XXII CNIE - Accademia nazionale italiana di Entomologia
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Sessione VI – Entomologia agraria RUOLO DI OSTRINIA NUBILALIS NELLA DIFFUSIONE DI ASPERGILLUS FLAVUS C. Accinelli, M. L. Saccà, S. Draghetti, E. Marchetti, S. Maini & A. Vicari Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agroambientali, Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, V.le G. Fanin 44, 40127 Bologna E-mail: stefano.maini@unibo.it Il ruolo degli insetti nella diffusione di propaguli fungini è noto da tempo. Mentre la quasi totalità dei dati disponibili in letteratura è stata ottenuta con tradizionali metodi microbiologici (isolamento su terreno selettivo e seguente conteggio), solo in pochi casi sono state impiegate tecniche molecolari. Ostrinia nubilalis (Hübner) (Lepidoptera Crambidae) è il principale insetto endofita del mais. L’associazione tra O. nubilalis e contaminazione pre-raccolta da aflatossine (micotossine prodotte dal fungo filamentoso Aspergillus flavus) non è ancora chiarita, nonostante ciò la lotta chimica al fitofago si è notevolmente diffusa negli ultimi anni nei comprensori maidicoli della pianura padana. Nell’ambito di una più ampia indagine relativa all’ecologia di A. flavus in mais, nello studio qui descritto, si è indagato sul ruolo, non solo delle larve, ma anche degli adulti di O. nubilalis nella diffusione di propaguli di A. flavus. In un campione iniziale di circa 200 adulti del primo volo, catturati con trappole a cono di rete innescate con feromone sessuale e fenilacetaldeide, le analisi eseguite con metodi colturali hanno evidenziato che solo il 4,5% presentava livelli rilevabili di propaguli di A . flavus. Come atteso, l’analisi mediante PCR di cinque geni coinvolti nella biosintesi delle aflatossine (afllD, aflG, aflP, aflR e aflS) ha mostrato una maggiore sensibilità. In particolare gli adulti positivi per A. flavus erano circa l’11,0% del totale di quelli catturati con trappole. La presenza di A. flavus in larve di prima generazione è stata osservata solo alla fine del primo volo a stagione avanzata. Il ruolo degli adulti di O. nubilalis nel veicolare propaguli di A. flavus si è mostrato maggiore nel volo successivo. In particolare, la percentuale di adulti del secondo volo positivi per A. flavus era circa 10 volte superiore a quella del volo primaverile. Anche qui, l’analisi del DNA ha evidenziato una percentuale di adulti positivi pari a circa il doppio di quanto rilevato con i metodi tradizionali. La presenza di spore di ceppi aflatossigenici e non aflatossigenici di A. flavus nella dieta impiegata per l’allevamento di O. nubilalis non ha influenzato la crescita e la mortalità delle larve. All’opposto, la presenza di aflatossina B1 nella dieta artificiale a concentrazioni ≥ 5,0 µg mL -1 ha causato un significativo decremento del peso medio delle larve ed un aumento della mortalità. Questi studi risultano fondamentali per chiarire le possibili vie di trasporto di A. flavus da parte di insetti oltre ad altri agenti di diffusione. Sono, inoltre, indagini importanti al fine di valutare l’effettiva necessità di limitare gli attacchi di lepidotteri endofiti ritenuti tra i principali veicoli di infezione. Parole chiave: aflatossine, micotossine, mais, piralide. 189
Sessione VI – Entomologia agraria RISULTATI DI PROVE DI LOTTA CONTRO BACTROCERA OLEAE SU OLIVO CON UN FORMULATO A BASE DI SPINOSINE IN OLIVETI DELL’ITALIA MERIDIONALE* V. Palmeri 1 , O. Campolo 1 , G. M. Algeri 1 , S. B. Grande 1 , F. Di Franco 2 , R. Magnano San Lio 2 , D. Benfatto 2 & V. Maione 3 1 Dipartimento GESAF - Università di Reggio Calabria E-mail: vpalmeri@unirc.it 2 CRA – Centro di Ricerca per l’Agrumicoltura e le Colture Mediterranee 3 A.R.S.S.A Ufficio Sperimentazione, Locri (RC). Vengono riportati i risultati di una serie di sperimentazioni finalizzate al controllo di Bactrocera oleae (Rossi)in oliveti ubicati in Sicilia e in Calabria, con un formulato a base di spinosine, nella formulazione commerciale “Spintor Fly ® ”, il cui principio attivo è ottenuto dalla fermentazione del batterio Saccharopolyspora spinosa. Le prove di lotta sono state effettuate nell’anno 2007 in Sicilia, in provincia di Siracusa, su piante adulte di olivo cv “Nocellara Messinese” e nel 2008 in Calabria nel comune di Locri, su piante cv “Geracese”. Per stabilire l’epoca d’inizio dei trattamenti, dal primo agosto è stato monitorato l’andamento dei voli con trappole cromotropiche costituite da tavolette rettangolari di plexiglas giallo di 10x20 cm. Periodicamente sono stati esaminati campioni di drupe fino alla comparsa delle prime punture. Il formulato è stato distribuito con una pompa a spalla, privata della piastrina vorticatrice, trattando, a filari alterni, una parte limitata della chioma, con un litro di formulato commerciale diluito in 4 litri di acqua, un ettaro di superficie (50 ml/pianta). Il rilevamento dell’infestazione è stato effettuato all’epoca della maturazione commerciale (1000 frutti/ha). In Calabria (Locri), oltre al trattamento sulla chioma è stata prevista un’altra Tesi dove il formulato veniva irrorato sul tronco delle piante con le stesse dosi e modalità delle altre prove. La metodologia adottata e i risultati delle sperimentazioni sono riportati nello schema seguente: Località Cultivar Trattamenti n. Superficie Testimone Trattato n. frutti campionati 190 % frutti infestati Superficie n. frutti campionati % frutti infestati Cassibile (SR) Noc.mess/chioma 4 1 ha 1000 23,36±4,49 1 ha 1000 19,10±3,19 Locri (RC) Geracese/chioma 6 1ha 1000 9,25±2,14 1ha 1000 2,57±1,02 Locri (RC) Geracese/tronco 6 1 ha 1000 9,25±2,15 1 ha 1000 4,72±1,60 La praticità della distribuzione e l’efficacia registrata in tutte le sperimentazioni consentono di ipotizzare che l’uso del formulato commerciale può costituire una valida alternativa alle molecole di sintesi sinora impiegate per il controllo del dittero. Importante, per il settore olivicolo, risulta la registrazione del formulato commerciale tra quelli autorizzati in agricoltura biologica, che permetterà agli operatori agricoli che operano in questo settore di disporre di un valido strumento, sinora assente, per un efficace controllo di B. oleae. Parole chiave: Mosca dell’olivo, Controllo Biologico, Trattamenti. *Lavoro realizzato nell’ambito del progetto a sportello Co.Bio.Di.T. (Mi.P.A.A.F.)
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Sessione VI – <strong>Entomologia</strong> agraria<br />
RUOLO DI OSTRINIA NUBILALIS NELLA DIFFUSIONE DI ASPERGILLUS<br />
FLAVUS<br />
C. Accinelli, M. L. Saccà, S. Draghetti, E. Marchetti, S. Maini & A. Vicari<br />
Dipartimento <strong>di</strong> Scienze e Tecnologie Agroambientali, Alma Mater Stu<strong>di</strong>orum –<br />
Università <strong>di</strong> Bologna, V.le G. Fanin 44, 40127 Bologna<br />
E-mail: stefano.maini@unibo.it<br />
Il ruolo degli insetti nella <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> propaguli fungini è noto da tempo. Mentre la<br />
quasi totalità dei dati <strong>di</strong>sponibili in letteratura è stata ottenuta con tra<strong>di</strong>zionali meto<strong>di</strong><br />
microbiologici (isolamento su terreno selettivo e seguente conteggio), solo in pochi casi<br />
sono state impiegate tecniche molecolari. Ostrinia nubilalis (Hübner) (Lepidoptera<br />
Crambidae) è il principale insetto endofita del mais. L’associazione tra O. nubilalis e<br />
contaminazione pre-raccolta da aflatossine (micotossine prodotte dal fungo filamentoso<br />
Aspergillus flavus) non è ancora chiarita, nonostante ciò la lotta chimica al fitofago si è<br />
notevolmente <strong>di</strong>ffusa negli ultimi anni nei comprensori mai<strong>di</strong>coli della pianura padana.<br />
Nell’ambito <strong>di</strong> una più ampia indagine relativa all’ecologia <strong>di</strong> A. flavus in mais, nello<br />
stu<strong>di</strong>o qui descritto, si è indagato sul ruolo, non solo delle larve, ma anche degli adulti <strong>di</strong><br />
O. nubilalis nella <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> propaguli <strong>di</strong> A. flavus.<br />
In un campione iniziale <strong>di</strong> circa 200 adulti del primo volo, catturati con trappole a cono<br />
<strong>di</strong> rete innescate con feromone sessuale e fenilacetaldeide, le analisi eseguite con meto<strong>di</strong><br />
colturali hanno evidenziato che solo il 4,5% presentava livelli rilevabili <strong>di</strong> propaguli <strong>di</strong><br />
A . flavus. Come atteso, l’analisi me<strong>di</strong>ante PCR <strong>di</strong> cinque geni coinvolti nella biosintesi<br />
delle aflatossine (afllD, aflG, aflP, aflR e aflS) ha mostrato una maggiore sensibilità. In<br />
particolare gli adulti positivi per A. flavus erano circa l’11,0% del totale <strong>di</strong> quelli<br />
catturati con trappole. La presenza <strong>di</strong> A. flavus in larve <strong>di</strong> prima generazione è stata<br />
osservata solo alla fine del primo volo a stagione avanzata. Il ruolo degli adulti <strong>di</strong> O.<br />
nubilalis nel veicolare propaguli <strong>di</strong> A. flavus si è mostrato maggiore nel volo successivo.<br />
In particolare, la percentuale <strong>di</strong> adulti del secondo volo positivi per A. flavus era circa 10<br />
volte superiore a quella del volo primaverile. Anche qui, l’analisi del DNA ha<br />
evidenziato una percentuale <strong>di</strong> adulti positivi pari a circa il doppio <strong>di</strong> quanto rilevato con<br />
i meto<strong>di</strong> tra<strong>di</strong>zionali. La presenza <strong>di</strong> spore <strong>di</strong> ceppi aflatossigenici e non aflatossigenici<br />
<strong>di</strong> A. flavus nella <strong>di</strong>eta impiegata per l’allevamento <strong>di</strong> O. nubilalis non ha influenzato la<br />
crescita e la mortalità delle larve. All’opposto, la presenza <strong>di</strong> aflatossina B1 nella <strong>di</strong>eta<br />
artificiale a concentrazioni ≥ 5,0 µg mL -1 ha causato un significativo decremento del<br />
peso me<strong>di</strong>o delle larve ed un aumento della mortalità. Questi stu<strong>di</strong> risultano<br />
fondamentali per chiarire le possibili vie <strong>di</strong> trasporto <strong>di</strong> A. flavus da parte <strong>di</strong> insetti oltre<br />
ad altri agenti <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione. Sono, inoltre, indagini importanti al fine <strong>di</strong> valutare<br />
l’effettiva necessità <strong>di</strong> limitare gli attacchi <strong>di</strong> lepidotteri endofiti ritenuti tra i principali<br />
veicoli <strong>di</strong> infezione.<br />
Parole chiave: aflatossine, micotossine, mais, piralide.<br />
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