato. Nell’azienda<br />

arancicola è stata condotta una prova <strong>di</strong> esclusione chimica dalla fioritura alla comparsa<br />

<strong>di</strong> alterazioni sull’epidermide dei frutti, mettendo a confronto due tesi (il trattato con 3<br />

insettici<strong>di</strong> e 2 acarici<strong>di</strong> impiegati alternativamente ed il testimone). Me<strong>di</strong>ante un<br />

monitoraggio settimanale dei frutti si verificava la comparsa <strong>di</strong> alterazioni <strong>di</strong> qualsiasi<br />

natura. I dati acquisiti hanno permesso <strong>di</strong> evidenziare che allo stato attuale la<br />

tripidofauna su agrumi, in Sicilia, è composta da P. kellyanus (89÷96,3%),<br />

Frankliniella occidentalis (Pergande) (2,3÷9,5%) e da altre specie minori (1,4÷2,5%)<br />

afferenti ai generi Chirothrips, Melanthrips, Thrips, Limothrips ed Odontothrips. A<br />

seguito delle prove <strong>di</strong> inoculo è emerso che P. kellyanus è in grado <strong>di</strong> determinare<br />

alterazioni sui frutti già dopo una settimana <strong>di</strong> attività con aree depresse sulla superficie<br />

del frutto che evolvono in scarificature concentrate nella metà inferiore dello stesso;<br />

raramente durante le prove è stata rilevata la struttura ad anello, tipica delle infestazioni<br />

naturali. Nella prova <strong>di</strong> esclusione chimica non sono emerse <strong>di</strong>fferenze nella presenza <strong>di</strong><br />

alterazioni dell’epicarpo, macroscopicamente simili a quelle determinate dai tripi<strong>di</strong>, nella<br />

tesi trattata e nel testimone. Tale dato suggerisce che in questo caso sia presumibile<br />

l’intervento <strong>di</strong> fenomeni <strong>di</strong> sfregamento meccanico <strong>di</strong> organi vegetali sui frutti<br />

determinato da venti superiori a 25 km/h o da errato utilizzo degli atomizzatori,<br />

impiegati per la concimazione fogliare, durante fasi fenologiche sensibili.<br />

Parole chiave: alterazioni epicarpo, Tripide <strong>di</strong> Kelly, limone, arancio.<br />

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