XXII CNIE - Accademia nazionale italiana di Entomologia
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Sessione VI – Entomologia agraria STUDI SULL’INFLUENZA DEL CAOLINO SUL COMPORTAMENTO DI CERATITIS CAPITATA WIEDEMANN F. Baldacchino & A. Ambrico ENEA C.R. Trisaia - BAS-BIOTECAGRO, 75026 Rotondella (MT), Italy E-mail: ferdinando.baldacchino@trisaia.enea.it La revoca dell’autorizzazione all’uso di molti esteri fosforici e l’incremento dei nuovi tempi di carenza ha di fatto reso problematica l’applicazione di strategie di difesa curativa contro la Mosca mediterranea della frutta (Ceratitis capitata Wiedemann). L’attuale alternativa prevalente è il ricorso a ripetuti interventi adulticidi a base di piretroidi. Tale strategia, in situazioni di alta pressione del fitofago, potrebbe non fornire sufficienti garanzie di protezione ed inoltre non è priva d’impatto sull’entomofauna utile. In questo contesto è aumentato l’interesse anche verso strategie che prevedano l’uso di sostanze ad azione repellente quali il caolino. Numerose prove di campo, finalizzate alla difesa in agricoltura biologica, hanno già dimostrato la validità dell’uso del caolino in alcune situazioni, mentre poco è noto sulla sua modalità d’azione. Con tale lavoro è stata avviata un’indagine di laboratorio al fine di comprendere meglio i meccanismi che portano alla riduzione d’infestazione nei campi trattati con caolino. I biosaggi sono stati eseguiti nel 2008, presso il Centro Ricerca Trisaia, utilizzando Ceratite allevata nell’Insettario dell’Istituto Agronomico Mediterraneo di Bari. I biosaggi comportamentali sono stati realizzati in gabbia (90 x 45 x 60 cm) con test di scelta a due vie, tra frutti trattati con caolino al 5% (Surround WP) e frutti non trattati (testimone). Le osservazioni hanno riguardato sia la “fase di individuazione visiva” del frutto, utilizzando arance, sia la “fase di ovideposizione” utilizzando albicocche. Nel caso della scelta visiva, i risultati non hanno evidenziato differenze statisticamente significative tra le due tesi, con il 39,8% e 60,2% degli adulti distribuiti rispettivamente su frutti trattati e testimone. Migliori risultati sono stati forniti dal test di scelta per l’ovideposizione. In tal caso, nella tesi trattata con caolino il numero di larve sviluppatesi nei frutti è stato significativamente minore (p
Sessione VI – Entomologia agraria INDAGINE SULLE CAUSE DEI DANNI ALLA FRUTTIFICAZIONE DEL PINO DOMESTICO IN TOSCANA D. Benassai, 1 M. Feducci 2 & M. Innocenti 3 1 CRA - Centro di Ricerca per l’Agrobiologia e la Pedologia, via Lanciola 12/a - 50125, Firenze. 2 Dipartimento di Biotecnologie Agrarie, Sezione Patologia vegetale, Università degli Studi di Firenze, Piazzale delle Cascine 28 - 50144, Firenze. 3 Dipartimento di Biotecnologie Agrarie, Sezione di Entomologia generale e applicata, Università degli Studi di Firenze, via Maragliano, 77 - 50144, Firenze. Negli ultimi anni molte sono le indagini intraprese al fine di stabilire l’entità dei danni arrecati agli strobili e ai semi delle principali specie arboree forestali. Particolare attenzione è riservata al pino domestico, in quanto la produzione di semi assume una notevole importanza per l’utilizzo nel settore alimentare. Negli ultimi decenni la produzione annua a livello nazionale di strobili ha subito perdite sempre crescenti, passando dalle 80.000 t nel 1995 alle circa 6.000 t nel 2007. Per stabilire le cause di questo fenomeno è stata svolta un’indagine sperimentale nelle pinete del litorale toscano, nelle province di Pisa e di Grosseto. Lo studio ha messo in evidenza che il calo di produzione è determinato da molteplici cause e complessivamente incide per il 30% ca. sulle pigne raccolte. Le indagini hanno rilevato che le pinete ubicate nel Nord della regione, per quanto soggette alle stesse problematiche fitosanitarie di quelle meridionali, sono più produttive. In tutti i popolamenti esaminati sono stati osservati danni legati a cause meccaniche e alla presenza di microfauna. Le osservazioni hanno comunque evidenziato una forte incidenza dei parassiti animali e vegetali in relazione alle condizioni climatiche che si registrano nei vari contesti: nelle pinete settentrionali più umide prevale il patogeno fungino Diplodia pinea, nelle zone meridionali più calde predominano gli insetti spermocarpofagi (Dioryctria spp., Pissodes validirostris, Ernobius impressithorax, Leptoglossus occidentalis). Parole chiave: Pinus pinea, insetti spermocarpofagi, Diplodia pinea. Bibliografia: Benassai D., Feducci M., Innocenti M., Capretti P., Tiberi R., 2008. Danni alla fruttificazione del pino domestico: indagine sulle cause e sulle perdite di produzione in Toscana. Linea Ecologica, anno XL, N. 2: 59-64. Innocenti M., Tiberi R., 2002. Cone and seed pests of Pinus pinea L. in Central Italy, Redia, LXXXV: 21-28. Roques A., 1983. Les insectes ravageurs des cônes et graines de conifères en France. Station de Zoologie et de Biocoénotique Forestières, Centre de Recherches d’Orléans, INRA: 91-96. Verona O., 1950. Note sopra una malattia degli strobili di “Pinus pinea” prodotti da “Sphaeropsis necatrix”, Università di Pisa, Istituto di Patologia Vegetale e Microbiologia agraria, Pisa. 198
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Sessione VI – <strong>Entomologia</strong> agraria<br />
STUDI SULL’INFLUENZA DEL CAOLINO SUL COMPORTAMENTO DI<br />
CERATITIS CAPITATA WIEDEMANN<br />
F. Baldacchino & A. Ambrico<br />
ENEA C.R. Trisaia - BAS-BIOTECAGRO, 75026 Rotondella (MT), Italy<br />
E-mail: fer<strong>di</strong>nando.baldacchino@trisaia.enea.it<br />
La revoca dell’autorizzazione all’uso <strong>di</strong> molti esteri fosforici e l’incremento dei nuovi<br />
tempi <strong>di</strong> carenza ha <strong>di</strong> fatto reso problematica l’applicazione <strong>di</strong> strategie <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa<br />
curativa contro la Mosca me<strong>di</strong>terranea della frutta (Ceratitis capitata Wiedemann).<br />
L’attuale alternativa prevalente è il ricorso a ripetuti interventi adultici<strong>di</strong> a base <strong>di</strong><br />
piretroi<strong>di</strong>. Tale strategia, in situazioni <strong>di</strong> alta pressione del fitofago, potrebbe non fornire<br />
sufficienti garanzie <strong>di</strong> protezione ed inoltre non è priva d’impatto sull’entomofauna utile.<br />
In questo contesto è aumentato l’interesse anche verso strategie che prevedano l’uso <strong>di</strong><br />
sostanze ad azione repellente quali il caolino. Numerose prove <strong>di</strong> campo, finalizzate alla<br />
<strong>di</strong>fesa in agricoltura biologica, hanno già <strong>di</strong>mostrato la vali<strong>di</strong>tà dell’uso del caolino in<br />
alcune situazioni, mentre poco è noto sulla sua modalità d’azione. Con tale lavoro è stata<br />
avviata un’indagine <strong>di</strong> laboratorio al fine <strong>di</strong> comprendere meglio i meccanismi che<br />
portano alla riduzione d’infestazione nei campi trattati con caolino. I biosaggi sono stati<br />
eseguiti nel 2008, presso il Centro Ricerca Trisaia, utilizzando Ceratite allevata<br />
nell’Insettario dell’Istituto Agronomico Me<strong>di</strong>terraneo <strong>di</strong> Bari. I biosaggi<br />
comportamentali sono stati realizzati in gabbia (90 x 45 x 60 cm) con test <strong>di</strong> scelta a due<br />
vie, tra frutti trattati con caolino al 5% (Surround WP) e frutti non trattati (testimone). Le<br />
osservazioni hanno riguardato sia la “fase <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduazione visiva” del frutto,<br />
utilizzando arance, sia la “fase <strong>di</strong> ovideposizione” utilizzando albicocche. Nel caso della<br />
scelta visiva, i risultati non hanno evidenziato <strong>di</strong>fferenze statisticamente significative tra<br />
le due tesi, con il 39,8% e 60,2% degli adulti <strong>di</strong>stribuiti rispettivamente su frutti trattati e<br />
testimone. Migliori risultati sono stati forniti dal test <strong>di</strong> scelta per l’ovideposizione. In tal<br />
caso, nella tesi trattata con caolino il numero <strong>di</strong> larve sviluppatesi nei frutti è stato<br />
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